La Coda Del Diavolo 1yj2k

Antropoetico

La coda del diavolo

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Indice dei contenuti

Prima della porta In silenzio Fuori dal mio territorio Solitudine Male ai piedi Amor di farfalla Sulle bancarelle Dentro le segrete del cuore Arma letale Assoluzione L’alba di notte

Un nuovo giorno Giunco Perdono Silenzio Riprenderai il cammino Vuoto Cuore Il mondo è donna Ghetto Aggrappato ad un sorriso Prendimi Quel che resta Dormire felice Filo

Pensieri La coda del diavolo Illusione Cerebro Polvere e cenere Silenzio oscuro Bitume Abbandono Così sia Succhiami Presente assente Camminare La verità Bocciolo

Fuso Senza Per Dio Giorno invernale Armonia Ama Finzione Non amerò Apri Inizio e fine Cuore, uno Sì, l’amore L’oscuro Il tempo della pietra

Porte si schiudono Di profilo Io entro Nel dolore la chiave Così son io Male necessario La morte Nell’eclisse Mille Vita scorri Eros e Cerebro Se ti ho amato Colpevole L’amore è qui

Paura Avanzi Senza permessi Il tempo di lasciare Meraviglioso segno Non sei la mia carne Sempre con te Certamente Perduto Fuori dal porto Mostro Quando siamo sinceri Fantasma

In me Alfiere nero Dentro Giorni così Di nessuno Una sola Resta Forse Sotto il diluvio Perdendo Masturbazione Succhialo Lui sa Condono

Sogni Enigma e paradosso Sono vivo! Ballerò sull’asfalto Nel ricordo Donna del destino

Prima della porta

Se la vita ti spazza via,

lasciati andare al vento, così sia,

volerai.

Non aggrapparti alla porta,

siamo solo carne ad una svolta,

morirai.

Altri mondi vivrai, tutti diversi,

non siamo cuori lasciati e persi,

capirai.

Se la vita non è limpida e sincera,

ricordati, l'anima è sempre vera,

amerai.

In silenzio

Stucchevole e riprovevole il tentativo,

come fosse un gioco osservare il comportamento,

animo malevole muove i fili,

burattinaio senza morale, nascosto dietro alle parole,

una foto come maschera per muoversi nei profili,

godendo di verità immaginate fino a sentirsi Dio,

miserabile e ignobile l'inganno,

come fosse sterco di scrofe nello stagno,

pensieri contorti per dimostrare sbagli,

ma io sono farfalla e quello resto,

libera e sincera nel mesto volo al tramonto,

non faccio rumore mentre si muore.

Fuori dal mio territorio

Odore di animali sconosciuti,

il territorio è mio fino agli alberi abbattuti,

esco dalla tana e corro nel buio del bosco.

L'aria si muove al ritmo che suonano i gufi,

è il mio mondo, quello segnato dai padri,

lo difenderò per la mia compagna

e i cuccioli che ha in grembo,

mostrerò loro i denti e alzerò il pelo,

quanto freddo questa notte lo sento il gelo,

non mi fanno paura gli invasori e le loro luci,

faccio sentire la mia voce e ululo con rabbia,

non eranno, ho sempre ucciso i nemici.

Non posso arretrare, io non ho timore,

della notte sono il re,

mi puntano bastoni di ferro grigio contro,

salto, devo cacciarli.

Solitudine

La solitudine è male,

male minore diventa,

brusio costante nell'orecchio,

baffi da strappare, cosce piene di peli,

condite d'acida prolissa elucubrazione.

La donna spogliata dal vestito emozionale,

perde fascino, capelli bianchi spuntano tra quelli tinti.

E allora che bello la casa vuota, i giorni in cui è sporca,

libertà e rilassamento valgono più di un attimo di godimento.

L'amore è archetipo e finzione immaginata,

non esiste, disperso in alchemiche bugie.

Male ai piedi

Senza scarpe con i buchi alle calze,

cammino lungo il sentiero scosceso,

il male ai piedi segna col sangue il percorso,

la vita mi ricorda che sono ancora vivo.

Butto via i vestiti per sentirmi nudo,

libero in questo mondo solo mio,

non conta il ato che lo scarico ha assorbito,

sono in marcia, anche se non so dove andrò.

Solo e in compagnia canto la mia litania,

sento le voci della pioggia, i canti dei grilli,

non conta più il tempo, non c'è spazio,

resto solo io a cantare la melodia.

Amor di farfalla

Come fiore profumato ti apri,

leggero il mio volo a planare,

lo sbatter d'ali a sollevare ormoni.

Respiro tutta l'aria dentro ai polmoni,

mentre entro in te, fra i tuoi stami,

rilasci polline d'amore per imbrigliare i sensi miei.

Assaporo i tuoi gusti meravigliosi,

tu mi abbracci e ti distendi affinché possa arrivare fino in fondo,

ami il mio succhiarti, vedi le mie ali in un fremito d'emozione.

Vieni verso me mentre me ne vado e in volo torno a muovermi,

chiudi i petali per tenermi per sempre con te,

ma io sono farfalla dentro un sogno, mi libro verso il cielo.

Sulle bancarelle

Il senso della vita,

la ricerca agognata, la sfortuna annunciata,

cuori sulle bancarelle di animati mercati

in attesa dell'arrivo della storia destinata.

Motori accesi e di corsa a fendere la nebbia,

paura, dolore, giorni scossi dalla rabbia.

Animale che lotta chiuso dentro alla gabbia,

selvaggio questo mio bisogno diventa un miraggio,

grido al cielo con i pugni stretti pieni di sabbia,

ma è solo un sogno.

Dentro le segrete del cuore

Relazioni non posso alimentare,

viaggio solitario dentro l'emozione,

destinazione sconosciuta.

Non posso fermarmi per non lasciar pianto,

questo treno non si ferma e non aspetta,

il biglietto è di sola andata.

Sento le mani tese di persone in stazione

a salutar il aggio,

comunico con cuori emaciati e raffinate menti

in una condivisione che non desidero diventi prigione.

Evaporo come rugiada all'ora del primo mattino,

scappo, penserai, come fossi un clandestino,

non puoi afferrarmi, sono nulla come schiaffo del vento.

Ti porterò per sempre con me, dentro le segrete del cuore,

non saremo mai più soli.

Arma letale

Fiato dentro un deserto desolato,

ghiaccio e freddo tutt'intorno,

vapore cristallizzato verso di me.

Mi cerchi e mi trovi, è tutto scritto, programmato,

brucio rovente come lava nel cratere,

il gelo si rosola attaccato al mio girarrosto,

consegno al tuo cuore tutto il calore che mi brucia dentro.

Ma proprio quest'abbraccio,

ti consuma in temperature sconosciute,

l'amore evapora prima di trasformarsi in cenere,

i tuoi occhi cambiano colore,

il aggio dal freddo al calore e al suo amplesso,

forza e dolcezza consumano l'acqua che ti compone

ed amarti diventa la tua fine.

Uccido perché so amare.

Assoluzione

Sono il grido all'unisono,

ricettore dei mali interiori,

magistrale interprete delle figure immaginate,

l'insieme di parole,

quelle che non impari dentro le scuole,

il catalizzatore di voglie assopite,

il liberatore dai pudori,

come fossi il più maturo dei pomodori.

Hai voglia di chinarti e cogliermi,

succoso, intenso, selvaggio.

La vita saporita vicino al marcescente,

il sottile filo di follia che piace alla ragione,

il piacere irrazionale che si irradia nelle papille gustative,

la trasgressione come benedizione,

l'assoluzione in ogni caso.

L’alba di notte

Stasera voglio stare nudo,

via i vestiti, le calze, perfino le mutande,

questa notte mi sento animale,

i muscoli flettono mentre mi stendo sul divano.

