Luigi Cianflone
CATASTROFE NUCLEARE
Racconto
Youcanprint Self-Publishing
Titolo | Catastrofe nucleare Autore | Luigi Cianflone
ISBN | 9788893327534
Prima edizione digitale: 2015
© Tutti i diritti riservati all’Autore
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I riferimenti a luoghi, persone e cose, sono puramente casuali. Il testo è stato stimolato dalla fantasia dell’autore.
Catastrofe nucleare
Prefazione
In un periodo difficile della vita, un gruppo si Società si occupano di smaltire delle scorie radioattive provenienti da centrali nucleari.
Sopra una discarica di scorie radio attive, e costruito un complesso residenziale.
Tra gli acquirenti degl’immobili, figura uno dei manager industriali. Alcune persone e due dei suoi figli, muoiono perché contagiate, ciò determina la scoperta dei veleni.
Il mediatore termina, il suo ennesimo affare durante il quale, l’esplosione di un reattore nucleare lo contagia.
I responsabili sono condannati, col carcere e la confisca dei beni.
Per la famiglia del mediatore, principiano dei momenti difficili.
Capitolo uno
Inizio racconto
In Italia, il Governo dibatte sulla priorità di ampliare le centrali nucleari per causa di continua richiesta energetica.
I Governi che seguono, si rendono conto che l’energia alternativa è sufficiente per i fabbisogni generali.
E’ proposto, da vari partiti, di cercare fonti energetiche alternative al nucleare, ciò è raccontato alla gente al fine di distrarre l’opinione pubblica, affinché è a favore del nuovo progetto di costruire quattro centrali nucleari e non usare la cosiddetta energia pulita della fusione fredda e dal sole perché non inquinanti. Dichiarano che le tecnologie per la fusione ancora, non sono abbastanza avanzate e le risorse economiche da mettere a disposizione di ricercatori, sono insufficienti.
Con insistenza è proposto e pronto da approvare, un decreto a favore del nucleare.
In vari modi l’opposizione, cerca di anteporre il rischio grave, nel caso di fuoruscite radioattive in quantità elevate in grado distruggere molti chilometri quadrati di territori, causando la morte di moltissime persone e, anche nuove generazioni, possono essere contaminate con conseguenti mutazioni genetiche, dannose per l’essere umano. A quegli uomini egoisti, poco importa il gravissimo rischio dei loro consimili e i loro figli, comunque, accumulano ricchezze enormi
producendo energia.
Anche se i tecnici, riescono a trattare le scorie nucleari e ridurle al minimo ingombro, rimane il problema di come evitare che la Terra divenga una pattumiera e contagiata artificialmente dall’avidità umana.
I cittadini ignari per letali conseguenze, sono appagati, perché possono avvalersi di maggiori servizi e ammirare i paesaggi notturni meravigliosi poiché illuminati pressoché a giorno, rilassandosi piacevolmente e rallegrarsi nelle ore notturne, in locali assai rischiarati sperperando dell’energia importante da risparmiare e accumulare per poi, usarla in modo economico senza sfarzo e spreco.
Nel nostro Globo molti popoli sono costretti a vivere privi della luce prodotta con candela a causa della povertà perché i governanti loro, sono padroni e, gli altri esseri a loro simili, sono lasciati a se stessi e obbligati alla o, quasi alla schiavitù, altri si divertono sfruttando il benessere e lo sviluppo industriale.
Il grande dilemma per gli Stati detentori di varie centrali nucleari è di occultare le scorie costruendo dei nuovi siti, impiegando risorse economiche non indifferenti. A tale uopo si nominano dei commissari straordinari e strapagati per proteggere meglio, i responsabili e in segreto, trovano dei territori abitati di gente povera e poco intelligente ai quali, promettono benessere che possono ricevere con la costruzione di nuove città e vari servizi. Quei nominati, dichiarano al popolo indigeno, che si offrono per portare aiuti incondizionati ai cittadini.
I furboni costruiscono dei giganteschi sotterranei, dove infossano le parti radioattive coprendole con molta Terra. Sopra di essa fabbricano i nuovi quartieri e migliorando i borghi adiacenti. In questo modo alcuni gruppi cosiddetti “Multinazionali”, ingrassano i propri portafogli.
In quella gigantesca confusione coperta da segreto ben celato, alcune di quelle scorie finiscono nelle mani di vari imprenditori protetti da omertà che riescono a miscelare i rifiuti in grandi colate di cemento armato pensando che, per parecchi di anni, i futuri uomini, non si accorgono di nulla e loro intanto, possono svolgere una vita comoda e nulla privazioni sociali considerando che, presto saranno morti e nell’altra vita sono esenti dal pagare le colpe dei loro misfatti.
In Italia una grossa Società edile vince un bando di gara, coadiuvata da compiacenti favoreggiamenti di alcuni commissari e omini politici con il concreto obbligo di fare sparire misteriosamente, alcuni rifiuti provenienti da un altro Stato. Tale Stato è disposto a pagare cifre molto alte a coloro che si cimentano nell’impresa rischiosa. In pochi si spartiscono gli utili. La società S.P.N.3PP.59 Principia a costruire dei grossi locali da ospitare le Olimpiadi e altri locali sparsi per tutta Italia a uso carcerario e altre opere pubbliche. Nei sotterranei di costruzioni civili, sono stivati i prodotti pericolosi.
Non appena qualche investigatore introduce il naso in quegli affari, il materiale è immediatamente nascosto e lo stesso dirigente, è promosso e trasferito ad altro incarico.
Presso un quartiere destinato a servizi internazionali, costruiscono alloggi per atleti, poi si possono usare come civili abitazioni e venduti. Chi desidera acquistare una casa in un quartiere lussuoso e moderno ricco di piscine, campi da gioco e giardini meravigliosi, può farlo.
In un villaggio olimpionico vivono delle persone ignare di trovarsi circondate da materiali radioattivi. Per un puro caso, se si crea una crepa da qualche parte, ogni abitante morirà di contagio.
Negli alloggi abitano anche delle persone facoltose che si sono arricchite negli anni con proventi chissà da dove e come realizzati. A questi ultimi, in parte, è bene augurata una sorte complicata e amara, ma non per i loro simili che fanno sacrifici enormi per pagare le rate del mutuo.
In quel villaggio, la vita è una continua discriminazione. Tra gli abitanti si creano gruppi di persone di alto rango e altri di ceto sociale inferiore perché si antepone il prestigio con a capo le ricchezze e soprattutto il valore dei salari.
Un dirigente con un impiego manageriale o dirigenziale, percepisce sopra centomila euro annuali, altri con incarichi importanti quale, operaio considerato con incarico di poco valore, si deve contentare di un salario di appena diecimila euro annuali. Questi ultimi si chiedono: “Perché è troppa la differenza?” La giusta risposta non giunge mai poiché al direttivo, necessita nutrirsi come un piccolo maialino e il vero lavoratore manuale deve fare la dieta forzata.
In quel complesso residenziale esistono alcune villette a schiera allineate con giardino adiacente.
Il condominio ingaggia un giardiniere per occuparsi del resto della manutenzione. In tale villaggio esiste parecchia armonia e s’intravvede la molta felicità dei residenti, anche se qualcheduno, non lascia trasparire le proprie difficoltà a mantenere un consuetudine del vivere che si compara a chi possiede un introito superiore. In una di queste casette quasi indipendenti, al numero trentadue, abita una coppia di giovani sposi: Bertolone Gian Paolo, il capo famiglia, lavora presso una casa farmaceutica e la consorte, Piera è impiegata presso uno studio di architetti. Presto nascono due figli, Rosalba e Ciro: La casa confinante, al numero trentasei, è abitata da un’altra coppia. La donna ha il nome di Fernanda e come attività, dirige una piccola azienda. Il marito ha il nome di Ercole Ferlandi e fa il manager. La coppia ha soli tre figli, Fiorenza, Giuseppe corrispondente a Pino e Silvano.
I bambini Ercole e Fernanda, frequentano l’asilo nido a pagamento mentre i bimbi di Piera e Gian Paolo vanno nella scuola dell’infanzia gestita dallo stato, ma ogni cosa si evolve in seguito, tali scuole diventano private e i privati sono finanziati dallo Stato.
Tra gli abitanti attigui predomina un rispetto solamente tra vicini, non come amici, però subiscono l’emotività di alcuni coabitanti facoltosi e famosi.
I bimbi frequentano scuole diverse quelle che ancora amministra lo Stato e quelle dei privati. I ragazzi, quando sono in strada, non comprendono le disuguaglianze sociali e giocano insieme. I genitori non possono fare altro che lasciarli divertire nell’inconsapevolezza di soggiornare in un meraviglioso Mondo a scale. Le due coppie di genitori entrambe, si mantengono distanti uno dall’altro allo scopo di gustare la loro soddisfazione di vita e gioire per la reale esistenza come loro hanno voluto o, gli è stata assegnata dall’ignoto.
I ragazzi del condominio possono divertirsi nel parco giochi privato e in quel luogo, ogni disuguaglianza sociale, diventa nulla automaticamente e sono spensierati.
Gli anni scorrono veloci, gli adolescenti finite le scuole dell’infanzia, si accingono ad andare nelle superiori dopo avere scelto il tipo di studi che desiderati.
Tra i giovani sono nate delle amicizie e nuove simpatie con scambi culturali, nel frattempo Rosalba e Tito hanno la dolce sorpresa di vedere nascere la nuova sorellina che e i genitori, le danno il nome di Marcella. Fratello e sorella, da subito accettano la sua presenza con amore e, spesso si curavano di lei.
Nella Famiglia accanto nasce un altro fratellino Silvano e anche lui è accolto con entusiasmo da Fiorenza e Pino, poi giocano insieme.
Ai ragazzi, a malincuore dai loro genitori, è concesso di riunirsi per svolgere i compiti assegnati dagl’insegnanti.
Gli adolescenti, ogni tanto è permessi dai loro genitori a osservare, attraverso la tv quello che accade nel Mondo e come il tenore di vita procede evolvendosi.
I giovani preferiscono le nuove amicizie e i divertimenti con i vari hobby, danza, musica, sport, e lo studio.
Nei loro cuori si sentono attratti verso l’uno o, l’altra, da sentimenti puri e innocenti che procurano qualche piccolo dispiacere emotivo.
A poca distanza dal residence ci sono gl’Istituti che non sono più a conduzione statale ma privati, per cui, chi è in grado di pagare la salata iscrizione, può studiare chi non può, rimane simile al ciuco, quindi vi è la presupposizione che negli anni a seguire l’Italia diventa abitata da parecchi asinelli che volano per proposito intenzionale dei nostri governanti perché la gente si deve atrofizzare sempre più. I figli dei politici si preparano a governare tutto il resto d’Italiani che considerano simili a delle “Pecore.”
Che delusione, alcuni uomini non possiedono altro che i soldi per sfamarsi svolgendo un lavoro precario e, a volte neanche quello.
La famiglia Bertolone non sa dove trovare il denaro per lasciare studiare i propri figli e esamina che, forse devono vendere la propria dimora e trasferirsi in un appartamento più modesto al fine di recuperare i soldini per aiutare i propri ragazzi.
I vicini Ferlandi non possiedono tale problema e quindi proseguono nel considerarsi sempre superiori agli altri e principalmente degli attigui. Incominciano ad ostacolare ai propri ragazzi di non frequentare i loro coetanei figli di genitori nullatenenti e trascorrere del tempo in compagnia di amicizie altolocate.
Nessuno più, ha il diritto all’assistenza sanitaria gratuita. Solo i politici e familiari, dirigenti e i loro amici, possono.
Le aziende sanitarie sono di già privatizzate. E lo Stato detiene solo le percentuali minori di azioni allo scopo di finanziare i progetti a favore degli altri meschini azionisti. Al fine di giustificare un controllo delle spese è nominato dallo Stato, un super commissario per ogni regione italiana e, ovviamente di provenienza politica con larghi privilegi e pagati dai contribuenti.
Nello stabile, i genitori dei ragazzi, devono convivere a dispetto delle amicizie e contrasti reciproci per non creare infelicità ai propri figli, questo per i genitori di Fiorenza non conta. Bisogna obbedire come avveniva nel Medio Evo.
I giovani capiscono benissimo che per incompetenza governativa i cittadini, stanno precipitando in un baratro e, per non cadere e riprendersi, c’è da ricominciare a lottare per molti secoli ancora, ma intanto gli anni scorrono e si perde la parte migliore di ciò che la gioventù può offrire con idee innovative. E’
così che si vuole arginare la civiltà? E’ ciò che si chiedono i giovani studenti. E non solo.
Se prima le due famiglie adiacenti, non sono riuscite a creare una sincera amicizia fra loro e frequentarsi almeno per qualche volta. E’ divenuto difficile dialogare, entrambe si scambiano appena il saluto, è come essere dei nemici o abitanti di un altro Pianeta.
I ragazzi, quasi tutti coetanei, comprendono l’esistenza del distacco tra i loro genitori e decidono di avvalersi della facoltà di essere ancora giovani e nascondere ai propri cari la vigorosa fratellanza che li lega. Quando gli si presenta la possibilità di organizzare qualcosa, si ritrovano di nascosto creando sotterfugi e bugie.
Alcuni genitori vogliono che, qualsiasi cosa avviene a loro insaputa, ciò accade per non percepire l’imbarazzo di dovere ostacolare ai propri figli, la realizzazione dei loro desideri per migliorare un indirizzo di crescita.
Spesso i giovani dello stesso quartiere marinano la scuola per ritrovarsi in qualche casa o villetta sfitta a trascorrere delle ore spensierate e felici senza la presenza di adulti. I giovani si abbandonano a svolgere il proibito idillio poco compromettente. Percepiscono interessanti sentimenti e attrazioni diverse, ogni qualvolta gli sguardi tra adolescenti si scontrano con espressioni lucide e scintillanti di candore e apprezzamento verso l’altro sesso.
Capitolo due
Dopo la socializzazione.
Quando i ragazzi studenti rientrano in casa, dopo una distrazione, percepiscono distensione e spensieratezza con maggiori entusiasmi, pronti per recarsi l’indomani in classe ricordandosi le piacevoli ore trascorse insieme, paghi di avere dialogato tra coetanei, scoprendo lati nascosti della loro personalità che, qualcuno ha ancora poco sviluppato restando infantile, altri appaiono molto precoci dai quali bisogna riguardarsi.
Di rado, in un giorno di pausa scolastica gli studenti si recano in discoteca per eseguire quattro salti, ascoltando le melodia in voga che consente a loro, un rilassamento che appaga.
La coppia Bertolone conosce abbastanza bene cosa può accadere ai ragazzi durante il corso delle giornate quando loro lavorano, ma lasciano completa fiducia ai figli perché gli hanno insegnato molto dal vivere tra esseri tutti simili esteriormente, ma nell’animo tutti diversi, buoni, cattivi, mediocri ecc.
Le assicurazioni principali sono; diffidare e ponderare bene le loro mosse e innanzitutto confidarsi con i propri genitori che sono i loro soli amici e protettori.
Il vivere tra adolescenti sulla terra, scorre tranquillizzato perché sono nati sotto una buona stella rispetto ad altri abitanti di altri Paesi eccessivamente sventurati dove non esistepossibilità di nutrirsi adeguatamente, e ancora manca un tetto e
persino l’essenziale acqua potabile. Loro sì che si considerano tutti buoni fratelli nella cattiva sorte peggiorante, nonostante subiscono maltrattamenti fisici e psicologici dalla situazione evidente decaduta causata dai governanti ricchi di denaro e potere.
In Italia Alcuni ragazzi del quartiere lamentano disturbi strani, trascurano di andare presso le strutture sanitarie per compiere degli accertamenti, poiché il denaro non basta alle famiglie.
Si sparge presto, la notizia che qualche giovane e diversi anziani lamentano un tumore o cancro, altri delle macchie strane su alcun e parti del corpo.
Non si riesce ad accertare la causa di tale fenomeno e comunque, è bislacco che solamente agli abitanti di quel quartiere accade in percentuale maggiore del novanta per cento a confronto con altri.
Qualche professionista ha accertati sospetti che si tratta di radiazioni e sporge denuncia alle competenti autorità al fine d’iniziare accertamenti e verifiche.
Risulta che l’intera porzione è coperta da radiazioni non letali e quindi. Era vano procurare allarmismi.
L’imprenditore colpevole allerta il politico responsabile il quale utilizzando la sua prestigiosa posizione di potere, riesce a chiudere ogni indagine, tuttavia i casi di patologie aumentarono e le forme malefiche appaiono in molteplici aspetti.
Fino a quel momento le due famiglie vicine non hanno alcun tipo di strambo sintomo o malore perciò si sentono immuni da vari mormorii della gente.
Nelle scuole superiori, ancora statali, frequenta Pino e nell’istituto commerciale privato va Fiorenza.
I ragazzi del quartiere, spesso festeggiano i compleanni e altri eventi, per loro diventa una piacevole distrazione.
Spesso accade che quando organizza una sua festa, parecchi suoi amici non si presentano, però quando altri ragazzi festeggiano, il luogo di ritrovo si riempie. A Tito rimane il triste ricordo di quelle scene tanto che si chiede il perché molti disertano i suoi inviti, per la poco rispetto?
L’attrazione che prova Tito per Fiorenza, prestissimo si trasforma in amore, si mettono insieme e lo nascondono ai loro genitori. Quando lo scopre la signora Fernanda, va su tutte le furie, raggruppa la sua famiglia per trovare una giusta soluzione. La ragazza, in ogni caso, deve rinunciare al suo amore di grado sociale inferiore.
A Pino, i suoi genitori fanno la ramanzina e cercano di aiutarlo a capire che tra loro e i vicini esiste una mentalità diversa. I genitori di Fiorenza non avrebbero mai ceduto e acconsentito all’unione della figlia con un ragazzo diverso socialmente.
La ragazza deve promettere ai suoi che, non vede più Ciro, ma in effetti, di rado i loro incontri riprendono.
Per la famiglia Bertolone giunge il momento di vendere la loro casa per acquistarne un’altra, scelgono una vecchia periferia. Usando i soldi restanti avrebbero potuto pagare le tasse scolastiche e qualche volta, concedersi distrazione.
La lontananza è la buona scusa che tiene separati i due giovani innamorati.
Il fratello di Fiorenza Pino, a causa della condizionata mentalità inculcata dai suoi genitori, comincia a intralciare i due giovani e soprattutto, inveire a svantaggio di Ciro. La coppietta, spesso litiga e Giuseppe osa qualche minaccia:
«Devi immediatamente lasciare mia sorella altrimenti ti cancello dalla faccia della terra!»
Tito lascia correre e neanche prende in considerazione tali minacce.
E’ già pomeriggio, il telefonino di Tito squilla, e lui con prontezza risponde:
«Pronto?»
«Sono Fiorenza, apri il computer che parliamo!»
Tito non se lo lascia ripetere e accende il suo pc anche perché ode che la ragazza
parla con voce tremolante.
Attraverso una camera web, munita di microfono, si vedono e parlano:
«Fiorenza che cosa accade, perché sei tanto agitata?»
«I miei genitori sono assillanti e mi hanno proibito, ancora una volta, di vederti ma adesso anche Pino si è fatto fastidioso e insopportabile!»
«Non preoccuparti cerca di ignorare quel che ti dicono. Stiamo accorti a non fargli capire nulla!»
«In questo preciso momento sono tutti assenti e quindi possiamo parlare, sappi che non sono capace di resistere a non vederti!»
«Lo so perché la stessa cosa accade a me!»
«Sai Ciro, assai spesso penso alla mio desiderio d’essere con te. Abitare da soli in qualche frammento del mondo, in un angolo sperduto e possibilmente inesplorato!»
«Come corri, lascia si impaziente. Siamo molto giovani per decidere qualcosa di così importante!
«Sai qual è il mio pensiero?»
