Sommario
Capitolo 1 | NATA IN SEGRETO Capitolo 2 | AVERE SEDICI ANNI Capitolo 3 | DIVENTARE UNA DEA Capitolo 4 | INCONTRO CON LA DEA ATENA
Capitolo 1
NATA IN SEGRETO
Quando Zeus, il padre di tutti gli Dei, scoprì che la sua amata figlia Atena era incinta della figlia di Apollo, egli ordinò a tutti gli Dei e a tutte le Dee di mantenere il segreto, poiché desiderava che tutti i mortali credessero che Atena fosse una eterna vergine. Nel momento in cui nacqui, Zeus mi consegnò a una fedele strega mortale chiamata Maia, che significa ‘madre nutrice’. Mio padre Apollo dovette farsi fare un incantesimo speciale da Maia perché, essendo Dio della verità, non poteva mentire. Zeus aveva chiesto a Maia di gettare un incantesimo anche su mia madre, così non si sarebbe opposta quando mi avrebbe data via. Maia viveva a Mykonos in Grecia e decise di chiamarmi Myka. Ebbe l’attenzione di gettare su di me il più grande degli incantesimi: sarei stata mortale fino al giorno del mio diciottesimo compleanno. “Buongiorno dormigliona! È ora della tua lezione di magia” “Oh, madre! Non potrei dormire un altro po’?” “Ti ho chiesto di andare a letto presto ieri sera, ma tu stavi giocando con Sophia e Stavros come sempre” “Ho solo dodici anni, mamma! È normale che io giochi. E poi nessuno va a dormire alle otto!” “Va bene, va bene, adesso basta lamentarsi. La tua colazione è pronta e se non ti sbrighi diventerà fredda. Avrai le tue lezioni di magia quando avrai finito di mangiare”
“Sei sicura che io abbia una possibilità di vincere la gara di magia, mamma?” “Certo che ne sono sicura, Myka! Non vedo l’ora di vederti indossare la collana Stella-blu che c’è in palio. Essere capaci di apparire agli altri come qualcosa o qualcuno che desideri essere è un’abilità importante nel mondo della magia” “Perché non possiamo mostrare o insegnare la magia ai nostri vicini di casa?” “Tutte le streghe e i maghi di Mykonos hanno giurato a Zeus millenni fa di mantenere il segreto. Lui non vuole che tutti abbiano poteri magici. Ha scelto personalmente chi ai suoi occhi era abbastanza dotato per imparare pozioni e incantesimi” Il pomeriggio seguente la competizione si rivelò agguerrita e non mi sentivo sicura di me stessa, ma ogni volta che mi voltavo verso Maia lei mi sorrideva e mi diceva che stavo andando stupendamente. Sophia e Stavros furono tra i primi a uscire dalla gara perché non possedevano dei veri poteri magici. Quando arrivò la sera ci venne chiesto di realizzare i nostri incantesimi all’aperto. Eravamo rimasti solo io e un altro ragazzo. Il ragazzo creò il volto di Zeus con centinaia di luci colorate, che apparvero nel cielo buio come pece. Feci una pozione mischiando olio di mandorla, un pizzico di Barba-dei-frati, tre grani interi di pepe nero, un poco di olio di cannella, un paio di piume di colomba e una buona dose di una polvere arancione brillante che avevo trovato vicino al fiume due giorni prima della gara. Quando mi chiesero di mostrare la mia magia disegnai un cerchio sul terreno usando la mia pozione ed evocai il giorno seguente. Tutti mi osservavano e quando il sole rimpiazzò l’oscurità sentii molte esclamazioni di stupore. Naturalmente vinsi la collana Stella-blu. “Come, nel nome degli Dei, sei riuscita a fare ciò, Myka?” chiese Sophia con gli occhi spalancati. “A dire il vero non lo so, Sophia. In qualche modo sapevo esattamente cosa dovevo fare. Mi è sembrato naturale”.
“Ma è fantastico! Congratulazioni, amica mia! Adesso sei la più potente strega dodicenne a Mykonos!” Mentre parlavo con Sophia e suo fratello Stavros, vidi un gruppo di adulti congratularsi con mia madre. Probabilmente credevano che fosse stata lei a insegnarmi la pozione. Subito dopo la consegna della collana Stella-blu io e mia madre andammo a casa. “Dove hai imparato una pozione così potente, Myka?” “Che tu ci creda o no, era come se qualcuno nella mia testa mi dicesse cosa fare. So che sembra strano, ma credo che essere tua figlia mi renda speciale visto che tu sei la strega più potente di Mykonos, mamma”. “Mmm, credo tu abbia ragione, Myka. Facciamo finta che non te l’abbia chiesto, va bene?”
