L’abc dell’ebook
Cronologia e guida al cambiamento
di Andrea Fava
Revisione testi a cura di Daniela Possagno
Grafica di copertina: Officina grafica di Bruno Scrascia
©Andrea Fava, 2012
Indice
Prefazione
Introduzione
Il fenomeno digitale in numeri Cosa sono gli ebook I primi tentativi[Una breve cronologia, Il contesto relativo] L’avvento degli ebook oggi[Cronologia dei fatti, Il contesto attuale ,Il catalogo e la coda lunga,I dati di mercato] Il ruolo degli editori Il formato dei nuovi libri[Il pdf, l’epub, tra l’epub2 e l’epub3, l’Html 5, il Fixed Layout, l’iBooks di Apple] La protezione dei contenuti[Le tipologie di protezioni DRM, come funziona il DRM di Adobe, DRM, Social DRM o Creative Commons] Dove comprare e come leggere gli ebook[L’acquisto, la lettura: ebook reader o tablet] Leggere tra le nuvole Le biblioteche digitali Il self-publishing Il libro che verrà[ Una storia parallela, perché le app sono più cool degli ebook, come cambia l’offerta, lettura reticolare e cross book, libri, app e
ebook: il meltin pot]
Prefazione
La prima rivoluzione industriale avvenne a partire dalla fine del XVIII secolo e prese l’avvio dal settore tessile. La seconda, a partire dal XX secolo, fu l’età della produzione di massa e della creazione dei consumatori di massa. Un simbolo fu forse proprio la modello T di Ford, la prima vettura prodotta in grande serie utilizzando la tecnica della catena di montaggio che faceva diventare un pregio il fatto di poter realizzare auto tutte esattamente uguali. Oggi dove da più parti si levano voci di una terza presunta rivoluzione industriale, legata ad internet e alle energie rinnovabili, paradossalmente Apple, Amazon e Google, peraltro americane come la Ford, considerano un vanto la direzione opposta: ogni prodotto è personalizzato su misura per il consumatore. Ognuno ha il suo modello T personale. Ebbene sì Apple, Google, Amazon, Facebook, Twitter, Pinterest, Linkedin sono i grandi colossi dell’economia di oggi e sono tutti americani; anche se è vero che indubbiamente noi non utilizziamo gli equivalenti siti magari cinesi o indiani occorre riflettere su come si debba realizzare l’innovazione tecnologica vincente oggi e capire perché nessuna azienda italiana o europea è tra le top ten del mondo digital.
Da anni si susseguono altisonanti annunci di rivoluzioni imminenti, in atto o addirittura già avvenute circa il mirabolante futuro dell’editoria digitale a spese della tradizione cartacea. In tempi di sempre maggiori incertezze, anche la paventata sparizione della rassicurante carta può essere destabilizzante. Soprattutto a fronte della dirompente avanzata di un mondo di tablet, ebookreader, web 2.0, twitter, socialreading, social network, app, ebook, selfpublishing, di Imaginaria (una app, tra migliaia come esempio, che offre la possibilità di fare il check-in nei luoghi immaginari dei propri libri preferiti, condividere la posizione con i propri amici su Facebook e Twitter), viene il dubbio che sia ora di cominciare a capirci qualcosa per non rischiare di rimanere fuori dal mondo.
Ma da dove partire?
Questo ebook, senza pretese esaustive, vuole offrire al lettore un racconto introduttivo ma completo dei principali aspetti che compongono l’ecosistema del libro elettronico. Non si tratta di un manuale per tecnici o per esperti ma di una guida raccontata per tutti coloro che vogliono avvicinarsi all’editoria digitale cercando di capire di cosa si tratta.
Questo perché ancora oggi non è così semplice per i “non addetti”, la maggioranza, capirci qualcosa, sia per la complessità tipica delle situazioni in continua evoluzione e frammentate, sia anche forse a causa del carattere un po’ iniziatico della comunicazione tra gli addetti stessi, oggi ancora una minoranza.
Ecco dunque forse uno spazio per collocare il senso di questo ebook: dare un contributo per mettere in connessione questi due mondi e contribuire, anche in minimissima parte, all’importantissimo processo di semplificazione dell’editoria digitale, elemento che sarà sicuramente fondamentale per decretarne o meno la crescita e il successo.
L’editoria digitale è infatti oggi in una fase molto critica del suo sviluppo e come spesso accade in questi momenti la situazione è piuttosto complessa e molto variegata.
Molti sono gli aspetti da tenere presente e non è facile riuscire a farsi un quadro completo della situazione per poter capire ed eventualmente essere in grado di approfondirne alcune componenti.
Questo libro si rivolge a chiunque voglia capire di cosa si tratta e vuole essere un piccolo contributo per fare il primo o perché solo se si conosce si riesce a giudicare con giudizio e scegliere se partecipare in qualche forma all’editoria
digitale o rifugiarsi in modo consapevole nel paludato e conosciuto mondo della tradizionale editoria cartacea.
Buona lettura.
Introduzione
Quando avete scritto l’ultima lettera con una penna su un foglio di carta o inviato una cartolina da qualche ameno luogo di vacanza? Da quanto tempo non portate un rullino di fotografie a sviluppare o affittate un vhs, duplicate su una cassetta un disco di vinile, fate un fax, entrate in una cabina telefonica e così via?
Nello spazio di una generazione sono quasi scomparsi i dischi in vinile che sembravano esistere da sempre e oggi anche i cd cominciano seriamente a scricchiolare eppure la musica, contenuto, si continua ad ascoltare a prescindere dallo strumento che la riproduce, ovvero la forma.
Le cartoline sono state sostituite dagli mms, dal social networking geolocalizzato, dalle mail, sms o chat con Whatsapp o altri software analoghi, ma continuiamo a comunicare, contenuto, con le persone care, semplicemente usando differenti modalità.
L’elenco può essere molto lungo se pensiamo al telefono di casa con la segreteria telefonica quasi sostituito dal cellulare, la macchina fotografica ormai divenuta digitale, la macchina da scrivere sostituita dal desktop computer prima, dal portatile poi, dall’eepc e infine dai tablet oggi. Però continuiamo a leggere, scrivere, ascoltare la musica, scattare le foto ovvero i contenuti sopravvivono ai mezzi che in ogni momento storico li contengono.
Basti pensare che dopo soli vent’anni i primi computer che abbiamo visto comparire sul mercato e i primi giochi elettronici, sono già in bella mostra nei musei.
Ognuno di noi oggi è abituato a uscire di casa la mattina con le chiavi e un computer in mano; si il nostro telefono cellulare o smartphone, più o meno evoluto, sta diventando sempre meno un telefono e sempre più un computer dal quale non ci stacchiamo mai. Solo quattro lustri or sono questo era impensabile. Come arrivare in ufficio e invece di are in edicola, ma anche se ci si a, leggere i giornali online con le notizie aggiornate all’ultimo minuto.
Se la rivista Wired (numero di novembre) ha ragione, il Natale 2012 sarà anche il primo nel quale i guanti potremo comprarli con un sottile strato d’argento o silicone sui polpastrelli per poter usare meglio i nostri strumenti touch anche durante i rigidi inverni.
Stiamo vivendo, e siamo in mezzo al guado si potrebbe dire, un momento di grande evoluzione e diffusione del digitale nelle nostre vite, sempre più circondate da bit piuttosto che atomi. E siamo sempre più consapevoli che la velocità del cambiamento aumenta: non abbiamo fatto in tempo ad annoiarci a criticare l’offerta dei soliti film commerciali e non d’autore di Blockbuster che è già scomparso, completamente annullato da differenti modalità di distribuzione e fruizione dei film.
Eppure i film si continuano a vedere.
In queste situazioni tuttavia, ed è per questo che preferisco usare il termine evoluzione e non rivoluzione, la comunicazione dei media come giornali e televisioni ci assilla con titoli di grande effetto che ci fanno credere che da un giorno all’altro tutto cambierà, che ci fanno sentire sempre più piccoli di fronte a tali cambiamenti epocali e sempre più in ansia verso un futuro che non conosciamo , tecnologie che sembrano spazzare via il nostro bagaglio di conoscenze in un attimo. Poi non accade nulla, o almeno ci sembra, e ci abituiamo a non dare più ascolto a questi proclami fino al punto di rischiare di perdere le informazioni vere, di non renderci conto che qualcosa sta veramente cambiando se non quando è troppo tardi.
Di editoria digitale si parla da molti anni, almeno dalla fine degli anni Novanta se vogliamo semplificare e indicare una cesura temporale; di ebook almeno da tre lustri ma nonostante i grandi proclami ci è sembrato fino ad oggi che, in generale, poco fosse avvenuto.
Oggi però qualcosa è cambiato e continua a farlo per cui cerchiamo di capire come e perché focalizzandoci anche sui singoli aspetti di questa mutazione di scenario per capire cosa sta succedendo nell’editoria e come sta evolvendo il rapporto tra il libro cartaceo e quello digitale.
E lo faremo cercando anche di capire se la forma del libro digitale sarà, nel brevissimo futuro perché non è possibile fare previsioni di lungo periodo in questo ambito, l’ebook o la app o magari il web stesso.
Per farlo proviamo a ricostruire cosa è successo negli ultimi anni cercando nei fatti, collegandoli insieme per cogliere il file rouge di questo cambiamento, esplorando i vari ambiti che compongono questo ecosistema: tentiamo quindi di analizzare gli ebook, i lettori di questi file, le piattaforme per la vendita, le modalità di gestione, per poterci affacciare al futuro, seppur vicino, e per capire dove stiamo andando.
Il fenomeno digitale in numeri
L’utilizzo dei numeri per presentare concetti è molto utile in questo contesto perché ci serve uno strumento per misurare quanto è grande il fenomeno del digitale e quanto è diffuso. Ne sentiamo parlare ovunque ma, lo dico a titolo personale, non sempre siamo in grado di capirne l’effettiva portata, di misurare le parole dei giornalisti con una conoscenza che consenta di pesarle. Ebbene
credo che in questo caso possa essere interessante are in rassegna qualche dato.
L’ultimo rapporto Cisco del maggio 2012 ci dice che nel 2016 ci saranno 3,4 miliardi di persone (45% della stima della popolazione mondiale) su Internet con un traffico IP globale di 1,3 zettabyte (1 zettabyte= un trilione di gigabyte).
Sapete cosa è successo in un giorno qualsiasi di marzo 2012 su Internet?
168: circolano l’equivalente di 168 milioni di dvd di dati 294: bilioni di mail vengono scambiate 172: milioni di persone vanno su FaceBook [oltre 23 milioni di italiani sono su FB] 40: milioni di persone vanno su Twitter e 22 su Linkedin 250: milioni di foto vengono caricate su FB 864000 ore di video sono visualizzate 18,7 milioni di ore di musica in streaming, ovvero non scaricate, su Pandora 1288: nuove apps nascono 4 miliardi di video vengono visti su YouTube ogni giorno
In base rapporto CENSIS di ottobre 2012, sul web naviga il 62,1 per cento della popolazione italiana (+9 per cento dell'utenza rispetto al 2011) e gli iscritti a Facebook sono ati dal 49 per cento dello scorso anno all'attuale 66,6 per cento degli internauti, ovvero il 41,3 per cento della popolazione e il 79,7 per cento dei giovani.
Il rapporto aggiunge che YouTube, che nel 2011 raggiungeva il 54,5 per cento di utenti tra le persone con accesso a internet, arriva ora al 61,7 per cento, pari al 38,3 della popolazione complessiva e al 79,9 per cento dei giovani.
E cosa succede ogni minuto che a su Internet sempre nel 2012?
639,800: GB di dati trasferiti 234: milioni di mail vengono scambiate 571: nuovi siti web nascono 48 ore: di video caricate su YouTube 100000: tweet 1300: nuovi utenti mobili 47000: app scaricate 61: ore di musica 20: milioni di foto vengono viste su Flickr e 3125 nuove vengono aggiunte 3600: nuove foto vengono caricate su Instagram 277000: accessi a Facebook con 6 milioni di pagine visualizzate Oltre 2 milioni: di query su Google Nascono 60 nuovi blog 47000: app vengono scaricate da Apple
Con questo ritmo di crescita nel 2015 per vedere tutto il video che verrà caricato in un secondo ci vorranno 5 anni. E’ evidente come non abbia senso fare queste previsioni di fronte a fenomeni in fieri di tale portata anche perchè non abbiamo ancora pensato come conserveremo questa nuova memoria digitale per gli storici e le generazioni che verranno. Tuttavia è innegabile una crescita quasi imprevedibile per certi versi e nel contempo incredibile: se ad esempio per quanto riguarda Internet pensiamo che solo trenta anni fa (nel 1981) era composta da 213 Host e che nel 2011 erano diventati 880.000000 con due miliardi di utenti in tutto il mondo.
Il social network forse più famoso, Facebook, ha raggiunto 1 miliardo di utenti attivi al mese, oltre una persona su sette di tutta la popolazione mondiale, accede a Facebook dove vengono ormai condivise 219 miliardi di fotografie.
Oppure se consideriamo che Google da solo ha raccolto nell'ultimo anno più soldi di tutta la stampa americana 37,9 mld $ contro 34 e che l’Enciclopedia più diffusa al mondo, la Britannica, dopo 244 anni ha cessato nel marzo 2012 la pubblicazione cartacea e rimarrà solo più online, risulta evidente che qualcosa è cambiato.
In Italia nel mercato della raccolta pubblicitaria, nel 2012 Google ha raggiunto il secondo posto dietro solo a Publitalia la concessionaria di Mediaset e davanti alla Rai. Il decimo rapporto del Censis (ottobre 2012) ci indica una forte crescita della popolazione italiana sul web che arriva al 62,1 % con un 41,3% di iscritti a Facebook e il 38,3% (di cui il 79,9% dei giovani) presente su YouTube.
Ancor più se pensiamo che oggi non si parla più tanto di aziende come Fiat, Nike, Nestle o altre diciamo “analogiche” quanto piuttosto di Apple, Google, Amazon, Facebook, Pinterest, Linkedin, Twitter con i suoi quasi 500 milioni di utenti e quant’altro.
Nel maggio 2012 Facebook si è quotata in borsa con una delle più grandi quotazioni del settore tecnologico e una delle maggiori della storia americana, la terza dopo Visa e General Motors per intenderci. Il collocamento era stato fissato a 38 dollari per azione. Le prime contrattazione avevano alzato il valore del 12% per poi sgonfiarsi tornando al valore di partenza. Era dal 19 agosto 2004, quando Google è sbarcata in borsa, che non si registrava un'attesa tanto febbrile per una società tecnologica con i suoi 900 milioni di amici (955 milioni in luglio 2012).
Peraltro solo un mese prima, in fase di preparazione, Facebook aveva comprato per 1 miliardo di dollari Instagram, una società online dal 6 ottobre 2010 con 30 milioni iscritti (a luglio 2012 diventati 80 milioni con 4 miliardi di foto condivise); un social network di immagini con un software per ritoccare le foto con all’attivo in poco più di un anno e mezzo un miliardo di foto, con 5 milioni di nuove aggiunte ogni giorno; nato per il mondo Apple e l’App store, quando ha realizzato la versione Android ha ottenuto un milione in 12 ore, un numero straordinario per un software in una manciata di ore.
Come sempre negli ultimi anni le quotazioni del settore tecnologico, catturano l'attenzione dei mercati e dei media. Era successo lo stesso per Linkedin: nel 2011 a New York, nel primo giorno di quotazione, le azioni del professional network erano arrivate a guadagnare fino a un massimo del 150%; o anche Groupon, il sito di gruppi di acquisto: 31 dollari ad azione per il debutto fino ai 13 dollari degli ultimi giorni.
Cifre altalenanti che peraltro dovrebbero metterci in guardia visto che un fenomeno bolla di Internet lo abbiamo già vissuto una decina di anni fa.
Un altro fenomeno quasi clamoroso ancor più recente è Pinterest: 10 milioni di utenti in 9 mesi; a soli due anni dal lancio ha vissuto un vero e proprio exploit la grande bacheca per condividere e collezionare prodotti di interesse presentati come immagini. Sì perché Pinterest è sostanzialmente una vetrina con immagini; spesso bellissime fotografie che recuperano un gusto estetico anche un po’
vintage. Si basa sul principio del social selling: utilizza un sistema chiamato slimlinks che, dopo che un utente pubblica con il pulsante “pin it” , modifica il link generato verso il sito di provenienza per aggiungere un codice di monitoraggio e affiliazione. Ebbene questo nuovo social network, è il terzo più utilizzato negli USA in pochi mesi, superato solo da Facebook e Twitter.
E, non me ne vogliano estimatori e utenti perché sono anche io uno di loro, sostanzialmente si collezionano belle immagini anche in molti casi un po’ finte e fortemente ritoccate con software, suddividendole in temi un po’ come un album di figurine virtuale e planetario ma con la possibilità di interagire con persone di tutto il mondo e di giocare senza limiti.
Le aziende che dominano il mondo digitale sono dunque colossi più grandi delle industrie di inizio secolo.
Vediamone una in dettaglio solo per avere un’unità di misura: Google.
Ecco alcuni numeri di Google in aprile 2012:
100 milioni: gli utenti che fino a ora hanno attivato un profilo su Google+. (Facebook ne ha 900 milioni quando si quota in borsa). 850.000: i nuovi dispositivi che usano Android che vengono attivati ogni giorno (il dato, in realtà, era stato diffuso già a febbraio, quindi potrebbe essere in difetto). 55: le società che producono materialmente, con nomi e modelli diversi, i dispositivi che usano Android. 300: le compagnie telefoniche partner di Google per il sistema Android.
200 milioni: sono le persone che utilizzano Google Chrome, il browser che la società ha lanciato a settembre del 2008. 350 milioni: gli utenti che in tutto il mondo usano Gmail. 5.000: le aziende e le istituzioni scolastiche che si iscrivono a Gmail ogni giorno. 800 milioni: il numero di utenti mensili su YouTube. 2,5 miliardi di dollari: il volume di affari generato dalle pubblicità per dispositivi mobili negli ultimi tre mesi del 2011. 64: le lingue con cui può essere usato il sistema di traduzione automatico Google Translate. 4.032: le possibili combinazioni di traduzione tra le diverse lingue su Google Translate. 320.000: i chilometri percorsi dalle Google Car, le automobili che si guidano da sole [Google Project Glasses]
Si tratta dunque di un fenomeno molto ampio e che non si può trascurare se non rischiando di perdere una parte della capacità di comprendere il mondo che ci circonda perché indubbiamente travalica la diffusione dell’informatica o dell’automatizzazione del lavoro per divenire parte della nostre vite e azioni quotidiane.
Per fare un esempio banale anche il linguaggio della pubblicità rivolta al grande pubblico ha iniziato a contaminarsi: nella primavera 2012 girava nelle sale cinematografiche una graziosa pubblicità di un operatore telefonico. La storia, ambientata durante la spedizione dei Mille durante il Risorgimento italiano, era questa: Neri Marcorè nei panni di Giuseppe Garibaldi e un altro attore scherzavano su come comporre l’esercito dei mille in camicia rossa prima della battaglia, adunandolo con l’utilizzo di sms (oggetto della campagna) inviati contemporaneamente a tutti i soldati. La telecamera mostrava i soldati che si mettevano in riga formando la parola Garibaldi. La pubblicità si chiudeva con
una battuta degli attori che, dopo aver fotografato con lo smartphone la scritta Garibaldi composta di garibaldini , scherzavano su come pubblicarlo nei social network: “ lo posto sul tuo FB” no meglio su quello di Mazzini risponde Garibaldi-Marcorè”.