«Dimmi ti ascolto!» Intanto Fiorenza col suo sguardo e attraverso il monitor cerca di scoprire quanto è sincero il suo lui e cosa è disposto a fare per lei».
«Ho considerato che potremmo comportarci come nel ato quando tanti giovani s’innamoravano pazzamente!
«Cioè?» E Tito prosegue. «Non riesco a intendere cosa cerchi di dirmi perché, non voglio pensare di saperlo già!»
«Sei sicuro di aver capito?»
Nel frattempo lui cerca di entrare nella mente della sua amata per avere conferma dei suoi pensieri.
«Spiegati, meglio vorresti fare cosa?»
«Non capisci! Fuggiamo insieme così i nostri genitori, debbono accettare la nostra decisione!»
«Un momento di sbandamento, ti assale. Non credi che avremmo tantissimi problemi per quel tipo di azione?»
«Non importa basta che sto insieme a te, però se tu non vuoi…!»
«Che cosa dici, abbiamo anche gli studi da proseguire, essi ci prospettano un futuro migliore!»
«Illuso!» Lo studio quando è, troppo rincretinisce!»
«Sono quasi d’accordo con te, però attraverso esso ci emancipiamo e costruiamo il nostro vero futuro!»
«Non indurmi a ridere!» Prosegue Fiorenza: «Accetti un avvenire simile a quello dei nostri genitori pieni di lavoro e differenze sociali?»
«Cosa dovrei dire io che, mi associo al tuo pensiero e penso che, almeno i tuoi sono benestanti mentre i miei si sono dovuti vendere casa per mantenerci agli studi!»
«Cosa c’entra adesso l’economia!»
«Credi forse che specialmente oggi, senza soldi si vada in Paradiso?»
«Ascoltami Ciro, suggerisci quale condotta adottiamo o preferisci che ci lasciamo?»
«Lasciarci? Non potrà mai accadere. Fino a quando ci ameremo, saremo un unico essere vivente!»
«E’ entrato mio padre e ti devo lasciare, pensami!»
«Ci vediamo alle ore diciassette nel consueto luogo. Parleremo ancora!»
«Chiudo e tanti baci!»
I due ragazzi confrontano i loro concetti e Accettano che, nei tempi moderni non si possono permettere il lusso di usufruire di soli due, cuori e una capanna, gli occorre dell’altro e tantissimo necessita per condurre un’esistenza almeno adeguata alle esigenze moderne.
I ragazzi si trovano in una fase del loro primo amore e ritengono che conta soltanto esso nella loro esistenza. La loro irritabilità fa sì che si sentono impazienti di rivedersi e insieme godersi la loro gioventù.
Prima delle ore diciassette i fidanzatini, separatamente si prepararono per uscire e velocemente, si avviano nel loro segreto luogo di ritrovo senza considerare che possono essere scoperti.
Non appena Fiorenza e Tito si riconoscono, corrono velocemente uno, all’incontro dell’altro per abbracciarsi e sentirsi finalmente sereni.
Hanno appena incominciato a dialogare quando giunge Giuseppe con violenza, afferra la mano della sorella e la trascina via senza che Tito può fare nulla per impedirlo, si limita a dire a Pino che, sta compiendo un gesto che non gli fa onore ed è inutile. A nulla valgono le lamentele dei due fidanzati. Fiorenza deve tornare a casa per sopportare i gravi rimproveri e le proibizioni dei suoi genitori per non avere troncato la sua relazione con un giovane di medio e basso ceto.
In quel momento Pino si considera un super eroe che ha salvato la sorella dalle grinfie di chi la vuole rapire.
Fiorenza è in castigo, può parlare e vedere chiunque e, mai Ciro, poiché la ragazza ha un perbene amico con cui confidarsi, lo chiama al telefono invitandolo a casa da sua.
Il giovane coetaneo e compagno di scuola di Fiorenza giunge portandosi degli appunti, pensando che lei vuole la sua compagnia per studiare. Ecco che suona il camlo della porta e lei riceve il compagno.
«Sai Ludovico, non ti ho invitato per studiare, desidero avere dei consigli da te!»
«E, dimmi di cosa si tratta!»
«Sai benissimo che voglio bene a Ciro!»
«Non è per me una novità e non affermare che vi siete lasciati!»
«Questo no!» e prosegue: «Assolutamente no, il fatto è che mamma e papà m’impediscono di vederlo; non è che tu, mi puoi aiutare?»
«Ludovico rimane assai deluso poiché Fiorenza piace, gli nasce la speranza che è libera e lui può dichiararsi. Non è interessato a una stretta amicizia con lei, ma per apparire bello ai suoi occhi accetta.
«In che cosa devo attivarmi per te?»
«Ogni qual volta che mi voglio incontrare con Ciro, tu vieni a prendermi dicendo ai miei, che usciamo insieme!»
«Certo che mi metti in una situazione molto difficile. Vuoi dire che mi devo trasformare nella persona che regge il moccolo?»
A malincuore, Ludovico accetta e accompagna l’amica. Improvvisamente giunge Pino, nel suo volto e nell’assunto comportamento si legge chiaramente che è furioso
Pino si adira e comincia a parlare dando alcuni spintoni a Ludovico che indietreggia.
«Dimmi perché lo hai fatto!»
«Hai ragione sono stato leggero, ma tu sai che mi piace tua sorella. Spero solo
che un giorno mi accetti!»
«Hai tradito la mia fiducia e amicizia!»
Pino seguita a spingere Ludovico verso il giardinetto in cui e stato piantato un alberello e recintato da un muretto. Ludovico facendosi indietro per schivare il colpo, scivola nel marciapiede e cade, nel frattempo lo spintone di Pino va a vuoto e cade anche lui, durante la caduta batte la testa nella parte sinistra, sullo spigolo cementato dell’aiuola e sanguina.
Ludovico percepisce terrore, non ha forza di muoversi si porta le mani sulla testa, s’incolpa dell’accaduto e urla:
«Che cosa ho fatto!»
Fiorenza appare tremante, sconvolta e colta da convulsi singhiozzi; grida aiuto.
Giuseppe perde conoscenza.
Alcuni anti chiamano un’ambulanza che trasporta il ferito in ospedale e giunge anche la polizia. Parenti e amici avvertiti, raggiungono l’ospedale, ma purtroppo per Pino non c’era nulla da fare.
In quel frangente, Ludovico e Fiorenza si addossano la responsabilità di avere causato la morte di Pino.
Ludovico riconosce che ha sbagliato a intromettersi nel vivere privato dei fidanzati.
I genitori di Fiorenza decidono di lasciare liberi i figli per attivarsi in cosa credono utile per la loro vita futura.
Fiorenza opta di terminare il suo rapporto con Tito e sopportare le sofferenze fino a quando la grave ferita non guarisce completamente.
Tito che entra di sponda alla responsabilità, non sta in pace per avere perso il futuro cognato che sicuramente era il buon amico, soprattutto di avere perso il suo grande amore che si rifiuta di vederlo.
Da parte della famiglia Bertolone vi sono dei commenti a sfavore del defunto:
«Era un prepotente, ma non meritava la morte!»
Altre critiche sono rivolte sui genitori di Pino perché non hanno mai apprezzato Tito con benevolenza perché emerge il predominio. Hanno voluto criticare la famiglia considerandola da esseri appartenenti ai piani sottostanti e molestatori di cortile.
Capitolo tre
Le malattie di contaminazione
Quanti altri problemi avvengono nel corso della vita di ogni uno di loro? Innegabilmente l’esistenza umana riserva altre brutte sorprese. Chi possiede potere e molto denaro può ricevere anche delle belle esperienze.
Tito è disperato, molto più lo è Fiorenza che si addossa la colpa dell’accaduto e si domanda come mai a lei povera peccatrice solo d’amore, è capitata una sventura simile di avere un fratello molto litigioso e geloso di lei. Attribuisce ai suoi genitori, la colpa per avere inculcato nel figlio delle antiquate idee.
Nel complesso residenziale un inquilino signore di circa quarantacinque anni accusa svariati malori. Prontamente dopo, gli è diagnosticato un cancro in stato avanzato per cui i medici dichiarano di non potere fare più nulla per lui, infatti, dopo tre mesi ne è pianta la scomparsa dai parenti e tanti vicini che lo accompagnano in chiesa.
I parenti dello scomparso dichiarano alle autorità e per iscritto, il desiderio che s’indaghi sulla vicenda. La protesta è affiancata da quasi tutto il residence.
Immediatamente stilano una diffida a carico della ditta costruttrice del complesso che nega ogni responsabilità.
La Magistratura vuole continuare le indagini e si scopre che in effetti, la
completa responsabilità ricade sul titolare dell’impresa edile e alcuni dirigenti.
Sono scoperti, nel sottosuolo del giardino, dei prodotti cancerogeni e radioattivi, demolendo alcuni garage sotto le case scoprono altri fusti contenenti il pericoloso scarto.
Non finisce così poiché si scopre che i muratori hanno impastato il calcestruzzi con acqua radioattiva frattanto le altre malte sono miscelate con acqua e prodotti indurenti, cosiddetti additivi.
E’ ordinata l’evacuazione del residence e lo Stato si fa carico di assicurare gli alloggi provvisori agli sfollati i quali non ritengono responsabile la pubblica amministrazione dello Stato. Sporgono querela agli amministratori politici dell’epoca responsabili dell’arricchimento presupposto di alcuni altri complici. Nel corso del dibattito si mettere in evidenza che una sola impresa ha trattato e trasportato i prodotti nocivi da un altro stato.
I politici arricchitisi non sono condannati ma solamente i quattro dirigenti dell’impresa che, con padronanza abile, riescono a volatizzare i proventi illeciti.
Quei poveri proprietari del residence, sono privati dei propri averi acquistati con sacrifici e si vedono colpiti nella loro salute per colpa di uomini privi di scrupoli che si sono portati, le ricchezze accumulate, con sé nell’aldilà.
A quel punto la famiglia Bertolone è contenta a essere riuscita a vendere la loro villa e trasferendosi sono sfuggiti al contagio.
I coniugi Ferlandi, poiché possidenti di soldi liquidi, acquistano un’altra casa e si trasferiscono. Ogni abitante di quel complesso residenziale è controllato scupolosamente scoprendo che, almeno la metà dei residenti è affetta da sintomi contaminati.
I cittadini danneggiati devono stare a disposizione delle lungaggini dei processi che si finiscono in nulla di fatto poiché i potenti non sono considerati liberi cittadini con eguali diritti, ma i soldi si dicono: «Nella vita, sono tutto!»
Tito e Fiorenza rimangono amareggiati per essere stati costretti a bloccare lo scambio d’amore tra loro e cercano di guardare solo avanti e separatamente, instaurare nuovi rapporti affettivi, ma riescono solamente ad incrementare amicizie.
Vuole il caso che, i signori Ferlandi devono adattarsi a mandare i propri figlioli a scuola presso le strutture dello Stato e quindi, i ragazzi si ritrovano insieme nello stesso plesso scolastico: Ciro, Fiorenza e Rosalba, sorella gemella a Ciro.
Trascorrono due anni di già i ragazzi sono prossimi a diplomarsi per proseguire con studi universitari.
Il carattere di Fiorenza cambia completamente, in lei si forma una nuova visione del sopravvivere. Sa bene che le manca il sincero amore abbandonato e ogni tanto pensa al suo caro Ciro. In alcuni momenti riconosce che lui non è colpevole di quanto accaduto a Pino, resta risentita e priva di forza per tornare indietro e con attenzione, guarda in avanti.
Tito incarica una sua amica per avvicinare Fiorenza e scoprire se ancora è
innamorata di lui.
Fiorenza, è avvicinata dall’amica di Ciro, Lucilla la quale inizia a socializzare.
«Mi hanno detto che non hai il fidanzato e sei sempre un poco triste; ti vuoi confidare con me?»
«Non ci conosciamo e quindi, come posso parlarti dei miei problemi?»
«Hai ragione forse tu non mi hai ma notato tra le mura nell’istituto ma io si!»
«E perché allora mi hai osservato, forse sei dell’altra sponda?»
«Oh No! solamente perché sei carina e mi piacerebbe vederti sorridere spesso e saperti con un bel ragazzo!»
«Ci tieni tanto?»
«Sicuro non sono una persona egoista pertanto vorrei che diventassimo amiche più intime!»
«Importante che non intendi tutt’altro che amicizia!»
«Che cosa stai dicendo, sono femmina e mi piacciono i ragazzi specialmente quelli belli e desidero anche che siano onesti e seri!»
«E’ ciò che io ambisco, infatti mi circondo di persone brave e corrette altrimenti li allontano!»
«Mi chiamo Lucilla e quando preferisci, puoi parlarmi e scambiare qualche parola, mi rende felice!»
«Spesso vado in chat e se vuoi, ti darò il mio recapito!»
«Il mio nome è Fiorenza. Sono molto contenta di averti conosciuto, m’ispiri fiducia!»
Seguono diversi giorni, le ragazze non si rivedono e nel frattempo Tito si fa notare e cerca di avvicinare Fiorenza, ma, lei sfugge.
Tito non è convinto che tutto è racchiuso in una bolla di sapone che mossa dal vento ha portato via i suoi sogni.
Fiorenza frequenta compagni e amici, ma non si reca mai a onorare inviti di compleanni e onomastici. Non va a ballare, conduce una vita quasi di clausura e are delle lunghe ore al computer.
Silvano e la sua sorellina Margherita, ultima arrivata, si diverte a canzonare Fiorenza che accetta con dolcezza le loro burle. Mamma e papà, per lavoro, sono poco presenti spesso i ragazzi devono arrangiarsi da soli e prepararsi da mangiare altrimenti vivono con panini.
In seguito ecco che appare Lucilla, entrambe dialogano di molti argomenti. Racconta a Fiorenza:
«Sai, amo un fico di ragazzo, è dolce ma lui neanche mi vede mi considera semplicemente alla pari di una sua cara amica!»
«Non hai provato a mostrarti e fargli capire che desideri essere la sua ragazza?»
«Ho perfino parlato con lui dicendogli apertamente che sono innamorata di un ragazzo che lui conosce!»
«Allora che cosa ti ha risposto?»
«Non vuole saperne di fidanzarsi o, creare un legame stabile!»
«Che cosa ponderi di fare allora, non credi che sarebbe utile dimenticarlo e cercare altrove?»
«Sai benissimo che quando una ragazza ama non riesce a concentrarsi su un altro amore!»
«Approvo pienamente ne so qualcosa anch’io!»
«Ci sei ata anche tu?»
«Ho amato follemente un mio vicino di casa. Un giorno accade un caso grave del quale lui non ha colpa e decido di lasciarlo per sempre. E’ rimasto nel mio cuore e spesso quando chiudo gli occhi, lo rivedo accanto a me!»
«In questo momento, il tuo lui dove risiede, ha un’altra ragazza stabile?»
«Non so nulla ma se ha un’altra credo che sia corretto, non merito il suo amore!»
«Perché non lo cerchi e verifichi?»
«Non ho la forza. L’ho lasciato in modo brusco gli ho attribuito la causa di ogni male!»
«Che cosa è accaduto di tanto grave!»
«Ho perso un fratello!»
«Mi dispiace tanto però, la vita continua!»
«E’ vero, perché non mi chiami col cellulare o parliamo in chat?»
«Non molto spesso chiacchiero in rete, non mi piace tanto, ma ti prometto che ci penserò!»
«Il mio riferimento è sempre Fiorison 975!»
«Va bene ciao!»
Fiorenza e Lucilla si lasciano in un clima confidenziale di amicizia.
Appena è possibile Lucilla, invia un SMS molto breve a Tito “Ci vediamo stasera alle diciotto al pub della piazza; non mancare!”
Il rapido messaggio è spedito perché lei, vuole rivedere il suo idolo di ragazzo e sperare che un giorno si accorge quanto lo ama.
Mezzora prima, Lucilla impaziente aspetta nella località dell’appuntamento e Tito non si fece attendere.
«Ciao, cara amica!»
«A che cosa devo quel tuo messaggio e appuntamento?» Conclude: «Ci saremmo potute vedere lunedì a scuola, non pensi?»
«Proprio non credo e dopo quel che ti dirò mi offrirai un panino e una coca?»
«Se è solo per ciò, certo che ti compiaccio, sei una cara amica e non vedo perché non debba accontentarti!»
«Ho scherzato comunque accetto volentieri!»
«Sono diventata amica di Fiorenza e ne sono contenta, la reputo una brava e buona ragazza, anche se credo non fa per te!»
«Perché dici questo?»
«Tu hai bisogno di una persona allegra che ti tenga su di morale e ti spinga a sorridere spesso!»
«Bando alle chiacchiere. E’ ancora molto innamorata di me?»
«Addirittura è anche pentita di averti mollato!»
«Allora dimmi; cosa farà?»
«Nulla caro Ciro, null’altro che ostinarsi a starti lontano, le manca il coraggio di parlarti!»
«E allora lo farò io e mi dovrà ascoltare!»
«Conosco io il modo. Chatterai con lei e dovrai riuscire a diventare suo amico e fissare il colloquio!»
«Brava!»
«Appena mi vede, si allontana di nuovo e più distante di prima!»
«Sai che non è così, Fiorenza desidera parlarti, ma non può, è bloccata!»
«Sarà bene che la rivedo direttamente lunedì a scuola!»
«Fai come vuoi, il suo riferimento internet, è Fiorison 975!»
«Dimmi! con le informazioni che ti ho elargito, mi sono meritata il panino?»
«Ne prendo uno anch’io e immediatamente mi metto al computer e provare!»
Mangiato il panino, i due amici dividono le loro strade e si allontanarono.
Tito è impaziente di chattare con Fiorenza e appena giunto nella sua cameretta, chiude la porta e inizia la sua ricerca.
Il suo primo scritto é:
«Forse ti conosco perché lo sento!»
«Può darsi sono in grado solamente dire il mio nome che è Fiorenza!»
«Ti voglio mettere curiosità dicendoti che il mio nome fittizio è Girolamo!»
«Ti sei scelto un pessimo nome, egualmente lo accetto!»
«Fiorenza se sei disposta, parliamo spesso, ci potremo incontrare e consumare un gelato insieme!»
«Come corri tu, sai in quale luogo abito, forse?»
«No di certo, ma ti posso raggiungere anche in capo al mondo!»
«Sei proprio esagerato!»
«Tu prova ad accettare il mio invito e scopri la realtà!»
«Non farmi ridere anche se oggi, ne ho voglia. Adesso ti saluto a presto, ciao!»
Rimane soddisfatto Tito per un suo primo dialogo con la sua ex e spera tanto di contattarla molto presto.
Il lunedì mattino rivede Lucilla la quale domanda:
«Com’è andata con fiorenza?»
«Molto bene e prestissimo riesco a ottenere un incontro ravvicinato!»
«Sono molto contenta per te!»
Naturalmente l’ultima battuta non è sincera perché lei rimane infelice se ciò accade; spera tanto che avviene un distacco determinante tra l’amico Tito e Fiorenza. Con la su collaborazione sta accelerando i tempi verso una svolta decisiva attraverso la quale si chiarisce se, i due rompono rotto completamente o
si legano di più. In quel caso anche Lucilla trova il modo di decidere e quale strada seguire.
Fiorenza e Tito continuano chattare finché un giorno Fiorenza incuriosita, vuole accogliere l’invito e incontrare materialmente il nuovo chattatore presso un luogo nuovo; “Il parco degli struzzi”.
Fiorenza alle ore diciannove è puntualissima, però Tito giunse poco prima e si nasconde dietro una siepe e capire come si può presentare a lei, restando mimetizzato tra i cespugli del parco prestando molta attenzione e mostrarsi chiaramente soltanto quando le è vicinissimo.
L’impazienza di Fiorenza diventa emozionante e crede di essere stata canzonata da un coetaneo e chissà se poi è veramente tale, come può saperlo?»
