Vincenzina De Angelis
Stigmate di luce
Youcanprint Self-Publishing
Titolo | Stigmate di luce Autore | Vincenzina De Angelis ISBN | 9788891190819 Prima edizione digitale: 2015
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NON E' UN ADDIO
Non è un addio
quando le tue mani s'allontanano
dalle mie.
Lascia
ch'io sfiori ancora
il miele del tuo viso
nella penombra.
Lascia
ch'io senta ancora
la tua voce di bimba
che ha tanta paura
del buio.
Il silenzio è una nuvola
che ci circonda
perchè noi possiamo
amarci ancora in silenzio.
Perciò non è un addio:
in fondo
abbiamo tutto il tempo
del mondo
per dirci addio
ed altrettanto tempo
per rincontrarci,
io e te:
solitudine.
NOTTURNO
Semina il vento
un prato di stelle
per far fiorire
i sogni.
NUMERI
Non c'è la strada che porta alle stelle
non c'è, non c'è
non c'è un modo per arrivare a Dio
o, se c'era, non c'è più:
non c'è più niente da sognare
a questo mondo,
fino in fondo berremo il veleno
dell'angoscia che uccide,
eppure
bisogna andare avanti
ad ogni costo
se avanzare è vivere
e fermarsi è morire:
lancette d'orologio sono al posto
dei nostri cuori
e non c'è più tempo per essere uomini
ma solo numeri.
OCEANO
Ho viaggiato
i silenzi dell'oceano,
la sua calma apparente,
la sua voce sonora,
le sue profondità,
le sue vertigini,
restando sempre
sulla terraferma, ma ora,
ora
dai tuoi occhi di smalto
l'oceano
mi rapisce ancora.
ONDE DI NUVOLE
Il cielo, a volte,
nel vento della notte
pare un mare tempestoso
percorso
d'alte onde di nuvole.
E, in mezzo ad esse,
naviga la luna.
ONDE
Onde:
una chiama, l'altra risponde,
destinate a morire
sull'arenile.
OTELLO E DESDEMONA
Cantava la fanciulla,
cantava e ricamava
un fazzoletto
di rose e nuvole
per il suo sposo.
Intessuto d'amore
e d'ansia
per il suo amore lontano.
Danzavano
i merletti delle tende
nel vento della sera
al pallido chiarore
della lucerna.
I suoi capelli d'oro
nascevano dal buio
come il sole,
aveva la sua gola
il candore di giglio
della luna.
Ma non s'ode più il canto,
non vedremo più luce
al suo balcone.
Otello ha ucciso
Desdemona.
PERLE D'OCCHI
Bianche perle
si celano
dietro conchiglie
di palpebre.
Perle d'occhi.
Occhi lucidi di pianto,
bianchi cristalli
venati d'azzurro
che specchiano il cielo,
occhi smarriti
dentro corolle di buio.
Occhi innocenti di bimbo
che non conoscono il male,
non spegneteli.
Costellazioni d'astri
che brillano
sulla notte del mondo.
Gioielli inimitabili:
perle d'occhi.
PIOGGIA DI LUCE
Piove il sole
sui tetti,
fa pozzetti di luce.
POESIA
Poesia:
analisi illogica
delle emozioni.
RAMI E MANI
Rami spogli, feriti
che si toccano,
rami
che si congiungono
come in una preghiera.
Crepitio di foglie
che cadono,
rantoli sul selciato:
sinfonia dell'autunno.
Mani
che non si toccano,
sguardi che sfuggono,
i
che si allontanano:
asincronia d'uomini.
RIFLESSI D'INFINITO
Tagli di luce
al mattino
fra le persiane:
riflessi d'infinito.
RINASCERE
Rinascere
dallo stupore d'un fiore
e diventare ape
che vola sulle meraviglie.
Rinascere
dal fango del mondo
che piega a se' la volontà
e gli sguardi
per essere urlo nel vento
che spazza via le nuvole.
Rinascere
da una vita sbranata,
ottusa, mortificata
ed alzarsi come aquila
fiera, maestosa e libera.
