Università di Tirana
Facoltà di Lingue Straniere Anno Accademico 2016-2017
Civiltà Italiana I modulo
Lezione n. 3 L'arte nel Rinascimento
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Umanesimo e Rinascimento
Al principio del Quattrocento le innovazioni introdotte in ambito letterario e filosofico dall'Umanesimo si fanno sentire anche nel campo delle arti figurative.
La filologia Gli umanisti tornarono ai testi classici con un occhio diverso, come filologi alla ricerca della forma corretta, per eliminare le indebite aggiunte di copisti distratti o inesperti. Questo lavoro minuzioso di ricerca e studio portò a una più profonda conoscenza del latino e greco, che diventarono strumenti di avvicinamento diretto alle fonti testuali della cultura antica.
Il modello degli antichi e lo studio dei classici Nel mondo antico gli umanisti vedevano un modello delle più alte virtù morali e delle più eleganti forme letterarie. E anche gli artisti che risentirono di questo nuovo rapporto con l'antichità ripresero le forme classiche per la particolare rilevanza che l'uomo e la natura avevano.
Ripresa dei modelli finalizzata ad una reinterpretazione dell'antico La filologia e lo studio dei classici aveva consentito anche di recuperare testi che trattavano dei maestri dell'antichità, tra cui il trattato De architectura di Vitruvio, fondamentale per comprendere le tecniche utilizzate dai Romani. Così, tramite l'esperienza empirica e teorica gli artisti fondarono la loro attività su basi molto salde.
Le proporzioni Lo studio dell'arte e dei testi antichi, come ad esempio il trattato di Vitruvio, fornì all'artista rinascimentale anche la conoscenza della proporzioni usate in antichità. Si trattava di una serie di rapporti numerici che mettevano in relazione ogni parte di un edificio o di una statua con tutto il resto dell'opera. L'uso delle proporzioni forniva cioè uno strumento semplice che garantiva certezze compositive sconosciute agli artisti medievali.
Secondo Vitruvio, la fonte da cui scaturivano tutte le teorie proporzionali era il corpo umano, con la sua particolare armonia delle varie parti con il tutto. E' ben noto il disegno di Leonardo da Vinci che rappresenta l'uomo “vitruviano”.
Leonardo, Studio di proporzionalità di un corpo umano, Venezia, Museo dell’Accademia. 8
L’uomo di Vitruvio
Il disegno vuole rappresentare la centralità dell'uomo, ed è oggi nelle tasche di tutti gli italiani e di molti europei, essendo il simbolo impresso sulla moneta da un euro. Leonardo lo realizzò nel 1490, riprendendo il testo del terzo libro del De Architectura del celebre architetto romano Vitruvio, riguardante le proporzioni umane: "Vetruvio architetto mette nella sua opera d'architettura che le misure dell'omo sono dalla natura distribuite in questo modo. Il centro del corpo umano è per natura l’ombelico; infatti, se si sdraia un uomo sul dorso, mani e piedi allargati, e si punta un como sul suo ombelico, si toccherà tangenzialmente, descrivendo un cerchio, l’estremità delle dita delle sue mani e dei suoi piedi". E' così che Leonardo scriveva dell'opera che aveva appena realizzato. Il suo uomo si iscrive in modo perfetto, in piedi con le gambe e le braccia allargate, nelle figure geometriche considerate perfette: il cerchio e il quadrato.
Firenze e l'arte “nuova”
Fatto di rilievo: il primato di Firenze nell'elaborazione delle nuove forme rinascimentali all'inizio del Quattrocento. Questo grazie a uno specifico contesto storico e culturale.
La città, già nella prima metà del Trecento, si rivelò culla di forme culturali innovatrici, con Dante, Petrarca, Boccaccio e Giotto. Questo periodo di grande espansione fu però interrotto da una crisi di metà secolo dovuta all'arrivo della “peste nera” del 1348, da cui ne derivò una drastica diminuzione della popolazione, e dal fallimento di due ricchissimi banchi dei Bardi e dei Peruzzi. Da questa crisi si uscì solo all'inizio del XV secolo.
1) Premesse economiche Al principio del Quattrocento la vita economica fiorentina si era nuovamente assestata. Alcune famiglie di banchieri, come gli Strozzi e i Medici, avevano raggiunto un'ottima posizione su scala europea. Il nuovo flusso di ricchezza che interessò la città fu reinvestito non più solo in altre attività economiche, ma anche nell'acquisto di beni immobili, nella costruzione di palazzi, o nella realizzazione di opere d'arte.
2) Livello culturale della città Queste premesse economiche si uniscono ad un altro aspetto: il livello culturale della città. Firenze non è un centro universitario paragonabile a Bologna o Padova, tuttavia il livello di alfabetizzazione della popolazione era altissimo.
E' in questo quadro che si inserisce la nascita dell'arte rinascimentale, nel fervore edilizio e di committenza, ma anche nel nuovo interesse in ambito culturale nella Firenze del primo Quattrocento.