Infine, in direzione della giovane appare una sagoma umana di corporatura snella e sembra abbastanza giovane, Fiorenza pensa: “Forse è lui” fantastica per conoscere quale verità sta cercando. La ragazza vede il giovane con la testa bassa e, a causa della penombra del crepuscolo, non riesce a distinguere i lineamenti del suo volto. Riflette:
«Si tratta veramente di un ragazzo? Oppure è una mia collega che vuole burlarsi di me?»
Tito giunge al cospetto di Fiorenza che rimane molto sorpresa, all’improvviso, scoppia a ridere a crepa pelle. Il giovane meravigliato quasi si sente deriso pensando che lei si burla di lui. All’improvviso Ciro, scoppia in spontanea ilarità tanto che, col suo braccio destro, cinge la vita della ragazza e vanno a sedersi su
di una panchina del parco; parlano e si discolpano per gli errori commessi. La coppia si promette eterno amore.
Non appena Lucilla conosce, il risultato rimane molto amareggiata e si giustifica con Fiorenza per averla usata in favore di Ciro.
Fiorenza la incoraggia dicendo:
«Sono io che devo ringraziare te e ciò che hai fatto, non credi che ho capito che per te è stato un sacrificio?»
«E’ proprio vero, ma sono contenta di avervi aiutato!»
«Ho ben compreso che sei innamoratissima di Tito ma, questa è la vita!»
Tito è presente e aggiunge:
«Sei stata forte e spero che un giorno anche tu avrai un vero amore!»
Confessa Lucilla.
«Prima devo fare are la forte delusione!»
Tito completa così:
«Andiamo al bar a celebrare la nostra riappacificazione e tu Lucilla, festeggia con noi la tua nuova rinascita che ti auguriamo prestissimo!»
I tre giovani, insieme, vanno in direzione della stazione metropolitana per poi proseguire ciascuno, verso le loro case.
La vita scolastica continua fino al conseguimento del diploma e dopo, i giovani seguono un’altra direzione verso una qualche facoltà universitaria. Nel frattempo le sorelle e fratelli di Fiorenza e Ciro, perseverano a frequentare le relative scuole a loro assegnate affinché possono maturare e scegliere bene il loro futuro e percorso formativo che li indirizza a inserirsi nella vita esistente, arricchita da molti aggi.
La famiglia Ferlandi abita nella nuova casa acquistata da poco: una splendida villa costruita al livello stradale con soli due piani: Al piano rialzato c’è la splendida cucina, il salone e lo studio di Ercole, capo famiglia. Esiste ancora una stanza più piccola che utilizza Silvano e ivi, dorme. I ragazzi moderni utilizzano la tecnologia avanzata della rete internet e anche Silvano. Dalla stanzetta ode spesso suo padre che parla al telefono con uomini d’affari come lui. Silvano, spesso memorizza qualche parola udita.
«Quelle scorie, si! le trasportiamo!»
E ancora.
«Tu ti occupi del nucleare bene!»
«Parliamone!»
Silvano crede di essere abbastanza maturo e amoreggia con una ragazzina conosciuta durante i suoi svaghi di palla al volo, ha il nome di Maria Lucia, figlia di persone oneste e poco facoltose.
Capitolo quattro
La scoperta di Silvano
Il Signor Ercole, in brevissimo tempo, è stato in grado di vendere la sua casa acquistata, dopo la seconda volta e comprare la villa in cui abita con la famiglia.
L’abitazione signorile possiede un’area doppia del parco comunale: vi è una vastissima zona verde con tantissimi cespugli e fiori che abbelliscono l’insieme.
Una larga siepe di sessanta centimetri di spessore e di struttura rotonda con altezza di cinquanta centimetri e ben tenuta dal giardiniere, circonda un grande spazio nel quale sono presenti: uno splendido tavolino rettangolare di ferro battuto verniciato bianco, avente per piano, un stupendo e sottilissimo marmo speciale di Carrara con sei bellissime sedie dello stesso stile. L’insieme, s’intona benissimo con l’ambiente e il colore della casa.
Nel piano primo della villa esiste l’intera la zona notte. Una collaboratrice domestica, per tutto il giorno si occupa di ordinare il necessario. I parecchi metri quadrati di tutto il piano superiore comprendono: il vano scala, una camera matrimoniale occupata dai signori Ferlandi e ancora, due camere che usano; Fiorenza e l’ultima arrivata Margherita di quindici anni che frequentala la terza media.
Una stupenda giornata di primavera inoltrata giunge a casa Ferlandi l’ospite, Maria Lucia, per trascorrere qualche ora in compagnia del suo ragazzo, Silvano.
La signora Fernanda, sta al lavoro come il solito e, in casa sono rimasti: Fiorenza, Margherita, Silvano con la sua ragazza e la domestica immigrata, poi c’è il giardiniere che cura i fiori. Nello studio, il signor Ercole lavora con il suo computer.
Maria Lucia e Silvano giocano nel prato. Silvano cerca di rincorrere e acchiappare la ragazza per appiopparle un bacio, lei fugge finché finge di cadere nel retro della siepe accanto al tavolino. Un bacio tira l’altro cominciano ad amoreggiare. Gli adolescenti sono coinvolti dall’euforia e non si accorgono che cosa accade intorno a loro, poiché ancora circondati dalle ali dell’amore.
Il signor Ferlandi lascia lo studio per ricevere un suo collaboratore o, forse socio in affari, lo prega di seguirlo presso il tavolo in giardino e intanto ordina alla domestica di portargli qualcosa di fresco.
I due uomini raggiungono il tavolo e spostando le sedie vi si siedono. Iniziando la conversazione.
Improvvisamente i fidanzatini, forse perché appagati e per non disturbare, stanno in silenzio sperando che i due professionisti vadano via nel più breve tempo possibile.
Giunge la domestica che posa sul tavolo del ghiaccio e due bottiglie, una contiene whisky e l’altra coca.
I due faccendieri, si versano da bere e, tra un sorso e l’altro, iniziarono a
dialogare.
«Caro Marco sapessi come mi sento importante per ciò che stiamo trattando!»
«Ha ragione Ercole appena mi hanno telefonato dalla centrale, mi sono sentito risollevare!»
«Come mai vogliono cambiare i vecchi interlocutori per affidare l’incarico a noi?»
«Dichiarano che ormai sono bruciati e su di loro si sta indagando!»
«Tu sai bene Marco, dobbiamo lavorare alla perfezione come l’altra volta che l’abbiamo ata liscia!»
«Ti confesso Ercole che ho avuto tanta paura di essere scoperto!
«Figurati io, a quest’ora saremmo a guardare attraverso le grate per vedere il sole soltanto a quadretti!»
«Il carcere è veramente brutto, però le proposte che ci sono state fatte sono allettanti e pagano bene!»
«Dimmi tu Marco, ti hanno comunicato quanti e quali fusti dobbiamo far sparire?»
«Certamente! vogliono che ti rechi in centrale e redatto l’accordo ti è consegnato il primo accredito e il secondo a lavoro avvenuto e, dopo trenta giorni!»
I due giovani ragazzi, stanno udendo, si guardano negli occhi e Maria Lucia fa alcuni cenni a Silvano per chiedere spiegazioni di cosa parlano. Il dialogo prosegue:
«Sono stati sempre dei puntuali pagatori, adesso perché fanno tante storie e non vogliono saldare alla consegna del carico?»
«Dicono, che pretendono la sicurezza nella riuscita!»
«I tuoi amici sono disposti a fare disperdere il carico e dove?»
«Ercole sei il mio socio e tra di noi occorre la massima fiducia. Sai benissimo che andranno sotterrati o, finiranno in mare aperto!»
«Tu lo sai molto bene che tali radiazioni pericolosissime non possono disperdersi prima di duecento anni?»
«Certo i fusti sono di materiale resistente e doppio, e la loro robustezza è più sicura del carico precedente!»
«Benissimo Marco domani telefono in fabbrica e mi faccio preparare i doppi fusti con la scritta che, il materiale non è affatto, pericoloso e soprattutto non contiene rifiuti radioattivi e, poi ci sentiamo!»
«Bene mi occupo io di programmare il viaggio. Posso partecipare al convegno tra te il politico interessato?»
«Lo sai che la nostra conoscenza straniera non ammette la presenza di persone in più o, non sei stato tu a dirmi che l’affare va definito a quattrocchi?»
«E’ vero Ercole, farai la tua parte ed io la mia!»
«Devo andare perché ho un impegno con degli amici, già da domani mi occupo della cosa e ti assicuro che, non vedo l’ora di incassare un poco di contante!
«Figurati io! Se non esiste questo lavoro, che da molti è chiamato sporco, moriamo di fame!»
«Marco, dai ti accompagno al cancello!»
Finalmente i due si alzano e lasciano liberi i fidanzatini che quasi sono pentiti di avere fatto all’amore. Entrambi hanno capito di cosa si tratta e promettono a se stessi di non divulgare quanto ascoltato. Stupita e troppo turbata, la ragazza se ne va e lascia Silvano nei suoi gravi pensieri.
Silvano, si pone delle domande e si chiede incredulo: «E’ possibile che il mio caro papà è la causa del disastro accaduto nella nostra precedente casa?» Seguitane credere: «Papà è un uomo senza scrupoli» Il mio abbietto padre è a conoscenza che la nostra vecchia casa è stata costruita con materiali radioattivi e tossici. Ci ha lasciato abitare in quel grave rischio» E completa il suo pensiero: «Quanta povera gente ha sofferto ed è deceduta per causa sua e dei suoi scagnozzi!»
Accompagnato da tanta delusione e tristezza, recandosi nella sua stanzetta a davanti al suo buon papà, ma non ha il coraggio di guardarlo in faccia tanto che lui domanda:
«Silvano sei distratto, come mai?»
«No! Papà è solamente una tua impressione!»
Altri interrogativi si pone il ragazzo:
«La mamma sconosce quale tipo di lavoro svolge il suo marito? E’ giusto rivelare a Fiorenza quanto ho appreso?
Sicuramente le farei del male, già ha tanto sofferto per la morte di Pino. E’ bene che non parlo con nessuno poi, si vede!»
La successiva sera a cena, Silvano non ha volontà di mangiare, non prova
appetito, però, deve stare seduto fino al termine dei pasti e subirsi le continue domande:
«Che cos’ai e perché non mangi? »
«Non ho nulla di strano, Lasciatemi in pace!
Segue una notte di meditazione per Silvano, considera che è stato bene parlare con un poliziotto o persona fidata affinché indaga per interrompere quel mercato clandestino e distruggere quel tipo di uomini affaristi con l’appellativo di “Mafiosi”. I politici che li hanno coperti, sono anche loro, grandi infelici malavitosi.
La sua conclusione è che in fondo, si tratta di suo padre e forse, lo deve proteggere però gli resta la speranza che un giorno il suo “Dio” lo aiuta, operando in modo giusto.
Ogni giorno e quando è in ozio, Silvano vuole scoprire di più e soprattutto conoscere il luogo in cui portano quei rifiuti in modo da arricchire la soffiata da farla pervenire alla polizia per trovare le scorie e quindi, recuperare i fusti e trasportarli, dove non creano problemi ad alcuno.
In città e in seno allo Stato, la vita prosegue ad andare avanti e parecchie persone ignare degli svariati problemi esistenti, confidano nella legge inventata degli uomini che, taluni usano per nascondere delle vere e proprie ingiustizie sociali.
Silvano, pensa alla gente che ha acquistato la casa con sacrifici e l’ha perduta.
Scoperte le scorie, la zona pericolosa è chiusa in attesa della totale messa in sicurezza.
Il giovane Silvano, compiange la gente morta per cause radioattive e di altri esseri umani contagiati da malattie e costretti a subirle fino alla loro fine.
Maria Lucia è ancora sconvolta, anche lei non ha alcuna risposta su che cosa può essere giusto e rendere concreto, denunciare il padre del suo ragazzo o, far finta di non aver udito la sconvolgente conversazione? Esamina che per dei soldi, chissà quante altri uomini rimangono contagiati per fuoriuscite del prodotto disperso.
Silvano si reca all’appuntamento con la sua Maria Lucia insieme, valutano con molta attenzione il comportamento da adottare nel loro prossimo futuro.
Dichiara la ragazza.
«Vuoi che faccia la spia e racconti tutto?»
Silvano è fiducioso che la sua bella tiene la bocca cucita.
«Assolutamente no, per adesso stai buona, pensiamo a noi e altre cose, per questo, decidiamo in avanti che fare!»
Trascorrono dei mesi, una serata fresca a cena, il capo della famiglia Ercole annuncia un suo imminente viaggio verso uno Stato che gli ha richiesto una sua consulenza e assicura che torna presto.
«Ragazzi quando torno, da quest’affare molto proficuo, vi prometto un grande regalo ciascuno!»
«Di che cosa si tratta papà?»
Domanda Margherita, la più piccola.
«Scegliete voi, io preferisco un bellissimo fuoribordo da usare durante l’estate che sta giungendo. Andremo in gita insieme lungo le coste, ogni fine settimana!»
La signora Fernanda sorpresa commenta:
«Sei sicuro di sentirti bene? E aggiunge: «Dove credi di potere trovare tanto contante in breve tempo?»
«Ah! Moglie mia, abbi fede e vedrai!»
«Sai papà io so cosa voglio se, ci sarà possibilità!»
Accenna Fiorenza.
«E dimmi cara. Il tuo paparino ti accontenta volentieri!»
«Te lo dico quando ci sono i soldini disponibili che tu, prometti!»
«D’accordo conservati il desiderio presto è realtà, anche se vuoi una casa per il tuo futuro. Tu l’avrai!»
Qualcuno dei presenti sa benissimo che presto l’affare è concluso, il proprio genitore può accontentare tutti loro, ma non è interessato ad utilizzare quel tipo di denaro né a svelare la sua scoperta.
Fernanda incuriosita del silenzio di Silvano riconosce la stranezza del comportamento del figlio e interroga:
«Silvano, non vorresti un regalo da tuo padre?»
«No mamma non ho bisogno di nulla, sento di essere già contento delle cose che ho!»
«Sai bene che qualcosa aggiuntiva fa sempre piacere su, parla!» E associa, «Vorresti forse la macchina?»
«Sai mamma, l’automobile è pericolosa, preferisco non averla!»
«Va bene ho capito, oggi sei con la luna storta!»
«Hai centrato. Lasciatemi con i miei pensieri, preferisco grazie!»
Da quel momento in poi cade il silenzio, interrotto solo dal movimento delle posate nei piatti e dai liquidi che ogni volta si versano nei bicchieri rispettivi.
La calma è interrotta, dalle parole di Margherita:
«Ho un segreto! Ho un segretissimo da svelare! »
«Ho bella! E allora che cosa aspetti?»
Dichiara lesta Fiorenza».
«Mi sono pentita temo delle botte!»
Intanto rivolge lo sguardo verso Silvano.
«Ha! Allora tu c’è l’hai davvero con ehm? Non ti temo, racconta e poi facciamo i conti! »
Ercole aggiunge:
«Non è corretto se adesso non proferisci, dopo che ci hai fatti diventare curiosi!»
«Va bene, però mi dovete difendere!»
La mamma risponde:
«Sono io a difenderti! Hai fiducia in me?»
«Ti credo mamma, Silvano ha la fidanzata… e abita a…!»
Parla Fiorenza.
«E’ una simpatica novità, e chi sarebbe!»
Risponde Silvano per difesa.
«Lasciatela stare che proprio oggi Margherita vaneggia, è diventata un’emerita imbrogliona!»
«E’ vero! Si tratta di Maria Lucia, la biondina che viene da noi con la scusa dei compiti! E la ragazzetta continua:
«Li ho visti! Si abbracciavano e si baciavano dietro la siepe!»
«Ti stai zitta! Non è vero nulla, si giustifica il fratello.
«Be… eh!»
«Io vi ho dichiarato la verità e se volete, credete se no peggio per voi!»
Finisce tutto con una risata causata dall’atteggiamento della piccola mentre parla scuotendo la testa e agitando le mani.
In casa Ferlandi termina un’altra giornata movimentata per lavoro e dialoghi diversi.
Silvano riceve una telefonata da parte di Maria Lucia che parla così:
«Sai chi è quell’uomo che sta con tuo papa?»
«Stai zitta!»
«Mi dici quando ci vediamo e non pronunciare il nome; ti prego!»
«Come vuoi e, quando ci vediamo?»
«Ti va bene domani pomeriggio da me?»
«No, preferisco oggi, mi annoio a stare sola!»
«Benissimo!»
«Vieni dopo le ore quindici quando vuoi!»
Suona il citofono, all'istante silvano alza la cornetta del citofono e vedendo che si tratta della sua ragazza, preme il pulsante e apre la porta. I ragazzini, si scambiano un bacio sulla guancia, lei mostra impazienza di rivelare la scoperta fatta.
«So che sei irrequieta avanti rivelami l’identità di quello uomo!»
Nel notiziario, ho visto il capo del parlamento!
«Che cosa dici mai! E aggiunge Silvano: «Non esiste il capo del parlamento!»
«Insomma è un politico potente e conosce tuo padre, noi lo abbiamo visto con tuo papà, seduto accanto a quel vostro tavolo bianco, in giardino!»
«Va bene vedo di risolvere, però tu non devi parlare mi raccomando!»
«Tranquillo sono muta come un pesce!»
«Andiamo in casa e conversiamo con qualche amico in rete, vuoi?»
«Sicuro che voglio e poi, voglio essere come a te piace!»
I due ragazzi attraversano il corridoio ando davanti alla porta socchiusa dello studio del genitore Ercole, poi si chiudono in camera per rimanere nella loro intimità
Fiorenza continua il rapporto col suo ragazzo, però il suo sogno è un futuro semplice gradevole. In quel periodo reale e stracolmo di crisi economiche internazionali. Molti italiani svolgono lavoro precario, quando esiste, e seguita a sperare che in qualche giorno può avverarsi una visione di nuovo benessere.
Ormai non è permesso neanche sognare per il forte stress prevalente tra i cittadini italiani.
Da molti anni gli umani non riescono a fantasticare.
Nessuno si accorge che l’uomo sta deteriorando la sua psiche. Chi solleva il problema per incitare il cambiamento per consolidare i valori umani esistenti e quanto gli stessi possono essere necessari per l’essere; abitante sul pianeta Terra? Nessuno!
Come è gioiosa l’esistenza quando un uomo lavoratore può impiegare le sue ore libere per rilassarsi realmente e ricaricarsi di tanta aspirazione; andare avanti e lavorare per qualcosa che sente sua e per essa è disposto a sacrificarsi privo di indugi e si chiama “Ideale.”
Nella penisola, si stanno costruendo mezzi alternativi di energia per il fabbisogno Nazionale.
La ricerca ottiene ottimi risultati, ma non tanto valevoli perché non si riesce a eguagliarli al rendimento di centrali nucleari proprio pericolosissime, con esse, esiste il rischio che la Terra diventi una discarica abusiva di scorie e da esse il popolo si può trasformate e forse…, è destinato a sparire del tutto in breve tempo.
Gli stati furbi che possiedono queste fonti energetiche riescono a spedire i rifiuti pericolosissimi in altri luoghi affinché sono occultati e mettendo così, a rischio anche chi compra energia ricevendo le scorie da smaltire.
Negli anni si sono avute molteplici dimostrazioni della pericolosità nucleare. Nessun dirigente ha presente che è migliore ritornare a illuminarsi con la fiammella di candele piuttosto che morire per causa di facilissimi e consistenti guadagni come ha osato fare il Signor Ercole. Nel mondo di mediatori simili, ne esistevano tantissimi.
Le difficoltà reali non sono concretamente affrontate dagli amministratori, sono giganteschi gli sforzi della gente per abituarsi a proseguire verso un Mondo più evoluto e solamente, vario di prospettive.