Rinascere
da una realtà che muore
per diventare un sogno
che vuole vivere.
Ed io rinascerò dal rogo
delle mie stesse parole
di carta
per diventare un sole,
sole alto
che brucia e purifica.
RIVELAZIONE
Ebbi
dalla poesia
un unico regalo:
esser me stessa
solo
nello scrivere.
Mai da nessun'altra
parte
per quanto guardai
a lungo
io mi trovai.
La mia rivelazione
è
la parola.
LE SCALE
Ha ginocchia di ferro
chi sale le scale
dell'ambizione.
Ma poi
chi le scende
non ha più nè ginocchia
nè scale.
SCHERZI
I fiori spettinati,
i cani arruffati,
la sabbia scompigliata,
le onde increspate:
scherzi del vento.
Un cuore spezzato:
scherzi della vita.
SE IO FOSSI..............
Se io fossi il sonno
distillerei ogni sogno
dentro alambicchi di nuvole
perchè fosse sereno.
Se fossi il vento
ruberei i fiori della primavera
dai capelli di tutte le fanciulle
per farne collane
d'ogni forma e colore
da donare alle Madonne
delle chiese di campagna.
Se fossi un'ape
colerei parole di miele
sul dolore più grande,
quello che non s'acquieta.
Se fossi un angelo del cielo
stenderei un velo d'indifferenza
su ogni pena segreta.
E se io fossi Dio
cancellerei questo mondo
per farne uno più giusto
al suo posto.
Se fossi il mare
coprirei con la mia schiuma
e il mio canto
la sabbia dorata
per farla addormentare.
E se fossi la terra
io sarei più leggera d'una piuma
sulla fossa d'un bimbo
che non ha visto il sole.
Ma sono fatta di carne ed ossa
e non ho mani per fermare
il vento che mi spoglia,
la pioggia che mi bagna
e il tempo,
questo tempo
che mi consuma.
SEGRETA LUCE
Così, come gli alberi nascondono
i fiori che non sono mai sbocciati
e le foglie che mai videro il cielo,
eppure lo stesso ardono
della loro segreta luce,
così io porto un sole dentro di me,
un sole che arde ma non si vede,
una luce oscurata d'eclisse,
fuoco che cova sotto la cenere,
occhio da cui non trabocca uno sguardo,
bocca che cela un sorriso
da monna Lisa.
Così io vivo di segreta luce,
tremo al tuo vento che s'alza
improvviso
e che mi porta via,
così io vado incontro all'uragano
dei dilatati sensi,
al diluvio di parole
che da me scorreranno ad inondare
l'aria e la terra e le bocche
di tutti quelli che le leggeranno.
Così mi nutro del tuo pane semplice,
poesia,
d'acqua e di sogni
e bevo il cielo
della tua fantasia.
SEMENTI
Ho seminato grano
ed ho raccolto zizzania.
Ho seminato angeli
ed ho raccolto demoni.
Ho seminato agnelli
ed ho raccolto leoni.
E' da un bel po' di tempo
che avviene,
non so come,
una mutazione di sementi.
SETE
Sete
d'alberi coperti di muschio,
di more e rovi nel sottobosco.
Sete
di sogni, di favole antiche,
di lune impigliate fra i rami.
Echi lontani di meraviglia:
io chiamo
e tu rispondi.
Sete d'anime nude,
di pioggia sopra strade
là dove
la pioggia più non cade
e il sole non tramonta.
Sete di cose andate,
dimenticate,
di parole perdute
ma palpitanti e vive
nel ricordo.
Non scordo la mia casa
e il rumore dei i
sulle scale
che ormai più non risuonano.
Ed ecco tu mi appari
nel fondo d'uno specchio,
ecco compari
dalla profondità
della mia immagine.
SOGNANDO NEVE
A ridosso
dei muri della notte
bianchi angeli dormono
con le ali chiuse,
sognando neve
sopra un mondo candido.
Scivola via la notte
come acqua sporca
fra le mani.
Non è lontano il giorno
ma gli angeli della notte
dormono e non si svegliano,
sognando neve.
