DIREZIONE DIDATTICA 2 CIRCOLO QUARRATA RICERCA-AZIONE DI MATEMATICA 2006-2007
“IL PONTE DEI BAMBINI” Scuola Primaria di Valenzatico Classe III
DOCENTI MARINO MONIA matematica FATTORI ANNALISA italiano PAOLINI MARIA EVA inglese
DESTINATARI Classe III (21 alunni)
OBIETTIVI • Ascoltare e comprendere. • Cooperare all’interno di un gruppo. • Interagire e collaborare in maniera costruttiva per realizzare obiettivi comuni valorizzando la diversità. • Riconoscere la successione temporale in testi di vario tipo. • Raccontare con parole appropriate le esperienze fatte in diversi contesti e i percorsi di soluzione. • Acquisire la consapevolezza della diversità di significato tra termini usati nel linguaggio comune e quelli del linguaggio specifico. • Individuare, descrivere e costruire relazioni significative, riconoscere analogie e differenze in contesti vari. • Riconoscere elementi comuni e differenze in culture diverse. • Individuare strategie per risolvere situazioni problematiche.
• Conoscere e saper utilizzare le tecniche risolutive e l’algoritmo delle quattro operazioni. • Riconoscere diverse tipologie testuali. • Saper utilizzare diverse tipologie testuali per scrivere semplici testi narrativi, descrittivi, poetici e regolativi. • Utilizzare semplici grafici per la raccolta di dati.
DESCRIZIONE ESSENZIALE DELL’ESPERIENZA
• Scelta di una storia sfondo integratore: “Il ponte dei bambini”. • Suddivisione della storia in sequenze. • Manipolazione del testo narrativo proposto e di alcuni altri testi narrativi e descrittivi. • Invenzione di storie-problema. • Invenzione di testi di vario tipo. • Arricchimento del testo attraverso la ricerca di proverbi e modi di dire legati al cibo ed all’alimentazione.
ITER DI LAVORO L’attività svolta ha interessato diverse discipline e la seguente legenda ha lo scopo di mettere in risalto i diversi aspetti:
• Percorso matematico:invenzione dei problemi • Percorso di italiano: invenzione di una storia • Parole calde di italiano che hanno permesso ai bambini di sperimentare diverse tipologie testuali: narrativo, descrittivo, poetico e regolativo. • Parole calde d’inglese che hanno rappresentato il punto d’incontro per una effettiva comunicazione • Osservazioni dei bambini • Osservazioni riguardanti l’attività d’inglese.
La storia da cui è partito il nostro lavoro: “Il ponte dei bambini” C’era una volta un grande fiume e sulle sponde di questo fiume vivevano due contadini, uno sulla riva destra e l’altro sulla riva sinistra. I due contadini non si conoscevano, non si parlavano, ma si odiavano. A mezzogiorno, quando il sole splendeva alto nel cielo, tutti riposavano. Invece i due figli dei contadini si annoiavano. Un bel giorno l’acqua del fiume cominciò ad abbassarsi; i due bambini saltarono nel mezzo del fiume e s’incontrarono. Cominciarono a raccontarsi storie della riva sinistra e storie della riva destra. Ogni giorno, quando tutti dormivano, s’incontravano proprio nel bel mezzo del fiume. I genitori si meravigliarono che i bambini improvvisamente sapessero tante cose che neppure loro avevano mai sentito. E dopo aver riflettuto a lungo, decisero di costruire un ponte bellissimo fatto ad arco, come l’arcobaleno che il sole disegna nel cielo dopo i temporali. Dopo avere letto insieme in classe questo racconto abbiamo pensato che potesse essere lo spunto per iniziare una storia nuova che fosse tutta e solo nostra. Mettendo insieme le nostre idee e formulando ipotesi ci siamo accorti che la storia poteva essere costruita anche attraverso i problemi che i due protagonisti dovevano affrontare e superare… così parole e numeri si sono incontrati.
L’incontro
Tanto tempo fa due bambini di popoli diversi s’incontrarono in mezzo ad un fiume a pescare. Il fiume era grande e vi scorreva molta acqua, sulle rive c’erano anche tanti alberi e fiori che sbocciavano. Intorno a loro c’era molto silenzio, si sentiva soltanto il gracidare delle ranocchie. Il fiume era limpido e nelle sue acque nuotavano una miriade di pesciolini di tanti colori.
A questo punto della storia è emersa la necessità di trovare un nome per i nostri protagonisti: i nomi suggeriti erano molti e per scegliere quelli preferiti dalla maggioranza di noi sca Chiti ha proposto di usare un istogramma che ci fe individuare i nomi che si ripetevano con maggiore frequenza, quindi quelli di MODA. Ecco l’elenco dei nomi proposti: sco, Filippo, Leo, Marco, Mario, Filippo, Iacopo, sco, Luca, Giorgio, Giulio, Luis, Toni, Riccardo, Giacomo, Giovanni, Ianco, Juan, Niki, Wassim, Kisuki.
Osservando il grafico. I nomi che sono stati ripetuti più volte sono Filippo e sco, quindi questi saranno i nomi dei protagonisti della nostra storia. Filippo è il nome più alla MODA e perciò abbiamo deciso di regalarlo al bambino straniero in segno di amicizia. Però è emerso un problema: siccome il protagonista della nostra storia è un bambino arabo, dobbiamo scegliere per lui un nome arabo. La maestra ci ha detto che il nome Filippo in greco significa “colui che ama i cavalli”, e a noi è piaciuto pensare questo bambino “amico dei cavalli”. A questo punto è venuto in aiuto il nostro compagno Wassim che ci ha detto che in arabo “amico” si dice “sahib” e “cavallo” “haud”, così il nostro protagonista straniero si chiamerà Sahibhaud.