Capitolo 2
AVERE SEDICI ANNI
“Ti taglierai mai quei capelli, Myka?” “Certo che no, sciocca; mi piacciono troppo i miei lunghi capelli biondi!” “Ma ancora pochi centimetri e i tuoi capelli toccheranno terra! Devo sempre stare attenta a non calpestarli quando cammini davanti a me”. “Smetti di lamentarti, Sophia, e per piacere aiutami ad allacciare questo bellissimo vestito. A proposito, Stavros porterà la sua nuova ragazza?” “Sì, porta Iva alla tua festa di compleanno” “Sono contenta che abbia accettato di essere la sua ragazza. Lui è stato innamorato di lei da quando ne ho memoria” “Ti ricordi quanto era gelosa Iva di te, Myka?” “Già. Non le piacevo molto, pare”. “Certo che non le piacevi: sei bella come una Dea, Myka.” “Hahaha, certo che sai come farmi ridere, Sophia!” “Ti immagini quanto saresti popolare se tu fossi una Dea-strega?” “Basta sognare e raggiungiamo gli ospiti, Sophia. A proposito, sei davvero carina con quel vestito porpora. Sono sicura che stasera Demetrio ti chiederà di diventare la sua ragazza!” “Lo spero, amica mia. Spero anche che finalmente accetterai Vasilios come tuo ragazzo. Si tratta del figlio del mago più ricco di tutta la Grecia”.
“Mmm, il motivo per cui non lo accetto è perché è debole di carattere. Ho bisogno di un ragazzo forte e coraggioso che riesca a dirmi di no ogni tanto!” Feci il mio ingresso trionfale scendendo dalla bellissima scalinata di legno della nostra villa. Tutti applaudirono e ricevetti molti complimenti dai miei amici. “Buon compleanno, Myka! Sei stupenda in quell’abito lungo” proclamò Vasilios con un sorriso. “Ti ringrazio, Vasilios.” “Mi faresti l’onore di essere il primo con il quale danzerai, Myka?” “Certo che posso ballare con te, ma prometti di non pestarmi il vestito o i capelli”. Vasilios sembrava così imbarazzato che mi sentii colpevole di averlo messo alla berlina. Avevo già ballato con lui e mi aveva accidentalmente pestato i capelli. Mi aveva fatto così male che mi ricordo ancora quell’incidente. Mentre Vasilios e io stavamo ballando sul pavimento lucido, uno straniero attirò la mia attenzione. Sembrava sui diciotto anni e aveva lunghi capelli neri e occhi neri. Era in piedi con in mano un drink e riuscivo ad ammirare il suo corpo muscoloso. Era alto circa sei piedi e mezzo. Tutto ad un tratto sembrò notare che lo stavo guardando e mi sorrise apertamente e mi fece l’occhiolino. Mi imbarazzava il fatto che mi avesse scoperta a fissarlo, e guardai altrove. “Ti stai divertendo, Myka?” “Scusa, Vasilios, che cosa hai detto?” “Mi stavo solo chiedendo se la danza ti diverte”. “Oh, la danza! Sì, mi sto divertendo molto, ma siccome sono la festeggiata devo andare a prendermi cura degli altri ospiti, Vasilios.” “Okay, ma se vorrai danzare di nuovo con me più tardi fammelo sapere, Myka.”
Non appena abbandonai la pista da ballo mi ritrovai a cercare lo straniero. Guardai ovunque, ma non riuscii a trovarlo. “Ehi, festeggiata, chi stai cercando?” chiese Sophia bevendo il suo drink. “Quando stavo ballando con Vasilios ho visto un ragazzo bellissimo e adesso è sparito”. “Parli del ragazzo coi capelli lunghi e neri?” “Sì, è lui che cerco. Come lo sapevi?” “Beh, conosciamo tutti a Mykonos e lui è uno straniero. Ma a dirti la verità ho litigato con Demetrio quando ha visto che lo guardavo. Hai ragione, Myka; è davvero stupendo!” arono sette mesi dal mio compleanno e una sera d’inverno io, Sophia, Demetrio, Stavros e Iva uscimmo per cenare a un nuovo ristorante chiamato ‘Pasti del Paradiso’. Mi sentivo strana nell’uscire con due coppie, ma non volevo rimanere a casa. “Tutti a Mykonos parlano di quanto sia buono il cibo in questo ristorante” affermò Demetrio guardando il menu. “Di certo ha un buon profumo!” conclusi, chiudendo gli occhi per un secondo gustando i diversi aromi. “Sono lieto che ti piaccia il profumo del mio cibo, Myka!” aggiunse una strana voce maschile. Aprii gli occhi e guardai verso la voce maschile, ed eccolo là, il misterioso straniero della mia festa di compleanno. “Eri alla mia festa qualche mese fa”. “Sì, c’ero e ti rammento perfettamente. Mi dispiace non essere rimasto per augurarti buon compleanno” Stavros mi interruppe proprio quando stavo per rispondere. “Non per essere
