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Poesie di Strada

Aforismi tra le boulevards di un essenza avatar Loris Elio Sardelli

Smashwords Edition Copyrigth 2011 Loris Elio Sardelli

Loris Sardelli nasce a Genova il 18.06.1970 e li’ trascorre la sua infanzia e la prima adolescenza. Tra i profumi ed i rumori marinareschi della Liguria matura inconsciamente l’amore per la suprema arte della Poesia. Si trasferisce all’eta’ di 17 anni in Friuli Venezia Giulia in un piccolo paese circondato da monti e sorgenti: Polcenigo. Momento fondamentale questo, al fine di trovare, nelle frequenti cercate visite presso le sorgenti del fiume Gorgazzo, la ratio dei suoi componimenti: tensione alla ricerca della semantica perduta e di nuove ardite sfide armonico terminologiche che possano accudire ed esprimere sia le nuove frontiere proprie dell’uomo sia oltreare il tempo e lo spazio sconfinando in una immortale immaterialita’: l’Arte.

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Scherzo

una nota taglia l’ aria per raggiungere il pensiero visionario altrove confuso nel fumo avanza l’ oblio

morde le carni e che vertigine sia dentro la caverna della montagna innevata della mia terra argentinea

Solitudine

un abbraccio di un prato di fiori baciato dal primaverile sole fratello bastasse al cuore mio palpitando piu' forte si libra volando oltre il petalo innanzi a me ed irraggiungibile diviene l'animo mio chi mai accompagnera' lo sferzo del mio galoppo

Angelo

Dove il ricordo rumba la mia fantasia un soffice battito d'ali scompiglia il mio cuore ed il colorato bianco vento porta lontano ombre del mai e del se ancora con me Angelo mio

Dragoni

un battito innanzi solleva il palpito del mio cuore stringente soffoco si apre alla visione di una nube lontana oltre la tua prismatica ala ed e' gia' domani fuoco into me

Respiro

e basterebbe poco o molto soltanto un nulla talmente il tutto che ora mi perdo per te immensamente mi perdo da non voler mai piu' allumare se non con te respiro mio mia donna tu di tutto di me

Oceano

Spumosa onda rapita all’ ignavia innocente ittica innalzi al tuo padrone le odi per rivederti ancora piu' in auge immagine a me del bianco divenuto dal blu del sogno profondo di tutti gli immensi pensieri taciuti a tesoro conservi Oceano sovrano dei miei occhi

La Serenita'

Sottile svela il corpo mio all'immagine di un insolido deliquido mondo sperso alle sapienze vicine artigliato dalla solarita’ di una efeba alba deliquia cullato da tiepide forme del lago della mia divenuta Serenita' che destandosi sosti la nuca morbidamente sorridendo

Nessuna Immaginazione

scorrono veloci nella notte le leonesse dei miei ati a caccia di sinuose giraffe apice delle mie fantasie per arrivare alla piu' protesa foglia dell'albero della vita in questa immensa stringente savana un attimo per vederne il verde lussuoso colore nell'oscurita' della mia ignoranza e carpirne l immaginazione ma gia' e' di nuovo alba e la Vita mi incalza

Nella Grande Foresta

eravamo li tutti circondati da immense eterne sequoie nella loro seria nodosita' guardiane delle nostre azioni riflessa sulla turchese acqua una figura scivola via ora lo so era la nostra famiglia all’ ultima ambrata foglia la affianca

Amore Rosso

una rossa melodia come dal par di rosa si ode su queste grigie spiagge amenita' perduta in una notte al di la' delle spire del tempo veleggia oltre lo stridere di noiosi gabbiani e nella oscurita' della profonda balbuzie del mare si scrutano svanire i vuoti dell'animo alla amata ammaliante voce di una poliforme armonica ordita dall' uomo dai mille sonori colori ardite riecheggiano le impartite trasparenti rotte da te sovrano prodiere al cospetto della mia femminea vanita' e si culla sicuro scevro al profondo freddo del mare il cuore della nave del nostro rosso colorato amore

Luce

accasciato giacevo nella mia buia caverna avvinghiato ai miei pensieri madido in viso ancor poco da vivere ritorto nelle mie speranze

quando la furia cieca ormai sbavava vittoria un lampo sereno un viso ameno riflesso sulla parete delle mie oramai asciugate lacrime apparve eri tu mia dolce compagna allegra di vita ad irradiar le stelle brillantare il mare ed ora mai piu' scordare

Amicitia

trasalgo da una trasformata impura per ridiscendere rotolando al mio respiro into me ed ancora si inebria la mente ad un nuovo battito che tutto e' avvolto da note lontane a disegno infinito e nella sostenbile spensieratezza un'altra onda mi lascia incantato e nel sordo brontolio del mare perdutamente penso al profumo di te amicitia

Gioventu’

e rasentando un muro oltre le voci giovani speranze nitide e chiare entrano in me il fluido delle loro candide idee spazia il mio pentagramma fino a toccare la corda inviolata del mio essere pervade da dentro la felicita' ritrovata e l’ aria echeggia di lampi sonori da tempo ormai perduti

San Patrizio

imprigionato nel mio castello oltre queste grige mura odo te dolce fanciulla dalla voce leggera dal canto gentile spensierata ti rechi a declivio verso orizzonti lontani a me proibiti