sco era un bambino italiano: era molto allegro, alto, moro e con gli occhi azzurri. L’altro bambino di nome Sahibhaud era arabo, aveva i capelli neri e gli occhi scuri. sco stava pescando con la canna da pesca, Sahibhaud invece pescava con la rete. Mentre aspettavano che i pesci abboccassero i due bambini cercarono di fare amicizia e cominciarono a parlare, sco raccontò delle storie in italiano al suo amico Sahibhaud, anche Sahibhaud volle narrare delle storie al suo nuovo amico e lo fece nella sua lingua: l’arabo. Ad un certo punto, continuando a pescare e ormai scoraggiati perché non riuscivano a capirsi, Sahibhaud tirò su la rete ed era piena di pesci. Allora sco, molto incuriosito, chiese a Sahibhaud , aiutandosi con i gesti: - Quanti pesci hai pescato? Sahibhaud rispose, anche lui a gesti:- Look, thirty-six fish, and you? sco, mostrando le dita delle mani, rispose: -Nine fish!- Allora Sahibhaud molto eccitato esclamò: -Wonderful, English!- e sco ribattè: - Bravo!- . Così, dopo aver capito che c’era una lingua in cui potevano comunicare: l’inglese, ripresero a raccontarsi le storie che preferivano: quella di Re Rirò nel paese di Cuccagna (vedi allegati 1 e 2) e quella di Babbo Natale (vedi allegato 3): ora potevano capirsi davvero! sco salutò Sahibhaud trattenendo le lacrime: era scontento perché aveva pescato meno pesci del suo nuovo amico. Così tornò a casa con il muso lungo, allora la mamma gli disse: -Sputa il rospo.
sco cominciò a piangere e a parlare di Sahibhaud e di quello che era successo, in quel momento si sentiva molto male, ma dopo essersi tolto quel peso, si sentì meglio perché sapeva che è meglio avere una bella famiglia che pescare più pesci dell’altro.
Discutendo insieme abbiamo osservato che per trasformare una storia in un problema dobbiamo aggiungere:
1. I dati utili.
2. La domanda.
I
Ipotesi di storie-problema Storia–problema proposta da Andrea.
Due bambini di popoli diversi si incontreranno in mezzo ad un fiume ha pescare. Dopo un po’ tornano a casa perché sono stanchi. sco ha pescato otto pesci mentre Sahibhaud ne ha pescati 10.
Domande Chi ne possiede di più? Quanti?
PROBLEMA SECCO: contiene solo le informazioni essenziali.
TESTO: arricchimento,ampliamento,descrizione.
PROBLEMA SECCO
I due bambini, dopo aver fatto amicizia, tornano alle loro case e convincono i loro popoli a costruire un ponte di legno. Il popolo di sco riesce a procurarsi 107 tronchi, mentre il popolo di Sahibhaud ne procura 127.
Domanda
Quanti tronchi sono serviti ai due popoli per costruire il ponte?
Scriviamo alcune osservazioni sul modo in cui dobbiamo costruire i problemi. Quando inventiamo un problema dobbiamo scegliere dati numerici che siano “adatti” (Filippo), cioè non scelti a caso (sca C.), ben precisi (Filippo), adeguati (Arianna).
La costruzione del ponte
sco, dopo aver fatto amicizia con Sahibhaud, tornò a casa e chiese alla mamma:- Mamma,perché non costruiamo un ponte per poi incontrarci tutti? -Per me va bene, ma che cosa ne penseranno Sahibhaud e la sua gente? sco rispose che avrebbe detto a Sahibhaud di avvertire le persone del suo popolo, e così fu. Il giorno dopo, tutti si svegliarono molto presto per preparare: accette, seghe e carretti trainati da buoi per andare nel bosco a prendere dei tronchi da utilizzare per costruire il ponte. I due popoli tornarono la sera e si misero a contare i tronchi che avevano trovato nel bosco. Il popolo di Sahibhaud aveva tagliato 50 pini e 57 abeti che in tutto fa 107 alberi. Invece il popolo di sco era riuscito a tagliare 90 faggi, 25 cipressi e 12 platani che in tutto fa 127. Poi, la mattina dopo iniziarono a costruire il ponte di legno e via via che mettevano i pezzi li contavano, così potevano vedere il risultato. Tutti rimasero contenti perché avevano preso in tutto 234 tronchi d’albero. Sahibhaud guardò sco e gli domandò:- La nostra amicizia non finirà mai, è vero?
sco aggiunse, un po’ emozionato:- Sì, è vero, ma anche i nostri popoli si aiuteranno sempre, perché fra noi c’è un’amicizia vera. I due bambini felici si abbracciarono e Sahibhaud iniziò a cantare una canzone (vedi allegato 4).
sco e Sahibhaud iniziano a preparare la festa: quanti inviti, al lavoro!
Felici per aver costruito il ponte, sco e Sahibhaud decidono di fare una festa per l’inaugurazione del ponte. I bambini devono sapere quante persone verranno alla festa e quindi spediscono gli inviti a tutte le persone dei due villaggi.
Continuando a scrivere la nostra storia ci siamo apionati così tanto che abbiamo deciso che saremo noi, i ventuno alunni della classe terza, con le nostre famiglie, gli invitati che parteciperanno alla festa.
Quanti invitati, che problema!
Dopo aver stabilito che gli inviti da spedire sono 21 come facciamo a sapere quanti sono gli invitati? Andrea ha risolto il nostro problema dicendo che le famiglie sono 21 dobbiamo vedere quanti sono i componenti di ogni famiglia.
Problema
Sahibhaud e sco devono spedire 21 inviti. Le prime 4 famiglie sono composte da 3 persone, 12 famiglie sono composte da 4 persone e 5 famiglie sono composte da 5 persone, quanti sono gli invitati alla festa?
Quanti tavoli occorrono?
Dopo una lunga discussione abbiamo deciso di ripartire gli 85 invitati in tavoli da 5 posti ciascuno. Ora proviamo a scrivere il nostro problema
Problema
Dopo aver contato 85 invitati, sco e Sahibhaud decidono di ripartirli in tavoli da 5 posti Quanti tavoli occorrono?
Riflettendo sul modo in cui potevano risolvere questo problema abbiamo concluso, ascoltando il suggerimento di Andrea, che l’operazione necessaria è la DIVISIONE Ma come si fa a risolvere una divisione? Noi sappiamo che la DIVISIONE è L’OPERAZIONE INVERSA DELLA MOLTIPLICAZIONE.
