Impressum
Titolo originale del primo volume: Sehnsucht nach Samana Titolo originale della collana: Meine Liebe Samana Autrice: Manuela Mendez Traduzione dal tedesco di Lara Carabelli Copyright © 2013 Manuela Mendez Smashwords – Edition
Tutti i diritti riservati.
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Grazie di cuore per il rispetto nei confronti del lavoro dell’autrice!
Lara Carabelli Ehi! Dico a te! Si, proprio tu, lettore! Piacere, io sono Lara, la traduttrice di questo libro che stai per leggere. Studio traduzione e con questo libro posso dire di aver realizzato uno dei tanti sogni che
tengo nel cassetto. So che è strano leggere qualcosa di scritto direttamente dal traduttore. A noi non è concesso molto spazio per esprimerci. A dire la verità è proprio il nostro scopo: giocare a nascondino tra le parole di quello che traduciamo. Giochiamo a nasconderci, non perché siamo timidi, ma perché in quel momento prestiamo la nostra penna e le nostre conoscenze linguistiche e culturali all’autore, senza però intrometterci in quello che l’autore vuole dire a te, lettore. E se siamo stati bravi, non dovresti renderti conto della nostra presenza. Questa è la prima volta che traduco un romanzo, mi sono divertita a farlo e spero di poter ripetere presto l’esperienza. Nel frattempo vorrei ringraziare l’autrice del libro, Manuela Mendez, che mi ha dato l’opportunità di mettere in pratica per la prima volta nella mia vita, quello che fino ad ora avevo fatto solo nella teoria. Buona lettura! Lara
E-Mail a sorpresa
Sbam! Con un calcio deciso, la porta dell’appartamento si chiuse di scatto. “Beh almeno è chiusa”, borbottava Kira tra sé e sé, mentre cercava di mettere a posto le buste della spesa in cucina, lontano dalla curiosa Lizzy. Ma lei era già riuscita a fiutare il gustoso cibo per cani nella busta e voleva assaggiarlo assolutamente, ora, subito. Una sacchetto di carta del supermercato tuttavia, non regge chiaramente a lungo la spinta di un cane di 25 chili, e come conseguenza l’intero contenuto si rovesciò sul pavimento. “Oggi non è la mia giornata, era chiaro che dovesse succedere anche questo”. Con i nervi a fior di pelle, Kira iniziò a raccogliere dal pavimento il cibo per cani, latte, yogurt, succo di frutta, bagnoschiuma e una confezione di cibo pronto. Lizzy, conscia di aver combinato un pasticcio, mugolava da dietro la porta della cucina e Kira, che non riusciva a sopportare a lungo lo sguardo triste del labrador, finì con l’accarezzare il suo carissimo amico a quattro zampe..
Dopo aver dato da mangiare al cane, aver cucinato qualcosa per sé e essersi fatta una doccia, Kira si rintanò in un angolo del divano e avviò il suo nuovo computer portatile, regalo di Natale di sua madre, che l’aveva resa così contenta. Anche adesso, a metà gennaio, era felice come una pasqua per quello splendido regalo. Purtroppo non c’era nessuna email di qualche sua amica da leggere, la posta traboccava letteralmente solo di spam. Proprio nel momento in cui stava per cliccare “elimina tutto”, le saltò all’occhio una email in particolare. “Avete vinto un viaggio nella Repubblica Dominicana”. “È sicuramente una stupidata, come posso aver vinto qualcosa proprio io…”. Aveva avuto una giornata lunga e stancante al lavoro e non era semplicemente in vena di scherzi come questi. Tuttavia Kira aprì l’email, guardando con diffidenza lo schermo del pc. Dopo aver letto per ben tre volte, cominciò a farsi strada dentro di lei la sensazione che non si trattasse di una di quelle email senza senso, ma che aveva vinto veramente una vacanza tutto compreso di due settimane nella penisola di Samanà, nel nord ovest della Repubblica Dominicana. Si perse per un attimo nei meandri della sua fantasia e cominciò ad afferrare il concetto che lei potesse essere veramente la vincitrice di un concorso a premi, organizzato da una grossa agenzia di viaggi tedesca. In estate infatti, in una serata non tanto calda e piovosa, presa dalla noia, aveva partecipato a un quiz sui viaggi, ma da allora non aveva ricevuto più nessuna notizia e per questo l’aveva del tutto dimenticato. Dopo aver letto ancora una volta il testo dell’email, prese in mano il telefono. «Ciao Babs, indovina che splendida email mi è arrivata oggi!». Dopo aver raccontato nei minimi dettagli l’incredibile fortuna, la sua migliore amica Babsi rimase a lungo in silenzio e chiese senza mezzi termini: «E dov’è la fregatura?». Kira, di colpo mogia, disse a bassa voce: «La partenza è il primo febbraio e dovrei scrivere una un articolo sul viaggio. Ma tu vieni con me, vero? Il viaggio è per due persone». «Cavolo! È decisamente senza preavviso. Devi cercarti un altro compagno di viaggio. Lo sai che comincio il mio nuovo lavoro nella super agenzia. Non posso mica andare subito in vacanza. Mi dispiace Kiri, sarei venuta molto volentieri. Sono gelosissima. Sole, palme, mare e attraenti uomini color cioccolatino. Mi devi assolutamente tenere aggiornata nei minimi dettagli dei tuoi incontri galanti». «Oh Babs, smettila di dire cose senza senso! Gli uomini sono al momento tabù per me, dopo quella fregatura di Kai. E senza di te la vacanza non è bella neanche la metà. Preferisco rimanere a casa».
Ma Babsi non ci rinunciò e cominciò a raccontare delle sue vacanze in Tunisia e che le previsioni del tempo per le giornate seguenti, oltre alla neve, non prevedevano niente di meglio. Quindi Kira decise di chiedere ad ogni sua amica. Qualcuno avrebbe pure trovato. Ma dopo due ore e parecchie telefonate, le era chiaro che non sarebbe riuscita trovare una compagna all’ultimo minuto, addirittura sua madre si era detta dispiaciuta di non poterla accompagnare ma era molto felice per sua figlia e si era offerta di fare da dogsitter a Lizzy. Kira andò a letto a pezzi interiormente quella sera. Da una parte le piaceva l’idea di are 14 giorni dell’orribile inverno tedesco ai Caraibi. Caraibi. Già la sola parola aveva la capacità di risvegliare in lei una voglia incredibile di mare turchese, palme da cocco e sole. Nonostante Kira non fosse mai stata in tutta la sua vita una volta sola ai Caraibi e non conoscesse neppure la Repubblica Dominicana, sentiva un’incredibile attrazione per Samanà. Non riusciva a spiegarsi questa sensazione che provava e pensò che fosse per via del suono del nome Samanà. D’altra parte però, si sentiva già sola se pensava alla vacanza senza nessuno che l’accompagnasse in un viaggio così lontano. “Repubblica Dominicana” suonava bene e una vacanza da sogno come questa avrebbe potuto permettersela forse entro dieci anni… “Mmm, che lingua si parla là? Inglese, se.. no, credo spagnolo. Ottimo. Tra tutte queste lingue mi ricordo solo qualcosina di inglese, dalla scuola”. Tutta sola in terra straniera e senza conoscere la lingua. Kira si addormentò con questi pensieri e quando il giorno seguente la sveglia la strappò dal suo sonno, si sentiva completamente a pezzi e ancora più insicura della sera precedente. Durante una eggiata con Lizzy in una mattina di gennaio piena di neve, Kira decise di darsi ancora un giorno di tempo. L’invito diceva che doveva “comunicare l’aeroporto di partenza e i dati dei eggeri entro 48 ore”. Voleva dire che aveva tempo per decidere fino al giorno dopo. Nel supermercato, dove Kira lavorava già da molto tempo, nessuno notò come lei fosse particolarmente silenziosa quel giorno e come fosse chiusa in sé. Era particolarmente sollevata di non dover lavorare alla cassa, in questo modo poteva svolgere tutti i compiti del suo reparto in modo automatico. Aveva la testa completamente vuota e Kira non era nella situazione di formulare un
pensiero chiaro. Uschi, la collega più anziana, notò durante la pausa pranzo che c’era qualcosa che non andava in lei, di solito sempre allegra. Quindi Kira si decise a raccontare la sua situazione con tutti i dubbi e le incertezze. «Ragazza, sei proprio un coniglio. Quando io non avevo ancora conosciuto il mio Herbert, andavo spesso in vacanza da sola e ti dirò di più: mi divertivo un sacco! Non c’è nessuno di cui bisogna tener conto o a cui bisogna chiedere il permesso, si può fare semplicemente quello che si vuole». «Si, hai ragione ma i Caraibi sono così lontani e io non conosco una parola di spagnolo!». Uschi raccontò molto entusiasta ad un’incredula Kira, di tutte le vacanze che lei aveva fatto proprio nella Repubblica Dominicana, a Puerto Plata, Sosùa e Cabarete, perdendosi completamente nelle sue fantasie. «Tra l’altro, proprio lì ho incontrato il mio amore», «Cosa? Un dominicano?» chiese Kira incredula. «Ma no! Il mio Herbert. Avevamo prenotato le vacanze nello stesso albergo e durante un’escursione a Santo Domingo è scattata la scintilla tra di noi. L’anno prossimo, per il giorno del nostro matrimonio andiamo di nuovo nel nostro paradiso. Forza, andiamo insieme dalla signora Meier e le racconti che hai assolutamente bisogno di fare questa vacanza. Capirà. Posso offrirmi volontaria per lavorare nel tuo reparto per due settimane. Sono felicissima per te!». La signora Meier, capa del supermercato, acconsentì, anche se un po’ controvoglia, a concedere 15 giorni di ferie a Kira, la metà delle sue ferie annuali. Kira non era ancora del tutto convinta e si disse che “è uguale, nel caso posso sempre are le ferie a casa.” La sera Babsi stava davanti alla porta d’ingresso con una bottiglia di spumante e spinse Kira e Lizzy dentro. Abbracciò l’amica e per la felicità improvvisò un balletto in soggiorno. Lizzy si lasciò contagiare dalla felicità e iniziò a saltellare piena di gioia intorno alle due amiche. Quando Kira riuscì finalmente a riprendere fiato, chiese a Babs come mai lei fosse così su di giri. «Beh, tu voli per un po’ al sole e in compagnia di uomini con i rasta… non posso non essere felice per te!» «Rasta? Credo che tu ti riferisca allo stato sbagliato. Non vado mica in Jamaica» «Non è così importante. Tipi sexy si trovano anche nella Repubblica Dominicana. Su, tira fuori i tuoi vestiti estivi, dobbiamo fare la valigia». Il travolgente modo di fare di Babsi, contagiò anche Kira, ancora un po’ scettica. Ma piano piano sentiva crescere la gioia per la vacanza inaspettata. Presa da tutta quella confusione, si dimenticò di rispondere all’email dell’agenzia di viaggi, ma Babsi sistemò anche questo e le cose presero il via.
L’inizio del viaggio
Nei giorni successivi Kira aveva difficoltà a respirare e tutte le sembrava scorrere davanti agli occhi come un film al cinema. Nel fine settimana comparve sua madre, portando con sé un po’ di irrequietezza. «Kira, per l’amor del cielo, il tuo aporto è ancora valido? Dove sono i documenti di viaggio? Hai già comprato medicine per le malattie tropicali e spray al peperoncino? Ho sentito che la criminalità lì è molto alta. Hai messo in valigia biancheria e calze? La notte può sempre diventare un po’ freschino al mare. Hai comprato pastiglie contro la diarrea e la crema da sole? La protezione dovrebbe essere molto alta, adatta per la tua pelle delicata. Bisogna vaccinarsi contro la malaria e la febbre dengue? Hai chiesto all’istituto di medicina tropicale? Hai pensato ai soldi? Che moneta si usa là?”. La madre continuò senza interruzione e Kira fu estremamente felice, quando la domenica sera, la madre Karin insieme al cane tornarono a casa. Salutare la sua fedele cagnolina Lizzy non le riuscì facile, ma dopotutto l’avrebbe rivista presto e sua madre si era già presa cura spesso di quell’agnellino, come ogni tanto chiamava il suo amico a quattro zampe. Grazie a sua madre, Kira non dovette neanche più preoccuparsi dei soldi che stringevano, dato che Karin le aveva dato un bel po’ di banconote. Naturalmente accompagnata dalla raccomandazione di non andare a letto con un dominicano: dopotutto in quel posto l’aids è un problema molto diffuso. Ma ci aveva già pensato Babsi, regalando a Kira una grossa scatola di preservativi. Kira leggermente irritata, voleva protestare a gran voce, ma alla fine si diede per vinta e non si sa come, la scatola finì in valigia. “Se non ci foste voi” solo sfiorando questo pensiero, si faceva volubile e le lacrime rischiavano pericolosamente di sgorgare. Il momento sentimentale ò fortunatamente in fretta per lasciare spazio a un’intensa gioia dovuta all’attesa. Il primo febbraio arrivò, e finalmente era giunto il momento di partire. Babsi non
voleva lasciarsi sfuggire l’opportunità di accompagnare Kira all’aeroporto. Per fortuna era una domenica e non doveva lavorare. Con la sua Peugeot vecchia e scassata ò a prendere Kira puntuale la mattina. Pallida e con le mani tremanti Kira finì di bere la sua tazza di caffè e si arrese ad una Babsi scalpitante, che non voleva arrivare in ritardo all’ aeroporto. «Hai una fretta incredibile di liberarti di me» brontolò Kira, ma l’amica sapeva precisamente che al momento, la paura di volare da sola in vacanza, aveva preso il sopravvento sul suo fragile sistema nervoso. Come al solito, il traffico intorno a Francoforte era atroce, in più aveva appena ricominciato a nevicare e questo rendeva le condizioni della strada imprevedibili e non del tutto prive di pericoli, ma Babsi si destreggiava abilmente tra i cantieri e il traffico. Quando finalmente arrivarono all’aeroporto, Kira dovette subito recarsi al check-in e non c’era più il tempo per ripensamenti. Le due ragazze si abbracciarono affettuosamente e in quel momento anche Babsi perse tutta la sua spavalderia. «Dolcezza, goditi le vacanze e assaggia i dolci frutti dominicani.. ci siamo capite? E torna intera, mi raccomando». Kira tirò su con il naso e si diresse verso l’imbarco. C’era come al solito ressa, perché tutti volevano essere i primi a salire sull’aereo, nella falsa speranza di riuscire ad accaparrarsi un buon posto. La mischia distrasse Kira dalle sue preoccupazione e piano piano cominciò a tranquillizzarsi e la felicità per questa vacanza inaspettata prese il sopravvento. Per la prima volta in quel giorno riuscì a rallegrarsi veramente per il viaggio, due settimane in un hotel all’ultima moda, lontano migliaia di chilometri da casa. Una volta sull’aereo la consueta frenesia che precede la partenza non diede alcun cenno di smettere. Ogni eggero cercava di riporre il proprio bagaglio a mano con più o meno successo nella cappelliera, bloccando così il aggio agli altri. Questo contribuì a surriscaldare gli animi delle persone. Un bambino piccolo si stava lamentando: «Mamma mamma devo andare in bagno, mi scappa la pipì, mi scappa la pipì!». Una coppia anziana era agitata per il tempo: «Speriamo che siano stati così intelligenti da disgelare la pista per il decollo. Ho sentito che già alcuni voli sono stati cancellati, per ora tutti voli nazionali. Ma non si può mai stare tranquilli…». In quel momento Kira si rese veramente conto che in breve si sarebbe trovata in
alto, sopra le nuvole e avvertì una stretta allo stomaco. Fino a quel momento aveva volato tre volte, ma non le era mai piaciuto veramente. “Speriamo di non avere un attacco di claustrofobia” pensò. Subito dopo si diede del coniglio, la strana sensazione però rimase. Finalmente riuscì a farsi spazio e a raggiungere il suo posto, proprio di fianco alla madre con il bambino piagnucoloso. Tuttavia non voleva farsi rovinare l’umore e salutò entrambi in modo amichevole. La giovane madre fece un cenno forzato del capo e cercò di tranquillizzare il figlio: «É solo un po’ iperattivo, ma un è bravo bambino. Olli vorrebbe sedersi vicino al finestrino, ma è il suo posto». Quindi Kira si offrì di cambiare il posto e la madre accettò riconoscente. Kira doveva sedersi vicino al corridoio, ma almeno il piccolo Olli era tranquillo per il momento. “Anche qui non è male, posso allungare le gambe almeno” pensò Kira. Detto, fatto. All’improvviso sentì un forte colpo sui polpacci e un’imprecazione di lamento: «Gesù! Quale cretino allunga le sue maledette gambe in mezzo al aggio?!» e un cespuglio di capelli ricci color castano chiaro apparve all’altezza delle ginocchia di Kira. Spaventata sussurrò delle scuse, ma da quanto era atterrita, uscì solo un suono flebile. «Non fa niente, è tutto a posto. Io sono Martin. E chi è questo fantastico essere, che mi ha fatto cadere così all’improvviso? O è abituata a veder cadere uomini ai suoi piedi?» «Kira». Dall’imbarazzo e dalla rabbia non riuscì ad aggiungere altro. Chi era questo tipo sfacciato? O, dopo un’osservazione più accurata, chi era questo tipo incredibilmente bello ma sfacciato? Nel frattempo Martin si era rialzato e torreggiava lì in tutta la sua altezza. Quello che Kira vide era un gigante di almeno un metro e novanta, con un busto ben allenato, fianchi sottili e cosce scolpite, fasciate in jeans stretti. Purtroppo la felpa non lasciava intravedere niente, ma Kira suppose la presenza di addominali ben scolpiti là sotto. Il viso era abbronzato, con un taglio decisamente virile, leggermente squadrato con il mento pronunciato e una piccola fossetta. Intorno agli occhi si scorgevano rughe sottili, che contribuivano a smussare la durezza del viso. Ma gli occhi! Di un azzurro così intenso non li aveva mai visti: colore fiordaliso intenso non poteva essere reale, non come colore per un paio di occhi, e soprattutto non per gli occhi di questo tipo sfacciato. Doveva assolutamente stare attenta quello che faceva, dopotutto le sue gambe erano lunghe abbastanza per raggiungerla. Aveva negli occhi uno sguardo del tutto impertinente, in più mostrava denti di un bianco splendente e una risata elettrizzante. Kira cercò con tutte le sue forze di
non fissarlo, senza risultato. Per fortuna le gentili assistenti di volo pregarono un’altra volta di prendere posto e Martin si fece strada verso il suo posto. Kira si scoprì a fissare il didietro del macho trattenendo il respiro, non trovò divertente neppure quella sensazione strana che le montava in fondo allo stomaco. “Dopo il volo non vedrò mai più quell’uomo, quindi calmati. Con il fisico che si ritrova, ha sicuramente una biondina con una quarta di reggiseno.” In quel momento sentì uno scatto e l’aereo si mise lentamente in movimento. Del tutto immersa nel guardare Martin, non aveva posto per niente attenzione alle informazioni di sicurezza del personale di bordo. “Tipico, se precipitiamo non so neppure dove si trova il salvagente, solamente per colpa di quel magnifico esemplare di uomo”. Per poter precipitare, l’aereo doveva prima trovarsi in aria e il rollio del propulsore diede il segnale dell’imminente partenza. Kira si appoggiò al suo sedile e chiuse gli occhi. Dopo l’incidente che aveva provocato, si era lentamente tranquillizzata e si rese conto di essere piuttosto stanca a causa dell’agitazione. Quando riaprì gli occhi era ato del tempo ed erano in volo già da un po’. Le assistenti di volo erano già impegnate con la distribuzione del cibo. Il piccolo Olli se ne stava rannicchiato con il dito in bocca e ascoltava con attenzione la sua cassetta. “Cosa starà ascoltando?” pensò Kira “quando ero piccola io era di moda Pippi Calzelunghe”. Il mangiare procedette senza ulteriori intoppi e subito dopo scese una tranquilla penombra. La maggior parte dei viaggiatori schiacciarono un pisolino e anche Kira si addormentò presto. Per fortuna riuscì a dormire bene, così il tempo ò piacevolmente. Dopo quasi dieci ore, l’aereo si apprestò ad atterrare nell’aeroporto di Samanà – El Catey e Kira era felice di poter finalmente scendere dall’aereo. Anche per gli altri eggeri era lo stesso, l’aereo si era appena fermato e la solita confusione scoppiò di nuovo, mentre tutti cercavano di recarsi all’uscita, spingendo. Ma finalmente era lì: Kira mise piede sul territorio dominicano per la prima volta in 25 anni. Era una sensazione favolosa e rise divertita dentro di sé. «Hai visto degli asini volare oppure perché guardi così trasognata?» Martin non
riusciva a fare a meno di prenderla in giro, ma Kira non se la prese e si fece scivolare la stupida battuta addosso, regalandogli solo uno sguardo sprezzante. Ma Martin era già lontano con il suo borsone, diretto all’uscita. Quando Kira riuscì finalmente a prelevare la sua valigia dal nastro trasportatore, moriva dalla voglia di uscire. «Wow», le scappò dalla bocca, non appena ebbe lasciato il piccolo aeroporto e uscì nell’avvolgente notte dominicana. Quante palme! Prese una boccata d’aria e notò che aveva un sapore diverso, così aromatica e piacevolmente calda. Il cielo era colmo di stelle e appariva meraviglioso. Kira ascoltava la musica e vedeva intorno a sé persone di buon umore. Questo momento di stupore era un’esperienza profonda. Una signora con modi apparentemente gentili le corse incontro e chiese: «É la signora Kramer? Venga, l’autobus per l’hotel è parcheggiato là». Un uomo affascinante dalla pelle scura prese la sua valigia e a Kira non rimase più alcun istante per godersi la sua prima impressione della notta dominicana. Anche Martin era già sull’autobus e si intratteneva animatamente con l’autista. Quando Kira gli ò di fianco, Martin stava parlando in spagnolo ed entrambi gli uomini scoppiarono in una fragorosa risata. Non appena il viaggio cominciò, la signora gentile si presentò come Nadine, rappresentante dell’agenzia di viaggi. Raccontò brevemente qualcosa sul percorso e in quale ordine si sarebbero susseguiti gli alberghi. Kira doveva aspettare fino all’ultima fermata. Peccato che a causa del buio non si poteva scorgere molto del paesaggio che scorreva al di fuori del finestrino. Dopo relativamente poco tempo, l’autobus si fermò nella cittadina di Santa Barbara de Samanà, come Nadine comunicò, e Martin scese. Augurò a tutti i viaggiatori una bellissima vacanza e saltò fuori dal mezzo. Quando l’autobus gli ò di fianco, salutò Kira con la mano e le inviò un bacio d’addio. Kira sospirò, aveva sperato dento di sé che Martin scendesse al suo stesso albergo. Adesso era veramente un pochino delusa. Olli, curioso, chiese a Nadine perché quell’uomo non fosse sceso con loro. Nadine rispose premurosamente che Martin viveva a Santa Barbara de Samanà e che era la guida di alcune escursioni e che era andato in Germania per una vacanza. Kira si meravigliò, aveva creduto che anche Martin fosse un turista.
Veramente un peccato. Ora non l’avrebbe veramente mai più rivisto. Raggiunsero il primo albergo e si concentrò sugli ospiti che scendevano. Olli e sua madre, completamente scocciata, scesero e Kira non si sentì proprio triste. I bambini non le andavano molto a genio. Dopo quasi due ore di viaggio, raggiunsero finalmente l’ultimo albergo a Las Galeras, 4 stelle con il bellissimo nome “Paradiso”. Kira non recepì più niente quella notte: era stanca morta. Fortunatamente il check-in si svolse senza intoppi e poté buttarsi sul letto in poco tempo e addormentarsi subito profondamente.
Prime amicizie
Kira si svegliò di soprassalto. Uno strano rumore l’aveva svegliata. Confusa si guardò intorno nella camera nuova. Ci volle un momento prima che si ricordasse dove si trovava. Un sorriso di contentezza comparve sul viso arrossato dal sonno e tranquillizzata sprofondò tra i cuscini morbidi. Ancora quello strano rumore. Kira uscì dal comodo letto matrimoniale con cautela e si avvicinò quatta quatta alla finestra. Quello che vide le procurò una risata scrosciante: un gallo impettito stava davanti alla sua terrazza e cantava con tutte le sue forze. Anche la signora gallina e cinque teneri pulcini erano là e si impegnavano con zelo nella ricerca di piccoli insetti nel prato perfettamente curato. Silenziosamente, per non far scappare la divertente famigliola, Kira aprì la portafinestra e si sedette comodamente in una delle due sedie di vimini e si mise ad osservare gli animali. Per lei, bambina cresciuta in città, questa vista era qualcosa di nuovo. Solo una volta, quando era ancora un soldo da cacio aveva visto qualcosa di simile allo zoo e allora erano state le scimmie ad attirare tutta la sua attenzione. Un “Buenos dias” provenì dalla terrazza vicina in quel momento e Kira si girò per vedere chi aveva parlato. Una graziosa moretta con i capelli arruffati e con una camicia da notte corta, la salutò con la mano. «Buongiorno», rispose lei. «Ah ma sei tedesca?» chiese la giovane ragazza sbalordita. «Si, anche tu. Vero?», la ragazza sgusciò veloce dalla terrazza vicina e si lasciò cadere sulla sedia ancora libera. «Posso, vero?», chiese con un occhiolino. «Va beh… dato che ti sei già seduta, non è che voglio per forza mandarti via» rispose Kira in
tono scherzoso. «Piacere, mi chiamo Samantha Smith» disse la sconosciuta, accennando un inchino. «Mio padre è americano, mia madre tedesca. Fino a che avevo sei anni abbiamo vissuto a Los Angeles. Dopodiché mia madre ha voluto tornare assolutamente in Germania. Nel frattempo mio padre è tornato a vivere a Los Angeles e grazie a molti parenti in Messico ho imparato naturalmente lo spagnolo. Anche io sono appena arrivata: ieri! Dopo essere andata a trovare mio padre. Mi ha regalato il viaggio per il mio compleanno. Adesso è il tuo turno», aggiunse Samantha. «Dunque, io sono Kira Kramer e ho vinto il viaggio tramite un concorso a premi. So parlare solo il tedesco e mio padre ci ha lasciato quando io ero ancora molto piccola». «Un concorso a premi? È fantastico! Non avevo ancora conosciuto nessuno che avesse mai vinto in queste cose. Quanto rimani? Io torno il 14 in Germania». Kira ci pensò su velocemente: «Io il 15, ma non voglio ancora pensarci. Sono contenta di essermi appena tolta dalla testa il volo». Nel frattempo i galli beccavano in un altro posto alla ricerca di cibo, ma anche senza di loro il giardino tropicale rimaneva una vera delizia per gli occhi. Palme, banani, buganvillee, molte piante sconosciute e si poteva persino scorgere il becco di una cicogna. «Vieni con me a fare colazione?», chiese la ragazza appena conosciuta e con uno sguardo al suo orologio a Kira le venne un colpo: «Oh Cielo, sono già le due del pomeriggio!». Ma Samantha la tranquillizzò: «Devi sistemare l’orologio, hai ancora l’orario tedesco. Sono appena le nove del mattino qua». «Beh, allora forza, andiamo a fare colazione». Dopo poco tempo le due ragazze si incontrarono fuori dalle loro stanze. Lavate, vestite e pettinate. «Chiamami pure Sam o Sammy, Samantha è orribile. Preferisco che i miei amici mi chiamino con un soprannome». “Ok, quindi siamo già amiche”. Pensò Kira e sorrise per il modo di fare disinvolto di Samantha. A braccetto le due eggiavano sulle stradine che si intersecavano nello splendido giardino e attraverso la hall aperta su tutti i lati, in direzione del ristorante. Incontrarono persone gentilissime, ospiti e dipendenti, tutti salutavano amichevoli e con sorrisi cordiali. Kira era sicura che si sarebbe sentita a proprio agio lì.
Il ristorante, pur essendo molto grande, era diviso da molte colonne, composizioni carine di piante e tavoli per il buffet. I tavoli e le sedie erano raggruppati. Tutti i mobili erano di scuro legno di rattan e l’imbottitura delle sedie era spessa e morbida, di materiale chiaro. Il tutto rendeva la sala molto accogliente. Sam era già partita in quinta con l’intenzione di riempirsi il piatto. Il mangiare era molto invitante e Kira non sapeva da che parte cominciare. Si decise a prendere del pane appena tostato, ananas, marmellata di ciliegie, burro e qualche affettato. Nel frattempo anche Sam sembrava soddisfatta del suo piatto e lo teneva attentamente in equilibrio per non far scivolare la piccola montagna che si era creata sopra. Impressionata dalla quantità di mangiare che la sua nuova amica aveva preso, Kira cominciò a mangiare il suo pane tostato. Un cameriere giovane e bellissimo, la cui targhetta pinzata sul grembiule diceva che si chiamava Ramon, giunse al loro tavolo e salutò le ragazze con un’infinità di complimenti in spagnolo. Kira, che non aveva capito nulla di quell’ondata di parole, lo guardava spaesata. «Trova i tuoi lunghi capelli biondi semplicemente incantevoli e i tuoi occhi da gatto verdi l’hanno completamente stregato. In breve: si è innamorato di te e ti vuole sposare». Sam scoppiò a ridere non appena vide l’espressione sbalordita di Kira. Il ragazzo guardava le due donne speranzoso e rimase un po’ deluso quando Sam ordinò solo del caffè e un’aranciata per Kira. Velocemente tornò al tavolo con le ordinazioni, ma dato che nessuna delle due prendeva sul serio la sua offerta, volente o nolente si tolse di torno. «Di un po’ Sammy, tutti gli uomini promettono così velocemente l’amore eterno?». Lei annuì con tanto d’occhi. La bocca era troppo piena per poter parlare. Kira si meravigliò quando vide che Sam aveva effettivamente ripulito il piatto fino all’ultima briciola. “Dove mette una persona magra come lei tutta questa roba?” pensò tra sé e sé. Sammy non curante di tutto quello che aveva mangiato, appoggiò i gomiti sul tavolo e accennò al buffet di frutta. «Forza, adesso un po’ di frutta». Kira si lasciò convincere e rimase molto sorpresa del fantastico sapore della frutta. Non aveva mai assaggiato banane, meloni, uva e mandarini tanto buoni in Germania.
«Quindi adesso?», chiese a voce alta Samantha. «Cosa vogliamo fare di bello oggi? O hai già qualche piano?» «Alle 10 e 30 ho un incontro informativo organizzato dalla mia agenzia di viaggi e vorrei partecipare. Ma più tardi sono completamente libera. Anche se a dir la verità, risento ancora del lungo volo e quindi preferirei rilassarmi oggi. In piscina forse? No, dai andiamo al mare». Sam si disse d’accordo e Kira si diresse al briefing. Una parte della grossa hall era stata divisa per l’occasione e Kira contò in tutto dodici ospiti che aspettavano l’inizio dell’incontro. Poco dopo apparve Nadine, seguita da due camerieri che portavano vassoi con sopra cocktail dall’aspetto invitante. Dopo aver dato il benvenuto a tutti gli ospiti all’hotel “Paradiso”, chiese alla signora Kramer di venire davanti e la presentò ai presenti come la vincitrice del concorso a premi. Tutti applaudirono. Kira avrebbe preferito nascondersi da qualche parte, dato che qualsiasi forma di interesse pubblico alla sua persona era del tutto spiacevole. Nadine, che fortunatamente sembrava aver notato il suo disagio, procedette con il consueto ordine del giorno e spiegò agli ospiti le caratteristiche dell’albergo. Poi giunse la parte più interessante e presentò diverse escursioni con tanto di video. Kira era meravigliata di tutte le bellezze, per la maggior parte naturali, che poteva scoprire nella piccola penisola. «Per lei signora Kramer, le escursioni sono naturalmente gratuite e le consiglio di guardarsi più precisamente tutte le mete sul mio libro a disposizione. Mi dica quando avrà trovato qualcosa di adatto a lei». A tutti gli altri invece disse: «Rimarrò in hotel fino a dopo pranzo. Potete prenotare subito le vostre escursioni presso di me». Dopodiché l’incontro si concluse e Kira tornò in camera sua. Nel tragitto incontrò un giardiniere che potava il roseto e lo salutò cordialmente. Lui le porse un fiore bellissimo in modo galante e lei se lo mise tra i capelli. “Quindi sul serio. Qua gli uomini si taglierebbero una gamba per le donne” pensò Kira. Una volta arrivata in camera sua, prima di tutto si guardò intorno studiando la camera e la trovò molto carina. La stanza aveva l’entrata separata ed era arredata semplicemente ma con buon gusto. Sul letto matrimoniale c’era una composizione floreale, con la forma di due cigni che si baciavano e sul tavolo c’era un grosso cestino pieno di frutti meravigliosi e un biglietto che le dava il benvenuto da parte della direzione. Kira se ne rallegrò molto. Dato che non lo aveva ancora fatto, si mise a sistemare le proprie cose nel grosso
armadio a muro e si mise comoda. Nel frattempo apparve Samantha sul terrazzo, desiderosa di entrare. «Mi metto il costume e poi possiamo andare in spiaggia», disse Kira e scomparve velocemente in bagno. Sulla strada, ando nella zona appartenente all’albergo, le due ragazze si fermavano ogni tre per due per ammirare la bellezza delle piante tropicali. Dietro a un cespuglio di malva in fiore si aprì improvvisamente la vista sulla piscina, allestita meravigliosamente. «É tutto fantastico qua, sono molto sorpresa», bisbigliò Kira. Tuttavia non ci fu molto tempo per guardare: un uomo con un impeccabile completo blu scuro, si avvicinò dal bar della piscina e si presentò come il manager del “Paradiso”. Chiese ad entrambe, in un buon tedesco con un leggero accento, come stavano e se erano soddisfatte delle loro camere e dell’albergo. Le ragazze confermarono e ringraziarono. Il signor Ramirez accompagnò Sam e Kira al bar, per offrire loro uno speciale cocktail di benvenuto. Dopodiché le salutò scusandosi, per andare a salutare altri ospiti appena arrivati. «Fantastico! Questo si che è un servizio super», disse Sam e Kira non poté che confermare con un cenno del capo, mentre beveva il miglior cocktail di frutta che avesse mai provato in vita sua. Per fortuna era solo un mix analcolico di succhi di frutta. Il sole infatti splendeva in un cielo senza nuvole, e la temperatura a quell’ora era già vicina ai 30° C. Dopo questa pausa inaspettata, proseguirono verso la spiaggia. Finalmente Kira vide il mare davanti a sé e rimase muta, quasi in estasi. Quello che vedeva sembrava un dipinto: il verde del prato finiva nella sabbia fine, bianca come la neve e il mare di un azzurro turchese con piccole onde che scrosciavano accarezzava silenziosamente la spiaggia. Fino all’acqua crescevano palme ricurve con distanza differente su tutta la spiaggia e il cielo era di un azzurro chiaro. «Il cielo è così blu, che.. che… lo vorrei mangiare», disse Kira raggiante. Sopraffatta dalla meraviglia non le era venuto in mente niente con cui paragonare il cielo. Sammy scoppiò a ridere per vie di quelle strane parole, ma poteva assolutamente capire, quello che Kira voleva intendere e le diede ragione. Per non rimanere bruciate a causa dell’intensità con cui il sole splendeva e a cui non erano abituate, Kira e Sam si distesero all’ombra di una palma su delle sdraio che trovarono già lì, senza risparmiare sulla crema da sole. La spiaggia era quasi vuota, c’erano solo due coppie più anziane distese al sole
un po’ più lontano e un paio di bambini del posto giocavano in acqua. Kira, che aveva indossato il suo nuovo bikini verde e blu, non poteva più aspettare. Corse e si buttò a capofitto nella piacevole acqua calda. Samantha, che aveva già fatto il bagno nell’oceano il giorno prima, la seguì con più calma. Ma anche lei si lasciò scivolare in acqua con un sospiro di felicità. Insieme godevano dell’acqua calda e si sentivano come delle bambine. Bambine felici e libere. Più tardi si misero ad asciugare sotto il caldo piacevole del sole e si stiracchiarono pigramente sulle loro sdraio. «Hola senoritas», il saluto le fece emergere brutalmente dalla loro sonnolenza ed entrambe alzarono lo sguardo. Per vedere meglio contro sole, misero le mani sopra gli occhi. Davanti a loro stava un ragazzo, sui venticinque anni, con una pelle color caffelatte. Indossava pantaloncini color cachi, una canottiera bianca e infradito colorate ai piedi. Disinvolto, spostò gli occhiali sui capelli corti, ricci e neri. Sorrise alle ragazze con occhi raggianti di color marrone scuro. Disse qualcosa in spagnolo e Kira guardò Samantha, perché lei non aveva capito niente purtroppo. «Dobbiamo stare attente che non ci cada nessuna noce di cocco sulla testa. A quanto pare muoiono più persone per le noci di cocco che per incidenti stradali». Kira guardò preoccupata la cima della palma, ma non riusciva a intravedere nessuna noce di cocco. Il ragazzo sembrava divertirsi un sacco. «Credi veramente a quello che ti dice?», chiese Sam e Kira rispose: «Beh, era successa la stessa cosa a un cantane famoso in vacanza ai Caraibi. Era stato colpito da una noce di cocco che gli aveva causato una commozione cerebrale». Adesso era Kira che non riusciva a trattenere le risate e Sam le fece eco. «Sammy, di un po’, dove è andato quel tipo?» «Se ne è andato?», chiese Sam dispiaciuta mentre si guardava intorno. Il ragazzo riapparve all’improvviso vicino a loro, portando in ogni mano una noce verde senza il pezzo di sopra e ne diede una a ciascuna. Sammy chiese in spagnolo e poi spiegò a Kira, che avrebbero dovuto bere l’ Agua de Coco, l’acqua del cocco. Leggermente scettiche provarono quella bevanda sconosciuta… e rimasero del tutto entusiaste per il gusto fresco al sapore di cocco. Soddisfatto e sorridendo il ragazzo si sedette comodamente sulla sdraio di Samantha. I due si immerso presto in un discorso interessante e Kira decise di entrare in acqua un’altra volta. Si mise sulla schiena e guardò il cielo, lasciandosi portare dal mare. Si sentiva magnificamente.
Quando sentì la voce di Sammy che la chiamava dalla riva, quasi le dispiaceva uscire di nuovo dall’acqua. Lentamente camminarono di nuovo verso le loro sdraio. «Dove è il bellissimo “portatore di cocco”?», chiese a Samantha. «Ti riferisci a Miguel? Doveva tornare ad aiutare i genitori nel negozio di souvenir. Cosa ne pensi? Io penso sia un bravo ragazzo» «Probabilmente lo è, inoltre è proprio carino. Lo rivedrai?», chiese Kira. «Gli ho lasciato il mio numero di telefono, vediamo se mi chiama. Credo che mi piaccia». Non appena Sam lo disse, diventò effettivamente rossa. Il colore si abbinava perfettamente con il suo tankini color oro. Le due ragazze saltarono il pranzo e arono tutto il pomeriggio in spiaggia. Intorno alle cinque del pomeriggio si diressero verso l’albergo, per poter godersi una lunga doccia prima di andare a cena. Kira indossò per la sera il suo vestito estivo azzurro chiaro e con uno sguardo allo specchiò constatò che stava proprio bene con la leggera abbronzatura. Quando incontrò Sam sulla terrazza, scoppiarono a ridere perché anche Sam aveva optato per un vestito blu. Con un look da gemelle, entrarono nel ristorante, attirando sguardi rapiti da parte del personale maschile. Poiché non avevano mangiato niente dalla colazione, avevano una fame da lupi e attaccarono subito il buffet. Kira prese per ogni prelibatezza una piccola porzione e gustò tutto in pace. Sam non riusciva a decidersi, quindi decise anche lei di provare tutte le pietanze. «Mmm, i calamari sono la cosa più buona che io abbia mai mangiato. O no, prova l’insalata di mare… è una poesia, te lo dico io!» Andarono avanti così per tutto il tempo, Sammy commentava tutti i piatti che mangiava e Kira scoppiava a ridere per l’euforia. Ci volle un po’ prima che le due lasciassero il ristorante e nel frattempo si era fatto veramente buio. «Cosa facciamo stasera?», chiese Samantha. Kira ci pensò un po’ su e disse: «Sono così stanca che oggi niente e nessuno riuscirebbe a spostarmi. Vado a dormire tra poco. Tu?» Anche Sam decise di andare a letto, quindi le due amiche si augurarono una buona notte. Una volta in camera, Kira si preparò per andare a dormire e indossò la sua camicia da notte. Quando stava per chiudere le tende, il suo sguardo si fermò sulla luna che illuminava il giardino dell’albergo. L’immagine le sembrò così
bella che decise di sedersi ancora un pochino sulla terrazza. Nel minibar trovò vicino al Rum locale, Coca-Cola, acqua, birra e anche una bottiglia di Moscato e si versò un bicchiere per assaggiarlo. Dopodiché si sedette comodamente sulla terrazza accoccolata sui cuscini della sedia con un bicchiere di vino in mano. La candela nella lanterna emanava una luce gradevole. Era un piacere are il tempo così. Rapita, osservava il cielo stellato della notte caraibica e lasciava scorrere ancora una volta i pensieri della giornata e le sembrava di vivere un sogno. La stanchezza la portò presto a letto e appena prima di addormentarsi pensò: “Domani mi devo informare sulle escursioni. Voglio assolutamente vedere questo paese e le sue persone”. Poi si addormentò profondamente e trascorse la notte come un orso in letargo.