Devo ragionare, muovendo le mani,

toccare il mio corpo e sentirne i peli,

mi chiama l'istinto, urla che questo mondo è vivere invano.

Il divano diventa tana per accogliere voglie,

Mi sento solo contro il mondo, sono così poco umano.

Stasera la notte sarà mia.

Un nuovo giorno

Sorrido e piango,

come un padre con il suo bambino,

percepisco quello che non comprendo,

la vita è giunta vicino al prossimo cambiamento.

Allora piango e sorrido,

come agrodolce sulla carne,

sento chi vivrà, i prescelti, il mio cuore è con loro

ma piango la violenza dell'accadimento,

la distruzione per dare di nuovo senso e vita.

Non tutti saranno miei fratelli,

non tutti e anche se non lo capisco,

sarà così.

Vivo gioia e dolore, sento

le crepe del sistema.

Giunco

Fragilissimo,

mi piego al vento delle parole sussurrate,

giunco nella tempesta,

mi muovo sul pelo d'acqua.

Perdono

Ridere quando la vita si accanisce,

aprire gli occhi al cielo se qualcuno ti svilisce.

Combattere con orgoglio e dignità,

difendere il principio che non svanisce.

Sorridere a chi si lascia andare,

vivere e vivere ancora,

in una cucina vuota, in un letto solitario,

comunque esistere.

Non importa il percorso, il segno è nell'arrivo,

gioia nell'abbandono,

non devi più chiedere nulla,

gridalo il perdono e stringi il mio petto,

in quest'abbraccio scorre il sangue di una vita.

Io ti ho perdonato.

Silenzio

Vuoto intorno,

la marea del nulla,

riempirlo di stupide parole,

dare sostanza a quello che non ha consistenza.

Silenzio addosso,

olio di respiri spalmato nel cuore,

grasso che riempie le emozioni in fuga,

calore nel bruciore dei ricordi persi nel ballo delle fiamme.

Buio accartocciato,

nero che s'infila dentro le vene,

l'amore dell'arcaico inizio che cancella dolore e pene,

vivere nel tramonto seguendo musica come svolazzanti falene.

Riprenderai il cammino

Parlerai e non ti capiranno,

Urlerai nei sentieri dei sordi, ma non si volteranno.

Non avrai più voglia di ascoltare falsi pianti,

ti siederai, stanco, sotto l'ulivo vedendo l'inganno.

Racconterai di cose vissute dentro quest'assurdo anno,

ali di cartone finite nei cassonetti dell'immondizia.

Mostrerai il costato e la raffinata piaga con cui sei inciso,

gireranno lo sguardo, non sei mai stato nell'amicizia, nel loro cuore.

Muoverai infine gli occhi rimanendo perplesso, indeciso,

il cielo è così bello mischiato con il profumo del campo,

da solo riprenderai il cammino.

Vuoto

Sono vuoto,

come una bottiglia senza liquido,

eppure il mio sfiorire emana luce

nel riverbero della fine.

Rottami arrugginiti e sgangherati,

questo resta dell'uomo,

ed ecco anime per cui divento sublime,

cuori pronti a vendersi sul mercato dei disperati.

Pezzi di vita, ritagli emozionali, la ragione...,

relitto alla deriva,

implosione senza condizione,

la fine senza spettatori, sporco con i miei umori,

muri di poetica sincerità, lascio tracce.

Sono inesistente, abbandono dietro di me

rose e fiori.

Cuore

Il cuore è tutto quello che ti rimane,

difendilo con i denti, con le unghie, solo quello è rimasto.

Il cuore batte perché non lo faccia tu,

pulsa come un dolore che non si placa, abbine cura, è ciò che sei.

Il cuore si flette nella carne e nel sangue ma vive di spirito,

non lasciare che altri te lo strappino.

Non c'è amore così grande da fermarne il battito,

lui deve continuare, tu devi vivere.

Il mondo è donna

La carne piano, piano, si consuma,

molti ormai si lasciano andare come semplice piuma,

accettano senza reazione l'accadimento, senza accanimento.

Ma tu lotti per fermarlo questo bastardo di tempo,

balli latino americano, tango argentino, il tempo non va sprecato.

Ore e ore in palestra a sputar sudore

per mostrare tette e culi ancora meritevoli di uno sguardo.

L'amore dei film, il sogno immaginato,

come principessa ad aspettar qualcuno che non arriverà mai.

Lo fai perché sei donna, culla di emozioni, sesso e sentimento,

ogni attimo come spettacolare godimento, mentre finisce la riproduzione.

Vinta contro l'istinto che chiude le tube ma vittoriosa contro la sconfitta,

non ti arrendi. Il mondo è arrivato fino ad oggi perché donna.

Ghetto

Nel ghetto,

camminando in viali di mestizia,

mentre cresce intorno il livello di sporcizia,

io sono qui.

Questo è il mondo che ho voluto intorno,

l'abbandono di porte chiuse,

poca luce e tanto freddo a entrare dalle finestre.

Mi sento reietto, allergico alla normale vita,

in cui devo stare come acciuga sott'olio, fiore di ginestre

presente ma assente, vero e falso in modo indifferente.

Nel ghetto mi sento il cuore ancora pulsare,

da qui posso nascondermi, difendermi,

divento abile, delle nuvole architetto provetto,

come virus, l'animo sincero, infetto.

Aggrappato ad un sorriso

Sono sceso così tanto nel profondo del dolore

nascosto in me che la morte ha paura di accogliermi.

Spaventa il dolore che non ha confini in questo mondo,

non ci sono lacrime che ne spengano l'incendio,

la carne resta semplice cibo per i vermi.

Combatto l'amore per non trafiggere la speranza,

allontano la gioia e il piacere di chi vuol conoscermi,

sono lontani i giorni dell'aquilone,

il profumo del mare e l'idea di essere uomo.

Graffia con le unghie la vita quel che resta di me

mentre lo affogo, togliendogli il respiro, nel vino,

bottiglie di una notte che, ancora, mi accompagnato,

lasciandomi incolume.

Chiedo perdono se, qualche volta,

mi sono aggrappato ad un sorriso.

Prendimi

Fammi entrare,

non lasciarmi fuori dai tuoi teneri umori,

accogli questa mente in volo di bianchi gabbiani.

Ti prego, apri le tue porte, lasciami venire nel tuo abbraccio,

senti, nel loro vibrare, sul tuo corpo, le mie mani,

piacere e sentimento, carne e psiche porto come dono scritto sul braccio.

Le labbra si aprono e la lingua vuole il tuo respiro,

calore e sapore bagnato, in attesa dell'ingresso nel tuo infinito.

Fammi entrare, non lasciarmi fuori a spegnere nel freddo di un distacco emotivo,

sono qui, nudo di fronte al pudore, senza ritegno,

prendi la mia potenza e fanne del tuo amore, l'intimo segno,

lascia la traccia sul corpo che ansima, che vuole cedere l'anima,

prendimi.

Quel che resta

Cosa resta di un uomo se cade?

Cosa rimane di lui se non ha più voglia di rialzarsi?

Solo la terra sotto il culo, fredda e vile,

trafitto da un raggio di sole.

Cosa resta se un uomo non ha più forza?

Cosa rimane dei sogni?

Solo la realtà che ti vomita addosso,

dell'illusione il paradosso.

Cosa resta nella vita che finisce di un uomo?

Dormire felice

Vorrei ballare tutta la notte davanti ad un fuoco,

sotto una tenda trovare te, donna,

sentire il caldo del suo corpo,

la voglia di me, le tue labbra ad aspettare le mie.

Vita nei boschi, natura fuori, prima dell'alba,

odore di muschio con il quale ti mischio,

cospargo i tuoi odori con i miei,

mi vuoi, mi stringi, la caccia è andata bene, ho corso il rischio.

Ho portato cibo e un nuovo giorno donato dal cervo.