Come
la
MOLTIPLICAZIONE
è
UN’
ADDIZIONE
ripetuta
la
DIVISIONE, che è la sua operazione inversa, è una SOTTRAZIONE ripetuta.
La raccolta dei fiori.
Addobbiamo i tavoli Dopo aver discusso insieme abbiamo deciso che Sahibhaud e sco preparano i tavoli della festa. Inoltre abbiamo scelto di inventare un problema dove ci sia la divisione.
Problema Per addobbare i tavoli della festa Sahibhaud e sco decidono con l’aiuto degli altri bambini, di raccogliere alcuni fiori. Così raccolgono 51 fiori da suddividere in alcuni vasi: se si mettono tre fiori in ogni vaso, quanti vasi si riempiono?
Problema Per addobbare il tavolo dei cibi, in occasione della festa, Sahibhaud e sco decidono, con l’aiuto degli altri bambini, di raccogliere alcuni fiori. Così raccolgono 51 fiori da distribuire in parti uguali in 3 vasi. Quanti fiori mettono in ciascun vaso?
Osservazioni sui problemi Osservando i due problemi con le due divisioni abbiamo notato queste differenze:
le due domande sono diverse cioè una vuole sapere il numero dei contenitori (vasi) e l’altra vuole sapere il numero del contenuto (fiori) (Martino). Il numero 3 ha assunto due significati diversi e cioè nel primo problema rappresenta il numero dei fiori da distribuire in ogni vaso. Nel secondo problema il numero 3 rappresentava la quantità dei vasi (Elena).
Concludendo la nostra osservazione Dopo aver individuato le differenze tra i due problemi, la maestra ci ha fatto notare che questi cambiamenti, in un testo, determinano due significati diversi. Infatti il primo problema, quello del numero dei vasi determina una divisione di contenenza, mentre il secondo problema quello del numero di fiori, determina una divisione di ripartizione. Concludendo, quando si vuol sapere il numero dei contenitori o di chi riceve gli oggetti si ha la contenenza, invece, quando si vuol sapere il numero degli oggetti, si ha la ripartizione.
Per addobbare i tavoli della festa Sahibhaud e sco insieme ai bambini di classe terza andarono in bosco a raccogliere molti fiori. Il bosco era molto fitto e buio quindi tutte le persone che ci andavano dovevano essere bravi a giocare a mosca cieca, ma purtroppo, Sahibhaud e sco ed i loro amici non erano molto bravi e si persero. Nel buio sentirono uno sbatter d’ali: era Soloudito, un pipistrello che viveva nei paraggi. Disse loro:-Volete una mano?- e tutti risposero in coro:-Sì!Quindi Soloudito disse a tutti di usare il senso dell’udito e tutti riuscirono
ad orientarsi nel migliore dei modi. Ad un tratto:- Miracolo! Luce!- Infatti davanti a loro c’era una radura tutta rigogliosamente verde. Nella radura incontrarono un taglialegna. sco chiese al taglialegna:Sai dove possiamo trovare dei fiori?- il taglialegna rispose: -Sì, c’è una grotta piena di fiori. Andarono nella grotta e lì c’erano fiori di cristallo e sopra ogni fiore c’era una pietra preziosa, ma anche fuori dalla grotta c’erano tanti bellissimi e luccicanti fiori. Però c’era un problema: Sahibhaud aveva visto una talpa che mangiava tutti i fiori, i bambini cercarono di prenderla, ma… non ci riuscirono. Fortunatamente la talpa aveva lasciato dei fiori, i bambini si domandarono perché li avesse lasciati ed un bambino esperto sui fiori rispose: - La talpa non li ha mangiati perché sono fiori che contengono molto polline e probabilmente la talpa è allergica!- Sahibhaud esclama:Meno male, sono i più belli!
Descriviamo l’ambiente dove si svolgerà la nostra festa.
Dopo aver raccolto i fiori Sahibhaud, sco ed i loro amici scelsero il luogo dove preparare la festa: era un prato che si trovava vicino al fiume dove avevano costruito il ponte. Era mattina, il sole splendeva sull’erba bagnata di rugiada, il cielo era azzurro senza una nuvola e si sentiva l’aria fresca, sullo sfondo c’era un bosco pieno di alberi spogli e accanto al bosco la casa di sco con il tetto rosso ed il muro grigio. In basso
c’erano delle margherite bianche con il bocciolo chiuso, a destra c’era una siepe, invece all’angolo di sinistra c’era un fiume che scorreva e si sentiva il fruscio dell’acqua, accanto al fiume c’era una rete e dietro questa rete c’era un altro bosco con alberi ancora spogli e cespugli già in fiore, si sentiva l’odore di erba bagnata ed il cinguettio degli uccelli.
La festa è ormai vicina: è tempo di preparare il menù.
I bambini insieme a Sahibhaud e sco decisero il menù della festa ed ognuno di loro propose una ricetta (vedi allegato 5). Si creò però un problema: le ricette erano troppe e quindi non potevano sceglierle tutte. Anche i gusti erano diversi: a qualcuno piaceva la carne, invece qualcuno preferiva il pesce. Allora cominciarono a discutere:- Questo non mi piace, questo non lo voglio mettereIntanto, mentre discutevano arrivò Re Rirò che aveva visitato il regno di Cuccagna e poi anche quello di Babbo Natale ed aveva camminato tanto fino ad arrivare ai villaggi di Sahibhaud e sco. I bambini andarono incontro a Re Rirò, un omino piccolo e basso con una corona color oro e un mantello rosso. Era il protagonista della storia che tutti loro conoscevano. Re Rirò chiese:- Perché litigate?- Allora gli spiegarono tutto: il problema era che Laura voleva la carne, Simone il pesce, invece Jessica voleva molti dolci. Re Rirò intervenne dicendo saggiamente:- Io vi consiglio di non mettere
molti dolci e di non esagerare con le quantità dei cibi che preparerete, vedete io sono stato nel Regno di Cuccagna e quando vidi tutto quel ben di Dio, con l’acquolina in bocca, pensai ”Pancia mia fatti capanna” (vedi allegato 6) e mangiai talmente tanto che… - dice con i brividi – alla fine presi l’orticaria perché avevo mangiato troppo, bambini ricordate che esiste un proverbio più saggio che dice: “si mangia per vivere e non si vive per mangiare” (vedi allegato 7) Allora i bambini decisero di diminuire il numero dei cibi e di scegliere un menù che pie a tutti, ma che fosse anche sano ed equilibrato. sco disse:- Ci vuole un alimento che metta d’accordo tutti, semplice e sano- Quindi interrogarono Laura, Martino, Filippo, Wassim e Matteo perché loro erano stati a Zanzibar, in Kenia, in Messico, in Germania, in Marocco e in Francia. Tutti risposero che il pane non mancava mai su quelle tavole, pur essendo di dimensioni e forme diverse. Quindi accettarono che il primo alimento a comparire sul menù fosse il pane.