Capitolo cinque
Pericolosità delle centrali atomiche
L’essere umano accetta a malincuore doversi impegnare a condurre un vivere da robot umanoide per produrre solamente ciò che gli è strettamente utile da usare per la sua continua sopravvivenza, abbandonando il sapere che un essere antropico ha conquistato nel ato, accettando e costatando di essere un circoscritto contributo al vivere terreno e un concreto sostegno a un latrocinio continuo e sfruttamento totale.
Il lunedì mattino alle sette e dieci, Ercole saluta la sua famiglia e con l’automobile, si dirige in aeroporto. L’aereo lo trasporta all’appuntamento da chi deve concretizzare l’affare.
Il manager parcheggia la sua vettura in un posteggio a pagamento e si avvia verso la sala d’attesa.
Distratto dalla presenza di molta gente non si accorge di trovarsi seduto accanto ad una bambina di dieci anni accompagnata dalla sua carissima mamma che lui guarda, ma non attentamente.
Il primo sguardo è diretto alla piccola che tiene in mano una bambolina moderna di quelle snodabile alle quali si possono cambiare i vestiti. Sollevando lo sguardo osserva nel suo viso delle macchie roselle accompagnate a piccole escoriazioni. In quel momento prova tanta tenerezza per la ragazzina e le domanda:
«Che nome hai bella bimba?»
«Carla e tu come ti chiami?»
«Ercole!»
«Anche tu vai su quell’aereo lì?»
«Voleremo sulle nuvole! Lo sai?
«Lo so. Le vedo sempre quando l’aeroplano vola!»
«Hai il morbillo?»
«Come non vedi che le macchie sono diverse?»
«Scusa, non ho davvero capito!»
Ercole si volge in direzione della mamma della piccola. Gli sembra di averla già conosciuta da qualche parte e la fissa incuriosito. La signora afferma:
«Sono proprio io, la sua vicina di casa!»
«La signora Rosaria, adesso sì che mi ricordo, come mai è qui?»
«Grazie alle radiazioni che hanno albergato nelle nostre case, voi in famiglia non avete avuto conseguenze?»
«No assolutamente nulla!»
«Siete stati fortunati noi invece...!»
«Mi dica che cosa vi è accaduto, spero tanto che non sia parecchio grave!»
Il personaggio è diventato parecchio falso e bugiardo, forse lo è di più rispetto a prima, restando incredibilmente insensibile.
«Giudichi lei, basta guardare la mia Carla…!»
«Allora è contaminazione e non il morbillo!»
«Da quando è nata Carlina, combattiamo per aiutarla a guarire viaggiamo verso
l’ospedale ogni sei mesi!»
A quel punto a Ercole lo assalgono i rimorsi di avere partecipato alla causa malarica della ragazzina.
La fantasia lo trasporta nei tempi in cui ha partecipato in quel lavoro di occultamento comprendendo finalmente, quanto male ha provocato ai suoi simili.
I suoi pensieri immediati sono rivolti alla piccola Carla tanto sofferente per gravi cause provocate da uomini privi di scrupoli come lui. La meditazione è sospesa dal bimba che ingenuamente o per semplice curiosità domanda:
«Lei ne ha dei bambini?»
«Certo che li ho e tanti!»
«Possono giocare con altri bambini? E prosegue: «Sai, io non posso giocare con loro perché mi è proibito e poi quando mi vedono; tutti scappano e m’insultano!»
«Perché si sentono in diritto a deriderti?»
«Non lo so, lo fanno e basta!»
«Vedrai, presto capiranno e torneranno a giocare con te!»
«Parli bene tu! I tuoi bambini non hanno queste cose che tu mi vedi addosso!»
Ercole si sente impacciato e cambia il colore del viso e non sa che cosa rispondere a quella bimba innocente che lui ha condannato a un’insolita malattia e costretta a privarsi di ciò che è già suo; un’infanzia spensierata piena di tanti giochi infantili. L’uomo si chiede:
«Quale diritto ho avuto io di distruggere anche la vita dei bambini?»
Si può pensare che Ercole sta cambiando e gli viene il coraggio di rinunciare all’affare e denunciare tutti perché ha capito il suo errore che non vuole ripetere però: “Il lupo perde il pelo ma non il vizio”.
Il valore dei soldi lo induce a distogliersi dal problema che non ritiene suo e dialoga con la mamma della piccola.
«Signora Rosaria, sono sinceramente commosso per ciò che è accaduto. Adesso quali provvedimenti utilizzate?»
Di sicuro, l’affarista Ercole, non conosce cosa significa la parola “Sincerità e il vero gravissimo problema”.
«Caro signor Ercole, stiamo vivendo le pene più amare aggravate di differenti altre conseguenze. La difficoltà che mia figlia guarisce è grandissima e le nostre risorse sono terminate da un bel po’, ci aiutiamo con i prestiti!»
«Dove vi recate per le terapie?
«Esiste un ospedale specializzato in Francia. I medici ci hanno assicurarono che fra circa dieci anni la mia bambina guarisce, però le restano le macchie sul su tutto il corpo!
«Significa che la sua piccola rimane marchiata a vita dal male radioattivo?
«Purtroppo sì!» E prosegue: «Questi effetti di contagio sono alcuni di tanti che uomini miserabili e incoscienti senza scrupoli, riescono a provocare. Almeno esistesse un “Dio” o un valido sistema per fare rispettare la legge!»
«Ha ragione signora mia. Quasi tutti i collaboratori della società sono stati condannati e il titolare è morto!»
«Sì ma la grandissima beffa resta e anche il danno, in quell’operazione quanti miliardi sono spariti?»
«Lo so, sono stati tanti! E non tutti i responsabili sono stati condannati, alcuni assolti per non avere commesso il fatto e altri per mancanza di prove concrete!»
«Ho sperato tanto che ciò accade ricada sui loro figli!»
La rabbia la obbliga a sfogarsi senza accorgersi di avere sbagliato nel parlare poiché i figli non hanno alcuna colpa per il male che provocano alla collettività, i loro genitori.
«Scusatemi, è la disperazione che mi fa dire ciò che non voglio!»
«La capisco bene Rosaria, quanto accaduto ha distrutto la famiglia e la vita dei suoi elementi!»
«Lei dove va?»
«A un convegno di affari a Londra ma prima, mi fermo in Francia e Germania!»
«Beato lei e la sua famiglia che, potete godere i lussi e i piaceri di essere uniti!» e, continua a dire: «Sono cattolica e spero che, “La Madonna”, provvede e condannare coloro i quali danneggiano i propri simili, con delle pene piuttosto severe!»
L’illustre uomo d’affari dimostra di essere mortificato tanto che non mette la sua mano nella tasca per offrire un regalo gradito alla piccola malata in segno di aiuto con un contributo economico cospicuo.
I tre salgono nel medesimo aereo in partenza verso la Francia e lungo il percorso
non hanno modo di parlare a causa della distanza fra le loro poltrone, ma appena scesi, si scambiano i numeri telefonici, poi si dividono.
Il signor Ercole sale su un tassì e si fa accompagnare in albergo. E’ giunto con un giorno in anticipo.
Per l’intera notte, l’uomo non riesce a riposare per la causa di quanto ha appreso durante lo spiacevole incontro tanto che per un attimo, si convince di non stipulare alcun tipo di accordo.
Stanchissimo per non essere riuscito a rilassarsi, verso il mattino, obbliga a se medesimo di dimenticare il ato e andare avanti. S’impone di scordare cosa è accaduto nei lunghi anni trascorsi e comunque, gli servono i soldini per condurre una realtà egoisticamente agiata senza difficoltà economiche.
Un’automobile grigia lussuosissima è guidata da autista, giunge presso l’ingresso dell’hotel, in cui il broker alloggia. Dalla finestra sul prospetto stradale il mediatore ha visto l’auto sa per certo che essa è lì per lui. Aspetta proprio lui che scende, dopo essere salito a bordo, l’auto parte alla volta di un piccolo aeroporto privato, in cui lo attende un aereo appartenente a qualcuno più grande di lui nel quale sale.
Subito il piccolo jet si alza e percorre parecchie miglia, dopo molte ore giunge in un deserto, in cui è ubicata una centrale nucleare con alcuni reattori che lavorano a pieno regime producendo energia elettrica.
La centrale si vede dall’alto piccola. A pochi chilometri, esiste una media cittadina con aeroporto, l’aereo atterra.
Attende una splendida automobile nera con carrozzeria particolare e slanciata. A bordo di essa, ci sono l’autista e un altro uomo: indossano il vestito nero e occhiali scuri.
Un uomo in nero scende dall’automobile e fa cenno a Ercole di salire a bordo, poi gli apre la portiera posteriore. Non appena Ercole sale, l’uomo richiude subito l’uscio e sale accanto al guidatore, poi si avviano.
Un’ora abbondante trascorre quando la vettura giunge davanti al cancello elettrico che immediatamente si apre, l’autoveicolo attraversa l’intero viale e si dirige negli uffici ubicati nel complesso. L’automobile, si ferma davanti alle scale dell’ingresso, lo steward di prima apre lo sportello e scende per primo, dopo pochi i raggiunge la portiera posteriore per dare modo, al Manager di uscire. Ercole segue l’uomo che lo conduce in alcune sale che ospitano dei semplici impiegati, lo prega di accomodarsi nell’ufficio del dirigente. In quel luogo è ricevuto da due persone che lo pregano di accomodarsi. I tre parlano tanto. Il direttore dichiara che hanno bisogno di persone con pochi scrupoli, privi di emozioni e capaci di annullare la loro personalità e la loro coscienza e sensibilità.
In un tempo successivo e molto breve di preamboli: in tre escono per effettuare un sopralluogo nella centrale e continuare con i laboratori, le sale di controllo, reattori e per finire visitano il deposito del materiale da fare sparire.
I due signori illustri sono, il direttore della centrale e il manager che si occupa di smaltimenti.
In quell’occasione spiegano come utilizzano un sistema sicuro, per non essere
scoperti. Possiedono due magazzini di fusti uno, contiene raccoglitori vuoti e l’altro fusti pieni. I raccoglitori non portano alcuna sigla ma essa è posta in seguito: dalla centrale part carico appaiono vuoti ma in realtà la metà è piena di scorie.
Nel caso in cui sono fermati dalla polizia che ha ordine di riferire all'istante all’ufficiale di servizio, il subalterno informa subito il suo superiore che gli ordina di visionare le bolle e lasciare che il carico i. Nella parte anteriore del rimorchio ci sono stivati solo i fusti pieni e quelli vuoti completano il carico verso l’uscita del container.
Nel magazzino della Centrale ci sono alcuni contenitori siglati contenenti acqua semplice, ciò serve per dimostrare che non hanno smaltito i prodotti contaminati. Prima che i camion escono dal paese, con degli autoadesivi preparati, e quando il carico giunge nella prima destinazione, sono contrassegnati e sostituiti i documenti di provenienza.
I contenitori vuoti partono verso la centrale originale per fornitura di vuoti agli altri pieni: dopo scambiata la sigla temporanea, si stampa una nuova etichetta a nome di una ditta inventata corrispondente a nessuno e serve nel caso che vengono scoperti i contenitori già mimetizzati per non risalire alle centrali, agli Stati e ai responsabili del trasporto troppo complesso.
Nel caso qualche scaltro poliziotto riesce a sequestrare il carico, esso è rispedito al mittente con altre bolle fasulle già preparate in precedenza. Alcuni personaggi impediscono l’intervento degli investigatori intransigenti e decisi a fare rispettare le leggi, se ciò capita: il responsabile riceve una promozione giustificando il trasferimento ad altra sede e superiormente retribuito. Il nuovo investigatore per taluni intrighi burocratici, lascia andare il carico considerando che non sussiste alcun reato e tutto rientra nel normale. andare il carico considerando che non sussiste alcun reato e tutto rientra nel normale.
Il losco giro clandestino seguita la sua corsa verso la distruzione della vita terrena.
I container lasciati transitare senza incertezze, sono ceduti, per un introito a nuove Società che provvedono a occultarli, in terreni di pochi denari, altri finiscono in pochi denari, altri finiscono in terreni già acquistati per tale uso. Alcuni carichi di notte vanno a finire in fondo al mare, altri in gallerie montane.
Alcuni Paesi poverissimi accettano i carichi pericolosi poiché degli amministratori locali si arricchiscono di valuta straniera che rispetto alla loro moneta è di valore di gran lunga superiore. Non certo quei poverissimi e analfabeti uomini possono comprendere cosa significa avere scorie nucleari nei loro territori e quindi, aiutano a scaricare e sotterrare il materiale, in cambio percepiscono una vera manciata di moneta locale e con essa, riescono a mangiare neanche per una settimana.
In altri casi si costruiscono delle strade, e nei cassonetti sono stivati tali materiali.
Quel tipo di organizzazione esegue degli ordini capillari e piani studiati a tavolino simili a una immensa operazione militare di guerra avente lo scopo di conquistare territori a qualunque fine, sacrificando ciò che ritengono sacrificabile tranne se stessi e le rispettive famiglie.
Esiste un altro scrupoloso sistema per facili guadagni, utilizzare speculatori mondiali per mettere in crisi l’intera economia acquistando titoli importanti a prezzi stralciati diventando conduttori e padroni dell’economia mondiale e di beni internazionali impoverendo la gente.
Si tratta di un genere di conflitto moderno abbastanza repressivo e depressivo nei confronti dei popoli e non si usano armi convenzionali e materiali, ma dei titoli di borsa anche invisibili.
I vari amministratori di altri Stati, sembra che non si accorgono che molti giocatori in finanza, senza esitazioni stanno minando tutta l’economia; hanno il solo scopo di arricchirsi sempre di più pensando a morire straricchi per godere nell’aldilà la pace eterna o, un’altra vita partendo da una scala gerarchica dall’ultimo gradino e conquistare la vetta rapidamente e nel frattempo, lasciano sul Pianeta Terra altri strozzini e loro figli addestrati per continuare l’opera intrapresa.
In Italia intanto alcuni notiziari presentano al pubblico dei ragazzini appena nati con delle malformazioni e altri contagiati mentre si crescono nel ventre della mamma.
Appare ancora il fenomeno di contagio nelle persone cresciute che hanno abitato il condominio contaminato e quindi anche le due vicine famiglie, Bertolone e Ferlandi temono per la sorte dei propri figli e non soltanto per le femmine, alcuni scienziati dichiarano, nelle interviste, che il seme maschile può essere geneticamente trasformato.
In tutta l’Italia si formano compatte manifestazioni anti nucleari che riguardano il Mondo intero.
Non possono mancare gli scontri con i poliziotti che devono mantenere l’ordine pubblico. In occasione, molti danni sono causati ad alcune automobili e negozi.
Il faccendiere italiano all’estero ha seguito in parte quel che accade e non desidera minimamente fermare il losco traffico per lasciare che altri con meno scrupoli di lui completano la trattativa. Tuttavia deve proseguire perché sa che diversamente, rischia la sua vita e della famiglia che crede in lui.
Moltissime persone contaminate e infelici abitano nel Mondo, almeno per ciò che è divulgato da indiscrezioni, iniziando dalle prime bombe atomiche e quelle con uranio impoverito, durante bombardamenti in zone in cui sono state sganciate durante varie guerre e usate in esperimenti nucleari ufficialmente dichiarati. Altri usi sono secretati.
Ci sono stati problemi in altre centrali di alcuni Stati come il disastro di Cernobyl, e altri in Giappone, Cina, Francia… Gli ultimi morti sono avvenuti per causa di una scossa tellurica che ha danneggiato due reattori e ci sono state due vittime accertate. Nell’ultimo caso è annunciato in via ufficiale che la contaminazione accertata non è per nulla pericolosa e dopo è caduto il totale silenzio.
Capitolo sei
Altri disastri nucleari
Negli anni seguenti, appaiono casi, di contaminazione di persone che abitano nei pressi delle centrali. Come quelle vivono nei pressi di discariche autorizzate e non.
Una coppia sposatasi, quando abitava in qual è stato il famoso residence, desidera tanto aumentare la famiglia, lui ha l’età di quarantacinque anni e lei trentacinque.
In apparenza, sembrano persone sanissime e non hanno subito contagio. Anni dopo, iniziano i problemi instabili e percepiscono irrequietezza per disturbi non qualificati dai medici perché privi di dati indubbi per poterli attribuire a determinate contaminazioni. I coniugi, lamentano diversi malori ai quali, producono perdite di memoria. I coniugi hanno un lavoro, però depressione con sensi di vuoto, desiderano avere dei figli. Si lasciano internare presso un ospedale universitario. In esso si realizzano delle ricerche innovative.
I due pazienti sono tenuti come cavie per undici mesi senza la possibilità di uscire dal complesso ospedaliero.
Su loro, sono compiuti numerosi test scientifici positivi per i ricercatori, però dannosi per la coppia che appena dimessa, torna a casa con la diagnosi sconosciuta.
Da quando la coppia, si è unita in matrimonio, desiderano ingrandire la famiglia credendo di riuscire a vivere tempi sereni e distensivi in cui la nascita di pargoli gli assicuri contentezza e felicità, però non sanno come realizzare tale desiderio.
Numerose volte tentano di riuscire, non accade nulla di nuovo. La grande attesa gravidanza, non sopraggiunge. La coppia ne resta delusa, quasi disperata, ciò nonostante, persiste. Nonostante ciò, in momenti di apprensione e noia, sono capaci di fantasticare.
I coniugi ritengono che gli resta l’adozione, però sono stati dubbiosi. Gradiscono provare sicurezza e garanzia che il bimbo sarà concepito dal loro amore.
La coppia è cattolica e nel recarsi in chiesa prega spesso affinché sono trattati da “Cristo”, come tutti gli altri esseri umani sposati come loro.
La signora Ermelinda, così ha il nome la compagna di Gabriele Trantino, comincia a parlare con la madonna:
«Tu che sei la madre di un figlio povero, sai benissimo quanto hai patito per crescerlo e quanti problemi egli, ti ha dato, perché non vuoi accondiscendere ai desideri di mio marito e miei?» Apertamente e con sincerità si protrae la preghiera.
«Noi due, forse non meritiamo la gratificazione che ha tantissima gente?» E persevera nella preghiera: «Crediamo di essere anche noi figli “Tuoi”. Non sappiamo di essere nel peccato, se lo abbiamo fatto, ti chiediamo perdono per
essi. Non siamo tanto cattivi per ricevere una così grande punizione!» E termina: «Aiutaci! Avrai la nostra gratitudine in eterno, devoti come sempre da parte nostra lo è stato!»
E’ la preghiera ormai disperata di una donna che anela procreare usando il sistema a lei elargito dalla sua nascita e dalla formazione di donna, memorizzate nella mente delle parole di “Gesù Cristo”, riportate nella Bibbia. “Andate e moltiplicatevi!”
Trascorrono i mesi e nessuna luce Divina appare in casa della coppia. Un Chiaro mattino di domenica, intanto che si recano in chiesa, una suora si avvicina alla coppia per dialogare e conoscere di più i suoi parrocchiani; invita i coniugi Trantino di recarsi in pellegrinaggio e chiedere la grazia al Santo da visitare, accettano subito. La domenica successiva si svegliano di buon mattino e salgono in un autobus di pellegrini.
Nel pullman della speranza viaggiano diverse persone, ogni una delle quali possiedono un problema abbastanza grave in qualche parte del corpo. Si recano in preghiera dal Santo a cui hanno promesso astensione di un qualche cosa soprattutto recitare moltissime invocazioni di pentimento per il male causato ad altri, durante la loro vita. Pregano per ricevere guarigioni per se stessi o, per i loro parenti più cari. Alcune di quelle persone hanno capito troppo tardi il male da loro prodotto al prossimo negli anni già vissuti. In quel momento si trovano sofferenti, divengono umili e con egoismo chiedono perdono.
I signori Trantino, sanno bene di non essersi macchiati di gravi peccati, per tale ragione la loro implorazione può essere esaudita senza tante difficoltà, perciò si affidano alla disponibilità dell’ultima decisione del Santo che li ascolta e la porta al vaglio celeste per il giudizio da decretare.