scortese, ma chi sei e chi ti ha invitato alla festa di Myka?” chiese in tono molto serio. “Il mio amico Angelo Kairis era invitato e lui ha invitato me. Spero che non sia nei guai per colpa mia. Il mio nome è Prometeo e sono il proprietario di questo ristorante. Vivevo ad Atene e mi sono trasferito a Mykonos otto mesi fa per aprire il mio sesto ristorante” Stavolta fui io a interrompere Stavros. “Piacere di conoscerti, Prometeo, e non lasciare che le domande di Stavros ti offendano. È come se fosse mio fratello e sta solo cercando di proteggermi”. La sera proseguì e una volta finite il cibo eravamo pronti per tornare a casa. Il giorno dopo stavo comprando dei Panini dolci dal fornaio di quartiere quando vidi di nuovo Prometeo. “Ciao, Myka! Sono anche io qui per comprare dei Panini dolci, che coincidenza”. “Bello rivederti, Prometeo! Mi è davvero piaciuto il cibo del tuo ristorante l’altra sera”. “Ti ringrazio. Mi fa piacere che ti sia piaciuto”. Stavo di nuovo ammirando il viso di Prometeo quando vidi che I client abbandonavano il negozio in tutta fretta. “Oh no! Qualcosa non va, Prometeo; tutti i clienti corrono verso l’uscita!” “Aspetta qui, Myka; vado a vedere cosa succede”. Prometeo si allontanò e siccome non sapevo se lui conoscesse la magia, lo seguii. Tre uomini stavano puntando le loro pistole verso il proprietario, esigendo tutto il contenuto del registratore di cassa. Mi stavo preparando a lanciare un incantesimo quando d’un tratto Prometeo, alla destra dei malviventi, puntò il suo indice verso le pistole. Subito le loro mani e le pistole andarono a fuoco. I malviventi gettarono via le pistole nel tentativo di spegnere il fuoco sulle loro
mani. Prometeo camminò veloce verso di loro, e ancora prima che lo vedessero mise la sua mano sinistra sulle loro teste e tutti e tre caddero al suolo, privi di sensi. Il fuoco sparì dalle loro mani in quel momento. Prometeo toccò anche la testa dello sconvolto proprietario e anche lui cadde a terra privo di sensi. “Come ci sei riuscito, Prometeo? Non ti ho sentito pronunciare incantesimi. Chi sei?” “Ti spiegherò tutto, Myka, ma dobbiamo tornare al mio camioncino così posso chiamare la polizia, okay?” Prometeo corse verso un bel camioncino rosso, io lo seguii. In nessun modo me lo sarei lasciato sfuggire dalla vista senza una spiegazione. Dopo aver chiamato anonimamente la polizia per avvertire della rapina, mi disse che il motivo per cui aveva toccato le teste dei malviventi e del proprietario era che così non lo avrebbero ricordato. Mi chiese di andare nel camioncino e appena cominciò a guidare cominciò a raccontarmi la storia più incredibile che avessi mai sentito. “Non volevo rivelarti la mia identità così presto, Myka, ma dato che hai visto ciò che hai visto, non ho scelta. “Sono ‘Prometeo il Titano’. Il nome di mio padre è Lapeto e i miei fratelli Titani sono Epimeteo e Atlante. “Molte volte posso predire il futuro, ma questo non l’avevo previsto. “Non molto tempo fa feci qualcosa per l’intera umanità. Quando Zeus lo scoprì mi fece incatenare a un masso, con un’aquila a divorarmi il fegato. “Zeus voleva lasciarmi lì per tutta l’eternità, finché non gli ho rivelato che sapevo quale dei suoi figli avrebbe tentato di prendere il suo posto. “Il mio buon amico Ercole mi salvo e non dovetti dire nulla a Zeus. “Chiesi a Ecate, regina delle streghe, di gettarmi un incantesimo che mi rendesse
invisibile agli occhi di Zeus, e ci riuscì. Ecco perché cerco di mescolarmi ai comuni mortali in qualità di proprietario di ristoranti.” Dopo aver ascoltato la rivelazione di Prometeo mi ritrovai senza parole. Mi ritrovai a fissarlo, sentendomi la ragazza più fortunata del mondo. Incontrare un Titano o un Dio mi sembrava un sogno. “Wow! Se questo è un sogno non voglio svegliarmi! Sei uno dei miei Titani preferiti, Prometeo! Ammiro molto il tuo coraggio. Sono davvero onorata di conoscerti. “E questo non potrei dirlo al Dio Zeus. Non capisco perché piaccia tanto alla gente. Io credo che sia egoista e crudele”. Il viso di Prometeo si fece rosso. Non credevo che i Titani si imbarazzassero, ma lui lo faceva. Dopo essersi schiarito la voce un paio di volte, riuscì di nuovo a parlare. “Senza nemmeno saperlo hai un ottimo motivo per non gradire Zeus, Myka. Sto per rivelarti un segreto che cambierà la tua vita per sempre. “Il motivo per cui sto per dirtelo è perché devi essere preparata per una guerra imminente pochi giorni dopo il tuo diciottesimo compleanno. “Un giorno sul Monte Olimpo Zeus scoprì che la sua amata figlia Atena era incinta di Apollo. Per motivi ignoti, Zeus voleva che tutti i mortali credessero che Atena fosse un’eterna vergine. “Zeus consegnò la neonata di Atena a una fedele strega mortale, che gettò subito un incantesimo sulla bambina, per renderla mortale fino al suo diciottesimo compleanno. Il nome di quella strega mortale è Maia, e tu, Myka, diventerai di diritto la Dea che sei, il giorno del tuo diciottesimo compleanno”. Non ero in grado di parlare dopo aver udito cose così terribili su Maia, la donna che credevo essere mia madre, e Zeus, il Dio che stavo imparando a odiare. Chiesi a Prometeo di portarmi a casa perché volevo parlare subito con Maia. “Se vorrai parlare di nuovo con me potrai trovarmi al ristorante, Myka”.