Ora la festa poteva davvero iniziare!
I problemi continuano…
Proseguendo con il racconto della nostra storia – problema ci siamo imbattuti in altri due problemi che non ci consentono di proseguire. I nuovi problemi: o Le ricette sono troppe; o Non tutti hanno gli stessi gusti. Le nostre ipotesi di soluzione: o Potremmo usare un istogramma!( Arianna ); o Ognuno di noi potrebbe disegnare la portata che preferisce tra quelle proposte ( sca Chiti ); o Si potrebbe votare ( Cristian ). Dopo esserci consultati abbiamo deciso che la proposta più carina è quella di disegnare le pietanze.
Abbiamo risolto il nostro problema.
Dopo un’indagine effettuata in classe abbiamo notato che le pietanze proposte per la nostra festa erano troppe e quindi il menù non era equilibrato. Così abbiamo deciso di vedere quali erano i cibi che preferivamo in modo da scegliere le pietanze più gradite a tutti. A questo punto ognuno ha disegnato la pietanza che preferiva, poi abbiamo incollato l’immagine su un cartellone, scoprendo una nuova forma d’istogramma: l’ideogramma. Il problema continua Dopo l’osservazione del nostro ideogramma ci siamo accorti che il nostro menù continuava ad essere poco equilibrato, perché c’erano due dolci e tre primi che avevano ricevuto lo stesso numero di preferenze. Così abbiamo deciso di fare una votazione per cercare, velocemente, la soluzione. PASTA ALLA BOSCAIOLA
PASTA AL POMODORO
10
8 PASTA AGLI SCAMPI 3
DOLCE DI CIOCCOLATO 6
SALAME DI CIOCCOLATO 15
Per concludere, le pietanze per il nostro menù saranno: Pasta alla boscaiola, cotolette, salame al cioccolato. Naturalmente sui nostri diciassette tavoli non mancherà il pane, che è “ Condiviso” da tutti. Finalmente abbiamo capito che cos’è un pasto sano ed equilibrato.
Grazie alla piramide alimentare ci siamo resi conto che il nostro pranzo sarebbe davvero equilibrato se aggiungessimo frutta e verdura e se diminuissimo la porzione di dolce. Solo così non faremo la fine di Re Riro’.
ALLEGATI
Allegato 1: La storia di Re Rirò Tra tutte le storie su cui abbiamo lavorato durante quest’anno scolastico abbiamo scelto “Re Rirò nel paese di Cuccagna” perché ci ha accompagnato nel viaggio che abbiamo compiuto con i i nostri amici di classe quarta attraverso i “cinque sensi del gusto”. Prendendo spunto da questa storia abbiamo anche realizzato due pannelli tattili per poter raccontare e descrivere il paese di Cuccagna ad una nostra compagna non vedente.
Re Rirò nel paese di Cuccagna Re Rirò, il re piccolo piccolo si ritrovò senza un regno, così si mise in viaggio per trovarne uno. Va e va, Re Rirò il 36 di maggio (che era un Martedì Grasso) valicò i Monti Pandizucchero e arrivò nel Regno di Cuccagna. Un gran bel posto! Le colline eran di gelatina di frutta, gli alberi lecca-lecca e, sotto gli alberi, babà e bignè crescevano di notte come i funghi. Le case erano di marzapane col tetto di cioccolata, le strade di croccante (e tutti se le mangiavano). Persino le nuvole erano di zucchero filato! Il re, che era tondo e goloso come un panettone, se lo stava mangiando da 30 anni (ma ce ne sarebbero voluti 300, per mangiarlo tutto). La regina, bravissima a fare torte e ciambelle, fece grandi feste a Re Rirò e, siccome non aveva né figli né figlie, lo avrebbe voluto adottare. Però… […] Dopo una settimana di cannoli alla crema, meringhe alla panna, sfogliatelle, gelati di vaniglia e torte di cioccolato, a Re Rirò venne l’orticaria.
da “Re Rirò nel paese di Nonsò”, di Marco Biassoni
Allegato 2:I bambini raccontano la storia di Re Rirò ad una loro compagna. Come fare? Per cercare di narrare alla compagna portatrice di handicap la storia di Re Rirò, i bambini hanno formulato alcune ipotesi e scelto materiali per costruire pannelli tattili. Hanno pensato di rappresentare le fasi salienti del racconto affinché A. potesse esplorare forme in rilievo. La realizzazione del lavoro è stata preceduta da una serie di proposte relative ai materiali da scegliere. Per le sagome hanno pensato di utilizzare la pasta di sale poiché, avendo già lavorato con essa, conoscevano l’estrema plasticità e la facilità nel modellarla. Riguardo alla base su cui poggiare il prodotto, inizialmente qualcuno ha pensato ad un pannello di vetro ma altri hanno obiettato che era troppo pesante e pericoloso e che non sarebbe stato facile fissare le forme di pasta di sale. Successivamente alcuni hanno suggerito di utilizzare del compensato che doveva essere esattamente sovrapponibile al “tavolo” della tramoggia su cui A. lavora.
Ma quale poteva essere la forma da dare a questa base? Dopo varie proposte si è scoperto che la base adattabile al tavolo di A., doveva avere “linee” uguali e parallele a due a due. Abbiamo scoperto che questa forma si chiama rettangolo e che le “linee” che lo delimitano si chiamano lati. La soluzione di questo problema pratico ha permesso quindi agli alunni di acquisire una conoscenza di tipo geometrico. Successivamente i bambini hanno pensato che forse era meglio ricoprire i pannelli con il cartoncino bristol.