Luna

son giorni oramai che attendo da te mia Luna una nota evocata che rischiari la profondita' del mio essere una leggera nota d oriente che trasalire mi faccia per alzare il mio cuore al di la' di tutto questo bieco rumore rapisci ora Luna di giorno tendo i miei sensi nello spazio infinito cercando la voce che un saggio mi disse per trasalir di slancio uno stacco da terra e pallido permango assorto al desio del tuo profondo silenzio e stupisco sempre piu' in fondo al mio cuore

Lago Montano

azzurro cristallo accarezzato dal sonoro soffio del vento riposi e una piccola bolla affiora per lasciar ascoltare al mondo il tuo futuro. E' gioia per te in ascolto dell ammantato suono noi per ripartire alla vita

Fiori

Nel silenzio assordante della mia anima un petalo si stacca con fragore scende fino a non toccare mai il fondo di questo essere e roteando allegro mi accompagna al sibilo del suo colore cangiante e' la vita

Guerra

accasciati eravate fratelli di sangue ultimo baluardo dell umanita' contro il ricordo della barbarie e strette le luccicanti spade ancora brandite esausti e i vostri cavalli schiumosi si librano ancora e il cielo vi adora nell alba ancora la vittoria si affaccia ma quanta miseria

Una pallottola

E nel destino mi trovo assordato da rumori lontani

accerchiata la mente ed il corpo soltanto l anima volera' via da queste risate amare e cosi' sia ora e' gia' silenzio con la morte alle spalle vi regalo l’eco per me di altro non posso piu’

Tutti

Nella pellicola della mia anima amorevolmente adagiare fiore dopo fiore il profumato eterno che e' in Voi cosi' ordendo la trama del mio cuore colare il savio inchiostro a granitico fulgido guardiano potendosi abbandonare ancora a Tutti immensamente Voi e nella sofficita' del respiro volare

Vecchiaia e Gioventu’

Un giovane rivo accompagna a valle rocciosi inerpicati sorrisi che acciuffarlo vorrei nei suoi capricciosi inebri spruzzi devoti al mio affanno assordato dal rombo della sua giovent a lato assorto al cospetto di una pozza ferma argenteo cesto di memorie sperse declivio nei morsi di tali contrasti E che sgrulli tra l aere una goccia di mistero caleido per luce altrimenti sapida voglia essere pigramente dagia a placido fondo oscuro complice gabbia Cos“ mi scivoli vecchiaia e giovent E cerberamente crogiola l’ignoranza della mia identita’

Lame temprate I ki A difendere L’ amorevole canto di merlo

Anima mia Conscia

L’ onda fragora lo scoglio

Tre giorni domande di destinazione Il luogo non sempre medesimo Srotola paesaggio nel sentiero profumato da luci ed ombre

Calorosa alba Si affaccia Giunge specchio il lago a

La Morte e la Vita

Allontanandosi riflessuose le voci vanno Nel ritrarsi lo sciabordio dell’onda febbrile le segue E gli acuti delle gioie e dei dolori Si appannano vezzosi Si offuscano oramai malinconici dileguandosi gentili e’ li che, uno, duo, il soffice respiro terzo ed e’ assoluto silenzio

uno sfioro di gentil senso immobile spettatore del mondo e di noi stessi e bianca si fa la luce di indesignate forme elegantemente sottili i profumi es i gusti non duole la pelle seppur cosi’ tanto Sole e’ assoluto silenzio ma ecco un ponte di vento e di foglie rialzate da terra che felice accarezza l’autunno per l’inverno dalla primavera che lontanamente volge il rarefatto silenzio mio da unirsi alle voci che andarono per incontrarlo una volta ancora

Il Gabbiano

Sferzato nell’ ibernante baltico vento Ho trovato un istante nella mia coscenza Fotografia dei miei ricordi un gabbiano vola

osservato dall’ umidita’ dei miei occhi nell’ offrire una sola ala ammicca nell’ immobilita’ sprezzando la brama della mia pupillata fisicita’ e fermamente immobile penetra l’oppio del mio adesso e la sua ala si coglie ora sfuocata che nella gaussiana idea comprendo che regalate piume all’ aria percepisco volando abbracciato all’ossigeno della mia esistenza mescio il ricordo di me dal ato al futuro che sara’ mai il presente fantomatico incognita misconosciuta Gracchia la Vita per improvvisi sbalzi cercando riposo smeralda grotta di fonte offer rifugio

Il Coraggio

Di qui al cui l’indolente quotidiano si pasce della nostra vilta’

e la mano sciva nel girare lo spicciolame delle nostre note abitudini oltre di cui l’ignoto delle frontiere a raggiungere Coraggio a suffragio con mano tremante tendi spalanca la porta del nostro destino rarefando in splendore il presente a ritrovarsi spavaldi cocchieri insieme nell’ indefinita liceita’ dell’ animo umano divenuta alzati ai cori taci ai messali tu che non sei tu che non hai tu solo che sopporti il fardello del tuo sentire Coraggio

ione

Scivola la seta nel buio in ascolto di questo primo fruscio messere di un imminente uragano ineluttabile ione che

nudi abbandonati nell’ intimo viaggio e non lidi ed approdi e senza ago errando perdendo sensi senza glorie guidati scalza corri lungo i sentieri dell’ essere fondendo le leghe in un unico attimo che… e gia’ il vento ci ricorda altrove mai saziando