“Lo vorrò di certo, Prometeo, e voglio ringraziarti per avermi detto la verità su chi sono realmente”. Dopo aver dato a Prometeo un rapido bacio sulle labbra, entrai nella nostra villa. Trovai Maia mentre leggeva un libro nella sala del pianoforte. “Maia sono a casa e dobbiamo parlare”. “Myka, perché mi chiami Maia e non mamma? Cosa ho fatto?” “Un titano di nome Prometeo mi ha appena detto chi sono i miei veri genitori, Maia. Al momento non so chi odio di più: Zeus per avermi mandata via, i miei genitori per averglielo lasciato fare, o te per non avermi detto la verità”. “Credevo che non avremmo avuto questa conversazione finché non avessi compiuto diciotto anni, Myka. Comunque, dal momento che sai già tutto, accetto il tuo odio. Ma almeno lasciami spiegare perché ho agito così. “Un giorno Zeus venne da me e mi disse di te. Non voleva che i mortali sapessero che Atena non era più vergine. Io non mi sono mai sposata e non ho mai avuto figli. Ero molto sola in questa grande villa. “Quando ho visto il tuo visetto mi innamorai di te, Myka. Temevo che se non ti avessi presa sotto la mia protezione, Zeus ti avrebbe uccisa o consegnata a un mortale malvagio. “Zeus mi ha fato gettare un incantesimo su tua madre Atena: in quel modo lei non sarebbe stata in grado di contrastarlo quando lui ti avrebbe consegnato a me. “Gettai un incantesimo anche su Apollo, siccome lui non poteva mentire e Zeus voleva che la tua esistenza rimanesse un segreto. Sono sicura che a entrambi sarebbe piaciuto avere una figlia, ma Zeus è loro padre ed è molto potente”. Quando Maia finì di parlare seppi che stava dicendo la verità. Aveva accettato le condizioni di Zeus per tenermi al sicuro. “Conoscendo la cattiveria di Zeus, ora capisco perché hai accettato la sua proposta di tenermi, Maia. Mi dispiace di averti detto che ti odio, mamma. Credo solo che avresti dovuto raccontarmi la storia della mia nascita: così non sarei rimasta scioccata quando, tra un paio di anni diventerò una Dea. Quanto
cambierò quando questo succederà, mamma?” “Fisicamente resterai identica, Myka. Proverai anche gli stessi sentimenti che provi per me e i tuoi amici. Siccome non sono una Dea, non so che tipo di poteri speciali avrai. “Forse Atena te lo dirà un giorno. Sono sicura che è stata lei a lasciare quella polvere arancione che hai trovato vicino al fiume due giorni prima della gara di magia. È anche colei che ti ha detto come fabbricare la pozione per evocare il giorno seguente. Atena desiderava davvero che tu avessi la collana Stella-blu, Myka”. “Mmm... mi chiedo il perché. Comunque, prima che me ne dimentichi per via di tutte queste scioccanti novità, ti prego di non dire niente di Prometeo a Zeus: si sta nascondendo da lui per motivi personali. Presumo che tu non gli dirai che so già quello che ha fatto, giusto?” “Non preoccuparti, Myka. Zeus non mi parla da molto tempo”.
Capitolo 3
DIVENTARE UNA DEA
Il giorno del mio diciottesimo compleanno era finalmente arrivato e mi sentivo ansiosa di scoprire quanto la mia vita sarebbe stata diversa. Avevo già detto a Sophia e Stavros chi ero davvero e dopo il normale sconcerto si ripresero e continuarono a trattarmi come avevano sempre fatto: come una sorella. Prometeo è diventato parte della mia vita e anche se è un Titano e non un Dio, sa molte cose sul Monte Olimpo. Mi ha detto tutto quello che sa sugli Dei e le Dee che vi abitano. L’attrazione fisica e mentale per lui diventa più forte ogni giorno che o con lui. “Prometeo, se ricordo bene mi hai detto che puoi predire il futuro, giusto?” “Posso, ma ci sono alcune eccezioni, come quello che è successo dal fornaio, ricordi?” “Che futuro vedi per me?” “Mi spiace deluderti, Myka, ma non mi piace dire ad altri che cosa succederà loro. È meglio che tu non lo sappia e provi a vivere la tua nuova immortalità al meglio. “Tuttavia ci sono delle eccezioni, come la guerra imminente che ti riguarda e di cui dovevo avvisarti. Molto tempo fa mio fratello Epimeteo e io abbiamo lasciato la fazione dei Titani e abbiamo combattuto al fianco di Zeus contro Crono. Zeus ci coinvolse persino nella creazione dell’umanità. “Mi avvicinai troppo agli umani e ben presto mi misi dalla loro parte invece di stare con Zeus. I Titani cominceranno una guerra contro il Monte Olimpo perché