Come ricoprire i pannelli? Alcuni erano favorevoli a seguire la linea del contorno, mentre altri ritenevano che la soluzione migliore fosse ricoprire anche tutti i lati, così il cartoncino non si sarebbe sollevato e sciupato.
Realizzazione del lavoro
Il lavoro è stato quindi realizzato dagli alunni che, con molta cura, hanno posizionato le varie sagome
in modo tale da poter essere toccate ed esplorate con più facilità da
A. Alcuni perfezionamenti sono emersi nel corso del lavoro. Ad esempio, secondo alcuni bambini, le nuvole dovevano essere fatte con il cotone idrofilo affinché potessero dare ad A. il senso della morbidezza e della leggerezza. A conclusione del lavoro i bambini hanno proposto di distribuire sui pannelli un leggero strato di colla vinilica per renderli più resistenti.
Riflessioni conclusive su una semplice forma di tutoraggio Questo piccolo itinerario di lavoro ha dato luogo ad una forma di tutoraggio in cui gli alunni si sono calati nei panni di una compagna che percepisce la realtà attraverso il tatto e l’udito. Questa esperienza, oltre a beneficiare l’alunna portatrice di handicap, ha favorito nei bambini nuove conoscenze, ha permesso un confronto tra loro ed ha dato modo a tutti di riflettere su varie possibilità, spingendoli a sperimentare soluzioni commisurate e proponibili ad A.
Allegato 3: “La strana coppia”
La storia di sco in italiano Re Rirò, il re piccolo piccolo si ritrovò senza un regno, così si mise in viaggio per trovarne uno. Va e va, Re Rirò il 36 di maggio (che era un Martedì
Grasso)
Pandizucchero
e
valicò arrivò
nel
i
Monti
Regno
di
Cuccagna. Un gran bel posto! Le colline eran di gelatina di frutta, gli alberi lecca-lecca e, sotto gli alberi, babà e bignè crescevano di notte come i funghi. Le case erano di marzapane col tetto di cioccolata, le strade di croccante (e tutti se le mangiavano). Persino le nuvole erano di zucchero filato! Il re, che era tondo e goloso come un panettone, se lo stava mangiando da 30 anni (ma ce ne sarebbero voluti 300, per mangiarlo tutto). La regina, bravissima a fare torte e ciambelle, fece grandi feste a Re Rirò e, siccome non aveva né figli né figlie, lo avrebbe voluto adottare. Però… […] Dopo una settimana di cannoli alla crema, meringhe alla panna, sfogliatelle, gelati di vaniglia e torte di cioccolato, a Re Rirò venne l’orticaria.
Father Christmas
King Rirò
He is an old man in red clothes, with a long white beard. He rides an open sleigh drawn by a reindeer. He comes down the chimney. On Christmas Eve children leave a glass of milk and some carrots for Father Christmas and his reindeer. Father Christmas fills stockings and shoes with presents. People decorate their rooms using holly, mistletoe,and ivy. People go to church to hear the mass and to see the crib. The children open their presents. The Queen is on television. She wishes a Happy New Year. People finish decorating their Christmas tree. People give presents to the poor. People go from house to house singing old hymns (carols). People eat turkey and pudding People send a lot of Christmas cards to their friends and relatives.
King Rirò, the very small King, hasn’t got a kingdom. He wants to find one. He goes and goes and he arrives at “ Cuccagna ” Kingdom. The short mountains are fruit jellies, the trees lollipops, and under the trees, babas and cream puffs come out like mushrooms. The houses are made of marzipan with the roofs of chocolate and the streets of almond toffee. The clouds are made of sugar. All the people eat them. The King of that kingdom is fat because he eats a lot. The Queen is very good at making cakes. She gives a lot of parties for King Rirò. She hasn’t got a daugther or a son and she wants to adopt King Rirò. But… after a week with cream cannolis, cream meringues, vanilla ice-cream and chocolate cakes King Rirò has the “ urticaria
Quando sco finisce di raccontare la sua storia in inglese vede Sahibhaud che ride a più non posso. Lui in arabo aveva raccontato di Babbo Natale perché aveva creduto, dai gesti, che il personaggio della storia di sco fosse il vecchio che porta i regali ai bambini. Anche lui voleva dare il suo contributo e aveva messo insieme le poche cose che sapeva su di lui. Inoltre poiché si era accorto che sco aveva chiacchierato tanto, aveva aggiunto anche altre informazioni sulle tradizioni natalizie nel mondo.
Anche sco ride di tutta questa confusione e a casa lo dice alla mamma con cui parla tranquillamente in italiano. Le racconta del Babbo Natale descritto da Sahihaud e delle altre tradizioni
Babbo Natale Egli è un vecchio uomo con una lunga barba bianca. Egli cavalca una slitta aperta trainata da una renna. Egli viene giù dal camino. La vigilia di Natale i bambini lasciano un bicchiere di latte e alcune carote per Babbo Natale e la sua renna. Babbo Natale riempie calze e scarpe con regali
Tradizioni. La gente decora le stanze usando agrifoglio, vischio e edera. La gente va in chiesa ad ascoltare la messa e a vedere il presepe. I bambini aprono i loro regali. La Regina è in televisione. Ella augura un felice anno nuovo. La gente finisce di decorare l’albero di Natale. La gente dà regali ai poveri. Le persone vanno di casa in casa cantando vecchi inni (carols) La gente mangia tacchino e pudding. La gente spedisce tanti biglietti di auguri agli amici e ai parenti.
Allegato 4: “La canzone dell’amicizia” A song: “Friends” We’re all friends together together, together we’re all friends together hip, hip, hip hurray. And my friend is your friend And your friend is my friend. We’re all friends together together, together we’re all friends together hip,hip, hip hurray
“Amici” Noi tutti siamo amici insieme insieme, insieme noi tutti siamo amici insieme hip, hip, hip, hurray.