L'anima mia porti alle stelle che dal cielo vicino ci guardano,

mentre accogli il sapore che custodisco nella sacca del destino.

Forse domani mi darai un figlio a cui insegnerò la danza della pioggia.

Posso dormire felice.

Filo

Mai nato,

mai nemmeno vissuto,

pieno di vita nella trama disegnata,

intriso nella tela, parte del tessuto.

Filo che si dipana lungo il sipario originato,

cucito con ago sotto la pelle

in questo giorno vibrato dai rintocchi della campana.

Tela sfilacciata di juta e colla imbrattata,

sono imprigionato nelle assi del dipinto,

frutto del pennello della follia,

non mi è concessa nemmeno la morte meritata.

Pensieri

Pensieri in confusione,

nebulose visioni piovono dentro il cervello,

parole mai dette spingono per vomitare dalla bocca.

Pensieri presenti e insistenti,

batte il cuore e prudono i polmoni,

manca l'aria in questo esser vivo.

Mi siedo sulla valigia di cartone,

dentro i filmati vecchi e sdruciti di un tempo mio,

parole muoiono dentro come batteri infetti.

Pensieri in ribellione bussano alla scatola cranica,

figli della mia follia, note sulla scala musicale,

gridano con il fiato che non hanno,

aspettano il tempo finale, quello della clinica.

Camici bianchi, per una coscienza collettiva pulita,

verranno e con i loro sorrisi si chineranno

su di uno sguardo assente.

Restano pensieri, solo pensieri.

La coda del diavolo

Preda di un'intima emozione,

grida il piacere in uscita dal monte di Venere,

nel caldo piacere di un bagno senza condizione.

Scendono i pensieri verso il cuore dell'amplesso,

rapiti dalle mosse di una mano dentro le foreste nere.

Si muove il grido spezzato in gola da pudore,

alimentato dalla coda del Diavolo,

mi sento presa dal mistero, non ho più barriere,

solo un desiderio nel cuore e nella mente,

godere, sentendoti affacciare nel balcone dei miei capezzoli.

Lupo tu su di me, preda consapevole io,

mi prendi adesso, mentre sempre sono stata tua in mille altre vite,

sacrificio e amore in un ato dimenticato,

la ione non è mai morta, voglio la coda del Diavolo per sentirmi pura.

Illusione

Vorrei dolce il riposo,

immergermi in acque tiepide,

vivere nel piacere, lontano da spiagge gelide.

Calore sulla pelle e cuore finalmente libero,

l'amore porta dolore e rende prigioniero,

cerco il sole che mi scaldi e un sorriso giocoso.

Vorrei tenero l'affetto,

scacciare il pensiero depresso,

lasciarlo disteso sotto il vecchio cipresso,

vivendo il momento perfetto.

Ho bisogno di pace e comprensione,

questa è la mia illusione.

Cerebro

Simbiosi ermetica,

non ci sono parole, non servono.

Acqua impastata di trielina,

lo spruzzo con la bocca

sul pezzo di legno.

Non sembra arte antica,

eppure tutto si culla, parvenza di nuovo che si affaccia.

Artista delle ioni,

Cristo e anti Cristo,

disegno voglie piene di peccato,

voluttuose curve sotto le mani del mio cerebro.

Sono andato oltre, possedendo l'essenza stessa,

penetrando pensieri in vite sospese.

Dando e ricevendo a comando in un’ignota situazione,

rilascio sostanze zuccherine

e nelle stanze vuote del mio cranio iniziano

a danzare fantastiche ballerine.

Polvere e cenere

Il fuoco nel suo bruciare,

polvere e cenere.

Dentro la notte

solo gli occhi miei

a guardare il buio.

Questo silenzio grida nella pianura,

nessuno intorno a me ma non sento paura,

vivo l'attesa della brace,

allungo le mani sui rossi tizzoni

aspettando i brividi di calore,

vivere, in fondo, mi piace.

Cenere e polvere

in questo fiato di vento caldo,

i sogni e i ricordi volano verso l'alto.

Silenzio oscuro

Dal buio sono uscito in un sogno mai finito,

tirando fuori braccia e gambe,

nella luce ho respirato ossigeno arricchito.

Calci e pugni socchiudendo gli occhi,

dentro il bagliore brucia il calore,

la carne, non preparata, si ustiona.

Non trovo piacere in questo esser visto,

tutti vedono quanto sono nudo.

Come figlio di cicogna provo vergogna,

scivolano saline soluzioni sulle occhiaie.

Dentro il tunnel temporale

tuona rabbia prima che arrivi il lampo della paura.

E' ora di andarmene, è tempo di tornare al nero,

il silenzio oscuro, la mia casa.

Bitume

Non sono io quello che vedo,

sdrucito l'abito, sporco della polvere del ato,

fermo, in questo tempo senza più "credo".

Mi chiedo chi sia colui che dallo specchio mi guarda

e allungo le dita per un contatto, sono io, sono quello che è stato.

Mi stupisco, come idiota decerebrato, ero io anche allora, ma la cosa non mi riguarda,

il tempo mi ha mutato nell'impasto di dolore e piacere,

la vita ha cambiato quello che sono, meglio starmi alla larga,

non riesco più ad amare, in questo vortice, le persone sincere.

Il bitume mischia, muove, scuote, confonde il bianco con il nero.

Alla fine tutto è grigio, malta senza forma.

Abbandono

Ti lasceranno, sei diventato maledizione e danno,

parole prima per cucire vestiti di ammirazione,

ma adesso, solo virus in estinzione ti considereranno.

Non vali un'emozione se non sei come grida il nuovo anno,

ignari, sulle punte balleranno, incidendo nella carne.

Ferite di striscio su piaghe allo sfascio,

l'immagine sporcheranno, il ricordo rinnegheranno.

Non vedranno, non capiranno il male che taglia il cuore,

semplicemente godranno nell'eclissi dove il sole muore.

Faranno feste in nuove danze, altri giorni e altre parole,

ti lasceranno.

Così sia

E se dev'esser morte a portar sorriso,

essa sia,

nel luccicar di gocce a tracciar il pallido viso,

non vi è più lo schiuder d'ali,

il volo a librar nei sogni e la sua alchimia,

se dev'esser che le tenebre siano in me e

in un volar dolce a planar mi portino via,

purché non lascino una delle mie parole a gridar sulla scia,

allora sia.

Se dev'esser morte per gioir di liberazione,

allora così sia.

Succhiami

Succo di vita,

giorni spremuti dall'alba alla sera,

pensieri, emozioni, colori imbrattati

sulla tela intrisa di sudore.

Succo di cuore,

nel donarci e nel ricevere,

tutto solo per provare piacere

sul letto, senza più pudore.

Succo di noi zuccherino,

sparso nei campi,

idee e ragione, anche l'onore,

inondiamo lo spazio.

Succhiami.

Presente assente

Pezzi taglienti in giorni stanchi e perdenti,

dall'alto arrivano come vetro che si spacca nell'aria,

intorno donne eleganti sorridono sfoggiando la gioia dei pendenti,

frantumi piovono dal cielo mentre sei in avaria.

Cristalli si conficcano dentro la retina e diventi come i non vedenti.

La luce si spegne, in un secondo il giorno diventa notte buia.

La vita si nasconde alla vista, rimanendo sempre la stessa, così vispa.

Il niente riempie il presente assente

Camminare

Ti giri,

volti lo sguardo al ato che già non è più

e allora chiudi gli occhi assaporando il freddo dell'aria.

Intorno, rumori di tutti i giorni, la vita non viene meno,

mentre cammini nella nebbia, un o dietro l'altro

nello sparire dei contorni vedi l'accesso al limbo.

Poi, guardi avanti, il cervello elabora l'accaduto,

pensieri più leggeri si affiancano allo strappo consumato.