non vogliono più che Zeus sia a capo di tutti. “L’unica parte che avrò io in questa guerra sarà assicurarmi che nessun umano venga ucciso. Siccome Maia e i tuoi amici sono umani, è naturale che tu sarai la Dea che mi aiuterà a far sì che i nostri cari siano sani e salvi”. “Ti aiuterò in qualsiasi cosa tu voglia farmi fare per salvare Maia, i miei amici e il resto dell’umanità, Prometeo!” All’improvviso Prometeo cominciò a camminare più vicino a me. Il suo bel viso si fece serio. Mi tenne il viso con le mani e mi baciò dolcemente. Mi sentii trasportare in un altro mondo, pieno di nuvole, stelle e magnifiche farfalle. Quando il bacio finì volevo dire qualcosa, ma lui mi posò un dito sulle labbra dicendo che andava bene il silenzio. Mi strinse al suo petto forte e mi sentii felice e al sicuro. Pochi minuti dopo mi salutò con un sorriso affascinante. arono alcuni giorni e dopo aver avvertito Maia della guerra imminente cominciammo entrambe a esercitarci negli incantesimi e nelle pozioni, ogni giorno, cercando di crearne di nuovo che potessero aiutarci in caso di pericolo. In una fredda mattinata, un Titano e un Dio stavano combattendo molto vicino a Mykonos. Maia si trovava alla bottega di stregoneria per comprare della resina Sangue-di-drago, petali di rosa e olii al limone che ci necessitavano per le nostre pozioni. Nel momento in cui uscì dalla bottega fu coinvolta nel combattimento e quando il Dio attaccò il Titano con una scarica elettrica, fu Maia a ricevere la saetta fatale. Io ero a casa e percepii immediatamente che lei era in pericolo. Gettai un incantesimo di trasporto e la trovai a terra, priva di sensi e sanguinante. Cominciai a piangere mentre le tenevo la testa tra le mie braccia. Il Titano e il Dio scomparvero e all’improvviso vidi una donna stupenda dirigersi verso di noi. La riconobbi grazie al ricordo di un’immagine che avevo visto su un libro sugli Dei, quando si avvicinò.
“Cosa fate qui, Persefone, Regina degli Inferi?” Persefone mi fissò per qualche istante prima di rispondermi. “Sono qui per raccogliere la sua anima, giovane signora!” “No, per favore, non prendetela, è mia madre!” “Mi dispiace, ma lei sta per morire e io sono qui per guidare la sua anima negli Inferi. Non so cosa abbia fatto, ma non è destinata ai cieli”. Baciai la fronte di Maia mentre gettai un incantesimo che credevo potesse aiutarla. “Spiriti dell’altro mondo, ascoltate queste parole, ascoltate le mie grida, io evoco l’immortalità per quest’anima umana!” Non appena pronunciai le ultime parole dell’incantesimo, Maia aprì gli occhi e mi sorrise. “Tu sei una Dea! Una Dea sconosciuta a tutti!” gridò Persefone profondamente stupita. Persefone svanì nel nulla quando capì che non poteva più prendere l’anima di Maia, dato che ora era immortale. Ero davvero felice che uno dei miei nuovi poteri divini fosse di gettare questi magnifici incantesimi. “So cosa hai fatto, Myka: mi hai dato l’immortalità! Grazie, figlia mia, grazie mille!” esclamò Maia abbracciandomi. I giorni seguenti gli scontri tra Dei e Titani aumentarono e Prometeo, Maia ed io avvisammo tutti di restare nelle loro case il più a lungo possibile. Io e Maia lanciavamo incantesimi protettivi su ogni casa di Mykonos. Dopo giorni e notti di rumorosi combattimenti, sembrò finalmente che fosse giunto un giorno tranquillo. Sophia e Stavros si annoiavano in casa e mi chiesero di andare al fiume vicino. “Quando smetteranno di combattere Titani e Dei? Sono stufa di non poter uscire di casa” si lamentò Sophia dando un calcio a un sasso.
“Dovete pazientare se non volete morire giovani. Spero che prima o poi entrambe le parti capiranno che nessuno dei due vincerà la guerra”. Decidemmo di nuotare nel fiume e per la prima volta da quando era iniziata la guerra ci stavamo divertendo. Stavros ci stava raccontando una barzelletta quando una luce abbagliante proveniente dal cielo ci abbagliò. Grazie ai miei poteri divini, indovinai cosa sarebbe accaduto di lì a poco. Vidi un ragazzo all’incirca della mia età in piedi non lontano da noi. Teneva uno scudo che sembrava provenire da un anello che portava alla mano destra e ci proteggeva dal fuoco che un Titano stava usando contro una coppia di Dei. Quando i tre se ne andarono, lo sconosciuto fece scomparire lo scudo. “Non so chi tu sia, ma grazie per averci protetto dal fuoco!” gridai dopo aver compreso che cosa aveva fatto. “Sì, grazie molte, straniero!” dissero insieme Sophia e Stavros. “Non c’è di che! Sedevo sull’erba e mangiavo una mela qua vicino quando voi ragazzi siete saltati nel fiume, ma non mi avete visto. Il mio nome è Andreas e sono il figlio della Dea Afrodite e di Nestore, un umano mortale”. “Santi numi! Sei un semidio? Che forza!” gridò Sophia abbracciando Andreas. Il nostro salvatore sembrò confuso dall’abbraccio di Sophia. Forse non aveva una ragazza e non sapeva che cosa fare. Con gentilezza separai Sophia da lui per lasciarlo respirare e porgli una domanda. “Vivi sul Monte Olimpo, Andreas?” “No, mia madre mi ha consegnato a mio padre quando sono nato perché Zeus non permette a chi è metà umano e metà Dio di vivere tra loro. A me in realtà non interessa, sono felice di vivere con mio padre”. “Questa è una storia incredibile, Andreas” disse ammirato Stavros.