Un incontro inaspettato
La mattina seguente Kira venne svegliata dal canto del suo nuovo amico a due zampe. O forse era stato il rumoroso brontolio del suo stomaco? Non sapeva dire con certezza. Fresca come una rosa e in forma saltò fuori dal letto e aprì la porta della terrazza. La mattina presto aveva piovuto e l’aria sapeva di pulito e di fresco. Il giardino, con tutti i suoi fiori colorati e le sue piante verdi sembrava essere stato lavato e gli alberi e i cespugli erano ancora imperlati di goccioline. Anche il sole era già sveglio e splendeva nel cielo senza nuvole. C’erano tutti i presupposti per una giornata molto calda. Kira si concesse una doccia tiepida e si infilò un paio di jeans corti e un top verde mela. Graziosi sandali piatti di cuoio chiaro e una borsetta a tracolla con il suo portafogli e la macchina fotografica, completavano il suo chic outfit sportivo. Con cautela, Kira sbirciò sopra il muro che divideva la terrazza, per vedere se Sammy stesse dormendo ancora. Ma anche lei era già completamente vestita e stava parlando in spagnolo al suo cellulare. Fece segno a Kira, che sarebbe arrivata presto, quindi lei si mise ad aspettare l’amica pazientemente.
Mentre andavano a colazione Samantha le raccontò che Miguel l’aveva richiamata la sera prima e che avevano fatto una eggiata romantica in spiaggia. Orgogliosa mostrò a Kira un fine braccialetto d’argento con un piccolo ciondolo a forma di cuore, che Miguel le aveva regalato dopo il loro primo bacio. Purtroppo non voleva ammettere il numero esatto di baci che si erano scambiati o se fosse successo qualcosa di più. Lui era innamorato perso di lei e Sam bisbigliò qualcosa riguardo “l’amore a prima vista”. Kira era decisamente contenta per la sua amica e Sammy continuò a raccontare, che aveva trascorso tutta la mattinata al telefono con Miguel. Innamorata persa, Samantha non aveva perso l’appetito quella mattina ma Kira mangiò con gusto panini freschi, uova strapazzate con pancetta, salsicce e frutta fresca. Ramon, il cameriere tentò di nuovo la sua fortuna con Kira, ma lei lo salutò solamente con un sorriso. Sammy, che aveva sicuramente mangiato poco a colazione, riuscì a riempire il tempo parlando entusiasta del suo nuovo ragazzo. Una volta finita la colazione, si recarono entrambe nella hall e presero il libro di Nadine per guardarlo attentamente, in modo da potersi informare sulle possibili escursioni. Le due ragazze rimasero a bocca aperta per tutto quello che potevano fare: cavalcare in spiaggia, un safari con la jeep, un tour in kajak attraverso il parco nazionale Los Haitises, una visita all’isola Bacardi presso Cayo Levantado, un giardino botanico, shopping a Las Terrenas oppure rafting. Un’escursione in particolare risvegliò il loro un particolare interesse: whale watching a bordo di un cutter. «Wow, non sapevo che ci fossero balene qua!» disse Sam. Kira che nel frattempo aveva letto la descrizione, le spiegò: «Da metà gennaio svernano nella baia di Samanà le gigantesche megattere e qui danno alla luce i loro cuccioli. Cosa ne pensi? Io vorrei vedere almeno una volta dal vivo questi giganteschi mammiferi marini, se no si vedono solo in televisione. Ci stai?» «Chiaro! Questa non me la voglio perdere. Forza, andiamo a cercare Nadine. Magari siamo fortunate e riusciamo a partecipare già oggi». Ed ebbero fortuna! Il piccolo autobus era già pronto per la partenza in direzione di Samanà. Dato che Kira poteva partecipare gratuitamente e portare con sé un’altra persona, non ci furono problemi ed entrambe salirono velocemente sul pullman in attesa. Con un grande «Ciao!» Kira e Sam furono salutate dai compagni di viaggio e Kira riconobbe quasi tutte le persone che erano state all’incontro del giorno prima. Durante il viaggio da Las Galeras fino a Samanà c’era molto da vedere e tutti erano schiacciati con il naso al finestrino. La strada scorreva parallela all’oceano
Atlantico e questo offrì loro la possibilità di scorgere paesaggi spettacolari con mare spumoso che si infrangeva su rocce scoscese che a loro volta si ergevano su spiagge bellissime quasi disabitate. Al ciglio della strada pascolavano asini e capre, che contribuirono a mettere di buon’umore i eggeri dell’autobus. Seppure il viaggio durò un po’ più di un’ora, fu divertente e l’umore migliorò pian piano che ci si avvicinava alla meta. Sorata una montagna a gran velocità, improvvisamente a sinistra si diradarono gli alberi e si poté scorgere perfettamente la baia e la città Santa Barbara de Samanà. Una donna di mezza età disse quello che tutti stavano già pensando «Che bellezza!». Il bus raggiunse alla fine l’attracco della barca che avrebbero utilizzato per l’escursione e tutti scesero dall’autobus. Una volta all’aperto, i turisti furono sommersi da un’ondata di calore improvvisa. Sul pullman l’aria di condizionata aveva reso il viaggio piacevole e tutti erano contenti di poter aspettare gli altri escursionisti all’ombra degli alberi. Kira e Samantha sfruttarono il tempo per guardarsi bene intorno e per fare qualche bella foto con la macchina fotografica e il cellulare. «Guarda quel ponte che si collega con quella piccola isola, ando sopra il mare! Pensi che si possa camminarci sopra?», chiese Kira mentre scattava un paio di foto con il cellulare. «Si, il ponte si può attraversare e se oggi fai la brava, ti invito a farlo con me». La risposta giunse da una voce profonda e maschile, dritta nelle loro orecchie. Kira si girò e cadde direttamente nelle braccia forti di Martin. «Ciao Kira. Sono molto contento di rivederti. Con la tua scottatura in viso sei molto dolce». Kira si liberò dalla sua presa e diventò rossissima in viso. Sammy ridacchiò. «Cosa… cosa fai tu qua? Hai prenotato anche tu l’escursione con le balene?». Dopo lo shock iniziale dovuto all’ improvvisa e inaspettata apparizione, Kira si riprese. «No, mi corazon, io sono il responsabile per questa gita, sono la cosiddetta “guia”». Anche Sammy si immischiò: «Kira non mi vuoi presentare il tuo ragazzo?» «Eh? Non è il mio ragazzo!», si oppose Kira. «No, la signorina mi ha messo duramente a tappeto sull’aereo e non ha ritenuto necessario scusarsi neanche una volta, come si conviene. Ma non fa niente, io sono Martin, la guida della vostra escursione di oggi». Samantha aveva uno sguardo confuso, ma era sicura che Kira le avrebbe spiegato tutto.
Così improvvisamente come era apparso, Martin scomparve di nuovo. «Sam, di un po’, cosa significa “mi corazon”?» «Cuore mio» ripose l’interrogata e Kira ridiventò rossa in viso. «Non mi vuoi spiegare cos’è successo? E soprattutto chi è questo Casanova?». Per fortuna i primi turisti stavano salendo a bordo del vecchio peschereccio, così Kira riuscì a scampare la domanda, per il momento. La salita a bordo procedette senza intoppi e quindi si avventurarono ben presto in mare aperto. Non appena la gita in barca ebbe inizio, Martin salutò gli ospiti a bordo e spiegò dove si trovavano i salvagenti e il resto dell’attrezzatura in caso di necessità. In modo divertente fornì alcuni dettagli sulla barca e distribuì pastiglie per il mal di mare per le persone, che ne avevano bisogno. Sam lo trovò molto divertente e ridacchiò a singhiozzi. Per questo si meritò uno sguardo severo da parte di Martin. Lui non aveva più posto attenzione a Kira dopo l’incontro precedente. Una donna molto giovane con un immenso decolté e gambe lunghissime continuava a gironzolare intorno a Martin, inviandogli sguardi languidi. Martin sembrava gradire e Kira se la prese tremendamente. Subito dopo si arrabbiò terribilmente con se stessa per essersela presa e pensò “Chi se ne frega di quello che fa, non mi lascio rovinare la gita da lui”. Dentro di sé ammise però che era dannatamente bello. Doveva essere stato dal parrucchiere, i suoi capelli ricci castano chiaro erano tagliati perfettamente alla moda e si erano schiariti per via del sole. Indossava una polo blu elettrico con il logo dell’agenzia che organizzava l’escurzione e un paio di pantaloni beige con dei tasconi laterali che lo facevano apparire estremamente sexy. Kira girò velocemente lo sguardo e deglutì. La barca scivolava velocemente sull’acqua tranquilla del mare e durante il viaggio poterono vedere altri turisti che andavano alla ricerca delle balene. Dopo un po’ di tempo Martin cominciò a dare notizie riguardanti i soggetti, che erano lo scopo del viaggio, cioè le megattere e tutti i turisti ascoltavano con attenzione. Questi enormi mammiferi affrontavano un viaggio lunghissimo, dalle acque artiche fino alla baia di Samanà, per mettere al mondo nelle acque calde dell’Atlantico i loro cuccioli. Le balene tornano sempre nel posto dove sono nate e possono essere identificate grazie alla loro pinna che è diversa per ogni esemplare. Un ragazzino interruppe l’interessante spiegazione perché voleva sapere dove si potevano vedere questi pesci. Martin gli spiegò in modo molto semplice, che le
balene non sono pesci ma mammiferi. Negli zoo o negli acquari si possono vedere questi giganti buoni in ogni momento, ma lì, in mare aperto, bisognava armarsi di molta pazienza qualche volta per vedere un esemplare o forse di più, di megattera. Quasi a comando un uomo urlò: «Là, là in fondo ce n’è una!» e tutti si spostarono sul lato sinistro della barca, per vedere. Martin però smentì, deludendo un po’ la ciurma radunata: «Quello è solo un pezzo di palma. Ma se osservate con attenzione la superficie del mare, potrete vedere un getto d’acqua, simile a una fontana, quando le balene emergono soffiando l’aria». Kira tirò una gomitata a Samantha e bisbigliò: «Guarda quell’ombra… è una balena?» Sam accese la sua macchina fotografica e guardava eccitata la superficie dell’acqua. All’improvviso saltò fuori dall’acqua qualche metro più là dalla barca un essere gigante bianco e nero, rimase qualche secondo visibile, prima di rimmergersi. Tutti a bordo erano elettrizzati e si creò confusione per l’eccitamento. La loro pazienza era stata ripagata abbondantemente e tutti scattavano fotografie o facevano video a quegli animali giganti. A una certa distanza dalla barca sguazzavano una balena con il suo cucciolo, che per respirare emergeva in superficie molto spesso. Un po’ più lontano saltò fuori dall’acqua di nuovo un’altra balena e l’entusiasmo non conobbe più limiti. Kira ammirava lo spettacolo con timore reverenziale: non si era mai immaginata che le balene potessero essere così grandi. «Ti piace?» chiese una voce bassa dietro di lei e Kira si girò e riuscì a mostrare a Martin un sorriso a trentadue denti. Le spostò attentamente una ciocca dal viso, i suoi capelli erano completamente arruffati per via del vento, e ò teneramente un suo dito sulla guancia. Nonostante il caldo, un brivido corse lungo la schiena di Kira e lei si rigirò bruscamente. Dopo aver osservato lo spettacolo delle balene per un po’, il capitano girò la barca e presero la via del rientro. Martin spiegò il motivo: «Per non disturbare troppo le balene, solo una barca per volta può rimanere nei paraggi, poi deve lasciare il posto a un’altra barca. Nessuno si vuole perdere questo spettacolo». Dopo aver guardato l’orologio, Kira sorpresa, si rese conto che erano in viaggio già da due ore. Diede a Sammy la sua borsetta e andò a fare una puntata in bagno. Quando tornò indietro, erano tutti in preda all’eccitazione. Un gruppo di delfini giocherelloni seguiva la barca. Martin disse che avevano avuto tanta fortuna quel giorno: avevano visto una balena con il suo cucciolo, le loro acrobazie e in più anche i delfini. Non sono cose che capitano tutti i giorni. Poco dopo attraccarono e il gruppo scese dalla barca. Martin era impegnato con
la sua Lolita dalle gambe lunghe e alzò solo una mano in segno di saluto. Kira sentì di nuovo la rabbia crescerle dentro e pensò: “Questo è quanto! Non lo rivedrò mai più”. Dentro si sentiva stranamente triste. Per fortuna Sammy non se ne accorse, Kira non sarebbe riuscita a spiegarle cosa le stesse succedendo e in ogni caso non voleva parlarne. I vacanzieri salirono sull’autobus che li stava già aspettando e fecero ritorno in albergo. Il viaggio filò liscio, tutti stavano rivivendo nella loro mente i momenti ati con i giganti del mare. Kira voleva mostrare le foto fatte con il suo cellulare a Sam e si mise a cercare la sua borsa. Dopo un momento esclamò: «Dannazione, credo di aver dimenticato la mia borsa sulla barca! O l’hai vista da qualche parte Samantha?». Samantha fece cenno di no e calmò Kira, dicendole che la sua borsa non era persa e che avrebbero parlato con Nadine non appena arrivate in albergo. Kira si calmò e una volta trovata Nadine al “Paradiso”, promise di occuparsene presto lei. Il gruppo arrivò un po’ in ritardo e quindi tutto si diressero subito verso il ristorante per mangiare. Dopotutto se lo erano meritato. Le ore in mare avevano fatto venire fame. Kira e Sam mangiarono in pace e alla fine erano piene come un uovo. Avevano trangugiato una zuppa di spinaci con scampi, filetto di pangasio al cocco accompagnato da riso e insalata e diversi dessert. Con la pancia piena e un po’ stanche, decisero di fare la siesta e di incontrarsi più tardi. Kira si infilò sotto la doccia e si sdraiò con la pancia in su sul letto. Si doveva essere addormentata perché quando riaprì gli occhi erano ate due ore. Adesso si sentiva di nuovo in forma ed era pronta per l’avventura successiva. Sam le bussò alla porta e avanzava già proposte su come are il pomeriggio. A Sammy mancava già il suo nuovo ragazzo Miguel e convinse Kira ad accompagnarla a fargli visita nel negozio di souvenir. Samantha tornò in camera sua: voleva farsi veramente bella mentre Kira si mise dei nuovi vestiti.
Serata infuocata
Prima di partire in direzione Las Galeras, le due ragazze cambiarono un po’ di euro in peso dominicani alla reception. Nel caso avessero trovato un’agenzia di cambio, avrebbero cambiato più soldi. Erano sicure che il tasso di cambio applicato in albergo non fosse del tutto attuale o particolarmente favorevole. Una volta arrivate sul lungo mare, camminarono in direzione del centro di Las Galeras. Messa sotto pressione costante da Samantha, Kira le raccontò la storia di come lei e Martin si erano conosciuti. Sam non poté trattenere le risate e disse in modo laconico: «Ne sei innamorata». Kira non seppe cosa rispondere e scosse la testa con forza, con la sua coda di cavallo bionda. Sam sembrava scettica e mormorò tra sé: «Perché te la prendi così tanto?» ma per fortuna Kira non la sentì. Dopo che si erano lasciate alle spalle la spiaggia dell’albergo e si avvicinavano sempre di più al paese, si imbatterono in piccole bancarelle che vendevano diversi souvenir. Un commerciante vendeva dipinti realizzati da un artista locale. Kira osservava affascinata le opere d’arte piene di colori allegri e decise che prima o poi avrebbe dovuto comprare assolutamente un dipinto da appendere nel suo piccolo soggiorno. Sam si era avvicinata a un ragazzo che vendeva cd e dvd. «Guarda Kira, ha i cd degli “Aventura”! Devo comprarne per forza qualcuno». Poi spiegò a Kira: «Mio padre è un grandissimo fan di questo gruppo. Anche negli Stati Uniti gli “Aventura” sono famosissimi. Per quanto ne so, avevano suonato addirittura ad un concerto davanti a Barack Obama alla Casa Bianca. Fantastico, vero?». Davanti a tutto quell’interesse verso i suoi prodotti, il venditore fiutò un grande affare, ma Sam gli disse che avrebbe comprato un’altra volta. Il punto di partenza del Qua-Qua Pùblica (piccoli autobus a buon mercato che seguono un percorso preciso e che gli abitanti del luogo utilizzano come mezzo di trasporto per tratte lunghe) brulicava per la maggior parte di uomini di ogni età e Sam e Kira ricevettero una quantità incredibile di complimenti e proposte di matrimonio. Ridendo, continuavano a camminare. Dopo aver guardato un paio di bancarelle e vetrine, trovarono il negozio di souvenir dei genitori di Miguel. All’esterno vendevano anche lì dipinti di pieni colori. Le due ragazze entrarono nel negozio e Sam si guardò intorno con il cuore che le batteva forte. A Miguel, che sbucò in quel preciso momento da dietro il bancone, gli occhi diventarono enormi ed esclamò: «Mi amor!». Corse verso Sammy, la abbracciò e le coprì il
viso di baci. Kira si sentì pervadere all’invidia e si concentrò sulla merce in vendita. In una vetrinetta erano esposti dei gioielli e lei osservava i pezzi lavorati finemente. Miguel, con Samantha sotto braccio, si avvicinò a Kira e le spiegò i diversi materiali di cui erano fatti. Sam tradusse per Kira: «Queste belle pietre di un azzurro turchese chiaro sono Larimar. Questa pietra dura si trova solo nella Repubblica Dominicana. Si dice che porti fortuna quando un uomo la doni alla sua prediletta. Di fianco, quella pietra luminosa dalle sfumature che andavano dal giallo al marrone è ambra. Questi gioielli invece, con l’incastonatura rosata sono realizzate con pezzettini di conchiglie». Le due ragazze si guardarono intorno attentamente nel negozio ben assortito e trovarono alcuni oggetti degni di essere comprati. Miguel le accompagnò di fuori, dove c’erano delle sedie raggruppare all’ombra di un ampio albero e servì loro il tipico caffè dominicano, in tazze piccolissime. In più portò un dolce chiamato “Dulce de leche”, dolce di latte. Raccontò che i suoi genitori erano andati a Santo Domingo o La capital, come ancora oggi viene chiamata la capitale della penisola e che si occupava da solo del negozio. Kira sorseggiò il suo caffè bollente, dolcissimo e forte e succhiò un po’ del cremoso Dulce de Leche caramellato. Il suo sguardo si posò sulla chioma dell’albero. Le sembrava di averlo già visto. Dopo un paio di minuti le venne in mente, che aveva nel suo soggiorno un esemplare più piccolo di quella specie, e che si chiamava “Ficus Benjamin” e vivacchiava tristemente. In quel momento si ricordò di non aver chiesto a Babsi di dar da bere alle sue piante. E poi si sentì colpevole per non aver pensato neanche una volta a Babsi, Lizzy o sua madre. “Con tutte queste novità non mi stupisco di non aver pensato a casa. Mi manca semplicemente il tempo” si consolò. Miguel tornò nel negozio per servire nuovi clienti e Sam propose di tornare in albergo. Naturalmente, non senza aver prima salutato il suo amore. Miguel fece cenno con una mano sul bordo della strada e una moto si fermò vicino a lui. Parlò brevemente con l’autista e poi con Sammy. «Questa è un “motoconcho”, simile a un taxi». Miguel disse che la strada fino a casa era troppo lunga per farla a piedi e che aveva già pagato il concho. «Cosa? Dobbiamo salire in tre su una moto?» chiese Kira spaventata. Ma Sam fece un gesto con la mano e disse: «Siamo nella Repubblica Dominicana, qui è tutto un po’ diverso». Kira montò su e dimenticò presto le sue paure iniziali quando vide come l’uomo guidava bene la moto. Non era neppure scomodo, dato che c’era un terzo appoggia piedi.
A cena si sedettero allo stesso tavolo con Heidrun, Micha, Katrin e Thomas. Due giovani coppie, amiche di Sam già da tanto tempo. Ne risultò che qualcuno propose di andare a fare un giro alla discoteca dell’albergo e così si misero d’accordo per incontrarsi più tardi in serata. Dopo la doccia Kira, coperta solo da un asciugamano allacciata sul petto, si stava asciugando i capelli, quando bussarono alla porta. Kira, pensando che fosse Sammy, disse: «Entra pure, la porta è aperta!». Quando il phon smise di funzionare all’improvviso, si guardò allo specchio e i suoi occhi si incontrarono con un paio incredibilmente blu fiordaliso: Martin. Per lo spavento lasciò cadere il phon e tenne stretto l’asciugamano, che già era scivolato un poco, sopra il seno. Martin la studiò lentamente da capo a piedi e il suo sguardo si soffermò in particolare sulle gambe magre, già leggermente abbronzate. Lui le sorrise in modo eloquente. Senza dire alcuna parola, le porse la borsa che aveva perso. Kira trovò di nuovo le parole e chiese con voce stridula: «L’hai trovata sulla barca?». Lui fece cenno di si, appoggiò la borsa sul tavolo e disse «A più tardi». Poi scomparve. A Kira quasi cedettero le gambe, dovette sedersi e fare un respiro profondo. Poco dopo comparve Samantha e chiese: «Hai visto un fantasma o qualcosa del genere? Sembri aver bisogno di un bicchierino». Prese Coca-Cola e Rum dal minibar e mischiò due Cuba Libre. Ne mise uno in mano all’amica. Kira svuotò in fretta il suo bicchiere e subito dopo le tornò colore in viso. Sammy che aveva trovato nel frattempo la borsa sul tavolo, mise insieme i pezzi e sorrise consapevole. «Ho parlato al telefono con Miguel, viene anche lui. Forza ragazza, vestiti, gli altri ci aspettano già di sicuro». Kira andò in bagno ubbidiente e si vestì. Per l’uscita in discoteca, indossò un top nero allacciato dietro al collo con tanti brillantini sul decolté e una gonna a pieghe lunga fino al ginocchio. Una morbida cintura di pelle color rosso fragola dava colore al tutto, legata intorno al suo vitino da vespa. E come tocco finale indossò un paio di scarpe rosse come la cintura, aperte dietro e con il tacco. Sammy era vestita con un abito corto di pizzo color champagne e sembrava una graziosa fata. Lasciarono velocemente la stanza e incontrarono nella hall dell’albergo le altre coppie che stavano aspettando loro. Un sentiero intricato attraverso il giardino dell’albergo, portava alla discoteca, che era stata costruita in una parte un po’ distante. In tipico stile caraibico, la discoteca era metà all’aperto e con un tetto
fatto di rami di palma. Il bar e gli sgabelli in legno di bambù, comodi divani di rattan e sedie a dondolo creavano nell’insieme un effetto pieno di stile. Le decorazioni fatte di foglie di palma, fiori di orchidee e composizioni di candele ottenute da noci di cocco svuotate, erano la ciliegina sulla torta. La musica, che proveniva da casse nascoste, sottolineava il sapore caraibico. A quell’ora non c’era ancora molto in ballo e riuscirono a trovare posti liberi dove poterono sedersi tutti. Una giovane cameriera portò i cocktail e quelli un po’ più giovani, la studiarono attentamente. Kira non riusciva a decidersi e continuava a girare le pagine a destra e a sinistra. «Cosa ne pensi di un Sex on the beach?» chiese una voce direttamente nel suo orecchio destro e Kira rise lusingata. Quando tutti gli altri risero, si accorse che si trattava solo della scelta del cocktail e si girò adirata pensando “Oh no, non ancora questo arrogante Martin!” ma invece si trovò a fissare piena di rabbia un paio di occhi molto scuri. «Sei molto dolce quando ti arrabbi» sussurrò lui con un sorriso e si sedette nella sedia a dondolo ancora libera di fronte a lei. La cameriera tornò al tavolo e Kira ordinò apposta un cocktail a base di vino rosso. Il dj mise una bachata e la pista da ballo si riempì. Anche Heidrund e Micha andarono a ballare. Mentre Thomas raccontava le avventure della giornata, Kira osservava bene come le coppie si muovevano a ritmo della canzone. Aveva seguito un corso di ballo, ma la bachata le era del tutto nuova. Martin seguì il suo sguardo e le spiegò: «A dire il vero è molto facile e simile al disco fox, bisogna aggiungere solo un o in più. Proviamo?». Kira che non aveva assolutamente voglia di stare corpo a corpo con quell’uomo impertinente, rifiutò bruscamente. Martin scrollò le spalle e andò invece a ballare con Samantha. Dalla noia bevve tutto il suo drink e ordinò subito il bis. Martin la guardò e lei fece finta di cercare qualcosa nella borsa. Per questo motivo, non si rese conto del giovane dominicano che si avvicinava quatto quatto. Inginocchiato davanti a lei le porse un ramo di orchidea con fiori violetti. Con un tedesco scarso e chiaro accento spagnolo disse a Kira: «Un bel fiore per la donna più bella che io abbia mai visto. Ballate con me! Per favore! Se no mi si spezza il cuore». Fissava Kira con grossi occhi scuri e uno sguardo ingenuo e lei si lasciò accompagnare sulla pista da ballo. Gentilmente le mise le braccia intorno al bacino e la fece ballare a ritmo di musica. Merito dell’alcol o del ballerino? In ogni caso Kira si sentiva leggera e veloce, i i della bachata non le creavano alcun problema. Mentre ballavano, Carlos le disse che lavorava come animatore al “Paradiso”, aveva 28
anni, originario di San Pedro de Marcoris e che voleva assolutamente conoscerla meglio. Inoltre la sommerse di complimenti. Kira che ascoltava affascinata il suono melodico della sua voce, constatò che Carlos, non solo sapeva ballare benissimo, era affascinante e divertente ma era anche bello e profumava di buono. Quando fecero una pausa, si lasciò guidare da lui al bar e le ordinò il cocktail speciale del Paradiso. Martin e Sammy che erano già tornati da un po’ al tavolo, guardavano preoccupati Kira e Martin corrugò la fronte infastidito. Kira non si accorse di niente, era troppo presa dal flirt con Carlos. Presto apparve Miguel e Samantha ebbe solo occhi per lui. Kira ballò tutta la notte con Carlos e si sentì veramente bene. Quando era stata l’ultima volta che un uomo attraente e affascinante le aveva regalato tante emozioni ed era stato così carino con lei? Kira non riusciva a ricordarselo. Durante una canzone romantica, Carlos le baciò dolcemente le mani e gliele spostò intorno al suo collo. Le mani di lui scivolarono sulla schiena di Kira e l’accarezzavano e lei si godeva tutte quelle tenerezze. Carlos le tolse il fermaglio dai capelli e come una tenda d’oro, le ricaddero i capelli come onde spumose sulle spalle. Carlos le baciò i capelli e il collo. Poi le sussurrò ardentemente: «Kira, io ti voglio, sono completamente pazzo di te». Martin, che aveva visto tutta la scena, saltò su dalla sedia a dondolo e senza salutare nessuno se ne andò. Le tre coppiette lo guardarono con tanto d’occhi e Thomas disse: «O stava male oppure è giusto un attimino geloso». L’alcol fece effetto su Kira e si sentì intontita e stanca. Voleva solo andare a letto e Carlos insistette nell’accompagnarla fino in camera sua. Sammy preferiva essere accompagnarla di persona, ma Carlos non cedette. Fuori, all’aria fresca della notte, Kira si sentì meglio e la nebbia nella sua testa si dissolse. Carlos la teneva saldamente tra le braccia e l’accompagnò fino alla porta della camera. Una volta là, l’abbracciò e la baciò. Il bacio cominciò piano e dolcemente e Kira rispose. Carlos la baciò poi ionale e accarezzò la sua schiena, le braccia, il collo mentre le sue dita percorrevano la rotondità del suo seno. Kira fu percorsa da un brivido e si spinse con tutto il corpo contro di lui. Brutalmente Carlos smise di baciarla e la spostò dolcemente. «Mi amor, io sono completamente pazzo di te, ma tu hai bevuto un po’ troppo e non voglio, che tu domani possa rimpiangere qualcosa. Vai a dormire, ci vediamo a colazione».
Kira, sentitasi respinta, avrebbe voluto risponder in modo sfacciato, ma la sua testa era vuota e si arrese al suo destino. Carlos aspettò fino a che la luce fu spenta e con un sospiro si avviò verso il suo alloggio.
Post-sbornia
La mattina seguente pioveva e il cielo sopra il paradiso era pieno di nuvole spesse. Kira, che aveva la testa che le martellava, si tirò la coperta fino sopra la testa e non avrebbe voluto più lasciare quel letto così accogliente. Senza far rumore, Samantha entrò nella sua camera. Avendo intuito lo stato in cui avrebbe trovato la sua amica, aveva portato un’aspirina con sé. Con attenzione tirò le coperte e sorrise incoraggiante. Aveva preso una bottiglia d’acqua dal minibar e diede a Kira la pastiglia. In silenzio si sedette sul bordo del letto e aspettò che la vittima dell’alcol si sentisse un po’ meglio. Dopo un po’ Kira sgusciò dal letto e prima che Sam potesse sparare la sua raffica di domande, si rifugiò in bagno. Dopo essersi lavata ed essersi avvolta in un asciugamano morbido, Kira uscì dal bagno e non aveva più l’aspetto distrutto di un quarto d’ora prima. «Quindi?» chiese Sam. «Quindi cosa?» rispose Kira, che sapeva benissimo cosa Sammy sperava di sapere. Sam decise di lasciarla stare per il momento e propose: «Adesso ti vesti comoda e ti porto a colazione. Dopo un buon caffè e una colazione post-sbornia vedrai il mondo di nuovo bello». Kira si mostrò d’accordo e l’amica uscì. Dopo un po’ di tempo che erano sedute davanti a una tazza di caffè, arrivò Carlos al loro tavolo con un sorriso da ebete. Offrì a Kira su un vassoio un drink sconosciuto e una rosa rosso scuro. Salutò Kira con un accenno d’inchino e baciò Kira sulla fronte. «Come stai stella marina? Ti ho portato un bicchiere medicinale. Bevi, anche se non sa di buono. Giuro che in cinque minuti ti sentirai come nuova. E la ricetta segreta della mia bisnonna e mi ha aiutato già in parecchie occasioni». Era acido, amaro e salato allo stesso tempo. Impossibile capire da quali ingredienti era composto. Carlos pretese che lei bevesse tutto e
Kira deglutì coraggiosamente il resto di quel liquido. Carlos fece un cenno di soddisfazione e spiegò che purtroppo doveva andare alle prove dello spettacolo e che tutto il giorno non aveva tempo per stare con Kira. «Mi estrella de mar, mi linda estrella, stasera sono tutto per te. Goditi la giornata. Ti saprò trovare». Baciò Kira ancora una volta sulla fronte e salutò Sam. Poi sparì. «Però! Si impegna eh!» constatò Samantha. Tempestò Kira di domande a lungo, e a Kira non rimase che raccontare tutto nei minimi dettagli. Tra l’altro la bevanda aveva avuto un effetto miracoloso e Kira aveva una fame incredibile. Quando entrambe furono di nuovo sedute comode al tavolo con i piatti pieni di leccornie, Sammy non poté più trattenere il suo commento: «Quindi è un animatore.. quelli sono tutti dei Casanova. Hanno solo in mente di conquistare più donne possibili. In Turchia per esempio ci sono scommesse tutti gli anni, su chi sarà il miglior conquistatore e si vantano ovunque delle loro prede. Questo lo so di persona. È meglio che tu lo lasci in pace, prima che ti spezzi il cuore. O ha già…?» Sammy, spaventata, guardò la sua amica. Kira rispose con una voce piagnucolosa: «No! Per niente! Io avrei voluto, ma lui mi ha semplicemente spedito a letto». «Hai avuto veramente fortuna!». Sollevata, Samantha morse un altro panino. Kira si chiese se avesse avuto veramente fortuna, ma non trovò una risposta ai suoi pensieri, perché Sam fece un sospirone. «A te va tutto bene. Perché fai quella faccia triste?» chiese Kira, che adesso voleva sapere la sua storia. «Questo è un dilemma. Miguel ed io. Potrebbe essere vero amore, ma in dieci giorni torno a casa e poi? Cosa dovremmo fare?». «Relazione a distanza» rispose Kira diretta. «Non sono fatta per queste cose. Se sono innamorata, voglio are tutti i minuti liberi che ho con il mio amore. Una relazione a distanza mi farebbe impazzire. Miguel mi ha già proposto più volte di vivere qua con lui. Ma cosa ne sarebbe della mia vita in Germania? Il mio lavoro, le mie amiche, la mia famiglia e il mio gatto Minka?». Prima che Sammy, presa dalla confusione si potesse mettere a piangere, Kira l’abbracciò e la consolò: «Sammy, non piangere! Ascolta, sei qua solo da un paio di giorni e hai ancora più di una settimana davanti a te. In questo tempo troverai sicuramente una soluzione al tuo problema. Io ti aiuterò, sicuramente ci verrà in mente qualcosa». Mente Kira pronunciava queste parole, fu la prima a non crederci davvero. Ma Miguel avrebbe trovato sicuramente una soluzione. Non appena Samantha si fu tranquillizzata un po’, le due ragazze lasciarono il ristorante. Per un miracolo il sole splendeva caldo, in un cielo sgombro da nuvole. Il signor Ramirez, che lesse la loro meraviglia dipinta in viso, rise e
disse: «La Repubblica Dominicana è così. Dove c’erano poco fa nuvole grigie, splene il momento dopo il sole! È come la vita: una volta è cupa e minacciosa, ma c’è sempre la luce in fondo al tunnel». Le due arono il resto della mattinata in piscina. Si sdraiarono pigramente sui lettini e quando faceva troppo caldo, saltavano in piscina, nell’acqua fresca. Il cameriere che le serviva si chiamava Manuel e continuava a rifornirle di buonissimi drink pieni di vitamine, fatti con frutta del posto e latte di cocco, naturalmente analcolici. Avrebbe flirtato volentieri con le due ragazze, ma loro non erano proprio in vena. Sam si era immersa nella lettura di un libro, mentre Kira provava a scrivere le prime frasi dell’articolo che doveva scrivere sul viaggio. Continuava ad appallottolare la pagina appena scritta e poco a poco si formò una montagna di carta. «Lascia stare! Se non ti viene in mente niente di intelligente, non è colpa della carta! Pensaci su.. tranquilo è la parola magica». La punzecchiò Samantha. «Forse hai ragione. Facciamo che scrivo la prossima volta che piove» sorrise Kira. Thomas e Katrin arrivarono in piscina e il tempo ò velocemente grazie a Thomas che dava il meglio di sé con battute divertenti. Più tardi si aggiunsero anche Heidrun e Micha e mostrarono le foto che avevano fatto con la loro macchina fotografica. Erano soprattutto scatti che ritraevano la natura e Kira si meravigliò della bellezza dei colibrì, farfalle e fiori preziosi. Foto di ogni tipo di semplici capanne insieme ai loro inquilini, pescherecci con la loro pesca e anche la frenesia al mercato. C’erano anche foto della gita con le balene e Kira vide un Martin sorridente con i capelli arruffati dal vento. Si accorse di aver fissato il display della macchina fotografica più a lungo del necessario e la diede velocemente indietro. In quel momento le venne l’idea di scattare foto, in questo modo avrebbe potuto farcire il suo articolo sul viaggio. Micha aveva ordinato per tutti un giro di spumante al bar e quando Miguel lo portò disse: «Oggi è il compleanno della mia Heidrun e anche se lei odia i compleanni, mi sembra un ottimo motivo per brindare». La notizia venne accolta con un coro di approvazione e tutti fecero gli auguri ad Heidrun, che era visibilmente imbarazzata. Quando Heidrun e Samantha andarono al bagno, Micha svelò: «Ho prenotato una romantica cena a lume di candela per stasera e vorrei invitare anche voi. Miguel pure. Ma deve essere una sorpresa e Heidrun non deve scoprire assolutamente niente». La proposta fu accolta con entusiasmo e quando le due ragazze tornarono indietro, sorridevano tutti compiaciuti.
Piano piano si avvicinava mezzogiorno e la compagnia si sciolse per andare a lavarsi prima del pranzo. Kira svelò il segreto a Sam e lei lo trovò super dolce e romanticissimo. Le due decisero su due piedi di andare al pomeriggio in paese per comprare un piccolo regalo per Heidrun. Già durante il pranzo iniziarono a pensare cosa potesse piacerle. Samantha voleva comprare un cd con le canzoni di bachata, hit del momento mentre Kira era più propensa a qualcosa di artistico. Il venditore di cd fu molto contento, che le due belle ragazze questa volta avessero deciso di comprare e consigliò Sammy nella scelta del cd per Heidrun in modo molto professionale. Avendo l’occasione, Sam cercò per se tre cd degli Aventura e due con il tipico ritmo dominicano. Anche Kira si lasciò contagiare dallo shopping pazzo e comprò per sé stessa un cd di musica autoctona, bachata e merengue. Organizzarono naturalmente anche una visita al negozio di Miguel e Kira trovò come regalo per Heidrun, che aveva la ione per la cucina un mortaio intagliato nel legno e un vassoio di platano con lo stesso motivo. Kira non sapeva bene a cosa servivano ma Miguel glielo spiegò subito. Sam trovò il tutto molto divertente, perché Heidrun non avrebbe trovato in Germana quasi nessuna banana da cucinare o ricette per prepararla. Ma Kira pensò che erano perfette come decorazione e comprò tutti e due. Sam svelò il grande segreto della serata a Miguel mentre Kira guardava ancora i vari gioielli. Le piaceva in particolare una collana bellissima, il ciondolo era in larimar incastonato nell’argento e aveva la forma di una stella marina. Rise quando le venne in mente che Carlos la chiamava “stella marina”. Uno sguardo al prezzo e capì che non se la poteva permettere. Le ragazze salutarono Miguel e continuarono a camminare a Las Galeras. In una strada secondaria Sammy trovò una bella casetta con fuori un grosso cartello “affittasi” e un numero di telefono. Chiamò subito, solo per sapere a quanto costava un affitto là. Si scoprì che la proprietaria era una gentile svizzera e si offrì di essere sul posto in cinque minuti per mostrare la casa. La signora, già un po’ anziana, si si chiamava Uschi ed era visibilmente felice di mostrare la casa alle due amiche. Si trovava in mezzo a un giardino ben curato pieno di piante bellissime. A Sammy piacque in particolare il barbecue cinto da un muro con uno spazio per mangiare. Una tettoia in rami di palma, ricoperta da luminosi fiori di buganvillea viola scuro, proteggeva dal sole e dalla pioggia. La casa aveva due camere da letto con i rispettivi bagni, una cucina abitabile spaziosa e
il soggiorno. L’ambiente era stato arredato con mobili chiari di un materiale delicato. Il tutto lo rendeva molto accogliente. Sam era completamente entusiasta, ma una volta venuta a conoscenza del prezzo tornò ben presto con i piedi per terra. arono un po’ di tempo con Uschi e scoprirono che lei abitava a Las Galeras già da 17 anni e che non avrebbe voluto vivere in nessun altro posto al mondo. Dopo essersi salutate cordialmente, Kira e Sammy ripreso la via dell’albergo. Sam pensò ad alta voce: «Quindi, se voglio vivere qua, ho bisogno per forza di un lavoro. Non voglio dipendere da Miguel, voglio guadagnarmi i miei soldi. Non ho nessuna idea di come sia qua il mercato del lavoro e quali condizioni bisogna soddisfare. Mi serve un permesso di lavoro? Permesso di soggiorno? Che lavoro potrei poi fare? Stasera sommergerò di domande Miguel. Devo sfruttare il tempo in cui sono ancora qua per raccogliere informazioni». Kira le diede ragione e decise di chiedere anche a Carlos quando l’avrebbe rivisito. Voleva assolutamente aiutare Sammy, come promesso. Sentirono un rumore di freni vicino a loro. Un mezzo a tre ruote, simile a un risciò indiano, si era fermato e l’autista offrì il suo servizio. Divertite per il simpatico mezzo di trasporto, le due ragazze accettarono l’offerta e si lasciarono portare fino al “Paradiso”. «Ci vediamo alle 18:30 alla reception con gli altri. Miguel arriva verso le 18 e poi ti iamo a prendere. Sono molto curiosa per la cena. Sarà sicuramente romanticissima» disse Sam. Kira rispose: «Sì! Non vedo già l’ora. Heidrun è veramente fortunata con il suo Micha. Quale uomo è così romantico e organizza una sorpresa come una cena a lume di candela per il suo amore?». «Devo chiedere a Micha, se per caso non ha un fratello…» rifletté Kira a voce alta in tono serio e Samantha scoppiò a ridere e continuò a farlo fino a che fu in camera sua.