Tutti questi sono segnali di cambiamento: chi produce, maneggia o semplicemente utilizza contenuti non può non tenerne conto perchè si sviluppano nuove modalità di utilizzo, filiere diverse, linguaggi che richiedono contenuti adatti altrimenti si cercano altrove.
Blockbuster (fallito a fine 2011) è un esempio di cosa significhi distrarsi da queste rapide evoluzioni di mercato: in questo caso i due principali concorrenti hanno puntato sulla rete per fare il in streaming dei film oppure per ordinarli e riceverli direttamente a casa; la crisi del mercato della musica è un altro esempio di un mercato che spesso si è mosso anticipando evoluzioni che sono arrivate poi nel mondo dell’editoria e per questo offre analogie e moniti interessanti.
2. Cosa sono gli ebook
Dopo aver compreso le dimensioni del fenomeno digital analizziamo uno degli aspetti più dibattuti, non l’unico naturalmente rispetto ai contenuti, dell’avvento digitale nell’editoria e cioè gli ebook.
Perché se nella musica la parola digitale ha significato prima il aggio dal vinile al cd audio e poi quello dal cd audio all’mp3 come forma per la veicolazione delle canzoni, nell’editoria il libro in versione digitale da anni annunciato è l’ebook.
Per farlo usiamo “un metodo analogico” e cioè partiamo dalle definizioni, o più correttamente da alcune:
"1. dispositivo elettronico per la lettura di libri in formato digitale, costituito da una sorta di piccolo schermo ad alta definizione, portatile e maneggevole.
2. libro in formato digitaledisponibile su floppy, su cd-rom o scaricabile direttamente da Internet".
[1999, Grande Dizionario Italiano dell'uso, Tullio De Mauro, UTET, Torino]
"In generale con il termine e-book (libro elettronico) si intende un'opera letteraria monografica pubblicata in forma digitale e consultabile mediante appositi dispositivi informatici. Si noti che l'aggettivo 'letteraria', in questa definizione, assume l'accezione universale di opera dell'ingegno espressa come testo verbale, e non si riferisce esclusivamente a opere letterarie in quanto oggetti estetici (romanzo, poema, testo drammatico) distinti dai testi saggistici, scientifici e così via. La determinazione di 'opera monografica' differenzia un ebook vero e proprio dalla versione elettronica di una pubblicazione periodica, per indicare la quale si tende ad adottare il termine e-journal (periodico elettronico)."
[www.mediamente.rai.it 4 maggio 2001, Fabio Ciotti]
Un eBook (anche e-book) in italiano libro elettronico[1] o e-libro[2], è un libro in formato elettronico (o meglio digitale). Si tratta quindi di un file consultabile su computer, telefonini di ultima generazione, palmari ed appositi lettori digitali. Il termine deriva dalla contrazione delle parole inglesi electronic book, viene
utilizzato per indicare la versione in digitale di una qualsiasi pubblicazione.
Nel caso ci si riferisca al dispositivo di lettura è più corretto riferirsi ad esso come lettore di e-book, in inglese eBook reader, termine con il quale si intende sia il dispositivo hardware su cui l'e-libro viene letto sia il software che permette la lettura del file.
Il termine lettura di un libro elettronico è riduttivo, giacché le funzioni di un eBook possono andare ben al di là della semplice lettura del solo testo.
[www.wikipedia.it maggio 2012]
Quello che emerge in modo evidente è che le definizioni non sembrano particolarmente complesse in apparenza: ma allora perché se è chiaro a tutti cosa è e come funziona, gli ebook non hanno ancora sostituito il libro come molti paventano da tempo?
Forse si tratta di un’innovazione ben più complessa della superficiale contrapposizione tra apocalittici, i quali temono di perdere la possibilità di apprezzare il contenuto perché possibile solo attraverso le profumate e rassicuranti pagine del libro cartaceo, e integrati che vedono solo più ebook con l’eliminazione completa di tutto quanto di cartaceo esiste? E se non si trattasse di una contrapposizione ma di un’integrazione e potenziale crescita di lettori e diffusione di contenuti? E se magari non fosse nemmeno l’ebook la nuova [o le nuove?] forma di lettura che ci porterà l’evoluzione digitale?
Per tentare di capire cominciamo a ricostruire con una breve cronologia cosa è successo sin dai primi tentativi di diffondere gli ebook e quali sono state le
conseguenze.
Poi confronteremo queste conseguenze in modo analogo con quello che sta succedendo in questi anni e vedremo se riusciremo a cogliere delle linee di sviluppo, qualche tendenza o indicazione utile a capire come si stia evolvendo l’editoria digitale.
3. I primi tentativi
A partire dalla fine del 1999 una serie di annunci di editori, produttori di hardware e software preparava il terreno per una potenziale rivoluzione annunciata dell’editoria: la nascita dell’ebook. Nell’autunno del 2000 alla fiera internazionale di libri più importante del settore editoriale, la Franckfurt Bookmesse, vennero organizzati una serie di eventi finalizzati ad avviare la costituzione di un mercato reale di ebook. La fiera dedicava per la prima volta una particolare attenzione ai libri elettronici, lanciando anche un “Ebooks Awards”, un premio internazionale finalizzato a focalizzare l’attenzione dei media sul nuovo prodotto dell’editoria digitale.
La mobilitazione generale, che è interessante ricostruire per comprendere meglio l’attuale che avviene a poco più di due lustri di distanza, comprendeva anche una presa di posizione dei grandi colossi dell’editoria internazionale: Time-Warner, Random House, poi Simon & Schuster e Mac Graw-Hill, per citarne alcuni. Barnes & Noble aprì a seguito di un accordo con Microsoft un canale online per la distribuzione di ebook. E oggi, come vedremo, in questo caso la storia si ripete.
Per quanto concerneva lo sviluppo del software erano molto attive la Microsoft, con il suo software per la lettura Microsoft Reader e la Adobe con il reader pdf che rappresentava praticamente già allora lo standard. Dal punto di vista dei
formati dei volumi invece in questa fase due erano i competitor: il pdf di Adobe e l’OEB, sviluppato dall’Open ebook Forum, un consorzio che riunisce importanti aziende informatiche ed editoriali, centri di ricerca e singoli esperti per definire standard tecnologici per il settore ebook.
Infine una breve disamina dei lettori di ebook, ovvero l’hardware di lettura: la Gemstar-Tv Guide rilevava le pioniere NuvoMedia e SoftBook Press facendo un accordo con la multinazionale dell’elettronica di consumo Thomson-RCA per sviluppare due nuovi prodotti. Il primo tentativo di spingere il mercato aveva come protagonisti i produttori di lettori ebook, i costruttori di hardware e non i produttori di contenuti, gli editori.
Una breve cronologia:
1998-99: vengono lanciati i primi eBook reader: "Rocket ebook" e "SoftBook" e i siti di vendita e-libri in lingua inglese, come eReader.com e eReads.com novembre 1998:“I nuovi libri elettronici sembrano destinati ad un grande successo. Ma cosa ne sarà dei vecchi libri di carta? E cosa ne sarà di Amazon.com, che sul connubio libro tradizionale e nuove tecnologie ha costruito il suo successo?.....Sarà veramente la fine del libro di carta? Forse avremo due categorie di libri: gli ebook per manuali, guide turistiche, eccetera, e i libri tradizionali per romanzi”. Corrado Petrucco, Gli ebook e l’ultimo formato. aprile 1999: "dal telefono, o dal pc di casa, basta sintonizzarsi sul sito preferito e cercare nel menù finchè non appare la lettura desiderata. E voilà, il gioco è fatto, il "volume" è pronto per la lettura, acquistato senza la fatica di raggiungere la libreria, senza perdere tempo, solo un click. È il libro del futuro: l'e-book.“ Da: E’ in arrivo l’e-book, il libro elettronico. Nuovo millennio, nuova veste: non più pagine ma schermi portatili, Jekyll,Giornale del Master in Comunicazione della Scienza, Sissa, Trieste, n. 2, aprile 1999.
maggio 1999: "tutto è ricaricabile, la batteria del rasoio elettrico, la scheda del telefonino, l'abbonamento Internet e ora anche il libro...Con il vostro telefonino satellitare munito di modem vi connettete alla rete Internet e, collegandovi con il vostro libraio preferito, fate il pieno..."Roba del 2000" avremmo detto qualche anno fa, invece ora siamo costretti a dire "Roba del 1999 perchè il libro elettronico, l'ebook, è una realtà." Da: Alessandro Perissinotto, I libri ricaricabili. Addio alla pagina di carta ma ritroveremo tanti testi perduti, La Stampa. febbraio 2000: "La rivoluzione dell'editoria comincia a primavera. E nell'arco di pochi anni si verificheranno tali trasformazioni nella produzione dei libri e nella loro distribuzione (ma anche in quella dei giornali) che alla fine tutto apparirà radicalmente mutato. Addio carta, addio biblioteche con chilometri di scaffali dal pavimento al soffitto. La rivoluzione si chiama eBook." Da: Luciano Simonelli, Sarà la primavera dell'ebook. In un libro elettronico tutti i libri del mondo, La Stampa. marzo 2000: Stephen Kingpubblica online il racconto Riding the bullet. aprile 2000: "Io sono fermamente convinto che l'editoria subirà una tale modificazione da costringere tutti a rivedere i propri ruoli“. Da: Gianfranco Viviani, Editrice Nord, organizzatore di "Convegno Sul Libro elettronico”, Courmayeur 29-30 aprile". maggio 2000: "di libri elettronici, e delle macchinette che ne permettono la fruizione, si è parlato oggi alla Fiera di Torino, in un convegno organizzato da Apogeo", da: www.repubblica.it. giugno 2000: Stephen King pubblica a puntate il romanzo online The Plant diventando editore di se stesso; il 13 dicembre viene interrotta la pubblicazione: quasi il 50% non paga. ottobre 2000: "Due avvenimenti investono il mondo dei libri. La Fiera che si è aperta ieri a Francoforte e che dedica un'attenzione particolare all'editoria elettronica e il lancio da parte della Mondadori dell'ebook, un libro simile a un'agenda o a un minuscolo computer grazie al quale sarà possibile scaricare dalla rete (a pagamento) i testi disponibili." Corrado Augias:
"quando mi chiede se questa fase è senza precedenti, devo rispondere di sì. Il codex introdusse un nuovo o e un nuovo modo di leggere ma non rappresentava un'innovazione tecnica. L'invenzione della stampa fu un'innovazione tecnica ma non comportava un cambiamento negli altri due elementi. Oggi le tre cose stanno cambiando nello stesso momento e questo effettivamente non era mai successo prima“ Prof. Roger Charter, da www.repubblica.it.
28 ottobre 2000: “E-book sarà una lotteria. Come e perché gli editori scommettono sul libro elettronico. Per ora i titoli disponibili in rete non arrivano a 25.000, ma nei prossimi 5 anni dovrebbero coprire il 10% del Mercato. Il settore di maggior espansione riguarda i bambini, la scuola, l’aggiornamento professionale e la documentazione. Il vero problema sono le “macchine per leggere” che per ora sono “care, brutte, piccole”. In Italia pesa anche il costo dell’Iva, che per la carta è del 2,4 %, mentre per i prodotti elettronici sale al 20%.” Da: La Stampa. aprile 2001: "Il costo di ogni volume dipende dalla tiratura, per cento esemplari è di 23 mila lire l' uno Scrivi un libro e il Web diventa il tuo editore. L'impaginazione avviene online, poi si paga e dopo 15 giorni arrivano le copie. Scrivi un libro, lo stampi in un numero limitato di copie e lo distribuisci ad amici e parenti." Da: Luigi Ferro, Scrivi un libro e il Web diventa il tuo editore, Corriere della sera: maggio 2001: "Dietro l'ebook, c'è la rete, e la Rete è ormai un meta-cervello artificiale del pianeta, un mondo immateriale alternativo, o almeno parallelo a quello reale.....Ma la vera novità della Fiera del Libro 2001 è l'ebook, e con esso la grande vetrina permanente su Internet che la Fiera offre a tutti gli editori per fare dell'ebook una realtà commerciale. Il tempo in cui scaricheremo i libri dalla Rete si avvicina". Da: Piero Bianucci, Ebook secondo natura, La Stampa. maggio 2001: " Quanta strada ha fatto l'ebook, il libro elettronico, in questo ultimo anno in Italia?...Il panorama italiano, infatti, si è arricchito di iniziative che non solo hanno contribuito a far crescere l'interesse nei confronti di un oggetto che ancora si fatica a immaginare e per certi versi a accettare, ma hanno creato le basi per un reale, concreto sviluppo del
settore." Da: Salvatore Romagnolo, Un editore molto personal, La Stampa.
maggio 2001: “In una fiera del libro mai tanto attenta alle nuove frontiere dell’editoria elettronica, dalla possibilità di acquistare libri via Internet al lancio degli e-book, con l’editore di punta del paese, Mondadori, presente unicamente per proporre questo tipo di prodotti (nel piccolo stand di Segrate non c’è neppure un libro: solo PC) c’è un appuntamento dal titolo che suona come un contro canto, se non come proclama: I libri si vendono in libreria. Da: “I librai: l’ebook non ci ucciderà”,La Stampa. agosto 2001: "Un anno fa in America si annunciava la morte del libro tradizionale. Ma quello elettronico non decolla...Un anno fa Stephen King pubblicò in versione ebook il romanzo Riding the bullet, che secondo gli esperti avrebbe rivoluzionato l'editoria moderna....A un anno di distanza, tuttavia, nessuno scrittore o editore ha «bissato» il successo di King. Il libro elettronico ha fatto flop. Almeno per ora. Pochi hanno superato le mille copie e coperto i modici costi della pubblicazione, qualche milione di lire: la maggioranza non ha venduto quasi nulla e ha perso soldi.....La Anderson consulting, che aveva pronosticato all' ebook la conquista di oltre il 10 per cento del mercato librario entro il 2005, è stata costretta a fare marcia indietro. Da: Ennio Caretto, Contrordine: il boom dell'ebook è rinviato, Corriere della sera. aprile 2002: E' stata “l’Italia a far la parte del leone alla prima edizione del «Children eBook Award», premio internazionale dedicato agli e-book, aggiudicandosi il primo e il secondo posto. Il premio è indetto dalla Fiera del libro per ragazzi di Bologna in collaborazione con la International eBook Foundation. Il primo premio è stato assegnato alla casa editrice Piemme che ha presentato la guida interattiva «Il mio primo manuale per Internet», un libro elettronico dedicato ai bambini per aiutarli a scoprire le meraviglie della rete: una vera e propria guida per imparare a orientarsi tra milioni di siti. Al secondo posto si è classificato «La Bibbia e la vita di Gesù», una versione digitale del Vecchio e del Nuovo Testamento firmata dall' editore Dami International." Da: Marco Gasperetti, Premiati due ebook italiani, da Corriere della sera. novembre 2002: "Tre in uno: notebook, tavoletta grafica e libro elettronico.
Questa la nuova frontiera dei tablet pc, i computer ultra-portatili entrati sul mercato come strumenti per la net generation. Il popolo dei cybernauti che vuol essere online sempre e in ogni luogo. " Da: Umberto Torelli,Il tablet che è anche libro, Corriere della sera.
giugno 2003: “Esiste un computer portatile con lo schermo staccabile che diventa una pagina su cui il lettore può prendere appunti e sottolineare il testo con una matita elettronica. Esistono tecnologie per rendere agevole la lettura e per tutelare editori e autori. Esiste all’estero una vasta offerta di titoli “scaricabili” e in un lettore di ebook che oggi costa 200-300 euro è possibile portare con sé una biblioteca di migliaia di volumi.” Da: “Il libro dei libri.L’ebook questa volta è davvero pronto a decollare, La Stampa. luglio 2003: "Desiderate pubblicare un saggio, un romanzo o una raccolta di poesie, in modo rapido e gratuito? Basta accendere il computer e collegarsi alla Rete: pochi colpi di mouse, qualche minuto di pazienza e il documento word si trasformerà in libro elettronico (anche illustrato).....Il libro cartaceo mantiene il suo fascino, ma il corrispettivo elettronico crea nuove possibilità. Per docenti universitari e formatori aziendali, per esempio, che con questo strumento hanno a disposizione dispense gratuite e facili da aggiornare. Piccoli e grandi editori possono offrire al pubblico nuovi prodotti, a rischio ridotto e senza problemi di distribuzione. Per aspiranti scrittori e poeti si schiude l' opportunità di realizzare e diffondere libri senza mediatori. Professionisti e manager dispongono di presentazioni efficaci ed economiche." Da: Mara Pace, Il romanzo dalla carta al web, Corriere della sera. luglio 2003: "In queste settimane è in corso una curiosa sottoscrizione in Rete. Sono gli apionati delle avventure di Harry Potter, che chiedono...di realizzare una versione eBook dei romanzi del famoso maghetto...Un episodio, questo, che rischia di diventare una vera e propria pietra miliare nella storia del libro elettronico". Da: Luciano Simonelli, Harry Potter e la "magia" elettronica, La Stampa. febbraio 2005: "Anche gli ebook, i libri elettronici che finora sono stati un flop totale, diventeranno dispositivi di comunicazione «ubiquita». «Abbiamo realizzato prototipi capaci di comunicare con una rete Wi-Fi -
conclude Bozzo -, in questo modo non è più necessaria una grande capacità di memoria interna, perché i libri vengono scaricati online secondo le proprie esigenze». E disponibili al pubblico nel 2006. Ecco perché nei Labs Hp sparsi nel mondo le nuove soluzioni per la comunicazione mobile sono state identificate con l' originale acronimo Ttt (Tomorrow technology, today). Cioè: «La tecnologia di domani disponibile oggi». Qualcuno li leggerà gli ebook? ". Da: Umberto Torelli, Il libro elettronico da leggere ovunque, Corriere della sera.
Il contesto relativo
Le notizie che abbiamo letto scaturivano naturalmente da un contesto sociale e tecnologico che aveva in quegli anni, a cavallo più o meno con il aggio al terzo millennio, determinate caratteristiche rispetto al mondo editoriale e il “tone of voice” va indubbiamente commisurato per evitare di fare estrapolazioni forzate anche se, non dimentichiamolo, si tratta di andare indietro nel tempo di poco più di un decennio.
Come si presentava dunque la situazione?
L’industria discografica era in forte crisi a causa della diffusione di importanti fenomeni di pirateria in forma digitale attraverso Internet: il caso Napster è solo un esempio per riportare al clima e per sottolineare che la chiusura del sito non risolse il problema.
Nella primavera del 2000 scoppiò la bolla di Internet. Alla fine degli anni Novanta, il tasso di crescita degli accessi ad Internet aveva un ritmo impressionante e di conseguenza le aspettative verso un tasso di crescita di pari livello del commercio elettronico, esasperarono le aspettative gonfiando la bolla che puntualmente esplose in modo fragoroso provocando la chiusura di molti
progetti e startup oltre a consistenti perdite in molte aziende..