Sorridi con tutti i tuoi "lo sapevo", un vecchio con il cane a vicino,

non capisce e gira la testa e tu sorridi ancora di più.

Sei solo con te stesso, non puoi fingere e nemmeno barare,

sai unicamente che devi camminare.

La verità

La vuoi sapere?

Sei sicuro di voler sapere cos'è la tua vita?

Vuoi che ti mostri la verità?

Hai una scadenza come i prodotti che compri al supermercato.

Crederai, immaginerai, sognerai fino a sentirti come un Dio.

Costruirai imperi, famiglie e imprese leggendarie

ma alla fine il tuo tempo scadrà.

Il vino bevuto, la casa costruita, i sentimenti presenti,

tutto, ogni cosa finirà senza ricordi.

Un pugno di anni da interpretare,

drammi e commedie senza un perché.

Questa è la verità.

Sei solo pedina priva d'importanza nello scacchiere fantasma.

Ogni visione accennata in cui credi è bugia, sogno, illusione.

L'amore che provi è semplice inganno, finta percezione,

come letame sul sentiero pesteranno la melma in cui sei finito.

La verità è che ogni cosa, dall'inizio alla fine è fuori dal tuo controllo,

nessuna parola potrà spiegarti il nulla in cui sei invischiato,

nessun essere nella carne può leggere il protocollo.

Posso raccontare cosa siamo?

Devo davvero dirti cosa sei tu?

La verità pura e semplice, la spiegazione di questi giorni appare chiara,

la conclusione è che non sei un cazzo di niente.

Solo merda che cammina.

Bocciolo

Fiore purpureo nel cuore,

germoglia in un giorno senza tempo,

l'interiore bisogno d'amore

sotto questo sole di fine inverno.

Ghiacci sommersi in anni alla deriva,

squagliano,bagnati da nuova saliva.

La vita, forte e sincera, rinasce nel calore

di un desiderio che diventa acqua sorgiva.

Coglilo questo fiore prima che apisca,

sentine il profumo magico nella risacca.

E' questo il giardino, oggi è il giorno,

tu ci sei dentro. E' lì, per te, questo maturo bocciolo.

Fuso

A furia di pensare ho fuso,

ho fuso il corpo con il pensiero.

Ogni cosa, il minimo dettaglio che hai escluso,

il mio sangue, nel cervello aperto, come siero

viaggia dentro ciò che senti.

Senza

Senza sorriso,

senza nemmeno uno sguardo,

l'infinito immenso diventa solo vuoto.

Rimango assorto nel nulla che mi appartiene,

nessun tempo da vivere,

l'amore ormai non più conviene.

Senza luce,

senza nemmeno un lampo,

la vita appare lontana e fredda.

Rimango pensieroso sul viaggio,

ho levato ormai le ancore,

l'ignoto è la destinazione del cuore.

Per Dio

Voglio amare,

per Dio voglio essere amato.

Voglio gridare al cielo e al sole

che la vita mi ama.

Sento il bisogno di buttare all'aria

tutto questo nero dei miei vestiti,

nei polmoni voglio il profumo di fresco,

sulla pelle il calore di labbra sincere.

Per Dio, voglio i tuoi baci.

Il buio e il freddo fuori dai maglioni

mentre le mani, che hai, stringono il mio petto.

Voglio amare fino alla fine,

leccare i giorni a venire con il sogno che tengo stretto.

Giorno invernale

Senza che tu te ne accorgessi,

ti ho concusso, traviato, violato con il mio io folle,

non è la regola, non accade così, questa non è la prassi.

Colluso sei diventato, portato davanti al tribunale del destino,

ma non sei deluso del parto emozionale,

le acque hai rotto dentro il frangi flutto di questo mare che consegna il postino.

E' meglio una condanna con sapore piccante,

che una pastina collosa e insipida frutto di una vita come le piante.

Senza che te ne accorgessi,

ti ho amato, sentito, accolto,

come grano maturo dentro la messe, le mie parole ti hanno raccolto.

Non è morale quello che faccio, non è la regola,

lo comprendo e per questo ti porto fiori di pesco e succo di fragola,

nemmeno io capisco appieno il senso di quest'eclissi cerebrale,

ma accade che il buio che hai dentro lo senta come un muro "contro"

e scatta in me il desiderio di proteggerti dalla tempesta infernale.

Bacerò i tuoi piedi e m'inchinerò per raccogliere le lacrime

perché sono il vapore di un giorno invernale.

Armonia

Piacere cerca dolore,

ano così, attraverso il tempo, minuscole le ore.

Attimi nell'intrigo di un movimento lento,

odori e colori sui muri imbrattati di sensualità del cervello.

Godimento negli occhi che socchiudi,

mentre il volo di farfalla che hai dentro,

verso il cielo, in un respiro infinito, schiudi.

Armonia dell'amore, dentro un bacio,

l'incontro di labbra che il cuore incanta e inebria,

fugge il giorno cacciato dalla stellata notte

mentre sei ancora tra queste braccia.

Sfuma così anche quel che resta del dolore,

il presente è il fuoco del tuo calore.

Ama

Ti ameranno,

presenti nei giorni saranno,

amanti d'intelletto, cultori del bello.

Poi, d'improvviso, senza spiegazione, senza pietà

ti declasseranno.

Lasceranno il vuoto e di nascosto osserveranno

l'effetto di così tanto inganno.

Odiali, ripudiali, rinnegali,

dai loro l'acqua che si meritano.

Consegnali al silenzio, lasciali andare nel ato,

come sassi affonderanno per il loro stesso peso.

Il tuo sguardo sia sempre sul futuro, all'orizzonte teso,

ama chi ti ama.

Finzione

La vita è finzione,

tutto scorre, semplice in apparenza, come una minzione,

già, sembra facile consumare minuti ed ore,

come bere un bicchier d'acqua, impari la lezione.

Dentro una presa per il culo globale ti ritrovi,

ma ti rendi conto di non esser così forte da modificare la generazione.

Siamo monete false battute dalla zecca del Diavolo,

biglietti di carta in procinto di bruciare,

birilli sul tavolo verde che salteranno sotto i colpi di una stecca.

Niente è reale, vuoti a perdere e allora lecca,

lecca la spremuta sempre più arida,

succhia il desiderio d'amore,

bacia il cuore finché, vivo, ancora batte.

Non amerò

Non amerò più,

non ne ho la forza,

tutto, ogni cosa, la più piccola emozione l'ho consegnata al sogno,

vuota è la mia casa, solo il vento grida e la sferza.

Sepolto ho la vita nella neve che si scioglie,

ma sono quello che sono, non quello che si sceglie

e allora come posso esistere in questo provar di doglie.

Quello che ero se ne è andato nell'inverno

e questo camino non scalda nel suo bruciar di legna e foglie.

Ho freddo, mi trovo in una solitudine infinita,

prigioniero di catene non scritte,

ferito, non posso guarire, il male ha invaso la vita.

Voglio solo che il freddo sia su di me come una dolce sposa,

questo corpo deve raggiungere la mente che, nuda e spoglia,

ha varcato la soglia.

Non amerò più.

Apri

Apri il cuore a questa parola,

grande è il significato che la tua vita ha,

l'immenso custodisci come una donna al parto.

Sei frutto dell'opera del magistrale sarto,

capolavoro nella carne, fiore che sboccia,

hai nel cuore lo sperma dell'amore,

il codice genetico che frantuma la roccia.

Apri il cuore a questo scritto,

sorridiamo insieme all'arrivo della morte,

lo scritto che definisce la verità della nostra sorte.

Io amo quello che sei, abbraccio le tue debolezze,

voglio solo averti qui per darti carezze.

L'amore vive per sempre.

Inizio e fine

L'inizio è la fine,

sono vento fra le dita al cielo volte,

ogni indizio porta verso il confine,

sono in questo istante che mi prende il cuore,

sono adesso che mi spogli,

sono sopra il tuo corpo di pelle fine,

ma già spicco il volo oltre la coltre.