E il mio amico è tuo amico e il tuo amico è mio amico. Noi tutti siamo amici insieme insieme, insieme noi tutti siamo amici insieme hip, hip, hip, hurray
Allegato 5: “Le ricette della fantasia”.“
Benvenuto, amico, a questo ristorante. Qui troverai del cibo gustoso, sano, nutriente: cibo per bocca, occhi, orecchie, e cibo, che non guasta per la mente” (Roberto Piumini) Pensando alla nostra festa abbiamo scritto ricette di cibi che ci piacciono e che poi abbiamo utilizzato per realizzare un grafico dove emergono le nostre preferenze, ma abbiamo anche voluto lasciar volare la nostra fantasia
Un dolce magico
Ingredienti: •
un uovo di cioccolato al latte;
•
panna montata ai raggi di sole;
•
zucchero filato alla fragola;
•
una stella dorata;
•
petali di rosa bianchi, rosa e celesti;
•
otto rose rosse;
•
due tulipani lilla;
•
un pizzico di magia.
Procedimento: 1. Prendi l’uovo di cioccolato fai un piccolo buco e mettici dentro la panna montata ai raggi di sole in modo da riempirlo tutto. 2. Prendi lo zucchero filato alla fragola e ricopri l’uovo riempito di panna. 3. Prendi la stella e mettila sopra lo zucchero filato.
4. Prendi i tulipani lilla e mettili ai due lati della stella, poi prendi i petali di rosa e spargili sopra il dolce ed infine prendi le otto rose rosse e mettile intorno al dolce.
Minestrina “Polvere di fata” Ingredienti : •
un mazzo di mimose;
•
venti ciocche di bianchi capelli;
•
un dentino;
•
diamanti brillanti ;
•
acqua.
Procedimento : 1.
Prendi un mazzo di mimose e mettile in un pentolone di acqua bollente
2.
Metti anche 20 ciocche di bianchi capelli.
3.
Butta dentro un dentino.
4.
Aggiungi un diamante brillante.
5.
Rimescola e... buon appetito!
Zuppa di fiori
Ingredienti: •
margherite;
•
viole;
•
sale.
Procedimento:
1. Staccare i petali delle viole. 2. Staccare lo stelo delle margherite. 3. Prendere tutti i fiori e buttarli dentro una pentola piena d’acqua. 4. Aggiungere un pizzico di sale. 5. Disporre in un piatto e … mangiare tutto!
La torta granchiosa
Ingredienti: •
due barattoli di miele;
•
un barattolo di zucchero;
•
cinque granchi;
•
tre uova;
•
un po’ di farina.
Procedimento: 1.
schiudere le tre uova in una ciotola.
2.
aggiungere la farina alle uova e mescolare.
3.
aggiungere i granchi.
4.
coprire tutto con il miele e lo zucchero e mettere in forno.
5.
mettere in un piatto e… buon appetito!
Il succo della felicità
Ingredienti: •
petali di margherita;
•
perle di mare;
•
pezzetti di luna;
•
quattro arcobaleni.
Procedimento: 1. Prendi i petali di margherita, spezzettali riducendoli in poltiglia e mettili in un grosso pentolone. 2. Aggiungi nel pentolone le perle di mare, luccicanti e bianche, poi rimescola per 8 minuti. 3. Prima di mettere i pezzetti di luna, sbriciolali e dopo mettili nel pentolone. 4. Metti i quattro coloratissimi arcobaleni nel pentolone e rimescola per 5 minuti. 5. Frulla bene tutto, metti nel bicchiere il succo e bevi.
Un misto di natura con un tocco di magia
Ingredienti: •
una nuvola soffice;
•
.un po’ di boccioli rosa e rossi di rosa;
•
petali di due fiori che si chiamano “Non ti scordar di me”;
•
foglie di diverso tipo;
•
un po’ d’ acqua di sorgente;
•
un tocco di magia.
Che cosa fare: 1) Prendi il matterello e spiana la nuvola. 2) Prendi dei boccioli di rosa , lascia un piccolo buchino e tutto il resto riempilo di boccioli. 3) Riempi il buchino con dei petali che si chiamano “ Non ti scordar di me” distribuendoli a spirale. 4) Disponi le foglie di diverso tipo ai bordi della nuvola ormai spianata.
5) Prendi una caraffa d’ acqua di sorgente e versala nel centro, con un tocco di magia verrà una nuvola che cambia colore…. 6) Assaggiala, è davvero squisita…buon appetito!
Zuppa pizzicata
Ingredienti: •
un pizzico di magia;
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polvere di stella;
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ali di angelo;
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petali di rosa;
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spine di rovo;
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acqua bollita.
Che cosa devi fare: 1) Versa in un pentolone l'acqua bollita e rimescola accuratamente. 2) Metti nel pentolone la polvere di stelle e mischiala con le ali di angelo. 3) Poi taglia i petali di rosa e con spine di rovo e un po' di magia otterrai una zuppa al sapore di “pizzico”, un aroma speciale...
Mago Filippo e l’arrosto di viole
Ingredienti: o
sette viole;
o
erbette;
o
arrosto;
o
sei cozze;
o
sale;
olio.
o
Per farlo devi: 1. Mettere l'arrosto in mezzo al vassoio dopo averlo tagliato a pezzettini e sopra mettere il sale. 2. Mettere intorno le sette viole con sopra dell'olio. 3. Aggiungere in mezzo al cerchio formato dalle viole le sei cozze con l'erbette. 4. Il pranzo è pronto, buon appetito!
La pasta bella
Ingredienti: •
un po’ di felicità;
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una piuma di cigno;
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un pizzico di magia;
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un chilo d’amore;
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il capello di un’amica.
Che cosa devi fare: 1.
Con la magia metti la piuma del cigno in un piatto.
2.
Aggiungi nel piatto un chilo d’amore ed impasta.
3.
Metti nel piatto il capello della tua amica.
4.
Aggiungi la felicità, rimescola e…buon appetito!
Uovo di cioccolata e polvere di stelle
Ingredienti: •
petali di rosa bianchi e rossi;
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zucchero filato alla menta;
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dieci fragole;
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otto ciliegie;
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polvere di stelle;
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raggi di sole;
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panna al latte;
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un uovo di cioccolata.