Cielo stellato su Samanà
Puntuali, gli amici si trovarono alla reception dell’albergo. Come scusa per non far insospettire Heidrun, le avevano raccontato che il manager dell’albergo offriva per i turisti interessati, camminate notturne e che loro avevano voglia di partecipare. Il signor Ramirez recitò bene la sua parte e li condusse fuori.
Camminarono su sentieri a loro fino ad allora sconosciuti attraverso il parco dell’albergo. Dopo circa dieci minuti di cammino, la loro guida si fermò e ordinò alle donne di andare avanti con gli occhi bendati. Chiaramente solo Heidrun ricevette un foulard di seta, che legò intorno alla testa. Micha la prese per un braccio e la condusse fino all’ultima curva del sentiero. Tutti rimasero di stucco per lo scenario che si parò davanti: in uno spazio appartato ricavato da rocce e palme, si trovavano sulla sabbia color dello zucchero, quattro mobili, due a destra e due a sinistra, simili a grossi letti bianchi come la neve e con tende a baldacchino anch’esse bianche, le cui estremità non erano legate e svolazzano dolcemente nella brezza leggera. Al centro c’era un tappeto rosso su ci si ergeva un gigantesco tavolo ottagonale, apparecchiato sontuosamente. Moltissime torce piantate nella sabbia sarebbero state accese una volta scesa l’oscurità. Quando Micha tolse la benda dagli occhi di Heidrun, partì una musica di sottofondo. Era una vista da sogno e soprattutto le ragazze erano entusiaste. Heidrun aveva gli occhi pieni di lacrime per l’emozione, quando si gettò al collo di Micha. I camerieri su cenno del manager iniziarono a distribuire champagne e tutti presero posto comodamente sui letti estremamente confortevoli. Quasi a comando, il sole tramontò. Era uno spettacolo affascinante e gli amici lo godettero in silenzio. Poco dopo scese la notte e i camerieri accesero le torce. «È… è… è semplicemente fighissimo!» urlò Sammy ed espresse con parole poco convenzionali quello che tutti pensavano. Il signor Ramirez invitò tutti al tavolo e augurò soprattutto ad Heidrun di are una bella festa di compleanno. Il tavolo era apparecchiato completamente in bianco. Finissima porcellana, bicchieri molto raffinati in cui si rifletteva la luce delle torce, posate d’argento, candelabri d’argento con candele delicate e splendenti, tovaglioli bianchi damascati con fiori… il tutto produceva un effetto armonioso e raffinato. L’unico cenno di colore era dato dai vasi di fiori in tutte le tonalità di rosa e un panno di seta rosa per ogni ospite su cu era stato stampato in modo artistico il menù. Kira bisbigliò a Sammy: «Se mai mi sposerò, vorrei un’ambientazione proprio come questa. È fantastico! Sono sconvolta» Samantha annuì in silenzio. Ciascun ospite poteva crearsi il proprio menù scegliendo tra le pietanze disponibili e nessuno la trovò un’operazione facile. Tra le zuppe d’antipasto la scelta era tra una vellutata di cavolfiore con panna fresca e una crema di granchio alle erbe. Tra le insalate si poteva scegliere tra un’insalata con i frutti di mare e cognac, insalata con petto di pollo e ananas o insalata mista con
pomodori e cetrioli. Il piatto principale era a scelta tra coda di aragosta grigliata o succosa tagliata di manzo alla griglia. Come contorno crocchette, patate al burro, riso allo zafferano o patate fritte. Come dessert c’erano vassoi di frutta mista con tre diverse glasse di cioccolato, banana split con panna, servita con una rete di caramello oppure un cocktail alla frutta “della casa”. «Per ogni piatto, porzione doppia per favore!» ordinò Thomas serissimo e tutti si piegarono in due dalle risate, perché il cameriere aveva reagito con uno sguardo decisamente incredulo. Finalmente gli ospiti si erano decisi e dopo aver ordinato, Heidrun ricevette i regali che avevano portato di nascosto. Thomas non poteva fare a meno di commentare ogni regalo: «Cosa abbiamo qua… ah una bella collana d’oro con ciondolo. Heidrun stai attenta, magari Micha ti vuole comprare. Quella collana non eguaglia il tuo valore, deve comprare almeno altri cinque cammelli. Immaginatevi Heidrun che va a eggio in centro a Berlino con cinque cammelli, al posto di Oscar, il maltese… o anche cinque asini dominicani: quadrupedi state attenti!» aggiunse, sorridendo a Miguel «Li puoi lasciare su una distesa verde da Alex senza che nessuno se ne accorga». Prima di scartare il regalo successivo, Thomas bevve un sorso di vino bianco e annuì approvando. «Oooops… un mortaio per le pastiglie di viagra! Micha, adesso tocca a te stare attento! Da adesso la tua ragazza ti può aiutare, senza che tu te ne accorga». Il commento successivo: «E adesso avete anche la musica giusta, fantastico! Almeno i vicini avranno qualcosa da ascoltare oltre i vostri mugolii in camera da letto...». Aveva una battuta per ogni regalo e gli invitati avevano già mal di pancia per il troppo ridere. Fortunatamente servirono gli antipasti e i muscoli strapazzati poterono riposare. Tutti mangiarono con gusto il cibo, che fu accompagnato da diversi vini molto buoni, che resero la cena perfetta. Quando fu il momento del dolce, quasi tutti avevano già slacciato un bottone dei pantaloni. Kira era felice di aver indossato un vestito largo, tutto era semplicemente troppo buono, per stare attenti alla linea. Aveva scelto il piatto di frutta con diverse glasse al cioccolato. Quando glielo portarono non volle quasi mangiarlo: era stato impiattato magnificamente. Non poteva però neanche stare a lungo senza essere mangiato e provò una fragola gigantesca ricoperta da
cioccolato fondente. Con un’espressione languida sul viso chiuse gli occhi. Fu come un fuoco d’artificio pieno di gusto in bocca e sul palato. «Guardate il cielo!» urlò Katrin e tutti alzarono la testa e si misero a guardare la volta celeste. In tutto quel nero brillavano milioni di frammenti di stelle luccicanti. Anche la luna brillava rossastra e appariva come una fetta d’arancia girata sulla pancia. Considerata la distanza che li separava, si sentirono minuscoli a confronto. Nel frattempo tutti si erano alzati e stavano vicino alla riva del mare con le sue onde che si arrotolavano sulla spiaggia. Nei cespuglietti cantavano i grilli e tra le piante svolazzavano le lucciole. Nonostante l’orario, era caldissimo e la magia delle notti caraibiche li aveva conquistati: «È così bello… potrei piangere dalla felicità» Heidrun esternò quello che tutti stavano pensando. Mentre le coppiette si stavano baciando, Carlos apparve dietro Kira e l’abbraccio teneramente. Senza dire niente, la strinse e la baciò sensualmente. Heidrun sopraffatta dall’emozione, ringraziò per i regali e la festa di compleanno più bella della sua vita. A Micha disse: «Sei il meglio che potesse capitare nella mia vira e ti ringrazio per il tuo amore infinito. Aspettavo da due settimane il momento giusto per dirtelo, e adesso è arrivato…» fece una pausa e l’aria era piena di impazienza «Tra qualche mese saremo in tre!». Micha esplose dalla gioia e si inginocchiò davanti a lei nella sabbia color zucchero, ancora calda. Prese la mano di Hedirun e tremante le chiese: «Heidrun Charlotte Schmidt, mi vuoi sposare? Proverò ad essere per tutto il tempo della mia vita un marito amorevole e un padre premuroso per i nostri bambini. Ho solo un desiderio a questo mondo: per favore sposami!» Heidrun, completamente sopraffatta sussurrò: «Sì, voglio diventare tua moglie e la madre dei tuoi figli!». Si baciarono con ione e gli altri, che avevano aspettato la risposta pieni di emozione e tensione, esultarono e applaudirono freneticamente. Un cameriere portò in quel momento una torta gigantesca con parecchie candeline accese. Il tempismo era semplicemente perfetto. Da una torta di compleanno si era trasformata in una torta di fidanzamento. Chi voleva, riceveva caffè profumato e anche se tutti erano pieni come un uovo, avanzò solo una piccola fetta di quella buonissima torta. L’atmosfera era allegra e gioiosa. Dato che le torce si stavano spegnendo, si
accese l’illuminazione elettrica tra gli alberi circostanti, erano delle catene di luci colorate. Carlos, che non aveva più lasciato la mano di Kira, le sussurrò: «Stella marina, balla con me». Kira si slacciò i sandali e ballò con Carlos una canzone romantica a piedi nudi sullasabbia bianca. Le altre coppiette li copiarono e ballarono fino all’alba. Samantha e Miguel furono i primi ad andarsene, con la scusa che lui doveva lavorare. Tutti e due avevano un sorriso che si estendeva su tutto il viso e ringraziarono Heidrun e Micha per la fantastica festa. Lentamente la compagnia si divise e anche Kira e Carlos, abbracciati si misero sulla strada del ritorno. Carlos la guidò su un altro sentiero, diverso da quello dell’andata e dopo un paio di minuti furono in una spiaggia, che appariva ancora del tutto diversa. Il prato morbido ai piedi delle palme arrivava quasi fino all’acqua e Carlos la lasciò cadere su quel mantello verde profumato, poi la tirò a sé e lei atterrò per metà su di lui sdraiata. «Ho pensato a te tutto il giorno. Mi sei mancata» disse lui con voce roca a Kira. «Nuotiamo?» Kira che oltre a due bicchieri di champagne non aveva bevuto niente di alcolico e aveva preferito bere del succo, si sentì un po’ a disagio, immaginandosi completamente nuda a nuotare con Carlos. Un brivido di eccitazione le corse lungo la schiena e Carlos le chiese se aveva freddo. Grata, prese la scusa al volo e rimandò il tutto ad un’altra volta. Carlos si sdraiò per metà su di lei e mormorò: «Ti riscaldo io. Presto avrai caldo». La baciò con ione e le sue mani andarono alla scoperta del suo corpo. Le sfilò le spalline del vestito e le accarezzò dolcemente la sua pelle nuda. Il vestito aveva delle coppe incorporate per cui non era necessario indossare il reggiseno. Questa circostanza facilitò gli sforzi di Carlos e scoprì il seno di Kira, abbassando il vestito fino alla vita. Si ritrasse e osservò il fisico mezzo nudo con ione e occhi che brillavano. «Sei così bella, bellissima» le bisbigliò e le baciò i suoi capezzoli turgidi. L’accarezzo, la baciò, succhiando un pochino e Kira si piegò piena di voglia sotto di lui. Lascivo le accarezzò la sua pancia nuda e l’altra mano si muoveva sull’interno della coscia spostandosi lentamente verso il centro. Nel frattempo non smise di baciarla e lei si sentì bruciare. Le dita di Carlos toccarono i suoi slip e iniziò a toglierli con cautela. In quel momento si sentì un cespuglio frusciare lì vicino e Kira si spaventò. Strinse le mani di lui e tirò il suo vestito sopra il seno e disse a bassa voce «Per favore, no». Lui la guardò con uno sguardo triste ma l’aiutò a rivestirsi.
«È stato solo un topo» provò lui a tranquillizzarla, ma Kira non si lasciò convincere. Lei stessa non sapeva il perché improvvisamente si sentisse in colpa, ma la voglia era scomparsa. Carlos avvertendo che lei si stava ritirando in sé stessa, si alzò e l’aiutò a mettersi in piedi. L’abbracciò e le disse a bassa voce: «Prenditi tutto il tempo che ti serve. Quello che provo per te non è una semplice cotta. Posso aspettare fino a che tu sei pronta». Le spostò una ciocca di capelli dalla fronte e le disse: «Forza stella marina, ti accompagno in camera». Grata, lei gli sorrise e senza dire una parola Carlos l’accompagnò fino alla porta della camera. La tirò a se e la baciò. Kira sentì di nuovo la sua virilità e le dispiacque di aver rovinato quel momento di ione tra di loro. «Buona notte e sogni d’oro» la salutò e se ne andò mentre albeggiava. Kira si appoggiò alla porta e lo seguì con lo sguardo finché scomparve dietro una curva. Con un sospiro entrò in camera sua e si sdraiò poco dopo sul suo letto comodo e cadde in un sonno senza sogni.
A volte ritornano
Dopo poche ore, la piccola sveglia da viaggio richiamò Kira dal sonno profondo. Si sarebbe girata volentieri dall’altra parte e avrebbe continuato a dormire, ma un pensiero le ò per la testa e si ricordò che lei e Sammy si erano iscritte alla gita del giorno presso Las Terrenas. Uno sguardo dalla finestra e vide che sarebbe stata un’altra giornata con un tempo da sogno. Velocemente saltò fuori dal letto e corse sotto la doccia. Nel corso dell’escursione era prevista anche una tappa in spiaggia e Kira decise di indossare il suo minikini super sexy color verde smeraldo, che si abbinava ai suoi occhi da gatto verdi. Il vestitino verde chiaro sopra e il suo outfit era completo. Legò i suoi capelli in una coda, che si buttò dietro la spalla sinistra. In una borsa da spiaggia mise un asciugamano, la macchina fotografica e il portafoglio, poi andò a svegliare Samantha. Ancora addormentata, le aprì e quando vide che Kira era già pronta, la stanchezza scomparve e in dieci minuti si era lavata e vestita. A colazione Sam raccontò tutto della serata precedente e dall’entusiasmo quasi fece cadere la sua tazza di caffè. Kira chiese di Miguel e
Sammy diventò ancora più euforica. «Kira! È assolutamente fantastico. Siamo completamente compatibili in ogni situazione. Qualcosa di simile non mi era ancora successo». Ridendo aggiunse: «Il sesso e qualcosa di… spettacolare! Alcune volte penso di poter morire dalla voglia. Hai già avuto un orgasmo multiplo?» volle sapere da Kira. Ramon servì caffè appena fatto e guardò le due ragazze con un sorriso raggiante. L’interruzione diede la possibilità a Kira di non rispondere, ma Sam non lasciò cadere l’argomento così facilmente e sparò la domanda successiva: «Tu e Carlos, l’avete già fatto? È bravo?» a Kira le andò quasi di traverso la mela, faceva di tutto per respirare senza attirare l’attenzione. Sembrava inutile non rispondere alla domanda, Sammy non l’avrebbe lasciata in pace. Quindi rispose con la verità: «Ieri è quasi successo. Era assolutamente dolce e affettuoso nei miei confronti ed era anche bellissimo. Ma qualcosa mi ha disturbato sul più bello e improvvisamente non avevo più voglia. Forse perché non sono del tutto innamorata di lui…». Samantha ci pensò un po’ su mentre masticava e poi chiese: «Potrebbe anche essere vero. C’è per caso un altro ragazzo nel tuo piccolo cuoricino? Non sei legata a nessuno veramente, quindi cos’hai contro del buon sesso?». «Su questo hai ragione» meditò Kira, senza darle una risposta. Invece le ricordò che dovevano partite e le due amiche si diressero verso la fermata dell’autobus. Sam contò altre sei persone. Un minivan, dalle dimensioni adatte per il piccolo numero di partecipanti, si fermò di fianco a loro. Sammy diede a Kira una gomitata e indicò il minivan con un cenno della testa e vide che a scendere dal furgoncino non fu niente meno che Martin. «Di nuovo lui» disse a Sam, ma in realtà sentì una sensazione di felicità crescere dentro di lei. Martin salutò gli altri ospiti e si dirigeva a grandi i verso di loro. Prese la mano di Kira nelle sue mani e rise in modo travolgente. «Kira, sono veramente contento di vederti. Sei bellissima. Ogni giorno che a diventi sempre più carina». Kira liberò la sua mano e disse: «Ciao Martin, sono meravigliata di vederti. Pensavo fi solo l’escursione delle balene». Il suo viso si rannuvolò e visibilmente freddo le rispose: «Elouis si è ammalato, lo sostituisco solo oggi» si allontanò da lei e salutò Samantha. Poi pregò tutti di salire e il minibus partì. «Mi piacerebbe sapere come mai sei sempre così cattiva nei confronti di Martin? Lo trovo molto dolce e inoltre adesso è gentile nei tuoi confronti. Ne vuoi parlare?» indagò Sammy. Kira scosse il capo e guardò intensamente fuori dal
finestrino. Durante il viaggio, Martin raccontò gli aneddoti più divertenti e indicò ai turisti diversi soggetti degni di essere notati a sinistra e a destra della strada. Quando il van ò rumorosamente attraverso Santa Barbara de Samanà, Martin andò da Kira e le indicò il ponte che collegava la terra ferma con l’isola piccolina. «Hai un paio di ore di tempo dopodomani? Vorrei portarti sopra quel ponte. Una promessa è una promessa» disse a Kira, che si vergognava del saluto maleducato che gli aveva riservato. Gli rispose altrettanto a bassa voce: «Sì Martin, ho tempo e sarei veramente felice, se tu mi portassi sul ponte», gli sorrise e lui facendo le cose come si deve e prima che Kira potesse ripensarci, decise: «Ti o a prendere dopodomani alle dieci in punto alla reception. Mettiti scarpe comode, è necessario arrampicarsi in alcuni punti». Dopo un po’ di tempo, il piccolo bus parcheggiò davanti al giardino botanico. Sopra l’entrata si notava il nome del parco: “Ecotopia”. Sam rise allegramente: «Mi sembra di essere davanti all’entrata di Jurassic Park». Una giovane dipendente del giardino botanico assunse le redini del comando e il gruppo si ritrovò immerso nella foresta tropicale. C’erano tantissime piante interessanti da osservare. I colori dei fiori erano semplicemente indescrivibili. Farfalle e specie di pappagalli locali completavano l’ambiente e i visitatori erano meravigliati e si rallegravano per ogni piccola cosa che scoprivano. Alla fine del tour la giovane donna spiegò che i turisti lì, potevano comprare fiori e piante, che avrebbero poi potuto portare a casa. In realtà l’esportazione di piante era vietata, aveva detto, ma lì veniva redatto un certificato per ogni esemplare, che lo rendeva possibile. I turisti appresero la notizia felici e comprarono abbondantemente. Anche Kira comprò una strelitzia per sua madre Karin. La fermata seguente in programma era un ristorante bellissimo costruito a palafitta direttamente sul mare. Si potevano addirittura pucciare i piedi nell’acqua, sedendosi in terrazza. Quando tutti presero posto ai tavoli vicini, Martin consigliò si ordinare un tipico menù dominicano. Tutti accettarono il consiglio e Martin ordinò per tutto il gruppo. Martin si era seduto tra Sam e Kira e le intratteneva con storielle divertenti accadute mentre lavorava. Come antipasto servirono una zuppa speciale. Gli ingredienti principali erano pastina molto sottile, patate, carne di manzo e cerfoglio fresco. Dopo uno scetticismo iniziale confermarono tutti la bontà del
piatto. Come insalata: cavolo bianco fresco, grattugiato con una grossa fetta di pomodoro come guarnitura, condito con sale, pepe, olio di sesamo e aceto. Il piatto principale era composto da riso con latte di cocco, fagioli con carote e pollo al forno marinato al limone. Gli ospiti lo trovarono squisito, anche se per palati europei era decisamente molto esotico. Il dolce era una massa densa del color del cioccolato guarnito con biscotti rotondi e uva a. Martin spiegò che quel dolce era molto diffuso e veniva preparato con radici di yucca e fave di cacao. A Kira piacque anche il dessert, anche se scartò i pezzi di patata presenti nel dolce, lasciandoli sul bordo del piatto. Sazi e di buon umore raggiunsero il centro di Las Terrenas per fare shopping. Ognuno aveva un’ora a disposizione per fare un giro nelle boutique e nei negozi per comprare qualcosa. Kira e Samantha eggiarono in strada e osservarono affascinate la frenesia colorata intorno a loro. In un piccolo negozio di scarpe, Sam scoprì un paio di sandali alti, di cui si innamorò, assolutamente all’ultima moda, si trovavano in ogni giornale. Quando domandò il prezzo, la risposta le fece venire le guance rosse e dalla gioia lanciò degli urletti. Il commesso era contento di avere una cliente di quel tipo e tirò fuori scatole di sandali di ogni forma e colore immaginabile, tutti del numero di Sammy. Kira si divertì un mondo vedendo la sua amica felice come una bimba e le diede dei buoni consigli per la scelta. Sam, con tutta la buona volontà, non riusciva a decidersi e alla fine uscì dal negozio con una borsa gigantesca che conteneva tre paia differenti di scarpe estive. Il commesso le aveva fatto un prezzo speciale e le aveva quasi regalato, come premio, una borsetta. Samantha era fuori di sé dall’entusiasmo e avrebbe voluto urlare dalla gioia. Le due avrebbero dovuto muoversi, per arrivare puntuali al punto d’incontro concordato. Con tutte quelle borse non era difficile capire come gli altri avessero speso i loro soldi. Sul bus c’era sempre meno spazio e Kira occupò il posto tra l’autista e il eggero. E il suo vicino fu naturalmente Martin. Il viaggio fino alla Playa Coson durò meno di dieci minuti e Martin spiegò che «la spiaggia “Playa Coson” è lunga dieci chilometri e grazie al suo mare turchese, la sabbia fina e bianca come la neve e le sue innumerevoli palme da cocco è considerata una delle più belle spiagge dei Caraibi». Tutti gli credettero sulla parola: non si vedeva la fine della spiaggia e le poche persone che scorrazzavano là, sembravano quasi essersi perse.
Kira e Sam si cercarono un posticino appartato all’ombra di una palma e aprirono gli asciugamani da spiaggia che si erano portate dietro. Si tolsero i vestiti in fretta e scommessero a chi prima fosse arrivata all’acqua. «Non avrei mai creduto che potesse diventare sempre più bello» disse Kira, prima di buttarsi al fresco. Sguazzarono a lungo in acqua e poi si lasciarono cadere sfinite sui loro asciugamani. Kira aprì un pochino gli occhi quando qualcosa le fece il solletico al piede. Era Martin che aveva portato latte di cocco. Contente si rinfrescarono con quella bevanda. Nel frattempo Martin si era seduto comodo sul suo asciugamano tra le due amiche. «Facciamo a chi prima si butta in acqua!» urlò e corse via. Le ragazze corsero dietro di lui, ma ormai era irraggiungibile. Spensierati, si facevano scherzi a vicenda. Tutte e due cercavano di mettere sotto Martin tutte le volte che ne avevano la possibilità. Senza più forze si distesero sui loro teli mare all’ombra. Kira osservò con interesse Martin, sdraiato accanto a lei con i muscoli in tensione. “Avevo ragione… tartaruga ben definita!” le ò per la mente e rise dentro di sé. Il modo in cui lui stava disteso, abbronzato e con i capelli bagnati schiariti dal sole, pantaloncini neri, le fece montare dentro una voglia irrefrenabile. Si alzò in fretta e tornò a fare il bagno. Quando tornò di nuovo indietro, Martin si appoggiò sui gomiti e studiò Kira da capo a piedi. Il minikini sembrava una seconda pelle e copriva morbido il suo seno, piccolo ma meravigliosamente sodo. Mentre la guardava, i capezzoli diventarono turgidi e spingevano contro la stoffa sottile. Kira sperò che lui non lo notasse e le sembrò di essere completamente nuda e aver concesso troppo al suo sguardo a raggi x. Si aspettava un’allusione da parte sua ma con tono scherzoso disse: «Il mangiare dell’albergo sembra farti bene. Adesso sembri un pochino più femminile e i chiletti che hai preso ti stanno decisamente bene» e aggiunse «non mi piacciono quelle tutte pelle e ossa. Una donna deve avere le curve al posto giusto». Poco dopo Martin cominciò a radunare le sue pecorelle per il ritorno e Kira svegliò Samantha che russava impercettibilmente. Il ritorno ò tranquillo, i turisti dormicchiavano e ripercorrevano la giornata nella loro testa. Poco prima di arrivare a Santa Barbara de Samanà, Martin fece fermare l’autista improvvisamente, scese dal van e scomparve brevemente nei cespugli, aveva scorto un movimento e intuì quello che poteva essere.
Per gli altri sembrava che dovesse andare in bagno. Ma Kira notò che quando risalì aveva qualcosa fatto su nella sua maglietta da safari. A bassa voce, senza che nessuno sentisse, lei gli chiese cosa stava nascondendo. Martin si guardò intorno e quando vide che nessuno stava prestando attenzione, le fece dare un’occhiata al fagotto. Vide un minuscolo cucciolo di cane, scosso dai brividi e che non aveva più quasi un pelo attaccato al corpo. Un grosso gonfiore informe deturpava il musetto. Kira si spaventò alla vista di quel rigonfiamento e dovette deglutire più volte. Con cautela accarezzò con due dita la schiena del cucciolo. «È piena di pulci e molto sporca» l’avvertì Martin, ma a Kira non interessavano le pulci e lo sporco in quel momento e accarezzò dolcemente la piccola cagnetta. «Cosa ne fai di lei?» gli chiese in un bisbiglio. «Non sono molto ottimista » rispose lui triste. «Scendo a Santa Barbara de Samanà e la porto a Jutta e Jasmin. Madre e figlia, anche loro tedesche. Si occupano con amore di ogni animale che ha bisogno d’aiuto. Spero veramente che possano aiutare questo cucciolo. Me ne occuperei volentieri io, ma con il mio lavoro mi manca semplicemente il tempo» spiegò lui triste. Una volta arrivati in città, il minivan si fermò nei pressi del mercato e Martin salutò il resto delle persone come se nulla fosse. Lui si piegò verso Kira e disse: «Dopodomani alle dieci, non vedo l’ora». L’autobus ripartì e Kira guardò Martin e il suo trovatello fino a che non sparirono dalla sua vista.
Altalena di sentimenti
Arrivate in albergo, Kira e Samantha avevano bisogno urgentemente di una doccia. I costumi si erano asciugati al sole direttamente sui loro corpi e avevano evitato di indossare altri vestiti. Durante il viaggio di ritorno di quasi tre ore capirono che era stato un errore: la sabbia fine e la salsedine avevano cominciato a grattare la pelle e a prudere. Specialmente sul retro del corpo era molto spiacevole e le ragazze erano felici di porre fine a questo tormento. Kira si lavò abbondantemente solo con acqua tiepida, sotto un forte getto d’acqua. Una sensazione fantastica! Dopo essersi asciugata, si guardò allo specchio. Non riuscì a scorgere niente di quei chiletti di cui Martin aveva parlato. Tuttavia notò che la sua pelle era molto arrossata a causa del sole e che il contorno del minikini aveva lasciato un brutto segno. Con una lozione dopo sole si prese cura della sua pelle disidratata e si sentì già meglio. Per via della
scottatura indossò una camicia bianca che cadeva larga e una comoda gonna a portafoglio gialla e bianca. Infradito gialle con un grosso fiore bianco che si abbinavano perfettamente al resto. Kira non aveva voglia di asciugarsi i capelli e li legò in alto con una molletta. Facendo attenzione tolse il pacchetto con la strelitzia dalla confezione per il trasporto e la ripose sul comodino. Dopodiché andò da Samantha. Nel frattempo anche lei si era lavata e la camera profumava ancora di pesca e mandorla. «Ti sei scottata anche tu?» chiese Kira e mostrò a Sam la sua pancia. «No, solo un pochino. Tu hai anche una pelle molto più chiara, è più facile scottarsi così» rispose Samantha. Aveva appoggiato le conquiste dello shopping sul letto e chiese a Kira consiglio su quali scarpe avrebbe dovuto indossare. Kira la convinse a provare tutte e tre i paia di scarpe. A Kira piacevano i sandali alti e bianchi con moltissime cinghiette da indossare con i pantaloncini bianchi di Sam. Ma Samantha preferiva indossare quelli marroni in stile gladiatore. Dato che non riuscivano a decidere, Sam indossò velocemente il terzo paio, chic con perle e strass, con la base di legno alta. Dopo quella difficile decisione andarono a fare una camminata nel parco dell’albergo. Kira chiese a Sam se aveva saputo qualcosa di nuovo da Miguel per quanto riguardava il permesso di lavoro e di soggiorno. Sam scosse la testa: «La cena è stata così romantica, che non ho pensato per niente a quelle cose e poi di notte…» «Avevate qualcosa di più importante da fare. Me lo posso già immaginare» rise Kira. «Viene da te Miguel questa sera? Volete fare qualcosa?» le chiese. «No purtroppo stasera deve andare a una festa di famiglia. Stasera riuscirò finalmente ad andare a letto presto. Ma sabato mi porta a mangiare dai suoi genitori. Mi vuole presentare ufficialmente. Da una parte sono molto curiosa, dall’altra ho una paura gigantesca. Riesci a capirmi? Che stupida, vero?» Sam disse che per via dell’agitazione, non riusciva a dormire già da alcune notti. Poi Kira le raccontò che sabato aveva un appuntamento con Martin e che non si sentiva molto a suo agio quando ci pensava. Ma la sua amica la rassicurò dicendo, che di certo Martin non l’avrebbe mangiata. «É un bell’uomo, trentenne, con un lavoro interessante, ben educato e sembra che tu gli piaccia… dov’è il problema?». Kira rispose: «Un uomo come lui è sicuramente sposato o in una relazione seria. Non è che ha già sei figli?». «E anche se fosse? È grande e saprà quello che fa. Poi puoi sempre chiederglielo, così saprai e potrai sempre decidere, se lasciarlo andare o no. Te l’avevo detto che eri innamorata di lui!»
disse soddisfatta Sam. Kira bisbigliò qualcosa che suonava come un: «Non è vero!». Ma Sam scosse la testa fece una boccaccia. Si sentì un rumore strano e Sam disse: «Lo senti il mio stomaco? Se non mangio qualcosa, muoio». Quindi si diressero verso il ristorante, per saziare la loro fame. «Hai ancora qualcosa da fare oggi?» chiese Samantha e Kira scosse il capo. «Allora facciamo con calma a cena e assaggiamo tutte le pietanze» decise Sam. Kira pensò ai suoi chili in più e decise di mangiare poco. Dopo essersi guardate intorno Sam chiese: «Dove sono tutti gli altri?». «I nostri cari fidanzatini sono andati a Santo Domingo. Volevano andare a sentire un concerto all’Hard Rock Caffè di un band metal che dovrebbe essere famosa in tutto il mondo… mi sembra che si chiamino “Iron Maiden”. Arrivano domani. Thomas e Katrin avevano prenotato una gita in quad. Dovrebbero essere già qua in teoria» rispose Kira. Entrambe si cercarono un bel posto in terrazza e ordinarono le loro bevande. Poi si misero a guardare meravigliate il tavolo del buffet ben decorato. Ora avevano una panoramica delle pietanze. Dopo aver visto tutto quel ben di Dio, Kira si dimenticò il suo proposito di mangiare meno e si buttò sul salmone grigliato. Come contorno scelse diverse insalate, pane bianco croccante e diverse salse. Sam scelse la seppia al forno con salsa aioli, riso, patatine fritte e insalata di cavolo bianco di cui andava matta. Dopo aver ingurgitato tutto quello che avevano preso, le due si diressero ancora verso il buffet. Kira aveva voglia di qualcosa di dolce e si prese una fetta di torta, tre palline di gelato e macedonia di frutta con panna montata. Sam preferiva qualcosa di salato e riempì il suo piatto di carne alla griglia, pezzettini di pizza e pasta alla panna. Quando guardò il suo bottino, risero entrambe. «Qualcuno potrebbe pensare che non mangiamo da giorni. Credo sia colpa del clima o del mare.. o di tutti e due insieme. Non è importante, basta che sia buono!» disse Sam contenta e Kira annuì con la bocca piena: «Anche io la penso così» e continuò a riempirsi la bocca allegra. «Ah! Vedo che alle signore piace moltissimo» disse Carlos, poi salutò Sam gentile e baciò Kira sulla guancia. «Buona sera mia stella marina, com’è stata la tua giornata? Hai preso troppo sole?» Kira le raccontò brevemente la loro escursione e non raccontò nulla di Martin. Carlos prese posto tra di loro e aveva
ordinato un moscato dolce dominicano. Come lui aveva richiesto era stato servito con molto gelato. Vino con gelato… molto strano, ma era sorprendentemente buono. I tre sedevano comodamente sotto il cielo stellato della Repubblica Dominicana e chiacchieravano di cose poco importanti. «Domenica sera alle nove c’è il grande show. Venite vero?» voleva sapere Carlos. Kira e Sam erano un po’ confuse, ma quando Kira vide la delusione di Carlos dipingersi in volto, disse velocemente che non se lo sarebbero perso. Sam agitò le mani furiosamente dietro la schiena di Carlos e fece delle smorfie molto divertenti. Ma Kira fece finta di non vederle e sorrise a Carlos dolcemente, che sembrò soddisfatto. Poco dopo Carlos si alzò e scusandosi disse: «Devo andare alle prove generali per lo spettacolo purtroppo» e sporgendosi verso Kira: «Per favore, vieni un attimo con me mia stella marina». Kira si alzò esitante e lo seguì nell’oscurità. Dietro a un muretto che li proteggeva dalla vista del personale dell’albergo e degli ospiti, tirò Kira a sé e la baciò, fino a farle venire quasi un capogiro. Le sue mani accarezzarono dolcemente il suo corpo tremante. «Mi sei mancata tantissimo» mormorò lui con voce bassa e sfiorò la pelle del collo con la sua bocca rovente. «Le prove finiscono tra due ore, poi vengo da te» le promise. Kira cercò di protestare, dicendo che voleva andare a dormire presto, ma la sua bocca si chiuse e si arrese. Dopo un altro bacio bollente lui se ne andò. Completamente confusa, Kira tornò al tavolo in terrazza. Nel frattempo erano arrivati anche Thomas e Katrin, e stavano raccontando della loro avventura del giorno. «L’escursione con il quad è semplicemente fantastica! Eravamo in giro con cinque quad e la guida e siamo andati a Rincon. Là non c’è nessuna vera e propria strada e a tratti eravamo praticamente immersi in cespugli rigogliosi e selvaggi, nel vero senso della parola. Katrin è quasi morta di paura, perché ogni tanto i quad si mettevano in obliquo. Juan, la nostra guida, ci aveva addestrato benissimo e i suoi trucchi di guida sono valsi oro. Quindi non è successo niente. Il viaggio è stato un’avventura. E poi la spiaggia di Rincon… una vera poesia, ve lo dico io!» raccontò Thomas e Katrin continuò: «La spiaggia si trova in un’insenatura circondata da entrambi i lati da montagne veramente alte ed è lunga un paio di chilometri. La sabbia ha un colore giallo oro ed è molto fine. Anche lì crescono numerose piante fino quasi alla riva. Tranne un paio di dominicani e singoli turisti, in spiaggia non c’era praticamente nessuno. C’è un piccolo ristorante sulla spiaggia, con un barbecue, un falò e un paio di tavoli e panchine, veramente tutto al naturale. Abbiamo mangiato benissimo. Trote appena pescate, gamberi di fiume, riso e insalata fresca… paradisiaco!» Thomas continuò: «Abbiamo lasciato i quads e abbiamo camminato fino al lato sinistro della baia. Là, un fiume proveniente dalle montagne, sfocia direttamente in
mare. Abbiamo fatto il bagno: l’acqua dolce del fiume era freddissima, ma trasparente, direi cristallina. Invece l’oceano è molto caldo e dove le due acque si incontrano c’è una corrente fortissima. Anche le onde che si abbattano sulla riva sono molto belle. Hanno mandato Katrin a gambe all’aria e lei, splash, è caduta in mare. Per nuotatori inesperti è veramente pericoloso. Juan ci aveva avvisato prima e aveva veramente ragione. É incredibile!» Thomas non riusciva più a fermarsi per l’entusiasmo. Poi mostrarono le foto sulla loro macchina fotografica e Kira e Sam videro la bellezza della natura. «Sulla via del ritorno abbiamo visto anche la Bocca del Diablo e ci siamo arrampicati sulle scogliere. Una volta arrivati di nuovo a Las Galeras siamo andati con Juan in una Caffetteria e ci siamo seduti stanchissimi davanti a una birra. Juan ci ha offerto di fare un giro in barca ando davanti alle spiagge più belle. Abbiamo detto di sì! Chiaro. Venite anche voi vero? Dovete assolutamente vedere anche voi la spiaggia di Rincon» disse Thomas sorprendendo entrambe. Sam e Kira furono naturalmente felici e fecero altre domande ai due avventurieri sulla loro esperienza. Quando le due amiche, un po’ tardi, si diressero verso le loro camere, Sam chiese a Kira se aspettava ancora una visita di Carlos. Kira disse che sarebbe venuto e raccontò a Sammy che lei non aveva idea di cosa provava per Carlos. Poi si augurarono la buona notte e scomparirono ognuna nella propria camera. Kira si pettinò i lunghi capelli davanti allo specchio con addosso solo una sottile camicia da notte. Si erano schiariti molto per via del sole. Si guardò e si chiese: «Cosa devo fare? Non so se sono innamorata… e soprattutto non so di chi…». Piena di dubbi, era sdraiata ad occhi aperti nella camera scura e ascoltava i rumori della notte caraibica. Dopo un po’ di tempo, Carlos bussò alla sua porta e disse piano: «Stella marina apri, ti ho portato qualcosa». Lei rimase ferma immobile e non provò neanche a respirare. Dopo aver bussato un altro paio di volte, Carlos se ne andò a testa bassa. Kira si addormentò poco dopo e si rigirò nel letto a destra e a sinistra inquieta.
Un’avventura pericolosa
Anche venerdì mattina il sole splendeva in un cielo di un blu magnifico e la giornata prometteva di diventare calda. Kira non aveva dormito molto bene e fu contenta quando suonò la sveglia. Dopo uno sguardo al tempo fantastico, il suo umore migliorò notevolmente e guardò per un paio di minuti la famiglia del gallo, come tutte le mattine. Sam, già pronta, andò da lei e si sedette comoda in terrazza con un bicchiere di Coca-Cola. Kira scomparve velocemente in bagno, si lavò e pettinò e si vestì per il tour in barca che avevano in programma. Sopra il bikini di colore verde e blu, indossò un paio di jeans corti, un top bianco e comodi sandali ai piedi. Un cappellino bianco con visiera e i suoi occhiali da sole bianchi per proteggersi dal sole. Sam indossava una maglietta rossa e un cappello di paglia con un nastro rosso e un paio di jeans corti. Intelligentemente aveva optato per un paio di comode scarpe da ginnastica. Così attrezzate andarono a colazione. Là si incontrarono con Katrin e Thomas e si sedettero al tavolo insieme. Dopo essersi rifocillati per bene, si diressero tutti e quattro verso la spiaggia. Là li aspettavano già Juan, Angel che era al timone della barca e sorpresa… Miguel! Sammy fu salutata dal suo ragazzo con molta impazienza. D’altra parte non si vedevano da un giorno e una notte intera. Juan era un vecchio amico di Miguel e quando si erano incontrati quella mattina nella Panaderia (panetteria), Miguel aveva pensato che dalla descrizione fornita, quattro tedeschi, un uomo e tre donne, Sammy e Kira avrebbero potuto essere dei loro. Aveva chiesto ai suoi genitori un giorno di ferie e bingo! Era stato fortunato. Gli uomini aiutarono le donne a salire nella barca a motore apparentemente in buono stato e lasciarono la arella. Velocemente si lasciarono l’albergo alle spalle e arono davanti alla “Baia della cena” come avevano rinominato la piccola baia. Tutti quelli che avevano partecipato si ricordarono della bellissima notte, di soli tre giorni prima. A Kira venne in mente anche Carlos e quello che era successo di notte sulla spiaggia e tentò di nuovo di mettere ordine tra i suoi sentimenti, ma si arrese con un sospiro.