Ermelinda e Gabriele ascoltano i racconti dei compagni di viaggio e le ragioni che li spingono di andare in luoghi mistici, in pellegrinaggio e chiedere una grazia.
Una signora racconta:
«Ho una figliola che ogni tanto si comporta come fosse impazzita e trascorso qualche minuto torna se stessa senza ricordare nulla!»
Ermelinda incuriosita desidera approfondire.
«La diagnosi dei medici, qual è? Hanno eseguito delle verifiche specialistiche?»
«Eccome. Hanno effettuato molteplici screening, noi ci siamo rivolti in centri professionali, purtroppo dagli esami, ogni ricerca è negativa!»
«E voi perché siete qui?»
«Vogliamo in figlio nostro!» Prosegue Ermelinda. «Ci aspettiamo di ricevere la grazia. Sono certissima che dopo questo pellegrinaggio, presto rimarrò in cinta!
Un’altra signora racconta di essere rimasta tutta la vita semi paralizzata perché è stata colpita da un altro male per un momentaneo strabismo anomalo, secondo lei.
«Sa signora, ho sofferto tutta la vita per causa di attività motorie ristrette, adesso è sopraggiunto un altro sintomo che i medici non conoscono. Oggi sono qui per chiedere la grazia pregando se posso conoscere di che male, soffro oppure guarire!»
Un anziano signore è presente ai dialoghi e desideroso di raccontare l’accaduto al suo nipote sedicenne e presente in quel viaggio di speranza.
«Mio nipote soffre per qualcosa d’incredibile. La notte sogna e parla con esseri che noi non vediamo, dice che sono fantasmi desiderosi di giocare e, lui li asseconda!»
Gabriele incuriosito interpella:
«Pensate che può divenire poco sensibile e non sognare più?»
«Il fatto è che non soltanto sogna, ma dialoga con essi anche di giorno, a volte prevede che accadranno dei fatti e poi, si mostrano esatte! »
Risponde Gabriele:
«Preferirei essere io capace di predire il futuro!»
«Vede caro signore, quando lui ha queste premonizioni, sviene e si dimena per almeno dieci minuti! »
«Questo è gravissimo perché provoca stati di agitazione a tutti voi che gli state accanto! »
Infiniti e svariati casi si ascoltano in quelle ore.
Percorsa tutta la distanza, finalmente il pullman giunge nel santuario. I signori Trantino sbigottiscono nel vedere folle di gente adunate nel piazzale. Si tratta, di centomila persone poste in file con code lunghe centinaia di metri seguendo percorsi obbligati da transenne. Osservano bene la moltitudine vedendo tantissimi infermi. Fino allora non hanno mai immaginato che si tratta solo, di una minima parte di persone ammalate abitanti nel territorio italiano. Si collocano in coda alla fila sotto il sole cocente, decisi di sopportare la sofferenza del caldo bruciante e riuscire a giungere presto, le reliquie santificate.
La coppia percepisce immensa commozione dentro di sé, accompagnata dal desiderio di vedere ristabilita ognuna di quelle persone che fiduciose che desiderano di essere graziate.
Improvvisamente si odono delle forti grida emesse da una persona che si trova in coda e, accompagnata da una suora che spinge la carrozzella, non è visibile il movente. Improvvisamente si nota che la donna si alza e cammina, anche se appoggiandosi alla religiosa, si comprende che, forse qualcosa di soprannaturale è accaduto.
I coniugi, non vogliono accettare quel momento che è potuto essere stato
generato da una impostura e increduli proseguono con un o per volta, dopo andare in avanti accorciando la distanza dalle reliquie.
Giungono vicino al santuario e nuovamente il cammino è bloccato dalla manifestazione gioconda di un signore asserente di essere guarito da dolori continui nella parte destra del corpo ormai quasi paralizzato.
I presenti, forse possiedono molta fede, rafforzata da quegli episodi.
La coppia nutre qualche perplessità sulla veridicità dei fenomeni descritti, ma diventa più impaziente di giungere al traguardo.
Sono le ore quattordici. I coniugi non hanno mangiato neanche un panino. I raggi del sole raggiungono il piazzale asfaltato, li rende fiacchi creando molta arsura e quindi il desiderio grande di bere parecchia acqua per dissetarsi e rinfrescarsi. Finalmente alle ore sedici in punto giungono al cospetto di una teca sigillata illuminata da luci artificiali. I coniugi, allungano la mano, toccano la teca e si spostano su di un banco di legno, si mettono in ginocchio. Pregano stando sull’inginocchiatoio affinché la loro supplica e udita e concretizzata. S’incamminano verso la tavola calda per pranzare. Attendono l’ora per la partenza. Innumerevoli racconti di guarigioni improvvise avvenute sono ascoltati da Ermelinda e Gabriele, li persuadono a consolidare la loro fede, per nulla delusi per l’esperienza vissuta, salgono sull’autobus e rientrarono a casa.
I coniugi fiduciosi, dalla stessa sera, si mettono all’opera per procreare convinti che è la volta giusta. Dopo qualche settimana, Ermelinda percepisce strane sensazioni che la inducono a credere di essere in attesa, ma temporeggia ancora. Si sottopone al test di gravidanza, ha la certezza assoluta dimostrata con accertamento ecografico.
La felicità dei coniugi è infinita, si recano più spesso a recitare la preghiera di gratitudine verso “L’eccelso” e verso la reliquia che hanno toccato.
Naturalmente ancora non c’è certezza che la gravidanza va a conclusione felicemente, e quindi la donna, ogni mese si reca a controllo per stabilire la salute del piccolo e della mamma.
I futuri genitori piace ascoltare, attraverso gli strumenti clinici, i battiti del piccolo cuoricino della nuova vita che sta crescendo e cominciano tanti progetti.
Durante il terzo mese, i medici notano che il bimbo sta crescendo con il braccio destro alzato verso la testa e per il corpicino è rannicchiato. Vi è una grande preoccupazione. Gli specialisti del reparto di maternità garantiscono che in seguito, il piccolo, sicuramente si sposta per riposizionare il braccio. Le probabilità sono al novanta per cento.
La coppia, dagli amici e parenti riceve il compiacimento per avere raggiunto quel traguardo e sperano che nasce un bel bambino e giunge per visionare e abitare in un luogo diverso dalla gestazione con prospettive migliori. Forse…
In famiglia Trantino si attende una femminuccia sana e scalciante. L’unica preoccupazione dei medici ed estesa ai genitori, è che la piccola dimostra di volersi girare e non riesce, pertanto non si conosce nulla dello stato di salute del braccio e se ci sono state delle conseguenze durante la crescita. I genitori delusi, egualmente vogliono che la figlia nasca percependo la sicurezza che è miracolata.
In breve il grande e tanto atteso evento giunge e nasce la piccola Maria. E’ visitata. I medici che la bimba non è capace di muovere quel piccolo braccio destro.
Dalle radiografie risulta che gli ossi e i muscoli sono nel loro posto e sicuramente il piccolo encefalo percepisce che la posizione originale del braccio è quella incorretta.
Non è semplice intervenire nel cervello di un neonato e non resta altro che lasciare crescere Maria e in seguito, sottoporla a riabilitazione.
La coppia è convinta che le preghiere, li hanno guariti dalla insufficienza di procreare per le radiazioni assorbite.
La felicità e la fede, sono diventati i padroni nelle menti della coppia che continua a ringraziare, nelle preghiere, la nascita di Maria.
Mariella dimostra un’intelligenza abbastanza superiore e presto inizia a parlare e camminare. E’ vispa e gioiosa, ama i suoi genitori e quando va all’asilo, appare volenterosa.
Maria ha imparato a scrivere e utilizzare di più la mano destra e già riesce a spostare tutto il braccio. È in grado di sforzarsi per imporre all’arto di liberarsi della posizione incorretta.
La signora mamma volge una preghiera particolare alla reliquia Santa.
«Ti sono molto devota e grata per bome ci hai aiutati, ti domando il perché una piccola innocente dovrà avere un problema non suo?» Prosegue a pregare: «Può essere che noi adulti pecchiamo, ma lei è innocente quale male ha fatto per scontare delle punizioni?»
Ha la sensazione che una voce si alza dal pavimento e convinta ode le seguenti parole:
«E’ questo il motivo perché sta in quelle condizioni!» Ermelinda rimane parecchio sorpresa, si convince che il suo pensiero vuole darle delle risposte e parla a se stessa:
“Se sono veramente io che rimugino allora, devo porre un’altra interrogazione!”
«Non capisco che cosa vuoi dire, ti puoi spiegare?»
«Ricorderà sempre di non peccare, e, osserverà le leggi spirituali!»
“Oh! Gesù mio è proprio vero sono io che mi do la risposta!”
La signora ritorna all’attacco con un altro quesito:
«Per quanto tempo, Maria deve essere diversa dai suoi simili ed essere derisa?»
«Fin quando tu, non capirai che bisogna avere fede oppure non possederne!»
«Infondo è vero ciò che dici, non ne ho avuta molta. Ti ho chiesto la grazia da donna sfiduciata, senza credere in te!»
«Va o, donna e medita il tuo ravvedimento e che sia sincero!»
«Ho fiducia nella tua affermazione. Attendo anche tutta la vita se è necessario. Ti consegno la mia piccola Maria!»
I signori Trantino cercano altre scelte presso strutture ospedaliere e si rivolgono ad alcuni scienziati per capire se in quel male che Maria ha, possono essere responsabili le radiazioni.
La risposta inquietante le è data. Un’anomalia estranea sta in una parte del cervelletto che impedisce alla parte nervosa di gestire tutti i comandi, in ogni caso sta lì inerte senza crescere, ciò evidenzia un bene poiché gradualmente Maria avrebbe potuto muovere il braccio e la mano in modo normale. Quella situazione perdura, altri tre anni e finalmente, Gabriele che non ha mai creduto al racconto della moglie quella voce udita, stabilisce con convinzione che, i genitori e la bimba Maria, devono andare a rivisitare la reliquia. Dichiara alla sua donna:
«Non credi che il Santo voglia che affidiamo nelle sue mani la nostra Maria che infondo, è già una sua creatura?»
«Non ho pensato a ciò e sicuramente hai piena ragione; organizziamoci per andare in pellegrinaggio!»
«Provvedi te prenota con la suora e partiamo! »
Ermelinda compra i biglietti e nel giorno programmato si recano a presentare Mariella al Santo. Dopo avere fatto tutta la trafila per giungere di fronte alla reliquia la mamma parla alla piccola:
«Mariuccia cara, con la tua manina destra tocca la teca dorata e prega che vuoi essere guarita!»
«Si mammina ti accontento subito!»
Così chiarisce la piccola, allunga il braccio e con il dito indice, medio e anulare tocca la teca.
La mamma osservando il gesto con attenzione inizia a lacrimare con spontaneità per la troppa commozione. Il papà Gabriele incredulo si accorge in ritardo di quel che è appena accaduto, a distrarlo sono le parole della piccola che domanda al papà:
«Perché la mamma piange?»
Per non dire che la piccola Mariella è riuscita a muovere la sua mano, senza accorgersi di averlo fatto e per evitare traumi alla sua psiche della bimba, senza esitare parla:
«Ermelinda! Andiamo a recitare le nostre preghiere a mani giunte e poi andiamo a pranzo!»
La signora assimila e asseconda il marito. In chiesa, si inginocchiano e congiungono le loro mani. Nel frattempo guardano sott’occhio i movimenti di Maria che congiunge le sue piccole mani e recita la preghiera che, la mamma e il papà le hanno insegnato per recitarla prima dormire.
La coppia trattiene con fatica la gioia di avere scoperto che la loro bimba è guarita, quasi gli sembra impossibile e guardandosi negli occhi scrutano nel profondo infinito per comprendere se si tratta di verità, sogno o semplicemente una fantasia che, dimostra loro la necessità di possedere la fede e senza mai perderla. Prima non hanno mai vissuto quell’esperienza, hanno creduto a un vero miraggio che la natura si diverte a proiettare nelle loro menti e negli occhi.
La famigliola va a pranzo nella tavola calda e poi risale sul pullman senza pubblicizzare l’accaduto.
La sera in casa, la piccola Maria si addormenta e il suo papà la prende in braccio e la trasporta nella sua cameretta adagiandola sul lettino. La mamma le imbocca le coperte e i suoi genitori, recitano la preghiera della sera al posto di Mariella.
Gabriele parla alla sua donna:
«Andiamo a dormire anche noi, domani sarà un altro giorno e commenteremo questo nostra allucinazione.
Per l’intera notte i coniugi, non riescono a chiudere gli occhi per paura di svegliarsi scoprendo che il sogno è solo stato un vero incubo e il loro inconscio gli ha giocato un tiro mancino e doloroso.
Giunge l’alba, con i suoi colori dorati, illumina la stanza da letto dei coniugi Trantino. La coppia rimane sveglia in attesa che giunge l’ora per alzarsi.
I Coniugi sono impazienti, attendono di vedere davanti agli occhi la figura della loro piccola di prima col braccio in cattività, scrollandosi la testa si ripetono di avere visto nelle loro menti, una deviazione d’immagine, ma in realtà la loro piccola ha ancora il disturbo.
Alle ore sette del mattino la signora si reca nel bagno e subito dopo a preparare la colazione, il marito utilizza i suoi attrezzi da barba nel bagno di servizio.
Ermelinda chiama:
«Mariuccia!» Vieni che la colazione è pronta!»
Si dirige verso la piccola stanza di Maria e non la trova. Lei si è svegliata e lavato il viso. Va dalla sua mamma in cucina e dice:
«Mamma! Mariuccia ha fame!»
Ermelinda e Gabriele squadrano la piccola che con la mano destra tira la sedia e si siede davanti alla scodella del latte.
I suoi genitori non la richiamano per essersi seduta senza prima di andare in bagno a lavarsi il viso e le mani, non si sono accorti che la piccola proviene dal bagno. Le lasciano completare la colazione senza capire che già si è lavata.
D’istinto Mariella, prende il cucchiaio con la sua mano destra e mescola il latte nella tazza affinché si scioglie lo zucchero, poi lancia un grido.
«Mamma…, papà…» e, seguita mostrando grandissima gioia. «Guardate la mia mano!»
La mamma le risponde:
«Be? Hai il cucchiaio nella mano e allora?»
«Mammina, non vedi con quale mano l’ho afferrato?» Il papà risponde:
«Mariuccia, tu lo hai sempre fatto perché ti meravigli?» Maria sorpresa specifica:
«Non è la verità, mai sono stata capace di muovere il braccio!»
Il papà chiarisce:
«Come sono sbadato oggi. E’ vero adesso puoi e ne sei felice!»
«Certo e tu mamma, sei contenta?»
La sua mamma l’abbraccia confermando:
«Anche la mamma si rallegra che tu stai bene, adesso non pensarci più e termina la colazione, poi devi andare a scuola!»
«Mariella, sai come comportarti quando le persone ti domandano se sei guarita e come hai potuto?» Gabriele conclude: «Devi rispondere che non lo sai, hai dormito e il mattino seguente, non hai avuto più nulla!»
«Bene papi, faccio come dici!»
In casa non si parla affatto di miracoli o malattia senza accennare minimamente al problema braccio per evitare che il subconscio di Mariella si ricorda il ato sofferto e ritorna indietro nel tempo, penalizzando lo stesso arto.
I Coniugi Trantino, soltanto ai medici rivelano che per loro è avvenuto un miracolo e la piccola è guarita.
La scienza incredula vuole accertarsi che la minuscola escrescenza diagnosticata nella scatola cranica è scomparsa o, ancora sta lì. I luminari dicono che è presto per credere al miracolo. È però accertato che il male, inspiegabilmente non c’è più svanendo senza lasciare alcuna traccia.
Non si riesce comprendere bene se qualche particella di agenti inquinanti si è spostata dal ventre della mamma e finita nel corpo della nascitura. Probabilmente la sorte dei coniugi è la medesima solo che sono capitati per caso ad abitare nel residence contagiato.
Resta il fatto che due anni dopo, Gabriele muore per un cancro cresciuto dentro di se causato da radiazioni.
Capitolo sette
Esplosione di un reattore
Il signor Ercole sta completando le trattative con il suo collega manager e il direttore della centrale e si trovano in ufficio. Hanno appena finito di verificare che il compenso sarebbe depositato presso un conto speciale in una banca di uno stato neutrale.
I tre uomini si stanno stringendo le mani per salutarsi, soddisfatti per la prima fase dell’affare appena concluso. L’ultimo aggio di denaro è consegnato a compimento del lavoro, purché non ci sono intoppi. Improvvisamente si ode un forte boato, intorno a loro ogni cosa oscilla.
I lavoratori della centrale cominciano a fuggire qua e là senza conoscere se è lo scoppio, di un reattore, oppure, si tratta di un terremoto. Improvvisamente le sirene suonano per indicare il rischio di contaminazione quando segue la seconda scossa consistente, accompagnata da un rumore assordante, Un fischio insopportabile, indica il pericolo di contaminazione imminente e assodata. Ogni dipendente fugge in modo piuttosto sparso e senza meta esatta. Una confusione di persone corre verso gli autobus pronti per partire e condurre in salvo gli operai che intanto occupano i posti. Una nuvola grigia mista a contorni biancastri, si alza nel cielo, i mezzi di trasporto non riescono a partire a causa dell’assenza di elettricità che blocca le porte.
Il dirigente inizia a dare disposizione di abbandonare i propri posti. Un capo tecnico dichiara che il problema si è risolto veloce e immediatamente necessita salvare la pelle. Gli addetti alle verifiche comprendono che si tratta di una catastrofe senza precedenti e può raggiungere un disastro di una portata
inestimabile, senza immediata via di uscita.
La centrate nucleare è stata costruita con accorgimenti tali da essere per di resistere a qualsiasi catastrofe naturale che la può danneggiare. E’ stata fabbricata sopra la base di giganteschi travi al rovescio che trattengono unito l’intero blocco massiccio di cemento e ferro appoggiati sopra la terra. In circostanze di assoluta emergenza, la struttura, mai si può anche spaccare, ma avviene un ondeggiamento “Effetto barca” senza causare danni gravi alla struttura e al personale.
In tale caso la piattaforma si piega in due a causa di una voragine che parzialmente si produce sulla compatta base della costruzione.
Nelle immediate vicinanze di quel disastro e nel raggio di cento venti chilometri viene contagiato tutto l’esistente.
Quasi immediatamente ogni vegetazione e gli uomini subiscono dei notevoli mutamenti genetici che a vederli lasciano rabbrividire e, riempire di paura anche gli esseri più ardimentosi e miscredenti. Fortunatamente il reattore centrale non esplose e gli altri seguitano a funzionare in assenza di presenza umana.
Un allarmismo mondiale documenta all’intera umanità che in opposizione alla natura, ogni calcolo di possibilità è inutile e che produrre il nucleare si mostra pericolosissimo per il Pianeta Terra.
Ogni tipo di mas media internazionali, trasmettono in diretta le immagini e i commenti sull’accaduto e la gente sta col fiato sospeso auspicando che gli altri reattori non cedono altrimenti le radiazioni distruggono perlomeno un quarto
della superficie terrestre cancellando ogni essere vivente comprese le piante. In tal caso, per tantissimi anni quei luoghi diventano aridi.
In ogni angolo del Mondo terreno la gente è informata e si auspica che la vissuta esperienza deprimente riesca a convincere quegli uomini, con poteri decisionali, quanto è veramente provata la pericolosità del nucleare.
La nube radioattiva trasportata dal vento fa il giro della terra e gradualmente, si disperde nell’aria dimezzando le sue capacità distruttive.
I meteorologi seguono, con accuratezza, la compattezza e il percorso che la gigantesca nuvola si lascia spingere dal vento.