Procedimento: 1) Prendi le ciliegie e le fragole e immergile nella cioccolata e nei raggi di sole. 2) Poi mettile dentro l’uovo di cioccolata. 3) Prendi lo zucchero filato e mettilo sopra l’uovo. 4) Prendi la polvere di stelle e i petali di rosa e spruzzali sul piatto.
La pizza mortale del diavolo Ingredienti: •
quattro rocce incandescenti dell’inferno;
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due litri di lava;
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un peperoncino ben maturo;
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nove gocce di tabasco;
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due chili di farina dell’inferno;
•
due fiamme di fuoco.
Procedimento:
1.
Taglia le rocce con una sega ben affilata.
2.
Aggiungi la farina, versaci la lava ed impasta.
3.
Taglia il peperoncino e aggiungi il tabasco.
4.
Mescola tutto in un pentolone.
5.
Aggiungi le fiamme.
6.
Quando è pronta mettila in un piatto.
Il panino del mago
Ingredienti: •
un bel mucchio di nuvole al tegamino;
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un pizzico di capelli dolci e fatati per dare un buon sapore;
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petali di margherite, rose, tulipani;
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succo di girasole;
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trifoglio, quadrifoglio e un po’ di erba voglio, che è molto difficile da trovare perché non si trova neanche nel giardino del re.
Procedimento: 1.
Prendere le nuvole e spremerci sopra il succo di girasole.
2.
Aggiungere i tulipani, le rose e le margherite.
3.
Far cuocere tutto in forno per un quarto d’ora.
4.
Tritare le erbe per farne uscire il succo .
5.
Aggiungere al piatto tolto dal forno
6.
E, per finire, un pizzico di capelli dolci.
Una ricetta davvero strana Ingredienti: •
un mazzo di rose;
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due uccelli;
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dieci capelli, alcuni biondi e altri neri;
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tre gomme per cancellare;
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un pomodoro andato a male;
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copertine per quaderni.
Procedimento: 1. Prendi il mazzo di rose e mettilo in un pentolone 2. Mettici anche i due uccelli. 3. Aggiungi i dieci capelli e poi le gomme 4. Unisci il pomodoro andato a male. 5. Mescola tutto e mettilo sulla copertina dei quaderni. Buon appetito!
Il minestrone dei folletti
Ingredienti: •
acqua di lago;
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castagne novembrine;
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funghi porcini;
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un quadrifoglio;
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pelle di serpente;
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petali di rosa canina;
•
un pizzico di polvere di stelle;
•
due o tre ali di fata;
•
un capello di strega (se si trova);
•
un ciuffo di aghi di pino.
Come si prepara: 1.
Prendere un grosso pentolone e riempirlo di acqua di lago.
2.
Mettere le castagne novembrine spellate insieme ai funghi porcini tagliati a fette, alle foglie di quadrifoglio, ai petali di rosa canina.
3.
Far bollire per circa un’ora a fuoco moderato.
4.
A questo punto aggiungere piccole strisce di pelle di serpente, due o tre ali di fata, un ciuffo di aghi di pino e, se l’abbiamo trovato, un capello di strega.
5.
Cuocere a fuoco alto per altri quindici minuti.
6.
Spolverare con un pizzico di polvere di stelle e servire caldo.
Pasticcio di mare
Ingredienti: •
una conchiglia viola;
•
perle blu;
•
tre bolle;
•
un anemone di mare;
•
quattro alghe.
Che cosa bisogna fare: 1.
Prendere una conchiglia viola ed aggiungere quattro alghe.
2.
Aggiungere un anemone ed amalgamare il tutto.
3.
Prendere le perle e metterle dentro le bolle vicino alla conchiglia per rendere il cibo più gradevole agli occhi.
ll dolce mortale
Ingredienti: •
due uova di dinosauro;
•
un po’ di farina;
•
un occhio di rana;
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marmellata di rana gialla;
•
guano di pipistrello stregato;
•
un panino;
•
sale.
Procedimento: 1.
Sbatti le uova di dinosauro una contro l’altra sul panino. 2.
Aggiungi un po’ di sale e metti la marmellata di rana intorno al panino.
3.
Metti un po’ di farina sul panino e sotto un bel pezzetto di guano di pipistrello.
4.
Infine in cima alla torta metti l’occhio di rana e…buon appetito!
Una pizza speciale
Ingredienti: •
una conchiglia viola;
•
perle blu;
•
tre bolle;
•
un anemone di mare;
•
quattro alghe.
Che cosa bisogna fare:
1.
Prendere una conchiglia viola ed aggiungere quattro alghe.
2.
Aggiungere un anemone ed amalgamare il tutto.
3.
Prendere le perle e metterle dentro le bolle vicino alla conchiglia per rendere il cibo più gradevole agli occhi.
La minestra capricciosa
Ingredienti: •
un pizzico di magia;
•
tre piume di uccello;
•
un po’ di sale;
•
due code di cavallo;
•
un po’ di peperoncino;
•
acqua di fiume;
Come si prepara: 1.
Prendere una pentola e riempirla di acqua di fiume.
2.
Mettere un po’ di sale e tre piume di uccello.
3.
Mescolare il tutto e fare cuocere per circa due ore.
4.
Aggiungere un po’ di peperoncino, due code di cavallo e infine un po’ di magia.
Il budino di fiori
Ingredienti: •
petali di rosa;
•
marmellata di peperoncino;
•
fiori di albicocco;
Che cosa devi fare: 1.
Prendi un piatto e ricoprilo con i petali di rosa.
2.
Aggiungi i fiori di albicocco cospargendo il piatto.
3.
Infine metti la marmellata di peperoncino sul piatto cosparso di petali di rosa e fiori di albicocco.
Aperitivo alla rosa
Ingredienti: •
quattro fette di ananas;
•
un bicchiere di vino;
•
petali di rosa;
•
mezzo cracker;
Procedimento: 1.
Prendi un bicchiere e versaci un po’ di vino.
2.
Nel bicchiere di vino metti un po’ di petali di rosa e mezzo cracker salato.
3.
Per abbellire aggiungi intorno quattro pezzi di ananas e… buon aperitivo!