L’imbarcazione rallentò la sua andatura e si fermarono presso la spiaggia chiamata Playa Madama. Dato che il sole era particolarmente a picco, i quattro decisero di fare per prima cosa un bagno in quella spiaggia bellissima. Sam e Kira, che avevano già avuto fatto l’esperienza della sabbia nei pantaloni, evitarono qualsiasi contatto diretto con il terreno. Prima di partire e procedere con il loro viaggio, indossarono tutti le loro magliette per proteggersi dal sole. Il resto dei vestiti lo lasciarono sulla barca. Il vento che gli accarezzava il viso era decisamente piacevole, nonostante fossero quasi del tutto svestiti. Poi raggiunsero Playa Madama Dos. Kira pestò una grossa conchiglia e la staccò da sotto la suola della sua scarpa. Dato che era molto bella, scoppiò la mania della collezione tra i turisti e così arono il tempo. I tre dominicani nel frattempo, parlavano in modo concitato. Angel, dopo aver guardato il cielo, intimò di rimettersi in viaggio. Si era alzata una brezza leggera e si intravedevano in lontananza grossi nuvoloni. La meta successiva fu la spiaggia Fronton. Una volta là i turisti, decisero di organizzare un piccolo picnic e tutti e sette mangiarono con gusto i panini preparati in albergo. Da bere avevano birre e Coca-Cola fresca. Dopo aver mangiato buttarono i rifiuti in un cassonetto e risalirono in barca. Il viaggio procedette in direzione di Las Galeras. Nel frattempo il vento era diventato più forte e la barca saltava letteralmente da un’onda all’altra. Le ragazze si attaccarono ai posti dov’erano sedute. Ogni volta che la barca si scontrava con la superficie dell’acqua infatti, saltavano ovunque come palline di gomma, ma nessuno aveva veramente paura. Thomas sparava battute come al solito e tutti erano relativamente tranquilli e di buon umore. Tra Angel e Juan scoppiò una discussione. Parlavano di cosa fare, se interrompere il viaggio e tornare all’albergo oppure rispettare il programma e visitare la spiaggia di Rincon. Sam ascoltò i due e tradusse per Kira. Nessuno riusciva a capire una parola, perché il vento disperdeva le parole dei due. Miguel che si era immischiato, era favorevole ad un’interruzione del viaggio per motivi di sicurezza. Ma Juan non si lasciò influenzare né da Miguel né da Angel. Quindi il viaggio continuò e arono di nuovo davanti all’albergo Paradiso. Questa volta l’albergo rimase alle loro spalle, sul lato sinistro.
La piccola barca lottava in mare, che era diventato nel frattempo grosso. Erano a 250 metri dalla riva della spiaggia Rincon. Lentamente le ragazze iniziarono a infradiciarsi e speravano che il tempo migliorasse. Poi sorarono le scogliere della baia e si poteva già scorgere la spiaggia di Rincon. Tutti tirarono un sospiro di sollievo: presto avrebbero raggiunto la riva. Ma avevano cantato vittoria troppo presto. Dopo diversi gorgoglii, il motore esalò il suo ultimo respiro e la barca veniva rigirata dalle onde come un guscio di noce. Angel cercava di far ripartire il motore freneticamente, senza risultato. Miguel imprecava ad alta voce: avrebbe voluto chiedere aiuto tramite il cellulare, ma non c’era campo. Le donne si erano accovacciate sul fondo della barca per non essere sbalzate fuori. Le onde si abbattevano sulla piccola imbarcazione, che si stava riempiendo visibilmente d’acqua. Tutti si misero a cercare disperati un recipiente con cui raccogliere l’acqua, ma non riuscirono a trovare niente al di fuori di due taniche. Quindi le ragazze si misero a svuotare la barca con le mani faticosamente. Thomas urlò nel vento: «Salvagenti? Remi?» Juan scosse la testa con occhi sbarrati e in silenzio. La situazione stava diventando sempre più disperata e Miguel e Angel si tuffarono in mare per tirare in salvo la barca nuotando verso la riva. Ma si rivelò anch’essa un’impresa senza speranza, il mare sferzante era troppo forte per loro. Tutti erano così concentrati nel cercare un modo per salvarsi, che non si accorsero di quello che stava succedendo a riva. Per fortuna l’emergenza in cui si trovava la barca non era ata inosservata e i pescatori che vivevano là, misero in mare le loro barche resistenti per aiutare le persone che si trovavano in mare aperto. Otto uomini molto muscolosi spinsero la loro imbarcazione stabile dalla spiaggia in mare. I due motori con prestazioni elevate si accesero e quattro uomini salirono in barca. Nonostante i motori, riuscivano a procedere solo lentamente a causa della tempesta e le onde alte diversi metri che si abbattevano contro di loro. Il primo ad accorgersi dell’aiuto che stava arrivando fu Thomas. Incitò gli altri a continuare a svuotare la barca, in modo che non affondasse prima che i pescatori potessero salvarli. Dopo molti minuti di paura, la barca riuscì finalmente a raggiungerli e i pescatori aiutarono a salire a bordo prima le donne. Due di loro pescarono Angel e Miguel dal mare e gli altri con Thomas e Juan cercavano di assicurare la barca che stava per affondare con funi resistenti. Quando tutti furono in salvo la barca più grossa
si avviò lentamente con la piccola barca a rimorchio verso Rincon. Gli altri pescatori, che erano rimasti a riva, avevano visto che l’azione di salvataggio era andata a buon fine e che i naufraghi stavano tornando a riva e scoppiarono di felicità. Il mare poteva diventare molto insidioso e mieteva spesso vittime. Poco tempo prima era annegato uno dei loro figli e il rispetto per la ferocia della natura era radicato profondamente in loro. Poco tempo dopo, i naufraghi furono fatti scendere dalla barca e portati in una casa vicina. Avvolti in calde coperte, tutti ricevettero una tazza di tè caldo e Mamajuana da bere. Le bevande fecero miracoli e tutti si sentirono meglio, sentendo le forze che lentamente ritornavano. Miguel spiegò a Sam tra un sorso e l’altro che la Mamajuna è composta da due radici sminuzzate messe a bagno nel rum. Successivamente il miscuglio deve essere filtrato attentamente. Per i dominicani, il risultato finale è praticamente un medicinale e viene bevuto volentieri. La signora che li aveva ospitati, amorevole e anziana, voleva mettersi subito all’opera per loro, cucinando del cibo per tutti. Ma nessuno aveva veramente fame e quindi rifiutarono gentilmente. Angel, Juan e Miguel avevano dovuto sopportare parole poco carine nei loro confronti. Come avevano potuto far correre un tale pericolo a turisti inesperti?! «Inoltre conoscete il tempo e avreste dovuto sapere che era sicuro che avrebbe piovuto, sarebbe salito il vento da tempesta o che avrebbe fatto temporale!» si arrabbiò un uomo anziano. Imbarazzati, i tre rimasero in silenzio, il vecchio aveva naturalmente ragione. Si rimproveravano terribilmente per la loro stupidità: come avevano potuto far correre un tale rischio a dei turisti? Conoscevano bene la situazione in cui si erano trovati e adesso avrebbero dovuto digerire il loro fallimento. Non appena i quattro turisti si sentirono meglio, fu chiamato un taxi e tutti furono contenti di viaggiare su strada. Miguel li accompagnò fino in albergo. Thomas faceva di nuovo il simpatico e disse: «Almeno abbiamo una storia da raccontare a casa». Ma gli altri erano semplicemente felici, di essersela cavata con poco. Kira si ripromise di non salire mai più su una barca e se non avesse avuto un’alternativa, allora sarebbe alita solo se ci fossero stati salvagenti, remi e
altri sistemi di salvataggio. Avevano avuto una fortuna sfacciata, la storia avrebbe potuto avere anche un brutto finale. Sam chiese: «Dovremmo ringraziare adeguatamente i nostri salvatori e la signora. Qualcuno ha un’idea?» tutti ci pensarono su un po’, ma a nessuno venne in mente nessuna proposta decente. Quindi chiese a Miguel che rispose: «I pescatori non se la stanno ando particolarmente bene dal punto di vista economico. La maggior parte di loro ha solo un’entrata, ma hanno grosse famiglie e molte bocche da sfamare. Dovremmo raccogliere dei soldi e ringraziarli in questo modo. Così almeno li aiutiamo un po’». La proposta di Miguel fu accettata all’unanimità. Oltre a questa discussione non proliferarono parola sulla via di ritorno. Tutti erano stanchi morti e dormicchiavano oppure cercavano di riordinare i pensieri ed elaborare l’accaduto. Quando arrivarono in albergo, il sole splendeva alto nel cielo e niente poteva far pensare all’intermezzo burrascoso. Thomas pagò l’autista con banconote bagnate e gli amici erano felici di poter andare finalmente nelle loro camere. Kira che stava morendo di freddo, riempì la vasca da bagno con acqua caldissima e si rilassò in mezzo alla schiuma al profumo di vaniglia. Poco a poco si riscaldò e ma non smise completamente di tremare. “Probabilmente sono ancora un po’ scioccata” pensò e dato che non riusciva quasi a reggersi sulle gambe si sdraiò sul letto. Poco dopo si era già addormentata. Miguel aveva accompagnato Sammy in camera e l’aiutò a togliersi i vestiti bagnati. Poi la mise sotto il getto d’acqua calda della doccia e la dovette sorreggere perché le sue gambe non la sostenevano. La mise a letto e la controllò mentre dormiva un sonno poco tranquillo. Dopo il pericolo appena ato, si sentiva anche lui a pezzi e cadde mezzo addormentato. Anche Katrin non si sentiva particolarmente bene. Dopo essere scoppiata in un pianto convulso in camera sua, Thomas aveva chiamato il medico dell’albergo. Il tranquillante che le aveva iniettato fece effetto velocemente e le ordinò di stare tranquilla a letto. Promise che sarebbe riato in serata. Thomas, che di solito era una persona spensierata, si rimproverava dicendo che
avrebbe dovuto prevedere il pericolo e obbligare tutti a tornare indietro non appena era scoppiato il temporale. Ma adesso non era certo d’aiuto e per fortuna non si era fatto male nessuno. Quando Kira si svegliò era molto buio in camera e non aveva assolutamente idea di che ore fossero. Accese la lampada sul comodino e guardò la sveglia. Segnava le 20:37. Si alzò, aveva la gola secca e sentì un vuoto allo stomaco. Decise di andare a cena e indossò vestiti comodi. Una volta fuori fu sorpresa da una pioggia battente. Si meravigliò che fosse comunque ancora caldo. Attraverso il aggio coperto, arrivò direttamente nella hall dell’albergo. Quando ò davanti alla reception salutò amichevole come sempre, la ragazza di turno, che la chiamò. «Signora Kramer? C’è un messaggio per lei» disse in tono cordiale a Kira e le consegnò un pezzo di carta piegato. In un primo momento si meravigliò: chi poteva averle lasciato un messaggio? “Martin” le ò per la testa. Non voleva disdire l’appuntamento, vero? Aprì velocemente il foglio e lesse le due righe: «Mia cara stella marina!». “Carlos”, trasalì e continuò a leggere «purtroppo oggi devo andare a Santo Domingo per sistemare una cosa. Tu non eri in albergo. Peccato che io non ti possa vedere per una giornata intera. Non vedo l’ora di domani, non vedo l’ora dello spettacolo e di vederti! Un bacio, tuo Carlos». Kira tirò un sospiro di sollievo: non avrebbe dovuto raccontare a Carlos della gita con quel finale pericoloso, almeno non oggi. Spensierata, ripose il messaggio nella tasca dei pantaloni e andò al ristorante. Non vide nessuno che conosceva quindi prese posto ad un piccolo tavolo. Le andava bene così: quella sera non aveva voglia di chiacchierare con nessuno. Kira prese due fette di arrosto tenero, insalata fresca e patate al forno con panna acida. Da bere ordinò acqua e succo d’ananas fresco. Concluse la sua cena con una bella fetta di torta al cioccolato con tantissima crema al cioccolato. “Ottimo per i nervi distrutti” pensò mentre la mangiava. Mentre tornava in camera sua decise di are la serata comodamente davanti alla tv. “Cavolo! Devo chiamare Babsi! Penserà sicuramente che l’ho dimenticata con tutto il divertimento che c’è qua”. Stava già facendo il numero, quando le cadde
lo sguardo sull’orario. Velocemente fece un calcolo nella sua testa. Non appena si rese conto che a casa erano già le due e mezza di notte, si interruppe. “Domani chiamo Babsi! Poco ma sicuro” decise e accese la tv.
Ore di felicità
Sabato mattina Kira non ebbe bisogno della sveglia. Di buon umore saltò fuori dal letto e si affrettò alla finestra, per tirare le pesanti tende. Felice, si rese conto che aveva smesso di piovere. Gli alberi e il prato luccicavano ancora per via della rugiada, ma il sole avrebbe asciugato velocemente l’umidità. Kira si sentiva completamente euforica e capì che si sentiva così felice perché avrebbe rivisto Martin. “Quanta grossa potrà diventare questa gioia ancora?”, pensò e scosse la testa. Uno sguardo allo specchio le rivelò che aveva un viso pallido e ombre sotto gli occhi nonostante l’abbronzatura. Aveva un aspetto peggiore di come si sentiva. Quella strana sensazione alla gola le era rimasta e starnutiva ogni due per tre, ma non sentiva nessun dolore derivante dall’avventura del giorno prima. Dopo la doccia si massaggiò attentamente intorno agli occhi e si pizzicò le guance fino a che non diventarono rosa. Il trucco sembrò funzionare e Kira, guardandosi, decise che stava già molto meglio. Scelse con attenzione i vestiti. Un paio di bermuda grigi a vita bassa che arrivavano proprio sotto il suo ombelico, una top corto grigio, rosso e bianco che non riusciva a nascondere il suo piercing all’ombelico: un fiore rosso di strass che luccicava maliziosamente. Un paio di scarpe da ginnastica rosse e un paio di braccialetti rossi completavano il suo outfit. Sam bussò alla porta e andarono insieme a fare colazione. Per fortuna anche lei aveva digerito lo spavento ma era comunque nervosa e continuava a parlare apparentemente senza freni. Il giorno in cui avrebbe conosciuto i genitori di Miguel era arrivato e questo la rendeva estremamente nervosa, è tutto quel parlare era la sua valvola di sfogo. Riuscì a contagiare Kira e quasi non riuscirono a finire due bocconi. Kira dovette rassicurare Sam ancora un sacco di volte, che era bellissima e che avrebbe fatto bella figura davanti ai genitori del suo tesoro. Kira lo pensava veramente, Samantha indossava un vestitino estivo rosa con fiori e con una gonna ampia a campana, i nuovi sandali bianchi e una piccolo fermaglio rosa tra i suoi ricci neri. «Sei molto bella e Miguel sarà contento di aver trovato una
donna dolce come te» rassicurò Sammy. Non riuscirono più a restare nel ristorante e decisero di aspettare insieme Miguel e Martin. Miguel fu il primo ad arrivare, anche lui era chiaramente molto nervoso. Non riusciva a tenere ferme le mani. Kira salutò tutti e due, augurandogli un in bocca al lupo. Puntuale, alle dieci arrivò una vecchia jeep davanti all’albergo e Kira riconobbe Martin al volante. Il suo cuore smise di battere e le tremavano le mani per l’agitazione. Martin si fermò vicino a lei, scese velocemente, si avvicinò e la salutò con un bacio sulla guancia. Si allontanò di un o e dopo averla studiata da testa a piedi le disse: «Sei molto bella». Kira voleva rispondere qualcosa, ma le venne da starnutire. Lui sollevò un sopracciglio in un modo indescrivibile e le studiò il viso. Le aprì la portiera come un vero gentiluomo e le disse di salire. Quando la macchina partì, lui le chiese come aveva fatto a prendersi quel raffreddore. Lei gli raccontò la storia del giorno prima. Non aveva ancora finito di parlare, che Martin batté forte con le mani sul volante e Kira si spaventò profondamente. Imprecò per così tanta stupidità e poi poco a poco si calmò. Con voce tremante disse: «Mio Dio, Kira! Saresti potuta morire! Tutti sareste potuti morire!». Era chiaro che quella storia non lo aveva lasciato indifferente. Poi rimasero un attimo in silenzio e Kira pensò a come cambiare discorso. «Come sta la piccola Lady? Il tuo cucciolo…» Martin, preso in contropiede, dovette pensare a quello che lei gli stava chiedendo, ma poi apparve un sorriso sul suo viso. «L’ho portata da Jutta e Jasmin. Le hanno fatto il bagno con lo shampoo per tenere lontani i parassiti. Ha digerito bene il cibo per i cuccioli e mangia con appetito. Jasmin le massaggia quel brutto rigonfiamento più volte al giorno con una crema speciale. Ieri sera sono andato a trovala e penso che se Lady non si ammalerà, può farcela. Il pelo è sempre messo un po’ male, ma la piccola è sveglia e gioca tutto il giorno. Se vuoi ti posso portare una volta da Jutta e Jasmin. Penso che potreste andare d’accordo». arono per la strada che ormai Kira conosceva bene, verso Santa Barbara de Samanà. Kira chiese perché le strade si trovavano in quello stato e Martin le disse che nella zona vicina, El Valle, stavano portando avanti un nuovo progetto.
«In questa regione, a molte case manca l’acqua potabile e anche la per quanto riguarda la corrente non si sta meglio. Il problema dovrebbe risolversi con l’acquedotto che stanno costruendo. Per questo le strade devono essere spaccate per poter posare le tubature che raggiungano ogni casa. La Repubblica Dominicana non è uno stato ricco e non ci sono molte macchine per la costruzione delle strade. Per questo ci vuole un po’ di tempo prima di avere le strade in uno stato normale. Ma bisogna farlo. In due o tre anni tutti avranno acqua potabile e elettricità. Quando iamo attraverso Santa Barbara de Samanà potrai vedere che ogni negozio ha un generatore fuori dalla porta. Così se succede un blackout, possono continuare a servire i clienti». Kira ne rimase meravigliata, non ci aveva pensato. «Tu dove vivi?» gli chiese. «In un quartiere tranquillo. Nella parte più a nord della città. E, si, ho acqua corrente» rise. «Nella mia piccola casa c’è una cisterna. Quindi non è così grave per me se non piove per un po’ di tempo. Per l’elettricità è un’altra storia. Quasi ogni giorno c’è un blackout che dura un paio di ore. Ma io lavoro tutto il giorno e la sera di solito non ci sono problemi». Capì che Kira cercava di immaginarsi una giornata intera senza elettricità e acqua. «Non è cosi malaccio. Mi sono abituato e ora non me ne rendo quasi conto» disse ridendo. Ma Kira rimase scettica. Erano arrivati a Santa Barbara de Samanà e Martin le spiegava tutto quello che vedevano. Fece una breve sosta e comprò qualcosa da bere e empanadas calde. Andò in farmacia e comprò un medicinale contro il raffreddore per Kira, dato che Kira non riusciva a smettere di starnutire. Poi arono su una strada piena di buche nella zona del porto e infine raggiunsero la loro meta. Mentre Martin parcheggiava la Jeep, Kira si guardava intorno curiosa. La strada che portava al ponte cominciava da una spiaggia di un grosso albergo a cinque stelle e dopo aver salito un centinaio di gradini, raggiunsero il punto più alto di una piccola collina tutta coperta da un bosco. Là cominciava il ponte. Si vedeva che aveva avuto tempi migliori. Quello che una volta era il parapetto, mancava quasi del tutto. Il resto dell’illuminazione non funzionava e il cemento era completamente spaccato in alcuni punti. «Non avere paura, il ponte è ancora sicuro anche se non sembra. Vieni!» disse Martin a Kira e la prese per mano. Così eggiarono mano nella mano sopra il ponte e Kira guardava il mare sotto i loro piedi. «Guarda quante stelle marine!» disse Martin, indicandole. Nell’acqua cristallina, attraverso la quale si poteva persino scorgere il fondale, si muovevano tantissime stelle marine di diversa grandezza e diverse sfumature di rosso e arancione. Kira
ne rimase affascinata e osservò quegli animali così interessanti. Non aveva mai visto niente del genere. Incontrarono anche alcuni turisti, giovani dominicani e coppiette. Il ponte è una vera e propria attrazione. «È un setting molto bello per un film. Molti attori famosi hanno camminato su questo ponte» raccontò Martin. Indicò qualcosa sulla destra e spiegò a Kira: «Quello che vedi là, è il parco nazionale Los Haitieses». Raccontò delle tante tane dove i pipistrelli si sentono a loro agio, delle foreste di mangrovie, degli animali e degli uccelli che vivono là. Kira ascoltava tutt’orecchi e pensava meravigliata: “Tutto quello che sa è fantastico!”. Dopo essersi arrampicati su scalini molto ripidi e poco sicuri, raggiunsero la prima isola e si guardarono intorno. Si ha una bella vista della città dal mare e a Kira piaceva moltissimo. Fecero un giro sull’isola e Martin propose di attraversare l’ultimo tratto del ponte. Una volta arrivati là, cercò un bel posticino all’estremità di quella piccola isola e si sedettero comodi sul prato morbido. «Quell’isola a sinistra è Cayo Levantado, meglio conosciuta come isola Bacardi. A quanto pare, là venne girata la pubblicità della famosa bevanda. Da alcuni anni c’è a Cayo Levantado un albergo cinque stelle, un vero lusso, ma una parte della spiaggia è ancora libera e molti turisti vanno a visitare l’isola» continuò Martin. Mangiarono le empanadas che avevano portato. A Kira piacquero quelle paste ripiene e le mangiò con grande appetito. Dopo aver mangiato, si sdraiarono sul prato comodi e Martin appoggiò la sua testa sul ventre di Kira. Kira bruciava dal chiedere una cosa e alla fine non riuscì più a trattenersi, aveva un po’ di timore per la risposta, quindi chiese con voce tremante: «Sei sposato o fidanzato?». Martin rimase un po’ spiazzato ma rispose tranquillo: «C’era una ragazza, Anne, di cui ero veramente innamorato e che volevo sposare. Ero ancora uno studente e senza soldi. Quindi avevo un piccolo lavoretto con cui mi pagavo gli studi. Io ed Anne abbiamo fatte molte cose insieme: vacanze in bicicletta, gite al lago,
camminate… tutto quello che era possibile fare senza spendere troppo. Ero molto felice. Anne anche, almeno penso. Risparmiavo fino all’ultimo centesimo che rimaneva dei pochi soldi che avevo perché volevo comprarle un anello di fidanzamento con una piccola pietra preziosa. Era poco prima che finisse l’università. Il weekend in cui avrei voluto chiederle di sposarmi, arrivò in una macchina decapottabile e con addosso un vestito all’ultima moda nel nostro solito locale. Lei disse che era finita e mi mostrò un anello gigante al dito. Il suo futuro marito, un pezzo grosso del settore immobiliare, le avrebbe potuto dare il lusso che lei desiderava e che io non avrei mai potuto darle in tutta la mia vita. Quindi ho riportato indietro l’anello, dato gli ultimi esami e fatto il mio zaino. All’aeroporto, ho comprato un biglietto per il primo volo disponibile e sono arrivato nella Repubblica Dominicana. Quando finivo i soldi, mi spostavo. Ho aiutato con la mietitura e nel frattempo studiavo spagnolo. Dopo un po’ mi ero abituato a tutto qua e non volevo più tornare indietro. Quindi ho chiesto la residenza a Santa Barbara de Samanà». Rimase in silenzio un po’ prima di continuare: «Da allora ho avuto molte relazioni. Alcune più lunghe, altre più brevi. La maggior parte brevi. La donna a cui avrei regalato l’anello, non l’ho ancora incontrata». Nessuno parlò per un bel po’, poi Martin chiese: «Tu invece? C’è un signor Kramer o un futuro sposo?» mentre poneva la domanda, la guardò intensamente con i suoi occhi blu fiordaliso. «No» rispose Kira, «io non sono sposata e a dire il vero, gli uomini sono un po’ tabù per me. Ho avuto tre relazioni serie e tutte si sono concluse disastrosamente. Kai, che era il mio ragazzo fino a tre mesi fa, non riusciva a togliere gli occhi di dosso dalle donne. Faceva spesso straordinari, una volta volevo fargli una sorpresa e andai a trovarlo senza dirgli niente. Lo trovai mentre baciava la sua segretaria, con entrambe le mani impegnate sotto la sua gonna». Kira si meravigliò di se stessa: aveva raccontato la storia a Martin. Oltre a lui, solo a Babsi l’aveva raccontato e lei era la sua migliore amica. Immersi nei loro pensieri, rimasero sdraiati sul prato e Martin le accarezzava dolcemente il braccio. Dopo un po’, Martin si sedette e raccontò a Kira che nella stagione invernale, dal porto di Santa Barbara de Samanà, partivano crociere più volte alla settimana. Le gigantesche navi sputavano fuori migliaia di turisti e la città, di solito tranquilla, pullulava di vacanzieri provenienti da qualsiasi parte del mondo. Martin raccontò un paio di divertenti aneddoti e piano piano l’atmosfera intensa che si
era creata tra di loro, si dissolse. Quando decisero di andare, Marti aiutò Kira a mettersi in piedi e lei cadde direttamente tra le sue braccia. Una sensazione calda si diffuse in lei. Lui si avvicinò ancora di più a lei e iniziò a baciarla lentamente. Le sue labbra scivolarono sulla pelle delicata del suo collo e mordicchiavano il suo lobo dolcemente. Il suo basso ventre si contrasse e sentì un piacere sconosciuto crescere in lei. Lui affondò le sue labbra nella sua bocca e la baciò piano e dolcemente. Lei aprì le sue labbra e si sciolsero in un bacio sempre più apionato. Cautamente, le mani calde di lui accarezzarono la sua pancia nuda. Kira pensava che sarebbe svenuta per la voglia, quando le sue dita sfiorarono i suoi capezzoli. Lei, con le mani sotto la sua polo azzurra, gli accarezzava la schiena. Un brivido di eccitazione corse sulla pelle di Martin. All’improvviso sentirono delle voci dietro di loro e si girarono. Una schiera di turisti si dirigeva proprio verso di loro. Il magico momento era stato violentemente interrotto e, tenendosi per mano, tornarono indietro. Kira si sentiva al settimo cielo e quando sorrise a Martin raggiante notò che anche lui la guardava innamorato. C’erano troppe persone in giro e Martin non provò più nemmeno una volta a baciarla. “Che dolce” pensò Kira, “non vuole far parlare di me” rise piano dentro di sé. eggiarono ancora un po’ in città e poi Martin disse triste: «Proprio oggi c’è un incontro importante nell’agenzia di turismo, a cui tutte le guide devono partecipare. erei molto più volentieri la serata da solo con te». Kira era un pochino delusa, ma le venne in mente dello spettacolo di quella sera e che aveva promesso di andarci. Martin la riportò quindi in albergo con la jeep e le disse: «Per favore, dammi il tuo numero di cellulare. Ti chiamo e facciamo qualcosa insieme. Ok?». Kira glielo dettò e Martin lo salvò nel cellulare. Poco prima di arrivare in albergo si fermò un’altra volta e prese il suo viso tra le mani: «Per favore non essere triste Kira. Abbiamo tutto il tempo del mondo. Tutto sarà fantastico, te lo prometto» e la baciò un’altra volta dolcemente.
Spettacolo con raffreddore
Kira guardò Martin che spariva dietro di sé e mise le mani sul suo cuore che batteva selvaggiamente. Quando la jeep scomparve dal suo campo visivo, cantando a bassa voce entrò ballando nella hall dell’albergo e quasi si scontrò contro Heidrun e Micha. I due stavano andando al ristorante per la cena. Kira si lasciò convincere volentieri e li accompagnò nella sala. Thomas un Katrin avevano già occupato il tavolo grande in terrazza ed erano contenti di vedere i loro amici. Per fortuna Katrin si sentiva meglio nel frattempo. Micha raccontò della loro bellissima gita a Santo Domingo. Raccontò del tutto entusiasta della città e del magnifico concerto. «Gente, ve lo dico: bisogna assolutamente aver visto La Capital. È una città gigantesca e piena di vita con un’atmosfera internazionale. Da un lato completamente moderna, dall’altro piena di storia e la cordialità tipica della gente dei Caraibi. Piena di contrasti ma che sono in sintonia tra loro». Non smetteva più di raccontare. Heidrun fu costretta a tirargli una gomitata per poter parlare. Parlò delle possibilità di andare a fare dello shopping conveniente e delle boutique di tutte le case di moda internazionali. Le ragazze ascoltavano attentissime. Poi Heidrun e Micha decisero di raccontare a turno, senza dimenticare il minimo dettaglio, del concerto all’Hardrock Cafè. Quando i due non ebbero più niente da raccontare, fu il turno di Thomas, che raccontò della loro sfortunata gita in barca e Kira ne approfittò per riempirsi finalmente il piatto. Si sentiva un po’ stanca e febbricitante. La gola le faceva male e spaventata pensò: “Oh no, non ho bisogno di un’influenza soprattutto non ora!” anche il suo appetito lasciava a desiderare e prese solo della frutta fresca e una macedonia, per via delle vitamine, importanti per una persona con il raffreddore. Un cameriere molto gentile e premuroso le portò una limonata calda con del miele da bere. Mentre gli altri parlavano ancora della gita con finale drammatico, lei sognava a occhi aperti Martin. Alla fine chiesero cosa ci sarebbe stato da fare quella sera e Kira pregò le due coppiette di accompagnarla allo spettacolo. La sua proposta venne accettata molto volentieri e decisero di incontrarsi nella hall dell’albergo.
Una volta nella sua camera, Kira si lanciò sul suo letto. Avrebbe preferito continuare a pensare alla sua giornata e a Martin. Ma una promessa è una promessa e così si lavò, indossò un vestito estivo colorato e scarpe con il tacco. Tremava nonostante il caldo e prese la sua giacca fatta a maglia dall’ armadio. Si sedettero in cinque ad un tavolo nella sala enorme, bevettero vino e birra tranne Kira e naturalmente Heidrun, che oggi avevano optato per un te caldo e un succo di frutta e aspettavano curiosi l’inizio dello spettacolo. Carlos apparve velocemente su bordo del palco e quando vide Kira, le mandò un bacio con la mano. Poi lo spettacolo cominciò e tutti seguirono i movimenti sul palco. Un gruppo di danza aprì lo spettacolo e le ballerine poco vestite scuotevano le loro anche a ritmo di samba. Poi fu il turno di una coppia di comici e tutta la sala si piegò dalle risate. Seguirono altre rappresentazioni belle e divertenti, ma la testa di Kira ronzava ancora e praticamente non riuscì a seguire quasi niente. Poi apparve Carlos vestito da Michael Jackson sul palcoscenico. Cantò e ballò un medley della stella quasi come il vero re del pop. La sala strepitava e chiese il bis a gran voce. Carlos cantò un’altra canzone “I just can’t stop loving you” nella versione spagnola “Todo mi amor eres tu”. Con molto fervore, dedicò la canzone a Kira e tutti i presenti in sala lanciavano occhiate al suo tavolo. Kira si sentì molto a disagio, ma dovette ammettere che Carlos sapeva cantare molto bene. Dopo un applauso scrosciante, si chio le tende e ci fu un intervallo di dieci minuti. Carlos fece una breve puntata al loro tavolo, già cambiato e salutò tutti. Poi si rivolse a Kira e si spaventò per il suo aspetto. Sul suo viso pallidissimo, c’erano macchie rosse, aveva un velo di sudore sulla fronte e tremava anche se indossava la giacca. Kira doveva avere la febbre alta ed era molto debole. Thomas raccontò brevemente della gita in barca a Carlos e lui non riuscì a parlare per la rabbia. Prese Kira in braccio, salutò con un cenno gli altri e lasciò la sala. Portò velocemente Kira in camera. L’aiutò a svestirsi e la mise a letto. Prese una coperta calda dall’armadio e coprì Kira con attenzione. Poi chiamò il dottore dell’albergo senza lasciarla mai sola. Anche se doveva ritornare al suo spettacolo, rimase lì. Il medico arrivò e visitò Kira. Le fece un’iniezione e bevve una medicina per far abbassare la febbre. Il dottore tranquillizzò Carlos, dicendogli che non era niente di grave. Si sarebbe addormentata profondamente e presto si sarebbe sentita meglio. Il medico cacciò via Carlos e lui lasciò Kira controvoglia. Baciò la sua fronte che scottava. «Piccola stella marina, guarisci presto. Grazie per essere venuta lo stesso al mio
spettacolo, anche se è stata una decisione stupida. Sei così importante per me. Buona notte piccola!». Il dottore lo spinse fuori e disse a Kira che sarebbe dovuta are da lui ancora la mattina seguente. Poi la salutò e uscì dalla camera. Kira era felice di essere nuovamente da sola. Le medicine sembravano già fare effetto e si sentiva un po’ meglio. Prese una bottiglietta d’acqua minerale fredda dal minibar e si rintanò di nuovo nel letto. I suoni della notte caraibica la cullarono e Kira cadde in un sonno curativo. Sognò Martin, i suoi baci, le stelle marine rosse sul fondo del mare e le gigantesche navi da crociera davanti alle isole verdi. Verso le nove del mattino seguente, si svegliò e si stiracchiò. Aveva dormito bene e si sentiva veramente meglio. Si alzò dal letto e andò a salutare la famiglia del gallo. Dopo essersi lavata si vestì comoda con jeans e maglietta e andò a cercare l’ufficio del medico in albergo. Era molto soddisfatto delle sue condizioni di salute e le diede un paio di pastiglie e delle gocce per curare fino in fondo il raffreddore. Le chiese se aveva già fatto colazione e quando lei rispose di no, lui le prescrisse una colazione sostanziosa e una giornata tranquilla in piscina o al mare. Il giorno dopo sarebbe stata completamente in forma e pronta per eventuali gite. Kira si recò quindi obbediente al ristorante, dopo essere stata visitata dal dottore. Aveva di nuovo fame e si prese uova strapazzate, pane tostato, formaggio, affettato e cornetti con ripieno al cioccolato. Ramon, il cameriere che si era innamorato di lei, le portò latte caldo con miele e Kira mangiò tutto volentieri. I suoi amici avevano prenotato il safari in jeep ed erano partiti già da un po’. Kira bussò alla porta di Sammy, ma non era ancora tornata. Quindi Kira si vestì lentamente per una giornata in spiaggia. Nel frattempo ascoltava musica e cantava a bassa voce. “Che stupida!” mormorò Kira, “ho dimenticato di nuovo di chiamare Babsi!”. Prese il cellulare e compose il numero di Babsi. “È domenica, ho buone probabilità di trovarla”. Dopo molti tentativi riuscì a prendere la linea e poco dopo stava parlando con la sua migliore amica. Babsi era felicissima di sentire Kira. Era anche un po’ arrabbiata perché era ata una settimana, ma voleva sapere tutti i più piccoli dettagli. Kira raccontò tutto e Babsi e non riuscì a trattenere le risate per alcuni racconti. Le due amiche parlarono per più di
mezzora e quando misero giù, Kira fu assalita dalla paura e dal panico per la bolletta del telefono. Ma non importava, adesso si sentiva sollevata e non si sentiva più la coscienza sporca. Soddisfatta, si avviò in direzione della spiaggia. Là trovò un bel posto all’ombra di una palma a per prima cosa si buttò in mare. Amava il mare e quando sarebbe stata di nuovo in Germania, ne avrebbe sentito la mancanza. Un po’ malinconica pensò che la prima settimana era già finita ed era triste perché una volta conclusa quella vacanza non avrebbe più potuto vedere Martin. Immersa nei suoi pensieri tristi, si sdraiò sul suo lettino e si stiracchiò. Prima di poter intristirsi ancora di più, sentì all’improvviso delle mani che le accarezzavano la schiena e si girò. Era Carlos che le spalmava la crema sulla pelle. La baciò sulla guancia e la salutò. Poi si arrabbiò con lei per la gita in barca, il raffreddore, per il fatto di essere andata lo stesso allo spettacolo e ancora e ancora. Kira non prestò ascolto e lui si tranquillizzò di nuovo. Non poteva fare a meno di spalmare la crema sul corpo di Kira e lei dovette spostare ogni volta le sue mani maleducate quando cercavano di intrufolarsi sotto il costume. Purtroppo Carlos non aveva molto tempo e Kira tirò un sospiro di sollievo, quando finalmente se ne andò. Si sentì chiamare e perlustrò con gli occhi la spiaggia. A piedi, arrivavano da Las Galeras, Samantha e Miguel. Dopo aver salutato amichevolmente, Miguel se ne andò, doveva tornare al negozio. Sammy ebbe quindi la possibilità di raccontare tutto del giorno prima «Immagina! I suoi genitori hanno un ranch. Con mucche, cavalli, galline e tutti i tipi di animali. È veramente bello a casa di Miguel. E i suoi genitori sono perfetti. Ok, all’inizio ci guardavano un po’ critici, ma è ata in fretta ed è stato un giorno fantastico. Ho aiutato sua madre a cucinare e ho imparato molto della cucina dominicana. Il mangiare era uscito molto buono, nonostante io abbia aiutato» disse Sam. Kira rise di cuore del suo entusiasmo. «Il pomeriggio siamo andati a cavallo, sulla riva del mare e abbiamo fatto il bagno. Alla sera hanno un barbecue enorme. Un sacco di parenti e amici sono venuti. Ho conosciuto tutti… è stata una nottata divertente» continuò Sammy. «L’unica cosa che non mi è piaciuta tanto è che io e Miguel abbiamo dovuto dormire in camere diverse» si indignò Sam e Kira si sbellicò dalle risate. Poi Kira raccontò cosa aveva fatto sabato e questa volta toccò a Samantha ridere
di cuore. «Ammettilo! L’influenza era tutta una finta per tener lontano Carlos» disse Sam e Kira ci pensò su un attimo. «Potrebbe anche essere che il mio inconscio abbia simulato l’influenza apposta, ma di sicuro IO non ne sapevo niente» si difese lei. Si raccontarono ogni minimo particolare e così il tempo ò velocemente. Dopo il pranzo Kira tornò in camera sua ancora un pochino e supplicò il cellulare di suonare. Sperava tantissimo che Martin la chiamasse. “Ha un tour da guidare, non può perdere tempo in telefonate” si disse, ma la sua impazienza cresceva di minuto in minuto. Più tardi quel pomeriggio, Sam e Kira andarono a fare una rilassante eggiata in spiaggia e raccolsero altre conchiglie. Quelle che avevano raccolto il giorno della gita in barca erano affondate con i loro vestiti e la barca. Quando Kira tornò in camera per cambiarsi per andare a cena, suonò il cellulare e agitata rispose: «Ciao Kira, come stai? Ti sei liberata del raffreddore?» era Martin e il cuore di Kira fece un balzo in gola. Gli raccontò un po’ dello spettacolo e della giornata appena ata in spiaggia. Lui raccontò del suo tour e Kira ascoltò con piacere il suono piacevole della sua voce. Kira assorbiva ogni parola che lui pronunciava, come una spugna bisognosa d’acqua. Si immaginò il suo viso e i suoi meravigliosi occhi blu e si dovette sedere perché le tremavano le gambe. Aveva ascoltato senza respirare e lui chiese: «Kira ci sei ancora?» lei si schiarì la gola e rispose con voce velata. Lui immaginò lo stato d’animo di Kira e con una voce poco chiara chiese: «Kira, se vuoi… cioè.. io avrei… vorrei… io…» si ingarbugliò e cominciò di nuovo: «Ho organizzato qualcosa per domani sera e ti vorrei invitare. Porta anche i tuoi amici, sarà divertente» Kira voleva sapere più precisamente cosa, ma Martin non svelò niente. Ma lei voleva sapere come doveva vestirsi e lui rispose: «Fatti bella per me, i tacchi alti sono ok». Le comunicò il luogo e l’ora e la salutò con un «Non vedo l’ora di vederti Kira! A domani, sogni d’oro». Kira rimase seduta ancora qualche minuto senza muoversi e si portò il cellulare al petto. Samantha ruppe il letargo di Kira bussando alla porta. Kira le raccontò della telefonata. «Bello! Pensi che io possa portare anche Miguel? Sono curiosa di sapere cosa si è inventato Martin».
A cena, Kira invitò le altre due coppiette al suo appuntamento segreto e tutti tentarono di indovinare cosa c’era dietro. Dopo cena, fecero una eggiata in direzione di Las Galeras e arono una serata divertente in un bar carino. Miguel li raggiunse e fu contento di essere stato invitato. Quando le coppie andarono a ballare merengue e bachatta, Kira fu assalita da una profonda malinconica e avrebbe voluto che Martin fosse lì con lei. Purtroppo non arrivò e anche Carlos non si vide, cosa che però fece piacere a Kira. Ballò un po’ con alcuni giovani dominicani, ma non riusciva a controllare i suoi piedi e decise che preferiva guardare gli altri ballare. Non voleva essere responsabile di nessun piede fratturato. Molto dopo la mezzanotte, il gruppetto tornò all’albergo eggiando sulla spiaggia. Le coppiette amoreggiavano e si baciavano ogni due metri e Kira fu felice di essere arrivata finalmente in albergo. Non era così divertente stare a guardare, quando gli altri innamorati pazzi, tubavano mentre lei si sentiva così sola. Andò velocemente a letto e cercò con tutte le sue forze di addormentarsi. Ma la sua testa era al lavoro e non riusciva ad obbligarla a dormire.