La nuova concezione
della natura e della storia Nei primi anni del Quattrocento si compie, a Firenze, una trasformazione dell’idea, dei modi, della funzione dell'arte, simile a quella che s'era compiuta, un secolo prima, con
Giotto (1267-1337). 15
I primi protagonisti del movimento artistico nel Rinascimento sono un architetto, Filippo Brunelleschi (1377-1446) uno scultore, Donatello (1386-1466) un pittore, Masaccio (1401-1428); la loro opera è collegata, ma le tre personalità sono diversamente caratterizzate. 16
La trattistica rinascimentale • Accanto a loro c’è Leon Battista Alberti, letterato e architetto. • A lui si debbono 3 trattati su pittura, architettura, scultura. • Nei primi due, egli non si limita più a dare precetti di tecnica per la buona esecuzione, ma enuncia i principi e descrive i processi dell’ideazione dell’opera d’arte.
Trattistica rinascimentale vs. trattistica medievale La trattistica d'arte non nasce nel XV secolo, ma esiste anche nel Medioevo. Cio' che distingue i trattati rinascimentali da quelli medievali è la diversa importanza che viene data all'aspetto teorico rispetto a quello pratico.
• L’artista medievale era responsabile solo dell’esecuzione • Ora l’artista deve trovare e definire i contenuti dell’opera: non opera più secondo direttive ideologiche imposte da un’autorità superiore, ma determina in modo autonomo l’orientamento ideologico e culturale del proprio lavoro. • L'artista si trasforma quasi in un dotto che deve avere familiarità con i testi classici e conoscere la geometria e matematica (arti liberali direttamente coinvolte nell'ideazione di un'immagine o nella progettazione di un edificio), ma anche l'anatomia e la botanica.
Quindi il trattato del Quattrocento non è più solo un manuale, ma diventa soprattutto un libro di precetti teorici, proposti a sostegno dell'attività intellettuale dell'artista, più che di quella pratica. Nel trattato rinascimentale si troveranno cioè quei precetti teorici che forniscono strumenti per l'atto creativo più che indicazioni pratiche utili alla realizzazione materiale dell'opera.
I trattati di Leon Battista Alberti Le grandi novità dell'architettura e delle arti figurative del primo Quattrocento fiorentino trovarono una salda formulazione teorica nelle opere di Leon Battista Alberti (1404-1472), umanista, filosofo, matematico, architetto e trattista attento alle questioni delle arti
De pictura Alberti iniziò a interessarsi a questioni artistiche dopo il suo secondo soggiorno fiorentino che portò alla stesura del De Pictura, prima in latino e poi in volgare e dedicato al Brunelleschi. Questo trattato non è più un manuale pratico. Nel De Pictura Alberti teorizza:
le regole della prospettiva;
il ruolo del disegno come strumento progettuale;
tratta della composizione della historia (cioè la storia che il pittore rappresenta) e invita il pittore a familiarizzare con le fonti letterarie classiche che possono facilitare l'invenzione della historia; studia il rapporto tra luce e colore nei dipinti; Invita il pittore a non limitarsi a imitare semplicemente la natura, ma anche a studiarla (importanza dell'anatomia).
De statua All'incirca degli stessi anni è la stesura del De statua, nel quale l'Alberti tenta un esame sistematico delle proporzioni del corpo umano e suggerisce allo scultore l'uso di un particolare strumento che gli consente di rilevare i punti principali di una statua o riportare tali punti nel blocco di marmo.
De re aedificatoria
Nel De re aedificatoria (1452-1453) Alberti pone un forte accento sul momento progettuale. L'artista deve cioè essere l'ideatore dell'edificio, non il realizzatore pratico, dato che i cantieri vengono diretti da copomastri.
L'artista del Rinascimento
La trasformazione della struttura dei trattati d'arte verificatasi nel Quattrocento testimonia una contemporanea trasformazione che ebbe una portata maggiore: la figura dell'artista e il suo ruolo sociale.
La suddivisione delle arti affermatasi durante il Medioevo collocava le arti figurative tra le “meccaniche”, ovvero quelle arti pratiche che richiedevano l'uso delle mani e che, nella gerarchia del sapere, si situavano a un livello inferiore rispetto alla arti “liberali” che si realizzavano esclusivamente per via intellettuale.
Il forte accento che nei trattati quattrocenteschi si pone sul ruolo dell'intelletto nell'opera dell'artista, sulla supremazia dell'atto ideativo o progettuale, rispetto alla realizzazione meccanica, intendeva trasferire la arti figurative dall'ambito delle arti meccaniche a quello più elevato di arti liberali. Per ottenere questo risultato si faceva leva sul rilievo che la matematica e la geometria (arti liberali tra le più importanti) avevano acquisito nelle arti figurative, in quanto strumenti di ideazione e progettazione.
Ma il ruolo dell'artista non cambiò solo dal punto di vista culturale. Inoltre non pochi artisti tentarono di elevarsi socialmente cercando una nobilitazione nelle corti, lavorando presso principi che potevano concedere titoli e riconoscimenti.
L'arte, essendo dunque conoscenza, non è più un’attività manuale o mechanica, come altri lavori fatti con le mani, ad esempio i lavori agricoli, ma è un’attività intellettuale o liberalis: come la letteratura.
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La forma artistica contiene dunque un nucleo di realtà o di conoscenza, esso si rivela qualunque sia il soggetto: sacro, storico, mitologico, o qualunque sia la tecnica: pittura, scultura, architettura.