Allegato 6: “Pancia mia fatti capanna!” Chiedendo a mamme, babbi, nonne e nonni abbiamo raccolto modi di dire e proverbi che riguardano il cibo, abbiamo discusso in classe sul loro significato, poi ne abbiamo scelti alcuni e con questi abbiamo provato ad inventare un breve testo poetico.
“Al contadino non gli far sapere com’è bono il cacio con le pere.” E se poi lo scoprirà tutto si mangerà. Se lo mangia in un boccone alla fine gli verrà un gran pancione!
“Sacco vuoto non sta ritto.” Io ci metto un pollo fritto. Me lo mangio con l’insalata e la pancia si è gonfiata.
“Una mela al giorno toglie il medico di torno.” Se non lo mangerai dal medico Valfredo Pellegrini con la febbre a 39 tu andrai.
“Meglio un uovo oggi che una gallina domani.” E diventiamo sani. Se mangio la gallina
divento cicciottina, ma se mangio un ovino divento uno stecchino
“Una mela al giorno leva il medico di torno.” Se la mangio d’inverno tiene lontane le malattie da inferno.
“Chi la sera mangia tutto la mattina canta il cucco.” Chi la sera mangia meno la mattina è più sereno. Ho mangiato troppo a cena e la mattina non sono in vena. Ho finito il cibo che mi sono guadagnato e quindi tanto ho mangiato. Ho fatto un’indigestione e mi hanno chiamato mangione
“Chi la sera mangia tutto la mattina canta il cucco.” Gnam, gnam un morso qui e uno là uno a quel bel cosciotto fatto a numero otto un altro a quella patatina fatta a forma di gallina; e poi uno al gelato con il gusto da me tanto amato: ecco finalmente la gelatina servita insieme a una rosellina. No, ho finito il mio cibo! Temo tanto che la mattina canterò il cucco e penserò che sono proprio stucco!
“Una mela al giorno leva il medico di torno.” Ma se mangi la cioccolata arriva il dottore di volata.
“O mangi la minestra, o salti la finestra.” Se mangi la minestra, ti viene il mal di testa.
“L’appetito vien mangiando, in realtà vien digiunando.” Se stai senza mangiare, ti viene il mal di mare, ma se la sera mangi tutto la mattina sei distrutto. Il pomeriggio mangi poco, fai solo qualche gioco. Per la cena minestrina e poi ritorna la mattina.
“Con l’olio e con il sale È buono anche uno stivale.” Una penna ed un mattone con l’olio e con il sale piacciono anche ad un leone. Il leone è troppo golosone, sicchè diamogli anche un peperone.
“Una mela al giorno leva il medico di torno.” Ne mangi una, ma non tutti i giorni e il medico è lì nei dintorni.
Ora mangiane di più perché il medico è laggiù.
“Pancia mia fatti capanna.” E se verrà la mia amica Susanna insieme si mangerà la panna.
“O mangi la minestra, o salti la finestra.” Poi arriva il gatto Maramao che ti ruba la minestra, allora tu in tutti i modi devi chiudere le finestre con i chiodi.
“O mangi la minestra, o salti la finestra.” Se me la fai mangiare mi farai urlare e proprio indiavolare.
“Rendere pan per focaccia” Tu mi hai fatto questa pessima boccaccia, allora io ti faccio questa linguaccia, LHHH! Mi hai fatto un dispetto, a questo punto un altro aspettatelo e in testa bene mettitelo: sei noioso e permaloso, inoltre vieni a chiedere a me come si organizzano i dispetti? Chi la fa l’aspetti!
“Sacco vuoto non sta ritto” Ti svegli la mattina e stai zitto zitto.
Esci fuori di casa con lo stomaco brontolone e vai a mangiare un bombolone. Meglio pieno anziché vuoto Ora posso mangiarmi anche un loto.
“O mangi questa minestra, o salti la finestra”. E se hai fretta di dolce prendi solo una fetta, vai a scuola velocemente a rinfrescarti la mente.
“Una mela al giorno leva il medico di torno.” Se mangi tante torte alla cioccolata il dottore arriva in scivolata”
“Chi la sera mangia tutto la mattina canta il cucco.” Guarda là, guarda qua ecco la paperella che fa “qua, qua” scappa di qua, scappa di là, se tutto mangerà, nulla le rimarrà.
Allegato 7: I proverbi inglesi Incuriositi ci siamo esercitati a cercare altri proverbi o modi di dire. Li abbiamo divisi in due categorie: quelli simili all’italiano che abbiamo chiamato “Easy” e quelli molto diversi, i “Complicated” , che sembra non ci “azzecchino” niente, ma che, in realtà, vogliono dire la stessa cosa Culture diverse, espressioni diverse, stessi concetti
EASY PROVERBIO
TRADUZIONE TRADUZIONE LETTERALE LIBERA Nobody grows Nessuno diventa A tavola non si vecchio a tavola invecchia mai old at table Appetite comes L’appetito viene L’appetito viene with eating col mangiare mangiando The great fish I pesci grossi Il pesce grosso eat up the small mangiano i piccoli mangia il più piccolo Who will not eat Colui che non Chi non mangia ha has already been mangerà è già del mangiato eating stato mangiante Fresh fish and Il pesce fresco e L’ospite è come il new-come guests gli ospiti arrivati pesce; dopo tre giorni puzza smell in three da poco puzzano days in tre giorni
It’s no use crying E’ di nessuna E’ inutile over spilt milk utilità piangere piangere sul latte sopra il latte versato versato
COMPLICATED PROVERBIO
Traduzione TRADUZIONE letterale LIBERA A bird in a hand Un uccello in una Meglio un uovo is worth two in mano ne vale due oggi che una the bush nel cespuglio gallina domani Good broth may Il buon brodo Gallina vecchia fa be made in an old può essere fatto buon brodo pot in una pentola vecchia To be completely Essere Ci sta come il beside the point completamente cavolo a merenda lontano dal punto You have no Tu non hai scelta O mangi questa choice minestra o salti dalla finestra
One can’t be Uno non può Non tutte le successful every essere vittorioso ciambelle time ogni volta riescono col buco The early bird L’uccello Chi dorme non catches the mattiniero piglia i pesci worm cattura il verme