Una romantica sorpresa
Ad un certo punto della notte Kira si era addormentata, ma il giorno seguente si svegliò comunque stanca. Ancora in camicia da notte, bussò da Sammy e quando lei la fece entrare, vide che aveva pianto. “La tosta Samantha in lacrime? Non può essere vero!” pensò Kira e abbracciò la sua amica per consolarla. Dopo un po’ Sammy riuscì a smettere di singhiozzare e raccontò a Kira, che lei e Miguel avevano ato la notte a fare l’amore e dopo che lui se n’era andato per adempiere i suoi doveri in negozio, aveva avuto un attacco di panico e ansia per il futuro. «Sai Kira, sembra tutto così perfetto. Non c’entra solo Miguel, io sono profondamente innamorata, questo è chiaro. No, ho questa sensazione di essere
arrivata. Di aver trovato una casa qua. Da quando mia madre e mio padre vivono in due continenti diversi, vado da una parte e dall’altra, ma anche i miei sentimenti continuano ad oscillare. Non ho mai saputo dire, dove avrei voluto vivere. Adesso lo so. Io voglio viere qui! E non ho nessuna idea di cosa io debba fare». Kira rifletté: «E Miguel cosa ne pensa?» «Ah per lui è tutto facile. Per lui è assolutamente chiaro che noi ci sposeremo, avremo almeno sei bambini e vivremo per sempre felici e contenti…». Kira sorrise e anche Sam non riuscì a non ridere al suono delle sue parole. «Lui dice che io devo tornare in Germania, licenziarmi, impacchettare le mie cose e al più tardi una settimana dopo, essere di nuovo tra le sue braccia». Sam girò gli occhi ma Kira non pensava che l’idea di Miguel fosse così sbagliata. «Ah se solo Martin me lo chiedesse, non mi fermerebbe niente e nessuno. Sarei da lui in meno di una settimana» disse Kira. Purtroppo Martin non glielo avrebbe mai chiesto, confessò Kira triste. Le due discussero della situazione anche più tardi a colazione, ma non riuscirono a trovare nessuna risposta vera e propria. Dato che nessuna delle due aveva voglia di partecipare ad un’escursione, arono la giornata al mare. Kira cercò di concentrarsi ancora una volta sull’articolo del viaggio, ma si arrese presto e si disse che aveva ancora una settimana di tempo. Il pomeriggio, a bordo piscina, mangiarono la frutta con gelato, affogata nel cioccolato e con tanta panna e scherzavano con i camerieri. Quando tornarono in spiaggia, si crogiolarono sulle loro sdraio. «Dove si nasconde Carlos tra l’altro?» si chiese Samantha. Kira, che aveva ricevuto un altro messaggio dalla reception, le rispose: «Doveva andare di nuovo a Santo Domingo per poco tempo, era chiaramente molto dispiaciuto. Non ho nessuna idea di cosa faccia là, ma queste chiamate improvvise sono decisamente strane. Forse è un spacciatore…»«No non credo… forse un sicario» suppose Sammy e continuò seria: «Non hai visto quel rigonfiamento nei suoi pantaloni?» ma quando Kira la guardò con un punto di domanda scritto sulla fronte, scoppiò a ridere. Kira diventò rossa e tirò della sabbia contro l’amica. Continuarono a fare le stupide e alla fine erano completamente coperte di sabbia. Si buttarono nell’acqua calda e bellissima e si pulirono dalla sabbia e dalle conchiglie intrappolate tra i capelli e sul corpo. Rimasero in acqua e Kira tornò sul tema “Carlos”: «Riesci ad immaginare, come mai un normalissimo animatore debba andare ogni giorno nella capitale? Nel bel mezzo dell’alta stagione e con
l’albergo tutto esaurito» «Probabilmente ci vive sua moglie, e la sua schiera di bambini ha bisogno del papi o di carbone o chissà cosa» pensò Sam. «Potrebbe anche essere» rispose Kira «ma non ha problemi con l’albergo?» e continuarono ad interrogarsi per un po’ di tempo. «Come sta andando con Martin, quindi?» Samantha cambiò argomento. «Se lo sapessi! Ci siamo baciati ed è stato semplicemente… Wow! Ma oltre a una telefonata e l’invito per stasera, non c’è stato altro. Inoltre ha esplicitamente invitato tutti noi. Questo significa che non vuol rimanere solo con me…» rispose Kira lamentosa. «Ma tu sei cotta di lui» dichiarò Sammy. «E se con lui non dovesse funzionare, hai sempre Carlos. A quanto pare lui è totalmente innamorato». Kira evitò di rispondere e iniziò a pensare a cosa avrebbe potuto indossare quella sera. «Devi essere estremamente sexy, magari aiuta a eliminare tutti i dubbi di Martin» disse Sam e Kira si lasciò convincere. Dopo uno sguardo all’orario, decisero che era quasi ora di prepararsi per la serata. Il taxi sarebbe arrivato alle cinque, avevano quindi ancora meno di un’ora e mezza. Dopo essersi rinfrescata sotto la doccia, Kira si spalmò una lozione profumata per il corpo. Mentre lasciava che il suo corpo l’assorbisse, si asciugò i capelli. Per calmare i suoi nervi tesissimi, si mischiò un Cuba Libre e lo bevve a piccolo sorsi. Prese dall’armadio l’unico vestito da sera che aveva portato con sé e lo stese sul letto. Il vestito era verde blu di seta e veramente molto sexy. Kira cercò uno slip che fosse adatto al vestito, il reggiseno non si poteva mettere sotto quel vestito. Quando lo indossò, il vestito la fasciava stretta, e notò che Martin dopotutto aveva ragione, era diventata un po’ rotondetta. Si guardò allo specchio. Sul davanti e sul dietro c’era un ampia scollatura, le due parti erano tenute insieme da una catenina argentata. La scollatura era così profonda che quasi si riusciva a vedere il suo ombelico, da cui spuntava una pietruzza verde. Sam entrò e disse: «Wow, il vestito è veramente provocante» e osservò Kira da tutte le angolazioni. E poi disse: «Gli slip ti tagliano, non stanno bene». Kira provò diversi tipi di slip, ma il risultato fu sempre lo stesso. Il vestito era come una seconda pelle, quindi ogni slip faceva un effetto poco piacevole. «Evita semplicemente di metterli» disse Sam. Kira era inorridita: «Completamente senza niente? Non l’ho mai fatto! Non ho il coraggio».
Ma Samantha la convisse che non poteva succedere niente. Inoltre il vestito era lungo fino alle ginocchia e non poteva scivolare o lasciar vedere niente. Le sue scarpe con il tacco a spillo nere, completavano l’immagine di una moderna vamp mangia uomini. Kira si fece legare i capelli in un’acconciatura alta sopra la testa molto chic, si era truccata con l’ombretto, eyeliner, mascara e lucida labbra. Si guardò soddisfatta nello specchio e Sam rassicurò Kira che era assolutamente bellissima e che Martin sarebbe rimasto sconvolto alla sua vista.
Sammy indossava un vestito allacciato dietro al collo e una cintura con gli strass, con fermagli per capelli abbinati. Miguel avrebbe fatto fatica a riconoscerla, notò Kira e Sam non vedeva l’ora che lui la vedesse. Piano piano arrivò il momento e andarono nella hall. Anche gli altri arrivarono poco dopo, tutti vestiti molto bene. Anche l’autista non svelò niente e quindi dovettero avere pazienza per scoprire dove stavano andando. In un’atmosfera spensierata, parlavano delle esperienze che avevano fatto in vacanza e ben presto furono a Santa Barbara de Samanà. Il taxi parcheggiò davanti a un club al porto e scesero dalla macchina. Furono accompagnati sulla terrazza del club e là aspettarono con altri turisti. Un giovane cameriere apparve e distribuì champagne e dopo poco, arrivò un altro giovane in uniforme bianca. Salutò tutti gli ospiti e diede loro un cordiale benvenuto nella marina. Kira notò un movimento vicino a sé e guardò a lato. Martin prese posto di fianco a lei. Prese la sua mano e l’avvicino alla bocca e le baciò le dita. Poi indicò con la sua mano l’uomo che parlava e le fece segno di fare silenzio. Kira guardò di nuovo in quella direzione e si concentrò per capire quello che veniva detto, dato che l’uomo parlava in inglese. Un maestoso catamarano bianco come la neve e con grandi vele era attraccato al pontile. Tutti si alzarono e si misero in fila vicino al pontile. I primi eggeri salirono sulla barca e Martin salutò gli amici di Kira. «Oggi facciamo una “Crociera romantica al tramonto” con questo magnifico catamarano» spiegò e tutti cacciarono gridolini di gioia. «Su questa nave è tutto sicuro ed equipaggiato per un eventuale salvataggio» disse con uno sguardo serio. Nel frattempo era arrivato il loro turno di salire sulla nave e le coppie salirono per prime. Martin prese la mano di Kira per aiutarla. L’abbracciò un momento e le disse: «Kira, sembri una sirenetta. Non ti avevo quasi riconosciuta, sei così incantevole». Kira rise raggiante. Cercarono un posto in coperta e aspettarono con impazienza di vedere quello che sarebbe successo. Il catamarano salpò e navigò con facilità al largo nella baia di Samanà. C’era musica romantica e soave di sottofondo, i eggeri ridevano, bevevano e parlavano tra di loro. Martin volle parlare un attimo con il capitano, suo amico, che era lì vicino e
salutava alcuni ospiti e Kira non gli tolse gli occhi di dosso. Portava un paio di scarpe di pelle nere, pantaloni eleganti di colore grigio chiaro con una cintura alla moda e una camicia moderna di colore blu chiaro. Sopra le spalle portava un pullover di kashmir color champagne. I suoi capelli erano stati appena tagliati e gli stavano benissimo. Una visione perfetta. “Ha stile e il suo profumo è buonissimo” pensò Kira. Martin si sedette di nuovo vicino a lei e mise il braccio sulla spalliera della sua sedia. Kira si senti subito al sicuro e protetta. Il catamarano navigava quasi senza far rumore ad una certa distanza dalla riva e Martin mostrò a Kira e ai suoi amici, quello che c’era da vedere sulla terra ferma e in acqua. Durante la navigazione molti uccelli giganti scesero in picchiata nell’acqua e riapparivano poco dopo con pesci dimenanti stretti nei lunghi becchi. «Sono pellicani che pescano la loro cena» spiegò Martin e tutti guardarono interessati per un po’ gli uccelli. Una brezza calda soffiava sul mare e portò un dolce profumo di ibisco in fiore con sé. Era bellissimo e tutte le coppie presenti si godevano il viaggio in barca a vela. Lentamente il cielo si colorò di rosa e il sole cominciò a tramontare. Era uno spettacolo mozzafiato e loro navigavano verso il tramonto. Martin disse a Kira di guardare verso destra. C’erano delfini che saltavano e che accompagnavano il catamarano. Riconoscente, lo ringraziò con un sorriso e lui la abbracciò un po’ più stretta. Kira si strinse a lui e posò la testa sulla sua spalla e senza dire una parola, guardava l’incredibile bellezza della natura. Miguel e Samantha sedevano abbracciati direttamente vicino a loro e Kira vide che gli occhi della sua amica erano pieni di lacrime. Vedendo quanto fosse felice Sammy, erano sicuramente lacrime di felicità. Anche il viso di Heidrun aveva un’espressione beata e Micha accarezzava la pancia della sua futura moglie con dentro il loro bambino che cresceva. Il tramonto aveva fatto calare un’atmosfera romantica sulla barca a vela. Il sole non era ancora scomparso in mare, che già la notte scura avvolgeva il catamarano e a bordo si accesero fiaccole colorate. Sotto coperta, il personale della barca aveva già predisposto un ricco buffet e il capitano invitava a prendere posto.
Martin si offrì di prendere il cibo per Kira e lei ne fu molto felice. Miguel seguì Martin a ruota mentre Kira e Sam li osservavano. «Oh Kira! É una serata così romantica…sono al settimo cielo». Kira fece cenno di sì e sorrise immersa nei suoi pensieri. «Martin è veramente un romanticone. Un’idea così bella… ed è così attraente. Se io non fossi perdutamente innamorata di Miguel non avresti avuto vita facile» disse Sam, prendendo in giro la sua amica. Nella sua mente, Kira diede completamente ragione a Samantha: “È veramente bellissimo, gentile, divertente, affascinante e bacia divinamente… è proprio il mio tipo. Magari gli piaccio anche io… spero che mi baci di nuovo oggi. Sono pazza di lui!”. Miguel e Martin tornarono al loro posto e Martin porse a Kira un vassoio d’argento, dove aveva disposto in modo molto carino tutte le pietanze possibili. Kira vide canapè e involtini farciti con tenero salmone affumicato, caviale e petto di pollo grigliato, insalata di tonno e altre prelibatezze. I camerieri, molto gentili, servirono due bicchieri di Chablis freddo e loro mangiarono lentamente e di gusto. Martin prese una fragola, la immerse nella cioccolata liquida e la portò alla bocca di Kira. Con attenzione, lei ne staccò un pezzettino e Martin mangiò il resto. Lui la imboccava ogni tanto anche con uva e pezzi di ananas candita e Kira si godette intensamente quei momenti di intimità. Dopo la cena, la maggior parte delle coppie andarono di nuovo sul ponte e ballarono dei lenti romantici. La luna crescente, illuminava il tutto di un giallo intenso e le stelle brillavano nel cielo nero, mentre il catamarano danzava sul mare calmo. Martin afferrò la mano di Kira e la portò sulla pista da ballo. La strinse e ballarono a ritmo di musica. «Sei unica» bisbigliò Martin al suo orecchio. «Lo so» rispose Kira, «è la mia voglia a rendermi unica in mezzo a tutte le altre». Kira si meravigliò della sua risposta sfacciata e come temette Martin le chiese subito: «Posso vederla?» e Kira divenne rossa in viso per la vergogna: «Meglio di no, è in un posto un po’ nascosto» «Allora dimmi che forma ha e dove la nascondi» rispose Martin serio. «Ha la forma di un fiore ed è più o meno una ventina di centimetri sotto il mio ombelico» gli rispose a bassa voce. Kira lo guardò in faccia e vide, che lui desiderava profondamente scoprire il suo corpo e dare un’occhiata alla sua voglia. Velocemente fece scivolare via lo sguardo, per non far intuire a lui i suoi pensieri. Quando Kira sentì la sua canzone preferita risuonare nell’aria, sospirò lievemente e appoggiò la sua testa sulla sua spalla. Martin l’abbraccio stretta e le sue mani le accarezzavano dolcemente la schiena. Le sue mani scorsero fino alla sua vita, dove terminava la scollatura e a Kira vennero i brividi quando lui toccò
la sua pelle nuda. Martin le chiese, se aveva voglia di bere qualcosa e fecero una piccola pausa per bere del vino rinfrescante. Quando, un po’ più tardi ricominciarono a ballare abbracciati, Martin fece scorrere le sue mani sui fianchi di Kira. Mentre lo fece, sfiorò l’incurvatura del seno di Kira e continuò fino alle curve del suo fondoschiena e l’accarezzò voluttuosamente. «Non porti gli slip» bisbigliò nell’orecchio di Kira con una voce profonda. A Kira si infiammò il viso per la vergogna ed era contenta che lui non poteva notarlo, dato che il suo viso era affondato nel suo collo. Lui continuò ad accarezzarla e Kira riusciva a sentire il calore del suo corpo attraverso la stoffa sottile. I suoi capezzoli turgidi sporgevano sotto la seta e l’aria intorno a loro era carica di erotismo. Le sue labbra scorsero seducenti lungo la pelle morbida del suo collo e lui la ricopriva ogni centimetro di baci ardenti. Il corpo di Kira reagiva intensamente alle attenzioni di Martin e lei sentì montare dentro di se un’ondata di calore. L’aveva condotta a prora in modo impercettibile e sempre ballando. Solo altre due coppie si scambiavano tenerezze là, totalmente immerse nella musica. Martin si girò con la schiena al corrimano e tirò Kira a sé. Le sciolse la sua acconciatura ricercata, facendo ricadere i boccoli sulle sue spalle. Lui affondò il viso nelle sue ciocche morbide e inspirò il suo profumo seducente. Le dita di Kira accarezzavano la sua schiena e le sue unghie grattavano lievemente la stoffa della sua camicia. Lui gemette piano e poi baciò Kira sulla bocca. La baciò ardentemente, con ione e con urgenza. Kira sentì le sue mani sul suo sedere e lui la spinse con forza a sé. Lei era completamente in fiamme e rispondeva ai suoi baci avidi. Una mano affondò nel suo decolté e lui accarezzava vogliosamente la sua pelle tesa intorno ai suoi capezzoli turgidi. Con attenzione, spostò la stoffa a lato e affondò la sua testa, ò con la lingua sui suoi capezzoli. Kira gemette piena di voglia, quando lui si mise a leccarla. La baciò di nuovo con ione sulla bocca e l’accarezzava ardentemente. Kira lo voleva in ogni piccola parte del suo corpo. Poi l’allontanò di poco e rimise a posto la scollatura. Mandò giù il nodo che aveva alla gola e disse rude: «Scusa, non è stata una buona idea. Chiunque ci può vedere. Non volevo metterti in imbarazzo», mentre parlava si appiattiva i capelli completamente arruffati. Kira sentì la delusione montare dentro di sé, ma disse: «Hai ragione, non è che mi piaccia avere spettatori» e fece un sorriso sforzato. L’accompagnò ai loro posti e andò a prendere da bere.
Kira respirò l’aria tiepida della notte e piano piano anche il suo cuore rallentò il battito. Si guardò intorno e notò che la barca stava già navigando in direzione del porto. Sammy la raggiunse e disse: «È sicuramente vero amore. Vedendo la vostra ione, c’è da essere gelosi!». Il fatto che si fossero appartati, non era ato inosservato e Kira sentì di essere stata colta sul fatto. Sam la tranquillizzò: «Non è così strano, il sesso è il miglior atempo che esista. Io sono così felice, che Miguel venga a casa con me, se no non resisterei». Entrambe sorrisero consapevoli e quando Miguel e Martin tornarono indietro con i bicchieri pieni, era di nuovo tutto a posto. Fino all’attracco, chiacchierarono del più e del meno e gli amici ringraziarono Martin entusiasticamente per averli invitati a quella bellissima notte. Mentre aspettavano in marina il loro taxi, Martin spostò Kira fuori dal cono di luce della lanterna e la baciò ancora una volta lentamente e apionatamente sulla bocca. «Hai tempo per me domani?» chiese lui con un luccichio seducente negli occhi. Kira lo guardò raggiante e annuì. «Non c’è nessuno con cui io preferirei are la serata» bisbigliò lei. «Bene, allora ti chiamo quando finisco il tour. Tra l’altro, il fatto che tu non avessi niente sotto il tuo vestito, ha fatto bruciare in me una sicurezza. Vorrei volentieri cercare e studiare la tua voglia… non ci devo pensare perché se no, non riesco a controllarmi». La tirò a sé un’ultima volta e la baciò velocemente e duramente. «Buona notte e sogni d’oro!». Poi si allontanò a piedi verso la città-
Impaziente attesa
Il ritorno in taxi ò veloce ma Kira, anche con tutta la sua buona volontà, non riuscì a ricordarsene in seguito. Nei suoi pensieri era ancora con Martin e continuava a rivivere la serata con lui. Il resto della notte sognò ancora Martin che la teneva per mano. La mattina seguente si svegliò con un sorriso soddisfatto stampato sulla faccia. Quando il telefono suonò, pensava felicissima che fosse Martin, ma invece era Sammy. Voleva spere se Kira aveva voglia di andare a fare shopping a Santa
Barbara de Samanà. «È un’idea fantastica!» rispose Kira e Sam le disse di prepararsi. «In dieci minuti o a prenderti per andare a fare colazione. Miguel ha una giornata libera oggi e anche l’auto del padre. Ci mostra volentieri la città» disse allegra Sam. Non avevano ancora finito la colazione che apparve Miguel e salutò le ragazze. «Buongiorno bellezze!» disse piano ma in un buon tedesco. Samantha spiegò a Kira che Miguel voleva imparare ad ogni costo il tedesco e che lei ogni giorno le insegnava qualcosa. Kira era veramente sorpresa. Miguel invitò le due ragazze a salire nella sua macchina lucida come uno specchio e partirono nella direzione che ormai conoscevano bene. Durante il viaggio sentirono un cd degli Aventura e parlarono animatamente. Quando furono in città, Miguel indicò a sinistra e videro una nave gigantesca ancorata. Altre barche più piccole navigavano tra il porto e la nave da crociera, per portare i turisti nella piccola città. Sam e Kira erano meravigliate dalla grandezza della nave. Non pensavano che una nave da crociera potesse essere così grossa. Miguel parcheggiò la macchina in una stretta stradina secondaria nelle vicinanze del porto. eggiarono piano tutti e tre sopra il Malecon, la strada del porto. Là c’erano bancherelle tutte in fila che vendevano souvenir, vestiti, bigiotteria, dipinti e molto altro ancora. Uomini dipinti con del colore bianco e vestiti con delle gonnelline tipo hawaiane, ballavano danze tipiche degli aborigeni e in ogni angolo suonavano tamburi e musica dal vivo. Miguel, per cui non c’era niente di nuovo, rise delle ragazze, dato che Sam e Kira si fermavano ogni due i e avevano le facce rosse per l’eccitazione. Lasciò divertire le due molto volentieri e nel frattempo parlava con dei conoscenti. Poi comprò delle bevande fresche e si sedettero su una panchina per una breve pausa. Affascinati, tutti e tre osservavano il movimento colorato. Lasciarono il Melacon e eggiarono vicino alle bellissime casette, color pastello di Pueblo Principe. Kira scopri l’ufficio del turismo e le venne in mente un’idea. «Aspettatemi un momento, vado un attimo dentro» disse e quando tornò indietro, aveva una pacco di volantini sotto il braccio. «Sono per l’articolo che devo scrivere sul viaggio» spiegò, quando vide Samantha che la guardava confusa. «Adesso non hai scuse!» rise Sam e andarono avanti a camminare
tranquillamente. Miguel voleva sapere, cosa volevano comprare le due ragazze e le portò nei negozi giusti. Sam non resistette e si comprò altre scarpe. Kira scovò in una piccola boutique un abito a due pezzi molto chic e se lo provò. “Lo prendo” pensò lei “se o la sera con Martin, devo pur essere bella”. Sam guardò la sua amica e la trovò bella. Perfetta per Martin, la rassicurò. Quindi Kira lanciò i suoi pesos sul bancone e ricevette in cambio un sacchetto per il suo vestito. In un altro negozio di scarpe («Sammy non pensi che adesso sia abbastanza?») Kira trovò un paio di sandali bellissimi, perfetto per il suo nuovo vestito. Provò le scarpe e decise subito di comprarle. Il povero Miguel aveva molto da fare: da perfetto cavaliere non aveva potuto fare a meno di portare le borse dello shopping. A pranzo decisero di andare in un ristorante molto accogliente con dei comodi mobili in bambù. Miguel ordinò per tutti e tre un piatto misto di pesce e frutti di mare con contorno. La specialità della casa era semplicemente buonissima. Alla fine erano pienissimi e rinunciarono al dolce. Dopo aver mangiato, visitarono il mercato. Brulicava di persone e Miguel era molto attento, a non perdere le due ragazze. Kira trovò una maglietta chic per la sua amica Babsi e per sua madre comprò diverse spezie. Anche Samantha prese delle spezie e qualche piccolo pensierino per le sue amiche. Piano piano cominciarono a far male i piedi e quindi decisero di tornare in direzione del porto. Kira continuava a guardare di nascosto il cellulare, ma non suonava mai. “Martin chiama DOPO il suo tour, ha detto. Sii paziente, ti chiama sicuramente” si calmò. Era così felice di rivederlo che avrebbe potuto scoppiare per l’impazienza. Vicino alla fermata dell’autobus, un cartello di una gelateria li invitava a fermarsi e Miguel offrì loro il dolce, con un po’ di ritardo. Il gelato era buonissimo, ma il caldo lo scioglieva velocemente e loro dovettero mangiarlo a tempo record. Kira e Sam si guardavano intorno curiose e osservavano le persone. Nei tavoli vicini si parlava e si scherzava in spagnolo, inglese, se, tedesco e altre lingue straniere e dai suoni armoniosi. Le nazionalità dei turisti arrivati con la crociera erano ben assortite. «Una crociera…mi piacerebbe farne una» rifletté Samantha e tradusse quello che aveva detto per Miguel in spagnolo.
Miguel, a cui erano quasi venute le braccia lunghe come una scimmia, chiese alle ragazze di aspettare lì. Quindi ebbero tempo per una chiacchierata al femminile. «Ti ha chiamato Martin?» chiese Sam. Kira le spiegò che lui non avrebbe chiamato prima della fine del tour. «Quindi devi portare pazienza fino alle sei più o meno» rifletté Sam. «Si dovrà lavare e cambiare, in più il viaggio fino a qua, penso che erà a prenderti per le otto o nove. Bello, così possiamo cenare insieme», disse contenta Sam. «Ma se vuole portarmi fuori a cena? Poi sono già piena e gli rovino il divertimento», rispose Kira. «Va beh, aspetta fino a quando ti chiama, poi puoi sempre decidere di raggiungerci», decise Samantha. Proprio in quel momento, la macchina di Miguel girò l’angolo e le due raccolsero le loro borse e lasciarono la gelateria. Quando arrivarono in un piccolo paesino di pescatori, Miguel si fermò un momento direttamente sulla spiaggia dai colori pittoreschi. Voleva comprare del pesce appena pescato, quindi si misero a studiare quello pescato nel pomeriggio ed esposto su banconi puliti. Miguel elencava tutti i nomi dei pesci dai mille colori e le ragazze lo ascoltavano interessate. C’era il tonno, diverse specie di ciclidi, sparidi rossi, barbi e pesci pappagallo con riflessi tendenti al verde. Tra i pesci da scegliere, c’era anche un calamaro gigante. Miguel contrattò per un po’ di tempo, scherzando e sorridendo con un venditore, e alla fine impacchettò la sua spesa in un secchio apposta che caricò nel bagagliaio della macchina. Sam e Kira guardarono nel frattempo i pescherecci e si meravigliarono che alcuni di quelli, potessero ancora venire usati da quanto vecchi erano e da com’era mal ridotto il legno. Si concentrarono su un’altra imbarcazione, che faceva ritorno alla spiaggia con il suo bottino. Si meravigliarono che la barca venisse mossa a forza di remi da quattro ragazzi: la barca era senza motore. Quando ripresero la via del ritorno, Miguel spiegò che la vita del pescatore non era facile e molto pericolosa. A molti mancavano semplicemente i soldi, per poter eseguire la manutenzione o per comprare un motore che costasse qualcosa di più. Come conseguenza, navigavano con un vecchi pescherecci, che si muovevano solo con la forza dei muscoli. Se succedeva che venissero sorpresi da una tempesta, poteva anche essere che la barca non riuscisse a tornare in porto. Kira e Sam rimasero in silenzio, spaventate. Non si erano immaginate così la vita del pescatore. Si ricordarono dei pescatori a Rincon e della ricompensa che
avevano deciso di dargli per averli tratti in salvo. Miguel promise, che sarebbe andato con Sam quella sera e le ragazze si sentirono un po’ meglio. Miguel le aiutò a scaricare le loro compere e salutò Kira. La sera sarebbe ato a prendere la sua Sam, come promesso. Kira guardò l’orario e contenta pensò: “Sono già le cinque. Martin mi chiamerà presto!”. Felice, si avviò velocemente verso la sua camera. Così veloce che Sam non riusciva a tenere il o. «Metto giù le mie cose e poi possiamo sederci insieme in terrazza» propose Sam, praticamente senza fiato quando arrivò davanti alle loro porte. Kira rispose: «Ok, a tra poco!» e scomparve velocemente in camera. Verificò che la batteria del cellulare fosse ancora carica e lo mise sul tavolo al centro della stanza. Era completamente eccitata e non vedeva l’ora di ricevere la chiamata. Svuotò le sue buste sul letto, mischiando tutto il contenuto. Con una presa sicura, tirò fuori dal mucchio il suo vestito nuovo e lo appese con un appendino sull’anta dell’armadio. Sotto ripose ordinatamente i sandali abbinati. “Cosa avrebbe detto Martin del suo outfit? Gli piacerà?” si chiese lei. Velocemente mise in ordine il resto delle sue cose e ripose tutto nell’armadio. Uno sguardo al cellulare, la batteria era a posto, nessuna chiamata persa. Prese dal minibar il moscato. Riempì due bicchieri con il ghiaccio e il vino, prese il suo cellulare e sistemò tutto sul tavolo della terrazza. Anche Sam arrivò con due bicchieri, aveva preparato due Cuba Libre. Le due amiche si guardarono un po’ confuse, per poi scoppiare a ridere. «Beh allora…salute!», Sam alzò il suo Cuba Libre e Kira brindò con il moscato. Samantha aveva messo su un cd spagnolo e rimasero immerse nei loro pensieri per un po’. «Bleah! Puzzo come un intero branco di scimmie!» disse Sam, dopo aver annusato la sua maglietta, tutta sudata per via della giornata stancante. «Vado a farmi una doccia, mi faccio schifo da sola». Kira disse invece: «Ok, io rimango qua e mi rilasso». Sam andò in camera sua. Quando Kira rimase da sola in terrazza, i suoi pensieri si concentrarono su Martin e cercava di stregare il suo cellullare, per farlo suonare. Uno sguardo all’orario le disse che erano appena ate le sei. Le crebbe una strana sensazione, le sue mani sudavano e il suo cuore batteva forte per l’agitazione. Per tranquillizzarsi svuotò con un sorso il bicchiere. Ma quella sensazione d’ agitazione rimase. Kira se la spiegò con il fatto che non vedeva l’ora di ricevere una chiamata da Martin. Impaziente aspettò, ma il telefono non emise nessun
tipo di suono. Dopo mezzora apparve di nuovo Sam. Profumava di fresco e si era messa vestiti comodi. Gonna a portafoglio blu, una maglietta bianca e infradito. I capelli erano ancora umidi e si arrotolavano come serpentelli. Kira notò che Sam si era abbronzata tantissimo e Sam era contenta di sentirselo dire. «Muoviti, vai a farti la doccia anche tu! Ti controllo io il cellulare e quando lui chiama, te lo porto in bagno» le ordinò Sam e Kira pensò: “Sam ha ragione. Stare qua seduti e continuare a fissare il cellulare, non porta a niente. Quando mi chiama, sarò almeno già lavata e nel caso apparisse senza preavviso, posso cambiarmi in dieci minuti”. Scomparve in bagno e Sam scosse il capo, ridendo dell’impazienza di Kira. Dopo essersi lavata a tempo record, Kira urlò: «E?», Sam rispose altrettanto ad alta voce: «Niente!». Kira si mise i jeans e una maglietta. Poi arrotolò i capelli bagnati in una salvietta. Il fono avrebbe fatto troppo rumore e avrebbe coperto il suono del cellulare. Tornò di nuovo da Sam in terrazza e sorseggiò il suo secondo bicchiere di vino. Il ghiaccio si era sciolto nel frattempo e il vino era annacquato. Ma Kira non se ne accorse. Continuava a fissare il cellulare con uno sguardo affranto. Sam guardò il cellulare «Forza Kira, andiamo a mangiare» le ordinò. Kira non voleva per niente, ma Samantha non mollò la presa. Kira si tolse l’asciugamano dalla testa e lo stese ad asciugare, sopra lo schienale della sedia. Lentamente districò i suoi capelli e li legò insieme. Sam aspettava impaziente. Quando Kira fu finalmente pronta, Sam l’afferrò sotto il braccio e la portò nella sala ristorante. Kira teneva il suo cellulare stretto nella mano e controllava, se aveva segnale. Heidrun, Micha, Thomas e Katrin erano seduti, come al solito, al loro posto e parlavano delle loro nuove esperienze. Kira e Sam si sedettero con loro. Kira non aveva assolutamente fame, quindi Sam si avviò da sola al buffet. “Perché non mi chiama? Sarà che l’escursione è durata più del previsto? Forse ha la batteria scarica”, Kira pensava tutti i motivi per cui Martin non la chiamava e si convinse del fatto che l’avrebbe sicuramente chiamata. Si tranquillizzò e fu nelle condizioni di partecipare al discorso che stavano facendo a tavola. Samantha tornò con un piatto pieno e mentre mangiava affamata, raccontò dei
pescatori in spiaggia e che Miguel e lei, sarebbero andati a Rincon più tardi. Tutti quelli che erano stati salvati dai pescatoti, tirarono fuori di propria volontà i portafogli. Sam fu molto soddisfatta di quanto avevano messo insieme. Lei e Miguel avrebbero dato subito i soldi a quella gente, e speravano che li avrebbero aiutati almeno in parte. Lo stomaco di Kira brontolò piano, ma lei non aveva appetito. Per mettere a tacere il suo stomaco, bevve tre bicchieri di succo di frutta. Samantha salutò tutti molto presto e gli altri si misero a parlare, su cosa avrebbero potuto fare quella sera. Kira, con la scusa che doveva scrivere ancora il suo articolo sul viaggio, tornò in camera sua. “Per sicurezza”, pensò e tirò fuori il cavo dell’alimentazione del cellulare. Il cellulare prendeva quattro tacchette. Kira era soddisfatta. Pensò veramente se era il caso di cominciare a scrivere il suo articolo, ma lasciò quel pensiero subitissimo: si sentiva troppo poco tranquilla. In fondo alla sua valigia trovò il libro, che fino ad allora non aveva neanche cominciato. Si sedette sul letto, mise i cuscini uno sopra l’altro dietro alla schiena. Quando fu seduta comoda, cominciò a leggere. Ma i suoi pensieri continuavano a vagare e lei doveva sempre ricominciare a leggere da capo. La sua sveglia ticchettava piano e monotona: Kira vide che erano le nove e mezza. Ancora nessuna chiamata. Scese di nuovo dal letto e ascoltò la sua segreteria telefonica. Niente. “Non è che magari mi ha mandato un messaggio?”, no, niente. Spense il cellulare, lo aprì, tirò fuori la batteria e la scheda sim. Poi rimise tutto dentro e richiuse. Controllò di nuovo: ancora nessuna chiamata, nessun sms e nessun messaggio vocale. La barra della batteria diceva che era carico. Kira staccò il caricabatteria lo ripose nuovamente nell’armadio. Il suo stomaco ricominciò a brontolare e Kira bevve due bicchieri d’acqua. Questa volta non furono di nessun aiuto e la sensazione di fame rimase. Kira ricominciò a leggere il libro e cercò con tutte le sue forze di mantenere la concentrazione. Dopo altri trenta minuti, Kira ripose il libro e accese la televisione. Fece un po’ di zapping tra i canali ma non trovò niente che le piaceva. Quindi decise di guardare per un po’ la CNN. La frustrazione crebbe e frugò nel minibar. Prese la bottiglia di moscato già cominciata e riempì il suo
bicchiere. Bevve velocemente a grossi sorsi e poi svuotò la bottiglia. Aveva caldissimo e lo stomaco continuava a protestare. Si preparò un Cuba Libre e si mise comoda a letto. La sua testa sembrava immersa nell’ovatta e il cocktail le sembrava sempre più buono.
Avventura subacquea
Kira si svegliò di soprassalto dal suo sogno e ci mise un paio di minuti per ricordare. In televisione si parlava delle conseguenze della crisi finanziaria nel settore dell’industria automobilistica. Aveva la testa pesante e il suo stomaco sembrava essere stato sulle montagne russe per tutta la notte. Kira fece un po’ di casino, nell’intento di cercare il telecomando. Era davanti al letto e Kira spense l’apparecchio. Nell’oscurità che si era creata improvvisamente, le balenò in mente “Martin!”, sobbalzò e accese velocemente la lampada sul comodino. Febbrilmente cercò il suo cellulare e alla fine lo trovò nel letto. Era tutto caldo, perché ci si era addormentata sopra. Uno sguardo allo schermo bastò per vedere che nessuno aveva chiamato. Molto delusa, andò in bagno per rinfrescarsi almeno un po’. Si tolse i jeans e la maglietta e si mise la camicia da notte. Guardò la sveglia. Erano le 4:17. Kira raccolse il bicchiere da terra, le era caduto mentre dormiva e lo sistemò sul tavolo. Strisciò sul letto. La sua testa era spaccata in due dal dolore. Per fortuna calò su di lei una stanchezza pesantissima e si addormentò presto. La volta dopo che si Kira si svegliò, era molto chiaro in camera sua. Aveva dimenticato di chiudere le tende. Kira rifletté sul da farsi, se alzarsi oppure rimanere ancora a letto. Alla fine decise di alzarsi. Le faceva ancora un po’ male la testa e aveva la bocca impastata e secca. Kira si trascinò in bagno e per prima cosa si lavò i denti. Si sentiva già meglio. Dopo essersi lavata, anche la testa era diventata meno pesante e sentiva già un po’ di fame. Si vestì lentamente. Poi, vista la fame che aveva, andò direttamente a fare colazione. Dopo aver dato un morso al suo secondo panino, apparve Sammy
«Ero sicura di trovarti qui», disse Sam felice e si lasciò cadere su una sedia. Vide il cellullare vicino al piatto di Kira e intuì che Martin non si era fatto sentire. L’amica provò un po’ pena per Kira, che aveva un viso tristissimo. Per distrarla, Samantha le raccontò della loro gita a Rincon del giorno prima. «Per via della strada tutta accidentata, siamo andati con la moto di Miguel. Io su un mezzo del genere… nessuno ci crederebbe! Ma Miguel è molto attento e quindi non ho avuto troppa paura. Ma è stato comunque tremendo. In mezzo a foreste e cespugli, ogni tanto un paio di case e tutto immerso nel buio pesto. Sono stata così felice di essere arrivata a Rincon dopo un tempo che sembrava infinito. Sulla spiaggia c’era un grosso falò e i pescatori erano tutti là seduti comodi. Miguel conosce la maggior parte delle persone che vivono là e siamo stati accolti a braccia aperte. Dopo aver spiegato il motivo per cui eravamo là e avergli dato i soldi, non riuscirono più a frenare la felicità. Abbiamo festeggiato con una festicciola improvvisata. Qualcuno ha preso la chitarra e si cantava, c’era pesce alla griglia e fiumi di birra. È stato divertentissimo. I dominicani festeggiano sempre così volentieri e non perdono mai l’occasione. Ci siamo divertiti tanto e poi abbiamo trascorso il resto della notte naturalmente in due camere separate, da una zia di Miguel» concluse Sam. Anche se Samantha dubitava che Kira avesse ascoltato anche solo qualcosa, Kira le chiese: «Immerse nella natura selvaggia di Rincon dovrebbero esserci ancora iguane che vivono in libertà. Ne hai vista qualcuna?» e ancora: «Perché poi non potete dormire insieme?». Sam bevve un sorso di caffè caldo e rispose: «No, non ho visto nessun’iguana, ma Miguel, durante il viaggio, mi ha fatto vedere un posto che viene utilizzato come stazione per le iguane. Purtroppo non ho visto niente a causa del buio. Peccato. Ma ho visto un sacco di gatti selvatici e un po’ di gechi in spiaggia. Un piccolo geco verde è caduto dall’albero direttamente sui miei jeans. Per lo spavento ho strillato e sono quasi svenuta. Ti puoi sicuramente immaginare, come tutti abbiano riso di me. Comunque il piccoletto si è arrampicato un po’ su di me e sono riuscita a guardarlo da vicino. A dire la verità non sono così schifosi e mangiano anche un bel po’ di zanzare. Quelle bestiacce mi hanno punto ovunque», Sam mostrò a Kira tutte le punture che aveva sulle braccia come controprova. Kira rise per l’episodio del geco e Sam fu felice di essere riuscita a distrarla un pochino.