A partire dal 2006, si stanno lentamente ricreando condizioni analoghe con lo sviluppo del web 2.0 e del concetto di p2p, il peer to peer, e un rinnovato interesse del settore finanziario per i progetti più promettenti. Basti pensare alle acquisizioni di YouTube da parte di Google, di Skipe da parte di Microsoft per l’astronomica cifra di 8,5 miliardi di dollari, alle quotazioni che abbiamo visto come Linkedin, Facebook, Pinterest e Twitter (in arrivo?) e al proliferare di nuovi progetti di socialnetworking geolocalizzato come Gowalla, Foursquare, Wikitude, tra gli altri.
I lettori di ebook, ovvero gli ebook reader erano costosi, poco agevoli, consentivano solo la lettura degli ebook, non avevano altre funzioni ed era piuttosto complesso anche solo trovarli.
I contenuti, principale motivo d’acquisto, erano strettamente legati all’hardware ovvero si potevano comprare solo dal fornitore del lettore stesso in una filiera chiusa e soprattutto con cataloghi molto limitati.
Non esisteva uno standard tecnico per definire l’ebook; convivevano differenti formati proprietari realizzati dai differenti fabbricatori di hardware e naturalmente non erano tra loro compatibili o interscambiabili.
Non esisteva uno standard affermato per la gestione del DRM ovvero del Digital Rights Managment; oltre al sistema realizzato dalla Microsoft ne esistevano altri prodotti da varie software house.
Per questi motivi non esisteva un’offerta con un catalogo di titoli a disposizione
sufficientemente ampio da attirare i consumatori e l’accesso alla rete internet era diffuso ma non largamente e non con una velocità adeguata e adatta al dei libri elettronici.
Anche i software di visualizzazione e consultazione degli ebook erano ai primi esperimenti, poco friendly e intuitivi e non essendoci ancora la tecnologia touch con una oggettiva difficoltà di manipolazione.
In una situazione come quella descritta non stupisce che gli editori fossero molto cauti, peraltro lo sono ancora oggi in alcuni casi, perché, oltre ai problemi descritti, non era chiaro come evitare la disintermediazione: il caso Stephen King fu un esempio dei primi fenomeni di self publishing.
Per concludere si sommavano da un lato un’offerta non particolarmente attrattiva, con una eccessiva complessità tecnica e logistica, e, dall’altro lato, non si intravedeva nemmeno una chiaro modello di business.
4. L’avvento degli ebook oggi
A partire dalla seconda metà circa del 2010, proprio in concomitanza con una grande diffusione del fenomeno digital di cui abbiamo esaminato alcuni parametri numerici, a poco più di due lustri di distanza dal primo tentativo di affermare sul mercato l’ebook, si ripresentano le condizioni per un secondo tentativo.
Quali componenti e come sono cambiate? Sono state superate le cause che hanno portato alla prima rivoluzione mancata e ci sono adesso le condizioni adatte per coronare con un successo le aspettative?
Qualcosa è cambiato. Vediamo cosa e come.
Cronologia dei fatti
Premesse:
settembre 2008: "Come tutte le rivoluzioni digitali mancate, il minuscolo mercato dei libri elettronici attende da anni un punto di svolta che non arriva mai...Tra le cause del flop dell'ebook, ci sono la scarsa maneggevolezza e leggibilità, e soprattutto la miriade di formati digitali, non compatibili tra loro, con cui i libri elettronici vengono confezionati e distribuiti". Da: Andrea Lawendel, Quel mattone dell'ebook, Corriere della sera.
febbraio 2009: "Per la prima volta, un grande scrittore americano pubblica un libro esclusivamente su Internet.E' Stephen King, il re dei romanzi dell'orrore, riferisce il Wall Street Journal, e la casa editrice elettronica è Amazon." Da: Ennio Caretto, Stephen King, il prossimo libro sarà pubblicato su Internet, Corriere della Sera. giugno 2009: "L'ebook rappresenta il 2% del mercato americano del libro...Secondo Healy sui 40 miliardi circa del mercato americano l'ebook vale oggi 793 milioni." Da: L'ebook negli USA vale 793 milioni, Corriere della sera. dicembre 2009: Sotto gli alberi di Natale "in pacchetti e pacchettini retttangolari ci saranno migliaia di ebook, i lettori di libri digitali. Dopo anni di tentativi falliti da parte dei produttori adesso la marcia del fenomeno del momento sembra inarrestabile: nel 2009 in tutto il mondo ne sono stati prodotti 5 milioni. Nel 2010 la produzione raddoppierà. E' il
prodotto killer: i più famosi sono il Kindle della Amazon...il Sony reader, l'iRex...Tra gli attesissimi anche un prodotto Apple di cui non si sa molto (iphone gigante, netbook, ebook?)". Da: Massimo Sideri, Ebook, la nuova strada di chi legge, Corriere della sera.
2010:
e-content 2010: il 4° Rapporto sul Mercato dei Contenuti digitali in Italia prevede nella proiezione di scenario 2010-11 due principali cambiamenti nei modelli di business: l'avvento degli application store e il mercato emergente degli ebook. La previsione di crescita è del 300-400 % annuo. "sono oggi 5900 i titoli ebook in italiano disponibili e coprono l'1,5% dei titoli commercialmente vivi" www.aie.it. Osservatorio permanente contenuti digitali: nel 2010 665.000 persone hanno comprato in Italia un ebook. il mercato americano degli ebook era nel 2009 l'1,5% e oggi è stimato tendere al 5%. primavera: Internet Bookshop ha inserito la linguetta con il menu degli ebook. maggio: Feltrinelli, Messaggerie, RCS annunciano l'avvio di Edigita, Editoria Digitale Italiana, la prima piattaforma dedicata solo alla distribuzione degli ebook.
luglio: nasce Bookrepublic, piattaforma gestita da un cartello di piccoli e medi editori. ottobre: Mondadori ha lanciato su piattaforma Biblet di Telecom oltre 1200 titoli in ebook di cui 400 novità assolute. dicembre: accordo Rcs-Telecom; subito oltre 650 ebook disponibili sulla
piattaforma Telecom. il Gruppo Editoriale Mauri Spagnol (GeMS) organizza la prima edizione del Torneo Letterario Ioscrittore: i 30 romanzi vincitori ottengono la pubblicazione in eBook nelGruppo GeMS.
2011:
Vanilla lancia EbookVanilla, progetto ibrido tra self publishing ed ebook store. gennaio "Gli ebook reader in vendita in Italia: tanti e per tutte le tasche", da: Il Sole 24 ore. gennaio: "Il 2011 sarà il vero banco di prova per romanzi e saggi elettronici made in italy", da: Il Mondo. febbraio: Jeff Bezos "Quest'anno abbiamo per la prima volta venduto più libri elettronici che edizioni economiche su carta“. marzo: prima mostra convegno a Rimini dedicata completamente al mondo degli ebook; Amazon lancia il servizio Amazon Cloud Drive; esce il Tablet Olivetti Olipad; IBS lancia “leggo IBS” un ebook reader con sim per collegarsi: compra i contenuti, il servizio lo offriamo noi. 2 aprile: è stato presentato il nuovo Tablet PC prodotto da ZTE per PosteMobile. maggio: Google I/O annuncia il servizio Google Music Beta. 29 settembre: Amazon presenta a New York il Kindle Fire entrando ufficialmente nella competizione del mercato tablet con un prodotto di fascia intorno ai 200 dollari. Touch e a colori include Amazon Prime il servizio che consente di accedere ad una library di 11 mila film e serie tv. 30 settembre: iBookstore della Apple apre alla vendita di libri in italiano al lancio con qualche migliaia di ebook di RCS, Mondadori e Giunti, Baldini Castoldi Dalai, Bruno e dBooks.
7 novembre: Amazon annuncia negli USA l’avvio del progetto Lending Library fruibile da tutti i dispositivi Kindle (non Apple): una library limitata a 5000 titoli accessibili in prestito, 1 al mese. Come nella musica Spotify e Pandora e nei video Netflix 17 novembre: nasce il nuovo servizio Google Music negli USA con un catalogo di 13 milioni di canzoni e un sistema di cloud. Partecipano Universal, EMI e Sony non Warner Music. 24 Novembre: Tablet S della Sony è il nuovo arrivato nel mercato tablet con sistema operativo Android. 1 dicembre: Amazon apre alla vendita in Italia del Kindle da 99 euro e degli ebook in italiano con oltre 16000 titoli all’esordio. Un’operazione analoga è stata fatta in Francia nell’ottobre 2011. Inoltre chiunque può usufruire del servizio Kindle Direct Publishing. 6 dicembre: Francia “ebook: imminente la decisione Ue sull’IVA ridotta decisa dal governo se.” Il governo se ha deciso di fissare l’aliquota al 5,5 % divenuta poi 7% con il nuovo piano austerity. La Commissione europea ha smentito un testo di legge prima del 2013 ma la questione della modernizzazione dell’IVA è allo studio e da essa dipende molto del decollo di questo mercato. 8 dicembre: dallo studio «Dentro all'ebook», condotto dall'Associazione italiana editori (Aie): l’ebook raddoppia ma non decolla. I titoli a disposizione entro l’anno saranno 20000 e i piccoli editori presenti crescono da 94 a 284. Per il 31 dicembre 2011 il valore del mercato ebook è stimato sugli oltre 3 milioni di euro ma pur sempre tra lo 0,08 e 0,1 per cento del mercato totale del comparto librario!
2012:
gennaio: nasce Ebook Mania, la prima rivista letteraria italiana bimestrale dedicata agli ebook e all'editoria digitale. gennaio: ibooks 2.0: lanciato con la app iBook Author: 350.000 la
prima settimana. febbraio: Musica legale: aumento del 22% del fatturato e filesharing in calo del 4%. 3 marzo: itunes annuncia di aver raggiunto i 25 miliardi di dal luglio 2009. 24 marzo: Wikiebook: sicompra un testo su Amazon lo si scorre e sottolinea su Kindle e le note e tutto finisce in un sito insieme a quello degli altri lettori, Repubblica. marzo: Apple: l’ipad3 vende 3 milioni di pezzi nel w.e di lancio; l’iphone4 aveva raggiunto i 4 milioni. marzo: Amazon e Barnes& Noble vendono i libri di Harry Potter ma rimandando a Pottermore.com. 27 marzo: Google Play è disponibile sulla Google: sostituirà App Android. Aggrega Android Market, Google Music e Google eBookstore. 30 marzo: nasce Edicola Italiana con accordo tra Sole 24 Ore, Espresso, Mondadori, RCS. aprile: in arrivo da LG schermo flessibile eink. 9 aprile: Facebook acquista Instagram, l'azienda che ha progettato un'applicazione software per gestire le fotografie scattate da iPhone e, di recente, anche da cellulari Android: secondo una nota ufficiale l'accordo vale circa un miliardo di dollari. 10 aprile: PEW: il 21% americani ha letto un ebook; 114 milioni di ebook venduti nel 2012 e 48,3 milioni di ipad (www.giornaledellalibreria.it). 27 aprile: Kindle touch: web gratuito 3G di Vodafone, 3000 libri, 2 mesi batteria, cloud gratuito, 189 euro. 30 aprile: Microsoft si lancia negli ebook: accordo milionario con Barnes & Noble. Alleanza tra Redmond e la grande catena di distribuzione editoriale, per competere sul terreno di Amazon e Apple. Investimento per 300 milioni sul
Nook, il dispositivo-tablet avversario del Kindle. 7 maggio: Lanciato nel novembre 2011 il tablet colorato di Amazon, il Kindle Fire, è già diventato leader sul mercato statunitense dei tablet con cuore Android, secondo uno studio comScore Device Essentials. Probabile il lancio in Italia nel 2012. 8 maggio: Secondo le statistiche curate dalla Publishers Association inglese, pubblicate la settimana scorsa, gli e-book costituiscono l’8% del mercato totale del libro. Google accellera e sbarca in Italia, primo paese di lingua non inglese, con Google Play: un colossale supermercato online con oltre due milioni di libri di cui alcune migliaia già in italiano. 10 maggio: la nuova edizione delSalone internazionale del libro di Torino è dedicata alla “primavera digitale” e darà grande attenzione al libroelettronico che comincia a consolidarsi nel panorama dell'editoria italiana. 11 maggio: Editoria, il governo spinge sul digitale. Approvato decreto su nuove misure di sostegno. Gli obiettivi consistono nel configurare una gamma di possibili incentivi coerenti con l’attuale situazione del mercato editoriale e sostenere l’innovazione, e in particolare le start-up e le iniziative editoriali che puntano alla multimedialità, al fine di modernizzare e sviluppare il settore, oltre che favorire, con attività di comunicazione e promozione, la diffusione della lettura, in particolare tra i giovani. 17 maggio: Rebranding: Biblet di Telecom Italia diventa Cubolibri.Cubolibri offre 30mila titoli in lingua italiana e alla vendita degli ebook si affiancano alcuni servizi di fidelizzazione del cliente: principalmente, una pagina Facebook (Cubolibri Cafè) e il magazine mensile PreTesti. 18 maggio: Facebook debutta in borsa: 38$ per azione e valutazione da 104 miliardi. 19 giugno: Microsoft ha presentato la famiglia di Tablet Surface con una custodia che diventa tastiera e il loro sistema operativo mobile. I tablet sono realizzati dalla Microsoft stessa per una massima sinergia tra hardware e software. 20 giugno: Amazon apre il suo app store in Italia.
28 giugno: presentata da Google la tavoletta Nexus 7, un tablet low cost a 199 dollari che include 25 dollari di credito per l’acquisto su Google Play. Un tablet da 7 pollici molto leggero venduto con contenuti prevaricati in bundle. 28 giugno: arriva in luglio il Kindle Fire 2 di Amazon probabilmente presto anche in Italia. 10 luglio: la catena alberghiera InterContinental Hotel Group ha fatto un accordo con Amazon per sostituire le Bibbie in dotazione nelle camere con un Kindle. I libri si possono scaricare dal wifi dell’hotel e vengono addebitati come extra. 12 luglio: Mondadori annuncia l’intesa con Kobo per un Kobo touch da distribuire nelle 400 librerie del gruppo. La versione base permette di leggere libri, di collegarsi ad Internet con wifi ed è un sistema aperto a qualsiasi formato di libro elettronico. 14 luglio: il Vaticano ha avviato la pubblicazione di una serie di ebook sull’App Store di Apple. 17 luglio: nasce la collana di ebook senza DRMRizzoli First: romanzi inediti pubblicati in prima battuta in digitale senza protezione e in alcuni casi anche in inglese. 19 luglio: Google apre il Web Lab al London Science Museum, una nuova area dei musei dove i visitatori potranno interagire con cinque installazioni fisiche per capire come funziona Internet.Penguin, uno dei grandi editori americani, ha comprato la piattaforma di autopubblicazione Author Solutionsper 116 milioni di dollari. 26 luglio: la libreria on line di Giunti & Messaggerie, GeMS, ha aperto 9 librerie nelle città di Bergamo, Bologna, Ferrara, Firenze, Lecco, Mantova, Novara, Padova e Roma, per un’offerta a 360 gradi di libri cartacei, ebookreader, ebook e contenuti multimediali. Mondadori ha annunciato la partnership con Kobo, società che opera nel campo degli ebook reader. Per l’autunno ci sarà la presenza dell’ereader Kobo Touch nei multicenter Mondadori e in altri negozi del marchio al prezzo di 99 euro, e a completare l’alleanza, i titoli del Gruppo di Segrate saranno distribuiti attraverso la piattaforma Kobo.
27 luglio: Instagram raggiunge gli 80 milioni di utenti con oltre 4 miliardi di foto condivise. 25 agosto: ha enunciato il verdetto definitivo relativo allo scontro legale tra Apple e Samsung; Samsung ha violato in molti casi la proprietà intellettuale Applein ambito smartphone; diversa la situazione per i tablet: più favorevole per il gruppo coreano (il Galaxy Tab, insomma, non viola i brevetti relativi al design dell’iPad). Il danno complessivo è stato calcolato in 1,052 miliardi di dollari. 28 agosto: decolla in Francia l’eBook, grazie alla forte impennata di vendite di eReader e tablet e all’offerta di contenuti. Secondo i dati di uno Studio realizzato da Gfk, il mercato del libro digitale dovrebbe raggiungere un fatturato di 55 milioni di euro nel 2015, con una crescita di quasi l’80% nel 2012, a 21 milioni di euro. 6 settembre: arriva in Italia il mini tablet low-costche Googleha sviluppato in collaborazione con Asus. Il Nexus 7è disponibile da oggi presso gli Asus Point nella versione Wi-Fi da 16GB al prezzo di 249 euro, con display da 7 pollici. 7 settembre: Amazon ha aperto le prenotazioni per il Kindle Fire HD, tablet a colori disponibile dal 25 ottobre a 199 euro per la versione base. Con uno schermo a 7 pollici in HD e una doppia rete wifi, è il primo tablet potenzialmente competitivo con l’iPad per la forza dell’Azienda che lo lancia e per la qualità. 12 settembre: Apple presenta iPhone5. Code in tutti gli store della Apple del mondo per la sesta versione dell’iphone dalla sua nascita: l’iphone 5 che con due milioni di preordini cerca di rispettare la legge di Jobs direi, analoga a quella di Moore: ogni nuova versione vende il doppio della precedente. 17 settembre: la 64° edizione di Prix Italia, concorso internazionale prevede la premiazione di format destinati ai tablet per la prima volta. 2 ottobre: Mondadori lancia la sfida ad Amazon con il suo ereader Kobo Touch. 25 ottobre: la libreria Hoepli ha raggiunto un accordo con Amazon per la vendita dei Kindle presso la loro sede di Milano. E’ il primo punto di vendita fisico del Kindle in Italia.
Il contesto attuale
Questa seconda cronologia è di per sé auto esplicativa rispetto ad un diverso e più maturo contesto ma proviamo a esaminare anche in questo caso i punti fondamentali del cambiamento.
Il fenomeno i-Tunes di Apple per la musica (oggi in italia anche Cubomusica di Telecom e presto Google Play e Amazon) ha dimostrato che esiste la possibilità di gestire contenuti in forma digitale online, nel rispetto della legalità e del diritto d’autore. E le tendenze dei mercati più maturi come quello americano non fanno che confermare questo modello ad esempio con le offerte già attive di Google Play e Amazon in USA.
Internet oggi è ata alla fase 2.0 ed è largamente diffusa; inoltre si sono moltiplicati i device di fruizione: basti pensare al fenomeno smartphone oltre a pc, eepc, tablet e tv.
I lettori di ebook sono di nuova generazione e offrono molteplici funzioni sia nella versione e-ink adatti alla lettura sia come nuovi dirompenti tablet a colori multifunzione. Basti ricordare che il primo tablet risale solo alla primavera del 2010, la prima versione dell’Ipad di Apple, e oggi sono già numerosissimi i modelli presenti sul mercato. Ma quello che è profondamente cambiato è che i contenuti non sono più legati esclusivamente all’hardware. E’ vero che ci sono filiere verticali abbastanza chiuse come Apple e Amazon, e a breve Google e Microsoft, ma in entrambi i casi gli ebook acquistati si possono portare altrove e lo stesso vale per la possibilità di acquistare. Stanno nascendo diverse piattaforme di distribuzione con gestione sicura dei pagamenti e una buona facilità di utilizzo.