Sono sogno senza corda,

sono velo che si posa sui tuoi occhi di sposa,

l'inizio è già la fine.

Cuore, uno

Ho solo un cuore,

uno solo,

pulsazioni di battito bambino,

ma se servisse,

se solo qualcuno osasse o potesse,

prendendone il sangue e le tracce, di rosso, mosse,

cambiare il mondo e il destino e tutte le vili percosse,

allora, senza rimpianti e rimorsi,

mi umilierei, lasciando che dalla sua sede me lo strape.

Se, così, il dolore, di bruciare il mondo e gli inermi, finisse,

tutti quei volti persi che vedo disegnati sugli schermi,

se il semplice sacrificio di questo cuore,

diventasse vento pieno di forza a girar il mondo nel disperder armi, io lo farei.

La giustizia non è giusta se esiste ancora il dolore,

quanta carne negli ammassi di atti empi in attesa che arrivino i vermi,

il sacrificio di un'idea per destini abbandonati, è come l'alta marea,

saremmo tutti perdonati.

Sì, l’amore

L'amore, oh, sì, l'amore,

lo odio l'amore che mi fa soffrire,

lo voglio cancellare questo strapazzo che si agita e non muore.

Devo strapparlo dal cuore tutto il sentimento,

la sua polpa devo schiacciare tra le dita,

voglio fuggire dal tormento che mi porto dentro.

L'amore, oh, sì, l'amore,

ma quale amore? Illusione in una parola espressa,

ricordi alla rinfusa, fino a che la mente non s'inginocchia, confusa.

Il prezzo da pagare è alto per lasciarsi amare,

tortuosa la via che porta agli abbracci e alle fusa

e allora meglio vivere nel nulla come comparsa di cartone,

soldatino di cera tinto di colore sul freddo metallo,

piccolo gioco dell'amore.

L'amore,oh, sì, l'amore.

L’oscuro

Dentro l'oscuro,

il lato immaturo del cuore,

nel buio in cui nascondiamo il muro del pianto,

là dove cresce il giardino dei desideri non detti,

alberga e germoglia il succo.

E' lì che si abbeverano il cervello e il bisogno d'amore,

dissetando ragione e ione.

Dentro l'oscuro albeggia una luce invisibile,

il nostro sole, quello che illumina l'universo imprigionato,

ed è proprio in questa terra che solo pochi arriveranno.

Avventurieri a volte, santi altre e forse l'amore per sempre,

una volta, una soltanto. Coglila.

Il tempo della pietra

Se il cervello si accascia,

ripiegando su sé stesse le pieghe del vissuto,

se crollano i pochi muri rimasti in piedi,

se cadono, con violenza, gli ultimi ideali,

allora ti senti stanco di vivere

e nulla riesce a saziare l'accadere.

Non resta a quel punto che lasciarsi, sulle ginocchia,

cadere come un vecchio sui gradini del podere.

Se la ragione, alla fine, collassa,

dentro il groviglio filamentoso della matassa,

forse è giunto il tempo della pietra e del riposo.

Porte si schiudono

Sguardi che si trovano nel via vai,

labbra cercano labbra,

il mondo nella vita si muove,

a volte, nell'alchimia di un'idea, si commuove.

Elaborate costruzioni mentali

crollano di fronte ad un sorriso.

Ciò che appariva incerto all'alba

diventa definito, chiaro,scritto nel destino

come l'arrivo, nel "presto" di un giorno qualunque, del postino.

Potenti luci squarciano un buio ossidato,

le porte si schiudono, i portoni vengono divelti.

Nulla è come prima, niente sarà come nei ricordi,

l'inafferrabile è nell'aria, tornando a casa

e il cuore sorride, sorride alla vita, i fiori saranno di nuovo colti.

Di profilo

Mi guardo nello specchio alchemico,

di profilo.

Osservo il corpo nel suo pulsar di vita chimico,

cogliendo i rilievi di un fisico maturo,

questa macchina che mi è stata concessa e indotta,

speculo quindi nell'impasto di massa cerebrale,

portando in un ambito mentale

le contrazioni dell'eccitazione primordiale.

Mi guardo ancora e tocco la carne,

sempre di profilo.

Avverto una vibrazione sottile che s'infila sotto pelle

nell'oscur di cielo e nell'aprirsi della luce donata dalle stelle,

la mutazione è iniziata, l'evoluzione superbamente accelerata.

Mi guardo ancora nell'immagine riflessa e più non mi vedo.

Io entro

In un corpo che non mi è concesso,

io entro lo stesso,

la mente è la chiave che apre il conclave,

parole che rovistano nel buio di anime contorte,

fuori controllo,

eppure presente come principe nelle fiabe,

santifico le ioni nell'abbraccio d'illusioni,

esisto, libero come libellula al decollo e accedo,

ladro di idee e conquistatore di cerebrali concessioni,

anche se non me lo spiego accade e allora cedo.

In un corpo che non mi è concesso io entro e non sono più lo stesso.

Nel dolore la chiave

Il dolore è la chiave,

il grimaldello per entrare,

esso ti spacca diventando sangue sulla neve,

la carne brucia schiacciata dal male

e così produce un'energia nuova ed elettiva,

il fiato sconosciuto e la saliva emozionale.

Dentro uno sputo cambia il senso,

la vita del ato esce dal corpo in un’azione semplice ed istintiva.

Il dolore segna la strada come luce nel buio più oscuro,

lampada da leccare sentendo l'olio bruciato perché denso

così si apre lo sguardo verso l'immenso dal sapore dolce ed intenso.

Io sono qui a dirti che non ho più paura.

Così son io

Deformato in un giudizio sottilmente articolato,

nei prodromi inusuali di frasi pensate e non ammesse,

scarnato ed eviscerato come oggetto di consumo cerebrale,

così sono io, oggi.

Nel gioco di scommesse, nelle pieghe di armoniose polluzioni,

vivo bagnato dal sangue che scorre senza bisogno di promesse,

evacuazioni intellettuali si spandono sulla piana del bisogno animale,

muovo carne che eleva il diritto d'idea all'alba della nuova luna,

esisto come ago senza cruna.

Plastico l'abbandono, rapito e al tempo stesso violato,

cacciatore e preda nell'ingresso aperto della tua anima,

percepisco il grido silenzioso nell'infinito prima del precipizio

che nasce perché ti ho amato consumando l'aria e il fiato.

Così sono io oggi.

Male necessario

In un apparente normale spazio esistenziale,

sotto un sole acerbo al sorgere, colore dell'orizzonte,

nei profumi dolcemente soffusi dell'alba,

sento dentro me stesso lo scritto originale.

"Male necessario subirai per comprendere il bene,

tribolerai nella carne, faticherai in un inutile sforzo,

un giorno forse troverai il dono dell'amore"

Parole impresse nelle idee, carte per indicare la via.

Disperato, cerco quello che dentro è stato inciso,

il bene attraverso le pene, il taglio sotto il cavalcavia,

voglio il regalo unico, l'ultimo stupendo fiordaliso.

La morte

Paura,

scenderò dove ti senti al sicuro,

porterò la tua anima davanti allo specchio,

la proverai, vivendola, la paura.

Dentro te, nella camera protetta, sentirai la mia ira maledetta.

Il sangue correrà veloce e l'istinto ti farà sudare.

freddo, il ghiaccio spargerò nel tuo pensiero maturo,

terrore spargerò sul risveglio facendoti sentire vecchio,

la mia voce metallica cancellerà ogni speranza futura.

Dentro te, essere vivente, brucerà la colpa scolpita,

temerai l'incrocio con i miei occhi.

Malessere, disturbi motiverò nella carne,

malesseri coverai per spurgare la mia presenza,

insuccesso del tuo tempo sul cesso e non lo dimenticherai.