Non ho incontrato alberi
in questo spoglio
mattino del mondo
nè mai incontrato angeli
in questa terra senza cielo.
SOGNARE
Sognare
è un altro modo
per vivere.
Ma non è vivere.
SPAZI
Non coltivate fiori
per il piacere effimero
degli occhi,
ma spazi interiori
per la gioia infinita
dello spirito.
SPIGHE DI GRANO
Spighe di grano,
torri di luce
che toccano il cielo.
Spighe di grano,
scale di luce
che salgono a Dio
per regalargli
il tesoro dell'uomo:
il pane.
SQUILIBRIO
Perchè
ovunque andrai
c'è il solito problema
della coperta corta?
Perchè mai
ovunque andrai
non c'è per tutti
una fetta di torta?
STELLA CADENTE
Stella cadente
che oltrea le porte
del cielo
per mostrare agli umani
la propria meraviglia
è
la poesia.
STIGMATE DI LUCE
Cerco il tuo volto
nel gioco delle nuvole
ma non lo trovo.
Ti corro incontro nel vento
ma non ti vedo.
Eppure sei già in me.
Tu nella voce della pioggia
apri il varco
alle mie primavere.
Sei tu la mia certezza
che non muore.
Tu la freschezza d'un giorno
infinito.
E non c'è buio
nella mia notte
che a te mi conduce:
vedo bagliori
ed alternarsi aurore,
stelle e lune fluire
e vedo sul mio corpo
fiorire
stigmate di luce.
STRUMENTI
I poeti sono strumenti
diversi
suonati dal vento,
dal dolore, dal pianto.
Li muove l'aria
e i loro nervi tesi
vibrano
in rumori metallici,
a volte invece
il suono è più soffuso
come di pioggia
che cada sulla sabbia.
Note d'arpa dolcissime
scandiscono
lo scorrere del tempo,
il fluire della memoria,
i ricordi, i rimpianti.
Diverso è il loro accordo,
varie le melodie
fra strofe. rime e versi.
Ma sempre, sempre
la loro voce
è in sintonia
con l'universo.
SUONA IL CANNETO
Suona un'arpa
nel centro della terra,
suona un'arpa
percorsa da invisibili mani.
C'è musica celeste
sullo spartito del cielo.
Il vento trae note
dolcissime
dall'ondeggiare del canneto.
C'è una danza
di verdi capelli nell'aria,
un frusciare di vestiti
di seta.
Le canne non hanno occhi
per vedere
le meraviglie del mondo,
nè piedi per percorrerlo,
nè orecchie per sentire
la loro musica divina,
eppure danzano, cantano e suonano
per il loro Creatore.
Invece gli uomini
che da Dio hanno avuto tutto
spesso lo bestemmiano.
TRASFIGURAZIONE
Il poeta:
trasfigurazione
dell'anima
in parola.
TUTTI GUARDANO IL CIELO
Tutti
guardano il cielo
per cercare un segnale,
una rivelazione.
Tutti guardano
il cielo,
quest'immensa macchia scura
di notte,
questa luminosa aria azzurra
che ci avvolge e compenetra
di giorno.
In fondo, anche noi,
anche noi
siamo fatti di cielo,
d'altezza e di profondità
inconoscibili,
di tempeste e sereno,
di polvere di stelle
e nubi di pensiero
cariche di promesse e di sogni.
Ed ogni uomo
guarda sempre il cielo
per scoprire il mistero
di se stesso.
UN ATTIMO
Un attimo d'estate:
un attimo sfumato
d'azzurro.
UN FLASH SULL'ANIMA
La donna si sedette
davanti al cavalletto
del fotografo,
una gonna di seta
coi fiori dell'estate,
le guance un po' accaldate,
un visino da bambola
dagli occhi acquamarina.
L'uomo
le chiese di sorridere.
Un flash riempì di luce
un sorriso bellissimo.
Il fotografo
entrò nella camera oscura.
Però, man mano
che i minuti avano,
dal liquido affiorava
qualcosa d'incredibile.
Dov'erano finiti
i fiori dell'estate,
il visino da bambola
e il sorriso bellissimo?