Esistono oggi almeno due standard tecnici per definire l’ebook: il formato pdf e
l’e-pub; oltre alla recente ascesa delle apps per libri molto illustrati e editoria per ragazzi.
La Adobe è diventata uno standard affermato per la gestione del DRM e crescono forme di sperimentazione e uso social DRM, una protezione molto meno invasiva per il cliente finale.
Esiste, seppur limitato ma in crescita (oltre 35000 titoli in italiano in continua crescita), un catalogo di titoli e novità a disposizione.
Dal punto di vista della experience i software di visualizzazione degli ebook hanno fatto grossi i in avanti in termini di ergonomia e funzioni; sono evoluti e di semplice utilizzo: Adobe, ibooks, Kindle, Ibs, Google Play.
Dati oggettivi ma anche usi differenti della tecnologia; l’abitudine all’utilizzo del computer, di internet e della lettura a video sono notevolmente cresciuti.
Dunque oggi la maggioranza dei grandi e medi editori è scesa in campo; gli altri lo faranno a breve; esiste in qualche modo un modello di business: occorre adesso stabilizzare il pricing e ridurre l’Iva che è al 21%.
Qualcosa dunque è cambiato ma non tutto naturalmente per cui la sfida di oggi è quella di gestire in sicurezza la filiera di produzione, distribuzione e pagamento degli ebook. Il dibattito apocalittici-integrati ha assunto, almeno in parte, toni diversi: i primi timori insensati si sono stemperati e finalmente si intravede una possibile convivenza, in una fase di transizione, la cui durata non è possibile prevedere oggi con sensatezza, con differenti utilizzi di editoria cartacea e ebook. L’ingenuo duello o l’ebook o la carta comincia a far spazio alla selezione
dei settori e prodotti più adatti o con vantaggi più immediati offerti dalla fruizione digitale: l’editoria professionale, la scolastica e ragazzi (tablet) sono i settori nei quali l’ebook sembra offrire i più immediati vantaggi di utilizzo. Anche se come vedremo i dati provenienti dal mercato americano ci dicono che, un po’ a sorpresa, è la fiction il settore più digital gettonato.
Il forte impatto dei tablet sul mercato editoriale della stampa e riviste in primo luogo non potrà che rafforzare queste direzioni di sviluppo aggiungendo motivazioni d’acquisto del reader e anche di conseguenza di utilizzo. Occorre infatti in una prima fase che vi sia una diffusione ampia dei device, qualsiasi essi siano e cioè ebook reader o tablet.
Il catalogo e la coda lunga
La cosiddetta coda lunga potrà consentire un’offerta di catalogo più ampia e duratura come è avvenuto nel mondo della musica e dei video, attraverso la distribuzione digitale. Infatti la distribuzione, almeno a partire dall’industrializzazione, ha proceduto con la concentrazione di un un’offerta sempre più ampia e personalizzata di prodotti in un unico luogo, reale o virtuale, ottimizzando parallelamente la gestione della logistica di stoccaggio e distribuzione delle merci reali, prima, e virtuali, poi. La rivoluzione digitale prima e delle reti telematiche poi, ha semplicemente accelerato un processo ampiamente in corso: Amazon e e-Bay sono due esempi. L’industria dei media si è sviluppata ottenendo profitti con una piccola parte di prodotti, le “hit”, di ogni settore come dischi, film o altro con una proporzione 80/20 e cioè il 20% dei prodotti genera l’80% del fatturato più o meno. Ma questo modello domina quando l’offerta non è sterminata perché i produttori si concentrano sui prodotti che vendono meglio e gli store reali non possono mai essere spazi infiniti basti pensare alle videoteche o ai negozi di dischi; vi sono anche veri e propri limiti fisici che impediscono la creazione di cataloghi di offerta immensi.
La possibilità invece di avere sterminati cataloghi digitali modifica questa regola
integrandola con la regola del 98% secondo Chris Anderson: ovvero il 98% del catalogo vende almeno una copia generando quella tipica curva della domanda detta “distribuzione a coda lunga”. Considerando che gli editori tendono a causa dei costi della stampa, carta, magazzino, resi, crisi a stampare sempre meno prodotti, gli ebook ci offrono una straordinaria opportunità di allargare nuovamente l’offerta e i cataloghi e rendere nuovamente disponibili libri oggi introvabili, integrando i fatturati con la quota generata dall’effetto coda lunga.
La teoria della coda lunga si può sintetizzare così: “la nostra cultura e la nostra economia si stanno affrancando dall’importanza attribuita a un numero relativamente esiguo di hit (prodotti e mercati mainstream), posizionati sulla testa della curva di domanda, e si stanno spostando verso un largo numero di nicchie collocate sulla coda. In un’era che non deve più soggiacere alle costrizioni dello spazio espositivo fisico e ad altri “imbuti” della distribuzione, beni e servizi per un target ristretto possono risultare economicamente attraenti”. [C. Anderson, La coda lunga, p.45.] L’analisi di Anderson poggia come fondamenta principalmente su importanti case-history dell’industria discografica americana, Rhapsody o i-Tunes, ma anche video come Netflix o editoria come Amazon. La coda lunga, sostiene Anderson, nasce grazie al contemporaneo crearsi di tre forze che si intrecciano: la democratizzazione degli strumenti produttivi, il taglio dei prezzi al consumo grazie alla democratizzazione della distribuzione e il collegamento tra l’offerta e la domanda.
I libri digitali, ebook, app o enhaced book che siano, possono rappresentare nell’offerta editoriale la parte bassa della coda (come si vede nel grafico di seguito), contribuendo ad ampliare il mercato e l’offerta con un beneficio in termini di fatturato generale del settore e di soddisfazione dei clienti che possono scegliere su un’offerta ben più ampia. Naturalmente l’ebook può anche costituire un’alternativa a seconda dei gusti, per i titoli della parte alta della coda. Ma la rivoluzione può venire proprio dalla parte bassa della coda. Non è un mistero che pochi libri vendano oggi molte copie, molti libri restino invenduti, molti non raggiungano nemmeno il mercato. Ma soprattutto moltissimi libri non vengono ristampati perché economicamente non remunerativi, altri non raggiungono la parità nel conto economico e vengono abbandonati i progetti perché troppo di nicchia.
Più libri, più vicini all’utente, sono fattori che possono solo contribuire ad aumentare la diffusione dei contenuti e della conoscenza e inoltre oltre ai grandi editori si muovono grandi gruppi come Telecom, nuovi protagonisti come Apple, Amazon e Google sfidandosi per conquistare il nascente mercato: sono segnali di forte interesse e del fatto che l’ebook sta superando le prime fasi della curva di adozione delle tecnologie di Rogers. Qualcosa è cambiato e probabilmente i tempi sono maturi per l’avvio e la crescita di un mercato ebook.
Contestualmente si introducono novità e cambiamenti per i ruoli e le funzioni dei vari protagonisti della filiera editoriale ma prima vediamo qualche dato sul mercato ebook in Italia aggiornato al maggio 2012, come abbiamo visto alcuni dati dell’evoluzione digitale, per poter contestualizzare le nostre riflessioni in una dimensione di mercato che contribuisce a chiarirci dove siamo ad oggi almeno in Italia.
I dati di mercato
Anche quest’anno, l’AIE, Associazione Italiana Editori, ha pubblicato a maggio in occasione del Salone Internazionale del libro di Torino i dati Nielsen e a fine ottobre il Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2012 (www.aie.it). Il mercato del libro è entrato in una zona d’ombra nel 2011, peggiorando nei primi nove mesi del 2012 con un -8.7% secondo i dati Nielsen sui canali Trade. Cresce e si consolida il segmento, seppur ancora esiguo, degli ebook. E’ la prima volta che il libro, solitamente anticiclico, si allinea alla crisi attuale.
I numeri sono quelli attesi dalle aspettative e ci presentano un mercato ancora molto di nicchia in termini relativi, siamo circa allo 0.9 % del totale mercato dei libri, ma con una forte crescita nel periodo che stiamo analizzando: se consideriamo che sul finire del 2010 era allo 0.1 % abbiamo un balzo in avanti di oltre il 700%; un balzo che potrebbe diventare esponenziale se si confermasse
questo trend nei prossimi dodici mesi.
Per quanto riguarda il fatturato si è attestato a fine 2011 a 12,6 milioni di euro a fronte di un fatturato globale del settore di 1,4 miliardi di euro. Crescono gli acquirenti di ebook ma i lettori sono quasi il doppio, cosa che evidenzia il fatto che molti leggono ebook gratuiti e ci sono fenomeni di pirateria.
La lettura digitale sembra al momento fatta più di uomini che di donne (61,5% vs 38,5) probabilmente per l’accesso all’hardware e per un gap tecnologico favorito dalla complessità attuale ancora troppo alta per accedere ai libri elettronici. Analoghi peraltro i dati del caso se. Tuttavia è possibile che questa differenza venga colmata in breve perché i dati di utilizzo di Internet ci dicono che tra il 2005 e il 2010 per alcuni tipi di utilizzo, ricorrenti e importanti, come la partecipazione a chat o blog, i social network, l’utilizzo dei motori di ricerca e le attività di ecommerce, il divario è praticamente stato azzerato.
In forte crescita anche il numero dei titoli disponibili, che ad oggi sono arrivati quasi a quota 32.000 (erano 19.000 a dicembre e 11.000 a fine 2010). Il dato positivo è nuovamente la crescita molto rapida e elevata piuttosto che la percentuale sul totale della disponibilità cartacea, in commercio non in libreria dove ne arriva solo una parte, della quale è un 4%. La variazione della produzione di titoli in formato ebook tra il 2011 e oggi è cresciuta del 180%.
Un altro dato interessante ci viene dal formato che conferma il delinearsi dei due standard: epub e pdf. Crolla la produzione, in due anni da quasi il 30% al 3%, del formato doc e i due, pdf e epub, raggiungono oltre il 90% della produzione.
Tema caldo e di particolare rilevanza in prospettiva per l’affermazione del mercato ebook, il DRM, ci offre dati interessanti: in un anno compreso tra maggio 2011 e maggio 2012, l’utilizzo del DRM di Adobe scende dal 44,9% al
36,7% e contemporaneamente cresce l’utilizzo del Social DRM dal 20% al 34,7%.
Negli store online di ebook in Italia le novità più importanti sono sempre l’ibookstore arrivato ad ottobre 2011 e lo store Amazon.it del dicembre 2011.
Fa il suo esordio nell’ottobre del 2012 la filiera composta dallo store online di Mondadori e dal suo nuovo lettore ereader Kobo ad esso collegato con le app gratuite Kobo ereading per poter leggere su tutti i dispositivi e lo store relativo http://www.kobobooks.it.
Diverse sono le piattaforme e ancor più gli store online, tuttavia rimane qualche rigidità per le filiere molto chiuse con formati proprietari, mobi e ibook, come Amazon e Apple. Ed è in arrivo Microsoft.
Nella composizione dei cataloghi cominciano a vedersi in modo importante i grandi editori: Gruppo Mondadori 14,9%, Gruppo GeMS 13,2%, Gruppo RCS 12,7 %, Feltrinelli 5% e Gruppo Giunti 3,3,%.
Cresce dunque la lettura su device dedicati, come tablet e ereader: a fine 201° si stimava che tra la popolazione con più di 14 anni di età i lettori di ebook (anche gratuiti) fossero circa 691.000 italiani pari all’1,3 % della popolazione. Di questi circa un terzo e cioè 365.000 dichiarava di averne acquistato almeno uno. Nel 2011 i lettori sono diventati 1,1 milioni cioè il 2,3% della popolazione maggiore di 14 anni e gli acquirenti sono saliti all’1,1% ovvero 567.000 italiani.
Quello degli ebook, è uno dei mercati dove probabilmente più di altri si procede per proclami e smentite, rivoluzioni e controrivoluzioni presunte. Certo, come
peraltro in ogni contesto di adozione di nuove tecnologie, fare previsioni è piuttosto difficile quando non azzardato. E così anche i dati che arrivano dal mercato americano sono da considerare in quanto tali ma non certo come tendenze anticipatrici di quanto avverrà in Europa o nei singoli paesi poichè è verosimile che i cammini saranno diversi. Secondo uno studio della Book Industry Study Group, presentato all'Editech 2012 a giugno a Milano, negli Usa a partire circa dal 2010 si è creato un trend negativo di decrescita nella vendita dei libri hardcover, softcover e paperbacks, compensato in qualche modo da una crescita costante degli ebook fino a portare a fine 2011 il 17% degli acquirenti di libri ad aver comprato almeno un ebook. Quello che stupisce è che la maggior parte di questi ebook appartenevano, un po' a sorpresa, al genere Fiction. Tra i device di lettura preferiti domina di gran lunga ancora l'Amazon Kindle e-reader, seguito a distanza dal Nook di Barnes& Noble, il più recente Kobo di Mondadori e poi dai tablet: l'iPad di Apple e gli Android in forte crescita, la possibile sorpresa del Microsoft Surface. Tra la fine del 2011 e la prima metà del 2012 sono diminuiti i computer e cresciuti i device multifunzione per la consultazione degli ebook. Naturalmente il tempo di utilizzo dei tablet si suddivide tra la lettura di ebook e le altre attività possibili come giocare, navigare, ascoltare musica o vedere video per esempio. Per esempio negli USA, nei primi sei mesi del 2012, 58 milioni di americani hanno comprato un ebook.
5. Il ruolo degli editori
E’ evidente che qualcosa deve cambiare anche nel ruolo degli editori che possono assistere ivamente ad una lenta erosione di ruolo o cavalcare l’onda digitale da protagonisti con un ruolo proactive e aperto al confronto con le nuove reti di conoscenza e i luoghi di scambio, le nuove agorà, diversificando l’offerta e parlando ai nuovi interlocutori. Per non cadere nell’errore del web 1.0, un’offerta di tipo broadcasting unidirezionale, occorre rispettare le nuove regole e catturare il lettore 2.0. Oggi, forse ancor più di prima, è necessario il ruolo dell’editore per filtrare, certificare, garantire e incanalare una tale quantità di informazioni che in quanto tale è paradossalmente non consultabile.
Se è vero che la funzione di produttore industriale e di distributore commerciale vengono e verranno profondamente ridisegnate, rimangono vivi e talvolta addirittura rafforzati, per gli editori, “ i ruoli di talent scout, di allestitore di prodotti editorialmente e redazionalmente professionali, di promotore e commercializzatore dei testi prescelti: in una parola, di garante del lettore per quanto riguarda la linea editoriale e la qualità delle scelte effettuate; e garante dell’autore in quanto attivo nelle azioni di selezione e di promozione delle opere pubblicate. Ruoli non certo secondari in un mondo in cui il problema del fruitore finale non è quello di poter accedere a informazioni o saperi, ma quello di selezionare le cose di proprio interesse in un’offerta confusa e turbinosa di proposte: quello cioè di affidarsi ad un organizzatore di contenuti fidato -a un garante appunto- per potersi orientare tra i prodotti di qualità diverse che vengono strillati tutti insieme per farsi acquisire." [V. Eletti, A. Cecconi, Che cosa sono gli e-book, Carocci, Roma, 2008, p.33]. L’industria editoriale deve superare la fase di organizzazione del lavoro fordista, l’economia delle reti prevede differenti dinamiche che caratterizzano la gestione della conoscenza e dei processi innovativi. La storia ci ha fatto vedere che il aggio da modelli di gestione accentrata della conoscenza a modelli distribuiti è l'elemento distintivo dei modelli postfordisti. Le nuove tecnologie radicalizzano la tendenza: l'impresa diviene parte di sistemi più ampi di gestione dei processi innovativi (il sistema del valore) rinunciando a organizzare il lavoro su basi tradizionali. La rete crea soggetti collettivi nuovi. La casa editrice deve aprire le porte al confronto con i
nuovi prosumers e presidiare le aree privilegiate di scambio, le nuove agorà.
Vediamo di riassumere per punti come e cosa cambia nel ruolo degli editori:
-la filiera editoriale, poichè il web annulla il segmento della filiera industriale mediatica rappresentato dalla produzione in serie di copie, confezione e distribuzione e si richiede un ruolo diverso all’editore: il libro, scisso il binomio libro-tecnologia di stampa, torna ad essere contenuto, veicolato come librooggetto o in altre forme. Gli editori non più distratti da altri mestieri come quello di stampare e confezionare, possono e devono tornare a fare gli editori. Editori e cioè coloro che selezionano e pubblicano autori controllando tutta la filiera e garantendo la qualità del risultato finale, affiancati dai nuovi autori-editori prodotti dalla disintermediazione;
-il self publishing è una componente alimentata dai nuovi protagonisti: gli store digitali e i colossi della rete e della distribuzione: Amazon, Google, Apple e magari con quote minori i vari store digitali;
-l’ebook è contenuto ma un oggetto diverso: cambiano i protagonisti della fabbricazione e distribuzione e l’editore dialoga con nuovi protagonisti con modalità differenti;
-opportunità e minacce: l’ebook rivitalizza l’offerta di selezione e organizzazione di contenuti, punto di forza degli editori, ma richiede un ruolo diverso con il consumatore finale e una revisione del rapporto con gli autori. Il rischio è la disintermediazione e l’affermazione di nuovi protagonisti;
-con l’ebook e più in generale l’editoria digitale, si traccia una linea diretta tra
editore e pubblico;
-il marketing si trasforma in algoritmo e aparola virale;
-l’utente è protagonista e l’editore deve scendere nelle piazze virtuali per dialogare e confrontarsi con il suo pubblico;
-si apre la strada per la crescita del crossbook: il binomio libro-stampa diventa polinomio =distribuzione multiforme e multidevice;
-la coda lunga allarga il mercato;
-gli editori tradizionali non rischiano e nuovi innovatori crescono: 40k o Quinta di copertina sono solo due esempi; nascono anche nuove case editrici che non si differenziano più tanto per il genere quanto per la funzione come ad esempio Hyperink (http://www.hyperink.com/) il cui focus è quello di aiutare a trasformare contenuti di b libri e a venderli in formato digitale;
- la necessità di pensare in termini di contenuti in primis e non di prodotti deve far pensare al libro aperto con confini mutabili;
-queste mutazioni richiedono una riaffermazione costante del proprio ruolo e autorevolezza: non si conquista una volta per tutte ma giorno dopo giorno. Per usare una facile metafora i due grattacieli sede di Amazon si chiamano Day 1 North e Day 1 South per ricordare che si è sempre al primo giorno e occorre guardare al futuro. Gli editori devono riuscire a giustificare il loro apporto,
valore aggiunto, nella realizzazione del prodotto finale;
-la “funzione dell’editore è sempre più simile a quella del produttore teatrale: costruiamo dei cartelloni (collane) e all’interno di questi promuoviamo a 360 gradi i nostri artisti (gli autori).” [Riccardo Cavallero, Direttore generale libri trade Gruppo Mondadori, in Conversazioni digitali di Elisa Molinari, Giornale della Libreria, giugno 2012, pag.13]
-lettori e autori, le due categorie più avvantaggiate in questo momento dall’evoluzione digitale, sono sempre più coinvolti nel processo di produzione dei libri; gli autori possono ora pubblicizzare e vendere i propri libri utilizzando i social media e raggiungendo milioni di persone senza intermediatori. Gli editori per evitare la disintermediazione devono diventare innovativi “nello sfruttare l’opportunità dell’ebook marketing per riaffermare l’importanza del loro ruolo”. [Ina Fuchshuber, Direttore neobooks in Conversazioni digitali di Elisa Molinari, Giornale della Libreria, giugno 2012, pag.13].