«Ma come mai non potete dormire insieme?» insistette Kira. «Devo prendermi ancora qualcosa da mangiare, ho troppo voglia di uova e pancetta. Vieni?» non aveva fatto in tempo a chiedere che era già in piedi. Kira voleva mangiucchiare ancora una paio di acini d’uva e quindi seguì Sam al buffet. Quando si risedettero, Sam rispose finalmente alla domanda: «Allora, la maggior parte dei dominicani sono credenti e timorosi di Dio. La famiglia di Miguel è cattolica. I più vecchi, ma anche i giovani, vivono sempre più di frequente nel rispetto delle regole e delle tradizioni della chiesa. Certo, si fa sesso prima del matrimonio, ma non è ben visto né ato dalla famiglia. Per questo una coppia non sposata non può dormire nella stessa stanza in casa della famiglia. È sicuramente un po’ antiquato, ma per me è comunque ok. Miguel è un credente convinto e vorrebbe che io andassi con lui una volta in chiesa. Potrebbe essere interessante. Cosa ne pensi?», Kira ci pensò su un pochino, prima di dire la sua: «Beh, tu vuoi vivere con Miguel. Quindi prima o poi, più prima che poi, vi sposerete. Sì, dovresti andare in chiesa con lui, per far piacere a Miguel e alla sua famiglia. Magari ti piace pure…», Sam la guardò pensierosa e poi fece un cenno lento: «Hai ragione, ci andrò». Con questa risposta il tema venne chiuso e Sam chiese: «Cosa facciamo oggi? Dove sono gli altri?» Kira scrollò le spalle. «Mi sembra di ricordare che oggi volevano andare a Santa Barbara de Samanà». All’improvviso a Sam venne in mente un’idea: «Cosa ne pensi di fare qualche immersione? Potremmo affittare tutto il necessario e scoprire il mondo che si nascondo sottacqua». Kira, che in realtà non aveva molta voglia, e che voleva tenere sotto controllo il suo cellulare, alla fine si lasciò convincere dalle motivazioni di Sam. «Martin ha sicuramente un altro tour oggi. Perché dovresti aspettare tutto il giorno la sua chiamata? E se poi non chiamasse per niente? Dobbiamo sfruttare la giornata! Dai, datti una mossa!». Kira si diede per vinta e finirono di fare colazione. Mentre tornava in camera, continuava a risuonarle in testa la domanda: “E se non chiamasse per niente?”, non riusciva a darsi una risposta. Poco dopo erano in spiaggia e si dirigevano difilate verso il centro per gli sport acquatici. Gli uomini che lavoravano là si impegnarono molto per piacere alle due turiste. Flirtavano come dei pazzi e le ragazze si divertirono. Spiegarono loro come funzionava il boccaglio e le pinne, e poi indicarono in che direzione
dovevano nuotare. Kira e Sammy indossarono la maschera, boccaglio e pinne e poi entrarono in mare al contrario. Con le pinne ai piedi non si può fare altrimenti. L’acqua calda le circondava e anche a Kira cominciò a piacere l’idea delle immersioni. Rispettarono precisamente le indicazioni e videro che riuscirono al primo colpo. Con una forte spinta delle pinne, si allontanarono dalla riva e videro ben presto la barriera corallina segnalata. Una volta lì si mossero lentamente e continuavano a farsi gesti ogni volta che scoprivano qualche dettaglio. La luce del sole, rischiarava la scena e tutte e due rimasero molto affascinate dai mille colori e dalle svariate forme. Banchi di piccoli pesci dai colori cangianti sfrecciavano vicino a loro e in mezzo ai coralli rossi e arancioni luccicanti, era in atto una grande confusione, dietro ogni ciuffo d’alghe. Kira trovò un paio di stelle marine e Sam rise di un piccolo granchio, che cercava di rivoltare una conchiglia vuota. Si potevano trovare sul fondale anche diversi tipi di spugne dalle dimensioni enormi. Un mollusco con delle macchie gialle, che si trovava su un particolare tipo di vegetazione, attirò l’attenzione di Sammy. Entusiasta, Kira toccò il braccio di Sam e indicò davanti a loro: una tartaruga marittima veramente gigante, nuotava placida qualche metro più in là. La barriera corallina sembrava una piccola montagnetta e le piante che la decoravano dovevano essere gorgonacee, gorgonie e coralli a ventaglio, risplendevano di diversissimi colori. Le due amiche erano rimaste incantate dalla vista. Più sotto, sul fondale, si mosse la sabbia e un pesce decisamente piatto che sembrava avere un paio d’ali, ondeggiò lentamente sul fondale prima di sparire di nuovo tra la sabbia. I piccoli pesci che si muovevano in banchi erano molto curiosi e si avvicinavano alle ragazze quasi senza timore. Un po’ più distanti nuotavano anche pesci un po’ più grossi e a strisce giallo e blu. Sam si ricordò di aver visto lo stesso tipo di pesce pescato dai pescatori. Lo indicò a Kira con un cenno e lei capì quello che l’amica voleva dirle. Quando raggiunsero la fine dei coralli, al di là dei quali si apriva improvvisa una voragine, si girarono e osservarono la scena che si parava davanti da un’altra prospettiva. Piano piano si lasciarono la barriera corallina alle spalle. Vicino alla superficie arono due seppie. In alcuni punti la vegetazione che cresceva in mare era così lunga che accarezzava loro la pancia e le gambe. Quando sotto di loro videro solo vegetazione e sabbia, capirono di poter toccare il fondo e liberarono le gambe dalle pinne.
Sam e Kira avevano gli occhi che brillavano e sorrisi soddisfatti stampati in viso. Che bell’esperienza! Una volta tornate al centro subacqueo, rimasero sbalordite nel vedere che erano ate già tre ore. Si misero in cammino velocemente, per riuscire a mangiare qualcosa per pranzo, dopotutto l’avevano meritato. Davanti a un piatto pieno di bistecche, insalata e patate al forno, si scambiarono le loro impressioni sull’affascinante mondo subacqueo. Dopo aver mangiato, si sentivano le gambe pesanti e andarono in camera loro, per fare un riposino di un’oretta. Subito dopo, Kira si sentì fresca e riposata, e anche per quanto riguardava Martin aveva molta speranza: “Oggi chiama di sicuro!”, Kira ne era convinta “avrò sicuramente sbagliato a capire, forse ha detto dopodomani. Sì, deve essere per forza così”. Quei pensieri la resero allegra e andò a chiamare Sam in camera sua. «Ho troppo male ai muscoli delle gambe!», si lamentò Sammy, «Ho bisogno a tutti i costi di un dolce. Andiamo al bar!». Poco tempo dopo, le due amiche stavano quindi davanti al buffet dei dolci e avevano ancora l’imbarazzo della scelta. Sam prese tre tipi di pasta sfoglia ripiena: una di tonno, una di pollo e una di scampi. Kira corrugò la fronte: «Credevo avessi voglia di qualcosa di dolce…» «Sì», rispose Sam «voglia di qualcosa di dolce, ma fame di qualcosa di sostanzioso. Il dolce me lo prendo dopo!». Kira lanciò uno sguardo critico a Samantha e pensò che era già diventata più rotonda e pensò “L’importante è che sia buona! Probabilmente è l’amore che rende così affamati”. Kira prese un gelato e crema alla frutta. Sopra ci mise un bel cucchiaio di panna. Poi ordinò un caffè e volle fare lo stesso anche per Sam: «No, io preferirei una cioccolata» disse lei, e spiegò a Kira: «A dire il vero bevo sempre caffè, ma da alcuni giorni sto male ogni volta che lo bevo. Probabilmente, con questo caldo, non tollero più la caffeina». Dopo aver mangiato la pasta sfoglia, Sam si prese anche un bel pezzo di torta alla panna e due “piccole” palline di gelato al mango. Rifocillate, camminarono sulla spiaggia, verso Las Galeras. Kira voleva comprare ad ogni costo il dipinto per il suo soggiorno. Sam pensò: «Hai ancora tempo!», ma dopo aver pensato a che giorno fosse, fu presa dal panico. «Kira non ci credo: tra tre giorni sono all’aeroporto. Dov’è finito tutto il tempo? Oh, no! Non voglio tornare a casa!» singhiozzò Sam e Kira era decisamente confusa per quello sbalzo d’umore. «Io ho solo un giorno in più» disse Kira. «Cosa
faccio quando te ne vai?» chiese a Sammy, ancora disperata. Sulla spiaggia eggiava una signora con i suoi tre bei cani e le due ragazze vennero distratte dai loro problemi. Quando si avvicinò, videro che era Uschi, la proprietaria della casa in affitto. Uschi era veramente contenta di rivederle e si fermarono a parlare a lungo. “Come starà la piccola Lady?” venne in mente a Kira e si ripropose di chiederlo a Martin, “Se chiama…”, aggiunse al suo pensiero. Una volta in paese, andarono al negozio dei genitori di Miguel e mentre Sam parlava con loro, Kira cercò un’immagine che andasse bene. Trovò addirittura un dipinto che corrispondeva alla sua immaginazione. C’era disegnato un tramonto sul mare turchese con le palme e Kira riconobbe addirittura la spiaggia. Miguel tolse il dipinto a olio dalla cornice di legno e lo arrotolò come un tappeto. In mezzo mise un foglio sottile per proteggere i colori. Kira tirò un sospiro di sollievo quando vide il pacchetto. Aveva già pensato e ripensato, a come avrebbe potuto sistemare il dipinto nella sua valigia. Quando vide che il problema era stato facilmente risolto, scelse un’altra immagine. Rappresentava il ponte di Santa Barbara de Samanà e Kira non riuscì a sopprimere un sospiro. Pagò i suoi tesori e aspettò Samantha fuori dal negozio. Divenne un po’ malinconica quando pensò che non avrebbe più potuto vedere Las Galeras, la bella spiaggia e soprattutto quel mare che a lei piaceva tanto.
Buone notizie
Sam e Kira tornarono all’albergo. Una volta in camera, Kira mise a posto il suo vestito nuovo, ancora appeso all’anta dell’armadio e le scarpe all’ultimo grido. Ripose i dipinti che aveva comprato nella valigia. Nel frattempo il suo cuore era diventato veramente pesante. Martin non si era ancora fatto vivo, e lei cominciò a pensare se non fosse per colpa sua, che forse lui non voleva più vederla. Per qualsiasi motivo lui non chiamasse, stava malissimo e temeva che non l’avrebbe mai più rivisto.
La vista della sua valigia la rese profondamente malinconica, alla fine avrebbe dovuto lasciare la sua cara penisola di Samanà per sempre. Kira non riusciva più a trattenere le lacrime e scoppiò a piangere come un fiume in piena. Si buttò sul letto e pianse sena fine. Rimase così a lungo e quando le sue lacrime ad un certo punto finirono, non era solo il cuscino ad essere distrutto e inzuppato, ma anche la sua faccia era gonfia. Dopo aver lasciato fluire liberi i suoi sentimenti, Kira si sentì di nuovo meglio e si riempì di una nuova speranza. “Se lui chiamasse adesso o apparisse all’improvviso, mi vedrebbe conciata in questo modo. Non deve assolutamente succedere!” decise Kira e andò a lavarsi il viso con acqua fredda. Purtroppo non fu molto d’aiuto e cercò di sistemare le cose con il trucco di sua nonna. Riempì due calze di cubetti di ghiaccio e li appoggiò sugli occhi gonfi. Quando il ghiaccio fu sciolto, si guardò allo specchio e fu soddisfatta almeno in parte. Dopo essersi lavata con acqua a tratti calda e a tratti fredda, si sentì decisamente meglio. Durante la doccia si era accorta, di essersi procurata una scottatura su tutta la schiena per via delle immersioni. Spalmò quindi il doposole sulla pelle bruciata, e si sentì già meglio. Indossò un vestito di cotone e coprì le tracce rimanenti del pianto con il trucco. Vestita e truccata bussò sulla porta della terrazza di Samantha. Sammy stava telefonando con Miguel e fece segno a Kira che aveva quasi finito. Dopo aver messo giù, Sam scrutò curiosa il viso di Kira. «Adesso ho capito. Ti sei truccata! Per questo sembri diversa», indovinò Sammy. Kira annuì e fu felice, che Sam non aveva notato i segni lasciati dalle lacrime. «Ti sei bruciata anche tu la schiena?», chiese Kira e Sam guardò la schiena e le gambe, facendo una smorfia dolorosa. Poi fu la volta di Sam, di mostrare la sua schiena e anche lei non era messo meglio. «E si che non siamo stupide!», commentò Sam e tutte due risero della loro dimenticanza. «Vieni, ci sediamo sulla terrazza del ristorante e beviamo qualcosa di buono prima di mangiare. Heidrun è ata da me e voleva assolutamente che mangiassimo tutti insieme. Facciamole questo favore e aspettiamo gli altri». Kira era d’accordo e poco dopo erano sedute comodamente sotto l’ombrellone e sorseggiavano una Batida de Coco. Come deciso, le due coppie apparvero puntuali. Tutti riempirono i loro piatti al buffet e mentre mangiavano lentamente gustando il cibo, si raccontavano le
esperienze vissute durante il giorno. Kira lasciò cominciare Sammy, che raccontò gesticolando come una forsennata del magico mondo subacqueo, che avevano scoperto con le immersioni. Thomas e Micha si lasciarono contagiare dall’entusiasmo e decisero che sarebbero andati anche loro il giorno dopo. Heidrun, dato le sue condizioni, preferiva risparmiarselo e Katrin mostrò solidarietà nei confronti della sua migliore amica. In fondo, le facevano già male i piedi dopo il giro di shopping a Santa Barbara de Samanà. Micha sfruttò un momento in cui tutti erano impegnati a masticare e quindi c’era tranquillità, per dare un avviso di poche parole: «Allora, amici, io e Heidrun vogliamo comunicare qualcosa e sarebbe super se voi tutti stasera, diciamo verso le nove e mezza, veniste al bar della piscina. Non diremo niente prima di allora, potete mandar giù le vostre curiose domande con il mangiare», sorrise, visto che le ragazze stavano scoppiando per la curiosità. La proposta incontrò un grande consenso e tutti non vedevano l’ora. Kira e Sam volevano andare a fare una eggiata al mare in direzione Las Galeras, prima dell’orario stabilito. Così presero due piccioni con una fava: Miguel si era messo d’accordo con Sam, che avrebbe fatto la stessa strada per andare da loro. Kira, che sperava ancora nel profondo che Martin la chiamasse, stringeva con la mano il suo cellulare nella tasca del suo vestito. Sam, che vedeva spesso un’ombra di infelicità are sul viso di Kira, evitò di indagare e invece raccontò senza interruzioni di Miguel e della sua famiglia. «Hai chiesto, se vuole avere figli e come la pensa la sua famiglia a riguardo?» chiese Kira all’amica. Sammy ci pensò su un attimo e poi rispose: «I bambini sono una parte fondamentale della famiglia, più sono e meglio è. Miguel vuole avere figli, magari non subito, ma comunque non in futuro lontano. A me va bene, due bambini, un maschio e una femmina, li vorrei avere anche io. A suo padre piaccio tanto, lui vorrebbe che noi ci sposassimo subito e ci mettessimo a fare figli. Sua madre la vede invece in modo un po’ scettico. La Germania è così lontana e Miguel non vorrebbe mai vivere là. Questa cosa mi è stata chiara fin da subito. Lo sa anche lei. Lei è innamorata di suo figlio ed è molto contenta che lui non abbia intenzione di andare a vivere all’estero. Inoltre a sua madre piace Maria, la vicina carina e non avrebbe niente in contrario se Miguel si innamorasse di lei. È tutto molto strano. Da una parte sua madre è una molto religiosa e conservativa, dall’altra non ha niente in contrario quando questa
Maria si lancia mezza nuda su Miguel. A quanto pare il fine sembra giustificare il mezzo» si accaldò Sam. «Mezza nuda? Non ti sembra di esagerare un po’?» chiese Kira facendole l’occhiolino, «Neanche per sogno! Sarò sincera, Maria è una bellezza esotica. Ha una pelle senza imperfezioni, abbronzata, con occhi blu e capelli neri lunghi e lisci. In più ha la pancia piatta, un seno fiorente e gambe lunghe e slanciate. Inoltre mette abilmente in mostra tutto quel ben di Dio indossando top che lasciano scoperta la pancia, senza indossare il reggiseno e sempre con minigonne. Va in giro cercando di accattivarsi Miguel e quando sa che lui la sta guardando… ops, mette in mostra un pezzettino degli slip per arrivare al suo fine. Potrei farla a pezzi!» disse tutta arrabbiata Samantha. Kira lasciò sbollire Sammy e pensò a come si sentirebbe lei, se questa Maria fe lo stesso giochetto con Martin. Ora riusciva a capire bene cosa provava la sua amica. «E Miguel? Non le piace quella, vero?» indagò Kira. «No, per fortuna ha occhi solo per me. Ma quando sarò via, non si puoi mai sapere…se ha l’opportunità…» rispose Sam un po’ arrabbiata. «Abbi un po’ di fiducia in Miguel! Io penso che lui ti ami veramente e così intensamente, che Maria non ha nessuna opportunità, anche se è così sexy come dici tu». Kira cercò di calmare una Sammy un po’ agitata. Senza neanche farlo apposta apparve Miguel e Sam si dimenticò la sua rabbia e gli corse incontro. I due innamorati si baciarono tanto intensamente e a lungo, che Kira dovette distogliere lo sguardo. Vedere così tanto amore e così tanta felicità era semplicemente troppo per lei. Anche lei voleva avere un uomo così innamorato. Perché non poteva essere Martin quello giusto? A quanto parre, lui era fin dall’inizio alla ricerca di un’avventura non troppo importante e quando le cose si erano fatte un po’ più serie, era scomparso senza fare troppo rumore. Gli uomini sono tutti degli idioti! Kira era arrabbiata soprattutto perché si era innamorata di un altro uomo che l’aveva presa in giro, a cui aveva regalato il suo cuore. Con una mano fece cenno come per spazzare via l’argomento, con l’altra però teneva ancora il cellulare come se fosse la sua ancora di salvezza. Quando arrivò al bar della piscina, come d’accordo, c’era già un’atmosfera spensierata, grazie a Thomas che aveva già sparato una serie di battute. La compagnia si avvicinò un po’ e i nuovi arrivati si sedettero comodi sulle poltrone. Miguel salutò tutti in tedesco, che stava imparando piano piano e tutti si rallegrarono dei suoi progressi.
Un gruppo di camerieri servì le bevande che avevano ordinato, alcol per tutti tranne Heidrun che aveva preso un succo. ò un po’ di tempo e la tensione crebbe, proprio come voleva Micha. Poi alla fine svuotò il sacco. Lui e Heidrun si alzarono in piedi, tenendosi per mano con dei visi luminosi. «Allora, amici, noi vogliamo sposarci» cominciò felice Micha. Di per sé la notizia non era una novità, tutti erano stati testimoni, quando Micha aveva chiesto romanticamente ad Heidrun di sposarla. «Adesso la notizia importante: ci sposeremo tra un anno esatto, il 4 febbraio». Anche questo non era niente di sorprendente, quel giorno era anche il compleanno di Heidrun e i due si erano fidanzati. «Siete tutti invitati di cuore a partecipare, quasi come testimoni della nostra felicità» continuò tutto d’un fiato Micha. Heidrun, per cui stava durando tutto troppo tempo, non riuscì più a trattenersi: «Ci sposiamo qui! Nello stesso posto in cui mi ha fatto la proposta, giù in spiaggia, con questa atmosfera fantastica!». Per un momento calò il silenzio, ciascuno faceva i suoi conti. Poi scoppiò la felicità e tutti si misero a parlare. Heidrun e Micha dovettero rispondere a centinaia di domande e si poteva leggere la felicità in faccia. Kira pensò: “Se voglio esserci per il matrimonio, vuol dire che in un anno sarò di nuovo a Samanà!” e un brivido di felicità l’attraversò e il pensiero successivo fu: “Oh cavolo, devo già cominciare a risparmiare”. Toccò sul fianco Sammy e le sussurrò: «Che ne dici di un matrimonio doppio?», Samantha corrugò la fronte e poi il viso le si illuminò con un sorriso e Kira vide, che l’idea le piaceva tanto. Sam propose l’idea a Miguel e anche a lui si allargò un sorriso a trentadue denti sul viso. Con un gesto, i camerieri portarono un vassoio con dello spumante al tavolo e tutti brindarono. Heidrun e Micha continuarono a spiegare insieme oppure a turno: «Abbiamo parlato con il signor Ramirez, il manager dell’albergo, e abbiamo già preparato quasi tutto. Le camere dell’albergo vanno prenotate con mesi d’anticipo, quindi abbiamo fermato trenta camere doppie e anche la suite “Luna di miele”. Speriamo che possano bastare per amici e parenti. Quasi sicuramente non verranno tutti. Avete ancora un paio di giorni per decidere se volete stare in albergo oppure scegliere qualcosa da soli». Tutti furono felici e si congratularono con la coppia, che era raggiante di felicità. «La sorpresa è ben riuscita!» Sammy strinse Heidrun e disse: «Ehi, ci sarà anche
il piccolino. Tra un anno viaggerete in tre!». Sammy impallidì all’improvviso e scusandosi brevemente, corse in bagno. Kira seguì l’amica: «Dannazione!» imprecò Sammy poco dopo, «ho bevuto solo un cocktail e un sorso di spumante ma lo stomaco mi fa così male, come se mi fossi intossicata. Peccato per le bevande, non sono riuscita a trattenerle», si scusò con Kira. «Il tuo stomaco sarà sotto sopra per tutto quello che hai mangiato» constatò Kira. Ma anche lei optò per cocktail analcolici. Non voleva ripetere l’esperienza del mal di testa di quella mattina. Il suo cellulare era rimasto muto anche quella sera e Kira dovette convincersi che Martin non si sarebbe più fatto viso. Le tre coppiette si comportavano come perfetti innamorati e ridevano spesso, Kira si sentì a lungo fuori luogo e quindi decise di andare a dormire. Salutò gli altri, nonostante le proteste di tutti e lei si inventò un mal di testa sul momento. Quando si diresse verso camera sua, notò ancora una volta l’incantesimo della notte caraibica e fu felice di vedere i milioni di luccichii che emanavano le stelle. Rimase ancora seduta per cinque minuti in terrazza e poi andò a letto decisamente stanca e delusa da Martin.
Gita a Santo Domingo
Giovedì mattina il sole splendeva ancora alto nel cielo blu completamente sgombro da nuvole. Nonostante fosse molto presto, Kira e Sam erano già sulla terrazza del ristorante e stavano decidendo cosa mangiare per colazione. Carlos era riuscito finalmente a liberarsi dai suoi impegni nella capitale e salutò la collega, Juanita, alla reception. Le chiese della sua famiglia e andarono avanti a parlare per un po’ di tempo. Poi lui la salutò per andare a cercare Kira al
ristorante. La receptionist, che aveva naturalmente notato che Carlos era interessato alla giovane, lo chiamò indietro e gli chiese, se presto avrebbe incontrato la biondina. Carlos rispose di sì con un innocente strizzata d’occhi, quindi Juanita gli consegnò un biglietto, chiedendo di arlo a Kira. «Volentieri, lo faccio subito», la rassicurò Carlos e la salutò con un gesto della mano. Juanita fu felice, di lasciare il compito a Carlos, se no avrebbe dovuto spiegare come mai non aveva ricevuto il messaggio lasciato già la sera precedente. Ma il giorno prima c’era stato così tanto da fare che Juanita l’aveva del tutto dimenticato. Carlos cercò il bagno nella hall e una volta lì aprì il biglietto. Con la fronte aggrottata lesse: «Mia cara Kira, mi dispiace moltissimo di non averti potuto chiamare. Ho avuto un incidente e sono all’ospedale. Vorrei tanto rivederti e sarei felicissimo che tu mi venissi a trovare. Con un taxi puoi raggiungere l’ospedale di Santa Barbara de Samanà. Mi trovo nella camera 312. Chiaramente pago tutto io. Per favore, per favore vieni! Vorrei dirti quanto mi piaci! Ti aspetto, Martin. P.s. accarezza la tua voglia e mentre lo fai, pensa a me». Adirato, Carlos strappò il pezzo di carta innocente e lo nascose nella tasca dei suoi pantaloni. Nella sua testa, pensava intensamente. Dopo alcuni minuti, la sua mente si rischiarò: “Se questo maledetto Martin è in ospedale, vuol dire che ho via libera con Kira. Finalmente sarà mia”, pensò e prese una rosa da un vaso decorativo mentre si dirigeva verso il ristorante. Qualche minuto dopo portò quella rosa a Kira e sfruttò il suo effetto sorpresa per baciarla dolcemente sul collo. Affascinante come sempre, salutò Samantha. Chiese se poteva sedersi con loro e ordinò un caffè ristretto. Kira era davvero sorpresa di vedere Carlos. «Cosa avevi di così importante da fare a Santo Domingo quindi?», chiese lei e aggiunse: «Grazie per il messaggio, almeno sapevo dov’eri». Carlos si scusò un centinaio di volte per essere scomparso così improvvisamente e raccontò qualcosa di una sua zia malata che aveva voluto vedere assolutamente. Kira rimase un po’ scettica, ma era sollevata di non dover are la giornata tutta da sola. «Quindi, mie care signorine, cosa vogliamo fare oggi?» chiese lui di buon
umore. Sammy disse che lei e Miguel avrebbero ato la giornata insieme. Carlos fu ancora più felice, quando apprese la notizia. Non poteva andargli meglio di così. Diretto a Kira chiese: «Cosa hai già fatto qui? Vuoi fare qualcosa in particolare?». Kira elencò le cose che aveva già visto o fatto: gita delle balene, Las Terrenas, il giro in barca, il catamarano, la visita a Santa Barbara de Samanà e naturalmente Las Galeras. Carlos rimase colpito: «Non sei ancora stata a Santo Domingo? Non va bene! Devi assolutamente vedere la nostra bella capitale! Se ti va, possiamo andarci oggi e ti faccio vedere tutto». Kira ci pensò solo un momento, poi rispose: «Sarebbe molto bello, farei molto volentieri un giro per La Capital» «Molto bene» disse Carlos felice, «vi lascio finire la colazione in pace. Devo avvisare velocemente il mio capo e poi ci incontriamo tra 30-40 minuti davanti all’albergo. Va bene?», Kira fece cenno di si e Carlos se ne andò. «Sei arrabbiata?» chiese Kira a Sammy. «Che stupida! Perché dovrei essere arrabbiata? Miguel a a prendermi verso mezzogiorno e prima posso fare tranquillamente le valigie. Non mi serve il tuo aiuto. Vedi? Ce la faccio anche senza di te», Sam diede una gomitata a Kira e continuò: «almeno per un paio d’ore». Le due risero e Kira salutò l’amica, voleva andare velocemente a cambiarsi. Dato che la giornata sarebbe stata di nuovo caldissima, Kira optò per dei comodi pantaloncini bianchi, una camicetta verde chiaro e sandali da gladiatore piatti. Nella piccola borsa a tracolla mise la sua macchina digitale, il cellulare e i soldi. Stranamente Kira volle truccarsi un pochino e quindi ò il mascara sulle ciglia e il lucidalabbra al gusto di lampone sulle labbra. Uno sguardo allo specchio le rivelò che era carina e soddisfatta, legò i suoi capelli una coda di cavallo alta sulla testa. Ora era vestita perfettamente per un giro in città. Una volta davanti all’albergo si guardò intorno ma non riusciva a vedere Carlos. «Kira, dolcezza! Qua!» urlò lui e fece cenno con la mano. Kira guardò meravigliata, non si aspettava di vedere Carlos con una BMW nuova fiammante. Un po’ confusa, gli andò incontro. Quando Carlos vide il suo sguardo critico, sorrise e disse: «Niente paura, me l’hanno solo prestata». Nel frattempo aprì cavallerescamente la portiera di Kira e l’aiutò a salire. Kira si sedette comoda sul sedile di pelle e osservava un po’ timida, gli interni della macchina super chic.
«Quando sono in giro con una donna bellissima, anche l’auto deve essere adatta», constatò lui, prendendo posto al volante. «Sei molto bella anche oggi» disse lui e baciò le baciò la mano. Lentamente si allontanarono dall’albergo. In macchina si stava bene, grazia all’aria condizionata. Kira pensò: “Ah che bello…” e cominciò a godersi il viaggio. Fino a Nagua percorsero una strada statale molto trafficata e ci misero un po’ di tempo. Ma poco prima di Nagua iniziava l’autostrada nuova e quindi Carlos poté schiacciare il pedale. Spiegò a Kira tutto quello che si vedeva sulla strada e Kira ascoltava molto interessata. Ogni tanto il viaggio veniva rallentato dai caselli di pedaggio, ma dopo un’ora e mezza riuscirono a raggiungere la periferia della capitale. «Guarda a sinistra! Il mare caraibico». Disse a Kira, indicando il mare che si infrangeva sugli scogli. Poi Kira vide il profilo dei grattacieli di Santo Domingo e ne rimase impressionata. Tuttavia il traffico era terribile e Kira continuava a chiudere gli occhi, ogni volta che un veicolo sfrecciava tra gli altri senza regole. «Non potrei mai guidare qui!» disse e Carlos ridacchiò. «Ci si abitua. Non è così orribile», la tranquillizzò. Kira rimase comunque seduta senza muovere un muscolo e si teneva alla maniglia ben saldamente. Carlos continuava a indicare a Kira tutto quello che c’era da vedere e lei, distratta, si rilassò un pochino. Carlos guidava quella macchina costosa in modo perfetto, in mezzo a quel trambusto e riuscì a trovare un parcheggio relativamente in fretta. Quando scesero dalla macchina, Kira fu sopraffatta da un’ondata di calore che le fece mancare il respiro per un momento. Carlos la prese per il braccio e lei ci si attaccò riconoscente. Dopo pochi minuti lasciarono una strada con case vecchie ma meravigliose e si trovarono di fronte al palazzo presidenziale: una costruzione bellissima in
bianco, con il tetto a cupola. Era situato in un parco verde in fiore, con palme maestose. Carlos raccontò a Kira un po’ della storia del paese e Kira fotografò attraverso la cancellata. All’improvviso risuonò un fischio altissimo e un frastuono, videro alzarsi tre elicotteri veloci in fila, direttamente dal terreno predisposto vicino al palazzo. Kira riuscì a scattare un paio di belle foto delle macchine e ne fu contenta. Tranne un paio di guardie in divisa, non c’era nessuno a fare la guardia. Kira si meravigliò. Carlos disse scherzando: «Guarda, nella casa direttamente là davanti, abita la moglie del presidente. In questo modo suo marito può andare a casa direttamente per il pranzo» e Kira osservò la casa carina con molti balconi. «A quanto pare né il presidente né sua moglie hanno paura di attentati» rifletté ad alta voce Kira e Carlos scosse le spalle: «Non ti preoccupare, sono ben protetti» rispose lui. Poi proseguirono di nuovo per un pezzo con la macchina e Carlos annunciò a Kira la meta successiva: la prima università d’America “La Universidad Santo Tomàs da Aquino”. «Qui nella “Zona Colonial”, gli edifici e le strade trasudano storia. I vicoli e le facciate sono pieni ancora oggi di leggende e segreti, che vengono tramandati dal 1492 a oggi». A piedi visitarono i primi edifici che furono costruiti nel nuovo mondo. Molti di quelli erano stati adibiti in seguito a musei e Carlos assunse di nuovo i panni della guida ben informata e raccontava alla sua compagna molte storielle di ogni genere sulla sua terra. Visitarono numerose mostre, la fortezza di Ozama e “La casa del tostado”, la casa della famiglia dominicana. A Kira piacque molto la cattedrale di Santa Maria la menor, costruita tra il 1514 e il 1544. Ovunque si posasse lo sguardo c’era arte e architettura dei tempi ati da scoprire e a Kira sembrò di fare un viaggio nel ato. Carlos, che conosceva sorprendentemente un sacco di cose, aveva un aneddoto per ogni edificio o rovina. Prima che Kira divenisse stanca per il troppo camminare, si avviarono verso Parque Colon, dove Carlos trovò una panchina all’ombra non lontana dalla statua dell’ammiraglio Cristoforo Colombo, l’esploratore. Comprò delle bibite fresche e si rilassarono per un momento. «Ti piacerebbe vedere la via dello shopping “Calle de Conde”? In una via secondaria conosco un bel posticino dove si mangia molto bene, potremmo pranzare là», propose Carlos e Kira accettò volentieri.
Tra le mura antiche, Kira non pensava che quello potesse essere un buon ristorante. C’era solo un cartello che indicava l’entrata. Per questo rimase ancora più meravigliata dello stile dell’ambiente e della spaziosità della sala. Tutto era stato ristrutturato con amore e attenzione e grazie alle spesse mura, l’interno rimaneva bello fresco. Il cameriere salutò Carlos come se fosse un vecchio amico, ma Carlos disse che in realtà non lo conosceva benissimo. «Probabilmente mi confonde con qualcun altro», spiegò e Kira si arrabbiò con se stessa per non capire neanche una parola di spagnolo. Carlos chiese a Kira, se le andasse bene, che fosse lui a ordinare e Kira era curiosa di vedere cosa avrebbe scelto. Come aperitivo si fece portare due Margarita. Pane bianco appena sfornato e una specie di burro all’aglio furono serviti al tavolo. Kira, a cui nel frattempo era venuta fame, assaggiò subito il pane. Non dovettero aspettare molto che, subito, arrivarono due piatti con una zuppa di molluschi bollente. La zuppa era fantastica e il burro all’aglio spalmato sul pane, si sposava perfettamente con il resto. Mangiarono lentamente e Carlos fu contento che a Kira piaceva la zuppa. Inoltre bevvero un vino bianco leggero. Come secondo fu servita un’insalata mista con gamberetti, il tutto condito con una crema al limone. Erano ancora impegnati a mangiare l’insalata, che di fianco al loro tavolo venne portato un fornello e vennero cotte sotto i loro occhi delle fettine di carne. Kira l’aveva visto fare solo in televisione ed era molto entusiasta. Con molto appetito mangiò la carne e il contorno composto da buonissime palline di patate. Le salse che vennero servite insieme alle pietanze erano semplicemente fantastiche. Kira giunse alla conclusione che quel ristorante dovesse essere molto costoso, dato che anche al tavolo vicino vennero serviti solo piatti prelibati. Come dolce Carlos aveva scelto un sorbetto al gusto di champagne e Kira fu contenta, che non avesse ordinato una grossa fetta di torta alla panna, dopo tutto quello che avevano mangiato. Dopo tutte quelle prelibatezze, Kira sorrise a Carlos felice, che a sua volta era contento che la sorpresa fosse uscita come sperava. Kira iniziò a pensare se lui si potesse pagare il pranzo, ma Carlos si offrì di pagare tutto senza dire niente a Kira.
Contenti, eggiavano nella via dedicata allo shopping ed entrarono in negozi ben assortiti e altri musei. Da Plaza de España avevano una bellissima vista sul fiume Ozama e il porto di Sans Souci. Kira vide una nave da crociera e divenne per un breve momento malinconica. Ma Carlos non le lasciò il tempo di pensarci che già stavano camminando in direzione del Malecòn, in mezzo ad alberghi di lusso molto cari. Sulla avenida George Washington, Carlos girò nell’entrata dell’albergo Melià e una persona in divisa li aiutò a scendere. Kira non ebbe tempo per pensare, cosa avesse in mente Carlos, perché le sembrava di essere stata scaraventata a Las Vegas. Per la prima volta si trovava in un casinò vero e guardava meravigliata tutta quella bellezza, a bocca aperta. Carlos si era procurato nel frattempo dei gettoni, e la scortò al centro della sale. Dopo che Kira aveva guardato tutto per bene, Carlos le chiese: «Allora mia stella marina, vuoi giocare?». Come prima cosa provò la roulette. Purtroppo la fortuna non era dalla sua parte e quindi provò con le slot machine. Kira e Carlos si divertirono un bel po’ e risero come due bambini. Anche se avevano giocato tutti i loro gettoni, fu un’esperienza unica per Kira. Carlos l’accompagnò al bar del casinò e Kira ebbe all’improvviso voglia di un caffè. Quando fu seduta sullo sgabello del bar, si rese conto di essere stanchissima. Il caffè forte, caldo e molto dolce la svegliò interiormente e si sentì molto felice. «Avresti voglia di provare qualcosa di molto speciale questa sera?» chiese Carlos con uno sguardo di supplica. «Non dobbiamo tornare indietro tra poco?» rispose Kira guardando il suo orologio. «Voglio vivere con te ancora un’esperienza speciale. Ti prometto che domani mattina saremo di nuovo a Las Galeras. Per favore dì di sì! Non te ne pentirai». Kira ci pensò su un attimo: “Sammy sarebbe stata con Miguel tutto il giorno e molto probabilmente anche la notte. Non so cosa facciano gli altri quattro. Perché dovrei restare in albergo tutta da sola? Martin non si è chiaramente fatto sentire, quindi perché no? La vacanza è quasi finita e Carlos si sta impegnando così tanto…”. Si girò verso Carlos e disse: «Sì, certo. Mi dai un indizio?». Carlos sentì il suo cuore farsi più leggero e rispose felice: «No, mia piccola stella marina. È segretissimo. Ma sono sicuro che ti piacerà!».
Si alzò dallo sgabello, si strinse a lei brevemente e la baciò sulla guancia. Poi uscirono dal casinò e salirono sulla BMW. Questa volta fecero un’altra strada e Carlos fece di nuovo la parte della guida e raccontò a Kira tutto quello che c’era d’interessante da sapere sugli edifici, sulla città e la Repubblica Dominicana in generale.
Notte caliente
Si lasciarono la città alle spalle e si avviarono verso est. «Bene, adesso ti dico dove andiamo. Ma tutto il resto lo scopri una volta arrivati lì. Stiamo andando a Altos de Chavòn», disse Carlos a Kira. Poi si scusò, perché doveva fare un paio di telefonate e mente parlava al suo cellulare, Kira curiosava in giro. Poteva sempre vedere il mare caraibico e questa vista se la stampò nella mente. Viaggiarono attraverso La Caleta, Boca Chica e Juan Dolio e poi raggiunsero ben presto San Pedro de Marcoris. Kira si ricordò che Carlos aveva detto durante il loro primo incontro che veniva da quella città. Lui telefonava ancora o di nuovo e Kira non voleva disturbarlo. Quando mise giù, le raccontò che lui veniva originariamente da lì e che avrebbe mostrato a Kira alcuni posti della sua infanzia mentre avano in macchina. «La mia famiglia abita però già da tantissimi anni a Santo Domingo e io non ho quasi più nessun contatto con questa piccola cittadina. Adesso arriva La Romana e poi siamo finalmente arrivati» spiegò lui. Altos de Chavòn si trova sul fiume omonimo ed è una delle città più famose della Repubblica Dominicana. Carlos imboccò deciso un piccolo viottolo e parcheggiò. Prese di nuovo Kira per un braccio e l’accompagnò verso quella città così pittoresca. Camminavano su roccia di corallo e anche gli edifici erano stati costruiti con lo stesso materiale.
ando attraverso l’entrata di un cortiletto, arrivarono nella parte all’aperto di un ristorante. Carlos si diresse verso la terrazza e quando si sedettero, Kira poté godere di una vista spettacolare del fiume. «Qui hanno girato alcune scene del film Rambo e Apocalypse Now» spiegò Carlos e Kira, che era completamente sopraffatta dal paesaggio, riusciva a immaginarsi bene come mai. «È un posto da sogno» bisbigliò lei e Carlos si piegò verso di lei e la baciò dolcemente, Kira rispose altrettanto dolcemente. Carlos, che ci provava gusto a sorprendere Kira di continuo, fece le ordinazioni. Kira voleva protestare, dicendo che non aveva molta fame, ma Carlos le rispose che la notte sarebbe stata lunga e che Kira doveva rifocillarsi. Bevvero un buon vino bianco e Carlos aveva azzeccato di nuovo i gusti di Kira con un piatto misto di pesce di fiume e frutti di mare. Il sole rossastro tramontava sul fiume che scorreva tranquillo. Entrambi godettero di quel momento affascinante. “Che bella giornata!” pensò Kira, che bruciava di curiosità per il resto della serata. Dopo la bella cena, si mossero con la macchina ancora per un pezzetto e solo in quel momento Carlos svelò quello che avrebbero fatto. «C’è un anfiteatro fantastico qui. Fu inaugurato da Frank Sinatra del 1982. Andiamo là. Oggi suonano “Il Divo”. Spero che tu non abbia niente contro la musica classica», disse Carlos. Kira fu presa un po’ in contropiede “Musica classica? Bella… ma non mi ricordo quand’è l’ultima volta che l’ho ascoltata”, pensò tra sé e sé, sentendosi un po’ a disagio. Carlos si avviò verso la biglietteria e poi guidò Kira ai loro posti. Kira si guardò intorno e ne rimase colpita. L’anfiteatro era davvero grosso e bellissimo, con antiche colonne e tratti in cui c’erano ancora rovine. Sul palco prendeva posto proprio in quel momento l’orchestra. La luce si abbassò e non appena il palco fu avvolto da una luce tenue, fecero il loro ingresso sul palco quattro uomini. Piano piano la luce si fece sempre più intensa e Kira vide quattro giovani cantanti molto attraenti che intonavano l’Ave Maria. A Kira scorse un brivido lungo il corpo e le venne la pelle d’oca. Poi fu il turno di “Unbreak my Heart”, e a Kira quella versione sembrò quasi migliore rispetto all’originale di Tony Braxton. Applaudì vigorosamente e Carlos era molto soddisfatto di sé. La musica e l’ambientazione ebbero un effetto quasi magico su Kira, che ascoltava attentamente tutte le canzoni. Il Divo riuscivano a trasformare la moderna musica pop in elegante musica classica, e pure le persone non proprio apionate di musica classica non poterono che esserne entusiaste.