Nella centrale a rischio, alcuni scienziati utilizzano tute speciali per recarsi a spegnere ogni altro reattore. La parte contagiata del reattore esploso è messa in sicurezza.
I piccoli villaggi e le città colpite rimangono private di uomini, animali e piante.
La vita rimane solo un’illusione e i luoghi, somigliano a enormi deserti con città abbandonate dall’uomo.
I morti formano dei cimiteri, ma circoscritti in un’area chiusa con accesso vietato affinché avviene, dopo molti millenni, la naturale bonifica.
La famiglia Ferlandi riunita per cena, segue i servizi giornalistici della catastrofe. Improvvisamente Margherita segnala:
«Guardate quella persona è papà!»
Risponde la signora Fernanda.
«Che cosa dici tuo padre si trova da tutt’altra parte e poi ci siamo parlati stamani attraverso il cellulare!»
Margherita ammette:
«Forse mi sono veramente sbaglia, si può trattare di un sosia!»
Fiorenza parla di ciò che sa:
«Papà torna domani, così mi ha detto al telefono ieri quando gli ho parlato per salutarlo!»
Dichiara Silvano:
«Per quanto mi riguarda, può restare dové adesso!»
La mamma lo rimprovera:
«Come ti permetti a dire queste cose di tuo padre!»
Ritratta il giovane:
«Hai ragione tu! Scusa sono stato io a sbagliare!»
Durante alcune specifiche degli uomini presenti e sulla contaminazione a persone, viene annunciato da un inviato speciale giornalista, che anche un italiano figura nella lista delle persone presenti sul luogo del disastro.
La signora Fernanda ricorda esattamente l’affermazione di Margherita, per accertarsi, digita il numero telefonico del marito, risponde la segreteria dell’operatore di rete che annuncia: «Momentaneamente il cliente da lei chiamato potrebbe avere il cellulare spento vi segnaleremo con un messaggio quando sarà disponibile». La signora Ferlandi, si sta preoccupando, ma pazientemente rimane in attesa. Trascorre qualche minuto e sopraggiunge il messaggio che annuncia la disponibilità del cellulare del marito. Lei richiama, ma il telefonino di Ercole è libero, nessuno risponde.
Fiorenza interpella:
«Mamma sei preoccupata per papà?»
«E’ che, non è da lui non rispondere!»
«Papà, ha sicuramente, perduto il cellulare. Presto ti chiama. Lo farà vedrai, piuttosto speriamo che dopo tale incidente le centrali nucleari saranno smantellate. Hai visto quanto danno ci hanno provocato i rifiuti nucleari gli anni ati?»
Fernanda commenta:
«A quegli uomini responsabili di tali atti, li dovrebbero chiudere a vita per meditare il male che causano ai loro simili!»
Chiuso l’argomento, l’indomani ogni uno della famiglia Ferlandi si reca alle proprie mansioni e abitudini.
Maria Lucia telefona a Silvano e dichiara:
«Hai visto che tuo padre nella centrale del disastro?»
«Io no, a farlo è stata Margherita; non abbiamo creduto fosse lui!
«Per me non è stato un suo sosia e d’altra parte tu ed io sappiamo che può essere stato presente!
«Ti prego Lucia non parlarmi ancora del mio papà e comunque, ci vediamo da me nel pomeriggio e, ti aspetto!
«So puntuale come sempre. Stai tranquillo! Ti bacio!»
La signora Ferlandi, quel giorno torna prima dal lavoro perché i colleghi la informano che un uomo somigliante a suo marito è stato ripreso dalle telecamere di sicurezza mentre l’uomo fugge in direzione del cancello esterno della centrale. La maggiore angoscia la percepisce quando Ercole non risponde al telefono e neanche l’ha richiamata, presa dallo sconforto si dirige verso casa. I suoi pensieri sono moltissimi, chissà perché il suo uomo si è recato in quella centrale? A Fernanda Ercole, ha sempre dichiarato la sua verità e lei ha completa fiducia in lui. Le ha confidato di odiare il nucleare e non vede di buon occhio chi approva l’uso di energia tanto pericolosa.
La forte fiducia e ammirazione amorosa verso il suo consorte la induce a non credere che le ha mentito e non rivelato la sua vera attività.
Fernanda è considerata una signora che ama vivere nella sua superiorità al di sopra degli altri e dimostrare quanto fosse acidula. Alcune lacrime scendono dai suoi occhi e il trucco le solcano le guance senza accorgersi che alcune vanno fra le labbra e non percepisce l’amaro dell’impasto colorato posto sul viso spalmato con la solita spatola per nascondere quelle minuscole rughe che si sono formate nel tempo. Fernanda è eccessivamente stravolta e nervosa.
La signora Ferlandi come d’abitudine, prima di giungere all’ingresso della sua villa, con un gesto non usuale, senza capire perché, schiaccia il pulsante del radiocomando e con l’automobile, entra nel giardino, senza accorgersi che il suo
buon mastino napoletano le sta andando incontro, lo colpisce in un fianco col paraurti plasticato della sua autovettura, senza causare, per fortuna, ferite gravissime all’affettuoso animale.
I giovani ragazzi rimangono in casa e aspettano notizie del genitore, rivedono le solite immagini trasmesse da tutti i notiziari che ogni minuto diffonde notizie aggiornate.
Fernanda entra nel salone, i ragazzi corrono verso di lei per abbracciarla piangendo a cagione della sorte toccata al loro papà soccorso, ma ridotto in condizioni di non essere né riconoscibile o curabile.
Squilla il telefono. E’ una voce cupa che a sentirla, già stimola commozione infinita.
«Vorrei parlare con la signora Ferlandi, per favore!»
«Sono io, mi dica!»
«Sono il sottotenente Di Bartolo Giuseppino, mi trovo davanti la villa, gentilmente potreste aprirmi?» Prosegue: «Avrei bisogno di parlare con le, se mi permette!»
La signora risponde:
«Mando qualcuno a riceverla!»
Fernanda invia la collaboratrice domestica che conduce il tenente nel salone.
«Sono dispiaciuto per la sciagura abbattutasi sulla vostra famiglia!» Con attimi di suspense aggiunge: «E’ toccato a me giungere per farvi le mie più sentite condoglianze, ma la prassi vuole che dovete riconoscere la salma!»
La signora, tra i singhiozzi più forti a causa della notizia sicura che conferma l’ufficiale, risponde:
«Ditemi cosa posso fare se, è in mio potere, lo faccio!»
«La ringrazio. Lei è molto gentile ma non si disturbi!»
«C’è’ una vettura per lei, per accompagnarla all’obitorio a riconoscere il corpo di suo marito e se lo desidera, dargli l’ultimo saluto!»
Silvano in assoluto vuole, accompagnare la mamma. Raccomandano alle ragazze di aspettarli in casa dove c’è anche l’ospite preferita del giovane, Maria Lucia, anche lei dispiaciuta aspetta per fare compagnia alle ragazze e darle il suo conforto.
Madre e figlio in poco tempo, giungono per rivedere il corpo del misero disgraziato Signor Ferlandi chiuso in un raccoglitore sigillato. Attraverso un
vetro, si può osservare il viso quasi irriconoscibile e pieno di ematomi e vesciche.
Finito di firmare i documenti di conferma, il militare dichiara che non appena possibile, le consegnano il corpo del marito e padre, ermeticamente sigillato nel sarcofago, affinché la famiglia può ordinare la celebrazione di una messa e aggiungere gli ultimi saluti funebri.
Rientrati in casa stanno assorti nel dolore e sconcerto, poi la vedova Ferlandi ha un dubbio.
«Tu Silvano, in questi ultimi periodi ha mostrato molta freddezza verso tuo padre, vuoi dirmi il perché?»
«Guarda che ti sbagli hai capito male!»
«Non desidero essere buggerata specialmente adesso, parla!»
«Maria Lucia ed io, per un puro caso, abbiamo ascoltato una conversazione. Le parole pronunciate da papà e il suo collega sono state palesi per farci intendere bene l’attività svolta da papà, che io non ho approvato!»
Valorizza Maria Lucia:
«E’ vero, signora. Hanno parlato che sono stati loro la causa del disastro
ambientale avvenuto nel complesso in cui avete abitato, ci sono apparsi compiaciuti moltissimo perché non li hanno scoperti!»
«Che cosa sapete d’altro?»
Aggiunge Silvano:
«Hanno parlato di un importante affare che gli avrebbe fruttato parecchio se si fossero liberati di alcuni materiali pericolosi e contagianti!
«Vostro padre mi ha ingannato troppo e anche voi lo avete fatto, come ha potuto nascondermi ciò!»
Interviene Fiorenza:
«Cara mamma quanto è accaduto dimostra cosa può realizzare il potere dei troppi soldi. Noi abbiamo vissuto nel lusso grazie ad essi!»
«Se tuo padre non mi ha mai detto la verità, altrimenti lo avrei fatto desistere!»
«Tu mamma ti sei sentita la signora più importane del residence e questo grazie ai soldini rubati dalla salute dei poveri sventurati ammalatisi!»
Controbatte Silvano:
«Papà ci ha fatto nascere in una casa costruita su rifiuti industriali solo per dimostrare la sua estraneità e sviare i sospetti su di lui. In questo modo gli investigatori, non lo hanno indagato valutando che, non avrebbe comprato la casa costruita e tanto pericolosa e viverci con la famiglia!»
Maria Lucia è presente alla conversazione e desidera rendere comprensibile il suo modesto pensiero.
«In questo momento bisogna che vi calmiate e pensare al futuro, in primis organizzare i funerali e in successione, fare per voi, quel che vi necessita!»
«Sei bravissima Maria Lucia, sono lieta che tu e Silvano stiate bene insieme e lo ami. Ricordatevi che la sincerità è importantissima per condurre un’esistenza viva, contenta e piena d’amore!»
«La ringrazio signora. Spero che insieme staremo tanto bene se, Silvano vuole!»
Fernanda dal lavoro chiede il congedo. E’ difficile per lei rimanere in casa a oziare cosicché, dopo una settimana rientra in servizio, poi attende che le svincolano la salma per organizzare il funerale del marito.
Gli accertamenti sul deceduto sono stati lunghissimi e da svolgere e con molta cautela, finalmente terminano.
Il decesso condiziona la famiglia ad iniziare un nuovo della loro vita.
In opposizione al nucleare nascono nuove e agguerrite manifestazioni. I figli dell’ex affarista titolare aderiscono a quell’rafforzato disaccordo. Le maggioranze politiche, nel frattempo, affermano che vogliono avviare la costruzione di quattro centrali nucleari innovative secondo i progetti, sono sicure al novantanove per-cento.
In pochi credono a quelle chiacchiere. Le associazioni indicono un referendum per dare voce al del popolo così raggiungono un’ampia maggioranza e il progetto nucleare è abolito definitivamente.
In altri Stati sono stati organizzate molte conferenze e i parlamentari si fanno carico di varare un progetto graduale per l’eliminazione del nucleare.
Nel frattempo il popolo detentore della centrale che non è stata danneggiata per errata costruzione eseguita con materiali non affidabili, ma da una calamità naturale verificatasi sul luogo. Il Governo sceglie di programmare un cospicuo risparmio energetico nel Paese per utilizzare fonti alternative senza penalizzare l’industria.
Sull’incidente accaduto sono state aperte delle inchieste, alcune iniziano già a diventare prolungate a sufficienza per causa di molteplici depistaggi, realizzati da alcuni complici responsabili implicati nei disonesti affari con le scorie dei reattori nucleari, dispiacendosi di avere perso degli affari assai fruttuosi. La lungaggine delle indagini, serve a coprire i responsabili dell’intero affare truffaldino.
In Italia ci sono stati accertamenti per scoprire il ruolo del signor Ferlandi e tutti i legami avuti con uomini di quel luogo.
Alcuni procuratori avvalorano talune idee di come in ato, sono scoperti per caso, alcuni depositi clandestini. Molti pedinamenti e intercettazioni sono svolti ed emerge che alcune ditte operanti in trasporti sanno produrre delle documentazioni pressoché originali quindi, corrispondenti ai trasporti dichiarati leciti.
Capitolo otto
Fiorenza e Tito trovano lavoro
Durante i molti difficili momenti della famiglia Ferlandi qualcun altro si preoccupa di offrire conforto, è Tito che si è offerto di stare vicino alla sua ragazza e ai familiari che accettano benissimo la sua presenza prolungata nella loro casa.
La Signora Fernanda nei suoi pensieri, si rammarica per avere, in ato, vietato a Fiorenza l’approccio con Tito e ciò la persuade a concedere, ufficialmente, alla coppietta di realizzare i loro sogni. In effetti, è quasi un fidanzamento ufficiale accettato bene, anche dai genitori di Tito che, mai hanno creato impedimenti a frequentarsi.
La triste situazione rende la famiglia delusa, facilmente però si abituano al nuovo vivere con più superficialità.
I giovani fidanzati sono prossimi alla laurea e fra breve devono cercare un lavoro per poi sposarsi.
Il modo difficile di vivere della famiglia si prolunga. La signora Fernanda deve adeguare il suo stile di vita in base alle sue sole entrate. Comincia col licenziare la domestica affermando ai ragazzi che la loro età di adulti gli permette di dedicarsi ai lavori domestici, così proseguire quel suo ridimensionamento rimanendo privi di giardiniere. Il suo lavoro è svolto da ogni membro della famiglia, diviso in pari eque.
Sembra che in villa non è mutato nulla, la diversità reale è il conto in banca che diminuisce sempre di più.
Fiorenza accorgendosi di ciò manifesta il desiderio di lavorare e domanda alla mamma di cercare se nella ditta di cui è dirigente, si libera un posto lavorativo, subito riceve la risposta dalla genitrice.
«Sai Fiorenza, tu pensa a laurearti. Troveremo, più in là, qualcosa che ti si adatta!»
«Mamma, voglio lavorare presto e intanto studiare!»
«Ancora non vi è nulla di adatto a te. Si sta mettendo in pensione la segretaria del reparto organizzativo, cerco di farti assumere al posto suo e man mano fai carriera!
«Sai benissimo che in casa abbiamo bisogno di un altro stipendio e così aggiungo il mio a contributo!
«Cara! Tra poco ti sposi com’è giusto e il tuo stipendio non diventa insufficiente anche per te!»
«Aspetto qualche altro anno finché non raggiungiamo l’equilibrio, poi vedo!»
«Adesso parli così. In seguito e prestissimo sei costretta cambiare idea!
«Mamma! Perché non aiuti anche il mio fidanzato?»
«Credi forse che non abbia pensato a lui al fine di farlo occupare in modo che, in breve tempo vi potrete unire in matrimonio e con due stipendi, continuare il vostro vivere per avere anche dei bambini?»
«Come ti affretti. Da come parli, sembra che conosci il futuro e domani, sei nonna!»
Cara Fiorenza, gli anni volano e neanche ti accorgi di crescere e diventare vecchia!»
«Va bene. Forse ciò che dici, è vero!»
«Hai già idea del lavoro che può svolgere Tito?»
«Certo. Ho solo bisogno di tempo per accertarmi della disponibilità!»
«Posso parlane col mio ragazzo?»
«Domandagli soltanto se, è disposto a occuparsi come magazziniere!»
Fiorenza si approssima alla sua mamma e le stampa un grosso bacio sulla guancia e aggiunge:
«Grazie mamma, sei tanto cara!»
Fiorenza impaziente prende il telefonino per chiamare Tito e annunciargli che ha qualcosa abbastanza importante da chiedergli. Il giovane incuriosito diviene ansioso fino a quando raggiunge la morosa che, avviene presto.
I fidanzati s’incontrano e si salutano con un bacio, lui irrequieto e curiosissimo domanda:
«Che cosa hai da dirmi di così importante?»
«Più volte mi hai detto che vuoi lavorare mentre studi per mantenerti all’università, è vero?
«Questa non è affatto una novità soltanto che fino ad oggi non ho trovato nulla!»
«Ho qualcosa per te. Forse ti piacerà!»
«Non mi dire che sei riuscita dove in tanti mesi, io non ho potuto!
«Non sai quanto potere abbiamo noi donne?»
«Non oso mettere in dubbio la vostra capacità creativa e questa volta cosa hai creato per me?»
«E’ semplicemente detto, si è liberato un impiego come custode di magazzino nella ditta che dirige la mamma!»
Tito si volta verso la sua ragazza. In lui traspare la gioia espressiva per l’insperato traguardo raggiunto con rapidità sbotta:
«Fantastico!»
Prosegue: «Mi piace sicuramente e, quando inizio?»
«Aspetta qualche giorno, ce lo dirà mamma, quando!»
«Bene! Così ci potremo sposare presto!»
Come corri. Non sai ancora l’altra novità!»
«Troppe nuove notizie, anche s e belle, mi provocano infarto. Stai attenta!»
«Meglio così mi cadrai tra le braccia e dovrò occuparmi volentieri di te!
«Non lo stai facendo abbastanza?»
«Già, ma adesso non mi lasci un attimo di respiro!»
«Questo è nulla. Ho il lavoro provvisorio di segretaria con possibilità di carriera!»
Tito stringe tra le braccia Fiorenza e sollevandola dal pavimento le provoca un urlo di gioia e felicità.
«Vacci piano Tito, ho promesso alla mamma che, non ci sposiamo prima di riuscire, col mio modesto stipendio, a pareggiare il bilancio familiare!»
«Significa che ci sposiamo un anno dopo e questo non mi crea alcun problema. Sono in accordo con te!»
Anche in questo periodo spensierato e luminoso nella coppia, c’è la condivisione in un futuro molto prossimo.
In quegli ultimi anni il tempo non si ferma e neanche l’inchiesta sulla mansione che ha svolto il defunto Ercole. Si scopre chi è stato il super manager a coordinare la ditta designata per lo smaltimento di contaminanti e inquinanti. i poliziotti, vogliono chiudere il cerchio intorno a chi ha lavorato in quel settore a rischio generale.
E’ interrogata la famiglia Ferlandi e ogni uno di loro, dichiara di non essere a conoscenza di fatti; solamente la piccola Margherita, ormai cresciuta, dichiara che tutti loro conoscevano qualche particolare e sono Silvano e Maria Lucia.
I poliziotti in possesso di un mandato domandano alla signora il permesso di entrare nell’ufficio di suo marito per accertare l’esistenza di qualche indizio.
Gli agenti impacchettano e portarono via tutto ciò che è stato usato dall’ex professionista, un cellulare di riserva e il pc. Il computer gli consente di scoprire i segreti del lavoro svolto dal defunto.
E’ il momento d’interrogare Silvano che deve rivelare l’esistenza d’informazioni chiede agli inquirenti di lasciare fuori dall’inchiesta Maria Lucia, ma gli è rifiutato perché si tratta un testimone chiave.
Per il magistrato è importantissima la testimonianza di Maria Lucia. Lei è convocata e deve parlare di come ha riconosciuto l’uomo in compagnia del broker somigliante al politico…
Le indagini proseguono per cercare ulteriori indizi da aggiungere a quelli già trovati, per il momento e per altri anni a seguire non si eseguono arresti.
Tito comincia il suo primo giorno di lavoro come aiuto magazziniere. Sostituisce l’anziano gestore del magazzino.
Fiorenza è affiancata alla segretaria già pensionata. Lei stessa insegna alla ragazza ad acquisire il nuovo mestiere.
In famiglia festeggiano i primi stipendi e ogni elemento ha un regalo, ma per sentirsi ancora più felici organizzano di trascorrere una serata presso un ristorante in collina. In esso, sono serviti prodotti tipici prelibati.
I giovani vogliono concludere la serata con l’entrata in discoteca fino il mattino.
La discoteca non è adatta per la Signora Fernanda, poi volentieri si concede alle danze e si sposta presso la pista. Percepisce spensieratezza e serenità lasciando la tristezza nel ato, esattamente davanti alla porta d’ingresso del locale. Spera che prestissimo l’angoscia si stanca dell’attesa e si dilegua per sempre dalla sua mente.
