IL CALORIMETRO DI BUNSEN
Il calorimetro di Bunsen è un calorimetro isotermico. L’apparecchio fu ideato dal chimico e fisico tedesco Robert Wilhelm Bunsen (1811 –1899). Questo dispositivo è formato da un'ampolla a cui è saldata una provetta. Il calorimetro si basa sulla fusione del ghiaccio, ma la quantità di ghiaccio fuso si ottiene dalla variazione di volume. E’ costituito da un tubo di vetro A, a pareti sottilissime, saldato ad un tubo di vetro di diametro maggiore B, il quale termina inferiormente con un tubo pure di vetro di piccolo diametro C piegato due volte ad angolo retto. Nella parte superiore del tubo C si può innestare, a perfetta tenuta, un tubo sottile R graduato. Tolto il tubo R, si riempie apparecchio in parte con acqua distillata, privata mediante ebollizione dell’aria in essa disciolta, e in parte con mercurio. Il mercurio deve anche occupare parte della vaschetta superiore. Dopo aver collocato l’apparecchio così preparato in un recipiente contenete del ghiaccio fondente finemente tritato, in modo che l’acqua ed il mercurio siano portati alla temperatura di 0°C, è necessario procedere alla solidificazione dell’acqua contenuta nel calorimetro. Per questo si versa nel tubo interno A dell’etere e in esso si fa gorgogliare una corrente d’aria in modo che ne produca una rapida evaporazione e quindi un raffreddamento che può giungere facilmente a -10 o -12 °C. In questo modo l’acqua solidifica D e nell’atto della solidificazione il mercurio viene spinto dal tubo B nella vaschetta V per l’aumento di volume del ghiaccio. Quando quasi tutta l’acqua presente nel calorimetro si è solidificata, si toglie l’etere, si versa nel tubo A una piccola quantità di acqua a 0 °C e si tappa il tubo. Si lascia stabilizzare il calorimetro per molte ore affinché tutto l’apparecchio raggiunga l’equilibrio termico a 0°C. Raggiunta questa condizione, innestando il tubo volumetrico R, si vedrà il mercurio attestarsi stabilmente ad una certa divisione N. Preparato così l’apparecchio si riscalda il corpo di cui si cerca il calore specifico alla temperatura t e lo si inserisce nell’acqua contenuta nel tubo A del calorimetro. Il calore ceduto dal corpo nel are da t a 0°C provoca la fusione di una certa quantità di ghiaccio e, poiché nella fusione del ghiaccio diminuisce il volume, il mercurio nel capillare si ritirerà dalla divisione N a N1 che raggiungerà quando tutto l’apparecchio sarà tornato in equilibrio termico a 0 °C.
Sul capillare sono segnate alcune divisioni ugualmente distanziate. Il numero di divisioni di cui arretra il mercurio è proporzionale alla massa di ghiaccio fusa, proporzionale alla quantità di calore cedutagli dal corpo immerso nella provetta. Quindi il rapporto di due quantità di calore è definito come rapporto dei corrispondenti numeri di divisione di cui arretra il mercurio, quando queste quantità di calore sono somministrate al calorimetro e dunque si ha che le due quantità di calore sono uguali se tali sono i numeri di tacche di cui arretra il mercurio nel capillare, una quantità di calore Δ è doppia di Δ se produce lo stesso spostamento del mercurio prodotto dalla successiva somministrazione di due quantità di calore uguali a Δ . Indichiamo con n il numero di tacche di cui arretra il mercurio per l'assorbimento di una caloria e con N il numero di tacche di cui esso arretra
per la quantità di calore ΔQ, si ha Δ
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