Più cercherai di rinnegarmi e maggiore sarò nelle ossa,

compagna delle piaghe, prima della fossa.

Io sono la morte.

Nell’eclisse

Ho chiuso il cuore alla luce

perché il buio non la cancelli,

è così bello il riverbero di cristallo,

la vita che ne fuoriesce.

Non potevo consegnarla alle tenebre

nel sobbalzar di palpebre,

non avrei mai lasciato che il suo calore diventasse cenere.

Ho sbarrato la via,

impedito l'accesso ai miei intimi segreti,

il regno dei ghiacci eterni dove danza la mia anima.

Il buio governa dentro la galaverna,

vita che galleggia nel mare dei morti.

Davvero non ho potuto far entrare la luce e l'alba

se non per un brevissimo istante.

Ho dovuto farlo perché non ne morisse,

La mia anima si sta spegnendo dentro l'eclisse.

Mille

Mille vite vivrò,

per sempre resterò nella carne,

combatterò con gli dei e con la forza del male;

mille volte sfiderò il destino,

piangerò ogni giorno fino a diventare pioggia,

diverrò verme nella terra,

lascerò ogni cosa prima che cada l'ultima rugiada,

lo farò per incontrati un'ultima volta prima che tu te ne vada,

mille vite spenderò per poter morire con te

nell'ultimo giorno.

Il tuo sguardo, nell'abbandono fra queste dita,

riempirà l'infinito vuoto della vita.

Ricorderò la luce prima del buio.

Mille volte vivrò.

Vita scorri

Scorri vita in questa carne il bilico,

brucia sangue nelle vene fino a che conviene,

riempi di sorrisi gli occhi miei e le stringhe di silicio,

corri, gioia, nel cervello e prima dell'alba,

regala risvegli pieni di energia, fai in modo che butti il cilicio.

Sono qui per il sole e per le stelle magnifiche.

Muovi le mie gambe e fammi ballare come piccolo micio,

stordiscimi in amori che lasceranno l'erba alla fine della rugiada, riempimi di baci in giorni senza significato,

domani farò di nuovo il bucato.

Scorri vita e tienimi legato alla tua forza.

Eros e Cerebro

Non vi è inizio e nemmeno la fine,

solo il percorso di labbra che si muovono verso il confine.

Anime, all'improvviso denudate, liberate dalla foglia ingiallita,

provano il libero godimento delle parole,

corrono, sentendo la verità, che succhia loro l'orgasmo fra le dita,

non comprendono, ma sentono il bagnarsi della spiaggia.

Eros ha portato l'alta marea e la sabbia

nei pregiudizi prima dei precipizi, nelle piaghe della rabbia

e Cerebro si alimenta di qualcosa squisitamente nuovo e inaspettato,

ne resta concupiscente e sporco di vita, pennellate che entrano.

L'arrendersi diventa piacere pieno di contrazioni,

il corpo piega la mente nella preghiera del ricevere il talismano,

mentre scende la mano giù, verso il fuoco, per sentirne i carboni.

La fiamma mai provata cresce sotto la pioggia.

Se ti ho amato

E se ti ho amato,

nella magia di un abbraccio consegnato al ato,

se la carne ha toccato l'anima,

nella mia discesa verso l'abisso e tu hai di nuovo sognato,

perdonami, sono sceso con ali di corvo,

prendendo pezzi del tuo cuore, dall'amore attraversato.

L'ho fatto per sentirmi vivo, ancora una volta,

luce di vita preziosa la tua carne armoniosa,

prima delle tenebre, il tempo di chiudere sogni e palpebre.

E se ti ho amato, commettendo peccato, sia manifesto l'errore del cuore,

che io sia dannato dentro questo ultimo bacio.

Colpevole

Colpevole!

Incrinato lo sguardo come servo sul sagrato,

costretto ad appoggiare le mani sul freddo marmo.

Colpevole ancora!

Non avendo amato come nell'immaginario aspettato

e allora meritevole di linguacce con l'immagine che scolora.

Colpevole davanti a Dio!

Maledetto il seme che non ha generato ibrida speme,

non posso imprigionare le idee nella carne e allora, ecco, l'odio.

Colpevole fino a quando vita sarà!

Vivere finisce nei dolori, il resto balena nei colori,

un attimo, nel tumulto d'odori.

E non sei più colpevole.

L’amore è qui

L'amore non è nelle parole

ma sulle note del silenzio.

Sambuco ed assenzio bagnati dal sole,

nel freddo che scema verso il solstizio,

guardo la natura che gioca sulla pietra.

Sorrido, sincero, vedendo lo sbucar di primule,

il calore porta l'aria che profuma di primavera.

Sono terra che vive in attesa delle viole,

sono cielo che si tinge d'azzurro.

La melodia del creato invade questo corpo del reato,

l'amore è qui che, ancora, mi vuole.

Paura

Ho preso le paure,

tutte quelle che ho trovato nelle tue vie,

le ho compresse in questo corpo,

ti ho dato luce.

Nell'abluzione fino all'aspersione,

l'anima decolla, si frantuma il male in dispersione.

Ho preso nel cuore le schegge,

le mie carni, nei campi di grano, sono mature,

come pastore con il suo gregge,

accolgo le grida e i pezzi di vetro delle pecore,

alcune le tengo in braccio con la mia mano.

La forza si attenua, sono e non sono.

Adesso ho paura.

Avanzi

Vissuto legato ai tralicci,

giorni ad asciugare al vento del tempo,

con appesi sorrisi e pasticci.

Ti chiedi il senso di ciò che è accaduto in un momento,

accarezzando il ricordo di un ato ormai scaduto,

rimpianti e rimorsi nella carne infilati con pinze di acciaio.

Eppure, il pensare, il ragionare e ricostruire l'accaduto,

semplice tempo perso rimane come acqua sul ripido ghiacciaio.

Come chiedersi cosa a nella mente di un microbo,

semplici inezie e dissertazioni è la tua vita

ago in un pagliaio, un lavoro improbo.

Vissuto come tanti, restano solo gli avanzi.

Senza permessi

Non lo hai chiesto,

senza permessi lui arriva,

schiaffi e pugni per portarti inerme sulla riva.

Nessuna logica può determinare l'imprevisto,

non vi è ragione che scriva l'emozione,

non l'ho chiesto nemmeno io.

Eppure la mutazione modifica quello che sei,

senza alcuna vera codifica, nel vento,

prigioniero degli alisei verrai condotto sui monti,

freddo alla base dei Pirenei.

Non c'è spiegazione se non nel cambio di condizione.

Il tempo di lasciare

La macchina lanciata contro il dosso spartitraffico,

i piedi rigidi a frenare l'immaginario

ed ecco che mi infilo contromano.

Tensione, visione, delusione

percezioni in rapida sequenza

fino a fermare il motore.

Respiro e controsterzo con rabbia

rimettendo la macchina nel verso giusto,

ma manca l'aria, mi sento misero dentro una gabbia.

Sintomi di un cervello in esplosione,

precoce anche nell'invecchiamento

immagini in continua dispersione.

In fondo mi è andata alla grande,

nessun danno, niente feriti e nemmeno morti,

solo il pensiero che è il momento di lasciare.

Il ruolo è diventato difficile da interpretare,

il tempo sulle panchine, il silenzio dentro il bar,

mi aspettano.

Meraviglioso segno

Golosi ricordi, come morfina,

entrano nella cancrena spalmata di paraffina.

Le labbra mordi e il corpo mostri come bella ballerina,

le lacrime nel giro di cigno,

tanti dolori e emozioni racchiuse nello scrigno,

baci lasciati sui sassi in un tempo di cui non sono più degno.

Gelosi rimorsi, colpe scolpite,

come coltelli, lacerano dal ato il presente,

non dimenticherò i tuoi occhi nella prassi senza ritegno,

i muscoli teneramente commossi senza contegno.