Dentro la foto
c'era soltanto
una vecchia sdentata
d'aspetto indescrivibile,
una megera orribile
dagli occhi folli.
Quell'uomo aveva
fotografato l'anima.
UN NOME
Non voglio un nome,
un vestito logoro, usato
che ti gettano addosso
senza conoscerti,
nè sapere chi sei.
Un nome
è un marchio a fuoco
sulla pelle
che non si lava più via,
un sigillo incancellabile.
Io voglio un nome
misterioso di stella,
di cometa,
un nome segreto d'albero
che nemmeno i folletti del bosco
conoscono
o di ninfa perduta
nella leggenda.
La voce d'un carillon
che suona
una vecchia melodia
che dà i brividi.
Il fruscio d'una foglia
mossa dal vento,
un respiro leggero
appena percettibile.
Il mio nome è l'attesa
che cresce nei miei sogni,
è la speranza
che ancora mi fa vivere.
Osservo il mondo
da uno spiraglio d'ombra,
vado in punta di piedi
per non farmi sentire,
perciò non serve
il bavaglio d'un nome.
Non significa nulla
portarsi addosso
un distintivo astruso
di metallo, diamante
o cartapesta,
banale o splendido.
Non si identifica
ciò che non si conosce
e la mia identità
sfugge pure a me stessa.
Ma perchè circoscrivermi
nell'orizzonte di un nome
quando il mio cielo
non ha confini?
Il mio vero nome
è nascosto
fra le sabbie del tempo,
si ramifica
fra le radici degli alberi,
sboccia
coi fiori della notte
che di giorno
si celano alla luce.
La faccia oscura della luna
non si può guardare.
Il nome mio
è un geroglifico
che non so decifrare.
UN PENSIERO
Un pensiero s'affaccia
alla finestra azzurra
della mente.
Un pensiero s'affaccia
alle porte stellate
dei sogni.
Un pensiero:
un'alba che divora
la notte..
Un pensiero:
una luce dall'abisso
dell'anima.
UN POZZO SENZA FONDO
Il male
comanda il mondo.
La follia
gli prende appuntamenti
per telefono.
E' un pozzo senza fondo
il male del mondo.
UN RICORDO
In un silenzio di foglie morte
lungo il sentiero che si fonde
con l'orizzonte
io scenderò al tuo fianco
tra i filari d'abbandonate
vigne
e le siepi bruciate
del biancospino,
dalla brulla collina
fino al silenzio
d'un mare turchino,
come una sposa vestita di bianco
io scenderò al tuo fianco,
al fianco d'un ricordo.
UN SOGNO
Noi entriamo ed usciamo
in questa vita
come in un sogno.
Noi siamo eggeri
della vita,
spettatori d' un sogno.
UN SORRISO DA MONNA LISA
Ogni sera,
prima d'addormentarmi,
cerco nel cielo
la luna
per salutarla
e lei sembra rispondermi,
quasi mi pare scorgere
un ineffabile sorriso
da Monna Lisa
sul suo viso imibile
di creta.
UN TRENO CHE CORRE E CORRE
Quando nasciamo
tutti noi saliamo
sopra un treno che corre,
corre e corre
ma nessuno lo sa
dove si fermerà,
quando si fermerà
e, soprattutto, nessuno sa
da dove viene
e neanche dove va.
UNA CIOTOLA
Ricordati
di non far mancare mai
ogni giorno
al tuo cane
una ciotola di pappa,
una ciotola d'acqua
e una ciotola d'amore.
UNA VOCE
Non sono che una voce
ma posso riempire tutti gli angoli del mondo.
Non sono che una voce
ma posso regalarvi squarci d'azzurro.
Non sono che una voce
ma appena un mio sussurro
può farvi risvegliare.
Non sono che una voce
ma non mi possono imbavagliare
perchè allora grido ancora più forte.
Non sono che una voce
ma, anche se spesso amo parlare di morte,
mi state ad ascoltare.
Non sono che una voce
ma posso dare voce ad ogni pena segreta.
Non sono che una voce:
sono un poeta.