“Con Afrodite come madre non mi sorprende che tu sia così perfetto, Andreas! Non ho mai visto un ragazzo bello quanto te. Quanti anni hai?” chiese Sophia, incapace di distogliere lo sguardo da lui. “Grazie per il complimento. Ne ho compiuti diciotto settimana scorsa. A proposito, voi non vi siete ancora presentati”. “Scusa, Andreas. Eravamo talmente rapiti da te che ce ne siamo dimenticati. Questa è Sophia e questo è suo fratello Stavros. Il mio nome è Myka e sono la figlia segreta della Dea Atena e del Dio Apollo”. Tutti e quattro sedemmo sull’erba mentre raccontavo ad Andreas la storia della mia nascita. Prestava molta attenzione a ciò che gli dicevo, guardandomi coi suoi bellissimi occhi verdi. Andreas aveva dei luminosi capelli lunghi e castani. La sua pelle era dorata come quella di una persona che a molto tempo al sole. Era alto circa due metri e il suo corpo e il suo viso erano perfetti, come aveva detto Sophia. Andreas stava per raccontarci di più su di sé quando venne interrotto da Prometeo. “Myka, ho bisogno del tuo aiuto! Tre Titani hanno appena costretto una famiglia umana a uscire di casa” “Credevo che tutte le case avessero un incantesimo protettivo, Prometeo!” “Infatti, ma tu e Maia avete protetto solo le case di Mykonos e questa famiglia vive in un piccolo villaggio fuori da Mykonos”. “Sarei felice di aiutare, se me lo permettete” propose Andreas. “L’aiuto di un semidio è sempre il benvenuto, Andreas” rispose Prometeo. “Come sai chi sono?” “Lui è un Titano e prevede il futuro quasi sempre. Il suo nome è Prometeo” risposi prima che Prometeo ne avesse la possibilità. “Wow, non credevo che avrei incontrato il famoso Titano che ingannò Zeus
permettendo ai mortali di tenere per sé le parti migliori degli animali sacrificati e offrendo agli Dei le parti peggiori. Sarà un onore combattere al fianco tuo e di Myka, Prometeo”. “È per questo che Zeus ti ha incatenato a un masso?” “Sì Myka, è per questo. Dobbiamo andare ad aiutare quella famiglia umana”. Dopo che ci fummo assicurati che Sophia e Stavros fossero sani e salvi a casa, noi tre andammo al piccolo villaggio terrorizzato dai Titani. Quando arrivammo stavano distruggendo alcune case modeste. “Titani, smettete di distruggere il villaggio!” gridò forte e chiaro Prometeo. “Che fai qui, traditore? Ricordiamo ancora che hai combattuto al fianco di Zeus contro uno di noi”. “Non sono più dalla parte di Zeus, ma non sono nemmeno dalla vostra parte. Sono dalla parte degli umani innocenti che stanno nel mezzo della vostra lotta agli Dei. Perché distruggete le case degli umani? Non vi hanno fatto nulla”. Senza degnarlo di una risposta, i tre Titani caricarono in direzione di Prometeo. Andreas riuscì a placcarne uno e finirono a combattere a terra. Gli altri due Titano stavano ferendo Prometeo con le loro spade affilate. Io toccai la mia collana Stella-blu e pensai a Zeus mentre mi avvicinavo ai Titani che combattevano contro i miei amici. Non appena videro “Zeus” corsero via più veloce che potevano. Erano abbastanza furbi da sapere di non poter sconfiggere Zeus da soli. Pensai a riprendere le mie sembianze quando furono spariti. “Come ci sei riuscita, Myka? Ho creduto che Zeus fosse davvero qui!” chiese Andreas, confuso. “Myka ha una collana Stella-blu che le permette di apparire come chiunque lei desideri semplicemente pensandoci” rispose Prometeo guardandomi. “Sono così felice di avervi incontrato. Siete pieni di sorprese fantastiche!” rispose Andreas con un ampio sorriso in volto.
Riuscii a riparare le case degli abitanti con la mia magia e tutti coloro che vi abitavano mi furono riconoscenti. Cominciarono a chiamarmi “Myka, la Dea Strega”.