Parole sposano il deltaplano del mio cuore,

il librar sottile di un'anima alla deriva,

mani sul corpo a sfiorar questo regno,

nei suoi meandri per lasciar meraviglioso segno.

Non sei la mia carne

Non sei la mia carne mentre sorseggi alla mia fonte,

deserti immensi prima e dopo di me,

ti accolgo dentro queste braccia, nella terra sotto il monte.

Non sei la carne mia mentre gusti questi sapori,

oasi di piacere bagnate dall'acqua, ristoro sublime,

ti stringo cogliendo l'altalena e i dolci del tuo ato.

Non sei quello che sono io ma il dolore che hai provato mi comprime,

cuori in dolci biscotti, violazioni di un uomo disturbato.

Piango, sentendo nelle viscere, il male che hai nascosto,

il grido imprigionato.

Non sei la mia carne ma ti ho coperto con i miei colori.

Sempre con te

Non mi baciare,

sono sogno di zucchero a velo,

ma non mi lasciare,

sono vita tra le dita prima del gelo,

portami nel cuore,

cristallizzato nel sudore di piante,

imprigionato dentro la crisalide,

vivrò vicino al tuo cuore.

Non ci sarò, ma sarò con te

per sempre.

Per sempre.

Certamente

Senza dubbio, non convenzionale,

il volo attraverso a cuori sospesi,

splendido animale emozionale,

sorprendente e vivo nella nemesi.

Certamente vicino a chi non mi conosce,

libellula nel volo, cremisi prima di ogni crisi,

pulsa di vita il flettere di pensiero

in attesa dell'arrivo dentro il maniero.

Senza dubbio, inusuale,

visivo contatto con il ritratto,

non sono più uno straniero.

Perduto

Giudicato,

messo in un contesto definito,

il paradosso che mi mostra insensibile,

io che rimango stravolto,

io che di ione divento strumento,

giudicato e quindi perduto.

Fuori dal porto

Non sono amore,

ma crosta sulla piaga,

sono l'odio inespresso,

parole che spaccano e piacere che dilaga,

ha ceduto la diga,

accedo alle porte del regno custodito,

ci infilo la lingua e il dito,

porto con me quello che hai sempre negato,

il godimento sincero e inaudito.

Ascolto i versi della tua anima,

mentre stringo i seni eretti,

lenisco il bisogno dentro uno scritto inaspettato

e tu avverti il trasporto fuori dalla spiaggia,

la nave che corre fuori dal porto.

Mostro

Finalmente ho capito,

l'accesso mi è stato aperto,

la comprensione fluisce dentro il pensiero rapito.

Nell'amore che manifesto,

in quello che esprimo da questo pulpito,

nascondo il segreto di Mefisto.

Maledetto il mio scritto,

espressione del Diavolo,

figlio del male, ai piedi del crocefisso, io esisto.

E' così chiaro il male che addolcisce le parole,

questo lui desidera, questo vuole.

Sono un mostro nelle mani di Satana,

vivente ma decomposto, senza prole,

annientato in una melodia infernale,

posso solo concedere il male.

Quando siamo sinceri

Dentro i giorni di lavoro,

nel caffè della mattina,

nessuno legge il cuore.

Viviamo finzioni dentro l'abitudine,

quante cose vorremmo dire e sentire

tra martello e incudine.

Comparse reciproche in inutili discorsi,

nascondiamo l'anima,

seppellendola tra rimpianti e rimorsi.

Dentro i giorni in cui siamo soli,

diventiamo sinceri, si spengono le luci,

il sipario cala e la vita, nelle ossa,allora traduci,

piccoli cuccioli in cerca di sorrisi e coccole,

su di un divano stanco, fuori dal branco,

troviamo quello che resta dai tempi delle scuole.

Fantasma

Ho disperso l'alito, si è appannato il vetro,

non vedo più lo sguardo,

fantasma, prigioniero, non posso tornare indietro.

Sono scomparso alla vista di me stesso,

non sento più con lo stesso riguardo.

In me

In me,

solo dentro me stesso,

quando mi siedo sui gradini del cuore,

solo in quell’esatto momento,

trovo casa.

Le foto dei ricordi appese alle pareti,

i giorni trascorsi, la vita insomma.

In me,

solo se lo voglio,

troverò le forze per fare la faccia di gomma.

Alfiere nero

Nel gioco,

sono diventato l'alfiere,

l'ultimo cavaliere da sacrificare,

mi muovono nello scacchiere.

Mossa contro mossa,

mi batto con la torre e il cavallo,

cercando di porre il re in stallo.

Nel gioco, si muovono pezzi eleganti,

capaci di difender re e regina,

ma l'alfiere nero può essere concesso.

Mi piego sul campo di battaglia.

Dentro

Mi senti sotto le coperte,

dentro il cappuccino la mattina,

non sai perché, non è logico, non è come, sempre, il tempo è ato,

ma mi senti come se fossi dentro il tuo corpo.

La mente, aperta, avverte l'abbraccio da cui il tuo essere è attraversato.

Mi senti e mi vuoi nell'odore che ti avvolge durante il giorno,

lupo e uomo, selvaggio e libero mentre corro lungo il selciato,

è l'istinto di un lontano ato che ti chiama al mio essere nudo e allora mi tocchi,

dagli occhi fino al sesso mostrato.

Il piacere viaggia in un percorso sconosciuto, arriva al costato e spezza, sul nascere, il fiato.

Mi senti mentre ti amo nel crepuscolo di un'idea,

generato dall'attimo di un dolore che mi ha stravolto e cambiato e allora io fluisco,

libero, nel giardino degli umori.

Il godimento sfugge alla comprensione ma è sincera ione,

presenza inquietante a cui non puoi sfuggire. Mi gusti fino il fondo.

Ti sono dentro.

Giorni così

Ci sono momenti che attraversano l'io emotivo

e mi sento piccolo, bambino,

indifeso e incapace senza spiegarne il motivo,

ci sono momenti in cui non vorrei provare l'istinto,

vorrei comprimere l'emozione e castrare la pulsione.

Sento il peccato entrarmi di traverso,

l'angolo oscuro, il lato converso,

l'amore sfugge al mio controllo e cedo di schianto,

lascio che arrivi il tocco sulla carne,

penetrando mondi in oscillazione, eclissi di vita.

Ci sono momenti dove tornano ricordi l'infanzia,

immagini appuntate con spilli, sul petto dell'anima,

mi chiedo cosa sia giusto, non voglio imbrogliare

ma donare quello che non ho avuto, il sogno, l'enigma.

Sento il bene uscire da me in questo tempo,

come un figlio in grembo, sento la vita che a,

giorni così,l'accartocciare dell'amare.

Di nessuno

Io non sono di nessuno,

lascio in giro solo la scia del mio profumo,

non per scelta o per volontà,

condizione dentro il digiuno.

Ho scelto la parola come libertà,

nello scritto ho diluito carne e sangue,

carne e sangue sì,

le mie parole entrano nelle vene,

spezzano antiche catene

e io ne provo il male e tutte le pene.

Io non sono di nessuno, non posso esserlo,

perché sono di tutti.

Una sola

Tutti i giorni sotto il cielo,

tutte le notti baciate dalla luna,

quello che ho dentro,

l'inizio e la fine,

per toccare la roccia dell'antro.

L'infinito per un attimo,

la realtà scambiata con il sogno,

questo è il bisogno,

la tenerezza che conquista un destino.

Tutti le notti sotto le stelle,

ogni alba, l'ultimo tramonto,

quello che ho dentro,

il bene e il male,

perché tu mi abbracci ancora una volta.

Una sola.