6. I formati dei nuovi libri
Dopo un proliferare di formati proprietari tipico delle fasi iniziali, oggi esistono alcuni formati che stanno diventando uno standard per definire l’ebook stesso e alcune esperienze di filiere molto chiuse, Amazon e Apple ad esempio, che propongono ancora formati proprietari.
Una prima grande differenza è quella che etichetta proprio i due formati più diffusi e cioè l’epub e il pdf: il primo è un formato cosiddetto reflowable o anche definito liquido perché si adatta alle dimensioni dello schermo sul quale è visualizzato.
Questa funzione se da un lato non garantisce la consultazione con l’impaginazione prevista dall’editore, dall’altro lo rende molto flessibile per un utilizzo sui differenti lettori presenti sul mercato.
Questo perché risolve il problema della miriade di diversi schermi presenti sul mercato che hanno dimensioni molto differenti. Di contro però proprio questa caratteristica del testo di essere fluido e di riempire lo schermo, fa sì che il numero di pagine sia diverso a seconda del i sul quale si visualizza. Il secondo, il pdf, non è invece ridimensionabile ma mantiene le caratteristiche dell’impaginazione e dunque il rapporto testo e immagini tanto nella stampa quanto nella visualizzazione a video ed è proprio la sua stessa caratteristica nativa.
Il libro in formato pdf avrà sempre lo stesso numero di pagine su qualsiasi dispositivo ma mentre in alcuni la pagina sarà visualizzata in modo completo, su altri bisognerà usare i comandi di scroll o di zoom, piuttosto scomodi in lettura.
Poi abbiamo i formati proprietari Mobi di Amazon e iBooks di Apple e infine gli ultimi sviluppi del linguaggio Html 5 lo rendono un possibile protagonista soprattutto per realizzare le app perché non occore sviluppare il software per ogni piattaforma (oggi Apple e Android ma a breve anche Microsoft per esempio) e quindi permette un contenimento notevole dei costi di sviluppo.
Vediamo le caratteristiche di ogni singolo formato.
Il PDF
I file in formato PDF (Portable Document Format), sviluppato da Adobe Systems, hanno un’estensione .pdf e la caratteristica di mantenere costante la formattazione del documento originale sia per la stampa che per la visualizzazione su piattaforme diverse, che includono Windows, UNIX e Mac. La Adobe ha previsto un software per la visualizzazione gratuito che si chiama Adobe Acrobat ed è disponibile per utilizzare i pdf sulle principali piattaforme sul mercato. Per la lettura poi degli ebook è previsto uno sfogliatore che fa anche da raccoglitore dei titoli che si chiama Adobe Digital Edition, gratuito anch’esso ma soprattutto in grado di gestire il DRM.
I file pdf possono essere arricchiti con segnalibri, miniature delle pagine, link interni ed esterni, pulsanti per la navigazione, note e possibilità per ingrandire o ridurre le dimensioni di una pagina in modo che possa adattarsi allo schermo dell’utente. Il pdf consente l’utilizzo della funzione zoom per ingrandire il documento. Si possono ottimizzare per la lettura sul web riducendo il peso del file ed è possibile fare in modo che il documento venga visualizzato prima del completo in modo simile alla funzione streaming dei video. I documenti pdf si possono visualizzare su una o due pagine ma il testo non si adatta alle dimensioni dello schermo e poiché tali dimensioni nei differenti tablet o device sono differenti una dall’altra, l’utilizzo del pdf non può essere
ottimizzato per qualsiasi tipo di schermo.
Infine esistono un set di funzioni per la protezione che permettono all’autore di decidere cosa è possibile fare o non fare con il file: ad esempio si possono inibire la copia del testo o la stampa.
L’EPUB
Il formato EPUB è uno standard libero e aperto pensato specificamente per la pubblicazione dei libri digitali. Il grande vantaggio di questo formato è che permette al testo di adattarsi automaticamente allo schermo del dispositivo di lettura e di aumentare o diminuire la dimensione del carattere, consentendo quindi l'utilizzo di ereader anche tascabili. Dal 2007 è lo standard ufficiale dell'International Digital Publishing Forum (IDPF), un organismo internazionale no-profit al quale collaborano università, centri di ricerca e società che lavorano in ambito sia informatico che editoriale. Poiché si tratta di uno standard aperto sul sito ufficiale è possibile trovare tutti i documenti necessari per approfondire: http://idpf.org/
Tra l’EPUB 2 e l’EPUB 3
Il formato epub 2 attualmente è ancora standard per contenuti reflowable perché seppur sia in rilascio la versione successiva, dovranno poi essere adattati tutti i device. In un file di formato zip il formato epub 2 racchiude tutto il libro. E’ ato da tutti gli ereader tranne Amazon e da tutti i word processor.
La versione attualmente in fase di rilascio, l’epub 3, contiene molte innovazioni che offrono la possibilità di realizzare un’impaginazione molto più complessa,
ricca di contenuti multimediali e interattiva; tutti elementi che nelle precedenti versioni o erano impossibili da realizzare o molto faticosi. Tra le novità appunto la marcatura semantica e il CSS3, gli scripting per interattività. Questo significa la possibilità di utilizzare fogli di stile multipli, di sincronizzare testo-audio, di inserire crosslink tra epub, diversi livelli di indice, fogli di stile portrait e landscape gestiti in un solo file, box e immagini con didascalie. Esiste poi una funzione del CSS, la Media query che seleziona un foglio di stile in automatico in base alle caratteristiche del dispositivo.
Il MOBI
Sempre della famiglia dei formati reflowable, il formato MOBI è uno standard pensato specificamente per la pubblicazione dei libri digitali, funzionalmente simile all’EPUB. E’ adottato da Amazon per le pubblicazioni destinate alla famiglia dei lettori kindle e funziona con un DRM.
L’HTML 5
L'HTML5 è un linguaggio di markup per la progettazione delle pagine web attualmente in fase di definizione presso il World Wide Web Consortium (http://www.w3.org/).
L'intento che ha guidato il gruppo di progetto è stato quello di proporre nuovi comandi e funzionalità fino ad allora ottenute in maniera non-standard, ossia mediante il ricorso a plug-in o a estensioni proprietarie dei vari browser. Altro obiettivo è garantire una buona compatibilità con i browser esistenti, compresi quelli obsoleti o presenti su piattaforme mobili. Il proliferare di device mobili anche nuovi come i tablet ha moltiplicato le problematiche di compatibilità con i vari browser e dunque un linguaggio che diventa trasversale semplifica la programmazione ed evita ripetizioni di sviluppi con adattamenti a particolari
sistemi.
L’html5 permette di realizzare app non proprietarie, le cosiddette webapp o ebook arricchiti. Una web application è un'applicazione software alla quale si accede mediante un browser web. In pratica una web application è un programma che viene sviluppato per funzionare o su internet o su una rete locale (intranet) e gli utenti lo possono utilizzare attraverso un browser come se fosse un sito web, senza necessità di effettuare alcuna installazione sul proprio computer.
I reader oggi non ano ancora l’epub3 ma molte funzioni html5.
L’html 5 è un insieme di tecnologie che consente di realizzare siti 2.0 con uno o tutti questi elementi senza bisogno di scaricare plugin proprietari:
-Canvas: per gestire i grafici dinamici e interattivi in base ad un input utente (animazioni, giochi)
-Audio/video: fino ad oggi si poteva usare solo Flash
-Geolocalizzazione: con tutte le possibilità che comporta per realizzare prodotti
-CSS3: fogli di stile compresa la paginazione per andare in stampa
-Taggatura semantica
Per approfondire le caratteristiche del linguaggio:
http://www.html5today.it/
Il FIXED LAYOUT
Abbiamo visto che il formato epub esclude la position= fixed del CSS perché reflowable; ma allora come fare le pagine elettroniche per libri di fumetti, scolastica, bambini, ricette, riviste?
Le uniche soluzioni possibili sono il già visto pdf o il Fixed Layout che è un meccanismo per creare una pagina tramite html e CSS; non consente di modificare le dimensioni delle font o di fare il reflow, ma solo di utilizzare lo ZOOM.
I software sul mercato per realizzare questo tipo di prodotti sono attualmente:
-l’Apple ibooks 1.2 (ogni file Xhtml=1 pagina) e adesso anche in ibookAuthor anche se il testo refluisce a seconda dell’orientamento dell’iPad:
-Amazon: il Kindle Format 8 (KF8) è il nuovo formato ebook di Amazon basato sull’HTML5 che apre il mercato dei contenuti digitali a prodotti editoriali complessi, ancora più accattivanti sotto il profilo grafico. Una nuova modalità di fruizione orientata verso fumetti, graphic novel e libri per bambini. Per il momento è disponibile solo per il tablet Kindle Fire non ancora presente in
Italia;
-Barnes & Noble: Digita Replica Plus proprietario solo per libri bambini per Nook; tuttavia sono possibili grossi sviluppi dopo l'accordo milionario di Microsoft con Barnes & Noble: si prevede un investimento di 300 milioni proprio sul Nook, il dispositivo-tablet avversario del Kindle;
-IDPF (Internationa Digital Publishing Forum): in fase di stesura ma da capire per quali reader.
L’iBOOKS di Apple
iBooksAuthor per il mondo Apple è indubbiamente in questa fase il migliore per la facilità d’utilizzo e le potenzialità. Vediamo le principali caratteristiche:
-solo per Apple e funziona solo su iPad
-non esporta-importa epub o per la stampa
-si distribuisce solo su ibookstore
-dispone di widget html5 pronti per realizzare in modo intuitivo e semplice slideshow, immagini interattive, viewer 3d, album
-con dashcode (strumento di sviluppo) si possono creare widget interattivi.
7. La protezione dei contenuti
L'avvento delle tecnologie digitali e la riduzione di ogni contenuto sia esso un testo, un'immagine, una canzone o un filmato in una unità discreta digitale, ha cambiato il senso e le modalità della copia, e dunque le regole della copia illegale, di un contenuto. La copia dei file digitali è praticamente illimitata e gratuita e la copia stessa è perfettamente identica all'originale.
La battaglia contro la pirateria in ambito discografico, basti ricordare il caso Napster, ha aperto molti interrogativi e frenato sicuramente nel 1999 lo stesso primo tentativo di lancio degli ebook in mancanza di una modalità sicura di gestione dei diritti. La questione della gestione della tutela del copyright in ambito digitale, è un nodo fondamentale nella ridefinizione del ruolo degli editori e contemporaneamente un elemento chiave per la diffusione degli ebook.
Vediamo qualche dato per capire meglio il contesto attuale e poi brevemente le diverse possibilità di gestione dei diritti digitali:
l’1,1% dei lettoriha acquistato un ebook nel 2011 ma il 2,3% ne ha letto uno (Nielsen Centro per il libro) due sono le cause: la diffusione di ebook fuori diritti, in bundle o gratis e la pirateria Legalità, febbraio 2012: dopo la chiusura di Mega e Megavideo, autochiude Library.nu (400.000 ebook di cui 4000 in italiano) Report di International Federation of the Phonographic Industry: mercato mondiale ha perso nel 2011 il 3% ma comparto digitale aumenta 8% per un totale a fine 2011 del 31% del mercato globale (in Usa e Corea del Sud oltre 50%); aumenta del 62% a 13,4 milioni il numero di abbonati a servizi musicali
Dai dati emergono due concetti:
-il mercato della musica sta trovando una strada di legalità e profitti dopo molti anni di battaglie a volte inutili o mal gestite contro la pirateria;
-il problema esiste anche per gli ebook ed è inutile negarlo ma seguendo le dinamiche dei settori che hanno aperto la strada, si auspica di evitare di ripetere gli stessi errori.
Le tipologie di protezione DRM
(il Digital Right Managment )
Ci sono diverse possibilità per proteggere un contenuto digitale sia dal punto di vista tecnico che dell’impatto sul consumatore finale.
Il breve elenco che segue parte dal metodo a maggior impatto vincolante e poi seguono in ordine decrescente gli altri:
DRM: Adobe e altri ma sostanzialmente domina il primo. E’ un sistema di protezione sicuramente valido ma molto invasivo nei confronti dell’utente finale cui sono precluse molte azioni e che indubbiamente infastidisce proprio colui che ha acquistato il prodotto legalmente; Social DRM: Watermark o dati acquirente (dati fatturazione applicati al
); si tratta di responsabilizzare l’utente finale marchiando il prodotto con qualche dato che identifichi il proprietario e dunque inibisca la distribuzione illegale proprio facendo leva sulla digital reputation che è indubbiamente importante nei contesti digitali basti pensare ai sui venditori di eBay o alle recensioni volontarie di Tripadvisor; CC Creative Commons: non è una forma di totale assenza di protezione bensì stabilisce che solo alcuni diritti sono riservati; movimento nato in California per opera di Lawrence Lessig.
Sono 4 licenze di base che vengono combinate a seconda dei desiderata dell’autore:
-By (attribuzione): ovvero l’obbligo di citare il nome dell’autore
-NC (no commercial): i contenuti non si possono utilizzare per operazioni commerciali
-ND (no derivate): con i contenuti non è possibile fare opere derivate
-SA (share alike): è possibile riutilizzare e diffondere ma a patto di utilizzare le stesse condizioni
L’utilizzo delle 4 licenze di base può portare a sei tipi di combinazioni diverse:
1. By;
2. By-ND;
3. By-NC;
4. By-SA;
5. By-ND-NC;
6. By-NC-SA
Le Licenze Creative Commons ad esempio in Italia sono usate da : Il fatto quotidiano, Internazionale, Wired, La Stampa archivio e molti altri.
Come funziona il DRM di Adobe
La tecnologie DRM funziona in modo abbastanza semplice. Il detentore della tecnologia, nella fattispecie per la maggior parte dei casi la Adobe, consente ai distributori di prodotti elettronici di controllare l'accesso alle visualizzazioni dei prodotti attraverso una specie di codice personalizzato. L'utente finale che acquista il contenuto riceve le "chiavi" personali per accedere al prodotto con le eventuali limitazioni nei comandi di copia e stampa. Quando il cliente finale scarica il file il software DRM controlla l'identità e l'abilitazione all'accesso, ovvero se ha pagato, decodifica il file e gli assegna una chiave per l'accesso con le possibilità che ha stabilito il produttore. Ad esempio alcuni editori inibiscono la possibilità di copiare o stampare. Per una maggiore efficacia poi oltre al
software si inserisce un meccanismo hardware legando il diritto di accesso direttamente alle U dei device utilizzati consentendo ai propri clienti l'utilizzo su un prestabilito numero di i.
Dal punto di vista dell'utilizzo dei contenuti acquistati, l'utilizzo del DRM è indubbiamente un vincolo fastidioso e richiede oltretutto una serie di aggi obbligatori.
Per leggere un libro protetto con l'Adobe DRM,occorre creare un cosiddetto Adobe ID e scaricare il software Adobe Digital Editions. Si tratta di un programma gratuito fornito per tutte le piattaforme.
In prima battuta dunque sul sito ufficiale della Adobe si crea un Adobe ID attraverso una procedura di registrazione. All'avvio di Adobe Digital Editions inserisci il tuo Adobe ID; questa registrazione permette di attivare l'eBook e di visualizzarlo sui device registrati con lo stesso Adobe ID. La procedura funziona così: quando si acquista un ebook protetto, lo store digitale consegna un file con l'estensione ".acsm". Solo quando questo file viene aperto con l'Adobe Digital Editios configurato con un corretto Adobe ID, parte il del libro.
DRM, Social DRM o Creative Commons?
Non esiste una ricetta risolutiva come non è possibile pensare di eliminare completamente la pirateria in ambito digitale; occorre diffondere una cultura della legalità che faccia leva sugli strumenti tipici che regolano le relazioni tra sconosciuti nel mondo digitale come i citati casi di eBay o Tripadvisor o la web reputation.
Certamente il peso della protezione dei contenuti non può e non deve pesare sul consumatore finale complicando l’utilizzo degli oggetti digitali acquistati quando non limitandone fortemente le libertà d’uso e quindi scoraggiandolo.
Alcuni esempi del settore della musica indicano una strada:
Case history iTunes: introduce la protezione Fairplay su tutti i file musicali e sul mercato viene realizzato un software pirata, PalyFair, che la toglie. Apple interviene legalmente e fa chiudere il sito e compare dopo poco un nuovo software: Hymn (hear your music anywhere) che svolge lo stesso ruolo di sblocco. Allora c’è un cambio di policy: DRM free per tutto il catalogo EMI con musica a 256 kbps invece di 128 kbps ma venduta un po’ più cara e funziona. Poi una causa dell’antitrust impone la vendita di file con DRM free o social DRM; Amazon, Google, CubomusicaTelecom: cloud e “accesso” anziché acquisto singolo; è una logica di servizio ovvero utilizzi i brani ma non li possiedi fisicamente e quindi, almeno in teoria, non li puoi ridistribuire; Cubomusica: streaming illimitato e di 10, 15, 25 al mese a seconda dell’abbonamento; lo streaming 3 euro al mese x 4 milioni di brani.
8. Dove comprare e come leggere gli ebook
L’acquisto
Come un libro si compra in una libreria, piccola o grande, appartenente o meno a una catena, così un ebook si compra in uno store digitale.
Tuttavia gli ecosistemi del mondo digitale sono quasi più complessi di quello analogico per cui proviamo a capire dove e come un utente può procurarsi un ebook.
Una delle prime considerazioni è indubbiamente che questo è un mercato device-driven nel senso che il device, tablet o ebook reader che sia, può già fortemente influenzare o limitare le nostre scelte.
Esistono degli ecosistemi verticali infatti come Apple e Amazon: per i possessori di ipad il negozio favorito è l’Apple store; per gli amanti del Kindle è lo store di Amazon. Per tutti gli altri tablet genericamente Android si può are dallo store di Android per eccellenza che è Google Play ma anche da qualsiasi altro store digitale.
Oltre al vincolo in base all’hardware e cioè al tipo di tablet, la seconda variabile importante è la presenza o meno del DRM di Adobe rispetto all’impatto sull’utente finale.
In generale gli ecosistemi verticali gestiscono loro direttamente il DRM, gli altri richiedono all’utente di eseguire una particolare procedura. Questo significa che se possiedo un device Apple o Amazon posso comprare rispettivamente un ebook nel relativo store senza dover gestire accessi o licenze aggiuntivi di protezione rispetto all’accesso con nome utente e agli store stessi. Oppure utilizzare le app apposite come Kindle e Amazon o ibooks, o Bluefire Reader, per comprare nello stesso modo ma con un device diverso.