La maggior parte dei pezzi furono cantati in spagnolo e Kira si pentì nuovamente di non capire nulla. Poi fu la volta di Feelings, The Winner takes It All, La Luna, Angelina, You Raise Me up e alcuni pezzi che Kira non conosceva. Il pubblico era come in estasi e quando arrivò la fine, continuava a chiedere il bis. Quando intonarono Amazing Grace, scivolarono delle lacrime fuori dagli occhi verdi di Kira e strinse forte la mano di Carlos. My Way fu veramente l’ultimo pezzo e dopo un bel po’ di tempo che la luce venne riaccesa, Kira e Carlos lasciarono lentamente l’arena. Kira era completamente entusiasta dei Il Divo e di quella musica meravigliosa e avrebbe voluto che il concerto non fosse mai finito. Trasognata, canticchiava tra sé e sé l’ultima canzone. Carlos disse a Kira di aspettare un momento e poi si recarono al parcheggio. La luna brillava e la notte era una di quelle magiche che si vivono raramente nella vita. Kira guardò il fiume e canticchiava ancora trasognata. Carlos l’abbraccio e la baciò. Si strinse a lei e tutti e due godettero il bacio carico di emozione. Doveva essere per via di quella serata speciale e di quell’atmosfera da sogno per cui il cuore di Kira si aprì in quel modo a Carlos. Lui avvertì il cambiamento, che stava prendendo piede in lei e cautamente si spinse oltre. Il ristorante in cui avevano mangiato, apparteneva a un piccolo albergo molto carino e Carlos aveva prenotato una camera doppia per loro. A causa del concerto, che aveva attirato molte persone, tutte le camere singole erano già occupate e Carlos si offrì di are la notte sul divano, lasciando il letto a lei. La camera aveva pareti intonacate con diverse gradazioni di bianco e il soffitto era a travi, scurite dal tempo. L’arredamento era composto da un letto a baldacchino gigantesco e altri mobili molto accoglienti. Alle pareti erano appesi dei dipinti di valore e in un’anfora c’era un mazzo di fiori bellissimo dal profumo incantevole. Carlos accese delle candele e aprì lo champagne, già freddo. Mise un cd nell’impianto hi-fi e le voci dei giovani tenori dei Il Divo riempirono la stanza. Kira si sentì come in un sogno e quando Carlos l’abbracciò, ballò immersa in lui.
Carlos le baciò la bocca, il collo e mordicchiava dolcemente i suoi lobi. Quando lui iniziò a sbottonare la sua camicia, lei non lo fermò e la sua eccitazione diventò una sensazione bruciante, quando lui le accarezzò il seno, aprì il reggiseno e lo buttò per terra. Baciò il suo seno, l’accarezzò e succhiò in un modo che a Kira sembrava che le sue gambe non avrebbero retto. Lui lo intuì e la portò in braccio sul letto. Baciò ogni centimetro della sua pelle e quando lui le aprì i pantaloncini, Kira moriva dalla voglia. Facendo attenzione, la spogliò e osservò con sguardo ardente il suo corpo nudo. Le sue labbra sfiorarono il suo ventre e cominciò lentamente ad accarezzarle l’interno coscia. Quando la punta della sua lingua la toccò dolcemente, Kira si piegò, gemette per la voglia e si aggrappò a lui. Nessun uomo l’aveva mai fatta sentire in quel modo e sentì crescere in lei una voglia mai provata fino ad allora. Kira, con le sue dita tremanti, aprì la camicia e cominciò ad accarezzare avidamente il suo corpo bello e definito. Carlos finì di spogliarsi e si dedicò nuovamente al corpo di Kira con una lentezza eccitante. Pose particolare attenzione alla voglia di Kira a forma di fiore e lei sembrava struggersi al contatto delle sue dita e delle sue labbra che la sfioravano delicatamente. Le mani di Kira si misero ad esplorare il corpo di Carlos e lui gemette, quando lei accarezzò con dita tremanti il suo membro e poi lo strinse. Carlos era felice di vedere i segreti più intimi della sua amante ancora molto inesperta e con la sua bocca riuscì a portare Kira quasi all’apice del piacere e lei si offrì a lui stringendolo piena di voglia. Quando lei fu al limite, lui si infilò velocemente il preservativo ed entrò in lei gemendo e trattenendo la sua forza. I loro corpi si muovevano in perfetta sintonia e le mani di Carlos che la toccavano ovunque la eccitavano tanto da farla quasi impazzire. Carlos era estremamente bravo ed esperto e riuscì a tenere Kira a lungo sul livello più alto di godimento, fino a che lei, gemendo gli disse: «Vieni! Se no muoio» e Carlos non si lasciò pregare ed esaudì i desideri di Kira. Carlos portò Kira in estasi e lei provò una sensazione che non aveva mai provato prima. Si trovava in uno stato, per cui le sembrava che il mondo intorno era scomparso. Più tardi, quando si furono ripresi e avevano bevuto un po’ di champagne, lui ricominciò da capo ed esplorò di nuovo le sue zone erogene fino a che lei tremò dalla voglia e quella volta si amarono selvaggiamente e con ione.
Stanchi morti si addormentarono all’alba. Un paio di ore più tarsi, Carlos svegliò Kira di buon umore: «Mia piccola stella marina, svegliati, dobbiamo tornare indietro tra poco. Vorrei are anche io tutto il giorno a letto con te…» disse lui, con la voce tremante per la voglia accarezzando di nuovo il suo corpo provocante. Kira si scostò dalle sue mani e corse in bagno. Carlos si era già fatto la doccia e lei era felice di poter rimanere per un paio di minuti da sola. La magia della serata precedente era scomparsa e lei si sentiva in qualche modo colpevole per essere stata con Carlos. Perché non poteva essere Martin, quello con cui aveva ato una fantastica notte d’amore? “Se Martin fosse stato veramente interessato, non sarebbe mai successo tutto questo. Non sarei mai andata a letto con Carlos…” si disse tra sé e sé. Però dovette aggiungere che non era mai stata amata da nessun altro uomo come lo era stata da Carlos e a lei erano piaciute le sue attenzioni e buttò dietro alla schiena i capelli ancora bagnati dalla doccia. Si vestì velocemente con i vestiti del giorno precedente e quando tornò da Carlos, aveva di nuovo il sorriso sulle labbra. Sulla terrazza che si affacciava sul fiume, che brillava nella luce mattutina, fecero una colazione abbondante e Kira si sentì meglio. Quando lasciarono Altos de Chavòn, Kira si girò sul sedile per continuare a guardare il fiume che diventava sempre più piccolo. Carlos, che intuiva l’incertezza di Kira, non parlò e quindi rimasero in silenzio per tutto il viaggio di ritorno. Tutti e due andavano dietro ai loro pensieri, ma non era un silenzio opprimente. Quando più o meno tre quarti del viaggio erano alle spalle, Carlos si fermò in un parcheggio. «Vieni stella marina, ti voglio mostrare qualcosa». Prese Kira per mano e dopo pochi i, si aprì davanti a loro una vista mozzafiato. Si trovavano in alto, da lì potevano scorgere il mare che si infrangeva sotto di loro sugli scogli alzando molta schiuma. Gli alberi intorno a loro erano in fiore e profumavano meravigliosamente. Il mare sembrava infinito e sull’orizzonte, il cielo sembrava fondersi con l’acqua. Era una vista fantastica. Kira prese la macchina digitale dall’auto e scattò un paio di belle foto.
Carlos l’abbracciò e la baciò. «Grazie Carlos, grazie per avermi regalato una giornata e una serata fantastica. E questa vista…», Kira rimase in silenzio e Carlos rispose: «No, Kira, sono io a ringraziare te. Mi rendi l’uomo più felice del mondo e la fantastica notte ata con te è stata del tutto speciale per me». Kira preferì non rispondere e ripresero il viaggio di ritorno. Raggiunsero presto Las Galeras e Carlos accompagnò Kira fino alla porta della sua camera. La baciò per salutarla e le regalò il cd dei Il Divo che avevano ascoltato la notte precedente. «Per non farti dimenticare la nostra bellissima notte di ione!», disse lui piano e Kira dovette deglutire, ricordandosi la notte con lui. «Ci vediamo stasera?», chiese lui e Kira non poté far altro che annuire. Quando la porta fu chiusa, ci si appoggio dietro con la schiena e dovette come prima cosa fare un respiro profondo. Quando improvvisamente il telefono della camera suonò, a Kira si fermò il cuore per lo spavento. Ma era solo Samantha, che chiedeva allegra, se poteva andare da lei. Poco dopo le due amiche si salutarono, come se non si fossero viste per settimane. Sammy vide subito che c’era qualcosa in Kira che non andava e le chiese: «Forza, raccontami come è andata! Mi guardi come se tra poco il mondo dovesse finire». Le due si sistemarono comode in terrazza e Sam prese velocemente una CocaCola e due bicchieri. Poi Kira raccontò del fuoriporta veramente bello che aveva fatto a Santo Domingo. Raccontò tutto nei minimi dettagli, così che Sam potesse avere un’immagine precisa. Kira raccontò della sorpresa, della visita a Altos de Chavòn, del fantastico concerto e che Carlos l’aveva sedotta a regola d’arte e che aveva avuto il miglior sesso della sua vita. Il raccontò terminò con la sua battaglia interna che si era scatenata durante il viaggio di ritorno. «Wow!» fu tutto quello che Sam riuscì a dire in un primo momento. Dopo un paio di minuti di silenzio, le chiese: «Cosa c’è di così brutto? Perché sei così a terra?» e Kira rispose: «Mi sono sentita veramente bene con Carlos, è stato un giorno fantastico e la serata non sarebbe potuta essere migliore. Anche a letto con lui… si, me la sono goduta in ogni fibra. Quello che non va è che io non sono innamorata di Carlos e che questo idiota di un Martin gira sempre nella mia testa. Per questo mi sento in qualche modo colpevole…».
«Beh, senti, Martin non si fa sentire e tu hai i sensi di colpa? È stupidissimo! Avete usato il preservativo?». Kira annuì e Sam continuò: «Bene, almeno è stato attento. Ognuno ha bisogno di un po’ di sesso ogni tanto, quindi non ti devi spaccare la testa in questo modo. Inoltre la nostra vacanza è quasi finita, e se non vuoi più sentire Carlos, lascia cadere la cosa. E a tuo favore, dopo tutto quello che Carlos ha fatto ieri, una cena fantastica, il concerto, le candele eccetera, quale donna non avrebbe ceduto? Ma poi, dove trova un normalissimo animatore tutti quei soldi? Deve essergli costato un bel po’. Non è che il nostro Carlos è in realtà ricercato per rapina a una banca?» rifletté Sam, senza arrivare a nessuna soluzione. Kira si sentì un po’ sollevata, dopo le parole incoraggianti della sua amica e chiese come lei e Miguel avevano ato il giorno e la notte. Fu il turno di Sam di raccontare con entusiasmo. Miguel aveva dovuto ritirare la merce per il negozio da un artigiano e così avevano unito l’utile al dilettevole e avevano fatto una gita all’interno dell’isola Hispaniola. Prima andarono a San Francisco di Marcoris e avevano visitato la città che trasudava storia da ogni poro. Poi arono attraverso La Vega per raggiungere la loro meta: Jarabacoa. Grazie al clima primaverile durante tutto l’anno, circa 21° C, viene anche chiamata “la città dell’eterna primavera”. Lì crescono rigogliose pinete, che ricordano molto le Alpi. Il paese è situato a 530 metri sul livello del mare e al centro nella catena montagnosa della Repubblica Dominicana. Nella valle scorrono i fiumi più importanti della Repubblica e dato che lì il terreno è molto fertile, si coltivano anche molte verdure, noci, e frutta come le fragole e poi fiori e il famoso caffè dominicano. «Miguel voleva assolutamente fare rafting sul Yaque del Norte, ma non l’ha avuta vinta», raccontò Sam. «Quindi mi ha fatto vedere le cascate Jimenoa. Sono veramente grosse e se uno vuole, ci si può addirittura arrampicare. Là c’è anche la montagna più alta dei Caraibi, il Pico Duarte. Bisogna ammetterlo: anche senza mare e spiagge, la Repubblica Dominicana ha veramente tanto da offrire». Kira rimase molto sorpresa, dopotutto aveva dato per scontato che la Repubblica Dominicana potesse essere interessante solo per gli amanti del mare. Sam continuò: «Abbiamo pranzato in un ristorante accogliente. C’erano piatti tipici di quella regione, tutti meravigliosi. Poi abbiamo cercato Jose, l’artista. Nel suo piccolo studio crea gioielli bellissimi. Non puoi neanche immaginare. Veramente straordinari!» e continuò enunciando quanto aveva imparato di nuovo: «Il larimar, anche conosciuto con il nome di pectolite blu, è una pietra dura. Lo si può trovare in questa nazione solo in alcune zone e fino ad ora non si
conosce un altro posto al mondo dove si può trovare questa pietra. Rappresenta una piccola parte della storia della nazione e viene estratta a mano per la fragilità del giacimento. Il che significa: duro lavoro. Il larimar si è creato poco dopo la nascita dell’isola dal mare, 100 milioni di anni fa. Nel corso degli anni, si stima che il larimar sia diventato una delle pietre più rare e originali». Kira rimase di stucco per tutte quelle informazioni. «Sembra quasi che tu sia diventata una fan del larimar», fece l’occhiolino a Sammy. «Lo confesso, sono affascinata da questa pietra e anche di tutti i pezzi meravigliosi che Jose lavora. Avresti dovuto vederlo con i tuoi occhi per capire cosa voglio dire», rispose Sam. Sulla via del ritorno si erano fermati ancora in diversi punti e Miguel le aveva mostrato con orgoglio le meraviglie della sua terra. Le aveva raccontato anche del lago Enriquillo, della bellezza della valle Neiba e dell’omonimo deserto. Miguel ci teneva a mostrargli volentieri quel lago molto salato e ricco di solfato che viene ritenuto uno dei tesori più preziosi della Repubblica Dominicana, unico in tutti i Caraibi. Nel lago c’è una grossa isola di 2600 ettari, che è anche zona naturale protetta. Miguel rimase incantato soprattutto dai coccodrilli americani che vivono. Ma era troppo lontano per farci una capatina. Miguel raccontò anche del Polo Magnetico, dove, contro ogni legge della natura, si può vedere una macchina muoversi da sola per via di alcune colline magnetiche. «Ma mi ha promesso di mostrarmi tutto. Vedi, DEVO tornare qua! Se no Miguel non può mantenere le sue promesse e questo non va bene!», concluse Samantha. Di come avevano ato la notte, preferiva non dire niente, ma l’occhiolino valse più di mille parole. Dopo tanto parlare e sentire, le era venuta fame a tutte e due e decisero di andare al Buffet e darsi da fare con il mangiare.
Primi addii
Dopo aver mangiato abbondantemente come al solito, le due ragazze decisero di are l’ultimo pomeriggio a disposizione in spiaggia. Mentre andavano al loro posticino preferito, incontrarono molti visi ormai conosciuti. C’era il giardiniere tanto gentile, che aveva sempre pronto un piccolo fiore carinissimo da mettere come un gioiello nei loro capelli, il cameriere premuroso del ristorante e del bar in piscina, le ragazze delle camere sempre molto diligenti, che lasciavano ogni giorno una piccola decorazione incantevole sui letti rifatti, e naturalmente incontrarono anche molte altre persone in vacanza. Scambiarono parole amichevoli con tutti e sempre con il sorriso sulle labbra. Tutte e due erano tristi di dover lasciare presto quell’atmosfera piacevole e iniziarono a salutare il Paradiso nei loro pensieri. Fecero visita al bar della piscina e si lasciarono preparare un succo di frutta fresco da portare via. In spiaggia si misero comode sulle loro sdraio e riarono nella mente le due vacanze appena ate. Proprio in quel posto, Sammy aveva conosciuto il suo Miguel. Quell’incontro le aveva proprio cambiato la vita! Se qualcuno le avesse detto due settimane prima che avrebbe trovato l’amore della sua vita nella Repubblica Dominicana e che avrebbe voluto vivere lì, sarebbe scoppiata a ridere fragorosamente. Non l’avrebbe ritenuto possibile. Ma anche ora non riusciva bene a immaginarsi come sarebbe andata a finire. L’unica cosa chiara, era che lei voleva tornare indietro il prima possibile: «Quel che sarà, sarà», disse lei a Kira che dovette ammettere di essere un pochino gelosa di tutta quella fortuna che la sua nuova amica aveva trovato. Giusto, lei e Samantha si conoscevano da 12 giorni e anche se in così poco tempo, erano diventate care amiche. Si erano capite fin dal primo incontro. «La vita prende strade del tutto imprevedibili», rifletté Kira, «ci conosciamo da così poco tempo e invece mi sembra che tu sia una delle mie migliori amiche. Anche tu e Miguel siete insieme da poco ma a quanto pare, questa vacanza è stata testimone di una svolta nella vita di tutti». «Credi nel destino?» chiese Sammy. Dopo averci pensato un po’ su, Kira rispose: «Non lo so, ma in qualche modo, sì. Forse è tutto solo una coincidenza, e magari la vita non è altro che un insieme di queste coincidenze…», «No no, è destino!», insistette Sam ed entrambe rifletterono per un po’ sul significato della vita. «Forza, andiamo a fare il bagno, se no mi intristisco ancora di più!», disse
Sam e corse in acqua. Mentre, immerse nel mare, guardavano il cielo, Kira esclamò: «Il cielo è così blu…» «… che lo vorrei mangiare» concluse Sam ed entrambe scoppiarono a ridere, ripensando alla loro prima giornata di spiaggia quando pronunciarono quelle parole senza senso. «E tutte queste bellissime palme… mi mancherà tutto così tanto!» disse Kira. «A proposito di palme, lo sapevi che Samanà è la penisola con più palme al mondo? Ce ne sono circa nove milioni! Tutte quelle palme rendono Samanà la prima in classifica con tanto distacco! Ci sono addirittura più palme qui, che nell’intera Repubblica Dominicana» spiegò Sam. «Wow! Sono veramente tantissime!» affermò Kira e poi sorrise, immaginandosi di dover contare tutte le palme. «A che punto sei con il tuo articolo? Hai cominciato a scrivere?» voleva sapere Sam e Kira rispose un po’ imbarazzata: «No, non ancora. Ma durante il volo ho quasi dieci ore a disposizione. Penso di riuscire a scrivere qualcosa di decente!» «Se lo dici tu…» mormorò Sammy, ma anche Kira stessa aveva dei dubbi a riguardo. «Cosa facciamo stasera? O preferisci are l’ultima serata con Miguel?» chiese Kira. «Non ne ho idea. Miguel lavora tutto il giorno e ha detto che mi chiama più tardi». Sam scosse le spalle: «Quel che sarà, sarà», ed entrambe scoppiarono a ridere di nuovo. Lentamente camminavano sulla spiaggia e il sole le stava asciugando. Presso il centro per gli sport acquatici noleggiarono due tavolette e nuotavano sulle onde basse. Kira e Sam goderono fino in fondo del loro ultimo pomeriggio insieme. Quando ebbero di nuovo fame, andarono al bar della piscina per un piccolo snack. Sam aveva di nuovo appetito di qualcosa di sostanzioso e prese della pasta sfoglia ripiena di formaggio. Kira scelse per se una fetta di torta alla frutta e due palline di gelato alla ciliegia. Trangugiarono con appetito i due piatti tanto buoni e poi si sentirono piene come un uovo. «Hai già deciso come andrà avanti con Carlos? A quanto pare tu gli piaci molto. Un po’ mi dispiacerebbe, nel caso in cui tu gli volessi dare un due di picche», chiese Sam curiosa. Su questa faccenda, Kira non aveva ancora le idee ben chiare e quindi rispose a Sammy con le sue stesse parole: «Quel che sarà, sarà». «Ma dove sono Katrin, Heidrun, Micha e Thomas?» chiese Samantha a Kira.
«Credo che avevano un’ultima gita in programma oggi. Heidrun voleva nuotare con i delfini all’”Ocean World” a tutti i costi, veniva offerto anche l’Adventure Park. Il parco deve essere veramente stupendo. Va beh, magari lo vediamo la prossima volta», rispose Sam. «Se si pensa che anche noi, abbiamo fatto una gita quasi ogni giorno, è rimasto ancora molto da vedere. Che peccato. Avrei fatto volentieri il safari in jeep, oppure avrei visitato volentieri il parco nazionale “Los Haitieses”. Hai ragione, dobbiamo proprio tornarci. Al più tardi per il matrimonio di Heidrun e Micha», decise Kira. «Così tanto non posso aspettare. Se ci penso, mi viene già nostalgia di Miguel e di Samanà», replicò Samantha. Poi le due si misero a pensare come avrebbero potuto tenersi in contatto una volta in Germania, oltre al telefono. Decisero di sentirsi ogni due giorni via internet con la webcam per raccontarsi le ultime novità e che si sarebbero fatte visita a vicenda durante i fine settimana. «Oh Sam, io non so se riuscirò ad abituarmi di nuovo alla routine di casa. Sembra stupido, lo so, dopotutto siamo state qua solo due settimane, ma questa vita, la vita che c’è qua, non c’è per niente in Germania…», Kira non riusciva ad esprimere chiaramente a parole i suoi pensieri. Ma Sammy con un sospiro disse: «Kira, capisco perfettamente quello che dici e anche io non so come potrebbe funzionare. I colleghi e gli amici non lo capiranno mai. E poi, detto chiaramente, se uno non lo sperimenta in prima persona, è anche difficile da comprendere». Il cellulare di Sammy suonò e ci vollero un po’ di minuti prima che Sam finisse di bisbigliare parole d’amore a Miguel. «Viene più tardi in albergo. Non sapeva bene quando, ma ci troverà di sicuro. Bello, così possiamo are l’ultima serata tutti insieme!», disse Sam contenta. Anche Kira era sollevata di non dover are la serata con Carlos tutta da sola, con il pericolo di finire di nuovo a letto con lui. Perché quel tipo doveva essere così maledettamente affascinante e come faceva a sapere esattamente quello che una donna vuole a letto?! Immediatamente le apparve nella sua mente un viso con degli occhi di un blu fantastico: Martin! Perché l’aveva lasciata così? Era cominciata così bene tra di loro… Kira pensò di nuovo al pomeriggio con lui su quell’isola piccolina e a com’era stato sincero con lei. E poi quella serata magica sul catamarano! Kira
avrebbe giurato di aver visto brillare la scintilla dell’amore negli occhi di Martin. Cosa gli era successo? Perché all’improvviso non la voleva più? Presa dalla tristezza, Kira scacciò via i pensieri su Martin e cercò di dimenticarlo. Per fortuna Sam non si era accorta della sua improvvisa tristezza così Kira la tirò su dalla sdraio e corsero di nuovo in mare. Ridendo, si facevano dei piccolo scherzetti nell’acqua bassa, e Kira dimenticò ben presto tutti i suoi pensieri tristi. Dopo che si furono divertite per bene, decisero che era ora di iniziare a tornare in albergo. Kira voleva fare la sua valigia e tutte e due avevano bisogno di una doccia. Sulla strada del ritorno, incontrarono le altre due coppiette, appena rientrate dalla loro escursione. Decisero di incontrarsi a cena e poi sparirono tutti nelle loro camere. Nel momento in cui Kira tirò fuori la chiave per entrare in camera, le cadde un foglietto. Una volta in camera lo aprì e su carta profumata c’erano scritte poche righe: “Mia piccola stella marina, spero che tu abbia ato una bella giornata. Non vedo l’ora di stasera, quando potrò finalmente rivederti. Mi manca la tua dolce risata, Carlos”. Kira sorrise. “Non si da veramente per vinto. Le sue attenzioni però mi fanno piacere” pensò e mise da parte la letterina. Dopo essersi fatta una doccia rinfrescante, mise il cd di Carlos nell’impianto e canticchiò trasognata le incantevoli melodie cantante dai Il Divo. Spostò la valigia sul suo letto e cominciò a riordinare le sue cose. Quando prese in mano il vestito che aveva comprato per la serata con Martin, decise di indossarlo quella sera stessa. Sarebbe stato un peccato metterlo via senza averlo mai messo. Inoltre Carlos si sarebbe reso conto di quanto le stava bene. La maggior parte dei suoi vestiti furono riposti nella valigia e il necessario rimase nell’armadio. Cercò con tutte le sue forze di non diventare triste o malinconica, ma vedendo la sua valigia non ci riuscì. In neanche 48 ore sarebbe già dovuta imbarcarsi sul volo per tornare casa e questo pensiero non piacque per niente a Kira. Uno sguardo all’orologio le suggerì di prepararsi per andare a cena e con un sospiro indossò il vestito nuovo. La parte superiore era aderente sul seno e la scollatura lasciava vedere il suo decolté abbronzato. Le due spalline sottili erano perfette per una serata calda come quella. Se fosse diventato più fresco, il bolerino sarebbe stato perfetto. La gonna era a campana e lasciava le ginocchia
nude, mettendo in evidenza le sue gambe slanciate. Il colore predominante del vestito era un verde menta e dei fiori di colore rosa impreziosivano la gonna e la giacchetta. I sandali con il tacco color verde menta con un fiore rosa erano praticamente perfetti. Kira guardò il suo riflesso nello specchio e sciolse i suoi lunghi capelli biondi. C’era solo un cerchietto rosa a tenere i capelli indietro. Soddisfatta si fece l’occhiolino e come tocco finale applicò un po’ di mascara sulle ciglia e il lucidalabbra. Sam entrò e guardò Kira con aria d’approvazione. «Sei perfetta! Carlos ne sarà molto felice!», Kira fece una faccia non troppo contenta, guardò Sam e fece complimenti anche a lei. Con un paio di jeans bianchi che le calzavano a pennello, e il top rosa shocking, Sam era bellissima. Una cintura argento e sandali infradito completavano la sua mise. Tutte e due erano ben abbronzate, erano insomma due bocconcini appetitosi. Non era importante come si sarebbe sviluppata la serata, le due ragazze erano in ogni caso vestite bene. Kira fece sentire a Sammy la sua canzone preferita dei Il Divo e Samantha capì cosa Kira aveva provato durante il concerto con l’atmosfera dell’anfiteatro e quelle canzoni fantastiche. «Non c’è da meravigliarsi che dopo questo spettacolo tu ti sia lasciata andare e ti sei buttata nelle braccia di Carlos!», commentò Sam prendendo in giro Kira con un sorriso. «Io sono una persona romantica» si difese Kira. Ma Sam continuò a ridere. Il fatto che Sammy fosse così felice, sembrò strano a Kira, dopotutto era l’ultima sera che avrebbe trascorso in quel paradiso. “Forse è solo di facciata” pensò Kira e disse ad alta voce: «Finito! Possiamo andare!». E insieme lasciarono la camera di Kira di buon umore.
Notte sotto le stelle
Quando entrarono nel ristorante, Heidrun, Micha, Thomas e Katrin le stavano già aspettando. Come ogni sera, sedevano sotto il grosso ombrellone sulla terrazza. Kira e Sam presero posto velocemente e Heidrun, che non stava più nella pelle, cominciò a raccontare entusiasta dell’Ocean-World. Le parole fluivano come un fiume in piena e Sam si meravigliò della sua amica, che di solito era sempre così tranquilla. A quanto pareva, la gravidanza aveva cambiato
profondamente Heidrun. Il desiderio di Heidrun di nuotare una volta nella sua vita con i delfini, era stato esaudito e l’esperienza era stata ancora più bella di quanto si era immaginata. «Il contatto con la pelle liscia dei delfini è qualcosa di incredibilmente straordinario. E quanto sono intelligenti e svegli quegli animali… incredibile!». In particolare Ronja, una piccola delfina aveva fatto colpo su Heidrun, che era rimasta sconvolta dall’incontro con il dolce mammifero di mare. Aveva potuto giocare, coccolare e nuotare con i delfini per mezzora e gli animali avevano mostrato il loro lato migliore. Anche lo spettacolo dei leoni marini era stato fantastico e Heidrun non poteva fare a meno di sorridere ripensando ai come quei comici di natura avevano fatto i loro scherzetti. Ai due maschietti invece era piaciuto di più lo spettacolo dei pappagalli, a Katrin invece le maestose tigri bianche, che si potevano ammirare divisi solo da un sottile vetro. Ci volle un po’ di tempo prima che tutte le bellezze e le specie animali, che avevano visto al parco avventura Ocean-World furono elencate. La gita era stata un successone e tutti e quattro erano dispiaciuti che Sam e Kira non erano andate con loro. Sam raccontò del suo fuoriporta a La Vega e Kira del suo concerto spettacolare nell’anfiteatro. «È incredibile tutto quello che si può vedere qua», esclamò Thomas. «Il prossimo anno dobbiamo prenotare almeno per quattro settimane! C’è ancora così tanto da vedere». Tutti erano d’accordo e pensarono a cosa volevano assolutamente vedere. Mentre si raccontavano a vicenda le esperienze che avevano fatto, nessuno era andato al buffet, per non perdersi neanche una parola. Ma riuscirono a recuperare e presto sedevano di nuovo tutti masticando con gusto. Dopo aver mangiato si diressero verso il bar dell’albergo, continuando a chiacchierare. Poco dopo arrivò anche Carlos. Salutò gli amici e poi si dedicò a Kira. La baciò sulla guancia e la tirò stretta a sé. Le bisbigliò ardente: «Mia stella marina, sei bellissima, quasi da mangiare! Ho pensato tutto il giorno a te. È fantastico vederti, respirarti e sentirti». Mentre pronunciava queste ultime parole, le accarezzò il collo con le dita, poi le spalle e la schiena. Kira fu percorsa da un
brivido. Il fatto che lei fosse sempre attratta da lui, le faceva un po’ paura. Si liberò velocemente dalla sua presa e si concentrò sul suo drink. Dentro di sé, Kira dovette ammettere che Carlos era davvero un uomo attraente, alto, magro e ben definito nella parte superiore del corpo. La sua pelle era più chiara del caffelatte con i capelli lunghi fino alle spalle, legati in una coda. Vestito con un paio di pantaloni bianchi e una polo a righe blu e bianche, stava veramente bene. I suoi occhi neri brillavano intraprendenti e la sua bocca sensuale aveva sempre dipinto un sorriso divertito. Se Kira non avesse saputo che lui era un animatore, avrebbe pensato che fosse una di quelle persone ricche e belle. Gli mancava solo uno yacht lungo trenta metri. Per fortuna apparve Miguel e si concentrarono tutti su di lui. Tutti lo salutarono felici e come prima cosa baciò la sua Sammy a lungo. Poi picchiettò il bicchiere di Sam e tutti lo guardarono curiosi. Grazie a Samantha, Miguel era riuscito a imparare un po’ di tedesco: «Purtroppo questa è l’ultima sera della mia Sammy qui a Samanà. Voi siete qua anche domani. Ma per festeggiare insieme ancora un po’, ho pensato a qualcosa. Bevete e poi andiamo!». Tutti erano curiosi di scoprire cosa aveva architettato Miguel e bevvero velocemente quello che avevano nei bicchieri. Miguel prese Sam per mano e uscirono per primi, poi Carlos mise un braccio sulle spalle di Kira e seguirono la coppietta. arono attraverso la zona esterna dell’albergo e poi lungo la spiaggia. Una baia un po’ nascosta, si rivelò essere la località ideale per una festa. Un grande falò bruciava e illuminava lo scenario. Circa una dozzina di persone del posto salutarono gli amici molto cordialmente e loro riconobbero un paio di pescatori di Rincon e alcuni giovani provenienti da Las Galeras. Erano venuti tutti per salutare i turisti. C’erano tavoli e sedie e un gruppo del posto che facevano da contorno musicale. I pescatori avevano portato una grossa parte di quello che avevano pescato quel giorno e un profumo appetitoso di pesce e aragoste grigliate si era diffuso in tutta la baia. Le donne avevano preparato il contorno a casa e l’avevano portato lì in termos per tenerli al caldo. Anche se gli amici avevano mangiato non tanto tempo prima, non si lasciarono pregare a lungo dai pescatori e assaggiarono le specialità del posto. Da bere c’era birra fredda oppure succo di tamarindo fatto in casa.
Comunicavano in una varietà di lingue: spagnolo, inglese e qualcosa in tedesco oppure con mani e piedi. A Kira piacquero le banane fritte e sgranocchiò molti altri piatti salati. Carlos era contento del suo appetito e le spiegò la preparazione dei diversi piatti tipici. Sammy si sporse verso Kira e le disse piano: «Guarda chi arriva… quella è la caliente Maria. Se oggi ci prova senza ritegno con Miguel, le cavo gli occhi!». Kira riusciva a capire la rabbia della sua amica. Quando vide la giovane dominicana da vicino, dovette ammettere che esprimeva sensualità da ogni centimetro del suo corpo. Il giovane venditore di dipinti, Louis, distrasse Kira, che non fece più caso a Maria. Dato che Louis non si sarebbe dato per vinto e che anche Carlos la spingeva, Kira si arrese e andò con Louis su una specie di pista da ballo improvvisata: un pezzo di spiaggia piatto. Ballò un pezzo di bachata con quel ragazzo che non smetteva di sorridere. Dopo altri due balli, Kira voleva smettere, ma Louis la convinse a concedergli un altro ballo. Kira guardò dov’era Carlos e le mancò le il respiro. La bomba sexy Maria era seduta al suo posto e teneva le sue mani sulla coscia di Carlos. Proprio in quel momento rovesciò la testa ed esplose in una risata argentina e il suo seno nascosto da una camicetta allacciata con un’asola, si avvicinò pericolosamente alla faccia di Carlos. Lui sembrava stesse raccontando qualcosa di divertente e catturava completamente l’attenzione di quella bellezza esotica. Kira stava ribollendo di rabbia. Voleva tornare il più velocemente possibile al suo posto e quando riuscì a convincere Louis, vide che Carlos stava guidando Maria sulla pista da ballo. La sua mano era posata sulla sua vita scoperta e Maria sorrideva trionfante. Una volta al suo posto, Kira osservò la coppia ballare. Ma quello che Kira vide non le piacque assolutamente. I due sembravano una coppia affiatata e intorno a loro l’atmosfera era piena di erotismo. Sam e Miguel erano appena tornati dalla pista da ballo e Samantha disse a Kira: «Oggi non devo preoccuparmi per Miguel. Quella sembra aver trovato una vittima “volontaria” in Carlos. Per fortuna non ne sei innamorata, se no dovresti iniziare a preoccuparti». Kira le fece un sorriso finto e dovette fare buon viso a cattiva sorte. Dopo un’eternità Carlos e Maria tornarono di nuovo al tavolo e Carlos presentò Kira a Maria. Tra le due donne si alzò il gelo e Maria se ne andò
presto dal tavolo. Baciò Carlos sulla guancia e con una voce bassa gli disse: “Hasta luego mi amor…”. Adesso era Kira che le avrebbe voluto cavare gli occhi e guardò Maria stizzita. Carlos sembrava non aver notato la sua rabbia e prese le mani di Kira e le baciò. Il gruppo suonò un lento e Carlos portò Kira di controvoglia di nuovo a ballare. L’abbracciò stretta e Kira si arrese. Le sue labbra le accarezzarono dolcemente la guancia e le bisbigliò: «Kira, mia stella marina, ti desidero. Sei la donna più bella e sensuale che conosco. Credimi, io voglio solo te! Dopo la scorsa notte mi è diventato tutto più chiaro: non posso stare senza di te. Per favore, rimani qua, rimani da me!», mentre parlava accarezzava la sua schiena e Kira ebbe dei brividi. Mandò giù il grosso nodo che aveva in gola e gli disse: «Non posso rimanere qua, non è così facile. Ma voglio tornare presto qua!», mentre parlava, Carlos aveva smesso di ballare e prese il suo viso nelle sue mani e la baciò lentamente e con ione. Alcuni dei presenti cacciarono dei gridolini e fecero un applauso. Dopo il bacio, Kira guardò smarrita di lato e vide con la coda dell’occhio che Maria le lanciava uno sguardo di fuoco. Carlos l’abbracciò di nuovo e Kira si strinse forte a lui. Così ballarono fino a che il gruppo suonò una canzone più ritmata. Quando tornarono al loro posto, Kira vide che Maria stava amoreggiando selvaggiamente con Louis. Sollevata, notò che la nuova coppietta stava abbandonando la festa. Dopo che la situazione per Kira era migliorata, poté godere di nuovo le piccole bellezze della festa. Scherzò con i giovani e i suoi amici e il suo umore migliorò. La notte era piacevolmente calda e l’aria era un toccasana sulla pelle. Sulla volta celeste brillavano le stelle e la luna illuminava il paesaggio con una luce fioca. Era una perfetta notte caraibica. Intorno alla una di notte, Miguel e Samantha salutarono e se ne andarono, dopotutto quella era l’ultima notte che avrebbero potuto are insieme per un po’ di tempo e gli altri li capirono in pieno. Nonostante questo, la festa continuò e la birra scorreva fiumi. Kira si sentiva leggermente brilla e optò per il succo di tamarindo. Carlos continuò a sommergerla di domande, di cui neanche lei conosceva la risposta. Quando torni? Perché non ti licenzi e vieni a vivere da me? C’è un altro uomo nella tua vita? E ancora, ancora e ancora… Kira non si sentiva nelle
condizioni perfette per pensare a quelle domande, non quella notte. Ma le era chiaro che avrebbe dovuto trovare velocemente una risposta, anche per se stessa, dopotutto aveva solo un altro giorno da are in quel paradiso. «Carlos, per favore, parliamone domani. Questa sera voglio solo divertirmi e non pensare a certe cose», lo pregò e lui sembrò capire. Thomas e Micha raccontarono delle loro avventure, le ragazze parlavano di moda, bambini e cucina e il tempo ò velocemente. Ballarono, parlarono e risero fino a che albeggiò. I giovani dominicani non mostrarono alcun segno di stanchezza e anche le altre coppie si intrattenevano divertite. Kira e Carlos lasciarono quasi inosservati la piccola baia e Carlos teneva Kira saldamente per il braccio mentre camminavano. Kira disse, che stavano andando nella direzione sbagliata ma Carlos disse di conoscere una scorciatoia. Dopo pochi minuti erano completamente soli su una spiaggia bellissima in un’altra baia nascosta. Rimasero là, in piedi e guardarono trasognati il mare. Carlos baciò Kira e con le mani accarezzava il seno e il sedere sotto il vestito. Kira sentiva l’eccitazione crescere in lei. Carlos aprì il vestito di Kira con mano abile e accarezzava le spalline sottili sopra le sue spalle. Piano piano fece scivolare la parte superiore del vestito, centimetro dopo centimetro sul suo corpo e quando scorse i capezzoli turgidi, li baciò e li sfiorò con la lingua. Veloce si tolse la sua polo e la sua pelle nuda strisciò sulla pelle di Kira tremante per l’eccitazione. Kira gemette e strinse le sue braccia intorno al suo collo. Il suo vestito cadde sulla sabbia e Kira rimase completamente nuda tranne gli slip. Carlos la baciò e l’accarezzò e Kira sentì una voglia inaspettata crescerle dentro. Carlos si staccò e si inginocchiò davanti a lei sulla sabbia morbida. Piano e con cautela le sfilò gli slip e ogni centimetro di pelle che si scorgeva, lui la baciò ardentemente. La voglia di Kira attirò particolarmente la sua attenzione e Kira tremava dalla voglia. La sua lingua esplorava i punti più sensibili e lei si strinse a lui come se le mancasse il respiro. Lui si mise sopra di lei e la spogliò del resto del suo vestito. Poi Kira esplorò con le mani e la bocca il corpo di Carlos, mentre lui si dedicava ancora alle sue zone erogene. Entrambi si regalavano a vicenda un’incredibile sensazione di voglia, e quando nessuno dei due più poté resistere, si unirono con una foga esplosiva. Entrambi raggiunsero il punto più alto insieme e con un’intensità incredibile.
Non appena l’eccitazione scemò di un poco ed entrambi avevano riacquisto il senno, Kira avrebbe preferito andare a nascondersi da qualche parte. Lei stessa era rimasta completamente confusa e sovrastata dal suo scoppio d’amore ionale. Carlos l’aveva intuito e la strinse forte a sé. Lui si mise sopra di lei e la baciò dolcemente. Le disse pieno di comprensione e con una voce dolce: «Vieni, mia piccola stella marina, entriamo in mare. Poi ti sentirai di nuovo fresca come una rosa». Non si lasciò contraddire, la prese in braccio e la portò per un paio di metri fino al mare e poi fecero il bagno tra le piccole onde. Kira non era ancora mai stata in mare nuda e questa nuova sensazione le piacque. Carlos aveva avuto ragione: si sentiva rinfrescata e in sintonia con la natura. Dopo aver nuotato per un paio di metri, Carlos di lasciò portare dolcemente a riva dalle onde. Kira si sdraiò di fianco a lui e lui l’abbracciò. Mentre la baciava, le sue mani percorrevano il corpo di Kira, che sentì montare l’eccitazione di nuovo. Selvaggiamente e ardentemente fecero l’amore nel mare poco profondo. Dopo essersi lavati via tutta la sabbia, Carlos abbracciò Kira dal dietro e lei sentì di nuovo quella sensazione crescerle dentro. Kira non l’aveva mai fatto in mare e scoprì molte nuove sfaccettature. Carlos sembrava non averne mai abbastanza di Kira e continuava ad accarezzarla insaziabilmente. Guardava il corpo di Kira pieno di ardente ione e lei fu scossa dai brividi sotto il suo sguardo. Ci volle un po’ di tempo prima che entrambi fossero rivestiti perché Carlos non voleva assolutamente far rientrare Kira nei suoi slip. Con le sue dolci carezze era riuscito a risvegliare nuovamente l’appetito di Kira, a cui sembrava di partecipare a una gara di maratona del sesso. Carlos sarebbe volentieri crollato a letto di fianco a lei, ma a lei riuscì a dissuaderlo con la scusa dell’orario. Kira, sdraiata finalmente da sola a letto dopo una lunga doccia, ammise a se stessa che Carlos era un amante esperto e abile e che a lei era piaciuto molto fare del sesso sfrenato con lui. Ma lei non era abituata a tutta quell’attività fisica, e si sentiva stanca morta. Mentre pensava alle attenzioni così eccitanti di Carlos, sentì un prurito intenso all’altezza dello stomaco e si chiese, se magari non fosse innamorata di lui almeno un pochino. Immersa nei suoi pensieri, si addormentò di un sonno senza sogni.