Fernanda ha perso la fiducia negli uomini perché è stata tradita dalla sua metà con la quale ha vissuto parecchi anni senza avere il minimo dubbio della sua onestà e sincerità. La scoperta del contrario l’ha lasciata diffidente verso il prossimo e non ha dato agio ad altri uomini di avere la sua amicizia. Ritiene che nessuno la merita.
Fernanda spesso medita. Percorrendo il suo ato si accorge che anche lei è stata una donna egoista quando ha guardato le persone dall’alto in basso. Ormai
si è abituata all’idea che per essere felici, bisogna costruire l’esistenza in compagnia di persone facoltose e gli altri devono essere trattati come pezze da piedi pronte per essere calpestate a piacimento da una casta superiore e sottostare a qualsiasi abuso psicologico e morale. Non considerando che il ricco c’è perché esiste il povero, come esiste il dirigente perché c’è l’operaio che lavora e ci sono i morti di fame.
C’è voluta quell’esperienza per comprendere veramente che siamo un microscopico puntino nella società. Anche lei può essere ignorata da particelle più grandi e quindi, confessa che ha sbagliato a promettersi di divenire ancora più umile e riverire anche, ogni barbone incocciato lungo la sua strada.
Fernanda è dimagrita per il dispiacere e appare ancora molto giovane e snella, ha i capelli lunghi e neri, viso ovale occhi castani. Non sembra affatto una provata signora cha ha partorito dei figli. Nonostante tutto cura molto il suo look.
L’indomani nasce un giorno di trasparenza caratteriale e Fernanda inizia a rispettare gl’impegni fatti a se stessa non ignorando le attenzioni di un altro signore vedovo, forse innamorato di lei poiché le comprova molta simpatia e sta presente in differenti luoghi sperando che lei si accorge di lui e corrisponda allo scambio di dialogo. Fernanda lo ha notato, ma pur simpatizzando non vuole instaurare alcuna amicizia. In cuor suo desidera l’approccio di quel signore che per lei, è simpatico e carino. E’ indecisa se alla prima occasione cede con lui per scoprire quale pipo di uomo ha adocchiato e se può fidarsi per trascorrere con lui qualche ora in compagnia.
Un giorno un uomo spedisce un mazzo di rose rosse in ufficio a Fernanda, nel bigliettino che accompagna i fiori, c’è scritto:
Voglio che queste rose,
sono l’inizio a una sincera amicizia.
Romolo
Fernanda immagina di chi si tratta, ma non ne è certa. Le basta a tenere occupati i suoi pensieri che le suscitano una piacevole e dolce curiosità.
Trascorre, all’incirca una settimana. Presso la segreteria del direttore si presenta un fattorino, reca un mazzolino di fiori di campo variopinto e profumatissimo. Un bigliettino accompagna i fiori. La segretaria, data la confidenza con la direttrice, si permette di affermare:
«Direttore è proprio innamorato di lei quel signore!» Fernanda, preso il mazzetto, ne stacca il bigliettino che l’accompagnatore e legge:
Questi fiori indicano il colore dell’arcobaleno.
Questo è’ ciò che vedono le persone innamorate.
Il loro profumo fa dimenticare il ato e,
fa nascere l’amore!»
Romolo
La direttrice è contenta di averli ricevuti e cercando di scacciare il loro pensiero, inizia a lavorare, ma ogni tanto quel profumo la distoglie. La sua immaginazione svolazza verso la distensione. Qualche ora più tardi, sopraggiunge in ufficio, un gentiluomo elegantemente vestito e alquanto signorile, chiede di essere ricevuto dal direttore Fernanda. La segretaria va dalla direttrice e annuncia:
«C’è di là un signore che ha detto di chiamarsi Romolo non è il mandante dei fiori?»
E già sicuramente si tratta di lui o, almeno il nome è corrispondente, dopo una brevissima attesa, Fernanda lo fa accompagnare dalla sua segretaria e non appena lo vede rimane sbalordita e sorpresa, ma accetta la sua presenza. Lascia che un sorrisetto malizioso sotto la pelle delle sue guance trasparisca e nello stesso tempo, non farsi scoprire per il suo compiacimento.
«Si accomodi. La prego!»
«Sa, mi scusi se sono qui a importunarla signora ma vede so tutto di lei e vorrei solamente esprimerle la mia ammirazione!»
A Fernanda piacevano i complimenti, è attraversata da curiosità e domanda:
«Mi dica quale vento, l’ha trasportata nel mio ufficio?»
«Vento di primavera, mia cara!»
«E’ amante della natura, lei?»
«Si! E vorrei la sua amicizia!»
«Per quale motivo; mi scusi!»
«Lei mi piace come è; donna rigida e forte!»
«Allora?»
«Mi promette che viene a cena con me?»
«Non ci penso neanche!»
«Proprio non le piaccio?» E, ribadisce:
«Non le sono simpatico?»
«Fernanda si scioglie e con un sorriso dolce e naturale afferma!»
«Che cosa dice, mi è simpatico solo che sono carica di pensieri!»
«Li lasci stare mi dia retta e accetti il mio invito!»
«Lo sa che lei ha avuto un bel coraggio a presentarsi a me?» Prosegue: «Non ha temuto di non essere ricevuto?»
L’uomo con un sorriso accompagnato dalla lucentezza dei suoi occhi verdi e vispi, risponde:
«Cara Fernanda… quando un uomo ama…!»
«Lo sa che sta andando esageratamente veloce!»
«Che cosa dici è troppo che attendo questo momento credi che sto correndo troppo, semmai sono stato lento!»
Fernanda, considerava nel suo pensiero.
«Quanta sfrontatezza ha quest’uomo, adesso lo butto fuori!»
«Non pensare che mi mandi via anzi, sono io ad andare adesso!»
«E’ solamente un impertinente!»
«Allora stasera verrai a cena con me?»
«Forse…!»
«Già questo è un inizio!»
«Non si faccia alcuna illusione, non ho bisogno della compagnia di uno sconosciuto!»
«Se sono qui, non mi valuto un essere ignoto ma, un uomo innamorato!»
«Si rende conto di quante sciocchezze sta dicendo?»
«Che cosa crede, la nostra sarà solamente una cena per conoscerci meglio!»
«E’ proprio questo che non voglio!»
«Vorrà dire che parleremo soltanto di lavoro!»
«Con lei, ma non mi faccia ridere!»
«Rida pure!»
Fernanda sorpresa e quasi irritata, lo guarda. Subito il suo sguardo diventa incontrollabile e divenne dolce.
«Non sarebbe ottimo se mi daresti del tu. Il mio nome è Romolo!»
«Il suo nome, lo so benissimo Signor Romolo, l’ho letto sui bigliettini che accompagnano i fiori!»
«Ti sono piaciuti?»
«Sono bellissimi!»
«Le ripeto, mai accetterò!»
«Vorrà dire che per parlare di lavoro verrò in ufficio e per noi non ci sarà per
l’amore, in questo mondo!»
In quel momento Fernanda prova della tenerezza verso Romolo, però non vuole cedere.
«Non capisco di quale lavoro dobbiamo parlare!»
«Stai tranquilla. Possiamo discutere, tra qualche giorno, quando torno, prima però devo tranquillizzare il desiderio d’amore che nutro per una certa direttrice!»
«Che significano queste parole?»
In effetti, Fernanda assimila bene ciò che lui desidera: «Adesso ti saluto e in ogni caso, questa sera alle ore nove mi trovi nel ristorante. “La bella Tramontana” che si trova presso il lungomare!» Romolo prosegue: «Mi siedo accanto a un tavolo rotondo coperto da una tovaglia bianca. Una rossa candela nel centro del tavolo, risplenderà per creare l’atmosfera, intanto ordino una bottiglia di champagne per brindare alla mia solitudine e immagino un creatura celeste dalle ali dorate che prestissimo mi giunge, si siede accanto a me, contenta di cenare in mia compagnia.
Il dialogo commuove la direttrice e la lascia priva delle parole capaci di trattenere Romolo.
L’uomo tende la sua calda mano e stringe quella della dirigente, poi immediatamente si gira di spalle e scompare come un sogno svanito nel nulla.
La scena rimane impressa nella mente della direttrice, al tal punto che Fernanda, non riesce toglierla finché, quasi determina che davvero desidera recarsi in quel ristorante per sostituirsi all’angelo immaginario che il Signor Romolo ha costruito per consolarsi.
Nella mente di Fernanda ci sono ancora le domande: “Ci vado? Non ci vado?”
Fernanda alle ore nove in punto, entra nel locale e con il suo sguardo raffinato, cerca chi ha molto perseverato per ricevere la sua compagnia. Vede l’uomo al centro della sala, circondato da alcuni tavoli vuoti che nella solitudine, sta osservando la bottiglia conservata nel ghiaccio e pronta per essere stappata. Con o felpato Fernanda si avvia, il cameriere la scorta e, poi allontanare la sedia dal tavolo e creare lo spazio per sedersi.
Romolo e quasi incredulo, si alza per riceverla e rimane stupito a guardarla. Ai suoi occhi, compare stupendissima: porta sul capo un’acconciatura quasi perfetta: le sue labbra mostrano il loro colore quasi naturale, colorate al punto giusto da un rossetto quasi incolore. Un mascara evidenzia i suoi occhi luccicanti e appagati: indossa un vestito avana con un foulard viola leggero ricamato e accompagnato da una borsetta e un paio di scarpe delicate dello stesso viola delicato.
Ben presto si riprende dicendo:
«Ecco colei che mi da letizia e colma il vuoto della mia anima e compiaciuto, a lei, do il ben venuto!»
Romolo, alla vecchia maniera, delicatamente prende la mano di Fernanda e la bacia, poi si siede senza aggiungere altre parole.
Inizia il dialogo dei due uccellini che si preparano per la cena che è consumata tra dolci e piacevoli intendersi resi interessanti e utopisti con la complicità di quella situazione sublime che Romolo ha cercato di configurare per la dolce Fernanda: Al termine della cena, alzano i calici, incrociano le loro braccia per elevare i bicchieri in nome della nuova amicizia, un desiderio realizzato da Romolo e forse anche da Fernanda, infondo sono insieme secondo la loro libera scelta scoprendo di stare bene in compagnia.
La coppia rinvia ad altra data, il momento per parlare di lavoro.
La nuova coppia fila d’amore e d’accordo e fanno degli affari insieme perché lui ancora esercita la professione del suo ex marito, ma con la differenza che Romolo tratta dei piccoli affari puliti rispettando le leggi e il prossimo.
Tito e Fiorenza stabiliscono che, non appena laureati, data ormai vicinissima, convogliano a nozze.
Silvano e Maria Lucia non hanno alcuna intenzione di aspettare che si laureano e ormai considerano di unirsi in matrimonio, propongono di celebrarlo nello stesso giorno con Tito e Fiorenza, però Maria Lucia deve parlare con i genitori e avere la loro approvazione.
Capitolo nove
Fiorenza e Ciro, decidono di sposarsi.
Presso la villa Ferlandi, la vita procede quasi spensierata rimane solamente il ricordo del ato e i ragazzi sentono nostalgia del loro papà che non è più presente, qualunque cosa abbia fatto, è rimasto, per sempre, il loro padre.
Maria Lucia, accenna ai sua genitori l’idea di accasarsi, ma non è una decisione assolutamente obbligatorio farlo presto. Si riuniscono per la cena Lucia, mamma, papà e il fratellino di dodici anni.
«Adesso che siamo presenti tutti, desidero sappiate che, non sono propensa a frequentare l’università, neanche lo è Silvano, perciò desidero che mi elargite la vostra benevola approvazione per cercarmi un lavoro!»
«Lo sai mia cara Maria che il tuo papà ti vuole bene e per questo motivo desidera che ti laurei!»
«Sicuro che lo farò ma in seguito e nel frattempo, inizio il lavoro!»
«La tua mamma è pienamente d’accordo su quel che dice tuo papà!
Consiglia il piccolo Giocondo che, forse…, non sa quel che dice né di quale
argomento si tratta.
«Non starli a sentire fai quel che vuoi!»
E’ pronta la dichiarazione del suo papà.
«Cara figliola, sai benissimo che nemmeno un laureato trova un lavoro garantito al giorno d’oggi, figuriamoci una persona diplomata!»
«Tito e Fiorenza, l’hanno trovato e anche stabile e con possibilità di carriera!»
«Lucia sai d chi è il merito, della madre di Fiorenza, io non sono una direttrice come lei e non posso aiutarti!»
«Non per deluderti cara, ma per non crearti illusioni tua madre ed io vogliamo di aiutarti a trovarlo!»
Si odono le parole del fratellino Giocondo.
«Maria Lucia lascia stare loro, cercatelo da sola il lavoro sai bene che se vuoi, riesci e lo trovi!»
«Significa che non mi lascerete libera di scegliere come impostare il mio
futuro?»
Risponde suo padre:
«No cara! Sappi che noi saremo felici per qualsiasi cosa decidi insieme al tuo ragazzo, però esamina un momento e quando determini, facci sapere!»
Maria Lucia non commenta, intende che i suoi hanno ragione, stabilisce di parlarne con il suo ragazzo e valutare attentamente.
«Sai Silvano, i miei genitori approvano qualsiasi nostra decisione che presa!»
«Ho pensato un poco! Credo che facciamo molto bene ad aspettare; una buona preparazione ci favorisce di più!»
«Papà e mamma ci sostengono, anche loro consigliano di aspettare ancora e intanto, completare gli studi.
«Mia madre e mia sorella dicono la medesima cosa!» Termina Maria Lucia.
«Buttiamoci a capo fitto a specializzarci e nel frattempo, possiamo cercare un impiego e fare pratica per imparare il mestiere gratificante!»
«Parliamo con nostra mamma, se è propensa e ci vuole aiutare col lavoro, conosce tante persone!»
«Silvano hai ragione qualche giorno chiediamo se a tua madre è facile. Adesso pensiamo quale profilo lavorativo preferiamo!»
Quei ragazzi studiano a sufficienza già da molti anni, si sono stancati di stare continuamente con gli occhi puntati sui libri, certamente non accumulano esperienza lavorativa pratica a seguitare ad aggiornarsi con i libri fino alle ultime ore della loro vita umana. Vogliono intraprendere subito una carriera di lavoro.
Fernanda stabilisce che è sopraggiunto il momento per rivelare della sua nuova amicizia, e riunita la famiglia, poi principia a parlare:
«Ragazzi miei, ciò che vi devo divulgare è d’importanza vitale, desidero la vostra accettazione!»
Ogni uno di loro tace e attende in silenzio, appare nei loro visi l’inizio di una curiosità.
Fiorenza parla per prima.
«Dicci mamma. Ti ascoltiamo!»
«Da qualche tempo ho conosciuto un signore col quale condivido molte cose
della mia vita, quindi desidero che lo conosciate!»
Risponde Silvano:
«Tutto qui?» Seguita: «Mi sono preoccupato che puoi dirci cose gravi!»
Margherita abbraccia la sua mamma e Grida:
«Mamma come sono contenta!»
Fiorenza pronuncia il suo parere.
«Tu sai che siamo felici della scelta di fare rinascere la tua esistenza! Finalmente ti sei svegliata, brava!»
Fernanda dichiara:
«Ho pensato d’invitarlo a cena da noi, siete d’accordo? E’ Silvano a proporre e in accordo unanime, si delibera il consenso.
«Siete d’accordo tutti se, fissiamo la cena per il sabato sera?»
Occorre, una settimana di preparativi affinché la serata riesca. Quel sabato di buon’ora i ragazzi si posizionano in cucina a preparare le ricette che conoscono. Ogni facente parte della famiglia, principia e assolve il proprio compito dimostrando la propria bravura di chef.
Di pomeriggio il sole scende lentamente lasciando che il colore del tramonto illumini i fiori e le foglie dei cespugli che, luccicano come se sono contenti di vedere intorno a se, quell’armonia di una volta e soddisfare la loro curiosità per scoprire chi e stato l’artefice di tale miracolo.
Due tavoli sono avvicinati nel giardino, luogo in cui si svolge la cena. L’addobbo del tavolo è preparato con una tovaglia bianchissima e, al centro del tavolo è posta una tovaglietta di colore verdino, su essa e steso un centrino rosso ricamato all’uncinetto e sopra, poggia un candelabro con due candele, una verde e una rossa. Nel piatto fondo sono stampati degli spaghetti e nel piatto piano: un pollo o una bistecca con insalata verde e patatine.
Il sole sparisce e l’atmosfera cambiata, le luci soffuse si accendono e, la luna inizia ad apparire con chiarore tenue.
Uno squillo di cellulare rompe il silenzio e la signora Fernanda, invece che rispondere, apre immediatamente il cancello per lasciare entrare l’automobile di Romolo.
I ragazzi incuriositi stanno nella penombra del salone dietro la tenda per vedere in anteprima l’uomo che ha il merito di avere saputo invogliare la loro mamma ad aprire la porta del cuore.
L’auto posteggia nel parcheggio, interno al giardino e Fernanda muove i primi i in direzione dell’uomo, non appena giunge, si prendono le mani e si ode schioccare un bacio immaginario, nella silenziosità della casa.
Nel salone si accendono le luci. La coppia entra e si trova di fronte i tre giovani, che stupiti, osservano chi e in stato in grado di risvegliare la madre e farle acquistare la voglia di rifarsi un’esistenza nuova.
Di Romolo, ammirano molto la sua signorilità: Indossa un cappello elegante di paglia con una fascetta scura, un vestito di lino e sotto una camicia stravagante non troppo colorata, nel taschino della giacca compari un fazzolettino di cotone colorato a concerto del foulard verde con strisce nere che porta al collo e un paio di scarpe nere che stanno accoppiate al cappello e il fazzoletto.
Avvengono le presentazioni e il gruppo s’indirizza per occupare il posto nella tavola imbandita con la presenza di bibite fresche e vino.
I ragazzi restano imbambolati ammirando la scena, gli sembra di essere in un cast cinematografico mentre si gira la scena di un film degli anni quaranta, ciò gli suscita emozione.
Prima si muove Margherita che torna immediatamente e trasporta uno stracolmo piatto di portata con spaghetti ai funghi porcini.
Durante la prima parte della sfarzosissima cena non c’è conversazione abbastanza continua e si usano i preamboli di conoscenza. Giunto il momento della seconda parte, Fiorenza raccoglie i piatti e dopo poco riappare con delle portate ricche di spiedini, cotolette, carne arrostita, delle salsicce e due polli allo
spiedo cotti alla brace.
Nel consumare il secondo piatto già i presenti hanno familiarizzato bene e l’uomo dichiara di avere intenzioni serie e sposare Fernanda. Della sua decisione non lo ha detto nemmeno a lei, ma evidentemente gli piace ciò che circonda la sua innamorata.
Alla cena segue della frutta, il gelato e un ricco brindisi in augurio del futuro roseo che attende alla coppia.
Uno per volta, i ragazzi chiedono scusa all’invitato e si dileguano proprio per lasciare soli i piccioncini a parlarsi e promettersi un futuro nuovo, ricco d’amore e altre dolci momenti.
I ragazzi osservano curiosi la loro mamma che, alzatasi dalla sedia inizia a eggiare insieme al nuovo compagno sotto il chiarore lunare e senza commenti, ma si parlano solo con gli occhi dolci. I ragazzi seguitano ad ammirare la serena coppia che nell’oscurità, illuminata dai molti raggi lunari a massima luminosità, appaiono come un unico essere che si sussurra amore eterno sotto le stelle come nella scena di un film assai romantico.
I ragazzi sono, molto discreti e si ritirano presso le loro stanze lasciando i due innamorati affinché gioiscono di quel momento magico.
In un altro momento benevolo Silvano domanda alla madre se si può interessare a cercare lavoro a lui e la sua ragazza come ha fatto con la sorella.
Naturalmente presso un’azienda disuguale dalla sua, ma subito riceve una risposta.