Nel caso ad esempio di acquisto di ebook negli store digitali al di fuori degli ecosistemi verticali, come per esempio Ultimabooks, Ibs, Bookrepubblic, Feltrinelli, Mondadori che peraltro offre il suo lettore Kobo, occorre verificare la compatibilità del proprio device con i formati degli ebook in vendita e con il tipo di protezione DRM (social o Adobe ad esempio):
- i device Apple in generale non hanno problemi con gli ebook protetti con social DRM mentre per leggere quelli protetti da DRM di Adobe occorre utilizzare l’applicazione Bluefire Reader scaricabile gratuitamente dall’Apple Store e sincronizzarla con l’Adobe ID ottenuto sul sito ufficiale e registrato nel software Adobe Digital Editions sul computer preventivamente secondo la procedura descritta sul sito stesso di Adobe. Leggono formati pdf e epub ma non Mobi che è il formato proprietario di Amazon.
-i device Amazon: la famiglia di lettori Kindle non a il formato epub ma è possibile convertire i file con social DRM in formato Mobi attraverso un software per computer gratuito che fa in modo automatico conversioni e si chiama Calibre (http://calibre-ebook.com/). Non è possibile invece convertire file protetti con Adobe DRM perché limita le conversioni.
-ebook reader: il caricamento del file del libro dipende molto dal tipo di eReader che si utilizza ma, in genere, è sufficiente collegare il dispositivo al computer e salvare gli eBook all’interno della sua memoria, proprio come in una normale chiavetta USB. In altri casi è possibile che ci sia un software apposito per
sincronizzare il dispositivo con il computer. In questo dovrebbe essere specificato nelle istruzioni d’uso dell'eReader.
I libri digitali in formato epub protetti con il Social DRM sono compatibili con qualunque lettore legga il formato epub mentre nel caso del DRM di Adobe bisogna verificare che il device sia compatibile. Questa operazione si può fare sul sito della Adobe dove è presente un elenco dei lettori compatibili;
-device Android: poichè si tratta di un sistema aperto garantisce in genere un alto livello di compatibilità con tutti i formati di ebook presenti sul mercato. Per leggere su dispositivi con Android è conveniente utilizzare usare i software Bluefire Reader oppure Aldiko Reader, entrambi gratuiti e disponibili su Google Play. Per gli ebook senza protezione DRM sarà sufficiente cliccare sul link presente nella mail di conferma oppure sul link presente nella libreria personale, sotto il titolo del libro. Per gli ebook con DRM occorre installare l’applicazione Bluefire Reader e autorizzarla con l'Adobe ID; quindi si scarica il libro indicando di aprirlo con Bluefire e il libro viene scaricato.
In particolare IBS, Internet Book Shop, ha realizzato un'applicazione gratuita che facilita il trasferimento di tutti gli ebook acquistati sul sito www.ibs.it e consente di leggere su tutti i tablet e smartphone gli ebook nei formati pdf e epub anche con la protezione Adobe DRM. Lo sfogliatore Leggo IBS ha una serie di funzioni di personalizzazione che facilitano la lettura ottimizzando naturalmente gli ebook acquistati su Ibs ma consentendo la lettura di libri acquistati in altri store.
La lettura: ebook reader o tablet
Per leggere i libri elettronici occorre indubbiamente un device e seppur con differenti experience i device sono diversi. E’ possibile leggere un ebook sul
proprio computer o sul proprio telefonino con i relativi vantaggi e svantaggi: lo schermo del computer è indubbiamente molto ampio ma difficilmente posso portarlo in giro; quello dello smartphone è molto piccolo ma in mancanza di meglio è un oggetto che è sempre con noi e per la lettura “interstiziale”, si legga ritagli di tempo in mobilità, può essere un’ottima soluzione.
A parte questo i veri strumenti per la lettura digitale sembrerebbero essere gli ebook reader, appunto, e i tablet.
Vediamo di cosa si tratta.
Un ebookreader o lettore di libri elettronici, è un dispositivo elettronico portatile che permette di caricare un gran numero di testi in formato digitale (ebook) e di leggerli con un'esperienza simile ad un libro cartaceo, dunque sfogliando delle pagine. I lettori di ebook sono studiati quasi esclusivamente per la lettura di testi, e nell'accezione originaria vengono identificati come aventi schermi con tecnologia e-ink, attualmente disponibile solo in toni di grigio.
L'ebook reader è stato progettato per creare un'esperienza di lettura digitale analoga a quella cartacea e questo cosiddetto inchiostro elettronico ha proprio l'obiettivo di rendere al meglio la leggibilità senza stancare l'occhio come quando si lavora al computer. Come può fare tutto questo? Per capire meglio ci affidiamo alla voce della Wikipedia: questa "particolare tecnologia non necessita per la visualizzazione delle immagini a schermo di una retroilluminazione dello stesso, in quanto la resa è simile a quella di uno scritto stampato, ma rimane ovviamente necessario l'utilizzo di una fonte di illuminazione esterna, proprio come nella lettura dei libri, ovvero il semplicemente stare all'aperto (di giorno) oppure in una stanza illuminata artificialmente.
Questa caratteristica trasla quindi nel mondo digitale i pregi e i difetti della
classica lettura cartacea: da una parte risulta meno stancante per la vista (rispetto ad un analogo dispositivo dotato di schermo LCD) in quanto lo schermo non è una fonte di luce che punta verso i nostri occhi, dall'altra costringe però alla dipendenza da fonti di illuminazioni esterne, ovvero rende impossibile la lettura al buio. Inoltre, essendo tale tecnologia pensata per la visualizzazione statica di immagini (come la pagina di un libro) non si trova a proprio agio per la riproduzione di contenuti più complessi, come ad esempio pagine web o filmati". Ogni dispositivo e-reader è dotato di una connessione a Internet, wi-fi o 3G a seconda del tipo di offerta, per scaricare i libri da leggere e di un software apposito per la lettura. Tali software in genere hanno la possibilità di sfogliare le pagine, prendere appunti, usare un segnalibri, navigare agilmente attraverso le pagine e i contenuti anche con un motore di ricerca. Ne esistono sul mercato diversi modelli e molti store digitali commercializzano anche un modello di ebook reader: è il caso per esempio di IBS, Mondadori o di Cubolibri di Telecom. Indubbiamente il più diffuso è il Kindle nelle sue varie versioni, oggi anche touch, prodotto e commercializzato nel mondo e in Italia da Amazon.
Un tablet o tavoletta invece è una delle varianti dei tablet pc, caratterizzati da dimensioni compatte e che utilizzano come unico sistema di input uno schermo controllato da una penna o tramite dita, touch screen, invece che una tastiera e un mouse. Il nome deriva chiaramente dalla forma di tali dispositivi che assomiglia a quella di una tavoletta utilizzata per la scrittura. Non essendo dotati di tastiera, questi dispositivi utilizzano in genere una tastiera virtuale su schermo che compare quando si vuole inserire del testo e funziona allo stesso modo ma con la pressione delle dita come input esterno. Il tablet così inteso è sbarcato in Italia nella primavera del 2010 con il primo lancio dell'iPad di Apple. L'enorme successo ha aperto il mercato ai modelli della Samsung e poi a seguire di moltissimi altri fino alla famiglia di Kindlefire di Amazon o al Surface di Microsoft del giugno 2012. Per quanto riguarda i prodotti italiani nel marzo 2011 l'azienda eporediese Olivetti ha rilasciato al pubblico il primo tablet italiano: l'Olivetti Olipad 100. Questi dispositivi sono dotati di interfacce mobili, e cioè più simili a quelle degli smartphone, e adatte ad un uso attraverso touch screen. A differenza degli ebook reader sono retroilluminati come i computer; tuttavia i tablet sono a colori e sono stati costruiti per ottimizzare la consultazione di internet e di contenuti multimediali come fotografie, video e musica. Dunque se è vero che da un lato la retroilluminazione riduce in alcuni contesti l’esperienza della lettura, in compenso, dall’altro lato, con un tablet l’utente può fare un sacco
di altre cose e con una piccola tavoletta molto adatta alle situazioni di mobilità, portar con sé gran parte delle funzioni svolte normalmente con il computer.
Se è vero che un romanzo in bianco e nero si può leggere benissimo con un ebook reader, è altrettanto vero che per tutte le pubblicazioni illustrate indubbiamente il tablet, seppur retroilluminato, offre un’esperienza non paragonabile.
Per approfondire il tema degli ebook reader si segnala il blog: www.ebookreaderitalia.com .
9. Leggere tra le nuvole
Uno dei più recenti e sempre più diffusi neologismi, è il termine cloud. In ambito informatico con il termine inglese cloud (in italiano nuvole) si indica un insieme di tecnologie che permettono, tipicamente sotto forma di un servizio offerto da un provider al cliente, di memorizzare, archiviare, accedere, consultare e/o elaborare dati tramite grazie all'utilizzo di risorse hardware o software distribuite e virtualizzate in Rete, cui si accede con un qualsiasi device anche non troppo intelligente. Più o meno recentemente molte aziende informatiche hanno iniziato a proporsi come fornitori di cloud come spazi di storage dei dati e come offerta di servizi: tra questa Google, Microsoft, Apple, Amazon che fu la prima a orientarsi su questo business. Superata almeno in parte un'iniziale diffidenza verso la sicurezza dei dati, ha prevalso l'ottica del risparmio offerto da questa modalità rispetto all'acquisto dell’hardware e della capacità di calcolo e si è diffuso notevolmente. In ambito editoriale, o più in generale dell'industria dei contenuti si aprono nuovi scenari e possibilità. Il 9 maggio 2012 è comparso in Italia Google Play che racchiude il mondo della app per Android e gli ebook. Un’accellerazione di Google sull'editoria digitale che sceglie l'Italia come primo Paese non di lingua inglese per rendere disponibile il supermercato online dove si possono scaricare videogiochi, software e i libri. Gli ebook di moltissimi editori italiani, da leggere sugli smartphone e i tablet Android, via internet su pc e fra qualche tempo anche su iPad e iPhone. Gli editori italiani che hanno aderito sono tantissimi ed è per questo che Google Play si candida, almeno sulla carta, a diventare il più grande bookstore del nostro Paese con oltre 2 milioni di titoli disponibili e prezzi che partono da 99 centesimi. Ovviamente oggi solo alcune migliaia sono in italiano mentre gli altri sono nelle altre lingue, soprattutto in inglese, ma sono comunque accessibili direttamente dal nostro pubblico. Tra i nostri editori presenti abbiamo: Mondadori, Einaudi, Gruppo 24 Ore, Piemme, Sperling&Kupfer, Rizzoli, Adelphi, Bompiani, Longanesi, Garzanti, Guanda, Feltrinelli, Giunti, Newton Compton, BaldiniCastoldiDalai, Il Saggiatore ed Hoepli. I libri risiedono nella “nuvola” e si possono leggere da smartphone e tablet Android (attraverso l’applicazione Play Books), da computer (attraverso il sito web Google Play) e dai tanti eReader che ano libri su Google Play. Grazie all’impostazione cloud del nuovo servizio, i libri digitali, salvo che nel caso di lettura attraverso un eBook reader, non dovranno neanche essere ’scaricati’. Basta avere un Google, aggiungere i dati della propria carta
di credito, e da quel momento si può aprire la propria libreria virtuale.
Anche in questo caso uno dei pregi dell’offerta di Google è la semplicità di utilizzo e il vantaggio per gli utenti di poter are facilmente da un dispositivo all’altro riprendendo la lettura nel punto in cui la si è lasciata. Il meccanismo di divisione dei ricavi non è noto perché è frutto di contrattazione privata mentre lo schema base di Apple prevedere che la piattaforma trattenga il 30% degli introiti.
Sulla stessa linea di immaginazione del futuro, Apple infatti ha lanciato il servizio iCloud [http://www.apple.com/it/icloud.]: tutti i contenuti disponibili su tutti i dispositivi e archiviati nelle nuvole appunto. A parte la fascinazione del fenomeno nuvole, la vera novità è il serio tentativo si semplificare la gestione dei contenuti dell'utente proprietario di più dispositivi: un iPhone, un iPad, un iPod e magari un computer. Il consumatore finale non deve più fare nulla come gestione o sincronizzazione ma può concentrarsi sull'utilizzo dei contenuti di volta in volta sul dispositivo che preferisce utilizzare. Il servizio oltretutto è gratuito e i 5 Gb di spazio sono solo per i contenuti personali perchè quelli acquistati non entrano nel conteggio dello spazio occupato. Questa piccola rivoluzione è consentita dal nuovo sistema operativo, "cross", iOS5. Con una logica del tutto simile alla soluzione offerta da Google, ibooks consentirà di avere a disposizione i propri libri su tutti i dispositivi, aprendo il libro in lettura esattamente alla pagina nella quale si è arrivati su qualsiasi dispositivo. A ben guardare c’è un ulteriore elemento di grossa novità e discontinuità rispetto al ato
Come nel caso di Amazon e Google, Apple inaugura l'era “post pc” perchè non occorre più un computer con iTunes per avviare e sincronizzare ogni dispositivo ma con il nuovo sistema operativo iOS5 si a alla sincronizzazione wireless e il nuovo centro non è più il pc ma un ; un che ci proietta nell'era dell'accesso. Accesso a Apple, Google o Amazon ma paradossalmente il cerchio si chiude nuovamente intorno ad un legame diretto e un po’ forzato azienda vs cliente.
Una conferma dell’ormai certa evoluzione “cloud” ci viene se proviamo ancora una volta a esaminare cosa accade nel mondo della musica, dove spesso, come abbiamo visto, le anticipazioni si sono rivelate molto più di semplici suggestioni. Nel marzo 2011 Amazon ha annunciato il nuovo servizio Amazon Cloud Drive, un servizio di “contenitore” di brani musicali nelle nuvole, protetto e accessibile tramite . L'utente ottiene a disposizione uno spazio gratuito pari a 5 Gb per caricare qualsiasi tipo di contenuto; con l'acquisto su Amazon del primo album lo spazio viene quadruplicato per un anno. Software per il web e app per i dispositivi mobili consentono l'utilizzo "cross-device" della musica eliminando il problema di dover caricare su ogni oggetto tecnologico i files per poterli ascoltare; un problema molto simile non esiste oggi proprio nella gestione degli ebooks acquistati?
Durante il Google I/O 2011, la conferenza annuale degli sviluppatori organizzata da Google, è stato presentato il nuovo servizio Music Beta by Google. Il servizio al momento della presentazione è stato attivato solo negli USA e su invito, probabilmente nelle prossime fasi funzionerà con un abbonamento ma il motto è chiaro: " your personal music collection to listen anywhere, keep everything in sync, and forget the hassle of cables and files."[ http://music.google.com/about.]
Il servizio consente di caricare "in the clouds" gestite da Google fino a 20.000 canzoni e di riascoltarle in streaming con qualsiasi computer o o mobile come tablet o smarthphone che utilizzino Android. Per il momento non si prevede uno store per la vendita. Oltretutto è anche possibile ascoltare le ultime utilizzate o una selezione in modalità offline e cioè senza essere necessariamente connessi ad Internet.
Apple iCloud non serve aggiungere particolari, prevede naturalmente un servizio di gestione della musica.
E' evidente come anche in questo caso uno dei punti di forza sia la possibilità di
avere a disposizione la propria musica "cross-device" in un’ottica di semplificare le modalità di utilizzo per l’utente finale.
Oltre ai grandi colossi americani, in Italia Telecom ha lanciato la nuvola italiana come servizio di cloud computing classico (www.nuvolaitaliana.it) e le prime offerte di contenuti cubolibri come piattaforma di libri e cubomusica basato sull’accesso e sul cloud. Cubomusica infatti è un servizio che consente ai possessori di ADSL Telecom o chiavetta TIM di ascoltare musica online senza limiti di tempo. Con un canone mensile di una manciata di euro dal sito si può accedere in consultazione, ovvero streaming senza scaricare il brano come fosse una radio la cui programmazione la costruisci tu, a oltre 4 milioni di brani italiani ed internazionali. E' possibile creare playlist e condividere i propri gusti musical nei social. Di cosa significhi per un utente, ci si rende conto guardando quanto costa la versione base senza di brani, che ovviamente costano molto più cari, con accesso illimitato e senza pubblicità: 3 euro al mese Iva inclusa.
10. Le biblioteche digitali
Cosa facciamo abitualmente nelle biblioteche?
Nelle biblioteche si prendono i libri in prestito e si va a leggere….e gli ebook?
Due sono le strade che si aprono: offrire il noleggio degli ebook o creare dei luoghi per la lettura digitale all’interno delle biblioteche attraverso appositi ebook reader che possono anche essere noleggiati essi stessi. Questa seconda opzione per quanto molto attraente se non si offrono dei partner tecnologici per la gestione a livello governativo, è indubbiamente difficile da gestire per le problematiche tecniche e i costi. Per quanto riguarda invece il prestito digitale, o digital lending qualcosa si comincia a vedere ma è indubbio che siamo agli inizi come d’altronde per lo stesso mercato degli ebook.
Vediamo per punti cosa sta accadendo.
Per quanto concerne il Digital lending, Amazon ha lanciato il prestito digitale a NY a novembre 2011 con una durata di 15 giorni.
Ma digital lending è veicolazione di contenuto verso device di proprietà del cliente o device precaricati della biblioteca offerti in prestito? Nella maggior parte dei casi si tratta di contenuto verso device ma non mancano casi opposti come la biblioteca del comune di Pistoia, dove presso il servizio dei Dipartimenti è possibile chiedere un ebook reader in prestito. Su ogni lettore ci sono precaricati 250 titoli tra romanzi, molti in inglese, guide e manuali. E’ sufficiente firmare un accordo diciamo di buon uso dello strumento e la durata è
di due settimane rinnovabile.
I modelli sono Asus e Booken Cybook Odyssey (http://www.sangiorgio.comune.pistoia.it/prestito-e-book-reader).
Diverse sono anche le modalità di erogazione: ci sono casi di ebook a tempo, come Overdrive (per approfondire: http://www.overdrive.com/) o Netlibrary (http://www.netlibrary.net/), e casi con o streaming/social drm, Casalini editore o Darwinbooks del Mulino.
Il progetto MediaLibraryOnLine, la biblioteca digitale quotidiana, è il primo network italiano di biblioteche pubbliche per la gestione di contenuti digitali. Si tratta di piattaforma italiana per il “prestito digitale” (digital lending) nelle biblioteche italiane ed è anche un sistema per distribuire via internet, in modalità remota, ogni tipologia di oggetto digitale (audio, video, testi, banche dati a pagamento, testi storici in formato immagine, archivi iconografici, audiolibri, libri digitalizzati, e-learning, live-casting in tempo reale, etc.). Si tratta di un network che consente di condividere i costi di gestione delle risorse digitali e di gestire i problemi di licensing e copyright connessi.