VECCHIO
Uomo,
quando sostituirai
i bilanci
ai progetti,
i tuoi sogni
ai bisogni quotidiani,
allora vorrà dire
che sei vecchio.
VENTO ANIMATO
Ascolto il vento,
la sua voce
ora quieta,
ora rabbiosa
sfiora ed accarezza
ogni cosa,
tocca ogni fiore,
ne fa cadere i petali.
Galoppa il vento,
bianco cavallo alato,
nell'aria,
sibila il vento,
come un serpente fischia
alle nostre finestre.
Forse
il vento è un bambino
che non vuole dormire
e gioca a nascondino
fra le nuvole,
nascondendo la faccia
fra le braccia del cielo.
VITA
Soffocata in una busta di plastica
nel cassonetto della spazzatura,
schiacciata dalle gomme d'un automobile
sull'asfalto rovente della strada,
risucchiata dal buco d'una siringa
nel buio d'un portone,
schiantata contro un albero
all'uscita d'una discoteca,
bruciata nei campi di sterminio
di Bergen Belsen,
fucilata alle spalle contro un muro
bianco di calce,
dilaniata dalle schegge d'una bomba
in un mercato arabo a mezzogiorno,
celata sotto strati e strati di panni informi
quale orribile macchia da cancellare,
considerata una cosa da nulla
da gettare nello scarico del water,
ma tu, tu sei la vita
unica, indistruttibile,
e, una volta dismessi i tuoi abiti
sporchi d'urina, di vomito e sangue,
la tua veste bianchissima
fluttuerà nell'aria
di candidi gigli appena dischiusi
nell'immensità azzurra,
camminerai nei giardini dei grandi alberi,
ti bagnerai alle fonti che non si disseccano
e sarai sempre vita,
un'altra vita da vivere
oltre le soglie del tempo.
VOGLIA DI LUNA
Ho voglia di luna
che porta sogni e meraviglie,
della sua aureola di stella,
dei suoi profondi occhi di cratere
impenetrabili,
voglia d'immergermi
nel magma bianco, ipnotico
della sua luce.
Cadono gocce di perle e d'ombra
dal suo diadema magico,
oscure eclissi non offuscheranno
il suo castello di nuvole,
i suoi sentieri di luce.
Fiumi immobili immagino
disegnati
nella sua asciutta creta,
mari senz'acqua e senza vita
stendersi
nelle sue conche d'argilla e sassi
che mai occhi umani videro.
Vedo il chiarore del suo viso
scolpito da meteoriti
quasi animarsi nel gioco delle nuvole,
quasi mi sembra scorgere l'ombra
d'un antico sorriso,
il solco d'una lacrima
secca,
ferma da tanti secoli.
Più volte nel mio sogno
ho calpestato la sua spessa polvere
e dietro me ho lasciato
la bianca orma del mio piede
sotto il suo cielo nero
punteggiato di stelle.
Indice
NON E' UN ADDIO
NOTTURNO
NUMERI
OCEANO
ONDE DI NUVOLE
ONDE
OTELLO E DESDEMONA
PERLE D'OCCHI
PIOGGIA DI LUCE
POESIA
RAMI E MANI
RIFLESSI D'INFINITO
RINASCERE
RIVELAZIONE
LE SCALE
SCHERZI
SE IO FOSSI..............
SEGRETA LUCE
SEMENTI
SETE
SOGNANDO NEVE
SOGNARE
SPAZI
SPIGHE DI GRANO
SQUILIBRIO
STELLA CADENTE
STIGMATE DI LUCE
STRUMENTI
SUONA IL CANNETO
TRASFIGURAZIONE
TUTTI GUARDANO IL CIELO
UN ATTIMO
UN FLASH SULL'ANIMA
UN NOME
UN PENSIERO
UN POZZO SENZA FONDO
UN RICORDO
UN SOGNO
UN SORRISO DA MONNA LISA
UN TRENO CHE CORRE E CORRE
UNA CIOTOLA
UNA VOCE
VECCHIO
VENTO ANIMATO
VITA
VOGLIA DI LUNA