Resta

Fammi male ti prego,

inchiodami sull'ipocrisia,

lascia che il mio sangue colori il legno,

succhiami la vita con i denti,

ma poi baciami con le labbra,

cerca la mia lingua come acqua.

Ho bisogno di estirpare il male,

di scacciare l'animale.

Resta con me in questo gocciolar di vita,

stringi le mani con la forza che hai,

lasciami il volo del corvo mentre apro gli occhi.

Forse

Chi sei?

Che luce abbaglia le stelle?

Che ne sai del perché?

Esisti in giorni pieni di sole,

anche in quelli tristi.

Non sai altro,

percepisci che sei qui,

il mondo intorno,

con le sue regole, le tasse, le regole,

sembra solo un contorno.

Sei vivo?

Forse.

Sei finzione?

Forse.

Esistono mondi meravigliosi,

fuori da questa dimensione temporale?

Forse.

Ti chiedi e non trovi la risposta,

non la troverai mai?

Forse.

Sotto il diluvio

Se la vita ti chiede vita,

apri le mani e libera il cuore,

avvia il processore dinamico.

Cervelli spenti in giorni grigi,

attimi sprecati nel malumore.

Se la vita ti chiede l'anima,

stringi i pugni e alza la testa,

dai al mondo quel che ti resta.

Ama e amati,

cogli luce, abbandona il buio,

diventa migliore sotto il diluvio.

Perdendo

Sto perdendo la parola,

verbi e versi con cui tu mi attraversi,

da alunno a maestro nella scuola.

Ma la palestra ha lasciato spazio al tiro di balestra,

ogni cosa si trasforma nel gioco, faccio la spola.

Sto perdendo la voglia di descrivere il nero delle pareti,

come l'ultimo degli anacoreti cerco la nuvola,

la vita, di roccia e radici, nutrita, assieme agli eremiti.

Lo scritto che, in vita, mi ha tenuto, comincia l'implosione,

sento l'arrivo del sonno cognitivo senza limiti.

La fine di un periodo, l'inizio dell'esodo.

Masturbazione

Sempre più distante,

intorno sguardi e un sorriso arrogante,

ho lasciato lo strato della biosfera,

fuori dall'orbita e la sua costante.

Freddo e paura nello spazio assente,

il vuoto diventa presente, opprimente,

eppure non muoio.

E allora viaggio verso il centro della galassia,

il centro di tutto, polvere cosmica ingoio,

eccomi, sono vivo.

Lontano, irraggiungibile,

incomprensibile bacio sulle labbra,

io non più io, illusione,

masturbazione nella tenebra.

Succhialo

Succhialo,

il cuore si apre alle tue labbra,

leccalo,

senti il sapore che parla dell'origine,

annusa l'emanazione dell'amore, il profumo di Tantalo,

come il nero della fuliggine che erutta da camino,

sporcati le dita e libera la ione come fosse lebbra.

Usa le mani, stringi, spingi,

rianima il sangue fermo nel buio dell'ombra.

Spogliati dei pregiudizi,

comprendi che nulla è come sembra,

fino in fondo, fino in gola,

senti questa potenza che ingombra.

Fai eruttare nel calore il vulcano,

inebriati della lava che dolcemente scivola.

Prendilo questo cuore, lo metto nella tua mano.

Lui sa

Nemesi che dottori in bianco non capiscono,

logiche di ammanco sociale,

follia lascio a coloro che, superbi, agiscono.

Una camicia di forza, come fossi animale,

mi costringono, spinti dal vuoto minimale,

menti indefesse mi osservano perplesse,

incapaci davanti al mio scrivere cose complesse.

Ricordi che arrivano da prima della vita,

sporcati dai dolori dell'infanzia,

imbrattati dai sensi di colpa e dal peccato,

vorrei che lui mi volesse, non prenderei più compresse.

Lui capisce, sa chi sono e vede l'apertura del cuore.

Condono

Silenzio e tenebre,

il buio si avvicina nel suo splendore

appena scalfito dalle piccole stelle,

aspetto la vita.

Bagliori destinati a finire nel nuovo cielo

mentre mi nascondo al giorno nello scuro delle ombre.

Immagini scolpite dal sole sulla pietra

tracciano quel che resta del gallo e la sua cresta.

I giorni mi sono piovuti addosso come tempesta

e la carne porta i segni dei colpi di frusta

mentre la pelle si spacca in questa vita ingiusta.

Luci e suoni,

in aspettativa del tramonto,

muto abbandono mentre la vita concede lo sconto,

cuore e spirito in cerca del condono.

Sogni

Si sono allontanati,

scomparsi sembrano all'orizzonte,

sogni come nuvole,

spazzati dalla realtà alla fonte.

Pensieri disegnati nel futuro

sulla tela dell'ignoto,

sono svaniti in un presente duro.

I miei giorni sono ormai grano maturo,

spighe acuminate da cogliere con la falce,

la terra è dura, cade la prima neve,

le ultime nuvole nel poco chiarore

diventano specchio di vapore,

i sogni sono morti.

Enigma e paradosso

Batte,

eccome se batte,

bussa la vita,

ancora una volta mi viene a cercare,

cancella la paura, lei bussa.

Mette l'istinto, le dita,

grida nel cervello,

in mezzo a tutto questo maledetto macello.

Batte e ribatte, per terra mi sbatte,

mi salta addosso in un folle approccio,

l'enigma e il paradosso,

mentre mi parla

tira i capelli e guarda in fondo agli occhi,

prende a schiaffi l'afflizione.

Mi vuole mentre mi dà un pugno,

il male per ridonare la ragione,

non c'è verso, la vita non mi lascerà andare.

Sono vivo!

Dio, vivo!

Sono qui e penso,

avverto l'anomalia,

il difetto congenito

ma rimane lo stesso meraviglia.

Scende, sulla terra, di nuovo una foglia,

cade la pioggia e la sento.

Dio, sono ancora vivo!

Tutto è sublime e magistralmente imperfetto,

scritto e non scritto sotto le foglie di olivo

l'artista si è divertito a rilasciar difetto.

Pennellando corpi, donando poesia.

Guardati intorno.

Bellezza e orrore come belle ballerine

girano in un tango perso nel tempo.

Dio, sono ancora qui!

Ballerò sull’asfalto

Se mi schiacci,

se giochi

in questo circo di fuochi e pagliacci,

allora generò calore ballando sui freddi ghiacci.

Brandirò la spada e il pugnale,

danzando sulle gambe piegherò ginocchia e polpacci,

fino a quando darai il segnale.

Aspetterò l'attacco, l'assalto ignobile,

ballerò sull'asfalto in attesa di compiere l'atto nobile.

Se mi schiacci,

se mi riempirai di finti abbracci,

sappilo, davvero ballerò, contaci.

venderò cara la pelle e i suoi stracci.

Nel ricordo

Cos'è rimasto in questo freddo?

Adesso che sei nell'altro mondo,

ora che mi sento solo.

La vita è nel ricordo,

l'amore non giungerà più,

gelido tocco nella mente.

Scende la neve su ghiaccio,

la tua vita non si è spenta con l'addio,

ci crede il cuore ancora disperatamente,

ma questo momento è pieno di niente.

Lascerei morire tutto il futuro

per tornare indietro a un giorno puro

ma devo esserci nel buio oscuro.

Donna del destino

L'abbraccio dell'amore,

la meraviglia dell'incontro di due menti,

il sogno nella fusione ancestrale.

Vorrei servirti come regina,

amarti con la potenza da selvaggio animale,

nella regia sospesa di una ione magistrale.

Abbracciarti nel tuo donarti,

baci sparsi sul giardino del tuo cuore,

sentirti vicino.

Vedere gli occhi che hai, sorridere di nuovo

nel bacio a sfiorar le labbra.

Donna del mio destino in arrivo nel mattino

di un giorno grigio, leggi questo cuore nudo,

fai sul mio costato le fusa come dolcissimo gattino.