Grazie all’accordo stipulato da MediaLibraryOnLine ed Edigita, da Maggio 2011 gli utenti delle biblioteche che hanno aderito al network MediaLibraryOnLine possono prendere a prestito ebook via internet. L’ingresso degli editori italiani della narrativa e della varia nel mondo delle biblioteche digitali rappresenta per le biblioteche italiane una vera e propria rivoluzione nelle modalità di distribuzione dei propri contenuti. Le biblioteche "possono acquistare delle licenze che permettono il gratuito a tempo da parte degli utenti finali. L'utente – dotato di credenziali di accesso fornite dalla biblioteca di riferimento – si connette al portale MediaLibraryOnLine e scarica un ebook che potrà utilizzare liberamente per 14 giorni, leggendolo sul proprio computer o su un device mobile (ebookreader, tablet, smartphone). Al termine del periodo di prestito il file risulterà illeggibile dall'utente che lo ha scaricato."
(http://www.medialibrary.it/home/home.aspx). Poco dopo è nato il Watermark lending: nel febbraio 2012 un accordo tra Bookrepubblic e MDOL ha stabilito la possibilità di effettuare il prestito con utilizzo del watermark come forma di protezione.
Tra gli esperimenti interessanti quello della piattaforma di distribuzione di ebook di Simplicissimus Ultimabooks (http://www.ultimabooks.it/). Tra le possibilità offerte dal software, è prevista una forma di noleggio a pagamento utile probabilmente per i lettori forti che leggono molto velocemente. Altro esempio l’Università Ca’ Foscari Venezia: con il prodotto Ebrary, aggrega diversi volumi professionali per migliaia di ebook accessibili a tempo: Il prestito digitale degli ebook video su YouTube ne descrive il funzionamento.
In Australia sono già oltre tremila i titoli prestati ogni mese: ad esempio la “sessantottenne australiana Sue Anderson possiede un ereader Kobo e prende in prestito gli ebook dalle biblioteche Eastern Regional di Victoria da sei mesi. L’anziana signora è soltanto una dei 2391 membri residenti in Australia che si è registrata al servizio che è stato lanciato lo scorso anno dal distributore OverDrive e che comprende circa 6738 ebook provenienti da tutto il mondo.” [http://www.ebookmania.it/2012/07/Le-biblioteche-si-convertono-al-prestitodigitale_3112.html]. Secondo le biblioteche Eastern Regional la domanda di ebook in prestito è in forte crescita anche se sono solo alcuni gli editori leader presenti.
Insomma le biblioteche possono essere hub otre che della lettura reale anche di quella virtuale: comunità reali e community online. Il ruolo dei bibliotecari reali potrà migrare nel virtuale svolgendo le stesse funzioni con mezzi diversi e fungendo da anello di trasmissione del sapere tra il corpus dei libri patrimonio della biblioteca e il pubblico ovvero l’utenza finale, mantenendo una preziosa professionalità ma adattandola ai nuovi imprescindibili mezzi di veicolazione dei contenuti.
11. Il self-publishing
E’ inutile negare che digital significa opportunità ma anche rischi come l’industria discografica, degli home video e della fotografia, per citare alcuni settori, ci hanno già ampiamente mostrato. Nel corso del primo tentativo di costruire un mercato ebook di oltre due lustri or sono, come abbiamo visto, il rischio pirateria e selfpublishing, basti pensare al romanzo The Plant di Stephen King, era già presente. E’ dunque inutile negare che esista la possibilità di avere una linea diretta autore-pubblico, disintermediando l’editore. Ma questo non significa che qualche caso, come anche peraltro avviene su YouTube con i video amatoriali di successo, possa eliminare la categoria degli editori se saranno capaci di cogliere invece le grandi opportunità offerte da questa dinamica di cambiamento in corso. Senza attendere troppo per cambiare però. Basti pensare nel caso del video, all’esempio di Guglielmo Scilla, meglio conosciuto sul web come WillWoosh. E' uno dei primi un v-logger di successo che in meno di due anni ha ottenuto con i suoi video oltre 32 milioni di visualizzazioni. E' stato già testimonial per YouTube in Europa, ospite degli studi Disney della Pixar e recentemente ha prodotto insieme ad altri v-logger una delle prime web series italiane, Freaks!, di grande successo. Novantamila fan la seguono online, oltre 8 milioni di visualizzazioni nei primi due mesi; questi sono i numeri di Freaks! la prima web serie made in Italy composta da 7 episodi. Con Freaks! YouTube ha aperto la prima pagina italiana dedicata alle serie. E’ già in programma Freaks! 2.
In un senso analogo i casi editoriali di Amanda Hocking, prima, e John Locke, poi, insegnano .
Nel marzo 2011 ha fatto notizia il caso di Amanda Hocking ,una giovane scrittrice del Minnesota. Nata come blogger è riuscita a vendere migliaia di copie dei suoi libri in poche settimane ando sullo store virtuale di Amazon, il Kindle Direct Publishing , pubblicando direttamente senza un editore e vendendo ad un prezzo tra i 99 centesimi e i 3 dollari.
Nel giugno 2011 John Locke, un autore autoprodotto, è entrato nel Kindle Million Book Club, dove si accede se si vendono un milione di libri in formato digitale sulla piattaforma di Amazon. Il clamore della notizia sta nel fatto che in questo club è l’unico senza un editore.
John Locke in circa due anni ha pubblicato nove romanzi sfruttando il servizio Kindle Direct Publishing, perlopiù incentrati sulla figura di Donovan Creed, un ex-assassino della CIA, furbo e donnaiolo. La nuova frontiera del digitale, offre opportunità e il signor John Locke è stato abilissimo e naturalmente non è stato e non sarà l’unico: tra i vari casi ricordiamo ad esempio Barry Eisler (http://www.barryeisler.com), Stephen Leather (http://www.stephenleather.com/) e Ja Konrath (http://www.jakonrath.com).
Tuttavia ci sono anche rischi e in questo caso si parla di spamming; infatti il servizio di self-publishing di Amazon è sotto attacco dello spam: qui non si tratta solo del problema di far conoscere, far emergere il proprio lavoro dalla massa, il problema più grosso per chiunque tenti la strada diretta autore-pubblico come peraltro avviene ugualmente nel mercato delle Apps sia nell’Apple Store che nello store di Android, ma di decine di migliaia di ebook-spam che invadono questo spazio rendendo ancor più complesso se non quasi impossibile distinguere il grano dal loglio, l’ebook serio autoprodotto, dall’ ebook spam. Nel giugno 2011 un articolo della prestigiosa agenzia Reuters annunciava la presenza di migliaia di ebook “non scritti” in senso tradizionale significa sostanzialmente copiati o riutilizzati: si a dal plagio classico cambiando nome, autore e copertina, all’utilizzo dei cosiddetti private label rights o PLR, testi che si possono acquistare in appositi siti come http://www.plrprivatelabelrights.com , acquisendo oltre al diritto di leggerli, quello di ripubblicarli con una nuova copertina o un nuovo autore.
Un segnale di come alcune delle garanzie fornite dall’editore siano importanti. Tuttavia demonizzare il self-publishing è una strada sbagliata e anche in questo caso occorre tenere presente che è una forma che esiste e contribuirà magari a far
sviluppare agli editori stessi nuovi servizi a valore aggiunto per preservarne importanza e ruolo; oppure come è intenzionata a fare Mondadori addirittura favorirlo costruendo una community per l’autopubblicazione che si prevede online nel 2012 nella versione base che sarà la versione italiana di Writing Life, la piattaforma Kobo.
Seguirà secondo il progetto una versione più avanzata con una componente editoriale più forte. .
Costruire un libro digitale
Per quanto riguarda la realizzazione fisica del libro ci sono naturalmente diverse strade a partire dalla più semplice di realizzare un file di testo nel classico formato word e farlo convertire direttamente alla piattaforma di pubblicazione. In questo caso l’operazione ha un costo. Per semplificare abbiamo visto che i formati più diffusi di ebook sono il pdf e l’epub.Mentre un pdf sono oggi in grado di realizzarlo tutti, per convertire un file in formato epub occorre un po’ più di dimestichezza e soprattutto l’utilizzo di tool adatti come Calibre. Questo software si può scaricare gratuitamente e converte il file di word o pdf in formato epub. Quanto più complessa sarà l’impaginazione e l’impostazione del libro, tanto più sarà possibile che la conversione automatica contenga errori. Un altro strumento interessante è BookType: una piattaforma opensource per creare e autopubblicare libri, liberamente scaricabile. Consente di ottimizzare il proprio contenuto per ogni genere di piattaforma mediale come ebook, readers, tablet, smartphone, web e libri cartacei nel caso di self printing. E poi naturalmente c’è iBook author di Apple che è facile da utilizzare per creare anche libri illustrati molto agilmente ma consente di salvare e distribuire solo nei formati gestiti dalla Apple.
Una volta realizzato fisicamente il file occorre scegliere una piattaforma per la pubblicazione e distribuzione. In questa fase si attribuisce un codice ISBN, si stabilisce il prezzo e tutti i metadati che servono ai motori di ricerca per mettere
in evidenza il prodotto. Ci sono diverse piattaforme ognuna con una parte di regole simili e una parte differente come ad esempio le condizioni del revenue sharing con l’autore o le modalità e i luoghi di distribuzione.
In alcuni casi il servizio vale solo per gli ebook, in altri anche per il selfpublishing.
La lista completa può trovarla chiunque utilizzando un motore di ricerca, per cui per semplicità vediamo qualche caso interessante.
Tra le migliori condizioni contrattuali offerte per l’autore, spicca sicuramente Narcissus (http://www.sbfnarcissus.com/).
Si tratta della piattaforma di auto pubblicazione che Simplicissimus Book Farm propone a tutti gli autori che vogliono cogliere tutti i vantaggi del mondo digitale.
Narcissus come si legge nell’about (chi siamo ) del sito, “permette agli autori non solo pubblicarsi in autonomia il libro in formato elettronico, ma anche averlo in vendita in tutte le librerie online accanto agli ebook pubblicati dagli editori tradizionali.
Sono due gli scopi di Narcissus:
Consentire agli autori di essere raggiunti da chi vuole leggerli, col o di una produzione di qualità.
Aiutare gli editori a concentrarsi sul valore aggiunto che possono offrire agli autori, “costringendoli” a capire che, grazie alla auto-pubblicazione, gli autori oggi possono fare da sé tante delle cose su cui l’editore poggiava il suo ruolo.
Il funzionamento grossomodo non cambia se non di qualche punto percentuale nelle revenue sharing, di qualche funzione aggiuntiva a pagamento o gratuita, per cui per chiunque voglia provare a autopubblicarsi la strada migliore è quella di informarsi direttamente sui siti che offrono il servizio perché sono solitamente molto ben documentati. Tra le iniziative indipendenti si segnala l’italiana Youcanprint (http://www.youcanprint.it) o la canadese Lulu (www.lulu.com), entrambe sia per pubblicazioni cartacee che in formato ebook. Poi naturalmente la piattaforma di Amazon, il servizio kindle direct publishing (https://kdp.amazon.com) dove però l’ebook rimane confinato nella filiera di Amazon stessa e venduto nel kindle store anche se per la lettura esistono Kindle apps per iPad, iPhone, iPod touch, pc, Mac, BlackBerry, and Android-based devices che consentono la lettura sulla maggior parte dei device presenti sul mercato.
Non mancano nell’offerta di questo servizio gli editori che in questo caso hanno fatto la scelta strategica di cavalcare l’onda e posizionarsi nel bel mezzo del fenomeno del self-publishing; così Feltrinelli, Kataweb e Scuola Holden hanno creato Ilmiolibro (http://ilmiolibro.kataweb.it/) per libri cartacei e primo a muoversi in questo campo il Gruppo Messaggerie attivo nel print on demand dal 1998 con Lampidistampa e con Ti Pubblica per chi punta a una pubblicazione.
12. Il libro che verrà
E’ presto e pericoloso come abbiamo visto fare previsioni ma quella che si delinea è l’evoluzione “cloud” prefigurata dai modelli di Google e Amazon: ovunque, a qualunque ora e con qualunque dispositivo, attraverso un “accesso” consulteremo i nostri contenuti, selezionati e organizzati per noi dagli editori 2.0, residenti nelle nuvole, con un gesto del dito sullo schermo?
Possiamo sottolineare qualche aspetto:
-diverse sono state le tendenze anticipatrici e le lezioni derivate dall’esperienza del settore della musica;
-nei contenuti digitali cresce in continuazione il ruolo e l’importanza delle immagini e quindi anche dei video;
-attraverso i prodotti più innovativi che vediamo uscire possiamo intuire anche sulla base dei risultati che ottengono qualche indicazione del più prossimo diciamo futuro;
-la direzione del cloud si intravede già con il recente lancio di Google Play, non ancora con offerte in logica di servizio; accesso e contenuti sono sempre più reticolari e cross mediali;
-l’editoria tradizionale e quella digitale conviveranno a lungo sperimentando
forme di collaborazione anche sorprendenti.
Una storia parallela
Questa breve cronologia dei fatti avvenuti a seguito dell’impatto del digitale sul settore della musica, senza trarre conclusioni azzardate, ci suggerisce qualche direzione possibile ad esempio in tema di protezione e pirateria nell’editoria digitale:
1997 Nasce lo standard di compressione DRM free MP3
1999 Digital Stores: i primi negozi di musica digitale
1999: si diffonde il fenomeno del peer to peer
2001: caso Napster, il giudice blocca i server
2001: nasce iTunes
2002: Apple lancia l'ecosistema iTunes+ iPod in UE
2002: apple iTunes offre il formato AAC con il DRM
2002: nascono eMule e BitTorrent software per la condivisione di file
2003: KaZaA, un'applicazione peer-to-peer per il file sharing principalmente utilizzata per scambiare file musicali mp3, diventa l'applicazione peer-to-peer più diffusa nel mondo.
2007: Apple inizia a distribuire i cataloghi DRM free
2009: i DRM vengono rimossi da tutti i digital stores
2011: cubo musica offre l’abbonamento a consultazione illimitata in streaming con una logica di accesso
2012: eMule è un software applicativo open source dedicato alla condivisione file appoggiandosi su una rete peer to peer; è il programma più scaricato in assoluto da SourceForge, con più di 639 milioni di .
Perché le app sono più cool degli ebook
Il 10 aprile 2012 Facebook ha annunciato l’acquisto per 1 miliardo di dollari di Instagram, in sostanza una piattaforma di condivisione fotografie online dal 6 ottobre 2010 fruibile scaricando gratuitamente una app. Certo i dati sono rilevanti: 30 milioni di iscritti, 1 miliardo di foto, 5 milioni di nuove ogni giorno. Visto il successo, Instagram rilascia la versione Android e ottiene 1 milione di in 12 ore e poco dopo, appunto, 1 miliardo di dollari.
Che cosa c’entra con l’editoria digitale?
Non stupisce tanto che Facebook assorba un concorrente o integri una possibilità di espandersi – d’altronde anche Google ha acquisito YouTube – ma (oltre a un sempre più sensato timore per le cifre in circolazione che fanno immaginare una nuova bolla di Internet 2.0 dopo quella del 2000 sulla web economy) fa riflettere la sempre maggiore importanza delle immagini rispetto alle parole.
Non più di trenta anni fa nasceva internet, a base sostanzialmente di testo: il testo con i tag, l’ipertesto, i link ipertestuali, i BBS (Bulletin Board System), l’html, i blog, le e-mail e quant’altro. Il web di oggi è illustrato e ricco di immagini, video e animazioni: da un lato, i progressi della fotografia digitale e la diffusione degli smartphone hanno reso la fotografia disponibile a tutti; dall’altro, il aggio dal web 1.0 al 2.0 ha comportato un’enorme diffusione del concetto di condivisione, di distribuzione dei contenuti e l’ascesa dei social network.
Al punto che oggi i social network quasi si differenziano e distinguono proprio sulla base del loro rapporto tra testo e immagini e da come tale relazione funziona: si pensi a Twitter, Facebook, Google Plus, Tumblr, YouTube o Pinterest, naturalmente, il nuovo social quasi di sole immagini. Questo elenco sembra in scala: dal primo all’ultimo decresce il testo e cresce l’importanza delle immagini. E l’andamento delle novità è una conferma di questa tendenza: la crescita di Flickr, Picasa, Instagram, Hipstamatic, l’introduzione su Facebook dell’interfaccia a timeline, la videochat Hangouts di Google plus, YouTube, Cinemagr.am. Anche Twitter, quintessenza del testo duro e puro, che ha inserito un uso seppur limitato ma presente delle immagini. Se pensiamo poi che in un giorno in internet vengono caricati su Facebook 250 milioni di foto, vengono viste 864 mila ore di video e 4 miliardi di video su YouTube, risulta evidente che ci stiamo abituando sempre più a informarci “per immagini” in senso ampio.
E non è solo una questione di software, anche l’hardware va in questa direzione: il 27 gennaio 2010 Steve Jobs presentava il primo iPad. In poco più di due anni la diffusione e il moltiplicarsi dei modelli di tablet a colori e multifunzione sono stati dirompenti versus la diffusione degli ebookreader, di cui forse solo il Kindle tiene il ritmo.
E’ verosimile che quanti si avvicinano alla lettura digitale agiscano e siano influenzati in qualche modo da questo contesto, che indubbiamente predispone a propendere per le app ricche, multimediali e cool.
Un esempio è il caso (febbraio 2012) di The Fantastic Flying Books of Mr Morris Lessmore: un cortometraggio animato tratto da una app che ha vinto quest’anno addirittura il premio OSCAR di categoria. Si tratta di una storia fantastica di 15 minuti dedicata a chi ama la lettura e i libri. Nata come app è diventata poi un’animazione per il cinema e infine un libro di carta.
Un caldo benvenuto a queste opere cross mediali e a tutte le app, ma facciamo attenzione a non ridurre di nuovo il dibattito tra apocalittici e integrati, come nel caso dei primi ebook rispetto ai libri di carta. Il tema non è decidere se è meglio una app o un ebook, un tablet o un ebookreader: dipende da che cosa voglio leggere e come.
L’editoria è un insieme molto complesso di prodotti diversi; sicuramente ci saranno settori e tipologie nei quali (basti pensare per esempio ai libri per ragazzi o ai fumetti) le app risultano adattissime e altri (saggi, romanzi o classici) nei quali l’incisività di una storia in bianco e nero, seppur digitale e non stampata su carta, non richiede per forza distrazioni colorate aggiuntive o enhanced.
Come cambia l’offerta
Il mondo della testualità digitale è complesso come peraltro quello della realtà cartacea e quindi ci saranno indubbiamente prodotti molto diversi tra di loro come forma e contenuto; sicuramente possiamo dire che l’ebook può essere un buon viatico per evitare che i nativi digitali percepiscano il libro come un corpo estraneo.
Generazione Flux è la definizione del magazine Fast Company americano, dell’uomo che interagisce con la new internet, con lo sviluppo dei media digitali interattivi e il costante flusso di dati che generano; la nuova internet è multidevice. (www.corriere.it marzo 2012). E può mutare l’esperienza di lettura diventando più interattiva. La catena brasiliana Libraria da Vila propone un’app per iphone con la possibilità di fare il check in nei luoghi immaginari dei propri libri preferiti condividendo poi la posizione con i social network come FB o Twitter. La circolarità viene conclusa offrendo sconti per l’acquisto in libreria in modo proporzionale ai check in effettuati.