Capitolo 4
INCONTRO CON LA DEA ATENA
“La guerra sta coinvolgendo molte altre città della Grecia e io sarò responsabile di tutte le streghe e i maghi che vogliano aiutarci a proteggere quelle città. Me ne andrò per un po’”. “Sembra un buon piano, mamma. Sono lieta che abbiano deciso di aiutare i loro compagni umani”. “Se vuoi venire con noi sei la benvenuta, Myka”. “Grazie mamma, ma voglio stare vicino a Sophia e Stavros”. “Mmm, credo tu voglia stare vicino anche a Prometeo, o no?” “Oh mamma, sei sempre così brava a leggermi dentro! In effetti sto cominciando a provare dei sentimenti per lui, abbiamo così tanto in comune!” “Molto bene, Myka. Ci rivedremo non appena potrò”. “Arrivederci mamma, e ti prego, fa’ attenzione. Non pensare che siccome ora sei immortale allora puoi buttarti nel rischio quando vuoi”. Maia mi abbracciò forte e mi baciò prima di andarsene. Ritrovandomi da sola, mi sedetti su una comoda poltrona e cominciai a leggere uno dei libri di mia madre. Mi stavo godendo il mio meritato riposo quando davanti a me apparve dal nulla una donna bellissima e forte. “Ciao Myka. Io sono Atena, tua legittima madre”. Mi diedi un pizzicotto per essere sicura che non fosse un sogno.
“Tu sei Atena, la madre che ha lasciato che il proprio padre mandasse via la sua neonata!” “Sono certa che Maia ti avrà raccontato perché non ho potuto fermare mio padre prima che ti portasse via, Myka. Ero molto felice quando scoprii di essere incinta, ma Zeus non voleva che i mortali sapessero che non ero più vergine. È un Dio molto complicato”. “Hai dimenticato di aggiungere che è crudele, egoista e malvagio, Atena”. “Attenta, Myka, non voglio che mio padre ti punisca per queste parole”. “Non ho paura di lui come te. Sono sicura che se davvero avessi voluto tenermi o vedermi avresti trovato il modo”. “So di non piacerti molto, Myka, e me lo merito, ma voglio che tu sappia che sono sempre stata al tuo fianco anche quando non potevi vedermi. Ho lasciato io la polvere arancione vicino al fiume, io ti ho detto cosa farne. Ti ho guardata dormire quasi tutte le notti”. “Avresti dovuto farti vedere e dirmi chi eri”. “Volevo dirtelo, ma tu eri una felice ragazza umana e io non volevo confonderti. Ho deciso di aspettare finché non saresti diventata Dea perché solo allora avresti potuto capire che per me o tuo padre era impossibile andare contro il volere di Zeus. “Prometeo ti ha detto cosa gli ha fatto Zeus, e ha fatto molte altre cose terribili”. Io e Atena parlammo per ore e anche se provavo a continuare ad odiarla, non ci riuscivo. Il legame madre-figlia c’era anche se non mi aveva cresciuto lei. Se ne andò il mattino dopo r promise che avrebbe fatto il possibile per far terminare la guerra coi Titani, per il benessere dell’umanità. Ero così stanca per tutta l’agitazione che mi era salita parlando con la mia legittima madre per la pria volta che mi addormentai e non mi svegliai finché qualcuno bussò alla porta. Era Andreas. “Sono venuto per assicurarmi che stessi bene, Myka, visto che non sei venuta
all’appuntamento con me e Prometeo al ristorante un’ora fa”. “Mi dispiace,, Andreas, Atena era qui con me la notte scorsa e avevamo molte cose di cui parlare. Mi sono addormentata quando se ne è andata, stamattina”. “Come ti senti dopo averla incontrata?” “Non la odio più e vorrei davvero conoscerla. Vorrei che anche tu potessi parlare con tua madre, Andreas”. Io e Andreas eravamo seduti al tavolo della cucina quando sentimmo delle grida provenire da fuori. Corremmo fuori e vedemmo un bambino privo di sensi a terra, mentre Thea, Titano della luce, ed Eos, Dea del vento, combattevano. L’unico modo di fermarle era congelarle con un incantesimo. “Poteri delle streghe, fermate la lite di queste signore e congelatele in fretta!” Non appena Thea ed Eos furono congelate, Andreas portò il bambino da sua madre, terrorizzata. Rimossi il congelamento dalle donne e parlai con loro. “Qual è il vostro problema? Siete entrambe madri e avete appena ferito un bambino tuttora privo di sensi. Dovreste vergognarvi. “Invece di battervi dovreste fare un discorsetto ai Titani che hanno cominciato questa guerra e agli Dei che sembrano essere d’accordo e a cui non interessa quanti esseri umani stanno uccidendo e ferendo”. Thea ed Eos si guardarono e sembrarono capire in quel momento quanto fosse sciocco combattere. “Hai assolutamente ragione, giovane Dea. Farò stare meglio il bambino umano usando i miei poteri di guarigione” rispose Thea guardando il bambino tra le braccia di sua madre, “Io aiuterò a riparare i danni che abbiamo causato alle vostre case e ai vostri affari” aggiunse Eos con voce calma. “Delle voci dicono che una giovane Dea dal tuo aspetto sia la figlia di Atena. È
vero?” chiese Thea. “Sì, è vero, Atena è mia madre e Apollo è mio padre”. Thea ed Eos se ne andarono quando il bambino si sentì meglio e i danni alla città furono sistemati. Mi promisero che avrebbero provato a convincere tutti gli altri a fermare la guerra. Prometeo comparve qualche minuto dopo. “Stavo aiutando un gruppo di agricoltori a portare le loro provviste in un luogo più sicuro quando stavi affrontando Thea ed Eos. Sapevo che non avresti avuto bisogno del mio aiuto in quella situazione specifica, Myka”. “Conoscere il futuro deve essere un pesante fardello, vero, Prometeo?” “È un pesante fardello, ma devo gestirlo al meglio senza impazzire”. “Ho bisogno che mi aiuti ad andare sul Monte Olimpo, Prometeo”. “Perché vuoi fare una cosa così pericolosa?” “Voglio parlare con Zeus” “Questa è l’idea più folle che io abbia sentito da molto tempo, Myka”. “Se non mi aiuti tu, troverò da sola il modo di farlo” “Prometeo ha ragione, Myka: un confronto con Zeus è troppo pericoloso” aggiunse Andreas con schiettezza. “Veramente stavo per chiederti di venire con me, Andreas. Non vorresti vedere tua madre Afrodite?” Andreas chiuse gli occhi per qualche momento, prima di rispondere. “Hai ragione, Myka. È il momento che qualcuno si opponga a Zeus” rispose determinato. Prometeo porto me e Andreas al Monte Olimpo il giorno dopo. Gli chiesi di non entrare con noi dato che Zeus era ancora arrabbiato con lui.