«Tu sai che ho tante possibilità, devo lavoraci. Quando è il momento, lo faccio!»
«Sai quanto ti siamo grati per il tuo aiuto!»
«I genitori di Maria Lucia non hanno le tue numerose amicizie. Sono felici se possono vedere la figlia che svolge un lavoro serio e non precario! »
«Dimmi Silvano, quando ci fai conoscere i tuoi suoceri e tuo cognato?
«Prestissimo mamma!» E aggiunge: «Molto presto, loro vogliono e lo facciamo quanto prima!»
Silvano, dopo avere parlato con Maria Lucia, sceglie di presentare i suoi genitori alla sua famiglia e quindi per una domenica, comunicano l’invito a pranzo per realizzare le conoscenze. Entrambi i familiari si conoscono e subito simpatizzano perché Fernanda riesce a convincersi di ciò che è importante nella vita. Gli uomini sono da rispettare, ammirarli e se meritano averli buoni amici.
Romolo porta Fernanda a conoscere i propri figli, sui quali, lei non trova da commentare e li reputa persone serie e affidabili, tanto che in quell’occasione si parla di celebrare un fidanzamento tra i due maturi innamorati.
A Silvano e Maria Lucia, non resta altro che aspettare per incominciare a il nuovo lavoro, frattanto Fiorenza e Tito s’accingono ad acquistare una casa da pagare a rate col solito mutuo e incominciare ad arredarla con la forza economica posseduta, altrimenti bisogna aspettare perché gli stipendi sono miserabili e le spese esagerate e quindi, il mutuo per un appartamento modesto è pesante.
E’ stabilito il giorno per le nozze della coppia, per il sabato per permettere agli invitati a essere presenti.
Troppe sono l’emozioni per gli sposi, soprattutto per la bella Fiorenza che nella sua vita ne ha ate già tante. Il momento è giunto. È celebrata una cerimonia superba al cospetto di bella gente. Il ricevimento si svolge nel salone della villa di Fernanda. I due giovani sposi si recano al consueto viaggio di nozze.
Ormai gli sposini si sino staccati dalle proprie famiglie e la vita, per gli altri convocati, riprende come prima.
La meta preferita da Fiorenza è la Cittàdi di Verona, da visitare dalle vie a ogni piccolo vicolo. Trascorrono i loro dieci giorni ossigenando le loro menti e desiderando un roseo futuro.
Nella coppia, già, nasce il desiderio del primo figlio, intanto Fernanda, manifesta di organizzare una bella festa presso il ristorante, in cui ha cenato per la prima volta con il nuovo compagno, per annunciare ufficialmente il suo fidanzamento.
Sono invitati i membri delle famiglie senza distinzione si celebra una bellissima giornata terminata con la torta e le danze come si svolge nella solennità di un
matrimonio.
Maria Lucia e Silvano ottengono un lavoro presso delle differenti ditte conosciute da Romolo. I giovani laureati si apprestano a organizzarsi per celebrare le loro nozze.
Nei tiggì si apprende che la lunga indagine sui residui radioattivi è finita. Sono state arrestate cinquanta persone di cui venti politici appartenenti ai due Stati interessati. Durante l’inchiesta sono assicurate al giudizio della legge quattro ditte di trasporti e sessanta automezzi.
Durante le indagini complesse, si sono impiegati duecento poliziotti, tra i quali, alcuni infiltrati raccoglitori di prove importanti al fine di debellare quel male Internazionale.
Si scopre che il signor Ercole è stato il più importante tra i colpevoli e per quel motivo, la famiglia Ferlandi non è più ben vista nell’ambiente sociale e lavorativo.
Molte persone mostrano di non capire che il malavitoso è stato il fu mediatore genitore, la moglie con i figli sono estranei al misfatto compiuto ai danni della collettività.
Capitolo dieci
Silvano e Maria Lucia si sposano
Silvano e Maria Lucia si preparano per stilare la lista nozze e completano l’organizzazione del giorno in cui si devono sposare. Manca ancora meno di un mese alla data prefissata, ma purtroppo Fiorenza, manifesta alcuni malori accompagnati da svenimenti, sono troppi per pensare che sono causa di una gravidanza e quindi, si rivolge al medico per svolgere meticolose investigazioni e scoprire l’origine del male che l’ha colpita.
Finalmente si festeggia il matrimonio dei ragazzi in cui i presenti sono contenti di parteciparvi. A sera, Gli sposini sono impazienti di salire sull’aereo e li trasporta in località particolarmente belle, quasi magiche.
Gli sposi novelli desiderano salire sull’aereo spaziale per guardare il Pianeta Terra dall’alto, però i costi per un simile viaggio sono esorbitanti e decidono di perseguire un altro sogno; visitare la Città delle “Mille e una notte”. Parigi, frattanto Fiorenza seguita le sue ricerche e rimane in attesa di alcuni risultati di analisi già eseguite.
Visionati i bei paesaggi, monumenti e i parchi si, Silvano e Maria Lucia rientrano a casa per iniziare la loro nuova vita.
In segreto Ciro, riunisce la famiglia tranne Fiorenza che si trova in casa dalla mamma.
I parenti sono tutti presenti e Tito parla:
«Ragazzi!» Seguita «Vi devo comunicare che Fiorenza è molto ammalata!»
Maria Lucia immediatamente interpella:
«Quali sono i risultati delle analisi?»
Silvano aggiunse la sua richiesta.
«Ti prego, sii sincero!» Insiste. «Dichiaraci la verità, che cosa accade in lei e di che soffra?»
Tito, con tristezza e troppo dispiacere che gli si legge nell’espressione, specifica:
«I professori hanno constatato che in Fiorenza ci sono due problemi nati anni fa, durante l’infanzia!»
Immediatamente la mente si Silvano si schiarisce, poi replica:
«Significa che il pretesto sono le radiazioni assimilate dal corpo di Fiorenza
durante la sua infanzia e nel tempo, si rivelano dannose!
Tito poggia una mano sulla spalla del cognato e, con le lacrime negli occhi e il viso affaticato e frustrato, chiarisce:
«Caro Silvano, devi sapere che mia moglie, tua sorella, non conosce la autenticità, dovremo assumerci il compito amaro d’informarla dolcemente e poco doloroso affinché può apprendere con chiarezza il problema e rassegnarsi!»
Maria Lucia non capisce bene:
«Mi volete chiarire di cosa state parlando?»
Ciro, la delucida:
«Un tumore al cervelletto in stato avanzato e, un altro problema sta nel fegato che è annerito e tutto spappolato. Non è idoneo a funzionare!»
Aggiunge Maria Lucia e, Silvano comprende all'istante e accentua:
«Significa che Fiorenza ha poca vita?
Dichiara Silvano
«Si conosce la quantità di tempo che le resta da vivere?» Tito ragguaglia:
«Sono alcuni mesi e non si sa quanti sono, sicuramente pochissimi!»
Afferma Maria Lucia.
«Dovremo affrontare il dialogo e spiegare a Fiorenza!» Tito si fa carico di occuparsi del chiarimento:
«Sarò io a farlo!»
Silvano domanda:
«La mamma è a conoscenza di questo?»
E Tito risponde al cognato:
«Sicuro che lo sa. Lei, ha parlato con gli ospedalieri che hanno confermato che sono state le radiazioni contenute nei muri della vecchia casa!»
Silvano considera:
«Quanto odio quell’essere immondo che è stato nostro padre, ci ha generato per farsi un alibi e si è servito di noi!»
Consigliava Tito.
«Tranquillizzati Silvano, ormai non c’è più nulla da fare solamente fatti forte per accertare che nulla ti tange!»
La situazione e alquanto grave. La notizia ha cagionato infinito dolore e sgomento nella coppia, particolarmente in Tito. Silvano è ispirato da un’idea:
«Non diciamo l’intera verità a Fiorenza e le consigliamo riposo. Tu Tito vai in vacanza con lei e l’aiuti a distrarsi e divertire!»
«Hai ragione, sono io capace di lenire le sue sofferenze e lasciare a lei dei bellissimi ricordi?»
Maria Lucia comanda:
«Sei suo marito e hai l’obbligo di farlo, partite con un itinerario quasi senza meta e falla svagare!»
Così è deciso. E’ informata Margherita e Fernanda che sono d’accordo di aiutare
Fiorenza a distogliersi i pensieri.
Tito e Fiorenza partirono per il tempo di trenta giorni girando l’Italia nei posti più spettacolari e tanto belli da lasciare i visitatori stupefatti. Nel frattempo che la vacanza sta per finire, Tito suggerisce a Fiorenza:
«Mia cara desideri che andiamo a visitare il Santuario di Lourdes?
«Mi piacerebbe tanto specialmente se potessi ricevere la grazia di guarire!
Tito ha voglia di piangere, ma ormai lo ha fatto tante volte in silenzio bagnando spesso il cuscino e le lenzuola, gli resta quel tremolio dentro il corpo che lo tiene stare in tensione per tanta emozione verso lei.
Prega in silenzio parlando con “Il Supremo”, dicendo:
«Mi devi spiegare perché non sono stati diagnosticati in tempo quei problemi, nonostante i controlli periodici ai quali siamo stati sottoposti noi, abitanti di quel disgraziato residence?» Aggiunge: «Perché hai permesso che gli uomini inventassero tali centrali e ad altri di essere avidissimi di denaro e senza scrupoli?» Segue un silenzio poi Tito prosegue. «Bene!» E’ conclude: «Non vuoi rispondermi sai tu perché, almeno ascolta le nostre preghiere e salvala!»
Tito si sente un individuo distrutto. Entrambi si sono costruiti una vita di sogni e un’esistenza raggiante e piena di soddisfazioni insieme a bambini amabili. Che cosa gli rimane di quei buoni programmi e della promessa che si sono costruiti?
Si sono giurati eterno amore e sperando di giungere perlomeno vicini alla vecchiaia, nulla di ciò si è avverato perché gli è negato.
Nervosamente inquieto si chiede:
«Questo nostro destino; voglio conoscere, dové che sta scritto ciò? Pone un’altra richiesta all’avversa sorte. «Posso almeno conoscere la realtà?»
«Poiché l’anonima non risponde automaticamente per lui, esiste una risposta valida:
«Siamo soli nell’universo senza aiuto e non ci resta che pregare tutta la vita per salvarci ma da chi, da che cosa?»
Quante difficilissime domande e risposte Tito si pone, proprio perché si sente inerme. Ha voluto lottare contro il male potente che nessun uomo è riuscito sconfiggere con i medicinali.
La coppia sale in treno alla volta del Santuario e lungo il percorso Fiorenza dichiara di avere fede e di sentirsi sicura di essere miracolata. Tito abbraccia lei con tanto calore per confortarla e si auspica che anche lui considera che la medicina è garanzia, però i dilemmi gravi sono due, anche togliendone uno, l’altro rimane per eliminare la sua donna e la loro esistenza, l’unico a rimanere in eterno è il ricordo del loro amore. Per incoraggiare sua moglie asserisce che, anche lui è fiducioso, possiede tanta forza e moltissima fede nel comportamento “Divino”.
Trascorrono molte ore in treno infine, raggiungono la meta. Un pullman li trasporta nel Santuario dedicato alla Madonna.
S’inginocchiano per pregare la Signora Celeste affinché, il loro grido interiore di disperazione attiri l’attenzione della “Madre”. Loro, come speranzosi pellegrini, si accingono a bere l’acqua miracolosa e poi si rimettono a pregare.
A un certo punto Fiorenza inizia la sua preghiera a voce alta affinché Tito ode:
«Tu! Signora del Mondo terreno ascolta la mia supplica e aiuta chi rimane, in modo speciale il mio uomo che mi ama e lo fa per sempre!» Prosegue: «Ha l’animo buono e merita di rifarsi una vita serena affinché sia pago e può vivere sereno e sicuro perché, così è destinato!»
Tito si sbalordisce di quell’implorazione e comprende che la sua Fiorenza desidera dimostrargli di conoscere la sua sorte alla quale si e rassegnata, poi sbotta in un pianto energico, carico di singhiozzi perché apprende, ancora una volta che, l’esistenza di sua moglie è brevissima e quindi, necessita rientrare presto.
Senza aprire alcun dialogo compromettente per lei, con sua moglie si recano in albergo.
«Sei certa di essere in grado di partire domani o desideri che torniamo a salutare la Madonna e pregare ancora!»
Amore mio sono certa di partire come sono indubbia della mia sorte che conosco già da qualche tempo e, non ho voluto parlarne per non mettervi in difficoltà!»
«Cara non ci avresti creato più disagi di quanti problemi avevamo in quel momento. Ancora li abbiamo tutti come li hai anche tu!»
«Ho desiderato tanto a un errore dei medici per vivere ancora egoisticamente pur conoscendo il mio tristissimo destino perché ho voluto che tu sei soddisfatto e contento di me e del mio amore sincero e grande verso di te!»
«Sai benissimo cara, non ho mai nutrito alcun dubbio su di te, ancora spero nella tua guarigione. Non riesco a credere che un giorno non ti vedrò mai più!»
«Ti sono tanto grata e riconoscente per non avermi lasciato al mio destino e fino all’ultimo, ti sei prodigato per accontentarmi cercando di farmi felice!»
«Il grande amore per te mi ha guidato spontaneamente affinché ti sia rilassata per ignorare il male che ti affligge!»
«Sai caro, ti devi rassegnare, durante le mie preghiere ho sentito una voce chiamarmi:
«Vieni con me, ti aspetto!»
Tito avverte, nuovamente, che la lievitazione è vicina e l’immagine di lei, rimane
impressa nei suoi ricordi.
Il giorno successivo giungono alla stazione ferroviaria, Fiorenza dichiara di sentirsi benissimo e anela un caloroso abbraccio dei suoi cari rimasti a casa. Spesso durante la vacanza ha parlato al telefono con tutti loro rassicurandoli.
In stazione d’arrivo stanno i suoi affetti che aspettano per abbracciarla con tutta la forza amorevole, c’è persino Romolo presente, per dimostrarle di volerle bene come se fosse suo papà.
Terminato il giro d’abbracci ricchi di grosse emozioni, sono riuniti e vivi, almeno in quell’occasione, e rassegnati di trovarsi in mani Divine.
Fiorenza dichiara:
«Mi sento raggiante e gioiosa perché siete tutti qui e per l’ultima volta, vi do il mio addio. Desidero sappiate che vi voglio tantissimo bene!» Finisce di parlare aggiungendo: «Adesso lasciatemi volare parecchio in alto da dove potrò vegliare su di voi!»
E’ l’ultimo respiro della signora Fiorenza.
In quel momento avviene qualcosa di strano, i presenti odono un fruscio di molte foglie insecchite e asciutte, che non ci sono, e gli stimoli del vento le lasciano volare lontano verso…?
E’ chiamata un’ambulanza ma ormai, lei non sta più insieme a loro, anche se resta la convinzione dei presenti che, è un’illusione e la loro Fiorenza ancora è tra di loro.
A sirene spiegate l’autoambulanza corre verso il pronto soccorso unicamente per accertare il decesso e, soltanto in ospedale i parenti si svegliano e accettando la triste realtà.
Fernanda odia profondamente il comportamento del suo ex marito e si raccomanda che il suo “Dio”, lo abbia già punito severamente appena giunto al “Suo” cospetto. Lei rafforza il suo legame con Romolo che le manifesta un comportamento molto paterno nei confronti dei ragazzi. E’ importante, che la sua amata Fernanda si è innamorata pazzamente di lui.
Per Tito non è facile perché altri pensieri lo affliggono e s’interroga:
«Chi insieme ad altri, si sono auto nominati padroni di vite umane tanto da decretarne ogni rischio e la loro stessa vita!»
La notte Tito, è assalito da incubi, rivive il ato della sua vita dapprima da solo e poi con Fiorenza, spesso gli appare in visione, indossa un vestito simile a una sottana e di colore celestino chiaro quasi fosforescente e, se ne sta sollevata nel vuoto e lo esamina poi, gli tende la mano alzandola verso l’alto. Tito desidera afferrare l’immagine che comincia a salire e nel frattempo, diventa minuta e sbiadita, ciò significa che sfogandosi scompare lasciando davanti a se, l’immenso nero del vuoto.
Tito piange disperato giurando di restare solo durante la sua esistenza senza mai
amare nessun’altra.
Una notte si sveglia perché percepisce un richiamo:
«Tito, destati!»
Tito si sveglia e nel buio della camera non v’era alcuno. Accende il lampadario, velocemente si spegne. Una lucina nel mezzo della stanza inizia a illuminare l’ambiente, è la sua Fiorenza che lo chiama «Voglio che mi dimentichi e ti rifai una nuova vita! Ricordati che non devi abbandonarti a te stesso non è ancora il tuo momento, devi risposarti per goderti la tua nuova famiglia e i bellissimi bambini che avrai con la nuova compagna». Prosegue: «Meriti tutto il mio bene!»
Tito dapprima è stralunato e incredulo, poi s’incoraggia e parla con voce alta:
«Sai benissimo che io, non posso mai dimenticarti. Non avrò mai la forza di amare un’altra donna!»
«Sappi che ci sono io per aiutarti a dimenticare, ma tu sforzati a non pensarmi e ricorda che sono io a volerlo!»
«Provo, ma non ti prometto nulla!
«Non posso continuare a parlarti. Da questo momento non ti apparirò più e non
dimostrerò mai la mia presenza intorno a te!» La voce seguita a dichiarare la sua volontà a Tito. «E’ Tuo dovere ricominciare, prosegui il tuo destino. Aiuti te stesso e il tuo nuovo affetto. Questo è il mio…!
Tito interrompe implorando:
«Ti prego Fiorenza, non andare via!»
In un attimo il sogno svanisce e Tito resta dubbioso che, forse non è illusione ma è illuminato. Per l’umanità, vivere è importante perché la vita deve andare avanti, però bisogna combattere per difenderla.
Silvano e Maria Lucia hanno due bellissimi gemelli che completano il sereno ambiente familiare.
La signora Fernanda con Romeo convoglia a nozze. Si amano e ascoltano il desiderio di sentirsi giovani come se non sono stati mai sposati.
Margherita si laurea in medicina e diviene una sanitaria in gamba e sposa un ricercatore chimico e dai due nasce una bimba.
Giocondo fratello di Maria Lucia cresce, frattanto si laurea anche lui in ingegneria meccanica, conosce una sua coetanea che lavora nella stessa ditta.
Trascorsi tre mesi dell’ultima apparizione che riproduce l’immagine di Fiorenza.
Tito realizza la conoscenza con una bellissima donna bionda di nome Luciana. Lei non intende più sentire parlare di uomini o fidanzati per la delusione avuta. Lui non l’ha rispettata, ma ha dimostrato falsamente, amore infinito fino a quando scopre di essere tradita in una camera d’albergo con la sconosciuta Tesi.
Luciana e Tito, in brevissimo tempo sposano e l’anno successivo da quell’unione nascono due bellissimi gemelli maschi. Trascorsi due anni nascono due splendide gemelle che vedono il nuovo mondo forse bello, chissà. I quattro bambini sono affiatatissimi, sani e vispi. In futuro rivelano la loro grande intelligenza avanzata.
La famiglia continua il suo percorso nella totale consapevolezza che il vivere è un meraviglioso dono dato all’uomo e deve approfittarne per usare, l’intelligenza nell’apporto umano alla vita.
Indice
Catastrofe nucleare.
Prefazione
Capitolo uno Inizio racconto
Capitolo due Dopo la socializzazione
Capitolo tre Le malattie di contaminazione
Capitolo quattro La scoperta di Silvano
Capitolo cinque Pericolosità delle centrali atomiche
Capitolo sei Altri disastri nucleari
Capitolo sette Esplosione di un reattore
Capitolo otto Fiorenza e Tito trovano lavoro
Capitolo nove Fiorenza e Ciro, decidono di sposarsi
Capitolo dieci Silvano e Maria Lucia si sposano