Gli uomini non piangono mai
Quando la sveglia fece riemergere Kira in maniera un po’ brusca dal suo sonno profondo, avrebbe voluto con tutta se stessa rigirarsi dall’altra parte e continuare a dormire. Prima però di riaddormentarsi, un fulmine le ò per la mente e si ricordò che la sua amica Sammy partiva proprio quel giorno. Il pensiero attivò Kira, che caracollò in bagno. Voleva assolutamente godersi l’ultima colazione al “Paradiso” con Sam. Indossò velocemente la sua ultima camicetta e i pantaloncini. Legò i capelli in una coda alta e guardandosi allo specchio si disse, che sembrava giovane e sfrontata. Per via dell’avventura amorosa notturna, le sue labbra erano leggermente gonfie e dipinte di un rosso naturale. Quindi decise di poter fare e meno del trucco. Ripensando alla notte precedente, divenne rossa e sperava profondamente che nessuno avesse visto i loro giochetti amorosi. Non si era mai lasciata andare prima così completamente e l’impetuosità della reazione del suo corpo la spaventava ancora. “In ogni caso, adesso so cosa voleva dire Sam con orgasmo multiplo”, pensò Kira e rise tra sé e sé. Quando ò a prendere Sam per andare a colazione, Kira vide la sua amica con un naso che colava e occhi rossi di pianto. Kira abbracciò subito la sua amica e iniziò a consolarla. Entrando in camera sua, vide Miguel che si soffiava il naso e che cercava con tutte le sue forze di sembrare allegro. Kira portò la sua amica in bagno e le mostrò il rimedio di sua nonna contro gli occhi rossi di pianto. Mentre Samantha si occupava del suo aspetto, Kira andò da Miguel, che sembrava aver aspettato apposta quel momento e pose a Kira una domanda complicata: «Pensi che tornerà?», chiese guardandola con uno sguardo supplichevole, come se la risposta dipendesse da lei. Kira si dovette sedere, dato che dalla sera prima si sentiva le gambe molli. «Voglio dire, sai se lei mi ama veramente? Non è forse un’avventura da vacanza? Per favore, dimmelo!», Kira tranquillizzò Miguel. Per lei era assolutamente chiaro che Sam amava veramente Miguel e che voleva tornare indietro il più in fretta possibile. Sollevato, Miguel
si asciugò una lacrima e Kira pensò “Ma gli uomini non piangono mai!” e fu felicissima quando Sam uscì dal bagno. Miguel si diresse verso la porta e disse che doveva andare velocemente a casa, ma che sarebbe tornato presto. Kira si sentì sollevata. Così poteva parlare per l’ultima in quella vacanza da sola con Sam. Con grande sorpresa di Kira, Samantha si prese una montagna di roba da mangiare e quando Kira chiese, se non le spariva l’appetito per via del viaggio, Sammy rise: «Guardami! Sono ingrassata di almeno cinque chili e sono felicissima di togliermi preso di torno questo buffet! Prima ho fatto un fatica immane ad infilarmi i jeans. E poi non riesco proprio ad immaginarmi, che in qualche ora, sarò di nuovo immersa nelle tempeste di neve e al freddo. Quindi questo deve essere il pasto della frustrazione!» spiegò Sam e Kira sorrise, quando, dopo aver ben osservato la sua amica, scoprì dei rotolini di grasso sulla pancia. “Carlos trova il mio corpo bello ed eccitante, quindi non posse essere ingrassata di molto”, rifletté Kira, ma non era completamente sicura se fosse la verità. Sam sembrò averle letto nel pensiero ed esclamò: «Tu non ti devi preoccupare! Se per caso sei ingrassata, sarà solo di pochissimo. Sono proprio curiosa di sapere in che modo bruci tutte le calorie, dato che tutte queste prelibatezze non sembrano aver lasciato traccia. Dì un po’, non è che mi nascondi qualcosa? Sei forse una dipendente dal sesso e lo pratichi di nascosto ogni notte in spiaggia per ore e ore?», a Kira andò di traverso il caffè e fu contenta che proprio in quel momento Ramon arrivò per portare il succo e così Sam non notò la reazione di Kira, che si sentì colta sul fatto. Kira cambiò argomento velocemente e chiese se Sammy voleva per caso essere accompagnata all’aeroporto. «Sono felice che tu mi voglia accompagnare, ma Miguel vuole esserci ad ogni costo e quindi sarò un po’ distratta». Sam scosse le spalle in segno di scusa e Kira la rassicurò, dicendo che la capiva perfettamente. «Miguel rende il ritorno a casa una cosa complicata. Ha addirittura pianto anche se si vergognava da morire, non è riuscito a trattenere le lacrime. Io non ho potuto far altro che scoppiare a piangere a mia volta. Si può forse vedere un uomo piangere senza mettersi a piangere?», chiese Sam e Kira cercò di immaginarsi Carlos con le lacrime agli occhi. Dovette deglutire: il pensiero non la lasciva indifferente. «Quindi, con Carlos? State insieme oppure gli hai dato un due di picche, lasciandolo a Maria senza combattere?». Kira raccontò la storia del giorno prima e si infervorò quando parlò di Maria, la
bomba sexy. Sam rise fragorosamente e ammise realistica: «Non c’è dubbio. Per come hai reagito gelosamente nei confronti di questa donna, sei sicuramente innamorata di Carlos!» e Kira fu felice, che Samantha non avesse alcuna idea di come avevano ato il resto della nottata. Per fortuna il colletto della camicetta nascondeva le macchie sul collo che provavano quello che aveva fatto. Probabilmente ne aveva molte altre sul resto del corpo, ma nella fretta di quella mattina non se n’era accorta. Per fortuna Sam non indagò oltre e raccontò a Kira come aveva in mente di tornare indietro. A Kira le venne subito in mente che anche Carlos l’aveva pregata più volte di rimanere lì con lui. E le saltò in mente che lui le aveva posto delle domande, a cui oggi si aspettava di ricevere delle risposte. Piena di spavento, Kira si rese conto di non sapere ancora cosa voleva. «Ehi! Non mi stai ascoltando!», si lamentò Sam e Kira, in colpa, mise da parte i suoi pensieri e pose attenzione alle parole di Samantha. «Ma dov’è Miguel?» si chiese Sammy, «Tra mezzora arriva lo shuttle per l’aeroporto e non è ancora qua!». «Parli del diavolo…» disse Kira, che vide apparire Miguel proprio mentre Sammy parlava. Si era cambiato ed era veramente elegante. Indossava un completo scuro e una camicia bianca. Si era messo il gel nei capelli e il suo viso sembrava stranamente molto serio. A quanto pareva, stava prendendo veramente sul serio la partenza del suo amore. Kira vide che gli tremavano le mani ed ebbe un po’ pena per lui. Anche Sammy si era fatta triste e l’atmosfera diventò un po’ depressa. Andarono insieme nella hall dell’albergo e si unirono al resto delle persone in attesa. Le due coppiette felici: Micha e Heidrun, Thomas e Katrin arrivarono e rallegrarono un po’ l’atmosfera con i loro modi di fare simpatici Kira notò che un paio di donne che aspettavano con loro di partire, guardavano curiose da una parte e anche Kira si girò interessata. Quello che vide le provocò un tonfo al cuore: Carlos, irresistibile in jeans blu scuro e camicia azzurra, con i capelli liberi sulle spalle, arrivava con un o disinvolto verso di lei con occhi che brillavano. Aveva un sorriso dipinto sulle labbra e aveva occhi solo per Kira. Tutte le ragazze lanciarono sguardi languidi, e Kira dovette ammettere che chiunque di loro avrebbe volentieri avuto un’avventura con quell’esemplare di uomo. Quando Carlos le fu vicino, l’abbracciò. Mentre la baciava intensamente, la sua mano abile, senza che nessuno se ne accorgesse, le toccò sotto la stoffa sottile della sua camicia, il seno e con l’indice giocò con i suoi capezzoli, fino a
farli diventare duri e sporgenti. Kira sentì la sua eccitazione, quando lui si strinse a lei e le sussurrò: «Stella marina, mi fai diventare pazzo! Quando ti vedo, non riesco a trattenermi». Anche Kira sentì una calda sensazione crescere in sé e desiderò dentro di sé che lui andasse avanti a toccarla. Carlos si schiarì la gola e si girò verso Sammy e gli altri. Li salutò tutti calorosamente e si misero a parlare di cose poco importanti. Poco dopo arrivò lo shuttle e iniziarono a salutarsi. Sammy abbracciò tante persone e venne salutata con entusiasmo. Kira le promise di chiamarla una volta arrivata a casa e poi i bus partirono. Kira si sentiva un po’ triste e si rese conto di essere sollevata che Carlos fosse lì con lei. «Cosa vuoi fare nel tuo ultimo giorno a Samanà, stella mia?» chiese lui e Kira non lo sapeva. Quindi decise lui e le disse: «Vai a metterti il costume e io ti aspetto qua. Se vuoi posso accompagnarti in camera e poi…», Kira, sebbene fosse disturbata in continuazione da quei pensieri, gli rispose con un sorriso, dicendogli di rimanere lì. Dopo aver indossato le sue cose da mare, si incontrò di nuovo con Carlos. Salirono in macchina e Carlos guidò per un po’. Aveva una mano sulla sua coscia e le accarezzava la sua pelle liscia all’interno. Una sensazione di voglia si diffuse in Kira e lui se ne rese conto, felice. Una volta arrivati a Villa Clara salirono a bordo di un traghetto e dopo dieci minuti arrivarono a Cayo Levantado. Carlos fece da cicerone a Kira una volta sull’isola e le raccontò tutto quello che c’era d’interessante da sapere. Kira era molto impressionata della bellezza naturale dell’isola, la sabbia fine si alternava agli scogli e ovunque si posasse lo sguardo si vedevano piante, mazzi di fiori e un prato morbido che li invitava a sdraiarcisi sopra: doveva essere il Paradiso in terra. Lei si dimostrò interessata a fare un giro all’albergo 5-stelle che sorgeva a Cayo Levantado. Carlos si avvicinò alla sbarra dove c’era l’ingresso dell’albergo e parlò brevemente con il portiere. Dopo una telefonata di quest’ultimo, Kira e Carlos ricevettero un braccialetto da visitatori ed entrarono nell’albergo. Il loro accompagnatore conosceva il posto e tutti gli edifici come le sue tasche, Kira rimase impressionata dalla magnificenza e dal lusso che si poteva notare ovunque. Al bar di una piscina, Carlos ordinò da bere e chiese a Kira di aspettarlo lì. Poco dopo tornò indietro e gustarono le due bevande fresche. «Mia stella marina, vuoi fare il bagno qui in piscina oppure in spiaggia?» chiese Carlos e le diede un bacio dopo ogni parola che le diceva. Kira preferiva andare al mare e quindi decisero di mangiare prima.
Il gigantesco buffet impressionò Kira e non riusciva a decidere cosa assaggiare per via dell’enorme scelta. Ma anche in quello Carlos fece la parte dell’esperto e le consigliò le sogliole e le bistecchine di maiale. Come contorno presero entrambi l’insalata e delle crocchette dorate. Il mangiare si rivelò fantastico e Carlos preparò un piatto di dolci per Kira, come ciliegina sulla torta. A Kira piacque molto l’albergo e l’intera isola e avrebbe voluto arci una vacanza almeno una volta nella vita. Poi pensò ai suoi scarsi risparmi e sospirò. Non poteva proprio permettersi tutto quel lusso. Dopo il pranzo abbondante, Carlos portò Kira su una spiaggia bellissima e quasi deserta. Cercò due sdraio libere. Kira si tolse i pantaloncini e la camicetta e si sdraiò comodamente. Dopo quella notte così breve e il ricco pranzo, era decisamente stanca e si mise a dormicchiare. Carlos si girò sulla pancia e le spalmò la crema attentamente. Le sue mani abili la massaggiarono dolcemente e Kira fece le fusa come un gattino. Si lasciò girare sulla schiena e le spalmò di crema anche la pancia. Fece scorrere le sue dita languidamente sulla sua pelle e Kira sentì un brivido piacevole correrle lungo la schiena. Lui lo notò e fece are le sue dita di tanto in tanto negli slip del bikini. Con l’altra mano le spalmò la crema sul decolté e apparentemente senza farlo apposta, le sue dita scivolarono sotto il triangolino di stoffa e toccarono i suoi capezzoli sensibili. Kira lasciò fare e si sciolse quasi dalla voglia. Quando, più tardi, lei spalmò la crema a Carlos, lasciò correre le sue dita dentro il suo costume e lui ne fu soddisfatto. Carlos gemette piano e scivolò sotto di lei. Quando lei fu sopra di lui, la baciò con ione e le sue gambe circondarono i suoi fianchi. Entrambi avevano bisogno velocemente di un modo per raffreddarsi e si buttarono nel mare color turchese. Nuotarono, si tuffarono e fecero gli stupidi, ma quando Carlos l’abbracciò e la baciò, crebbe di nuovo tra loro un’atmosfera carica di eccitazione. Carlos le disse: «Lo senti? I nostri corpi reagiscono così intensamente l’uno con l’altro che è quasi incredibile. Questa sensazione così forte non l’ho provata ancora con nessuna donna. Stella marina, sei come una calamita per la mia libido!». Nella sua mente Kira gli diede ragione. Anche lei provava una forte attrazione sessuale che non aveva ancora mai provato e si sentiva apparentemente bene in
sua compagnia. Che fossero veramente fatti l’uno per l’altro? Non rimasero a lungo in quel luogo paradisiaco per via della loro voglia intensa tenuta a freno e Carlos premette sull’acceleratore con impazienza una volta sulla via del ritorno. Non appena furono nella camera di Kira, iniziarono a spogliarsi, che la porta non era ancora chiusa, e lasciarono fluire liberamente la loro ione dissoluta. Fecero l’amore intensamente, velocemente e selvaggiamente e per i preliminari non ci fu tempo. Una volta appagati, rimasero sdraiati respirando affannosamente uno vicino all’altro e i loro cuori furiosi sembravano battere all’unisono. Un po’ di tempo dopo, sotto la doccia, Carlos insaponò il corpo di Kira con movimenti lenti e quando la voglia le bruciò di nuovo dentro, l’amò lentamente e un’energia rinchiusa si sprigionò nel corpo di Kira con spasmi estatici. Anche se per lui fosse estremamente complicato, dovette salutare Kira e lei rimase da sola in camera sua. Stanca morta si sdraiò a letto e si addormentò in pochi secondi.
Domande da un milione di euro
Il sole era appena tramontato, quando Kira si svegliò. Si stiracchiò dolcemente e si sentì benissimo. In bagno si lavò la faccia ancora gonfia di sonno e si mise l’ultimo vestito rimasto, lasciato apposta per quella serata. Era azzurro e tagliato semplicemente, con le spalline, e metteva in risalto la sua abbronzatura. Lasciò i capelli sciolti e mise solo un po’ di mascara sulle ciglia. La mattina si era messa d’accordo per la cena con le due coppie rimaste, e ora doveva muoversi se voleva essere puntuale. Di buon umore venne salutata dagli altri una volta arrivata nel ristorante. Con uno sguardo all’orologio, Katrin affermò che a quell’ora, Sammy sarebbe
presto atterrata a Monaco e quindi si misero a parlare del loro viaggio del giorno dopo. Le due coppie non vedevano l’ora di tornare a casa, ma Kira non era della stessa idea, le dispiaceva lasciare la sua cara Samanà. Inoltre in Germania era ancora inverno e a lei sarebbe sicuramente mancato il clima tropicale. Chissà se avrebbe sentito la mancanza anche di Carlos? Si chiese e ripensando a quel pomeriggio sentì montare dentro di lei una leggera voglia. Cercò di tornare in sé, eliminando la sua fantasia erotica dai suoi pensieri. Si concentrò e riprese a partecipare al discorso. Quando si alzò per prendere il bis di dolce, vide sulla parte posteriore del ristorante Carlos che parlava con altri ospiti dell’albergo. Lui la vide e si scusò un attimo con gli ospiti e si diresse verso di lei. Le baciò le mani e le disse in tono scherzoso: «Stellina mia, non guardarmi così, se no mi rendi pazzo! Oppure vuoi rischiare che io ti butti a terra e cominci a baciarti?», Kira rise e sentendosi colpevole spostò lo sguardo velocemente sul lato, Carlos continuò: «Quando hai finito, per favore aspettami qui! Io devo finire il discorso con quei clienti». Kira gli promise di aspettare e Carlos tornò di nuovo al gruppetto di persone. Kira lo seguì con lo sguardo e non poté far altro che confermare a sé stessa che Carlos era davvero un bell’uomo, sicuro di sé e incredibilmente attraente. Tornò al tavolo e, immersa nei suoi pensieri, mangiò lentamente il resto del dolce. I quattro amici volevano aspettarla, ma Kira gli disse di andare, rassicurandoli che gli avrebbe raggiunti presto. Stando seduta al tavolo da sola, le vennero in mente tutte le domande insistenti rimaste aperte e cercò di trovare delle risposte. Poco dopo Carlos la raggiunse al tavolo e tenendosi per mano si diressero in spiaggia e proseguirono verso il paese. Carlos la portò in un ristorante grazioso, si sedettero in terrazza sotto un grande albero di mango. Lui ordinò un moscato da bere e abbracciò Kira, seduta sul divanetto. Quando il vino, certamente non leggero, fu servito, Carlos alzò il suo bicchiere e guardò Kira serio negli occhi: «A te, mia carissima Kira, e al tuo ritorno!» disse e bevvero. Poi Carlos prese da una scatoletta una collana in argento finemente lavorata con appeso un ciondolo in larimar a forma di stella marina. Kira riconobbe il gioiello che aveva catturato la sua attenzione nel negozio di Miguel. Gli mise il prezioso gioiello intorno al collo e le disse: «Questo talismano ti
accompagnerà ed è un ricordo dell’uomo che ti ama così incredibilmente, cioè me. Non desidero altro al mondo, se non che tu mi ami come io ti amo e che tu torni presto indietro da me». Kira era rimasta senza parole per via del prezioso regalo ed era ancora più ammutolita per via di quella dichiarazione d’amore. Dovette deglutire e quando Carlos le prese la mano, le tremavano le dita. Piano gli rispose: «Grazie Carlos! Sono contentissima del tuo regalo e lo conserverò con cura. Anche io ti voglio bene, ma non ho nessun regalo per te purtroppo». Quando Carlos sentì le sue parole, gli si illuminarono gli occhi trionfante e la ricoprì di baci. E poi fu il momento delle domande, che Kira temeva profondamente. Carlos voleva sapere se ci fosse un altro uomo nella sua vita e lei rispose, dopo un po’ di esitazione, che non c’era. Lui le promise la sua fedeltà assoluta e si aspettava lo stesso da lei. A Kira che non aveva ancora tradito nessuno, riuscì semplice promettergli di essergli sempre fedele. «Il pensiero che tu possa baciare un altro uomo o che qualcuno possa toccare il tuo bellissimo corpo o addirittura qualcos’altro… mi rende pazzo!» le disse e l’abbracciò ancora più stretta. Con un sorriso gli disse che non doveva assolutamente preoccuparsene e lui la baciò fino a farle mancare il fiato. Dato che loro erano ancora gli unici ospiti che sedevano in quella terrazza, illuminata a lume di candela e che nessuno li stava osservando, Carlos cominciò a toccare Kira con le sue mani, accompagnando i suoi movimenti con baci di fuoco. Le sue dita scoprivano dolcemente la parte interna della sua coscia sinistra e il pollice della sua mano destra le accarezzava sopra il vestito il seno. Le mani di Kira scivolarono sulla schiena di Carlos e sentì il calore della sua pelle che ava attraverso la stoffa sottile della sua camicia. Entrambi godettero il loro abbraccio intimo e Carlos bisbigliò all’orecchio di Kira: «Stella marina, cosa farei senza di te? Ti mangerei se fosse possibile, ti desidero così tano. Non tornare a casa, rimani qua con me. Posso organizzare tutto io, tu non ti devi preoccupare. Compriamo una casa e se tu lo volessi, rimarrei a casa con te per fare l’amore tutto il giorno». Kira, che aveva provato ad immaginare come potesse essere vivere con Carlos, dovette ridere. Non le era venuta in mente nessuna immagine, oltre al fare l’amore nei posti meno consueti in casa. Carlos intuì i suoi pensieri e gemette: «Si, lo vorrei anche io!» e le mordicchiò il lobo e ò la sua lingua nei posti più sensibili del suo collo.
Quando altri ospiti entrarono sulla terrazza, si sedettero ordinatamente e Kira mise a posto la sua gonna che era un po’ scivolata. Carlos ordinò ancora del vino e fece delle domande a Kira sulla sua vita in Germania. Kira le raccontò tutto e gli spiegò, il motivo per cui non poteva semplicemente rimanere lì. «Kira, mia stella marina, ti devo dire qualcosa di importante…», cominciò Carlos, ma Kira gli chiuse la bocca con un bacio. Aveva paura che lui potesse chiederle di sposarlo, ma dato che lei non conosceva la risposta, preferì evitare la domanda. Carlos cercò di ricominciare il discorso, ma lei non lo voleva ascoltare e gli disse di sfuggita: «Carlos, per favore, non adesso» e volente o nolente, lui dovette cedere. Dopo aver bevuto la seconda bottiglia di vino, lui pagò e se ne andarono dal locale. Mentre camminavano in direzione dell’albergo, Kira divenne infelice e guardò il suo posticino preferito in spiaggia per l’ultima volta con profonda malinconia. Carlos capì il suo dolore e la prese dolcemente tra le braccia per consolarla. Da queste dolcezze sgorgò nuovamente l’eccitazione e portò Kira in camera. Per fortuna riuscirono ad arrivarci attraverso il giardino dell’albergo senza farsi notare, dato che ai dipendenti era vietato avere una relazione intima con gli ospiti. Kira accese la sua piccola lampada sul comodino e mise il cd dei Il Divo. Ballarono insieme lentamente sulle canzoni più belle e Carlos cominciò a spogliare Kira piano piano. Dopo aver fatto scorrere il vestito fino a terra, la mise sul letto. Con cautela sganciò il reggiseno e si tolse la sua camicia. Velocemente si tolse i jeans e si mise su Kira. Mentre la baciava, le toccava il seno e quando lei sospirò per il piacere, le sfilò anche gli slip. Kira voleva spegnere la luce, ma Carlos le disse ardente: «Il tuo corpo mi piace così tanto che non posso fare a meno di vederti. Purtroppo questa è la nostra ultima notte e io vorrei osservare ogni piccolo particolare della tua pelle, sentirlo, assaggiarlo… così che io possa ricordarmelo in ogni momento». E Kira lasciò la luce accesa, mentre lui scrutava ogni piccolo dettaglio del suo corpo con lo sguardo orgoglioso del cacciatore che ha finalmente catturato la sua preda. Il suo sguardo voglioso, bastò per far risvegliare in Kira l’ormai solita sensazione e dopo che lui ebbe toccato ed esplorato con la lingua ogni centimetro della sua pelle, era piegata dal piacere. Si vedeva chiaramente che a lui piaceva la sua ione sfrenata e riuscì a far crescere ancora di più la sua eccitazione. Quando lei non ce la faceva quasi più, girò Carlos sulla schiena e iniziò ad accarezzarlo altrettanto intensivamente. Carlos gemette e con le mani si
aggrappò al lenzuolo, Kira si mise sopra di lui e lo accompagnò lentamente dentro di lei. Quando la sensazione di appagamento di entrambi si stava avvicinando, lui sollevò il suo petto e lei si aggrappò alla sua schiena, mentre il ritmo cresceva e lei si stringeva a lui. Poi raggiunsero entrambi l’apice del piacere e ogni cellula del loro corpo sembrava sul punto di esplodere. Abbracciati stretti sembrava ad entrambi di aver toccato le stelle e tutto intorno a loro scomparve. Con il respiro affannato, Carlos si sdraiò sulla schiena e Kira gli stava per metà sopra. Una mano era posata sul suo seno e l’altra tra le sue cosce. Così si addormentarono e dopo due ore di sonno profondo, Kira venne svegliata dalle carezze delle sue mani. A dir la verità Kira voleva andare velocemente sotto la doccia, ma le mani di Carlos trovarono subito le zone giuste e Kira si arrese di nuovo al piacere. Carlos impedì a Kira di muoversi e gli regalò dei momenti di particolare felicità. Lentamente e dolcemente l’amò e Kira volò via con i suoi pensieri. Quando la sveglia suonò spietata, dovettero concludere i loro giochetti amorosi: il volo non avrebbe di sicuro aspettato Kira. Carlos non voleva assolutamente staccarsi da Kira e lei dovette obbligarlo a smetterla. Quando lui stava per mettersi la camicia, Kira vide che mentre era presa dalla sua estati, lo aveva graffiato sulla schiena e gli stava uscendo un pochino di sangue. Kira si spaventò e gli chiese scusa, Carlos rispose con una risata e cominciò a baciarla di nuovo: «Me la sono cercata…» disse e Kira pensò che adesso anche lui aveva qualcosa che lo avrebbe fatto pensare a lei, anche solo per un paio di giorni, fino a che i graffi se ne sarebbero andati. Quando lui finalmente lasciò la stanza, Kira dovette muoversi e riuscì a farsi una doccia in tempo record. Poi corse a fare colazione, dove incontrò i suoi quattro amici. Kira stava morendo di fame e si prese una porzione extra di uova e pancetta. Il caffè caldo la svegliò fuori e dopo aver mangiato a volontà si sentì di nuovo in forma. Quando imboccò la strada che ava attraverso il giardino per tornare in camera, salutò i suoi cari polli e i pulcini che nel frattempo erano incredibilmente cresciuti. Diede la mancia al giardiniere molto gentile che la ringraziò con un ramo di orchidee e anche alle cameriere del piano. Triste, si sedette per l’ultima volta in terrazza e riuscì a ingoiare l’infelicità per la partenza solo a fatica. Carlos la trovò in quello stato e quando l’abbracciò per consolarla, scivolarono un paio di lacrime sulle guance. Lei lo guardò e quando
lui le allungò un fazzoletto, Kira vide che anche i suoi occhi luccicavano. Non poteva assolutamente sopportare che Carlos cominciasse a piangere, quindi decisa, si liberò dal suo abbraccio per andare a prendere la sua valigia e la strelitzia ben impacchettata per sua madre Karin. Carlos le prese la valigia e Kira lanciò un ultimo sguardo alla camera che l’aveva accolta per le ultime due settimane. Poi si girò di scatto e si incamminò velocemente precedendo Carlos. Nella hall incontrarono le altre persone in partenza e Kira ebbe come un déjà-vu del giorno prima. Consegnò le chiavi e ringraziò la reception per la bellissima vacanza. Juanita, che era di turno, rimase un po’ offesa, ma Kira non riuscì a capirne il motivo e non ci pensò più. Tornò da Carlos e vide dal suo sguardo che anche lui era terribilmente triste. Kira si sentì piano piano a disagio, il che era dovuto anche al suo abbigliamento: jeans lunghi, scarpe chiuse e una maglietta con le maniche. Dopotutto in Germania era molto più freddo che lì e Kira non avrebbe potuto viaggiare in pantaloncini e top. La sua giacca calda, posata sulla valigia, le sembrava totalmente inutile per la temperatura che c’era lì, e Kira ne avrebbe fatto volentieri a meno. Carlos tirò Kira al riparo dietro una tenda, e lì, protetti dagli sguardi della gente, la strinse tra le sue braccia forti e coprì il suo viso con innumerevoli baci. «Ti prego, mia sexy stella marina, fatti sentire quando arrivi a casa!» implorò Carlos e Kira lo giurò. Le chiese per la centesima volta se aveva scritto correttamente il suo numero di cellulare e l’indirizzo e-mail. E poi la baciò ancora e le parole divennero superflue.
Arrivederci, Samanà!
Dalla hall provenivano i soliti rumori di persone pronte per la partenza e Carlos baciò Kira un’ultima volta intensamente e con ione. Kira si aggrappò forte a
lui e si rese conto improvvisamente che quello che provava per Carlos era più di un tiepido affetto. Poi Carlos la spinse fuori dalla tenda e salirono per ultimi sullo shuttle. Carlos conosceva l’autista che accettò di portare anche lui. Anche Nadine, la guida, era di nuovo con loro e salutò allegramente le persone pronte a partire. Contò velocemente i presenti e li confrontò con la sua lista. Poi diede il segnale per la partenza e i pullman si allontanarono piano piano dall’albergo. Kira continuò a guardare il “Paradiso” finché le fu possibile e il suo cuore le diventava sempre più pesante. Era contenta di avere Carlos vicino a lei. Lui le strinse la mano pieno di comprensione e fece appoggiare la testa di Kira al suo petto. Probabilmente aveva intuito, che Kira in quel momento non voleva e non riusciva a parlare e lui si accontentò di consolarla con un abbraccio. Nadine si avvicinò a Kira per chiederle se le era piaciuta la vacanza, ma quando si rese conto che la ragazza aveva il morale completamente a terra, evitò di farle domande e le sorrise incoraggiante. Nadine si meravigliò molto dentro di sé: solo ieri aveva visto un’altra ragazza altrettanto infelice e l’uomo che l’aveva accompagnata, aveva pianto fino ad esaurire le lacrime. “Ah, l’amore…” pensò lei e andò avanti a chiedere agli altri ospiti com’era andata la vacanza. Kira guardò fuori dal finestrino e tutto le era così famigliare. Quando durante il viaggio arono vicino a Cayo Levantado, Kira non riuscì a fare a meno di pensare al giorno precedente e sorrise a Carlos malinconica. Consapevole, lui le fece l’occhiolino e lasciò scorrere le dita sulla sua coscia. Per distrarre Kira, si mise a raccontare un paio di storielle divertenti che gli erano successe in albergo e Kira, che ascoltava volentieri la sua voce piacevole, rise delle sue battute. Le venne in mente una cosa che voleva sapere già da un po’ e chiese a Carlos, come mai sapeva parlare così bene il tedesco. Carlos le rispose dopo un secondo e disse che aveva fatto dei corsi serali e che aveva imparato il resto dagli ospiti dell’albergo. Kira ne fu impressionata e pensò quasi di iscriversi ad un corso di spagnolo una volta tornata in Germania. Stavano ando attraverso Santa Barbara de Samanà e Kira guardava trasognata il ponte di Samanà e pensò per un momento a Martin. Fece un respiro
profondo e per fortuna Carlos non riuscì a intuire i suoi pensieri. Kira accarezzò con attenzione la collana con la stella marina e cercò di cacciare Martin dai suoi pensieri con tutte le sue forze. Carlos le baciò le punte delle dita e lei guardava con uno sguardo dolce il suo viso dai lineamenti maschili marcati. Dato Kira non si fidava della sua macchina digitale aveva pregato Carlos di darle alcune sue foto e lui gliene aveva salvate tantissime sul cellulare. Con questi ricordi, speravano di non dimenticarsi a vicenda, anche se non sarebbe successo in nessun caso. Le loro impressioni ed esperienze erano salvate in loro. Carlos, consapevole che avrebbero raggiunto l’aeroporto in poco tempo, guardò serio Kira negli occhi e le disse: «Mia stella marina, io ti amo tanto! Dammi l’opportunità di dimostrarti quanto sono serio. Puoi parlare con me di qualsiasi cosa e se ci fossero dei problemi, cercherò di aiutarti. Mi piacerebbe che tu tornassi presto qua e quando saprai quando potrai farlo, ti compro io il biglietto oppure se preferisci ti mando i soldi per comprarlo», Kira voleva protestare, ma Carlos le chiuse dolcemente la bocca con una mano. «Per favore amore, lasciami parlare. Tu sei l’unica cosa importante per me, mi taglierei una mano per rivederti il prima possibile. Credimi, non sono mai stato così serio con una ragazza, come ora lo sono con te. Farò di tutto per renderti sempre felice. Ti amo così tanto!». Poi prese il suo viso tra le mani e la baciò con una dolcezza indescrivibile. Kira, completamente sopraffatta dalle emozioni gli promise piano, che sarebbe ritornata. Le tre parole che lui avrebbe voluto tanto sentire, non riuscì però a formularle e il cuore di Carlos sprofondò per la delusione. “Ok, la mia piccola stella marina ha bisogno di più tempo”, pensò lui “ma lotterò per averla e lei sarà mia, solamente mia e poi non la lascerò più andare via!”, si ripromise tra sé e sé. Kira avrebbe voluto dirgli con tutta se stessa quelle maledette parole che lui si aspettava di sentire, ma non aveva ancora fatto chiarezza tra i suoi sentimenti e non avrebbe mai potuto mentire ad una domanda così importante. Si sentiva molto attratta da Carlos, ed era probabilmente innamorata di lui, il sesso con lui era semplicemente fantastico e inebriante, ma era abbastanza per parlare d’amore? Aveva paura di rimanere delusa da lui? Era l’incertezza di una relazione a distanza che la lasciava così perplessa? Si continuava a chiedersi
Kira, ma non riuscì a darsi una risposta. Kira vide, che Carlos sotto sotto stava soffrendo immensamente e prese il suo viso tra le mani e lo baciò a lungo e intensamente. Mentre lo faceva pensò: “Sono completamente innamorata e pazza di lui! Perché non glielo posso semplicemente dire? Di che cosa ho così tanta paura?”. Lui la strinse a sé e la lasciò andare solo quando il bus arrivò all’aeroporto. Come al solito, una volta lì, ci fu molta confusione e i due non ebbero quasi più la possibilità di scambiarsi delle tenerezze. Carlos, che conosceva bene l’aeroporto Samanà – El Catey, si mise in moto e procurò del caffè e una limonata fredda per Kira. Quando tutti ebbero fatto il check-in, Carlos e Kira eggiarono ancora un pochino per l’aeroporto e Carlos le indicava e spiegava il complicato sistema dell’aeroporto. Quando finalmente chiamarono il suo volo, Kira salutò Nadine e la ringraziò ancora una volta per la bellissima vacanza. Poi si girò verso Carlos con una faccia da funerale, i due avevano lo stomaco chiuso e non riuscirono a pronunciare nessuna parola. Si strinsero e si diedero un bacio d’addio dal sapore amaro. Gli occhi di entrambi si riempirono di lacrime. Carlos si girò in fretta e Kira si diresse controvoglia verso le transenne. Da lontano Carlos osservava tristemente Kira , che lo salutò per l’ultima volta. Quando Kira stava per consegnare il suo biglietto, sentì il suo nome echeggiare dietro di lei. Si girò velocemente e quasi non riusciva a credere ai suoi occhi. Attraverso la quantità di viaggiatori si stava facendo effettivamente strada Martin. Ma com’era ridotto! La sua gamba destra era completamente ingessata e anche la sua testa era bendata con delle garze bianche. Stava camminando velocissimo con le stampelle verso di lei. Kira sgusciò fuori facendosi spazio tra tutte le persone che spingevano e incontrò Martin alla barriera. Lui l’abbracciò senza esitazione e la baciò piuttosto violentemente. Poi cercò di spiegare velocemente la situazione e Kira capì, che aveva avuto un incidente durante la sua escursione a bordo di un catamarano e che la notte era stato operato e non aveva potuto lasciare l’ospedale. Il suo cellulare si era rotto durante l’incidente e che aveva cercato in tutti i modi di contattarla tramite l’albergo. Inoltre l’albergo gli aveva comunicato un orario sbagliato del volo e che quindi era arrivato in
ritardo anche lì. Pescò un pezzo di carta e una penna dalle tasche dei pantaloni e scrisse alla velocità della luce due righe. Ripose un piccolo oggetto nel pezzo di carta e lo mise nella tasca dei pantaloni di Kira, che era rimasta come imbabolata. Il personale di volo stava già richiamando Kira. Martin le diede un ultimo bacio veloce prima che Kira venisse scortata molto velocemente sull’aereo. Kira era rimasta completamente sorpresa da quella situazione e il personale aveva dovuto impegnarsi per farla salire sul volo. Martin, stanchissimo, si appoggiò alla barriera ormai deserta e continuava a seguire con lo sguardo Kira. Quando Carlos, che aveva osservato la scena con rabbia sempre crescente, si piantò davanti a lui con aria minacciosa. «Giù le mani da lei! Kira è mia!», disse Carlos con tono imperioso. Martin, riconoscendo l’animatore dell’albergo, con cui Kira aveva ballato così sensualmente, capì tutto all’istante: era stato Carlos a boicottare il suo tentativo di raggiungere Kira in albergo. «È meglio se lo lasciamo decidere a lei!» rispose Martin freddo e la rabbia di Carlos crebbe a dismisura. «So che un uomo di buone maniere dovrebbe godere in silenzio delle sue vittorie, ma Kira si è data a me con tutta se stessa e la voglia a forma di fiore è veramente una zona erogena per lei. Lo sapevi? Dopo ieri sera, mi ha addirittura graffiato la schiena da quanto era in estasi» lo schernì Carlos e indicò le striscioline rosse che si vedevano attraverso la camicia bianca. Martin, che di natura non era un uomo violento, bruciava di rabbia per le parole di Carlos e accompagnato dal rumore di ossa che si rompono, il suo pugno destro atterò dritto in mezzo alla faccia di Carlos. Martin venne subito circondato dal personale di sicurezza accorso e Carlos si premette un fazzoletto sul naso informe e che sanguinava copiosamente. All’improvviso ci furono molte persone che guardavano e facevano gesti tutte intorno a loro, seguendo lo spettacolo incuriosite. Carlos derise Martin: «Grazie! Non sarebbe potuta andarmi meglio! Adesso è veramente mia!» e mentre se ne andava aggiunse: «Avrai presto mie notizie!». Poi Martin fu condotto nell’ufficio della polizia e il capannello di persone si dissolse piano piano. Kira, seduta nell’aereo pronto al decollo, fortunatamente non si era resa conto dello spettacolino che si era svolto e sedeva al suo posto corridoio, fantasticando su tutto quello che le era appena successo. Piano rilesse le parole che Martin le aveva detto e cercò di cavarne una relazione logica plausibile. Trovò il foglietto che Martin le aveva dato, quando si mise a cercare la parte rimanente del biglietto dell’aereo. Aprì con cautela il foglietto spiegazzato e le cadde in mano
un anello d’argento sottile con una pietra brillante. Si mise a decifrare la scrittura disordinata sul foglietto: «Per favore Kira, dacci una possibilità! Mi sono innamorato di te», sotto c’era il suo nome e il numero di telefono. Appiattì il foglietto e persa nei suoi pensieri lo ripiegò e lo ripose in tasca. Poi fece scivolare l’anello fine sull’anulare e si meravigliò che le calzasse a pennello. A quel punto era tutto troppo per lei e le emozioni accumulate fino ad allora cercarono una via d’uscita per manifestarsi e scoppiò in un pianto convulso . Non si era completamente accorta che l’aereo era già decollato, immersa com’era nei suoi pensieri e per via del pianto che non accennava a smettere. Una giovane assistente di volo si avvicinò a Kira, non capì niente di quello che Kira stava dicendo per via della voce tramante e le portò un whisky con il ghiaccio. Kira sgolò il drink superalcolico e l’assistente gliene offrì un altro subito dopo. Il secondo bicchiere riuscì a tranquillizzare lentamente i nervi strapazzati di Kira e lei esaurì tutte le sue lacrime. Dopo aver mangiato il pasto che le portarono, Kira si sentì molto meglio e quando Heidrun e Katrin si sedettero vicino a lei per chiacchierare un po’, ritrovò di nuovo il suo sorriso. Il resto del volo lo impiegò per la maggior parte dormendo e anche gli incubi rimasero lontani dal suo sonno. Dopo un atterraggio morbido e la confusione che si diffuse al momento in cui dovevano scendere dall’aereo, era di nuovo all’aeroporto di Francoforte e ripensò ai suoi primi i in terra dominicana. Fu sommersa da una sensazione bruciante e Kira urlò, in modo che tutti i eggeri che le avano di fianco potessero sentire guardandola un po’ sconvolti: «Sono pazza di Samanà!» e un po’ più a bassa voce: «E ci tornerò presto».