Artemide ci trovò e ci portò immediatamente al cospetto di Zeus. “Come osi entrare nei cancelli del Monte Olimpo senza il mio consenso? Vi punirò entrambi per l’eternità” proclamò Zeus con arroganza. “Ci hai già punito abbastanza, Zeus! Questo è Andreas, figlio di Afrodite, e io sono Myka, figlia di Atena e Apollo!” “Bene bene bene, hai il caratterino di tua madre, dopo tutto”. Gli altri Dei si radunarono intorno a noi, ascoltando ciò che stavo dicendo. “Sono venuta fin qui per dirti che penso tu sia crudele, egoista e malvagio. Ti comporti più come tu fratello Ade che come il padre di tutti gli Dei. “I Titani ti fanno guerra perché non sopportano che tu non dia loro il rispetto che meritano. Sei il creatore della razza umana e tuttavia non la aiuti quando ha bisogno di te. “Per come la vedo io, sei il padre di molti figli, ma non hai mai avuto l’amore e la condotta di Crono, tuo padre. Dovresti stare più vicino agli esseri umani, in particolare agli uomini anziani, che sarebbero sicuramente lieti di insegnarti che cos’è davvero un padre”. Tutti gli Dei e le Dee cominciarono a bisbigliare uno con l’altra e vidi Atena e Apollo avvicinarsi a Zeus. “Nostra figlia ha ragione, Zeus, non sai comportarti da padre e a causa di ciò non permetti a me o a nessun altro degli Dei e delle Dee di essere padre o madre per i nostri figli. “Volevo conoscere mia figlia e non avevo il coraggio di affrontarti per quanto l’amassi. Non la biasimo se odia me quanto odia te” declamò Apollo con voce ferma. “Sono d’accordo con Apollo, Zeus. Anche io volevo allevare mio figlio Andreas e invece l’ho affidato a suo padre come da tua richiesta. Ma mi rifiuto di seguire i tuoi dolorosi ordini per un secondo di più. Voglio provare a essere una madre per Andreas, se me lo permetterà” aggiunse Afrodite.
Zeus non rispose alla ribellione di Afrodite. Si rivolse invece a me. “Nessuno mi ha mai affrontato come hai fatto tu, Myka. Ai ragione, mi sono comportato troppo a lungo come mio fratello Ade. “Forse hai ragione. Devo imparare a essere un vero padre tramite l’amore e la guida di altri padri. Il mio stesso padre Crono mi avrebbe ingoiato alla nascita se mia madre Rea non l’avesse ingannato facendogli ingoiare un masso invece di me”. Zeus radunò il capo dei Titani e gli assicurò che li avrebbe trattati con rispetto e tolleranza, finendo la guerrauna volta per tutte. Zeus permise anche a tutti gli Dei e le Dee che avevano avuto figli dagli umani di poter fare loro da genitori. Andreas poté avere la madre che non aveva mai conosciuto e io avevo le due migliori madri del mondo: Maia e Atena. “Ben fatto, Myka, ciò che ho visto nel tuo futuro era corretto. Tu eri quella che poteva mettere fine alla guerra, aiutando me e l’umanità a farlo”. “Sembra che tu mi stia dicendo addio, Prometeo”. “Pensavo che Andreas avrebbe distolto le tue attenzioni da me, Myka”. “Non hai visto il futuro giusto, Prometeo. Per il dispiacere del povero Demetrio, Andreas e Sophia si sono innamorati. Io amo te, Prometeo!” Due anni dopo Stavros e Iva si sposarono con una bellissima cerimonia greca. Sophia e Andreas sono ancora una coppia felice. Io e Prometeo ci sposeremo tra pochi giorni. Mi ci è voluto qualche tempo, ma ho finalmente convinto Zeus a perdonare il mio futuro sposo. Il nostro matrimonio si svolgerà sul Monte Olimpo. Ci sposerà Zeus. Atena e Maia sono diventate buone amiche. Mio padre Apollo e io facciamo delle battute di caccia tra padre e figlia ogni volta che possiamo. Ho la sensazione che molto presto aspetterò una bambina e non vedo l’ora di raccontarle la sua storia.
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FINE
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