Le tipologie di prodotto sono dunque molte e alcune, ad esempio le Enhanced editions con video e altri materiali, sono già state abbandonate dopo i primi esperimenti in Inghilterra:
quotidiani tradizionali e nuove forme digitali ebook tradizionali e enhanced (impone declinazione dei formati ati dai device), ibooks2, app dedicate riviste tradizionali e interattive libri da ereader e app contenuti aggregati a partire dai social media (si veda il caso Storify: http://storify.com/)
piccoli editori sperimentano: citiamo qui a titolo di esempio i casi di 40K, Quintadicopertina o Backlit Fiction che punta sul mercato degli Young Adult: integrano ebook e app con lo storytelling tipico del linguaggio filmico; poi introducono la letteratura farmville ovvero una sorta di gamification dell’esperienza di lettura (capitoli segreti che si aprono se un amico legge un libro, in un particolare luogo).
Vediamo qualche esempio di prodotto:
enhanced book di HarpenCollins: nel giugno 2012 l’iPad book-app di Brian Cox ha venduto 20000 copie nei suoi primi tre giorni di presenza sull’Apple store, recuperando l’investimento fatto. Questo editore ha un catalogo di circa 10000 ebook e sta investendo molto negli enhanced book: i libri vengono arricchiti di video, album fotografici, audio, contenuti testuali aggiuntivi dell’autore e documenti vari offrendo un qualcosa in più alla storia e all’esperienza di lettura. Il 35% del pubblico ha scelto questa versione arricchita e in alcuni casi parte del materiale è stato riportato nella versione cartacea paperback: la creatività aggiunta nella produzione digitale ha generato benefici alla versione tradizionale;
Un’eredità di avorio e ambra, Bollati Boringhieri: dopo il volume, l’ebook e il tascabile a novembre 2011 è uscita una versione illustrata da collezione e un’edizione digitale aumentata con alcuni video di Da Waal che guida i lettori attraverso gli scenari della storia a Vienna e Parigi; per certi tipi di libri (biografie, cucina, classici) le nuove forme di narrativa interattiva aprono nuovi spazi: es. Malcom X di Penguin con filmati storici e mappe interattive di Harlem, la vita di Muhammed Ali, The magic of reality di Richard Dawkins (migliore app al Digital book world 2012) e Life on Earth di E. O Wilson; classici: dopo i primi fallimentari progetti, La terra desolata di T. S Eliot ha recuperato i costi in fretta sostenuti dalla Faber & Faber; oltre al testo, video e audio registrazioni del poema. La Faber pubblica adesso Shakespeare;
Penguin: inaugura le edizioni amplificate con Jack Keruac, Sulla strada con foto d’archivio del manoscritto originale, immagini beat generation, video e mappe del viaggio prodotti e-riginali: le etichette applicate a questi libri ibridi rivelano la loro posizione incerta come i cd: sono libri aumentati, narrativa interattiva? Listen to Bob Marley: questo libro della Open Road permette ai lettori di twittare direttamente una citazione dal libro nuova narrativa digitale: Chopstick di Penguin: storia d’amore di una giovane coppia con album, tracce musicali e video di youTube; Gift di Open Road Media: storia di fantasmi con tracce audio e video musicali, fumetti con effetti sonori e visivi; emozione al Futurebook per Between page and screen, Siglio Press: un libro di poesie che sfrutta la realtà aumentata per far danzare le parole. Penguin 50 release previste per il 2012 All’inizio del 2011 TED, le celebri conferenze il cui acronimo significa Technology, Entertaiment and Design, ha inaugurato la collana TED Books, una collana di testi brevi che spiegano con un massimo di 20.000 parole un’idea importante e li vendeva a 2,99 dollari come Kindle Singles e cioè attraverso Amazon. Dal luglio 2012 TED ha lanciato una app sull’Apple store per distribuire i TED Books arricchiti di contenuti multimediali che sono acquistabili singolarmente o con formule di abbonamenti (14,99 dollari per tre mesi).
Lettura reticolare e crossbook
Quando “parliamo di “libro” intendiamo il contenuto (i testi scritti, per esempio da Philip Dick o da Ilya Prigogine o da Dante Alighieri…) oppure quel singolo specifico oggetto formato da un centinaio o più pagine di carta, copertina e legatura, che possiamo toccare e maneggiare prendendolo dagli scaffali delle librerie e delle biblioteche, sul tavolo di lavoro o sul nostro comodino? La risposta la sappiamo anche se non ci siamo mai posti prima -giustamente- questa curiosa domanda: si chiama libro sia l’oggetto fisico sia il suo contenuto”.[ V. Eletti, A.Cecconi, Carocci, Che cosa sono gli e-book, Roma, 2008, p.18-19.]
In questo senso si suppone che in gran parte l'affermazione dei libri elettronici dipenda dal riconoscimento mediale degli ebook da parte dei lettori. L'ebook, in questo senso visto come una alternativa al libro, nasce dall'idea di libro che è profondamente radicata nella nostra cultura. Per questo deve confrontarsi con la consuetudine plurisecolare di associare il libro a un preciso oggetto fisico. Per rimediare l’idea di libro, il libro elettronico ha l’onere di traghettare i modelli di organizzazione testuale verso un approccio visivo e pratico distinto da quello comportato dalla stampa. E per questo saranno i prossimi anni probabilmente a dirci quali saranno le nuove forme; nel caso dei giornali per esempio è stata effettuata una sintesi tra i linguaggi del web e quelli dell’edizione cartacea, dove la homepage assume il ruolo allargato della prima pagina e gli articoli hanno una consultazione in parte gerarchica, come la sequenza del quotidiano, e in parte ipertestuale.
Dunque è possibile che occorra una forma alternativa di visualizzazione del testo, forse oggi non ancora chiaramente identificata, tuttavia pensare di “aver individuato nell’e-paper, tentativo altamente tecnologico di avvicinarsi alle qualità sensoriali della carta per sottrarle l’egemonia nel mondo dei libri e della “cultura del libro””[ Ibidem, p.80.], significa porre nuovamente l’ebook come alternativa al libro.
Premettendo che questo rapporto non è riconducibile a una contrapposizione lineare, questa affermazione è vera solo se si considera infatti l’ebook un insieme di oggetto e contenuto. Dove la tecnologia della stampa viene in questa filiera sostituita da quella del lettore o reader di ebook, il device. E dove, in ultima analisi, si proponga nuovamente l’ebook come evoluzione-sostituzione del libro.
Una gran parte del dibattito sulla contrapposizione tra libro-oggetto e librocontenuto si basa su un assunto sbagliato. Il libro viene definito come un oggetto di carta di varia dimensione, rilegato, con una copertina colorata e composto da una serie di pagine stampate organizzate in modo sequenziale con un contenuto. Del libro si apprezzano una serie di caratteristiche come l’odore della carta, le
fotografie, il carattere stampato,la fisicità dello sfogliamento delle pagine, che fanno parte di questo oggetto libro. Queste caratteristiche sono il risultato del processo di stampa. Tale processo, da Gutemberg in avanti, si è specializzato e segmentato per raggiungere un pubblico sempre più vasto, diversificando spesso formati e materiali per raggiungere pubblici diversi anche a prescindere dal contenuto stesso. Tuttavia la tecnica di stampa non rappresenta il libro, o almeno è solo una parte del libro. Perchè il libro è contenuto e libro e stampa non sono tecnologie indissolubili: "la tecnologia del libro (del pubblicar libri) non è sinonimo di tecnologia di stampa, vi sono molti più aspetti coinvolti che stampare parole su carta."[ N. Cavalli e A. Polidoro, Quale futuro per i libri, Oltre il libro elettronico,]
Se scindiamo la tecnologia libro dalla stampa, possiamo affermare che dal 1455 il libro è stato veicolato esclusivamente attraverso la tecnologia di stampa. Oggi questo rapporto non è semplicemente più esclusivo, ma la stampa continua e continuerà ad avere un ruolo importante. Un ruolo che potrà anche essere stimolato dalla fine del monopolio e se le leggi economiche del libero mercato non ci hanno ingannato, potrebbe solo migliorare. La tecnologia del libro, prima associata al manoscritto e prima ancora alla pergamena o alla pietra, oggi ha la possibilità di ampliare le sue forme di diffusione, a patto di rispettare il suo ruolo principale e cioè di essere un contenuto: il "primo elemento della tecnologia del libro è il testo, tradizionalmente associato a parole e immagini su carta ma potenzialmente legato ad altri i e trasmesso per mezzo di diversi codici."[ Ibidem.]
Questo concetto ci aiuta anche a capire come possano tranquillamente coesistere sviluppi di libri elettronici e una rinascita del libro codex di pregio, amanuense e realizzato in modo quasi completamente artigianale. Sono due veicolazioni dell'oggetto libro con tecnologie differenti dalla stampa. Un libro è molto di più di una semplice raccolta di pagine rilegate e tenute insieme da una copertina e il libro "codex, il libro a stampa, così come lo conosciamo con le sue doti di leggibilità, portabilità e trasferibilità oltre che estetiche è ancora una tecnologia fondamentale e raffinatissima; un oggetto che, prima del suo acquisto, può essere investigato con lo sguardo e con il tatto, sfogliato, soppesato e perfino annusato. L'oggetto in sé è senz'altro un importante componente fra gli altri, tuttavia non
rappresenta l'essenza del libro, il libro è infatti la combinazione dell'oggetto di tutto l'insieme dei componenti, tra i quali il testo e il processo di pubblicazione. E non vi è ragione per cui questi elementi non si possano ricombinare in futuro per dare vita a una nuova forma di oggetto libro."[ Ibidem.]
Dopo le numerose crisi iniziate a partire dagli anni Ottanta, crisi che hanno messo in discussione il ruolo dell'editore come divulgatore di cultura, modificandone le caratteristiche per assoggettarlo alle regole del mercato che nel contempo si è impossessato di quasi tutte le case editrici, un cambio di prospettiva con la scissione del binomio libro-stampa in un polinomio, apre interessanti possibilità di sviluppo e potenziale rivitalizzazione del libro stesso, sia esso di pregio, tascabile, elettronico, telefonico o sul web: la strada verso il cross book è aperta. Il cross book è contenuto editoriale, mestiere degli editori, con la possibilità di essere veicolato, con opportuni adattamenti, in forme differenti che raggiungono target quasi mai in sovrapposizione. Le modalità di distribuzione si ampliano con l’ebook, con le possibilità offerte dalla telefonia mobile o dal web stesso, senza per questo minacciare la versione cartacea. Se distribuzione è la parola chiave del web 2.0, come abbiamo visto, distribuzione cross book può essere quella editoriale. Moltiplicare le forme e i i di distribuzione dei contenuti cavalcando le possibilità offerte dal digitale di customizzazione, consente all’editoria di effettuare quella segmentazione e variazione dell’offerta che conduce ad un ampliamento del mercato. Cross book è un concetto che va incontro al consumatore finale ed è vantaggioso per tutte le parti in causa: editori e consumatori.
Le innovazioni tecnologiche non sono da considerare una minaccia perchè spesso offrono un’opportunità di rinnovamento ed evoluzione. A volte portano un cambiamento, altre una ridefinizione dell’esistente, altre ancora la nascita di nuovi utilizzi o modalità di fruizione ibride, o tutte le opzioni insieme, contribuendo in ogni caso a diversificare, arricchire e rivitalizzare l’offerta.
La principale attività dell’industria editoriale non è stampare libri ma diffondere cultura, idee, informazioni e narrazioni nella forma del libro a stampa o in altre
forme.
Il futuro del libro non è nell’avanguardia sperimentale, nella scrittura collettiva , nel libro liquido, nell’ipertesto collaborativo anche se tutte queste forme sono preziose investigazioni culturali. Il futuro del libro è hic et nunc, “è già qui è ora, nel separare i contenuti dall’oggetto, nel superare il timore che senza codex non ci possa essere il libro.”[ Ibidem, p.166.]
Infine non possiamo dimenticare che il processo in corso prevede una mutazione delle tradizionali filiere: libro di carta che collega autore>editore>distributore>libreria>lettore, una filiera lineare, sta cedendo il posto ad una scacchiera reticolare all’interno della quale i soggetti citati hanno ruoli diversi e ci sono inoltre nuovi protagonisti. Erogatori di connessione internet, social network, store digitali, produttori di hardware come Apple, motori di ricerca come Google, siti di ecommerce come Amazon, sono i nuovi protagonisti di questa struttura reticolare in fieri. E d’altronde la lettura stessa assume un taglio “cross” come i contenuti: il premio Oscar 2012 di categoria The Fantastic Flying Books of Mr. Morris Lessmore era un’animazione, tratta da un enhanced book per ipad e divenuta infine un libro cartaceo consente come si può bene immaginare diversi percorsi di avvicinamento al contenuto per l’utente. Ci si può apionare ad una storia a partire da un videogioco, da un telefilm, da un libro elettronico o cartaceo, trovarla nei social network; l’universo narrativo si ampia soprattutto quando la lettura è fatta partendo da contenuti digitali perchè si integrano con altri contenuti editoriali come articoli, news, mappe, link, blog e quant’altro. Sui device mobili si può accedere a diversi tipi di contenuti e sia chi legge ebook, sia chi legge da device, sono più propensi a utilizzare anche altri contenuti editoriali. Sono i primi segnali della natura sempre più reticolare del prodotto editoriale, sempre più cross.
Libri, app e ebook: il meltin pot
Quasi nessuno rende pubblici i dati reali di vendita e dunque è ancor più difficile
capire come e quanto, e in quali proporzioni tra loro, cresceranno app e ebook nel prossimo futuro. Così come non possiamo prevedere con certezza che saranno loro a trionfare o piuttosto l’html 5 o nuovi (ri)protagonisti che si (ri)affacciano sul mercato come Microsoft con il nuovo ecosistema mobile che comprende anche un tablet molto innovativo, Surface.
Così come potenzialmente la crescita potrebbe ad un certo punto essere favorita da nuove formule commerciali che scompaginano le tradizionali abitudini: vedremo tra poco il caso di 24symbols.
Intanto sui mercati digitali più evoluti, USA e UK, anche se non per questo è meglio ribadire indicatori della strada da percorrere, qualche libro-app o enhanced book comincia a dare soddisfazioni agli editori: Harper Collins ha dichiarato che la app di Brian Cox, che ha avuto un costo di circa 50 k pounds esclusa la campagna di PR e marketing, ha recuperato nei primi tre giorni del lancio i costi sostenuti con una vendita di 20000 copie. L’editore ha scelto un prezzo molto aggressivo di 4,99 contro i normali 9,99 per quel tipo di prodotti nell’ App Store.
Certo il mercato di lingua inglese per l’editoria non è paragonabile come dimensioni a quello italiano, pur tuttavia è un segnale che prodotti nativi digitali possano avere un mercato. Dall’altro lato invece non possiamo trascurare i problemi derivanti da una ancora scarsa diffusione in Italia dei device, dal problema dell’Iva al 21%, delle difficoltà di are da un ecosistema all’altro e di gestione del DRM da parte dell’utente finale. Formati, device, ecosistemi infatti generano una matrice all’interno della quale è piuttosto difficile muoversi. Per questi motivi secondo Jani Patokallio, il publishing platform architect di Lonely Placet, ebook-app saranno presto obsoleti ma soprattutto saranno superati dal “same medium that already killed off the encyclopedia, the telephone directory and the atlas: the Web.” A parte infatti i formati pdf o epub adatti per una lettura lineare di testo, per una maggiore interazione come nella app il web e l’html risolvono gran parte dei problemi della matrice di cui sopra.
Negli Stati Uniti Technology Review e Financial Times hanno deciso di abbandonare la app nativa per riprogettare il sito e renderlo un’applicazione web. Perché gli abbonamenti vendono poco ma soprattutto perché la produzione si complica enormemente legandosi ad uno specifico hardware e limitandone così le possibilità creative che si potrebbero spendere in un unico sforzo utilizzando il web che rende accessibile i contenuti da un qualsiasi device dotato di un browser. Questa strada risolve il problema di fare una app per il mondo Apple, una per Android (con tutte le varie versioni che si sono susseguite nel tempo), magari una per il Blackberry e presto anche Amazon e Microsoft. In questo senso dunque l’html5 può essere una strada rivoluzionaria per superare le barriere che i vari ecosistemi dei big player propongono.
Un'altra via per lo sviluppo può essere la logica dell’accesso con abbonamento a una banca dati di contenuti conservata in cloud. Uno dei primi esempi è dato da 24symbols: una formula basata su una logica freemium con condivisione nei principali social naturalmente. In questo caso l’utente semplicemente legge dei contenuti dalla rete per cui non è necessario il DRM e non ci sono particolari problemi di device di accesso.
Questo esempio è interessante perché attualmente la maggior parte delle offerte di ebook ma anche in parte delle app ricalca dinamiche commerciali “analogiche”. In qualche modo si sono imitati nella versione digitale i meccanismi di pricing e offerta tipici dell’industria editoriale tradizionale. Manca solo la possibilità di rivendere gli ebook usati ma non tarderà a venire, a parte naturalmente il caso del prestito fra gli utenti di Kindle, probabilmente a seguito di una recente sentenza della Corte di Giustizia europea che, il riferimento in questo caso era un software, ha stabilito che il venditore che ha venduto con una licenza senza limitazioni di durata, non può opporsi a successive rivendite fatte dal suo acquirente originario. Le possibili ripercussioni sul mercato dei contenuti digitali sono evidenti anche se la rivendita del contenuto, nel caso dei libri soprattutto, avrebbe dei limiti: il proprietario dovrebbe vendere la propria licenza e non una semplice copia del file. A parte le possibili conseguenze e sperimentazioni che potranno nascere dal trasferimento di abitudini analogiche, vendere e comprare l’usato, quello che si sperimenta poco sono le formule più digitali di distribuzione commerciale come la licenza
freemium, la vendita spacchettata del contenuto, forme di pagamento in pubblicità o viralità e tutto quanto questo nuovo mondo digitale consente di sperimentare.
Dopo l’avvio di cubo musica da parte di Telecom, una piattaforma per consultare la musica in streaming senza scaricarla, leggendo direttamente in cloud o nelle nuvole,con quattro milioni di brani a disposizione per soli 3 euro al mese se non si richiede il , altri, Amazon in primis, stanno pensando a formule analoghe di abbonamento a fronte di un servizio per tutto il mercato dei contenuti e cioè libri, film, musica. Il negozio online di App in Italia Amazon lo ha già aperto, sta realizzando quello musicale e a seguire la parte video e editoriale.
Il problema è che gli editori non hanno idea di chi compra i loro libri specie in un mondo in cui la maggior parte degli acquisti si fa online. Come sostiene Penelope Trunk (blog: http://blog.penelopetrunk.com/2012/07/09/how-i-got-abig-advance-from-a-big-publisher-and-self-published-anyway/#comment311702) gli editori diciamo tradizionali, analogici o cartacei, non hanno idea di come si vendono i libri online; i soliti metodi come il aggio in tv o la quarta di copertina sono superati. Il marketing online e le relative offerte commerciali, devono tener conto di come un cliente è arrivato in quella pagina, chi è, cosa compra e perché: bisogna saper comunicare con la community cui ci si rivolge, occorre costruire una relazione con i propri lettori.
La pena è la disintermediazione.